Oggetto del Consiglio n. 144 del 25 ottobre 1960 - Verbale

OGGETTO N. 144/60 - RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA SULLA VERTENZA SINDACALE IN CORSO PRESSO LA SOCIETÀ AN. NAZ. COGNE - PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI.

Il Presidente, FILLIETROZ, riferisce al Consiglio in merito all'avvenuta convocazione urgente del Consiglio regionale in adunanza straordinaria, in relazione alla lettera in data 22 ottobre 1960 del Presidente della Giunta regionale e all'avviso telegrafico di convocazione in data 22 ottobre 1960, lettera ed avviso sottoriportati:

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TELEGRAMMA

22-10-1960

PROTOCOLLO 290 - COMUNICO CONSIGLIO REGIONALE EST CONVOCATO PER PARTICOLARE URGENZA ORE NOVE GIORNO VENTICINQUE OTTOBRE 1960 IN AOSTA SALA ADUNANZE CONSIGLIARI PER DISCUSSIONE ET DELIBERAZIONE SEGUENTI OGGETTI:

PRIMO: RELAZIONE PRESIDENTE GIUNTA SULLA VERTENZA SINDACALE IN CORSO PRESSO SOCIETA' NAZIONALE COGNE.

SECONDO: PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI.

PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE

FILLIETROZ

REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D'AOSTA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

Aosta, 22 ottobre 1960

OGGETTO: Richiesta di convocazione urgente del Consiglio regionale.

Ill.mo Signor Presidente del Consiglio regionale

SEDE

D'intesa con la Giunta regionale, pregiomi richiederLE la convocazione urgente del Consiglio regionale in adunanza straordinaria per il giorno 25 ottobre 1960 (martedì) per la trattazione dei seguenti argomenti:

1) Relazione Presidente Giunta sulla vertenza sindacale in corso presso Società Nazionale Cogne.

2) Provvedimenti conseguenti.

Cordialmente

IL PRESIDENTE

F.to Avv. Oreste Marcoz

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Il Consigliere DUJANY, dopo aver chiesto ed ottenuto la parola per una comunicazione di carattere urgente, rileva che, come è a conoscenza dei Signori Consiglieri, questa mattina, nel Comune di Etroubles, si svolgono i funerali della Signorina Elena Maria Pallais - Direttrice Didattica -, che per oltre quarant'anni ha dedicato con passione e disinteresse la sua esistenza all'educazione di migliaia di bambini.

Chiede, quindi, al Consiglio di rinviare alla tarda mattinata, oppure al pomeriggio, l'inizio dei suoi lavori per dare la possibilità ai Consiglieri, che lo desiderano, di prendere parte ai funerali della compianta Signorina Pallais, che è una benemerita nel campo dell'istruzione.

Il Presidente, FILLIETROZ, dopo avere ricordato che il Consiglio è stato convocato in via straordinaria ed urgente per la trattazione di argomenti che sono della massima importanza, chiede se qualche Consigliere intenda prendere la parola sulla proposta del Consigliere Dujany.

Segue breve discussione sulla proposta di cui si tratta fra il Consigliere DUJANY, il Presidente del Consiglio, FILLIETROZ, ed il Presidente della Giunta, MARCOZ, il quale esprime l'avviso che ai funerali della compianta Signorina Pallais potrebbe prendere parte una rappresentanza dei gruppi consigliari di maggioranza e di minoranza.

Informa che la Giunta regionale è rappresentata ai funerali dall'Assessore alla Pubblica Istruzione, GEX, che vi partecipa unitamente al Sovraintendente alla Pubblica Istruzione.

Comunica inoltre che, non potendo intervenire personalmente ai funerali ha delegato a rappresentarlo il Capo Gabinetto e ha inviato alla famiglia della benemerita defunta un telegramma di condoglianze, precisando le ragioni della sua impossibilità a presenziare ai funerali.

Il Presidente, FILLIETROZ, chiede se, in relazione alla precisazione fatta dal Presidente della Giunta, MARCOZ, vi sia qualche Consigliere che intende assentarsi dall'adunanza per prendere parte alle onoranze funebri della Signorina Elena Maria Pallais - Direttrice Didattica.

Si dà atto che si assenta il Consigliere BERTHET, per partecipare ai funerali in rappresentanza del gruppo consiliare della minoranza.

Il Presidente, FILLIETROZ, dichiara quindi aperta la discussione sugli oggetti iscritti all'ordine del giorno e dà la parola al Presidente della Giunta, Marcoz.

MARCOZ - Presidente della Giunta: "Io debbo fare una premessa alla mia relazione, premessa che forse non avrei fatto se, in questo momento, non fosse stato recapitato ai Membri della Giunta, e credo anche a tutti i Consiglieri, il "Giornale della Cagne".

Forse l'opinione pubblica e la Società Naz. Cogne si aspettano che noi facciamo oggi un vero dibattito di carattere tecnico e sindacale, ma per fare questo noi dovremmo avere altri elementi che sono in possesso della Società Naz. Cogne da una parte e delle Organizzazioni sindacali dall'altra parte.

In questi, giorni io ho dovuto, è vero, quasi fare il sindacalista, ma vi confesso e vi assicuro che mi sono mantenuto completamente al di fuori e al di sopra di questo dibattito, la cui sede naturale, - e questo lo dico affinché non vi siano delle delusioni, - non può essere e non è assolutamente questa.

Qualcuno dei Consiglieri avrà forse studiato il problema dal punto di vista tecnico e sindacale e, poiché vi è una certa aspettativa da parte della stessa Società, nulla vieta che questo qualcuno dica qualcosa a completamento di quanto non sono assolutamente in grado di dire io.

Io vi ho convocati per dirvi quello che ho fatto fino ad ora e per avere da Voi dei suggerimenti su quello che dovremo eventualmente ancora fare, tenuto conto della situazione di disagio creatasi in Città con il perdurare della vertenza "Cogne".

Questo è l'ambito ristretto della esposizione che io cercherò di farVi nel modo più succinto e circostanziato possibile.

Desidero fare all'On.le Consiglio regionale una succinta relazione perché ritengo che sia opportuno e doveroso informare gli Amministratori regionali sulla vicenda della vertenza "Cogne" problema che oggi assilla la Cittadinanza tutta, le Autorità, i cittadini, operai e non operai, e specialmente le famiglie operaie.

Come Voi già sapete, prima della data dell'8 ottobre, - data di inizio dello sciopero bianco continuativo, che è attualmente in atto, - le maestranze già avevano fatto varie giornate di sciopero, a intermittenza, della durata di una o due o, al massimo, tre giornate.

A titolo puramente orientativo, vi dirò che le tre Organizzazioni sindacali. sono solidali e, in pieno accordo, hanno motivato la proclamazione dello sciopero con il mancato accoglimento da parte della Società "Cogne" delle rivendicazioni salariali avanzate, per conto delle maestranze, dalle Organizzazioni stesse e di alcune altre istanze accessorie di miglioramenti, tra cui un miglior trattamento nei rapporti umani.

