Oggetto del Consiglio n. 123 del 7 ottobre 1960 - Verbale

OGGETTO N. 123/60 - SUBCONCESSIONE, IN VIA DI SANATORIA, ALLA SOCIETÀ DELL'ALLUMINIO ITALIANO (S.A.I.), DI BORGOFRANCO DI IVREA, PER UTILIZZARE A SERBATOIO IL LAGO VERCOCHE, IN COMUNE DI CHAMPORCHER, PER PRODUZIONE DI FORZA MOTRICE.

L'Assessore ai Lavori Pubblici, MANGANONI, riferisce al Consiglio in merito alla seguente proposta concernente la subconcessione, in via di sanatoria, alla Società dell'Alluminio Italiano (S.A.I.), di Borgofranco d'Ivrea, per utilizzare a serbatoio il lago Vercoche, in Comune di Champorcher, per produzione di forza motrice, proposta trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:

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Con domanda in data 5-4-1951 la Società dell'Alluminio Italiano (S.A.I.), di Borgofranco d'Ivrea, ha chiesto all'Amministrazione regionale la subconcessione di trasformare a serbatoio il lago Vercoche (inscritto al n. 87 dell'elenco delle acque pubbliche) in Comune di Champorcher e di utilizzare poi la portata di svaso di mod. 0,34 (riferita all'anno) per produzione di energia nella centrale di Hône.

Alla domanda è stato allegato il progetto di massima a firma dell'Ing. Vincenzo Soldati, datato 5 aprile 1951.

Istruttoria

La Società dell'Alluminio Italiano (SAI), titolare di una concessione di derivazione nel torrente Ayasse, concessa con D.Lt. 8 agosto 1918 n. 7894 e con R.D. 10-4-1927 n. 5083, ed avente centrale ad Hône, aveva presentato in data 8-1-1948 domanda all'Amministrazione regionale per una completa utilizzazione del bacino del torrente Ayasse, prevedendo i seguenti impianti:

1) due impianti in serie, fra il lago Miserin ed il ponte delle Maddalene, uno con centrale in località R.C. di Caccia, l'altro con centrale a Ponte delle Maddalene, con restituzione al torrente Ayasse.

2) un impianto con presa nel torrente Ayasse a Dondena e centrale a Chardoney, in Comune di Champorcher, con restituzione al torrente Ayasse.

3) un impianto con presa nel torrente Ayasse a Ponte delle Maddalene con centrale ancora a Chardoney come l'impianto precedente e restituzione al torrente Ayasse.

4) un impianto con presa nel torrente Ayasse a valle della centrale di Chardoney e centrale a Outre l'Eve, con restituzione al torrente Ayasse.

L'istruttoria di questa domanda venne regolarmente esperita, ma non fu condotta a termine, perché, successivamente, la Società dell'Alluminio Italiano (S.A.I.) presentò dapprima altra domanda di varianti in data 30-9-1956, sostitutiva, della precedente, che fu regolarmente istruita; poi presentò altra domanda di varianti in data 19-5-1958, che trovasi in istruttoria.

L'attuale domanda 5-4-51, oggetto della presente istruttoria, quando fu presentata dalla S.A.I. aveva essenzialmente lo scopo di integrare la portata degli impianti che formavano oggetto della domanda della S.A.I. in data 8-1-1948 di cui più sopra si è detto.

Oggi, in seguito alla sostituzione di questa domanda con la domanda in data 30-9-1956 e poi con la domanda di varianti in data 19-5-1958, è da considerare domanda a sé stante, i cui effetti derivatori però si ripercuotono tuttavia nella centrale di Hône della S.A.I., oggetto dei Decreti sopra ricordati.

La domanda in data 5-4-1951 di cui si tratta, in quanto rientrante, al momento in cui fu presentata, nel quadro della domanda 8 gennaio 1948 già istruita come si è detto, è stata istruita con le modalità della procedura abbreviata, senza cioè la pubblicazione sul Foglio Annunzi Ufficiali.

Tale procedura si ritiene valida, perché adesso la domanda è potenziatrice del summenzionato impianto di Hône e perché le opere da essa contemplate sono state da tempo eseguite, come si dirà in appresso.

Con ordinanza n. 11, in data 21-4-1952, del Presidente della Giunta regionale, è stata disposta la pubblicazione della domanda presso l'Ufficio Acque e Miniere della Regione, unitamente agli atti di progetto ed è stato disposto che una copia di essa domanda venisse pubblicata all'Albo pretorio dei Comuni di Champorcher, Pont Bozet ed Hône per il periodo di 15 giorni consecutivi, decorrenti dal 12 maggio 1952.

Copia dell'ordinanza è stata anche inviata al Ministero dei Lavori Pubblici, all'Ufficio del Genio Civile di Aosta, ai Canali Demaniali Cavour, al Corpo delle Miniere di Torino, all'Ispettorato della Motorizzazione Civile, al Comando Militare Territoriale di Torino, alla Direzione Demanio della Prima Zona Aerea Territoriale, all'Ufficio Ittiogenico di Brescia, alla Sovraintendenza ai Monumenti di Aosta, alla Divisione Agricoltura e Foreste della Regione ed alla Società Idroelettrica Piemonte (SIP).

