Oggetto del Consiglio n. 24 del 4 febbraio 1965 - Verbale

OGGETTO N. 24/65 - MOZIONE PER LA EREZIONE DI UN MONUMENTO ALLA RESISTENZA VALDOSTANA.

Il Presidente, MARCOZ, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione presentata dai Consiglieri regionali Signori: Berthet, Torrione, Gheis, Benzo, Maquignaz, Personnettaz, Chabod, Mappelli, Verthuy, Bordon, Dujany, Lustrissy e Bionaz, concernente l'oggetto: "Erezione di un Monumento alla Resistenza Valdostana ed inaugurazione nel Ventennale della Liberazione", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza odierna:

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All'Ill.mo Signor

Presidente del Consiglio Regionale della Valle d'Aosta

AOSTA

I sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo D.C. non soddisfatti della risposta avuta dal Sig. Presidente della Giunta sulla interpellanza relativa alla edificazione di monumenti a ricordo delle principale Figure della Resistenza Valdostana, ai sensi del 2° capoverso dell'art. 20 (tit. VII) del Regolamento interno del Consiglio Regionale

chiedono

alla S.V. Ill.ma di voler convocare il Consiglio stesso in seduta straordinaria per la approvazione della seguente

MOZIONE

Il Consiglio Regionale della Valle di Aosta al fine di perpetuare nel tempo il ricordo di tutti Coloro che in olocausto d'amore per la nostra Valle, nel culto della Libertà, hanno saputo soffrire ed immolarsi sull'altare della Resistenza

Delibera

la edificazione del Monumento alla Resistenza Valdostana e la Sua solenne inaugurazione alla data del Ventennale della Liberazione - 25 aprile 1965.

Aosta - gennaio 1965

F.ti: Prof. Amato Berthet - Giuseppe Torrione - Francesco Gheis - Ing. Carlo Benzo - Giuseppe Maquignaz - Arlina Personnettaz - Chabod Guido - Mappelli Angelo - Verthuy Franca - Mauro Bordon - Cesare Dujany - Ferruccio Lustrissy - Avv. Cesare Bionaz.

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Il Consigliere BENZO, ad illustrazione della mozione soprariportata, riferisce quanto segue:

"Signor Presidente del Consiglio, Signor Presidente della Giunta, Signori Consiglieri.

Vent'anni sono passati da quell'eroica primavera che nella storia d'Italia porterà il nome di Liberazione.

L'azione armata della Resistenza, che aveva permesso il raggiungimento della libertà, non fu fine a sé stessa; si concluse con la instaurazione della Repubblica Italiana e con la promulgazione della Carta fondamentale dello Stato: la Costituzione.

E' provvidenziale che ogni anno si possa rievocare questo grande avvenimento, che ci consente di vagliare la nostra fedeltà agli ideali che debbono informare il pensiero, la coscienza e l'azione dell'italiano democratico.

E, in modo particolare, noi Valdostani dobbiamo, con senso di grande responsabilità, ricordare e fare ricordare tutti i nostri compatrioti caduti perché l'Italia fosse libera e perché la nostra Valle potesse, grazie al loro sacrificio, nella conquistata autonomia, ritrovare la coscienza delle sue tradizioni civili e religiose che hanno costituito la grandezza del passato.

Dobbiamo ricordare che l'autonomia, nata dalla Resistenza, è frutto della libertà e che il progresso e il benessere, che da essa ne possono ancora derivare, si basano sulla unità di intenti di tutti i cittadini. E ricordare non significa solo inaugurare un'opera intitolata ad un martire della Libertà; ricordare e celebrare la Resistenza significa impegnare noi stessi, giorno per giorno, a fare bene perché la giustizia si realizzi; significa lottare per eliminare la miseria e la disoccupazione, l'ignoranza ed ogni forma di corruzione, di speculazione e di arbitrio.

Ricordare significa rivivere gli ideali della Resistenza, che non fu monopolio di nessuno, ma che fu il momento del riscatto civile e morale di tutto il popolo italiano sorretto dalla sua grande fede nella Libertà e nella Giustizia; significa perpetuare il ricordo del pensiero e delle azioni dei nostri Martiri, da Emilio Chanoux e Lexert all'abate Duc, di tutti coloro che ci hanno trasmesso, con l'offerta della loro vita, il più alto messaggio d'amore e di fede per il loro paese.

Il ricordo della fraternità e della solidarietà che ci univa in quello storico periodo e l'adesione di tutto il Popolo Valdostano al movimento di liberazione sono patrimonio di tutti, sono fondamento del regime democratico ed autonomistico.

Noi vogliamo e dobbiamo fare sì che la speranza di allora, in una società libera e giusta, nella quale l'ordine fosse basato sulla comprensione e sul rispetto della pacifica convivenza fra le genti, in cui la libertà dal bisogno significasse la possibilità reale di trovare il proprio posto di lavoro con una equa retribuzione ed il messaggio cristiano fosse l'essenza di ogni azione umana, diventi realtà in un mondo dove non esistano più discriminazioni di razza, di colore o di fede.