Il settimanale della C.I.S.L., - a cui faccio riferimento ritenendo sia una fonte non sospetta, trattandosi di Sindacati liberi, - ha riassunto in questi termini la vertenza:

"Nel 1953, con una forza lavorativa di 6.630 unità, si producevano, alla Cogne, 122.725 tonnellate annue di acciaio; oggi, - i dati si riferiscono al 1959, - la produzione annua è salita a 154.732 tonnellate, nonostante che l'occupazione sia diminuita di circa 1.200 unità. In altre parole", - è sempre il giornale della C.I.S.L. che scrive -, "l'indice della produttività del lavoro da 100, come era nel 1953, è passato a 153".

"Purtroppo, - continua il giornale -, le richieste dei lavoratori, benchè affidate al chiaro linguaggio delle cifre, ebbero l'effetto del tutto inatteso e sproporzionato di portare i rapporti aziendali ad uno stato di tensione senza precedenti. Vi è da chiedersi come possa esservi pervenuta una importante Azienda dello Stato la quale controlla, si può dire, l'intera economia della Valle d'Aosta."

Così si esprime l'organo di stampa dei Sindacati liberi.

Le richieste, Voi lo sapete, erano di un aumento di 15 lire all'ora; oppure, in sostituzione di queste 15 lire all'ora, che si concretavano in 100/120 lire al giorno, un premio di lire 20 mila annue per il 1960, 36.000 lire annue per il 1961 e 36.000 lire annue anche per il 1962. Coloro che hanno letto i giornali hanno certamente seguito e conoscono, più o meno, i termini di questa contesa sul piano sindacale.

8 ottobre: - il giorno 8 ottobre, nel pomeriggio, i dirigenti delle tre Organizzazioni sindacali. - dopo aver richiesto urgentemente un convegno, al quale ho fatto partecipare i nostri Parlamentari, - mi esponevano e mi confermavano quanto già mi era stato segnalato dalle Autorità di Polizia; che, cioè, la Direzione della Società Naz. Cogne aveva sospeso il funzionamento dell'alto forno soffiato e che, pertanto, le maestranze addette ai reparti collegati con l'alto forno (circa 750 operai) venivano sospese dal lavoro fino alla riattivazione dell'impianto predetto.

Questo è scritto anche nel comunicato dell'Autorità massima di polizia e, cioè, che gli operai sospesi si aggiravano sui 750.

I sindacalisti mi esternavano le loro vive preoccupazioni per la situazione che si sarebbe venuta a creare il lunedì 10 ottobre, - eravamo sabato pomeriggio 8 ottobre, - quando gli operai di cui ho detto sopra, in numero di 750, si sarebbero visti negare l'ingresso allo Stabilimento.

Immediatamente due ordini di preoccupazioni si sono presentati alla mia mente: necessità, anzitutto, di provvedere alla tutela dell'ordine pubblico e, in secondo luogo, necessità di intraprendere ogni iniziativa possibile per trovare una via d'uscita alla vertenza, allo scopo di normalizzare la situazione.

E ho agito in conseguenza. Ho rivolto ai dirigenti dei Sindacati operai esortazionì vivissime perché tenessero saldamente in pugno !e maestranze e spiegassero agli operai che era necessario evitare ogni disordine e ogni atto di violenza. Analoghe appropriate istruzioni verbali e scritte ho rivolto alle Autorità di Pubblica Sicurezza, suggerendo prudenza, discrezione, insieme a fermezza, per tutelare sia il diritto di sciopero, sia il diritto al lavoro.

Con i Parlamentari si è subito concordato un piano di azione comune da svolgere in stretto collegamento. Il Senatore Chabod fu da me pregato di raggiungere la Capitale per gli opportuni contatti e l'opera da svolgere presso i Ministeri competenti e per ottenere a breve scadenza un colloquio sia con il Presidente del Consiglio dei Ministri sia con il Ministro del Lavoro.

Debbo dirvi che, già nella settimana precedente lo sciopero bianco e indipendentemente dalla situazione che ne è derivata, cioè prima del 10 ottobre, Senatore Chabod ebbe un incontro con il Presidente del Consiglio, On.le Fanfani (in data 4 ottobre) e aveva concordato per la data del 13 o 14 ottobre, in linea di massima, un incontro tra il Presidente del Consiglio, i due Parlamentari nostri ed il Presidente della Giunta regionale, allo scopo di esaminare i problemi di interesse regionale ancora rimasti insoluti e gli adempimenti costituzionali del nostro Statuto speciale, illustrati nel mio memoriale che avevo, in data 25 gennaio 1960, presentato all'allora Presidente del Consiglio, On.le Segni.

Si decideva, altresì, in quel pomeriggio dell'8 ottobre, che, mentre Chabod si sarebbe recato a Roma subito, il Deputato On.le Caveri sarebbe rimasto in Aosta, da dove poteva mantenersi in collegamento con il Senatore Chabod. Sempre il giorno 8 ottobre, dopo cena, prendemmo l'iniziativa di chiamare l'ing. Marcoz, Direttore degli impianti siderurgici Cogne, e mi trattenevo con lui fino a tarda notte. Egli mi esponeva la situazione e il funzionamento, specialmente dal punto di vista tecnico, dell'alto forno e mi diceva che non aveva alcun mandato per trattare sul piano sindacale.

Nella notte stessa inviavo al Direttore generale della Società Naz. Cogne, Ing. Anselmetti, il seguente telegramma:

"Seguito colloquio odierno Direttore Ingegnere Marcoz desidero urgentemente conferire con Vostra Signoria in vista eventuale aggravamento già delicata situazione connessa sospensione alto forno. Pregaci, pertanto, trovarsi questo Ufficio Presidenza mattino corrente" cioè domenica mattina.

E siamo al 9 ottobre.

Domenica mattina mi perviene questa risposta:

"Inoltriamo comunicazione at Amministratore delegato et Direttore generale Ing. Anselmetti, che trovasi fuori sede altri impegni. Incontro come sopra richiesto est pertanto materialmente impossibile. Riserviamoci seguito - Segreteria generale Cogne di Torino".

Sempre il 9 ottobre, domenica, l'Ing. Anselmetti, - che era stato raggiunto, si vede, da quella mia richiesta telegrafica tramite l'intervento benevolo della Direzione, mi telefona, alle ore 11, dicendomi di trovarsi in viaggio, e dichiarando che gli era materialmente impossibile tornare indietro e che sarebbe rientrato a Torino mercoledì 12 ottobre.