La pubblicazione della domanda è avvenuta regolarmente ed ha dato luogo alla presentazione delle seguenti note:

a) della Sovraintendenza alle Belle Arti di Aosta in data 15 giugno 1952;

b) dell'Istituto Ittiogenico di Brescia in data 5 maggio 1952 n. 5414 Posiz. E/I;

c) della Motorizzazione Civile dei Trasporti in data 16 maggio 1952 n. 14491;

d) del Demanio Prima Zona Aerea in data 15-51952 n. 2/5 delle quali si dirà in appresso.

La visita locale di istruttoria è avvenuta regolarmente il 17 luglio 1952, così come era stato stabilito dalla Ordinanza di istruttoria ed alla medesima hanno partecipato i Signori:

1) Dott. Luigi Marini, in rappresentanza del Ministero dei LL.PP.;

2) Dott. Ing. Abbadessa Francesco, Ingegnere capo dell'Ufficio Idrografico del Po di Parma, assistito dall'Ing. Moscati Carlo dell'Ufficio Idrografico del Po di Torino;

3) Ing. Achille Gaiatto, Ingegnere capo dell'Ufficio del Genio Civile di Aosta;

4) Dott. Attilio Moretti, Geologo capo del Servizio Geologico d'Italia;

5) Segafredo Giovanni, Segretario comunale di Champorcher;

6) Ing. Barontini Italo, Amministratore Delegato della S.A.I., assistito dall'Ing. Torrione Annibale e dal Geom. Piana Ercole;

7) Ing. Mosti Alfredo, Direttore dell'Ufficio Acque della Regione Valle d'Aosta, assistito dal Geom. Gonrad Michele dello stesso Ufficio.

Durante la visita, come risulta dal relativo verbale, non ci sono state opposizioni né eccezioni.

Gli intervenuti hanno rinunciato alla ricognizione dei luoghi e solamente il Dott. Moretti, nell'interesse geologico, si è riservato di effettuare, come poi ha effettuato, la ricognizione per il giorno successivo 18 luglio 1952.

Consistenza delle opere

Secondo il progetto di massima in data 5-4-1951, a firma dell'Ing. Vincenzo Soldati, le opere dovevano consistere:

a) nello sbarramento del torrente Vercoche con una traversa avente il ciglio a quota 2296,34, alta mt. 6,60, lunga mt. 27,50, tale da creare a monte di essa un piccolo serbatoio della capacità di circa 83.000 mc.;

b) nella immissione, nel lago di Vercoche, di queste acque accumulate, mediante un tratto di canale, in galleria per circa 100 metri e poi all'aperto, defluenti liberamente nel lago;

c) nello sbarramento dell'emissario del lago di Vercoche con una traversa di mt. 1,70 di altezza e di metri 12,00 di lunghezza, così da aumentare di mc. 95.450 la capacità naturale del lago, attualmente di circa mc. 885.500. La traversa dovrebbe funzionare anche da sfioratore;

d) nella derivazione delle acque del lago di Vercoche, mediante canale derivatore in galleria non rivestita, della lunghezza di circa metri 156, di mt. 2,00 x 2,00 di sezione, con quota della platea verso lago a mt. 2170. A circa metà galleria sarebbe stato costruito il pozzo verticale, ispezionabile, per la manovra delle valvole Larcen Johson di apertura e di chiusura.

Le acque in tal modo derivate dal lago sarebbero state inviate, naturalmente, alla presa nel torrente Ayasse dell'impianto da esso derivato, assentito come si è detto alla S.A.I. con R.D. 10 aprile 1927 n. 5083, per essere utilizzate nella centrale di Hône da questo impianto, mediante caduta di mt. 742, e poscia restituite al torrente Ayasse.

In seguito alla autorizzazione provvisoria all'inizio delle suddette opere, assentita con decreto 28-4-1953 n. 118 del Presidente della Giunta regionale, la S.A.I. ha eseguito i lavori, ma però in maniera un poco diversa da quella oggetto della autorizzazione.

Essi risultano dal progetto in data 24-12-1954, ancora a firma dell'Ing. Vincenzo Soldati, e consistono nella costruzione delle stesse opere previste dal progetto di massima 5-4-1951, eccettuate le varianti non sostanziali, apportate soprattutto alle opere a) e b) sopra indicate, consistenti precisamente:

a) nella impostazione della traversa di sbarramento sul torrente Vercoche, circa 500 metri più a valle di quanto era stata prevista;

b) nella conseguente derivazione più a valle delle acque accumulate in detto torrente, attuata, anziché a mezzo di canale in galleria, come era stato previsto, con un canale in muratura di cemento coperto da una soletta in calcestruzzo armato.

Trattasi, tuttavia, di varianti di poca importanza e non sostanziali, che non pregiudicano affatto l'istruttoria fatta, per cui si propone di autorizzarla senza altre formalità istruttoriali.

