Oggetto del Consiglio n. 58 del 15 marzo 1967 - Verbale

OGGETTO N. 58/67 - IL PROBLEMA DELLA SCUOLA IN VALLE D'AOSTA. (Mozione dei Consiglieri regionali Signori Cusumano Epifanio e Pedrini Ennio) - APPROVAZIONE DI ORDINE DEL GIORNO

Il Presidente, MONTESANO, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione dei Consiglieri regionali Signori Cusumano Epifanio e Pedrini Ennio concernente l'oggetto: "Il problema della Scuola in Valle d'Aosta", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 3 febbraio 1967:

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"Aosta, lì 16 dicembre 1966

Ill.mo Signor

Presidente del Consiglio Regionale

Regione Autonoma Valle d'Aosta

In considerazione dello stato di estrema precarietà in cui versa la scuola in Valle d'Aosta in mancanza di una precisa normativa legislativa, che porta come conseguenza un numero altissimo di cattedre vacanti e da istituire con conseguente disagio sia per il personale insegnante, ma in special modo per gli allievi, i Consiglieri Liberali propongono la seguente

MOZIONE

l'Amministrazione Regionale e per essa l'Assessorato alla Pubblica Istruzione faccia ogni sforzo possibile per arrivare ad una soluzione nel corso della presente legislatura accelerando l'iter parlamentare del progetto di legge Borghi-Codignola, che al momento attuale rappresenta la soluzione più prossima e accettabile dell'annoso problema e questo al fine di riportare la Scuola Valdostana al livello delle passate tradizioni.

I CONSIGLIERI REGIONALI

F.ti: Dr. Cusumano - Ennio Pedrini".

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Il Consigliere CUSUMANO dichiara quanto segue:

"Signor Presidente, Signori Consiglieri,

in Valle d'Aosta vi è un problema, quello della Scuola, che da vent'anni aspetta una soluzione e io credo, onestamente, che sia giunto il momento di dare una soluzione a questo gravissimo problema.

Io non tratterò del problema dal punto di vista del diritto, innanzitutto perchè non sono un esperto di diritto, ed in secondo luogo perchè, nella patria del diritto, con le questioni di diritto si riesce a dimostrare perchè non si risolvono i problemi più facilmente di quanto si riesca a risolverli.

Non lo tratterò neanche dal punto di vista degli Insegnanti, perchè gli Insegnanti hanno nei loro Sindacati degli Avvocati migliori di me per sostenere le loro ragioni.

Tratterò, invece, del problema dal punto di vista degli allievi, i quali, in questo braccio di ferro fra Stato e Regione, hanno fatto e stanno facendo le spese della contesa. Infatti, gli allievi si trovano davanti a degli Istituti in cui i Presidi titolari del loro posto si possono ormai contare sulla punta delle dita di una mano. Ora, tutti sappiamo la differenza che vi è tra un Preside titolare e un Preside incaricato nel dare una impronta ad una scuola, nel dare un indirizzo alla scuola che presiede.

Credo che i Professori siano perlomeno nelle stesse condizioni; ormai i Professori titolari di cattedra sono in numero estremamente sparito. In certi Istituti di Scuola Media si è riusciti, nei tre anni, a cambiare annualmente tutti i Professori e forse anche i bidelli; e non parliamo dei Ginnasi, e Licei, dove si è completamente in alto mare.

Si è in mano o di Professori neo-laureati o di Professori incaricati che, dopo un anno o due, se ne vanno (per i Presidi avviene la stessa cosa), perchè è tutta gente che non è titolare di cattedra e, perciò si sposta continuamente.

Non parliamo poi del Liceo Scientifico, dell'odiatissimo ed osteggiatissimo Liceo Scientifico, che non ha neanche una cattedra a disposizione, perchè è di recente istituzione.

Ora, io ritengo che di tutto questo marasma chi fa le spese (e, senza voler fare del populismo a buon mercato, questo lo voglio sottolineare specialmente ai Socialisti, i quali hanno appunto nel loro programma la soluzione del problema della Scuola) chi fa le spese sono proprio gli allievi più poveri, i meno abbienti perlomeno, i quali devono prendersi la scuola che hanno, mentre gli altri allievi hanno la possibilità di andarsene a studiare in Istituti fuori Valle, scansando così praticamente questo problema. Tutti conosciamo l'elevato numero dì allievi che studiano fuori della Valle, appunto per le condizioni di precarietà della scuola in Valle d'Aosta.

