Oggetto del Consiglio n. 61 del 15 marzo 1967 - Verbale

OGGETTO N. 61/67 - CENTRALE DEL LATTE DI AOSTA. (Mozione dei Consiglieri Signori Germano Pietro, Fosson Pietro, Fillietroz Giuseppe e Marcoz Oreste)

Il Presidente, MONTESANO, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione dei Consiglieri regionali Signori Germano Pietro, Fosson Pietro, Fillietroz Giuseppe e Marcoz Oreste, concernente l'oggetto: "Centrale del Latte di Aosta", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 1° marzo 1967 e giorni seguenti:

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Ill.mo Sig. Presidente del Consiglio regionale

Aosta

I sottoscritti Consiglieri regionali richiedono che la S.V. voglia iscrivere fra gli oggetti da trattare nella prossima seduta consiliare, la seguente

MOZIONE

Il Consiglio Regionale della Valle d'Aosta nella sua seduta del.....

Ricordato che la Centrale del Latte di Aosta, costruita a cura e spese dell'Amministrazione Regionale, è stata affidata in gestione ad una Società per Azioni di cui fanno parte due Enti pubblici, l'Amministrazione Regionale ed il Comune di Aosta, con una quota del 25% ognuno.

Ricordato altresì che la presenza degli Enti pubblici nella Società fu ed è considerata garanzia di attività nell'interesse pubblico e dei consumatori così come deve essere la fornitura di un servizio e di un prodotto di prima assoluta necessità.

Visto la deliberazione della Giunta Regionale n. 49 dell'11.1.1967, la convocazione del Consiglio di Amministrazione della Società e la notizia di stampa secondo cui si vorrebbe cedere una parte dello stabile e l'attività casearia ad altro Ente.

Rilevato che tale iniziativa è contraria allo spirito di pubblica utilità che ha inspirato la costituzione della "Centrale Laitière" di Aosta.

Ritenuto che l'Amministrazione Regionale, nella sua qualità di proprietaria degli immobili e macchinari e di azionista della Società possa e debba impedire la ventilata cessione del Casceificio, sia allo scopo di evitare dannose interferenze che inevitabilmente sorgerebbero in una gestione di servizi in comune fra organismi diversi, sia per evitare una situazione di contrasto con la legge istitutiva delle Centrali del latte che pone come presupposto l'interesse pubblico e la tutela igienica del consumatore.

DELIBERA

di impegnare la Giunta e i rappresentanti regionali nella Società affinchè, con gli opportuni provvedimenti e nel rispetto dei documenti costitutivi a suo tempo deliberati (convenzione fra Regione e Società, Statuto della Società, ecc.), venga impedita la cessio ne del caseificio ad altro Ente.

Aosta, lì 9 febbraio 1967

F.ti: Germano Pietro - P. Fosson - Giuseppe Fillietroz - Avv. Oreste Marcoz

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Il Consigliere FOSSON dichiara che la minoranza consiliare ha ritenuto di dover presentare la mozione in esame dopo essere venuta a conoscenza della deliberazione di Giunta n. 49 in data 11 gennaio 1967, con la quale si propone di apportare una modificazione all'articolo 18 della convenzione stipulata a suo tempo tra l'Amministrazione Regionale, il Comune di Aosta e la Società che gestisce la Centrale Laitière d'Aoste, allo scopo di poter cedere la gestione di una parte dello stabile e l'attività casearia ad un altro Ente.

Onde poter chiarire bene i termini della questione, ritiene necessario fare, senza alcuna intenzione polemica, alcune considerazioni sul modo in cui è stato, a suo tempo, impostato e risolto il problema della Centrale Laitière d'Aoste.

Dichiara che la Centrale del Latte di Aosta è sorta con un vizio d'origine, in quanto fin dall'inizio è stata prevista, oltre alla lavorazione del latte alimentare e dei superi della produzione di latte della zona bianca, anche la lavorazione di altro latte in un annesso Caseificio per la produzione di fontina.

Fa presente che ciò contrasta con le vigenti disposizioni di legge sulla istituzione delle Centrali del Latte che, per delle ragioni di carattere sanitario, vietano il funzionamento di Caseifici annessi alle Centrali stesse.

Infatti, - egli dice -, in nessuna delle più importanti Centrali del Latte esistenti in Italia funziona un Caseificio annesso e la legge vieta il passaggio del latte da un caseificio alle Centrali del Latte, mentre concede la possibilità di un passaggio inverso.