Le opere eseguite risultanti dal progetto 24-12-1954 dell'Ing. Soldati e formanti il complesso del serbatoio del lago di Vercoche sono dunque le seguenti:

a) Traversa di sbarramento del torrente Vercoche. - È costituita da una diga ad arco in muratura di pietrame e malta di cemento, alta mt. 6,00 nel fondo, avente il ciglio a quota 2246,315 dello spessore di mt. 1,25 e sviluppo di mt. 54,80 provvista di sfioratore di ml. 18,30 il cui ciglio trovasi a quota 2246,015 ed al cui centro è collocata la paratoia per lo scarico del bacino di mt. 0,70 x 0,80 con soglia a quota 2240,015. La traversa è ubicata a circa 500 metri più in basso del laghetto detto di Molera esistente nel torrente Vercoche ed è tracimabile.

b) Canale derivatore dal torrente Vercoche - La derivazione delle acque accumulate nel torrente Vercoche, da riversare poi nel lago omonimo, anziché a mezzo di canale in galleria è stato fatto con un canale in muratura di pietrame e malta di cemento della sezione di mt. 0,80 x 0,80, coperto con soletta in cemento armato, dello sviluppo di circa mt. 71,20. La sua prima parte, per circa 20 metri, è in trincea, poi prosegue per i restanti mt. 51,20 a mezza costa per riversarsi poi liberamente nel lago di Vercoche, dalla quota di fondo di metri 2242,80, lungo il pendio naturale della sua sponda orientale.

c) Traversa di ritenuta del lago Vercoche - È stata costruita sull'emissario del lago, in muratura di pietrame e cemento per una lunghezza complessiva di metri 45,70, dei quali metri 19,70 costituiscono la traversa vera e propria e metri 25 sono costituiti dai muri di ala. La diga, alta mt. 1,70 sul fondo, in corrispondenza dello sfioratore, avente il ciglio a quota 2202,70, è provvista di sfioratore nella sua parte centrale con ciglio sfiorante a quota 2201,70, ma tutto il ciglio della diga può essere tracimabile in caso di necessità. La diga è anche provvista di uno scarico, manovrabile a mezzo di una paratoia di metri 0,50 x 0,60 avente il fondo a quota 2200, ubicata al centro dello sfioratore.

d) Derivazione dal lago di Vercoche - Si attua mediante una galleria scavata nella parte a nord del lago, della lunghezza complessiva di mt. 145,00 e di sezione mt. 2,00 x 2,00 con quota di fondo verso lago a mt. 2170.

La galleria è preceduta da una trincea di circa mt. 12,00 di lunghezza, con quota di fondo a metri 2173,50, resasi necessaria per il deposito del limo esistente sul fondo e sulla sponda del lago in quantità assai notevole.

A metri 28,50 circa dallo sbocco all'aperto è stata attuata la chiusura della galleria con tappo in calcestruzzo di cemento, i cui estremi sono costituiti da due archi a sesto ribassato dello spessore di mt. 0,50. A valle del tappo di chiusura sono installate tre valvole in acciaio inossidabile, sovrapposte verticalmente l'una all'altra, del diametro interno di cm. 15, collegate con il lago mediante tubi in ferro dello stesso diametro. L'acqua che defluisce dalle valvole a valle del tappo, esce dalla galleria a mezzo di un canale coperto di metri 0,60 di larghezza per metri 0,80 di altezza, al cui termine è stato costruito uno stramazzo in lamiera sottile provvisto di idrometro per la misurazione dell'acqua che si svasa.

Le acque svasate vanno poi a cadere nel torrente Vercoche, quindi nel torrente Legna, infine nel torrente Ayasse, ove vengono derivate dall'impianto con centrale ad Hône.

Autorizzazione provvisoria all'inizio dei lavori -

Con domanda in data 6-4-1951 la S.A.I. ebbe a chiedere l'autorizzazione provvisoria all'inizio dei lavori nonché l'urgenza ed indifferibilità dei lavori.

In merito si informò il Ministero dei Lavori Pubblici con lettera della Amministrazione regionale 23-11-1951 n. 8430/4 e il Ministero, con lettera 18-7-1952 n. 3356, inviò copia del voto 3-7-1952 n. 1845, con il quale il Consiglio Superiore dei LL.PP. si espresse favorevolmente alla richiesta autorizzazione.

Si è così provveduto al rilascio dell'autorizzazione provvisoria con il Decreto già citato 28-4-1953 n. 118 del Presidente della Giunta regionale, subordinatamente alle osservanze delle condizioni di cui al disciplinare provvisorio in data 10 aprile 1953 n. 1312 di repertorio.

Esame delle opposizioni - Hanno inviato il nulla osta incondizionato, con le note che sono state più sopra citate, l'Ispettorato della Motorizzazione Civile e la Direzione Demanio della I Zona Aerea Territoriale.

Hanno inviato, invece, il nulla osta condizionato la Sovraintendenza alle Antichità, Monumenti e Belle Arti della Regione e l'Istituto Stabilimento Ittiogenico di Brescia.

La Sovraintendenza alle Belle Arti della Regione, con la nota citata 15-6-1952 n. 317 BA, ha rilasciato il nulla osta di competenza, riservandosi di fare le sue osservazioni allorché sarà presentato il progetto esecutivo.

La S.A.I. ha inviato tale progetto ma la Sovraintendenza della Regione non ha fatto ancora conoscere il suo pensiero. Considerato, ad ogni modo, che le opere sono già state tutte eseguite, che esse sono di modesta entità e tali da non modificare assolutamente l'aspetto della zona che è di scarso o nullo rilievo panoramico, difficilmente anche raggiungibile, si esprime il parere che la subconcessione possa essere accordata con il semplice nulla osta già accordato.

Nel disciplinare di concessione si è, tuttavia, inserito l'obbligo alla Società subconcessionaria di eseguire quelle opere e previdenze che la predetta Sovraintendenza potrà richiedere nell'interesse panoramico.

L'Istituto Ittiogenico, con la nota 5-5-1952 numero 5414, ha chiesto che si includa nel disciplinare la clausola generica con la quale viene fatto obbligo al concessionario di eseguire tutte quelle opere e previdenze che l'autorità competente intenderà prescrivere, anche in seguito, a tutela della pesca e dell'acquicoltura del corso d'acqua.