E non vale il dire che nel resto dell'Italia le cose stanno allo stesso modo. A parte il fatto che noi, come Regione Autonoma, dovremmo dimostrare invece il contrario, - perchè le Regioni Autonome, specialmente la Valle d'Aosta, dovrebbero dare un po' l'esempio di che cosa si debba fare in questo campo e non già aggravare i problemi che esistono nel resto del Paese -, io dico che è veramente ora che si dia un ordine a queste cose.

La nostra Regione ha potestà di legiferare, per esempio, nel settore delle Scuole Tecnico - professionali e io non vedo perchè non si cerchi di fare un Istituto Tecnico Professionale sul tipo di quelo di Fermo che, pur trovandosi in una Regione come le Marche, a bassissimo livello di industrializzazione, è famoso in tutta Italia.

Si potrebbero, pertanto, fare delle cose anche egregie nel settore che lo Stato ha riservato alla Scuola in Valle d'Aosta e non penso che, anche se una parte della sovranità di questa Scuola dovesse ritornare allo Stato, succederà lo sconquasso, che si debba abolire il francese e tutte quelle altre cose.

Penso che anche in questo campo, in sede di trattative, si potrebbero stabilire delle competenze e dei limiti molto chiari.

Perciò, aprioristicamente, non vedo grandi differenze tra un Sovraintendente agli Studi e un Provveditore agli studi: tutto sta a vedere quale figura si darà a questo Provveditore o a questo Sovraintendente.

Sulla questione dei nomi non faccio una grossa questione, come non faccio una questinne di principio sulla legge Borghi-Codignola, in quanto ritengo che, essenzialmente, bisogna risolvere il problema: poi, con quale legge, a me non interessa, purchè si bandiscano i concorsi, si mettano a posto tutti glì Insegnanti, in modo da dare quell'ordine alla Scuola in Valle d'Aosta che le consenta di svolgere serenamente il proprio compito a favore degli allievi, a cui, pare, la Scuola sia destinata".

Mr. le Conseiller ANDRIONE déclare ce qui suit:

"Je crois que, pour dire des choses en partie exactes, Monsieur Cusumano a pris un pied un peu tordu parce que, si pour par ler du problème de l'enseignement, c'est-à-dire pour se plaindre de ce que plusieurs Professeurs ne sont pas titulaires de leurs chaires, on doit arriver à proposer au Conseil de voter une motion pour l'approbation rapide de la loi Codignola-Borghi, je crois que l'on confonde légèrement les choses.

Je voudrais me limiter maintenant à illustrer très brièvement quel est notre point de vue purement juridique en cette matière.

Avant tout, la proposition de loi Codignola - Borghi est fondée sur un équivoque. Dans la relation de cette loi à la Chambre des Députés il est en effet dit: "In attuazione dello Statuto la legge regionale 21 aprile 1959 n. 3 (celle que l'on appelle normalement "legge Bondaz") dettava norme per l'ordinamento delle Scuole materne, elementari e medie e del relativo personale, disponendo, fra l'altro, che il personale relativo ... ecc... Controversia tra Stato e Regione in materia: tale controversia avrebbe dovuto appunto essere superata dalla ricordata legge regionale n. 3 che realizzava un compromesso utile e accettabile per tutti".

En d'autres termes, la thèse de Messieurs Codignola et Borghi, du moins quand ils avaient présenté cette loi, était que, après l'abrogation du Décret-loi 11 novembre 1946 n. 365, serait restée en vigueur la loi régionale du 21 avril 1959, n. 3, c'est-à-dire la loi Bondaz.

Or, cette thèse est juridiquement infondée, même dans le texte, puisque la proposition Codignola-Borghi dit: "Il D.L.C.P.S. 11 novembre 1946 n. 365, contenente norme sull'ordinamento delle Scuole e del personale insegnante in Valle d'Aosta e sulla istituzione nella Valle stessa di una Sovraintendenza agli Studi è abrogato".

En effet, l'article 8 de ce Décret et l'article 8 de la loi Bondaz ont exactement le même contenu, c'est-à-dire qu'ils concernent tous les deux l'institution de la Surintendance aux Etudes. L'article 3 d'un côté et l'article 5 de l'autre, ont aussi le même contenu, parce que tous les deux disent que c'est la Région qui paye les Professeurs et les Instituteurs.