Il patrimonio ideale della Resistenza, i grandi beni della civiltà, della democrazia e della libertà, devono essere conosciuti, protetti e rinnovati, in particolare dai giovani che hanno il diritto ed il dovere di conservare il ricordo di quanto fu fatto per permettere loro un avvenire migliore, in un mondo dal quale fossero allontanati per sempre i soprusi e le violenze.

Quest'impegno deve essere costante e più forte di ogni rilassamento morale e di ogni pessimismo. L'insegnamento della Resistenza, permeato di solidarietà e di unità, animato dalla libertà, ha per fine la giustizia sociale; a questa dobbiamo arrivare se vogliamo una nuova società; basata sul diritto, nella pace e nella democrazia.

La realtà politica della Resistenza e le manifestazioni nazionali e regionali che la celebrano annualmente devono consistere non solo nella fedeltà ai più alti valori da esse espressi, ma nella volontà di contribuire, tutti, al permanere di una autentica vibrazione dell'anima popolare.

E' per conservare e professare la nostra fede agli ideali di libertà, di democrazia e di giustizia sociale che noi vogliamo ricordare, perennemente, le sofferenze patite ed il sangue sparso dal popolo, per un'Italia libera e democratica, inserita in una Europa unita dalla civiltà occidentale.

La Resistenza deve restare, per le generazioni che si succedono, una grande scuola di civismo dalla quale escano, sul deterioramento della nostra vita pubblica, qualunquista ed indifferente, le premesse per un rinnovamento morale e politico di tutta la Nazione.

E suonino eternamente monito a tutti le parole di Pietro Calamandrei: "su queste strade se vorrai tornare, uniti ancora ci troverai morti e vivi, con lo stesso impegno, popolo tutto, serrato intorno al monumento che ora e sempre si chiama Resistenza".

Monsieur le Président de la Junte, CAVERI, déclare ce qui suit:

"Dans une séance de la Junte du mois de septembre 1964, la Junte a examiné un projet de Monument à la Résistance, dans la localité de Trois Villes.

Pour des raisons que je pourrai illustrer en détail, si j'en serai requis par quelqu'un des Conseillers régionaux, et essentiellement parce qu'il nous semblait que ce projet au point de vue esthétique était quelque chose qui ne pouvait s'insérer dans le paysage de Trois Villes, la Junte n'a pas approuvé ce projet.

Mais, en même temps qu'elle n'approuvait pas ce projet, elle déclarait que la question devait être soumise à un nouvel examen général de la part de la Junte.

Dans un premier temps nous avons pensé de Mire dans la localité de Trois Villes un jardin belvédère, avec des œuvres artistiques; puis il nous a semblé que cette localité était trop écartée et qu'il aurait été mieux de faire ce jardin vers le fond de la Vallée.

Après avoir examiné ce problème en différentes séances, dans la séance du 8 janvier nous sommes retournés à une idée qu'on avait caressée dans les années dernières, bien que sous une forme plus ambitieuse; parce qu'on pensait, alors, de faire un grand monument sur le promontoire entre le détour de Sarre et la Commune de Saint-Pierre.

Ce projet n'a pu être réalisé alors, parce que les propriétaires des terrains avaient fait de grandes difficultés ou avaient demandé des prix très élevés.

On avait replié sur le promontoire dans la région de Porossan; mais, là aussi, il y eut les mêmes difficultés de la part des propriétaires des terrains.

On n'avait pas dit pour quel motif on cherchait d'acheter; on avait chargé un technicien de traiter avec les propriétaires et les propriétaires ont cru, étant donné que les travaux pour le funiculaire de Bionaz étaient en cours, que c'était le CEB et ils ont pensé que le CEB avait assez d'argent pour payer d'une manière très élevée les terrains.

Et voilà pourquoi, en ces années dernières, on avait dû renoncer aussi à cette solution.

En tout cas, le 8 janvier dernier, nous sommes retournés à considérer la zone de St-Pierre et d'une manière toute particulière la zone qui est située entre la vieille route nationale et la nouvelle route nationale, celle qui a été tracée par l'ANAS dernièrement.

La Junte a pensé que c'était le cas d'y faire un parc, d'y tracer un parc avec un parcking, - en manière que les touristes puissent s'arrêter dans cette localité -, et d'y faire aussi un monument, bien que pas de dimensions pharaoniques, pour interpréter aussi cet esprit de modestie et de mesure qu'animait nos partisans.

Dans le même temps la Junte a délégué l'Assesseur Manganoni, afin qu'il se rende sur la localité avec des représentants de l'ANPI. Ce qui a été fait; un projet a été dressé, bien que, disons, un projet assez général, n'est-ce-pas, et ce projet a été transmis à l'ANAS pour l'autorisation qui est nécessaire.