11 ottobre - prendo l'iniziativa di inviare alla Presidenza del Consiglio il seguente telegramma:

"Presidenza Consiglio Ministri - Gabinetto - Roma -

Reputo doveroso informare codesta Presidenza che maestranze Società Anonima Nazionale Cogne scioperano interno stabilimento da ore 6 giorno dieci ottobre per rivendicazioni salariali seguito sospensione altoforno disposta direzione Società. Situazione est aggravata. Mi consta che trattative at Roma presso Ministero Lavoro e at Milano tra Dirigenti Società et Sindacati sono fallite. Impossibilitato offrire mia mediazione poiché Dirigenti responsabili Società Cogne abilitati ad eventuali trattative su piano sindacale - (perché l'Ing. Marcoz, Direttore degli stabilimenti siderurgici, non può trattare se non di questioni tecniche) sono fuori sede e per quanto consta trovansi a Roma. Interesso vivamente codesta Onorevole Presidenza perché voglia esaminare l'opportunità, scopo evitare ulteriore aggravamento situazione, immediato intervento Ministero Partecipazioni Statali - Presidente della Giunta".

Il 12 ottobre, mercoledì, prendo di nuovo una iniziativa e mando all'Ing. Marcoz il seguente dispaccio urgente:

"Signor Ing. Carlo Marcoz - Direttore impianti siderurgici Cogne - Aosta -. Siccome l'Amministratore delegato della Società, Signor Ing. Anselmetti ebbe a dirmi per telefono lunedì,- anzi domenica-, che sarebbe rientrato a Torino mercoledì, mi affretto a comunicare alla S.V., perché ne renda edotto chi di ragione, che permane in me la migliore disposizione per un eventuale incontro al fine di cercare una via di uscita alla vertenza in corso conseguente allo sciopero delle maestranze di codesta Società".

Vi è una lettera di risposta dell'Ing. Marcoz che non sto a leggere e che dice che il dispaccio è stato inoltrato; e difatti il 13 ottobre ricevo dall'Ing. Anselmetti la risposta, prima con un telegramma poi con una lettera. Leggo la lettera, che riproduce testualmente il telegramma; comunque, per la documentazione, sono tutti e due qui:

"Il Direttore dello stabilimento mi ha informato di essere in possesso della sua lettera in data di ieri, di cui La ringrazio. Nel corso della telefonata di domenica mattina, non lunedì (- ed è esatto, l'ho già rettificato anch'io -), ebbi a sottolineare come la piena ripresa produttiva dello Stabilimento siderurgico avrebbe potuto avvenire se la S.V. avesse potuto autorevolmente comunicare assicurazione che alto forno non sarebbe andato soggetto a nuove aggressioni ed esposto così a gravi pericoli anche per l'incolumità fisica degli addetti, per le ragioni in più occasioni illustrate anche alla S.V.

Tale assicurazione si rende necessaria, particolarmente dopo la pubblica comunicazione, da parte sindacale, di una ripresa dell'agitazione nei primi giorni della corrente settimana. Non essendo intervenute ulteriori notizie in proposito da parte della S.V., debbo ritenere che i sindacalisti non abbiano accolto l'autorevole invito che Ella si era riservato di rivolgere loro. Al momento attuale, pendente la normale situazione provocata in nostri Stabilimenti, ritengo da escludere la possibilità di utili incontri per un concreto esame della vertenza e per una sua soluzione.

L'esame di cui sopra potrà essere senz'altro ripreso secondo la prassi sindacale, sempre rispettata in Italia, al momento in cui tale anormalità sia accertata e nella sede alla quale la vertenza era stata deferita, ove è da ritenere che possa essere portata a compimento l'opera mediatrice già nelle scorse settimane esperita dall'On.le Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale".

Richiamo la Vostra attenzione su questa ultima parte. Stante il tenore di questa risposta, chiunque avesse voluto scansare le fatiche avrebbe anche potuto non interessarsi più della vertenza sul piano delle trattative sindacali, - non per il resto naturalmente, - poiché mi si faceva chiaramente intendere che non era una vertenza di mia competenza, né si era molto entusiasti di accettare la mediazione che io avevo offerto.

Ma non mi sono perso ugualmente di coraggio. Ho avuto nuovi collegamenti telefonici con l'Ing. Anselmetti; l'ho invitato a venire ad Aosta e ci siamo incontrati, giovedì 13 ottobre, nell'Ufficio della Presidenza della Giunta.

Il colloquio è durato un'ora e mezzo: spiegazioni tecniche da parte dell'Ing. Anselmetti sul funzionamento, dell'alto forno, vero pomo della discordia; pressanti insistenze da parte mia affinché la Società prendesse in benevola considerazione le rivendicazioni salariali delle maestranze. Ad un certo momento, vi fu l'intervento anche del Signor Questore, il quale si adoperò pure per richiedere comprensione da parte della Società.

Non sto a dirvi in dettaglio dei suggerimenti che mi sono permesso di fare, per quanto io non sia molto competente in quella materia, sia perché si cercasse di accantonare temporaneamente il problema dell'alto forno, sia perché si esaminasse in subordine la possibilità di disciplinarne il funzionamento al minimo, in occasione di eventuali scioperi, sotto un controllo concordato tra la Società e rappresentanti autorizzati delle maestranze.

La Società, come già prima i dirigenti sindacali, mi fa presente la pratica impossibilità di stabilire questo minimo, in relazione a particolarità tecniche dell'impianto altoforno.

Giovedì 13 ottobre, il Senatore Chabod telegrafa che è fissata l'udienza richiesta presso il Presidente del Consiglio per sabato ore 15 e con il Sottosegretario On.le Calvi nella stessa giornata.

14 ottobre - parto e mi reco a Roma, in compagnia del Deputato Caveri che, naturalmente, doveva partecipare, già su richiesta precedente, al colloquio tra i Parlamentari e il Presidente del Consiglio.

15 ottobre, alle ore sei del mattino, - avevo preso sonno alle due -, sono svegliato da un telegramma del Capo di Gabinetto, Cav. Bonfiglio, il quale mi avvisa che il Segretario particolare della Presidenza del Consiglio comunicava il rinvio del colloquio. Su questo rinvio del colloquio vi do questo chiarimento: Il Senatore Chabod, parlando con l'On.le Fanfani, aveva saputo che era suo desiderio, affinché il colloquio fosse veramente proficuo, che al convegno fosse presente anche il Ministro delle Finanze.

Ora il Ministro delle Finanze da vario tempo ha impegni ed è fuori Roma ed è per questo che il colloquio è stato rinviato e non ha ancora potuto avvenire. Io mantengo contatti con il Segretario della Presidenza del Consiglio, affinché questo colloquio sia fissato per tutti i nostri problemi statutari e naturalmente, quando avrà luogo, questa vertenza, se disgraziatamente sarà ancora in corso, sarà il primo argomento di cui dovremo trattare.

15 ottobre - mattino - Incontro a Roma tra il Sottosegretario On.le Calvi, i due Parlamentari e chi vi parla -; esposizione dei termini della vertenza; - otteniamo assicurazione dall'On.le Calvi, dietro nostre vivissime premure, che avrebbe personalmente condotto le trattative per la mediazione; come voi saprete, prima le trattative erano condotte dal Dott. Pistil.