Or, à part cette question technique, il est évident qu'en abrogeant le Décret 11 novembre 1946 on abroge en même temps les dispositions de la loi Bondaz. Cela, je crois, est hors de discussion.

Mais, à part cette question, il y a une raison plus générale, c'est-à-dire que la loi Bondaz a comme présupposé, comme postulat nécessaire, l'existence de ce Décret, parce qu'il est évident qu'une Région peut légiférer en matière d'un personnel qui est normalement de l'Etat, seulement quand l'Etat a demandé à la Région de s'intéresser de ce personnel. Nous ne pouvons absolument pas penser de faire des lois en matière de magistrats ou en matière de bureaux fiscaux jusqu'à ce que l'Etat n'a pas transféré ses compétences à la Région.

Il est clair qu'en abrogeant la source, soit le D.L.C.P.S. 11 novembre 1946 n. 365, on fait le vide en matière de législation scolaire valdôtaine; on fait un vide qui est d'autant plus grave parce que, selon la loi Constitutionnelle du 26 février 1948 n. 4, dont en cette matière sont particulièrement importants les articles 2, 3 et 4, nous avons un pouvoir de légiférer primaire et secondaire et dans les matières où nous avons ce pouvoir de légiférer nous avons en plus le pouvoir administratif.

Or, il est évident qu'avec l'abrogation de la Surintandence aux Ecoles notre pouvoir administratif sur les écoles serait perdu. Le seul moven que nous avons pour exercer un pouvoir administratif effectif et réel sur les écoles c'est la Surintendance aux Etudes, soit un organe régional.

Quand, à la présence d'autres Messieurs parmi lesquels il y avait aussi Mr. Colombo, j'avais parlé de ceci avec Monsieur Codignola, un des présentateurs de cette loi, Monsieur Codignola, qui est très préparé en cette matière, m'avait donné raison. Je crois que Monsieur Colombo peut apporter son témoignage sur ce point.

Il faut donc faire attention parce que, à travers la suppression de la Surintendance aux Etudes, on arrive pratiquement à supprimer une grosse tranche du Statut.

Sur ce point on a parlé aussi (et je ne veux accuser évidemment personne de ceci), on a fait circuler la voìx d'un possible arrangement avec l'Etat, c'est-à-dire qu'on aurait nommé un Surintendant qui serait "Provveditore", dont le choix serait fait par Rome d'accord avec la Région.

Or, cela serait simplement impossible, parce que ou bien ce fonctionnaire, ce Surintendant ou Provveditore, est nommé par la Région, et alors ses compétences sont régionales, ou bien il est nommé selon les normes qui disciplinent la carrière des fonctionnaires de l'Etat, après avoir institué de nouveau le "92° Provveditorato di seconda classe", et alors la Région ne peut plus dire son mot en matière. En ce dernier cas il s'agirait d'un droit personnel que ce fonctionnaire a mûri pendant do longues années de carrière et, après avoir été nommé par décret du Conseil des Ministres, évidemment personne ne pourrait faire opposition à sa nomination.

Je veux encore souligner qu'en cette matière il faut distinguer celle qui est la question constitutionnelle de celle qui est la question purement syndicale. D'un côté nous avons nos droits autonomistes en matière d'école, de l'autre côté il y a la position économique et juridique du corps enseignant.

Cette position n'est pas toujours la même puisqu'elle change sì l'on considère la position des Instituteurs en comparaison de la position des Professeurs.

A ce sujet je crois que, à travers les journaux, les Instituteurs, dernièrement, auront pu s'apercevoir quelle est la différence entre la Vallée d'Aoste et le reste de l'Italie où, sur 7000 places d'Instituteurs, il y avait 138.000 concurrents, alors qu'en Vallée d'Aoste, même s'il y a quelques chômeurs, ce phénomène se présente dans des proportions bien inférieures, grâce vraiment aux dispositions du décret-loi 11 novembre 1946 n. 365.

La position des Instituteurs étant celle-là, il faut reconnaître que la position juridique des Professeurs est différente, parce qu'il n'y a pas la titularité de la chaire. Or, le gros problème à étudier, - problème que j'ai cherché à résoudre, peut-être par innocence ou par ingénuité, avec des pourparlers avec le Ministère et que je n'ai pas réussi à résoudre -, le gros problème à étudier est celui de résoudre la position juridique, la titularité des chaires des Professeurs.