Ricorda che, all'inizio dell'attività della Centrale del Latte di Aosta, si era cercato di limitare al minimo i superi di produzione della zona bianca, soprattutto per dei motivi di carattere economico, in relazione ad una minore resa economica derivante dalla lavorazione di questi superi; il che, si può facilmente accertare confrontando il costo del latte alla produzione, i costi di trasformazione ed i prezzi di vendita dei derivati, costituiti da burro e da formaggio magro.

Aggiunge tuttavia che, fin d'allora, si era pensato alla futura possibilità di una più intensa utilizzazione degli impianti di pastorizzazione, mediante un allargamento della zona bianca, con conseguente aumento del numero dei produttori che potevano conferire il latte alla Centrale di Aosta, nonché mediante la trasformazione di una parte del latte pastorizzato in formaggi freschi, - che danno un reddito superiore a quello della produzione della fontina -, in un Caseificio situato in prossimità della Centrale stessa, ed anche mediante la trasformazione di una parte del latte pastorizzato in latte sterilizzato, previo acquisto della apposita attrezzatura, in modo da poter far fronte anche alla richiesta di questo particolare tipo di latte che ora viene fornito dalla Centrale del Latte di Torino.

Rileva che con la sopraindicata soluzione, che comporta una unica ammissione di latte alla Centrale, si eviterebbero gli inconvenienti, soprattutto di carattere sanitario, legati ad una duplice ammissione di latte alla Centrale, cioè ad una ammissione di latte da destinare alla pastorizzazione e ad una ammissione di latte da destinare al Caseificio, come richiederebbe la produzione di fontina nel Caseificio annesso alla Centrale.

Inoltre, - egli aggiunge -, con la sopraddetta soluzione gli impianti di pastorizzazione sarebbero effettivamente utilizzati con maggiore intensità, mentre se nel Caseificio annesso si producesse della fontina con del latte non pastorizzato, gli impianti di pastorizzazione continuerebbero ad avere la loro attuale limitata utilizzazione.

Ritiene, pertanto, che non sia opportuno utilizzare il Caseificio annesso alla Centrale del Latte di Aosta per la produzione della fontina anche perchè, trattandosi di due questioni distinte (che per forza di cose dovrebbero utilizzare in comune determinate apparecchiature), potrebbero verificarsi delle interferenze e dei contrasti, a danno di un buon funzionamento degli impianti.

Per quanto riguarda la proposta di modificazione della convenzione stipulata fra l'Amministrazione Regionale, il Comune di Aosta e la Società per la gestione della Centrale del Latte, ricorda che tale convenzione era stata elaborata da persone molto competenti nella materia (tra cui cita il Presidente nazionale delle Centrali del Latte, Avv. Zanetti) e che la Convenzione medesima, dopo l'avvenuta approvazione da parte dei sopracitati Enti, era stata trasmessa a vari Ministeri per la prescritta omologazione, omologazione che a tutt'oggi non si è ancora ottenuta.

Dichiara quindi di ritenere che non sia il caso di procedere alla modificazione dell'articolo 18 della Convenzione stessa, allo scopo di rendere possibile la cessione della gestione di una parte dello stabile e della attività casearia ad un altro Ente perchè, a parte tutti gli altri inconvenienti testè segnalati, in questo modo non si risolverebbe il problema dei Caseifici per la produzione della fontina in Valle d'Aosta.

Osserva, infatti, che istituendo un Caseificio annesso alla Centrale del Latte, potrebbero trarne beneficio soltanto i produttori di latte residenti nelle immediate vicinanze di Aosta.

Rileva che, per risolvere in modo organico il problema della costruzione in Valle d'Aosta di appositi Caseifici per la produzione della fontina, è necessario riprendere in esame quel noto piano approvato dal Consiglio nel 1951 mediante un provvedimento legislativo e che non è mai stato realizzato, fatta eccezione per la costruzione del Caseificio di Valtournanche che, per ovvi motivi, non ha costituito un valido esempio in questo settore.

Dichiara di essere favorevole alla costruzione di un Caseificio nella zona fra La Salle e Morgex, per soddisfare le esigenze dell'alta Valle d'Aosta, e di un Caseificio nella zona di St. Christophe, per soddisfare le esigenze dei produttori residenti nei Comuni vicini ad Aosta e posti al di fuori della zona bianca.