Invio un telegramma ad Aosta al Capo di Gabinetto dopo questo colloquio, anche per tranquillizzare quelli che erano qui in ansia ad aspettare: "Unitamente a Parlamentari Valle ho conferito con Sottosegretario On.le Calvi; ci ha assicurato che presiederà personalmente riprese trattative Cogne con inizio martedì 18 ore 17. Rientro sede domenica con automotrice".

15 ottobre - pomeriggio -: Convegno con i Parlamentari, in cui si decide il rientro in Aosta dello On.le Chabod e del Presidente della Giunta e la permanenza dell'On.le Caveri a Roma, per la settimana dal 17 al 23 ottobre, con il compito, che fu effettivamente svolto, di mantenere ti collegamenti con il Sottosegretario del Ministero delle Partecipazioni Statali, con il Sottosegretario del Ministero del Lavoro, On.le Calvi, e di agevolare con eventuale partecipazione sua, se richiesta, le trattative che sarebbero seguite avanti il Ministero, mantenendo altresì il collegamento con la Presidenza della Giunta per informare sullo sviluppo delle trattative.

Il giorno 15 ottobre, cioè lo stesso giorno, il Sottosegretario On.le Calvi mi inviava il seguente telegramma: "Martedì 18 ottobre, ore 17, parti interessate controversia insorta presso Stabilimento Società Nazionale Cogne, per esame questioni relative organizzazioni sindacali lavoratori, sunt state invitate sospendere sciopero in atto".

Il 16 ottobre, domenica, io sono rientrato in Aosta ed il 17 ottobre, lunedì come vi dicevo, è ricominciata la settimana di passione ed abbiamo ripreso la Via Crucis.

Altro convegno con il Senatore Chabod e dirigenti sindacali; soliti inviti alla moderazione da parte mia. Chabod spedisce all'On.le Calvi e all'On.Caveri, che era rimasto a Roma, il seguente telegramma:

"Sottosegretario Calvi - Unitamente Presidente Regione ho conferito stamane con Segretari CISL, SAVT e CGIL. Purchè non considerata come accettazione pregiudiziale Direzione su altoforno ma come adesione invito Ministero et ulteriore prova buona volontà maestranze, ritengo possibile con inizio intervento ministeriale ripresa lavori se contraccambiata da contestuale adeguata prova buona volontà Direzione - Senatore Chabod".

Nei giorni 19, 20 e 21 i sindacalisti trattano a Roma e noi qui viviamo, come tutti voi, delle giornate di attesa sperando, naturalmente, che le cose vadano a buon fine. In quegli stessi giorni, io ho continuato ad avere contatti continui con l'Autorità di Pubblica Sicurezza, il Questore e con il Deputato a Roma, per seguire ansiosamente, come tutti avrete seguito leggendo i giornali, lo svolgimento delle trattative.

22 ottobre - sabato: - ricevo i sindacalisti rientrati in Aosta, che mi mettono al corrente dello stato delle trattative a Roma e mi comunicano che, purtroppo, ancora non si è potuto raggiungere un accordo soddisfacente.

Sempre in detto giorno convoco i Parlamentari, il Presidente del Consiglio, la Giunta regionale e, constatato il perdurante stato di grave disagio derivante dallo sciopero che paralizza l'economia della Città e della Valle per riflesso, decido - o meglio decidiamo, tutti insieme, - di richiedere la convocazione del Consiglio regionale d'urgenza, per esaminare la situazione, e di invitare l'On.le Chabod a raggiungere Roma, per continuare gli opportuni collegamenti, ad evitare che le trattative per la soluzione della vertenza sindacale possano essere interrotte (la loro interruzione ci aveva causato otto giorni di telefonate, di telegrammi e anche d'insonnia, per poter riattivare i collegamenti).

Vi do ancora lettura dei seguenti altri telegrammi da me spediti:

- secondo telegramma inviato alla Presidenza del Consiglio in data 20 ottobre, quando laggiù si trattava:

"Presidente Consiglio dei Ministri - Roma - Constandomi che trattative tra Società Cogne et Organizzazioni sindacali presso Ministero Lavoro sono at punto morto et sembrano naufragare per questioni pregiudiziali, invoco nuovamente autorevole intervento cotesta onorevole Presidenza perché problema sia affrontato nella parte sostanziale e perché sia comunque trovata una soluzione vertenza dalla quale derivano gravi danni economia locale e quanto mai precaria situazione economica tante famiglie operaie".

- Altro telegramma all'On.le Calvi in data 24 ottobre, - come Vi ho detto prima, avevamo deciso che Chabod raggiungesse Roma:

"Costretto trattenermi Aosta per seduta Consiglio regionale pregato Senatore Chabod raggiungere Roma per riferire situazione Cogne".

- Un ultimo telegramma all'Ingegnere Anselmetti, pure in data 24 ottobre:

"Perdurando trattative componimento vertenza prego cotesta Direzione voler disporre perché siano urgentemente erogati i salari arretrati mese di settembre ancora spettanti maestranze società. Per quanto mi consta, normalizzazione o quasi della ripresa lavoro da parte impiegati permette lavoro preparatorio erogazione paghe. Dispongo sufficienti forze Polizia a scopo vigilanza trasporto valori et relativo versamento".

Vi confesso, Signori Consiglieri, di non aver trascorso giorni tranquilli. Il mio ufficio si è trasformato in una vera centrale telefonica per mantenere, ad ogni ora del giorno e talvolta anche della notte, contatti con le Autorità e con Organizzazioni sindacali.

Ho cercato di assolvere al mio compito in questa atmosfera greve d'incertezza, con tutte le mie forze, per trovare una via di uscita a questa vertenza, offrendo spontaneamente la mia mediazione, in ogni momento, in una controversia la cui risoluzione è di competenza non mia, sia ben chiaro, ma del Ministero delle Partecipazioni Statali, - unico azionista della Società Nazionale Cogne -, sia pure con la mediazione da parte del Ministero del Lavoro, per accordi che in tal senso sono stati fatti con la Intersind - Associazione Interaziendale Sindacale di Via Barberini, 36 - Roma.

Sento il dovere di ringraziare tutti: le Autorità, specie quelle di Polizia, i Dirigenti sindacali, le Maestranze che, conscie del senso di disciplina ed in ottemperanza alle mie vivissime esortazioni, hanno dato prova di maturità ed hanno, finora, mantenuto - e mi riferisco anche alla grande assemblea del 16 ottobre - un contegno tale da non turbare l'ordine pubblico e da evitare incidenti che sarebbero sempre incresciosi per tutti.

Ringrazio la cittadinanza ed i commercianti per gli aiuti forniti e per l'assistenza data a coloro che oggi mancano del necessario al proprio sostentamento.

Non posso ringraziare, purtroppo, coloro che hanno ironizzato - è una ironia di poco buon gusto - sulla inefficienza o inefficacia dei miei interventi e di quelli dei nostri Parlamentari, prendendo per riferimento un certo noto quadriennio. Si vede che allora era l'età dell'oro e che oggi siamo forse nella età dell'acciaio!