Si osserva che, nel frattempo, all'Istituto Ittiogenico di Brescia è subentrato il Consorzio per la tutela, l'incremento e l'esercizio della pesca della Regione Valle d'Aosta; perciò le condizioni suespresse debbonsi intendere come formulate da detto Consorzio e, come del tutto ammissibili, sono state inserite nel disciplinare di subconcessione.

In sede di visita locale di istruttoria, come risulta dal relativo verbale, non sono state fatte eccezioni né opposizioni.

Il rappresentante del Servizio Geologico, Dott. Moretti, ha poi effettuato la ricognizione che si era proposto di fare il giorno successivo alla visita di istruttoria.

Il risultato della visita, come risulta dalla relazione in data 1-8-1952 del detto Dott. Moretti, ha rilevato la presenza di emergenze sorgentizie, alimentanti il lago, ma non ha determinato l'obbligo di speciali condizioni.

Portata - Salto - Potenza nominale - Avvalendosi di una stazione di misura, costituita sul torrente Ayasse, a circa 500 metri a monte dell'abitato di Champorcher, che ha funzionato negli anni 1944 - 1945 - 1946 - 1950 e 1951, l'Ufficio Idrografico ha accertato le portate medie mensili del torrente Ayasse e, quindi, la sua portata media annua di mc/sec. 1,530. Dal confronto tra il bacino del torrente Ayasse e quello del torrente Vercoche ha dedotto poi le portate mensili di questo torrente e quindi la sua portata media annua di mc/sec. 0,055. Dalle portate mensili dei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto è risalito ai deflussi, trovando che, complessivamente, in tali mesi i deflussi totalizzano metri cubi 1.109.300.

Nell'anno più magro, invece del periodo di osservazione degli anni citati, siccome la portata media del torrente Ayasse risulta di mc/sec 1,17, si deve ammettere che il deflusso dei mesi estivi del torrente Vercoche sia stato di mc. 1.109.300 x 1,17/1,53 = mc. 842.082,

che non sono sufficienti a riempire il serbatoio della capacità di mc. 1.064.246. E poiché nel periodo di osservazione degli anni citati si sono avuti due anni in cui la portata annua è stata rispettivamente di mc/sec. 1,31 e di mc/sec. 1,45, ossia inferiore a quella dell'annua media di mc/sec. 1,53, si deve ammettere che per tali anni il deflusso estivo del torrente Vercoche sia stato di mc. 1.109.300 x 1,17/1,53 = mc. 943.026 e di mc. 1.109.300 x 1,45/1,53 = mc. 1.051.041.

Di conseguenza il valore medio dell'invaso è stato ricavato da mc. 842.082+943.026+1.051.041+2 x 1.064.246 / 5 = mc. 994.128.

In base a tale valore medio di invaso, l'Ufficio Idrografico ha stabilito la seguente portata media annua del serbatoio: mc/sec. 994.128 / 31.536.000 = mc/ sec. 0,0315.

Poiché la portata suddetta va ad agire nella centrale di Hône con una caduta di mt. 745,26, secondo il certificato di collaudo dell'Ufficio del Genio Civile, risulta che la potenza nominale media che si produce è di Kw. 31,5 x 745,26 / 102 = Kw. 230.14.

Il canone annuo da corrispondere sarà, perciò, da calcolarsi in ragione di L. 656 per Kw. nominale su detta potenza nominale.

Considerazioni generali - In esito a quanto riferito, considerato che

a) la quantità d'acqua da subconcedere corrisponde ad un ragionevole uso, ai fini della produzione di energia, ed è compatibile con il buon regime idraulico del torrente Vercoche e del lago omonimo;

b) tanto l'altezza della diga di ritenuta nel torrente Vercoche come quella di ritenuta nel lago omonimo, hanno potuto essere eseguite senza dover ricorrere alle norme del Regolamento 1-10-1931 n. 1370 delle dighe di ritenuta, perché inferiore ai metri dieci di altezza e perché le acque rispettivamente invasate sono state mantenute al disotto dei 100 mila metri cubi;

c) le opere di derivazione dal torrente Vercoche e dal lago omonimo sono tecnicamente approvabili e non recano pregiudizio agli interessi pubblici ed ai diritti dei terzi, subordinatamente alle clausole inserite nel disciplinare di subconcessione;

d) le manovre di invaso e di svaso del lago di Vercoche non contrastano con le direttive generali del piano di utilizzazione delle acque pubbliche della Val d'Aosta, stabilite dal Comitato Misto, di cui all'art. 8 dello Statuto della Regione 26 febbraio 1948 n. 4;

Si esprime l'avviso

che possa accogliersi la domanda in data 5 aprile 1951 della Società dell'Alluminio Italiano, di Borgofranco d'Ivrea, per subconcessione di trasformare in serbatoio il lago di Vercoche, mediante l'apporto delle acque del torrente omonimo, e di derivare poi le acque per essere utilizzate nella esistente centrale di Hône della stessa Società.

Si esprime pure l'avviso

che siano da subconcedere, in via di sanatoria, in quanto non sostanziali, le variazioni, apportate all'atto della esecuzione alle opere del progetto di massima 5-4-1951 dell'Ing. Vincenzo Soldati, risultanti dal progetto di consistenza 24-12-1954 dello stesso Ingegnere.