La Junte est venue aussi dans la décision, - en adhérant à des demandes qui avaient été faites dans ce sens, - de faire un monument à la Résistance sur un terrain qui appartient à la Région, situé un peu avant d'arriver à Lillianes.

On penserait là aussi de faire une espèce de jardin et d'y dresser un monument et on est même d'accord sur les modalités de ce monument et sur ses caractéristiques; il doit consister en trois blocs de pierre surmontés par une croix de bronze.

Telles ont été les décisions de la Junte avant que cette motion, dont nous discutons aujourd'hui, ait été présentée; de manière que cette motion, au moment de sa présentation, était largement déjà dépassée, - je ne dis pas vidée de son contenu, parce que je ne veux pas exagérer, - mais, en tout cas, elle était déjà dépassée par les décisions qui avaient été prises par la Junte.

A' ce résumé sur la situation j'ajoute, à ce propos, une autre chose: que nous avons, dans le mois dernier, fait préparer un film documentaire pour rappeler la mémoire d'Emile Chanoux. Ce film a été réalisé et, d'ici quelques semaines, il peut être présenté au public.

Nous avions de grandes préoccupations cet égard parce que l'argument était difficile; c'était facile de risquer de faire ou de la rhétorique ou dire des choses de mauvais goût ou même, - comme le régisseur n'était pas valdôtain -, ce n'était pas facile de représenter cette grande figure à travers un film.

Nous pensons au contraire que, - même si l'on ne peut dire que ce soit un film extraordinaire -, l'esprit d'Emile Chanoux ait été rendu à travers ce film documentaire, que nous donnerons au public dans les prochaines semaines.

Je voudrais faire une autre considération encore, en dehors de toute rhétorique qui n'est pas dans le caractère des Valdôtains, c'est-à-dire que je voudrais affirmer ceci: que c'est bien de penser à réaliser ces choses, mais il nous semblerait que le plus beau monument que nous pouvons ériger à la mémoire des partisans, de ceux qui sont tombés pour la cause de la Liberté, de la Justice et de l'Autonomie, le meilleur système soit celui de réaliser, dans les coeurs et dans les esprits et dans les institutions politiques et sociales, l'esprit de la Résistance, qui s'est réalisé à travers la Constitution de la République Italienne et, pour nous, surtout à travers le Statut régional.

Alors, nous tous ensemble, nous avons la possibilité, à travers une action commune, à travers une nouvelle solidarité, à travers un ordre du jour commun dans une des séances prochaines, de retourner à ce projet d'un ordre du jour commun, qui demande au Gouvernement de s'engager solennellement pour la réalisation du Statut, un ordre du jour dans lequel on fasse un appel, un dernier appel, un appel suprême au Président de la République en tant que garant de la Constitution, pour demander que finalement ce Statut, qui attend depuis de longues années d'être réalisé, qui n'a pas été réalisé, entre finalement dans la réalité concrète des choses.

Si nous obtiendrons tous ensemble cela, alors oui, nous pourrons dire d'avoir créé un monument, le plus grand monument possible à la mémoire de nos partisans et nous aurons alors construit un monument qui sera plus durable que le bronze".

Il Consigliere BENZO, dopo avere premesso che nell'intervento del Presidente della Giunta, Caveri, sono emersi in sintesi i sentimenti espressi dal Comitato di celebrazione del Ventennale della Resistenza, dichiara che l'invito, rivolto al Consiglio dal Presidente della Giunta, ad approvare all'unanimità un ordine del giorno comunitario, - per quanto riguarda la richiesta di attuazione integrale delle norme dello Statuto speciale della Valle d'Aosta -, non può che trovare consenzienti tutti i Consiglieri.

Osserva, però, che detto argomento non attiene strettamente a quella che è l'essenza della mozione in discussione.

Rileva, in proposito, che gli intendimenti e le decisioni della Giunta riguardanti i monumenti alla Resistenza che, secondo quanto riferito dal Presidente della Giunta, Caveri, dovrebbero essere eretti nelle località di Lillianes e di St-Pierre, sono stati indubbiamente successivi alla interpellanza presentata per l'erezione di Monumenti a ricordo delle principali Figure della Resistenza Valdostana, interpellanza presentata in data 16 novembre 1964; rileva, infatti, che nella seduta in data 11 gennaio 1965, in cui detta interpellanza fu discussa, il Presidente della Giunta dichiarò testualmente : "La Giunta stessa ritiene che il modo migliore di ricordare le principali Figure della Resistenza Valdostana sia quello di dedicare ad esse delle opere pubbliche...".

Ricorda che, a tale dichiarazione, fu risposto dagli interpellanti che ciò non era sufficiente, in quanto le opere pubbliche si farebbero comunque.

Fa presente che, se la Giunta avesse già deciso effettivamente qualcosa nel senso ora riferito, il Presidente della Giunta non avrebbe dovuto mancare di informarne il Consiglio nella seduta dell'11 gennaio 1965.