Avrei facile rispondere e ritorcere l'accusa, ma mi trattengo dal farlo in questa sede, così come ho disposto, a suo tempo, che non si replicasse a quel noto manifesto che conteneva un linguaggio irriverente, - dico così non con riguardo alla mia persona, perché io oggi ci sono e domani non ci sarò più -, ma irriverente per le funzioni del Presidente della Giunta che sarebbe dovere e interesse di tutti, almeno di quelli che si dicono autonomisti, di tutelare e non di dileggiare.

Io so che quando la casa brucia tutti debbono collaborare a spegnere l'incendio, i pompieri in prima linea e tutti i cittadini di rincalzo; e ritengo che sia imperdonabile, mentre l'incendio divampa ancora, tappezzare i muri con manifesti per mettere in mostra, quasi fosse una gara, le proprie benemerenze e denigrare l'opera delle Autorità che sono in carica.

Non potevo prima di oggi, per ovvie ragioni di riserbo, divulgare i passi da me compiuti e la modesta opera da me svolta, né potevo informare giornalmente ciascuno di voi singolarmente; ed è per poterlo fare in questa adunanza, Signori Consiglieri, che Vi ho qui convocati.

Desideravo che Voi prendeste cognizione diretta della situazione che si è andata creando e che perdura, affinché ognuno possa dare suggerimenti e consigli o prospettare iniziative, - poiché uno stato di sempre crescente ansietà ci assilla tutti -, affinché in questo Consesso si discuta anche sui criteri ai quali io debbo uniformare la mia azione del momento presente e nei giorni immediatamente prossimi, ove l'accordo, che tutti ardentemente desideriamo, dovesse ancora farsi attendere ".

Il Consigliere PALMAS dichiara quanto segue:

"Signor Presidente, Signor Presidente della Giunta, Signori. La relazione del Presidente della Giunta, precisa, documentata e direi drammatica nella sua semplicità, sui fatti che hanno portato la Valle nella attuale grave situazione di disagio, ci lascia attoniti.

Dunque è vero che questioni pregiudiziali, che mortificano la dignità dei lavoratori, che mettono in discussione i loro diritti ormai codificati, sono sufficienti per rendere deserti i deschi e spenti, all'inizio di questo crudo inverno, i focolari di tante famiglie di operai.

Ed è vero che la popolazione intera della Valle d'Aosta soffre e piange come conseguenza diretta ed inevitabile delle sofferenze dei fratelli nostri operai della Nazionale Cogne.

Eppure tutto lasciava credere che nella serena vita della nostra Regione nulla potesse accadere di simile.

La più grande delle industrie della Regione non è una industria privata: è invece una imponente impresa che appartiene esclusivamente allo Stato, vale a dire è patrimonio di tutti, patrimonio, quindi, anche degli stessi operai che oggi conducono una impari lotta.

Che cosa altro si vuole per il futuro se non questa più larga partecipazione dei lavoratori agli strumenti di produzione e di lavoro?

E se qui in Valle d'Aosta, con la Nazionale Cogne, abbiamo una felice anticipazione di questi nostri propositi, avevamo la legittima aspettativa che una maggiore serenità dovesse accompagnare la vita dei lavoratori della Cogne.

Purtroppo tale nostra aspettativa è andata delusa.

L'impresa di proprietà assoluta dello Stato avrebbe dovuto esprimere nella sua conduzione la ispirazione, sociale della volontà dello Stato, ispirazione sociale che è consacrata nella Carta costituzionale e che deve essere la norma di base da seguire in ogni sua manifestazione, sia nella quotidiana vita della fabbrica, sia in occasione di contrasti.

Non sempre gli uomini che traducono e realizzano tale volontà sono fedeli esecutori di tale superiore comando.

Le richieste dei lavoratori, - che sono riportate anche sul giornale della Cogne che ci è pervenuto questa mattina -, modeste nella loro entità, appartenevano totalmente al campo della giustizia.

Ed esse dovrebbero essere prese in attento esame da chi di dovere, in obbedienza alla priorità assoluta che i diritti del lavoro hanno nel nostro ordinamento.

Antigiuridico, quindi oltre che antisociale, è opporre all'esame di tali richieste pregiudiziali di altra natura, come quelle che ci ha testé esposto il Presidente della Giunta, specie pregiudiziali che travolgono alla loro stessa radice i diritti conquistati dai lavoratori in decenni di lotta.

Nè pare possa essere posta in dubbio la equità di una pretesa che vuole una maggiore retribuzione per un lavoro che, per la sua peculiarità tecnica e per la coscienza ed operosità di chi lo realizza, dà frutti sempre più copiosi e rendimento sempre più alto.

Questi maggiori frutti devono essere restituiti, sia pure in parte, agli artefici.

Conoscete Voi i termini delle richieste? Sono stati esposti in piazza dai Sindacalisti dei vari Sindacati e sono noti a tutti. Perché non accogliere tali modeste richieste quando, in particolare, si tratta di una impresa di proprietà esclusiva dello Stato?

Se si esamina l'ultimo verbale dell'Assemblea della Nazionale Cogne, si apprende che l'Assemblea è costituita da un unico azionista, lo Stato, rappresentato dal Dott. Fauci. Chi non volesse credere che si tratta di un'impresa di proprietà esclusiva dello Stato non ha che da andare in Tribunale a leggere l'ultimo verbale dell'Assemblea della Nazionale Cogne, tenuta il 26 febbraio di quest'anno, a Torino, ove è detto che l'Assemblea è costituita da una sola persona che rappresenta lo Stato, il Dr. Giuseppe Fauci, il quale è libero di aumentare il capitale della Società Nazionale Cogne da Lire 8 miliardi a Lire 13 miliardi e ordinare al Ministero delle Partecipazioni Statali dare i 5 miliardi alla Società Cogne.

Questa è la struttura giuridica della Nazionale Cogne, a cui corrisponde una struttura sociale e politica di appartenenza alla Società Cogne a tutti gli italiani e ai lavoratori soprattutto che lavorano negli stabilimenti della Società Cogne.

I dati che ho sotto mano lasciano perplessi. Dal 1953 al 1959 la Cogne ha diminuito le sue unità da 8.490 a 6.740 ed ha aumentato la sua produzione, come vi ha spiegato il Presidente, del 50%.

L'accoglimento globale delle richieste dei lavoratori avrebbe portato ad un maggior onere di 200 milioni. Lo sciopero ha provocato e provoca danni diretti per circa 70 milioni al giorno, oltre agli ingenti danni indiretti, che si ripercuotono su tutti gli altri operatori economici della Regione. A tutt'oggi, calcolando una media di venti giorni di sciopero, e purtroppo a questa entità noi ci stiamo rapidamente avviando, la Società ha perduto un miliardo e 400 milioni contro i 200 milioni che avrebbe dovuto spendere per sopperire alle giuste richieste dei lavoratori.