La Società S.A.I., con la presentazione della domanda, ha chiesto, a norma dell'articolo 73 del T.U. 11-12-1933 n. 1775:

1) l'esonero totale del canone per la derivazione delle acque del lago;

2) la facoltà di sottoporre a contributo quegli utenti che risultassero beneficiari della creazione del serbatoio, sia irrigui che industriali;

3) inoltre, ha chiesto la dichiarazione di pubblica utilità delle opere ed annessi, agli effetti della espropriazione a termini dell'articolo 33 del Testo Unico 11-121933 n. 1775;

4) ha chiesto ancora l'applicazione dell'art. 74 del T.U. ed in particolare la registrazione a tassa fissa dell'atto di concessione per la costruzione del serbatoio e per la utilizzazione delle acque da esso derivate.

Non si ritengono accoglibili le domande di cui ai commi 1) e 2) in considerazione che non. si tratta della costruzione di un serbatoio nuovo ma dell'adattamento a serbatoio, di scarsa capacità, di un lago esistente.

Neppure si ritiene accoglibile la richiesta del comma 3) perché, essendo essa stata fatta ai fini degli espropri, è evidente la sua non necessità, dato che l'impianto è stato eseguito e che le espropriazioni non sono conseguentemente più necessarie.

Per quanto riguarda la richiesta di cui al comma 4), si ritiene che possa essere accolta unicamente per quanto riguarda la tassazione, a diritto fisso, dell'atto con il quale verrà subconcessa la trasformazione a serbatoio del lago di Vercoche, per la utilizzazione delle acque in esso accumulate; è, comunque, una richiesta alla quale potrà dare una risposta definitiva l'Ufficio del Registro, in sede di registrazione del disciplinare.

Visto il parere favorevole rilasciato dal Magistrato per il Po, di Parma, con nota 16-1-1960, n. 15860;

Accertato che la Commissione consiliare permanente di studio per i Lavori Pubblici ha espresso, nell'adunanza del 23 maggio 1960, avviso che possa rilasciarsi, in via di sanatoria, alla Società dell'Alluminio Italiano la subconcessione richiesta,

Si propone che il Consiglio regionale

Deliberi

1) di subconcedere, in via di sanatoria, alla Società dell'Alluminio Italiano, con sede in Borgofranco d'Ivrea (Torino), di derivare dal lago Vercoche, in Comune di Champorcher, trasformato a serbatoio della capacità di invaso di mc. max. 1.109.000 e medi 994.128, la portata d'acqua annua media di mod. 0,315, per produzione di energia elettrica nella esistente centrale di Hône, della stessa Società, utilizzando l'esistente salto di mt. 765,26 e produrre la potenza nominale media di Kw. 230,14,

2) di autorizzare l'emanazione del decreto di sub-concessione da parte del Presidente della Giunta regionale, previa sottoscrizione del sottoriportato disciplinare da parte del legale rappresentante della Società dell'Alluminio Italiano, di Borgofranco d'Ivrea;

3) di accertare e di ordinare l'introito ed il deposito delle seguenti somme:

a) L. 1.056.083, per canoni arretrati, decorrenti dal 28 aprile 1953, data di autorizzazione provvisoria all'inizio dei lavori, fino al 27 aprile 1960, in ragione di L. 150.972 all'anno, da versarsi alla Tesoreria regionale presso la Cassa di Risparmio di Torino - Dipendenza di Aosta, e da introitare al capitolo 4 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario "Proventi delle concessioni e subconcessioni di acque pubbliche e miniere" e ai corrispondenti capitoli da istituire nella parte entrate dei bilanci dei successivi esercizi finanziari;

b) L. 150.972 all'anno, per canone annuo dovuto, ai sensi del disciplinare, a decorrere dal 28 aprile 1960 e per tutta la durata della subconcessione, da introitare al citato capitolo 4 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario ed ai corrispondenti istituendi capitoli di entrata dei bilanci per i successivi esercizi finanziari;

c) L. 75.486, a titolo di cauzione, da depositare presso la Tesoreria della Regione, a garanzia degli obblighi che la Società subconcessionaria viene ad assumere per effetto della subconcessione;

d) L. 3.775, pari al quarantesimo del canone, da versare presso la suddetta Tesoreria della Regione, per gli scopi di cui all'articolo 7 del T.U. 11-12-1933 n. 1775 sulle acque ed impianti elettrici, da introitare al citato capitolo 4 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario;

e) L. 150.000, per spese di sorveglianza, collaudo ed altre analoghe dipendenti dalla subconcessione, da versare alla Tesoreria della Regione e da introitare al capitolo 53 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario "Gestione fondi per spese istruttoria domande concessioni e subconcessioni di acque e miniere".

(OMISSIS: Segue disciplinare di subconcessione riportato in calce al deliberato).

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Il Presidente, FILLIETROZ, constatato che nessun Consigliere intende prendere la parola sull'argomento per formulare osservazioni o rilievi, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione delle proposte della Giunta.