Il Presidente della Giunta, CAVERI, afferma che l'ultima dichiarazione fatta dal Consigliere Benzo è infondata, perché, nella interpellanza presentata a suo tempo unitamente al Consigliere Berthet, si chiedeva la edificazione di Monumenti a ricordo delle principali Figure della Resistenza Valdostana; rammenta quindi di aver dato a suo tempo una adeguata risposta a tale domanda.

Osserva che la questione del Monumento alla Resistenza Valdostana è tutt'altra cosa, perché un conto è costruire tanti Monumenti quante sono le Figure della Resistenza ed altro conto è erigere un Monumento alla Resistenza Valdostana.

Conferma quanto già ebbe a dire prima e, cioè, che le decisioni definitive della Giunta, sono state assunte nella seduta dell'8 gennaio 1965, dopo tutto un lavorio, perché la preoccupazione della Giunta era di arrivare alla soluzione di questo problema.

Ritiene che le esaurienti spiegazioni date siano servite a chiarire la questione.

Il Consigliere BENZO ritiene che le precisazioni fatte dal Presidente della Giunta, Caveri, in merito ad un problema di così grande importanza non siano le più attinenti al problema stesso; tanto più che il Presidente della Giunta aveva avuto precedentemente parecchi contatti con diverse persone e ben sapeva quale era il fine dell'interpellanza.

Rileva che ciò che più conta è la questione di fondo della mozione, sulla quale non è stata ancora data una risposta dal Presidente della Giunta e, cioè, se la Giunta intenda deliberare l'edificazione del Monumento alla Resistenza Valdostana e la sua solenne inaugurazione alla data del Ventennale della Liberazione: 25 aprile 1965.

Rileva che la mozione è stilata in termini molto chiari e che i presentatori della stessa desiderano sapere oggi se il Consiglio intenda assumere l'impegno di erigere il Monumento alla Resistenza Valdostana ed inaugurarlo il 25 aprile 1965, data in cui ricorre il Ventennale della Liberazione.

Il Presidente della Giunta, CAVERI, dichiara di avere già precisato che la Giunta ha stabilito di creare un Parco ed un Monumento alla Resistenza nella località di Saint-Pierre, con le modalità alle quali ha accennato prima, ed un altro Monumento ed un giardino nella località di Lillianes, pure dedicati alla Resistenza.

Ripete che la decisione della Giunta è stata assunta prima della presentazione della mozione in discussione.

Monsieur le Conseiller CHAMONIN estime que l'argument dont le Conseil est en train de discuter soit d'un tel sérieux et d'une telle importance qu'il retient absolument nécessaire que le Conseil entier trouve un point d'accord, afin qu'il soit possible qu'une motion commune puisse être approuvée à l'unanimité par tous les Conseillers.

Il retient qu'un point d'accord entre tous les groupes puisse être trouvé sur la base de la motion qui a été présentée par les Conseillers de la minorité, motion qui pourrait être transformée en quelques points sans en altérer absolument ni l'esprit ni le sens.

Il ajoute qu'à son avis la motion pourrait être formulée comme suit:

"Le Conseil Régional de la Vallée d'Aoste dans le dessin de transmettre à la postérité le souvenir de tous ceux qui, dans le culte de la Liberté, ont voulu s'offrir en holocauste pour notre Vallée sur l'autel de la Résistance

faisant état

de ce que la Junte a déjà fait et de ce qu'elle a établi pour l'avenir, pour la réalisation d'un Monument à Saint-Pierre et d'un Monument Lillianes

souhaite

que ces Monuments à la Résistance soient érigés conformément aux projets illustrés au Conseil par le Président de la Junte et par les Assesseurs compétents".

Monsieur le Conseiller MAPPELLI remarque que Messieurs les Conseillers ont appris seulement aujourd'hui que la Junte était en train d'étudier le problème de l'érection d'un Monument à la Résistance Valdôtaine.

Il fait noter que, si les Conseillers du groupe de la Démocratie Chrétienne ont présenté la motion en discussion, par laquelle on demande que le Conseil délibère d'ériger un Monument à la Résistance, c'est justement parce qu'ils n'avaient jamais su que la Junte s'intéressait à ce problème.

Il ajoute que, lors de la discussion de l'interpellation présentée par les Conseillers Benzo et Berthet, Mr le Président de la Junte Caveri, n'avait rien dit à ce sujet, mais qu'il s'était limité à déclarer que le meilleur moyen d'évoquer les principales figures de la Résistance Valdôtaine était celui de dédier, à leur mémoire, des œuvres publiques.

Monsieur l'Assesseur MANGANONI déclare ce qui suit :

"Je pense que les affirmations de Monsieur le Président Caveri n'aient pas besoin de témoignage; mais, comme je vois que beaucoup de Conseillers mettent en doute sa parole, je citerai des faits et des dates dont je vous prie de prendre note, afin d'éviter de répéter toujours les mêmes choses.