Mais ce problème, selon notre avis, même si l'on veut faire une autre loi, doit être résolu à l'intérieur du système autonomiste, qui est constitué par le Statut et par le Décret-loi 11 novembre 1946 n. 365. Ce problème ne peut pas être résolu à travers la suppression d'une loi qui nous laisserait dans le vide juridique absolu, qui créerait de graves problèmes pour la carrière des Professeurs et Instituteurs qui actuellement sont en Vallée d'Aoste et qui serait, je le répète encore une fois, le commencement de la fin pour ce qui concerne l'enseignement de la langue française en Vallée d'Aoste.

Je crois que personne de bonne foi ne peut être d'accord sur ce text de loi; mais je crois aussi que tous ensembie nous pouvons faire un effort pour arriver à une proposition de loi, même sous forme d'amendement honnête, tenant compte des droits et des légitimes espoirs de certaines catégories, tienne compte également des droits que nous avons, nous autonomistes, en matière d'école".

Monsieur le Conseiller CAVERI fait la déclaration suivante:

"Messieurs les Conseillers,

On ne peut parler de la question de l'Ecole Valdôtaine si l'on ne relie cette question avec le problème de fond, le problème de la langue française et du patois franco-valdôtain.

La question de la langue française et du patois franco-valdôtain est la question fondamentale du peuple valdôtain. L'autonomie nous a été reconnue, bien que "obtorto collo", en suite aux invitations des trois gouvernements français, anglais et américain, essentiellement et surtout parce que notre Pays est un Pays francophone.

Si nous perdons la bataille de la langue française et du patois franco-valdôtain, nous risquons de perdre, un jour ou l'autre, notre autonomie et la Vallée d'Aoste redeviendra une Province ou une sous-Préfecture administrée par un fonctionnaire envoyé de Rome.

Comment peut-elle survivre et refleurir, la langue française en Vallée d'Aoste? Plusieurs sont les moyens de cette survivance et de cette renaissance, mais l'instrument le plus important est celui de l'Ecole Régionale Valdôtaine.

Si vous consentez, Messieurs les Conseillers, à briser cet instrument, en acceptant cette proposition de loi Codignola - Borghi, qui n'est rien d'autre qu'un projet de génocide, non sanglant mais d'autant plus perfide et machiavélique, nous commettez un délit de lèse Vallée d'Aoste, vous tuez l'esprit valdôtain; et nous aurons le droit alors de vous accuser de la plus grave trahison que l'on puisse accomplir à la perte du Peuple Valdôtain.

Depuis le XI siècle jusqu'en 1861, c'est-à-dire depuis la formation de la Patrie Valdôtaine jusqu'à la fondation du Royaume d'Italie, pendant huit siècles en Vallée d'Aoste la langue française a été la seule langue parlée et connue. La langue italienne n'a commencé à se diffuser, chez nous, que dans la deuxième moitié du XIX° siècle. La langue française est, chez nous, un quelque chose qui nous appartient selon le droit naturei et selon ce droit des gens qui se place bien au-dessus, bien plus haut, du droit positif.

Toutefois le droit positif aussi nous reconnaît et ratifie notre droit historique à la langue française, et c'est dans l'article 18 du Décret du 7 septembre 1945 n. 545, qui dit: "Nelle scuole di ogni ordine e grado esistenti nella Valle, all'insegnamento della lingua francese è dedicato un numero di ore settimanali pari a quello della lingua italiana. L'insegnamento di alcune materie può essere impartito in lingua francese.

L'insegnamento delle varie materie è disciplinato dalle norme e dai programmi in vigore nello Stato, con gli opportuni adattamenti alle necessità locali. Tali adattamenti, nonchè la determinazione delle materie da insegnare in lingua francese, sono effettuati da Còmmissioni miste, composte da rappresentanti del Ministero della Pubblica Istruzione e da rappresentanti del Consiglio della Valle.

Gli insegnanti delle scuole elementari e medie sono nominati dal Consiglio della Valle. Gli uni e gli altri devono possedere i titoli di studio prescritti dalle leggi dello Stato; gli Insegnanti delle scuole medie devono aver conseguito l'idoneità in un concorso generale per le scuole medie dello Stato".