Ribadisce di essere contrario alla istituzione di un Caseificio per la produzione di fontina annesso alla Centrale del Latte di Aosta perchè, a suo avviso, tale Caseificio potrebbe essere utilizzato molto più vantaggiosamente per la lavorazione di altri prodotti caseari di maggior reddito e che consentano una più intensa utilizzazione degli impianti di pastorizzazione già funzionanti presso la Centrale stessa.

Concludendo, ribadisce di essere convinto della necessità di mantenere alla Centrale del Latte di Aosta l'attuale destinazione, perchè una qualsiasi modificazione in senso contrario potrebbe rappresentare, a suo avviso, un danno per i produttori di latte della zona bianca.

Il Consigliere GERMANO osserva che la modificazione dell'articolo 18 della Convenzione in questione, approvata dalla Giunta Regionale con la deliberazione n. 49 in data 11 gennaio 1967, non è stata approvata dal Comune di Aosta, nè dalla Società per la gestione della Centrale del Latte. Chiede, pertanto, spiegazioni in merito.

L'Assessore MAQUIGNAZ precisa che la deliberazione di Giunta n. 49 in data 11 gennaio 1967, che figura tra le deliberazioni di Giunta sottoposte a ratifica del Consiglio, non è una deliberazione di Giunta da ratificare, ma una deliberazione di Giunta da revocare, perchè, essendo stata affidata alla Centrale del Latte la gestione dell'annesso Caseificio, non vi è più alcuna necessità di modificare l'articolo 18 della Convenzione.

Dichiara quindi quanto segue:

"Colgo l'occasione, inoltre, per precisare quali sono stati i motivi che hanno indotto la Giunta a prendere in esame l'opportunità di potenziare il predetto Caseificio:

1°) - il bilancio della Centrale del Latte è in forte passivo (il bilancio preventivo per l'anno 1967 prevede addirittura un passivo di Lire 15 milioni), passivo in parte dovuto alla questione della lavorazione dei superi;

2°) - abbiamo avuto delle richieste pressanti da parte di tutti gli agricoltori residenti ad Aosta per quanto riguarda il conferimento del latte alla Centrale.

Dette richieste sono state causate dalla precedente inclusione di 44 agricoltori, parificati a quelli della zona bianca;

3°) - abbiamo esaminato l'opportunità di un completo utilizzo delle attrezzature del Caseificio, che offrono la possibilità di una lavorazione giornaliera di 70 ql. di latte. Quindi, noi abbiamo pensato di utilizzare queste attrezzature, raccogliendo il latte di questi nuovi agricoltori;

4°) - abbiamo voluto compiere un esperimento di gestione di un Caseificio, in modo da poter vedere se si potrà estendere, in seguito, questo tipo di lavorazione associata in altre zone della Valle d'Aosta.

Per quanto riguarda la gestione del Caseificio, affidata alla Centrale del Latte solo per questo inverno, voglio precisare che tale gestione ha un carattere puramente sperimentale; quindi, non si tratta di una cosa duratura, ma di un semplice esperimento che consenta di prendere atto dei risultati di una gestione di Caseificio".

Il Presidente della Giunta, BIONAZ, dichiara quanto segue: "In tutta la questione della Centrale del Latte e del Caseificio annesso è veramente il caso di dire che la montagna ha partorito un topo.

Perchè? Come già ha riferito l'Assessore all'Agricoltura e Foreste, tutti i produttori della zona vicina ad Aosta non sapevano quest'anno che cosa fare del loro latte. Hanno pertanto pregato l'Ente gestore della Centrale del Latte di Aosta di raccogliere questo latte. Senonchè si presentava il problema di trasformare questo latte in fontina, di maturare le forme e di venderle.

Ora, chi poteva fare questo? I magazzini della Centrale del Latte non possono maturare la fontina; si è allora pensato di pregare la Cooperativa Produttori Latte e Fontina di accollarsi questa gestione a titolo sperimentale per quest'anno, e la Cooperativa, dopo molte pressioni (se si leggono i verbali della seduta del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Produttori Latte e Fontina si ha veramente questa sensazione), soltanto per fare un favore, ha accettato di gestire, in via sperimentale, il Caseificio annesso alla Centrale del Latte.

Senonchè bisognava stipulare un contratto di affitto dei locali da adibire a Caseificio e, per stipulare questo contratto di affitto, si rendeva necessaria la modifica dell'articolo 18 della Convenzione di cui si tratta.