Esaminando tali cifre, Voi avete un'idea del danno che è stato portato alla collettività.

Possiamo noi, Consiglieri regionali, rappresentanti degli interessi della Regione, rimanere indifferenti a tutto ciò? Sia chiaro una volta per sempre che non esistono né possono esistere interessi dello Stato diversi e contrastanti con quelli della Regione e che quanto riguarda un'azienda di proprietà dello Stato, fattore primo della economia e della vita di tutta la Regione, riguarda direttamente ed interessa la Regione, costituzionalmente delegataria dei poteri dello Stato.

Su quanto avviene nella Nazionale Cogne noi siamo quindi pienamente e doverosamente legittimati ad interloquire e vano è opporci una concezione falsamente privatistica o una separazione di competenze che serve solo a riservare a pochi lo incontrollato potere su quanto appartiene a tutti e alla Regione in ispecie, serve solo a rendere possibile, come oggi avviene, una concentrazione di potere in poche persone, se non in una sola persona, capace di porre in crisi l'economia dell'intera Valle di Aosta, l'avvenire di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.

Tale concentrazione di potere non è assolutamente consentita dallo spirito e dalla lettera della Costituzione della Repubblica e dalla coscienza civile degli italiani.

Un giudizio conforme ai sentimenti nostri è stato subitaneamente espresso dalla Regione intera. Uomini di ogni parte, salvo i pochi cui la faziosità impedisce di rispettare i propri intimi e umani sentimenti, sono accorsi vicino ai lavoratori per sostenerli con una solidarietà che, prima di essere un fatto materiale, è un giudizio morale.

Tutta la Regione, a mezzo delle proprie organizzazioni di arti e mestieri, autorità e singoli, civili e religiosi, si è prodigata, in uno slancio fraterno che veramente ci conforta e, nonostante tutto, non ci fa disperare della natura umana e dell'avvenire.

A tale slancio ha corrisposto il civile esempio dato dai lavoratori. Ad essi vada, con il saluto nostro, la nostra ammirazione per la calma e la compostezza che hanno dimostrato.

L'ordine pubblico, secolare strumento per giustificare ogni abuso di potere, non ha potuto costituire, come purtroppo è accaduto recentemente, la falsa trincea dalla quale sparare contro i lavoratori inermi: esso è stato mantenuto mirabilmente dalla coscienza stessa dei lavoratori, ma anche dalla natura della istituzione che è destinata a presiederlo, dal prestigio personale di cui gode la persona che tale istituzione rappresenta: il Presidente della Giunta, Oreste Marcoz, a cui deve andare la riconoscenza e l'ammirazione nostra e della intera Regione.

Non poteva essere diversamente, perché Egli, attraverso doti di cuore, è fra noi veramente l'eletto.

Possano altri trarre l'ammaestramento che in queste ore viene da Lui e, cioè, che la comprensione umana e la bontà prevalgono sulla forza e che il prestigio del consenso liberamente espresso vale molto di più dei plotoni di polizia fuori della fabbrica e delle schiere di guardiani dentro la fabbrica.

Motivo di orgoglio quindi deve essere per noi la prova che in questi giorni hanno dato le istituzioni elettive, anche se la tragedia che in questa ora ci colpisce è circondata, a mezzo della stampa e degli altri giganteschi strumenti di potere a disposizione di coloro che non vogliono riconoscere la nostra realtà civile e democratica, da una cortina di silenzio o di falsa informazione.

Costoro continuano a non apprendere nulla dalla storia perché non vi è cortina né di silenzio, né di falsa informazione, né barriera alcuna che possa impedire ai lavoratori, attraverso ai loro sacrifici, di pervenire, presto o tardi, alla direzione dello Stato.

Questo nostro Consiglio è però fermamente fiducioso nell'opera del Presidente Fanfani, al cui Governo i rappresentanti in Parlamento della Valle d'Aosta hanno dato il voto di fiducia.

La Sua sensibilità politica e sociale non potrà non riconoscere la ingiustizia che, attraverso la mancata tempestiva risoluzione della vertenza presso la Nazionale Cogne, è commessa ai danni di tutta la popolazione della Valle d'Aosta, la quale non può che essere di esempio a tutta l'Italia per la fierezza dei suoi sentimenti di attaccamento alla Patria comune ed alle libere istituzioni che la nuova Italia democratica ha, creato per essa, in riconoscimento di secolari e nobilissime tradizioni di dignità e libertà.

Signori Consiglieri,

il Consiglio regionale non deve quindi rimanere assente, ma deve essere al primo posto vicino ai lavoratori della Nazionale Cogne.

Ecco perché invito il Consiglio ad esprimere questi nostri sentimenti inviando i seguenti tre telegrammi, di cui dò lettura, e deliberando il conferimento della somma di Lire 25 milioni al Comitato di solidarietà per le maestranze della Cogne.

Leggo i telegrammi:

"Onorevole Amintore Fanfani - Presidente Consiglio Ministri - Roma -

Consiglio regionale Valle Aosta, riunito in apposita seduta straordinaria, esprimendo volontà intera popolazione Valle, unanime chiede con fiducia intervento autorevole V.E. presso Ministro Partecipazioni et Lavoro affinché grave vertenza presso Azienda statale Cogne cessi al più presto contemperando giuste aspirazioni maestranze con necessità azienda. Con deferente ossequio.

Avvocato Fillietroz Presidente Consiglio regionale Valle Aosta".

"Onorevole Bo - Ministro delle Partecipazioni Statali - Roma -

Consiglio regionale Valle Aosta, appositamente, riunito, unanime responsabilmente preoccupato grave situazione sociale et economica Valle Aosta dovuta a cessazione lavoro presso Azienda statale Cogne, chiede autorevole et decisivo intervento Ministro Partecipazioni per risolvere incresciosa vertenza con onorevole et giusto accordo contemperante esigenze azienda con giuste rivendicazioni maestranze. Con deferenze ossequio et sentiti ringraziamenti.

Avvocato Fillietroz Presidente Consiglio regionale Valle Aosta".

Poiché abbiamo appreso dal Presidente della Giunta che il Senatore Chabod è a Roma, a disposizione per intervenire presso i Ministeri per risolvere la vertenza, propongo che il Consiglio invii anche al Senatore Chabod il seguente telegramma:

"Senatore Renato Chabod - Albergo Bologna - Roma -

Consiglio regionale unanime ha oggi richiesto intervento Presidente Consiglio et Ministro Partecipazioni Statali per onorevole et equa soluzione vertenza Cogne che contemperi giuste richieste maestranze con esigenze Azienda. PreghiamoLa intervenire tempestivamente presso Presidente Consiglio et Ministro Bo a sostegno deliberazione Consiglio regionale. Grazie saluti cordiali.

Avvocato Fillietroz Presidente Consiglio regionale Valle Aosta".

Ho già passato prima al Presidente lo schema di deliberazione con cui il Consiglio dispone l'assegnazione di 25 milioni al Comitato di solidarietà per le maestranze della Cogne.