Vu que le Décret législatif du Chef provisoire de l'Etat du 11 novembre 1946 n. 365, à l'article 1, transfère tout bonnement les écoles primaires et moyennes de l'Etat à la Vallée d'Aoste, et que selon l'article 8 le bureau du Proviseur romain aux études est supprimé, on inistitue la Surintendance aux Ecoles de la Vallée d'Aorte et on dit que la Vallée d'Aoste doit pourvoir à ce service par ses bureaux et par son personnel.

Il est donc évident que le Décret 11 novembre 1946 n. 365, ratifié come loi du Parlement, n'a fait qu'anticiper la délégation "in sede costituzionale" que l'Etat a faite à la Région sur les services de l'Etat par le Statut Spécial du 31 janvier 1948.

Cette délégation constitutionnelle de l'Etat à la Région Valdôtaine a été faite par les articles 2,3 et 4 du Statut. L'article 4 du Statut Valdôtain dit que la Région exerce les fonctions administratives sur les matières dans lesquelles elle a la fonction législative, selon les articles deux, trois, etc..etc..

Or, en ces articles 2 et 3 on nomme l'école technique-professionnelle et l'école moyenne, qui comprenait alors l'école moyenne inférieure et supérieure, et par conséquent il est clair et évident que le Décret n. 365 du 11 novembre 1946, approuvé en tant que loi par le Parlement, a été une norme de réalisation et d'exécution du décret 9 septembre 1945 n. 545 et une anticipation du Statut Valdôtain.

Il est aussi clair et évident que, son seulement il n'y a pas de contrastes entre le Décret n. 365 du 11 novembre 1946 et le Statut régional du 31 janvier 1948, mais qu'il y a une harmonie parfaite entre ces deux textes législatifs. Il en résulte que l'on ne peut abroger tout court le Décret n. 365 du 1946, sans porter atteinte au Décret 9 septembre 1945 n. 545, qui en a été la prémisse, et au Statut Valdôtain du 31 janvier 1948, qui en a été la con clusion logique sur le plan constitutionnel.

Si l'on abrogeait tout court le Décret n. 365 du 1946, le Statut serait mutilé de son instrument d'exécution; il y a en ces textes une logique de fer qui dépasse le plan chronologique.

Conclusion: sur le plan constitutionnel le projet de loi Codignola-Borghi est anti-statutaire, anti-autonomiste et inconstitutionnel.

Quelqu'un dira: il y a la question syndicale.

Nous répondons: il n'y a aucun contraste entre la question prioritaire des droits constitutionnels et les questions syndicales des Enseignants.

Je veux rappeler ce que nous avions dit dans une séance qui s'est déroulée, il y a plusieurs années, au Conseil Régional.

Monsieur Dujany, alors Conseiller, avait demandé des éclaircissements à l'Assesseur à l'Instruction Publique, alors Monsieur Berthet, et au soussigné, en tant que Président de la Junte, et nous pouvons lire dans le procès verbal de cette séance la réponse suivante: "Per quanto concerne la richiesta di chiarimenti fatta dal Consigliere Dujany in relazione alle incertezze e apprensioni di molti Insegnanti delle Scuole elementari circa la loro posizione giuridica ed economica, l'Assessore Berthet prega il Presidente della Giunta di voler rispondere al riguardo, onde dare maggiore importanza e conferma ufficiale a quanto egli stesso ha detto a più riprese agli Insegnanti e agli stessi Sindacati".

En cette occasion, à propos de ce qu'avait exposé Monsieur Dujany, j'avais déclaré que les incertitudes des Instituteurs n'avaient aucune raison d'étre, parce que la Région aurait toujours respecté le Statut régional. Je précisai que l'etat économique et juridique des Instituteurs régionaux était le même qu'avaient les Instituteurs de l'Etat, avec l'unique différence qu'en Vallée d'Aos te il y avait le Statut et j'ajoutai que l'intention de la Junte et du Conseil avait toujours été d'améliorer les conditions économiques des Instituteurs.

On ne peut pas douter aujourd'hui, en l'année de grâce 1967, qu'il y ait une amélioration remarquable, puisque la situation économique des Instituteurs en Vallée d'Aoste est très supérieure à celle des ínstiuteurs des autres Provinces de l'Etat, et je pense que Monsieur Andrione voudra hien vous en fournir les données nécessaires.