Comme il a été dit, dans la séance du janvier la Junte a examiné le problème concernant l'érection de monuments à la Résistance Valdôtaine et m'a chargé de m'intéresser, soit pour le monument à ériger au détour de Saint-Pierre, soit pour celui à ériger à l'entrée de Lillianes.

Le lendemain, 9 janvier, une délégation d'ex-partisans, - dont faisaient partie, entre autres, le soussigné, le Conseiller Berthet, le Syndic d'Aoste Dolchi, Messieurs Jans, Willien, Roveyaz et le Professeur Robino

est allée à Saint-Pierre pour examiner sur les lieux le problème.

Toutes les personnes ont été de l'avis que l'endroit était très indiqué et Monsieur le Professeur Robino a été chargé de rédiger un projet de l'ensemble du monument à construire.

Par conséquent, si Monsieur le Conseiller Mappelli avait encore des doutes à éclaircir, il n'aurait qu'à s'adresser à Monsieur le Conseiller Berthet.

Au sujet du problème du monument de Lillianes, je tiens à préciser que le 8 janvier ce n'était pas la première fois que l'on discutait de cette question, car déjà au mois de décembre on s'en était intéressé. En effet, une Délégation du Comité de la Résistance d'Aoste était allée à Pont-St-Martin où elle avait eu des pourparlers au sujet du monument de Lillianes avec les membres du Comité de la Résistance de Pont-St-Martin, mais à ce moment là rien n'avait été décidé.

Comme je vous l'ai déjà dit, la Junte m'a prié de m'occuper aussi de cette question et ainsi, accompagné par une délégation d'une quinzaine de personnes des Comités de la Résistance d'Aoste et de Pont-St-Martin, je suis allé à Lillianes et nous avons examiné la question sur les lieux; là aussi on ferait un monument avec un parc de l'étendue d'environ 500 mq.

Le problème de Lillianes ne présente pas de grosses difficultés, car le terrain appartient à la Région. Le problème de St-Pierre, au contraire, est plus difficile à résoudre, car une grande partie du terrain appartient à l'ANAS; des pourparlers ont déjà été entrepris avec l'ANAS, à laquelle on a envoyé le projet de l'ensemble du monument que l'on désire construire et maintenant on est dans l'attente de recevoir une réponse à ce sujet.

Il est certain que le problème de St-Pierre sera plus long à résoudre que celui de Lillianes. Celui-ci, en effet, selon nos prévisions, devrait être terminé pour le 14 mars, date à laquelle aura lieu l'inauguration du Monument, exception faite cependant pour la croix en bronze qui devra être fusionnée à Turin.

Ce que je vous ai dit prouve la volonté de la Junte de réaliser ces deux monuments".

Monsieur le Conseiller BERTHET fait les déclarations suivantes:

"Malgré ce qu'on pourrait penser, les choses qu'on répète ne plaisent pas toujours et ce n'est pas mon intention de revenir sur le même sujet, uniquement pour le plaisir de prendre la parole.

Cependant, à la suite de notre interpellation, suivie de la motion qui fait l'objet de notre réunion d'aujourd'hui, permettez-moi de vous dire que je suis vraiment étonné de la réponse de Monsieur le Président Caveri.

J'en prends acte avec satisfaction.

Si nous avons présenté aujourd'hui cette motion c'est justement parce que, dans la dernière réunion, Monsieur le Président Caveri nous avait dit que la Junte ne voyait pas l'utilité de Monuments, mais qu'il suffisait de dédier une salle d'école ou un édifice scolaire ou un édifice public à la mémoire de nos martyrs.

Or, nous pensons que c'est bien de rappeler à nos enfants, à nous-mêmes aussi, - car je m'aperçois que nous en avons déjà besoin alors que ces tombes ne sont refroidies que depuis quelques lustres -, rappeler les sacrifices de la Résistance dans un monument élevé tout exprès pour cela et ceci sans compromettre le budget de la Région, même en régime d'austérité. C'est d'abord un acte de gratitude envers nos martyrs, c'est ensuite un acte de piété, c'est enfin un avertissement dressé en permanente à l'opinion publique, à tous ceux qui seraient tentés, un jour, d'oublier combien conta à la Vallée d'Aoste l'obtention de son autonomie.

Ce monument devra justement célébrer l'esprit de la Résistance Valdôtaine et, dans une époque aussi divisée que celle que nous traversons en ce moment, il sera pour tous les valdôtains un peu ce qu'est le phare pour les navigateurs c'est-à-dire un point de ralliement, comme une sorte de signal amical.

Ce monument, que nous tous nous demandons de voir réaliser, puisse-t-il, au nom des sacrifices accomplis par les morts et les vivants, devenir vraiment pour toute la Vallée d'Aoste le repère de concorde et d'amour autour duquel on bat le rappel lorsque les franchises du Pays sont en danger.