IL CONSIGLIO

preso atto di quanto riferito dall'Assessore ai Lavori Pubblici, MANGANONI;

ad unanimità di voti favorevoli, espressi per alzata di mano (Consiglieri presenti e votanti: ventiquattro);

DELIBERA

1) di subconcedere, in via di sanatoria, alla Società dell'Alluminio Italiano, con sede in Borgofranco d'Ivrea (Torino), di derivare dal lago Vercoche, in Comune di Champorcher, trasformato a serbatoio della capacità di invaso di mc. max 1.109.000 e medi 994.128, la portata di acqua annua media di mod. 0,315, per produzione di energia elettrica nella esistente centrale di Mine, della stessa società, utilizzando l'esistente salto di mt. 765,26 e produrre la potenza nominale media di Kw. 230,14;

2) di autorizzare l'emanazione del decreto di sub-concessione da parte del Presidente della Giunta regionale, previa sottoscrizione del sottoriportato disciplinare da parte del legale rappresentante della Società dell'Alluminio Italiano, di Borgofranco d'Ivrea;

3) di accertare e di ordinare l'introito ed il deposito delle seguenti somme:

a) Lire 1.056.083, per canoni arretrati, decorrenti dal 28 aprile 1953, data di autorizzazione provvisoria all'inizio dei lavori, fino al 27 aprile 1960, in ragione di Lire 150.972 all'anno, da versarsi alla Tesoreria regionale presso la Cassa di Risparmio di Torino - Dipendenza di Aosta, e da introitare al capitolo 4 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario " Proventi delle concessioni e subconcessioni di acque pubbliche e miniere " e ai corrispondenti capitoli da istituire nella parte ENTRATA dei bilanci dei successivi esercizi finanziari;

b) Lire 150.972 all'anno, per canone annuo dovuto, ai sensi del disciplinare, a decorrere dal 28 aprile 1960 e per tutta la durata della subconcessione, da introitare al citato capitolo 4 di ENTRATA del bilancio per il corrente esercizio finanziario e ai corrispondenti istituendi capitoli di entrata dei bilanci per i successivi esercizi finanziari; -

c) Lire 75.486, a titolo di cauzione, da depositare presso la Tesoreria della Regione, a garanzia degli obblighi che la Società subconcessionaria viene ad assumere per effetto della subconcessione;

d) Lire 3.775, pari al quarantesimo del canone, da versare presso la suddetta Tesoreria della Regione, per gli scopi di cui all'articolo 7 del T.U. 11 dicembre 1933 n. 1775 sulle acque ed impianti elettrici, da introitare al citato capitolo 4 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziario;

e) Lire 150.000, per spese di sorveglianza, collaudo ed altre analoghe dipendenti dalla subconcessione, da versare alla Tesoreria della Regione e da introitare al capitolo 53 di entrata del bilancio per il corrente esercizio finanziairo " Gestione fondi per spese istruttoria domande concessioni e subconcessioni di acque e miniere ".

REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D'AOSTA

Assessorato ai LL.PP. - Ufficio Acque e Miniere

DISCIPLINARE contenente gli obblighi e le condizioni alle quali dovrà essere vincolata la Società dell'Alluminio Italiano, di Borgofranco d'Ivrea (S.A.I.), la subconcessione richiesta con domanda 5 aprile 1951 di trasformare a serbatoio il lago di Vercoche per utilizzare le acque per produzione di energia nella esistente centrale di Hône della stessa Società, assentita con il D. Lt. 6-8-1918 n. 7894 e successivi Decreti 10-4-1927 n. 5083 e 22 dicembre 1930 numero 10443.

Art. 1

Quantità ed uso dell'acqua da derivare - Potenza nominale

La quantità di acqua da derivare in Comune di Champorcher dal lago di Vercoche, trasformato a serbatoio, della capacità max di invaso di mc. 1.109.000 e medi di mc. 994.128, rimane fissata nella misura media annua di mc/sec. 994.128 / 31.536.000 = mc/ sec. 0,0315 pari a litri/sec 31,5 (litri secondo trentuno e mezzo).

L'acqua sarà impiegata per produzione di energia elettrica nella centrale di Hône, della Società dell'Alluminio Italiano, di Borgofranco d'Ivrea, utilizzando l'esistente salto di mt. 745,26.

Di conseguenza la potenza nominale media, in base alla quale è stabilito il canone annuo, è pari a Kw. 31,5 x 745,26 / 102 = Kw. 230.14.

Art. 2

Consistenza e modalità delle opere

Le opere eseguite per la sistemazione a serbatoio del lago di Vercoche consistono:

a) nella costruzione di una traversa di sbarramento sul torrente Vercoche, lunga mt. 54,80, alta sul fondo mt. 6,00,. in muratura di pietrame e di cemento, ad arco, tracimabile, con ciglio a quota 2246,315, allo scopo della formazione di un serbatoio della capacità di mc. 58520 circa.

La diga è munita di normale sfioratore lungo mt. 18,30 con ciglio sfiorante a quota 2246,015, provvisto al centro di paratoia di scarico;

b) nella deviazione, nel lago di Vercoche, delle acque accumulate nel torrente, mediante canale in muratura di pietrame e di cemento, svolgentesi in sponda sinistra, della sezione di metri 0,80 x 0,80, coperte con soletta di cemento armato, dello sviluppo di circa metri 71,20 al cui termine le acque defluiscono liberamente, per versarsi nel lago, scorrendo lungo il pendio della sua sponda orientale;