Concludo formulando per gli operai della Cogne, per l'Azienda stessa e per tutta la popolazione della Valle l'augurio che questa parentesi sia presto chiusa e che la vita economica della Valle possa continuare a progredire nella via del benessere, della giustizia sociale e della comprensione umana".

Il Consigliere Signora PERRUCHON vedova CHANOUX dichiara quanto segue:

"Dopo tutto quanto è stato detto in questa sede, io vorrei proporre un ordine del giorno, certa di interpretare le intenzioni ea i sentimenti dei Consiglieri:

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio regionale della Valle di Aosta,

riunito in seduta straordinaria, legittimo interprete della volontà della intera Regione, unanime,

constatato

che l'attuale vertenza fra le maestranze e la Nazionale Cogne, - Azienda dello Stato, - protraentesi per oltre venti giorni, ha determinato una situazione di intollerabile disagio economico, non solo per i lavoratori ma anche per tutte le categorie della Regione;

che la soluzione della vertenza con la cessazione della crisi che si è abbattuta sulla Valle d'Aosta dipende unicamente dalla volontà del Governo, essendo la Nazionale Cogne una Azienda di proprietà esclusiva dello Stato;

fiducioso

nella azione determinante del Presidente del Consiglio, del Ministro delle Partecipazioni e del Ministro del Lavoro e nella ispirazione sociale del Governo

fa voti

affinché esso intervenga senza indugio per risolvere onorevolmente la vertenza, contemperando le giuste rivendicazioni delle maestranze con gli interessi dell'Azienda, ristabilendo l'ordine economico nella Regione e la serenità in migliaia di famiglie;

ringrazia

tutti coloro, privati ed Enti, che con consenso plebiscitario hanno voluto essere in questi giorni vicine ai lavoratori in lotta e concretamente aiutarli nella attuale situazione di disagio;

rivolge

agli operai della Nazionale Cogne un vivo elogio per la dignità e la calma che hanno dimostrato durante una così dura lotta, dignità e calma che appartengono a lavoratori di grande maturità e coscienza civile degni di essere additati ad esempio alla intera Nazione;

esprime

a loro ed alle loro famiglie la propria affettuosa solidarietà, con l'augurio che, dopo tale prova, la classe lavoratrice della Valle d'Aosta possa proseguire il suo cammino verso un maggior benessere e progresso civile".

Il Presidente, FILLIETROZ, dà lettura al Consiglio dello schema di deliberazione proposto dal Consigliere Palmas.

Dopo ulteriori brevi interventi del Vice Presidente del Consiglio, VUILLERMOZ, del Presidente della Giunta, MARCOZ, e del Presidente, FILLIETROZ, il Consiglio viene invitato dal Presidente, FILLIETROZ, a procedere a distinte votazioni concernenti, rispettivamente, la proposta di concessione del contributo di Lire 25 milioni al predetto Comitato Aostano di solidarietà cittadina per le maestranze della "Cogne", la proposta di aumento del capitolo 102 della parte Spesa del bilancio di previsione della Regione per il corrente esercizio finanziario, mediante storno di fondi dai capitoli 50 (per lire 5 milioni), 66 (per lire 5 milioni), 84 (per lire 5 milioni) e 108 (per lire 5 milioni), come da proposta fatta dall'Assessore alle Finanze, Colombo, la proposta di invio dei tre telegrammi, di cui è stata data lettura, e la proposta di approvazione dell'Ordine del giorno presentato dal Consigliere Signora Perruchon ved. Chanoux.

Sulla prima proposta il Consigliere BONDAZ e il Presidente della Giunta, MARCOZ, fanno le seguenti dichiarazioni:

BONDAZ - Consigliere: "In nome del gruppo di opposizione dichiaro di aderire ?toto corde' alla proposta che è già stata consacrata in questa deliberazione.

Noi concordiamo, con il Collega Palmas, nel formulare, con tutto il cuore, l'augurio che le trattative abbiano al più presto a definire una situazione di così pesante incertezza e ridonino la calma e la tranquillità a tutte le classi lavoratrici e anche alle altre classi sociali, perché indubbiamente la nazionale "Cogne" significa, per noi, quasi completamente se non completamente, l'economia della Valle d'Aosta.

Sono perfettamente d'accordo sul concetto che è stato espresso, e che d'altra parte è palese a tutti, che la Nazionale "Cogne" è una Società a partecipazione statale.

Quindi, effettivamente, è il Governo che deve cercare di ventre incontro alle esigenze degli operai, contemperando queste esigenze con gli interessi dell'Azienda che sono gli interessi di tutti e di tutta la Regione.

Dico subito, per non ritornare sull'argomento, che siamo perfettamente d'accordo anche per l'invio dei telegrammi sia al Capo del Governo, sia al Ministro delle Partecipazioni Statali e sia al Senatore valdostano, Chabod, che trovasi attualmente a Roma".

MARCOZ - Presidente della Giunta: "Se come cittadino di una Città e di una Regione, che deve tanta parte del suo sviluppo ai lavoratori della Cogne, e se nella mia qualità di Consigliere regionale e di Presidente di questa On.le Giunta io potrei non avere esitazioni di sorta nel dare il mio voto alla proposta del Consigliere Avv. Palmas, - poiché questa proposta altro non è che il corollario di un fiorire spontaneo di iniziative improntate ad un alto senso di solidarietà umana, -tuttavia le delicate funzioni prefettizie che mi sono demandate in forza dello Statuto speciale e la mia consapevolezza appunto che a me è affidata anche la funzione di Ufficiale del Governo, - mi impongono di mantenere come ho fatto finora nel corso di questa vertenza un atteggiamento di assoluta imparzialità.

Dichiaro pertanto la mia astensione dal voto".

Procedutosi alla votazione, sulle proposte di cui sopra

IL CONSIGLIO REGIONALE

Udita la relazione del Presidente della Giunta, MARCOZ;

considerato che sovvenzioni in denaro e aiuti in derrate alimentari sono stati già offerti a favore delle famiglie operaie bisognose della "Cogne" da Enti, Ditte e privati cittadini e che numerose famiglie di operai versano attualmente in condizioni di estremo bisogno a causa del perdurante stato di cessazione del lavoro presso gli stabilimenti della "Cogne";

ritenuta la necessità che anche l'Amministrazione regionale venga in aiuto alle predette famiglie più bisognose in considerazione dello stato di grave disagio economico in cui versano e dell'incipiente cattiva stagione;

concordando sulla proposta di concedere al Comitato aostano di solidarietà cittadina per le maestranze della "Cogne" una sovvenzione da erogare in sussidi di assistenza a favore delle famiglie più bisognose degli operai della "Cogne";

ad unanimità di voti favorevoli espressi per alzata di mano ( Consigli eri presenti: trentuno; Consiglieri votanti e favorevoli sul sottoriportato punto 1° della parte dispositiva della deliberazione: trenta, - astenutosi dalla votazione sul punto stesso: il Presidente della Giunta, MARCOZ, -; Consiglieri votanti e favorevoli sui successivi punti 2° 3° e 4° della parte dispositiva della deliberazione: trentuno);