C'est dans cet esprit que je vous demande, Messieurs, de décider aujourd'hui même cette œuvre de justice, qui ne peut que faire avancer cette réconciliation valdôtaine que nous attendons tous, afin de mieux accomplir la tâche qui nous attend dans l'intérêt supérieur du Pays.

Monsieur le Président de la Junte aujourd'hui nous a parlé dans d'autres termes et, si nous avons insisté, c'est justement à cause de la réponse que nous avons eue quand nous avions présenté notre interpellation: j'aimerais bien rappeler au Conseil que ce même argument a été soulevé lors de la discussion du budget, lorsqu'on a demandé de détourner des fonds, des résidus.

Je suis parfaitement d'accord de voter l'ordre du jour présenté par Monsieur le Conseiller Chamonin, après l'avoir modifié et complété".

Su richiesta del Consigliere BORDON, il Consigliere CHAMONIN dà nuovamente lettura dell'ordine del giorno presentato.

Il Consigliere BERTHET chiede che la seduta sia sospesa per alcuni minuti per dare la possibilità alla minoranza di prendere in esame la mozione proposta dal Consigliere Chamonin, al fine di concretare, se possibile, un ordine del giorno che riscuota il voto unanime del Consiglio.

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Si dà atto che l'adunanza viene sospesa dalle ore sedici e cinquanta alle ore diciassette e cinquantacinque.

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Il Consigliere BERTHET informa il Consiglio, alla riapertura della seduta, che purtroppo non è stato possibile addivenire ad un accordo fra i Consiglieri del Gruppo consiliare democristiano e quelli della maggioranza per la formulazione di una mozione unitaria sull'argomento in discussione; chiede, pertanto, al Presidente, Marcoz, di porre ai voti la mozione presentata dai Consiglieri della Democrazia Cristiana.

Dopo breve discussione fra i Consiglieri BERTHET, CHAMONIN e GERMANO, il Presidente, MARCOZ, chiede se qualche altro Consigliere intenda ancora prendere la parola sull'argomento; avverte che, in caso contrario, porrà ai voti per prima la mozione presentata dai Consiglieri democristiani e, successivamente, quella proposta dal Consigliere Chamonin a nome dei Consiglieri della maggioranza.

Il Consigliere GERMANO, a nome dei Consiglieri comunisti, dichiara quanto segue:

"Noi votiamo contro la mozione presentata dai Consiglieri democristiani perché trattasi di uno speculazione o, quanto meno, di un tentativo di speculazione politica.

Non è ammissibile, infatti, che il Consigliere Berthet, - che ha fatto parte della Delegazione di ex partigiani che l'8-1 u.s. ha effettuato un sopralluogo a St-Pierre per accertare se la località prescelta si prestasse per l'erezione di un monumento alla Resistenza Valdostana -, sottoscriva appena pochi giorni dopo, cioè in data 15 gennaio, unitamente agli altri Consiglieri della Democrazia Cristiana, una mozione che è stata fatta pubblicare sui giornali con un appunto alla Giunta Regionale, che è stata accusata di essere contraria alla Resistenza.

E' una cosa indegna!

Non è inopportuno ricordare, in proposito, che, anni fa, alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale, da parte della D.C. sono stati dati 25 milioni di lire ai fascisti che hanno litigato per dividerseli e sono finiti, niente meno, che in Tribunale.

Noto che fra i firmatari della mozione vi è il Consigliere Bionaz il quale ricoprì, nel tempo del fascismo, la carica di Podestà e che si vantò di essere all'avanguardia fra tutti i fasci di combattimento per aver fatto cancellare le scritte in francese.

Io parlo, come già vi ho detto, a nome del Gruppo consiliare comunista che annovera due Comandanti di Divisioni partigiane, un Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Aosta, un partigiano, un collaboratore dei partigiani e tre elementi che, per la loro giovane età, non hanno potuto militare nelle file dei partigiani.

Come vedete, abbiamo le carte in regola e ve lo diciamo tranquillamente in faccia.

Votiamo contro questa mozione anche perché è in contrasto con quanto detto dal Consigliere Benzo nel suo intervento.

Il Consigliere Benzo ha detto che l'autonomia, l'antifascismo, la Resistenza hanno come presupposto e come obiettivo il progresso sociale e l'unità.

Noi siamo d'accordo su questo punto; però, tutte le volte che abbiamo tentato di addivenire ad un accordo con i Consiglieri democristiani ci siamo sempre trovati di fronte ad un muro.

Cito, ad esempio, il problema delle acque.

Voi Consiglieri della D.C. avete chiesto la convocazione del Consiglio in seduta straordinaria per l'esame del problema ed il Consiglio ha nominato una super-Commissione, che ha affrontato il problema.

Si è trovato un punto d'accordo, nel senso che tutti i facenti parte della super-Commissione hanno concordato sulla opportunità della elaborazione di un progetto di legge, che doveva essere sottoposto al parere dei singoli Partiti, per ottenere che fossero salvaguardati i diritti statutari della Valle d'Aosta in materia di acque pubbliche.