Du reste, même l'Assesseur Dujany peut dire quel est l'appointement d'un Instituteur de première nomination, quelle est l'indemnité de langue française, quel est l'appointement d'un Instituteur et quelle est son indemnité de langue française après un certain nombre d'années.

"On oublie, - je disais alors -, ou l'on feint d'oublier que l'article 5 du Décret 11 novembre 1946 n. 365 établit que la Région ne peut pas donner des appointements supérieurs à ceux fixés pour le personnel enseignant de l'Etat du même ordre et grade, de manière que l'obstacle est venu justement de cet Etat que certains Instituteurs invoquent tout moment".

Et je relatai, alors, qu'à l'Assemblée Constituante on avait discuté des Statuts régionaux et que Monsieur Di Vittorio avait fait une déclaration préliminaire én présentant un ordre du jour par lequel il demandait à l'Assemblée Constituante d'établir que les Régions n'auraient pu déroger aux conditions de travail et d'appointement des employés de l'Etat.

Mais Monsieur Corbino, libéral, avait répondu que la préoccupation de Monsieur Di Vittorio n'avait pas raison d'être, puisque l'on savait que les Régions avaient tendance à payer leurs employés beaucoup mieux que l'Etat ne payait les siens. Cette prévision de Monsieur Corbino s'est réalisée à la lettre, parce que tout le monde sait que les Instituteurs de la Vallée d'Aoste sont payés beaucoup mieux que les Instituteurs des Provinces d'Italie.

Monsieur Dujany et Monsieur Andrione pourront fournir les données nécessaires aux Conseillers régionaux pour éclaircir cette question.

J'avais fait observer, dans la même occasion, qu'à la suite de l'ordre du jour présenté par Monsieur Di Vittorio et après les observations faites à ce sujet, le Gouvernement et le Ministère de l'Instruction Publique avaient prétendu, avec beaucoup plus de rigueur, l'application de l'article 5 du Décret n. 365.

Je précisai aussi que les Instituteurs avaient obtenu de la Région des conditions plus favorables que les Instituteurs des écoles de l'Etat, puisqu'ils percevaient en plus, mensuellement, plus de 6.000 lires. Mais les 6.000 lires ont été amplement dépassées au jourd'hui.

J'informai qu'ayant eu l'occasion de m'entretenir avec des Institutrices en retraite, celles-ci m'exprimèrent leur amertume pour avoir oui dire qu'on aurait supprimé leurs pensions. A ce propos, je me rappelle qu'une Institutrice âgée, qui était une amie de ma mère, s'était présentée à moi et, au milieu des sanglots, m'avait demandé si c'était vrai qu'on n'aurait plus payé les pensions aux Insetutrices et que je m'étais demandé qui c'était qui racontait des bourdes du genre.

Je conclus alors en déclarant que la Région, bien loin de vouloir empirer les conditions économiques des Instituteurs, s'était efforcée et se serait toujours efforcée, comme elle s'est efforcée, de rendre toujours plus favorables les conditions des Instituteurs. J'ajoutai encore que cette propagande avait le seul but de soutenir le contraire de ce qui était en réalité, car les uniques obstacles ne venaient que de la loi de cet Etat qui était invoqué à tout instant par les Instituteurs.

En effet, l'article 5 du Décret 11 novembre 1946 n. 365 dit:

"Gli stipendi e gli assegni da corrispondersi al personale debbono essere, in ogni caso, non superiori a quelli corrisposti dallo Stato al personale statale delle scuole del corrispondente ordine e grado".

Eh bien, nous, nous avons toujours violé cet article, parce que en pratique, et je le répète pour la dernière fois, les Instituteurs de la Vallée d'Aoste reçoivent des traitements qui sont de beaucoup supérieurs au traitement des Instituteurs des autres Provinces de l'Etat.

J'estimai en concluant, qu'à la suite des éclaircissements que je venais de donner et des précisations que je venais de faire il n'y avait aucun doute qui pouvait subsister en ce qui concernait l'état juridique et économique des Instituteurs. Et Monsieur Berthet, alors Assesseur à l'Instruction Publique, m'avait remercié et avait confirmé ce que j'avais soutenu en cette occasion.