c) nello sbarramento dell'emissario del lago di Vercoche mediante traversa di ritenuta rettilinea, tracimabile, con muratura di pietrame e malta di cemento, della lunghezza di m. 19,70, più i muri d'ala, dello sviluppo di complessivi metri 25, alta sul fondo metri 1,70, con ciglio a quota 2202,10, provvista al centro di uno sfioratore di mt. 10,25 con ciglio sfiorante a quota 2201,70, nonché di una paratoia di scarico con fondo a quota 2200. Per effetto dello sbarramento, la capacità d'invaso del lago di Vercoche passa dai naturali mc. 870.210 circa ai mc. 965.766 circa;

d) nella derivazione, dal lago di Vercoche, delle acque invasate, mediante galleria scavata nella parte settentrionale del lago, della sezione normale di mt. 2,00 x 2,00, lunga mt. 145, chiusa, a circa metri 28,50 del suo termine, con tappo di chiusura di metri 3,00 di spessore, a valle del quale sono installate tre valvole, sovrapposte verticalmente l'una all'altra, in acciaio inossidabile, del diametro interno di cm. 15, per regolazione dell'acqua di svaso, collegate con il lago mediante tubi di ferro dello stesso diametro attraversanti il tappo di chiusura. Le acque defluenti dalle valvole, immesse in un canale coperto, in muratura di cemento, costruito nell'interno della stessa galleria, provvisto al termine da uno stramazzo in lamiera sottile, vanno poi a defluire nel torrente Vercoche.

Le opere come sopra descritte, risultanti dal progetto di consistenza dell'impianto in data 24 dicembre 1954, a firma Ing. Vincenzo Soldati, costituito da una planimetria, da un fascicolo di disegni e da una relazione tecnica, dovranno essere mantenuti tali.

Art. 3

Condizioni particolari cui dovrà soddisfare l'impianto

Tanto l'accumulo delle acque nel torrente Vercoche, per la costruzione del serbatoio di mc. 58.520, quanto l'invaso del lago di Vercoche, dovranno essere sempre strettamente limitati ai mesi dal maggio all'agosto di ogni anno.

Quando occorra, peraltro, in detto periodo assicurare il fabbisogno delle derivazioni irrigue, costituite sul torrente Vercoche e sul torrente Legna fino allo sbocco di quest'ultimo nel torrente Ayasse, davanti alla presa della centrale di Hône della Società subconcessionaria, è fatto obbligo a questa Società di sospendere parzialmente o totalmente le accumulazioni di acqua, tanto sul torrente Vercoche quanto sul lago di Vercoche.

Sarà sufficiente all'uopo una semplice lettera raccomandata fatta pervenire alla Società subconcessionaria dalla Amministrazione regionale.

Nell'interesse idrografico è fatto obbligo alla Ditta subconcessionaria di costruire, in zona da indicare dall'Ufficio Idrografico, un pluviometro totalizzatore, con obbligo di procedere alle sistematiche letture ed al periodico suo ricarico, nonché di costruire, in località adatta ed efficiente, uno stramazzo Bazin per il controllo delle portate invasate.

Art. 4

Garanzie da osservarsi

Saranno, a carico della Ditta subconcessionaria, eseguite e mantenute tutte le opere necessarie, sia per attraversamenti di strade, canali, scoli e simili, sia per le difese delle proprietà, sia per il buon regime del torrente Vercoche, nonché del lago omonimo, in qualunque momento il bisogno delle dette opere venga ad essere riconosciuto.

Nell'interesse ittiologico, la Ditta subconcessionaria dovrà eseguire tutte quelle opere e previdenze che il Consorzio per l'Esercizio, l'Incremento e la Tutela della Pesca della Valle di Aosta potrà prescrivere, anche in seguito, a tutela della piscicoltura e dell'acquicoltura del torrente Vercoche e del lago di Vercoche.

Ad analoghe opere e previdenze, nell'interesse del turismo e del paesaggio, la Ditta subconcessionaria è tenuta ad ottemperare, qualora ne sia richiesta dalla Sovraintendenza alle Antichità, Monumenti e Belle Arti della Regione della Valle d'Aosta.

Art. 5

Termini per l'inizio e la ultimazione dei lavori

Trattandosi di lavori già eseguiti, nessun termine è da prescrivere per il loro inizio e la loro ultimazione.

Art. 6

Collaudo

Al collaudo dei lavori provvederà l'Ufficio regionale Acque e Miniere e le relative spese saranno a carico della Ditta subconcessionaria.

Eseguita la visita di collaudo, ove non vi siano eccezioni in contrario, il collaudatore, dato che l'impianto è già in funzione, potrà autorizzare la continuazione dell'esercizio; del che dovrà esserne fatto cenno nel relativo verbale.

Qualora il collaudatore riconosca la necessità di ulteriori lavori o di modifiche a quelli eseguiti, dovrà prescrivere, nel verbale di visita, un termine per la loro esecuzione e stabilire altresì se, in pendenza della loro esecuzione, possa o meno continuare l'esercizio dell'impianto.

Art. 7

Durata della subconcessione

Salvo i casi di rinuncia, decadenza o revoca, la subconcessione è accordata fino al 15 gennaio 1978, giorno in cui avrà luogo la scadenza della concessione dell'impianto di derivazione dal torrente Ayasse, con centrale ad Hône, assentite dallo Stato con il D. Lt. 8-8-1918 n. 7894 e successivi decreti 10-4-1927 n. 5083 e 22 novembre 1930 n. 10433/257. Ciò per il fatto che la utilizzazione delle acque di subconcessione del lago di Vercoche si effettua nella stessa centrale della quale la scadenza è precisamente quella sopra indicata.