Ebbene, voi Consiglieri della Democrazia Cristiana, che avevate sollecitato la convocazione straordinaria del Consiglio, non avete ancora fatto conoscere il pensiero del vostro Partito in proposito.

Questo significa che i Consiglieri del Gruppo consiliare democristiano non si preoccupano degli interessi della popolazione valdostana; a loro interessa soltanto che la Giunta dell'attuale Amministrazione non si dia da fare, in modo da poterla criticare.

Per queste ragioni il nostro voto è contrario".

Il Consigliere BIONAZ dichiara che lo intervento del Consigliere Germano, fatto con tono acceso e di aperta polemica, è quanto mai inopportuno e ritiene che sia stato provocato dal fatto che il Consigliere Germano intende trovare una ragione o una giustificazione ad una recentissima sentenza del Tribunale di Aosta che ha condannato due Consiglieri comunisti, di cui uno siede sui banchi del Consiglio Regionale.

Seguono alcune battute polemiche fra il Consigliere GERMANO ed il Consigliere BIONAZ.

Il Consigliere PEDRINI premette che anch'egli, quale grande invalido di guerra partigiana, ha qualcosa da dire sull'argomento.

Dichiara di non poter approvare l'impostazione data alla discussione dal Consigliere Germano, rilevando che lo stesso è solito affermare e ribadire che la Resistenza è monopolio dei comunisti.

Osserva che il Consigliere Germano non avrebbe dovuto, durante la discussione del problema della erezione del Monumento alla Resistenza Valdostana, scendere a personalismi abbassando il livello della discussione, che nelle adunanze passate è stato sempre elevato.

Dichiara di essere profondamente addolorato per un tale fatto e dichiara, o nome del Partito Liberale, che voterà a favore della mozione presentata dai Consiglieri democristiani perché formulata in termini generici, come quella presentata dal Consigliere Chamonin a nome della maggioranza.

Fa presente che, se si vuole veramente addivenire alla approvazione di una mozione unitaria, bisogna che tutti i Consiglieri diano il loro voto con unità di intenti e senza personalismi, avendo presente soltanto l'interesse di tutti i cittadini e la necessità di erigere il monumento alla Resistenza Valdostana.

Il Consigliere BERTHET dichiara di non aver fatto parte della delegazione che l'8 gennaio ha effettuato il sopralluogo nella località di St-Pierre e che quindi, - contrariamente a quanto affermato dall'Assessore Manganoni prima, ed in seguito dal Consigliere Germano -, non si è recato in tale località e non era a conoscenza di quanto deciso dalla Giunta.

Ritiene che l'interpellanza da lui presentata nel mese di dicembre u.s., unitamente al collega Benzo, sia servita a sollecitare la Giunta ad interessarsi del problema relativo al Monumento alla Resistenza Valdostana, la cui attuazione, - egli dice -, è stata auspicata dal Comitato Valdostano della Resistenza e che dovrebbe essere una realtà il 25 aprile prossimo, data in cui sarà celebrato il ventennale della Resistenza e saranno ricordati ed onorati coloro che hanno sacrificato e versato il loro sangue per la nostra libertà.

Il Consigliere GHEIS rileva che il Consigliere Germano, il quale aveva annunciato di voler fare una dichiarazione di voto, si è dilungato nella sua esposizione svolgendo argomenti di carattere politico, sì da dare l'impressione di aver voluto tenere un comizio.

Dichiara che le insinuazioni ed affermazioni dello stesso fatte nei confronti del Partito della D.C., nel quale si onora di militare, sono destituite da ogni fondamento.

Osserva che giustamente il Consigliere Pedrini ha ricordato che l'antifascismo non è monopolio esclusivo del Partito Comunista e che, in base a quanto detto dal Consigliere Germano, nel passato vi sarebbe stata una collusione del Partito Democratico Cristiano con il Partito fascista in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale.

Dichiara che una tale affermazione è assolutamente falsa, mentre, invece, corrisponde a verità il fatto che, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale vi furono dei comunisti, e fra questi anche dei Consiglieri comunali che, davanti ad un Notaio, hanno apposto la loro firma sulla lista dei candidati appartenenti al Partito MSI.

Rileva che il Consigliere Germano farebbe, quindi, molto bene ad astenersi, per l'avvenire, dal fare dichiarazioni avventate ed infondate.

Esprime l'avviso che si dovrebbe ormai porre una pietra su quello che è avvenuto nel passato, ricordando che vi è stata la lotta della Resistenza per la conquista della libertà e per la instaurazione di una nuova vita politica e sociale nel Paese.

Precisa che quanto sopra detto vale anche come dichiarazione di voto.

Il Consigliere MONTESANO dichiara di associarsi alle parole del Consigliere Pedrini.

Il Consigliere ALBANEY, nella sua qualità di rappresentante del "Raggruppamento Indipendente Valdostano e Campagnards Valdôtains", dichiara di associarsi alla mozione presentata dai colleghi democristiani.