On dit que nous ne nous sommes jamais préoccupés de ce problème, on dit que nous ne nous sommes jamais préoccupés de l'état juridique et économique des enseignants; mais ceux qui disent cela doivent avoir une courte mémoire puisque, en ma qualité d'alors Président de la Junte, avec l'Assesseur Berthet et avec tous les Assesseurs qui se sont déroulés dans l'Administration régionale, plusieurs fois j'avais étudié ensemble aux Instituteurs ce problème. Entre autre, le 13 janvier 1951, j'avais reçu dans l'ancien Palais de l'Administration Régionale les représentants des Instituteurs avec lesquels j'avais concordé les adaptations nécessaires et suffisantes pour sauvegarder l'état juridique et économique des Enseignants. On traita alors des questions suivantes:

1) diritto di ricorso per tutti i casi previsti dalla legislazione scolastica al Ministero della Pubblica Istruzione;

2) pensioni statali;

3) libretto ferroviario;

4) ENPAS;

5) ENAM;

6) Case Incis;

7) Estensione automatica agli Insegnanti elementari della Regione di ogni eventuale futuro miglioramento, sia economico che di carriera, concesso dallo Stato;

8) consultazione dei rappresentanti del Sindacato per tutte le questioni inerenti la Scuola elementare, parallelamente a quanto avviene in campo nazionale;

9) rappresentanza attiva degli Insegnanti nella Commissione incaricata della stesura dei programmi annuali;

10) estensione automatica di tutti i benefici accordati e da accordare a tutti i dipendenti dell'Amministrazione Regionale, con particolare riguardo ad indennità speciali, compresa quella di riscaldamento.

Voilà les questions traitées, il y a 16 années, dans cette séance du 13 janvier 1951. Nous avions examiné toutes les questions relatives à l'état juridique et économique des Enseignants et nous avions été d'accord sur tous les dix points que je viens de nommer, sauf sur le premier, c'est-à-dire sur le droit de recours contre les décisions de l'Assesseur à l'Instruction Publique.

En suite à cela, somme malgré toutes ces assurances et malgré tous ces accords il y avait toujours des polémiques, le 27 décembre 1952 j'avais écrit une lettre à l'Avocat Sorrentino, qui connaissait très bien la question, puisqu'il était l'auteur du décret n. 365 du 1946, étant donné qu'il était le chef du bureau législatif de la Présidence du Conseil des Ministres lorsque Monsieur De Gasperi était Président du Conseil des Ministres.

Voilà le texte de cette lettre:

"Sono lieto che Ella accetti questo incarico da parte nostra. Desideravo vivamente di scriverLe al fine di esporLe il punto di vista mio e della Giunta, ma purtroppo i lavori incalzanti me lo avevano impedito.

Il Senatore Page mi dice di averLe comunicato una copia del memoriale Strumia. Tale esposto mi sembra tendenzioso, monco e poco convincente. Lo Strumia dimentica, o perlomeno cerca di parlare il meno possibile degli articoli 2, 3, e 4 dello Statuto; poi si rende conto che tali articoli stabiliscono in modo chiarissimo la competenza della Regione in tema di istruzione tecnico-professionale, materna, elementare e media.

A nulla vale obiettare che l'istruzione elementare e media è prevista all'articolo 3 e che tale articolo assegna alla Regione soltanto un potere normativo di integrazione e di attuazione.

L'articolo 4 assegna alla competenza amministrativa della Regione le materie nelle quali la Regione ha competenza normativa in base agli artt. 2 e 3, senza distinguere tra competenza primaria e competenza di integrazione.

L'infondatezza della tesi Strumia è dimostrata dalla assurdità evidente delle estreme conseguenze della tesi stessa. Infatti, il servizio delle Antichità e Belle Arti (lettera m) dell'articolo 3 dello Statuto) viene trasferito con l'articolo 5 del Decreto più volte citato. L'articolo 3 prevede le finanze regionali.

Ora, quella tesi Strumia ci verrebbe a negare, o quanto meno a limitare, la competenza amministrativa della Regione in materia di finanze regionali; ci verrebbe pure a negare tale competenza per l'assistenza e beneficenza, che pure è prevista all'art. 3, mentre nessuno ha mai sognato di contestare la competenza amministrativa della Regione in tema di assistenza e beneficenza.