Art. 8

Canone

La Ditta subconcessionaria corrisponderà alla Tesoreria della Regione autonoma della Valle d'Aosta, presso la Dipendenza di Aosta della Cassa di Risparmio di Torino, di anno in anno, anticipatamente a decorrere dalla data del 28 aprile 1960, l'annuo canone di Lire 150.972, in ragione di L. 656 per Kw nominale sulla potenza nominale di Kw 230,14 anche se non possa o non voglia fare uso, in tutto o in parte, della concessione, salvo il diritto di rinunzia ai sensi del penultimo comma dell'articolo unico della legge 18 ottobre 1942 n. 1434. Detto canone potrà, però, essere modificato con effetto dalla data 28 aprile 1953, data del Decreto numero 118 del Presidente della Giunta regionale di autorizzazione provvisoria all'inizio dei lavori, in relazione ad eventuali accertamenti da effettuarsi all'atto del collaudo.

Art. 9

Pagamenti e depositi

All'atto della firma del presente disciplinare, la Ditta subconcessionaria ha dimostrato, con la produzione delle regolari quietanze, di avere effettuato:

a) il pagamento della somma di L. 1.056.083 per canoni arretrati dal 28 aprile 1953, data di autorizzazione provvisoria all'inizio dei lavori, fino al 27 aprile 1960, calcolati nella misura di Lire 150.972 per anno, come da quietanza n. ... in data ... della Dipendenza di Aosta della Cassa di Risparmio di Torino;

b) il versamento della somma di Lire 75.486 presso la stessa Dipendenza di Aosta della Cassa di Risparmio di Torino, come da quietanza n. ... in data ... , pari a mezza annualità del canone di cui al precedente articolo 8, a titolo di cauzione, a garanzia degli obblighi che viene ad assumere per la subconcessione, somma che sarà restituita, qualora nulla osti, al termine della subconcessione;

c) il versamento presso la stessa Dipendenza di Aosta della Cassa di Risparmio di Torino della somma di L. 3.775, pari al quarantesimo del canone, per gli scopi di cui al secondo comma dell'articolo 7 di cui al T.U. 11-12-1933, n. 1775;

d) il versamento presso la stessa Dipendenza di Aosta della Cassa di Risparmio di Torino della somma di L. 150.000 come da quietanza n. ... in data ... , per le spese di sorveglianza, esperimento di portata, collaudo dei lavori ed altre analoghe dipendenti dal fatto della subconcessione.

Restano poi a carico della Ditta subconcessionaria tutte le spese inerenti alla subconcessione, per registrazione, copia di disegni, di atti, ecc.

Art. 10

Sovracanone annuo a favore dei Comuni rivieraschi e della Regione Autonoma della Valle d'Aosta

La Ditta subconcessionaria è tenuta a denunciare al Ministero delle Finanze il quantitativo di energia trasportata, sino al 31 dicembre 1956, oltre il raggio di 15 Km. dal territorio dei Comuni di Champorcher, Pont Bozet e Hône, compresi tra il punto dove ha termine praticamente il rigurgito a monte della traversa di sbarramento sul torrente Vercoche ed il punto di utilizzazione delle acque del lago di Vercoche utilizzate dalla Centrale di Hône, o fuori della Regione della Valle d'Aosta, per quei provvedimenti che il predetto Ministero potrà adottare a norma dell'articolo 53 del T.U. di legge 11-12-1933 n. 1775 e dell'art. 42 del regolamento sulle acque approvato con R.D. 4-8-1920 n. 1285.

Per l'energia prodotta dall'impianto, a decorrere dal 1° gennaio 1957, il predetto Ministero potrà adottare le disposizioni di cui alla legge 4-12-1956, n. 1377.

Art. 11

Applicazione della legge 27-12-1953 n. 959

La Società subconcessionaria è tenuta a corrispondere al Consorzio dei Comuni Valdostani, istituito ai sensi della legge 27-12-1953 n. 959, il sovracanone annuo da essa legge stabilito in ragione di L. 1.300 per Kw. nominali afferenti alla potenza nominale. media annua di Kw. 230,14 prodotta dall'impianto.

Ai sensi dell'art. 3 di detta legge, la Società sub-concessionaria, a richiesta del citato Consorzio dei Comuni, dovrà provvedere alla fornitura di energia elettrica, in sostituzione totale o parziale del sovracanone di cui sopra, in conformità di quanto stabilito dall'articolo stesso.

Art. 12

Richiamo a leggi e regolamenti

Oltre alle condizioni del presente disciplinare, la Ditta subconcessionaria è tenuta alla piena ed esatta osservanza di tutte le disposizioni del T.U. di leggi sulle acque e sugli impianti elettrici, approvato con R.D. 11- 12-1933 n. 1775 e relative norme regolamentari, delle leggi sulla frequenza degli impianti elettrici 7-12-1942 n. 1745, del D.L.L. 12-3-1946 n. 211, delle leggi regionali 8-11-1956 n. 4 e n. 5, nonché di tutte le altre norme legislative e regolamentari concernenti il buon regime delle acque pubbliche, l'agricoltura, la piscicoltura, l'industria, l'igiene e la sicurezza pubblica.

Art. 13

Domicilio legale

Per ogni effetto legale la Società dell'Alluminio Italiano, di Borgofranco d'Ivrea, elegge il proprio domicilio nel Comune di Hône, dove ha luogo la utilizzazione dell'acqua.

PER ACCETTAZIONE

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