DELIBERA

1°) di concedere e liquidare al Comitato aostano di solidarietà cittadina per le maestranze della "Cogne" una sovvenzione regionale di L. 25.000.000 (venticinquemilioni) da erogare in sussidi di assistenza a favore delle famiglie più bisognose degli operai degli stabilimenti "Cogne";

2°) di approvare la relativa spesa di Lire 25.000.000 e di ordinare l'emissione del relativo mandato di pagamento, con quietanza del Presidente del predetto Comitato aostano, Rag. Giulio Dolchi, e con imputazione della spesa al capitolo 102 del bilancio di previsione per il corrente esercizio finanziario 1960/1961 ("Sovvenzioni, contributi e sussidi ad Enti, a privati, ad Istituti di assistenza"), previo aumento dello stanziamento del capitolo stesso per l'importo di lire venti milioni da prelevare mediante i seguenti storni di fondi dai sotto-indicati capitoli del predetto bilancio, che presentano la necessaria disponibilità:

a) per lire cinque milioni: dal capitolo 50 ("Spese, contributi, premi e sussidi per provvidenze a favore dei contadini allevatori di bestiame");

b) per lire cinque milioni: dal capitolo 66 ("Spese, sovvenzioni e contributi per lavori di pubblica utilità di interesse di Enti locali");

c) per lire cinque milioni: dal capitolo 84 ("Sussidi per il funzionamento degli Asili Infantili e di Scuole Materne").

d) per lire cinque milioni: dal capitolo 108 ("Spese, sussidi e contributi a Società sportive e per manifestazioni turistiche e sportive");

3°) di approvare l'invio dei tre sottoriportati telegrammi indirizzati, rispettivamente all'On.le Amintore FANFANI, Presidente del Consiglio dei Ministri, all'On.le BO, Ministro per le Partecipazioni Statali e al Senatore valdostano Avv. Renato CHABOD:

"ONOREVOLE AMINTORE FANFANI

PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI

ROMA

CONSIGLIO REGIONALE VALLE AOSTA VIRGOLA RIUNITO IN APPOSITA SEDUTA STRAORDINARIA VIRGOLA ESPRIMENDO VOLONTA' INTERA POPOLAZIONE VALLE UNANIME CHIEDE CON FIDUCIA INTERVENTO AUTOREVOLE V.E. PRESSO MINISTRO PARTECIPAZIONI ET LAVORO AFFINCHE' GRAVE VERTENZA PRESSO AZIENDA STATALE COGNE CESSI AL PIU' PRESTO CONTEMPERANDO GIUSTE ASPIRAZIONI MAESTRANZE CON NECESSITA' AZIENDA PUNTO

CON DEFERENTE OSSEQUIO

AVVOCATO FILLIETROZ PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE VALLE AOSTA"

" ONOREVOLE BO

MINISTRO DELLE PARTECIPAZIONI STATALI

ROMA

CONSIGLIO REGIONALE VALLE AOSTA VIRGOLA APPOSITAMENTE RIUNITO VIRGOLA UNANIME RESPONSABILMENTE PREOCCUPATO GRAVE SITUAZIONE SOCIALE ET ECONOMICA VALLE AOSTA DOVUTA A CESSAZIONE LAVORO PRESSO AZIENDA STATALE COGNE CHIEDE AUTOREVOLE ET DECISIVO INTRVENTO MINISTRO PARTECIPAZIONI PER RISOLVERE INCRESCIOSA VERTENZA CON ONOREVOLE ET GIUSTO ACCORDO CONTEMPERANTE ESIGENZE AZIENDA CON GIUSTE RIVENDICAZIONI MAESTRANZE PUNTO

CON DEFERENTE OSSEQUIO ET SENTITI RINGRAZIAMENTI

AVVOCATO FILLIETROZ PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE VALLE AOSTA"

"SENATORE RENATO CHABOD ALBERGO BOLOGNA

ROMA

CONSIGLIO REG[ONALE UNANIME HA OGGI RICHIESTO INTERVENTO PRESIDENTE CONSIGLIO ET MINISTRO PARTECIPAZIONI STATALI PER ONOREVOLE ET EQUA SOLUZIONE VERTENZA COGNE CHE CONTEMPERI GIUSTE RICHIESTE MAESTRANZE CON ESIGENZE AZIENDA PUNTO PREGHIAMOLA INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE PRESSO PRESIDENTE CONSIGLIO ET MINISTRO BO A SOSTEGNO DELIBERAZIONE CONSIGLIO REGIONALE PUNTO

GRAZIE SALUTI CORDIALI

AVVOCATO FILLIETROZ PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE VALLE AOSTA"

4°) di approvare il sottoriportato ordine del giorno:

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio regionale della Valle di Aosta,

riunito in seduta straordinaria, legittimo interprete della volontà della intera Regione, unanime,

constatato

che l'attuale vertenza fra le maestranze e la Nazionale Cagne, - azienda dello Stato, - protraentesi per oltre venti giorni, ha determinato una situazione di intollerabile disagio economico, non solo per i lavoratori ma anche per tutte le categorie della Regione;

che la soluzione della vertenza con la cessazione della crisi che si è abbattuta sulla Valle d'Aosta dipende unicamente dalla volontà del Governo, essendo la Nazionale Cogne una azienda di proprietà esclusiva dello Stato;

fiducioso

nella azione determinante del Presidente del Consiglio, del Ministro delle Partecipazioni e del Ministro del Lavoro e nella ispirazione sociale del Governo,

fa voti

affinché esso intervenga senza indugio per risolvere onorevolmente la vertenza, contemperando le giuste rivendicazioni delle maestranze con gli interessi dell'azienda, ristabilendo l'ordine economico nella Regione e la serenità in migliaia di famiglie;

ringrazia

tutti coloro, privati ed Enti, che con consenso plebiscitario hanno voluto essere in questi giorni vicino ai lavoratori in lotta e concretamente aiutarli nella attuale situazione di disagio;

rivolge

agli operai della Nazionale Cogne un vivo elogio per la dignità e la calma che hanno dimostrato durante una così dura lotta, dignità e calma che appartengono a lavoratori di grande maturità e coscienza civile degni di essere additati ad esempio alla intera Nazione;

esprime

a loro e alle loro famiglie la propria affettuosa solidarietà, con l'augurio che, dopo tale prova, la classe lavoratrice della Valle di Aosta possa proseguire il suo cammino verso un maggiore benessere e progresso civile.

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Si dà atto che l'adunanza ha termine alle ore dieci e minuti trentacinque.

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Letto, approvato e sottoscritto.

IL PRESIDENTE

(G. Fillietroz)

IL CONSIGLIERE SEGRETARIO

(Chabod Augusto)

IL SEGRETARIO ROGANTE

(Dr. A. Brero)