A questo riguardo, sono sorte delle difficoltà presso il Comune di Aosta, perchè si riteneva che questa fosse una intromissione della Cooperativa Produttori Latte e Fontina nella gestione della Centrale del Latte.

La predetta Cooperativa, venuta a conoscenza di questi fatti, ha detto: "Signori, io rinuncio immediatamente alla gestione del Caseificio; io raccoglierò le vostre fontine, le farò maturare nei miei magazzini, e ve le venderò; però la gestione del Caseificio tenetevela voi".

E abbiamo fatto un grande favore alla Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Senonchè vi è anche il lato negativo della medaglia. Come stanno ora le cose, vi sono due passaggi di merci, perchè la Centrale del Latte non può raccogliere il latte senza compiere due passaggi di merci, gravati entrambi di I.G.E., il che comporta una somma di L. 5,80 da versare al fisco per ogni litro di latte conferito.

Era appunto questo uno dei motivi che aveva suggerito la soluzione della gestione del Caseificio affidato alla Cooperativa Produttori Latte e Fontina. Sono, invece, sorte delle difficoltà in questo senso e non se ne è più fatto niente; ed, infatti, è già da circa un mese che la Società che gestisce la Centrale del Latte di Aosta raccoglie anche questo latte da trasformare in fontina.

Vi è, però, l'inconveniente che questo latte ha un costo maggiorato di circa 6 lire al litro, a causa della I.G.E. che si deve versare al fisco per il sopramenzionato doppio passaggio di merce, a tutto danno dei produttori, ai quali sarà naturalmente corrisposto un prezzo inferiore.

E tutto finisce qui. Ora la deliberazione di Giunta n. 49, in data 11 gennaio 1967, deve essere semplicemente revocata.

Per il resto non ho nulla da aggiungere, perchè il latte viene raccolto come ho testè detto.

Con la soluzione da noi prospettata si sarebbe potuto corrispondere ai produttori un prezzo superiore di circa 6 lire a quello attuale".

Il Consigliere FOSSON prende atto di quanto sopra riferito dal Presidente della Giunta e dall'Assessore Maquignaz e, poichè la deliberazione di Giunta n. 49 sarà revocata, dichiara che la minoranza consiliare ritira la mozione in esame.

Chiede, però, ancora che gli sia precisato se il latte destinato al Caseificio, per la produzione di fontina, sia raccolto ai di fuori della zona bianca e a quale prezzo sia pagato.

Il Presidente della Giunta, BIONAZ, e l'Assessore MAQUIGNAZ dichiarano che il latte in questione viene raccolto al di fuori della zona bianca e viene pagato lire 65 al litro.

L'Assessore MAQUIGNAZ aggiunge che vengono passati al Caseificio, per la trasformazione in fontina, anche i superi del latte prodotto nella zona bianca.

Segue in merito una discussione su questioni di carattere tecnico, alla quale partecipano il Presidente della Giunta, BIONAZ, l'Assessore MAQUIGNAZ e il Consigliere FOSSON.

Concludendo la discussione, il Consigliere FOSSON dichiara di non essere contrario a questo primo esperimento di gestione di un Caseificio sociale.

Raccomanda, però, che l'attuale soluzione provvisoria non abbia a trasformarsi in una soluzione definitiva perché, per i motivi dianzi esposti, egli non ritiene che questa possa essere la soluzione del problema riguardante la costruzione di Caseifici in Valle d'Aosta.

In proposito, ritiene che, per accontentare le richieste degli agricoltori residenti nei dintorni di Aosta, sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità di costruire un Caseificio nella zona di St. Christophe, per convogliarvi il latte di quei produttori residenti al di fuori della zona bianca che attualmente conferiscono il latte alla Centrale di Aosta.

Fa presente che gli agricoltori di St. Christophe si sono già dichiarati disposti a chiudere le loro varie latterie turnarie per riunirsi in un organismo più grande e più adatto alla gestione di un Caseificio sociale.

Aggiunge che questa soluzione consentirebbe, tra l'altro, alla Centrale del Latte di Aosta di utilizzare i superi del latte pastorizzato per delle produzioni di maggior pregio e capaci di dare un reddito maggiore.

Il Presidente, MONTESANO, dopo aver constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola per chiedere chiarimenti o formulare osservazioni sulla mozione in esame, prende atto della dichiarazione, fatta dal Consigliere Fosson, in ordine al ritiro della mozione stessa da parte della minoranza consiliare e dichiara chiusa la discussione su detto argomento.

Il Consiglio prende atto.

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