Il Consigliere BENZO, dopo avere premesso che il suo primo intervento è stato improntato all'importanza dell'argomento in discussione, al difuori e al di sopra di ogni idea politica, invita il Consigliere Germano a non generalizzare troppo; rileva che in tutte le Organizzazioni ed in tutti i Partiti vi sono degli elementi buoni e cattivi, per cui non bisogna fare di tutte le erbe un fascio, perché tutti hanno la propria dignità e potrebbero rispondere al Consigliere Germano su certi fatti avvenuti un tempo ormai lontano.

Dichiara che i Consiglieri del Gruppo democristiano non intendono più, proprio per quello spirito che ha tenuti tutti uniti nella lotta della Resistenza, rivangare cose passate, ma intendono soltanto che rimanga il ricordo della Resistenza.

Ecco perché, - egli dice -, i Consiglieri democristiani hanno presentato la mozione in questione, con la quale si chiede soltanto che il Consiglio deliberi, - a ricordo di Coloro che hanno saputo soffrire ed immolarsi per la Libertà -, la edificazione del Monumento alla Resistenza Valdostana e la sua solenne inaugurazione alla prossima data del ventennale della Libertà: 25 aprile 1965.

Il Presidente, MARCOZ, invita il Consiglio a votare sulla seguente mozione:

"I sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo D.C. non soddisfatti della risposta avuta dal Sig Presidente della Giunta sulla interpellanza relativa alla edificazione di monumenti a ricordo delle principali Figure della Resistenza Valdostana, ai sensi del 2° capoverso dell'articolo 20 (tit. VII) del Regolamento interno del Consiglio Regionale

chiedono

alla S. V. Ill.ma di voler convocare il Consiglio stesso in seduta straordinaria per l'approvazione della seguente

MOZIONE

Il Consiglio Regionale della Valle di Aosta al fine di perpetuare nel tempo il ricordo di tutti coloro che in un olocausto d'amore per la nostra Valle, nel culto della Libertà, hanno saputo soffrire ed immolarsi sull'altare della Resistenza

DELIBERA

la edificazione del Monumento alla Resistenza Valdostana e la sua solenne inaugurazione alla data del Ventennale della Liberazione: 25 aprile 1965".

Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, MARCOZ, accerta e comunica il seguente risultato della votazione:

- Consiglieri presenti e votanti: trentaquattro;

- Voti favorevoli: sedici (Albaney, Benzo, Berthet, Bionaz, Bordon, Chabod, Dujany, Gheis, Lustrissy, Mappelli, Maquignaz, Montesano, Pedrini, Personnettaz, Torrione, Verthuy);

- Voti contrari: diciotto (Andrione, Artaz-Dotto, Balestri, Barone, Casetta, Caveri, Chamonin, Colombo, Crétier, Fillietroz, Fosson, Germano, Manganoni, Marcoz, Perruchon Ved. Chanoux, Savioz, Siggia in Bianco, Strazza).

Il Presidente, MARCOZ, in base all'esito della votazione, dichiara che il Consiglio ha respinto la mozione soprariportata.

Il Consiglio prende atto.

Il Presidente, MARCOZ, invita quindi il Consiglio a votare sulla seguente mozione presentata dal Consigliere Chamonin a nome dei Consiglieri della maggioranza:

"Le Conseil Régional de la Vallée d' Aoste, dans le dessein de transmettre à la postérité le souvenir de tous ceux qui, dans le culte de la Liberté, ont voulu s'offrir en holocauste pour notre Vallée sur l'autel de la Résistance;

faisant état

de ce que la Junte a déjà fait et de ce qu'elle a établi pour l'avenir, pour la réalisation d'un monument à Saint-Pierre et d'un monument Lillianes;

souhaite

que ces monuments à la Résistance soient érigés conformément aux projets illustrés au Conseil par le Président de la Junte et par les Assesseurs compétents".

Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, MARCOZ, accerta e comunica il seguente risultato della votazione:

- Consiglieri presenti: trentaquattro;

- Consiglieri votanti: trentatré;

- astenutosi dalla votazione il Consigliere Pedrini;

- Voti favorevoli: diciotto (Andrione, Artaz-Dotto, Balestri, Barone, Casetta, Caveri, Chamonin, Colombo, Crétier, Fillietroz, Fosson, Germano, Manganoni, Marcoz, Perruchon ved. Chanoux, Savioz, Siggia in Bianco, Strazza);

- Voti contrari: quindici (Albaney, Benzo, Berthet, Bionaz, Bordon, Chabod, Dujany, Gheis, Lustrissy, Mappelli, Maquignaz, Montesano, Personnettaz, Torrione, Verthuy).

Il Presidente, MARCOZ, in base all'esito della votazione, dichiara che il Consiglio ha approvato la soprariportata mozione presentata dal Consigliere Chamonin.

Il Consiglio prende atto.

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