Mi sembrerebbe quindi dimostrata l'infondatezza della tesi Strumia per quanto concerne l'art. 4 che, in relazione agli artt. 2 e 3, stabilisce la competenza della Regione in materia di scuole in un modo che non potrebbe essere più chiaro.

Se la Regione ha la competenza amministrativa per quanto concerne le scuole, mi sembrerebbe evidente che il relativo servizio debba considerarsi come trasferito dallo Stato alla Regione, così come sono stati trasferiti - (et ceci est un point très important, comme je dirai plus tard) - altri servizi attinenti alle materie assegnate dallo Stato alla Regione, in base alla legge costituzionale del 31 gennaio 1948. Quindi, in Valle d'Aosta le scuole non sono statali, ma regionali.

Taluno riconosce la competenza alla Regione in materia scolastica, ma afferma che la Regione amministra le scuole di Stato. Mi sembrerebbe una contraddizione in termini.

Lo Strumia dà un grande valore alla soppressione dell'art. 40 dello Statuto. Mi parrebbe che tale argomento vada troppo oltre la tesi avversaria, poichè, siccome tale articolo, poi soppresso, prevedeva la Sovraintendenza agli studi, si dovrebbe allora, in base alla tesi Strumia, negare la competenza alla Sovraintendenza regionale degli studi, che invece non è contestata da nessuno.

La realtà è molto semplice: alcuni membri della Costituente, sobillati da un gruppo di insegnanti (ma sobillati sopratutto - dico io - dal Ministero della Pubblica Istruzione), per malintese ragioni di una pretesa difesa dell'italianità della Valle di Aosta, hanno cercato bensì di demolire la portata degli articoli 38, 39 e 40 dello Statuto, ma si sono dimenticati, per nostra ventura, (i costituenti, i vari Franceschini, Bettiol, Mortati e compagnia bella) di aver ormai votato gli articoli 2, 3 e 4 dello Statuto, che confermano, in modo indubbio, il predetto Decreto Presidenziale n. 365.

Lo Strumia e i suoi amici oppongono le rivendicazioni degli insegnanti o, perlomeno, di un gruppo di essi. Ora, la Regione è disposta a venire incontro a tali richieste, e infatti ha enunciato parecchie proposte concrete al riguardo (et j'ai rappelé les propositions du 1951), ma non consente che si confondano questioni di natura sindacale con questioni preminenti e prioritarie di diritto costituzionale. Ci sembra che tali ultime questioni possono essere discusse fra lo Stato e la Regione".

Voilà qu'est-ce que j'écrivais à Monsieur Sorrentino le 27 décembre 1952.

Monsieur Sorrentino, avec sa compétence habituelle, après avoir étudié le problème, nous a donné son avis par cette lettre:

"Roma 5 marzo 1953 - Al Signor Presidente della Valle d'Aosta - Con Decreto legislativo 11 novembre 1946, n. 365, furono dettate norme sulle Scuole elementari e medie della Valle d'Aosta e sulla istituzione nella Valle stessa di una Sovraintendenza agli studi. Il Decreto prevedeva il trasferimento alle dipendenze della Valle delle Scuole elementari e medie, di qualsiasi ordine e tipo, la istituzione di ruoli regionali per gli insegnanti delle scuole predette, gli ispettori scolastici, i direttori didattici, i capi di istituto, nonchè la istituzione di uno speciale organo regionale in sostituzione del Provveditorato agli Studi. Si provvedeva, in tal modo, all'attuazione del Decreto legislativo 7 settembre 1946, n. 545, che aveva istituito il primo ordinamento autonomo su base regionale della Valle d'Aosta e chc aveva attribuito alla medesima competenza amministrativa in materia, tra l'altro, di istruzione elementare e media (art. 4).

Si domanda ora - (et c'était nous qui le demandions) - se le disposizioni del Decreto legislativo del 1946, e in particolare la istituzione dei ruoli separati, siano tuttora in vigore o debbano, invece, considerarsi abrogate, perchè incompatibili con le sopravvenute norme statutarie sulla Valle d'Aosta.

Il quesito mi pare debba essere risolto senz'altro in senso negativo. Su questo punto non vi è contrasto, ma coincidenza tra il Decreto legislativo 7 settembre 1945, le cui norme trovarono poi attuazione con il Decreto del 1946 e successivamente con lo Statuto. L'uno e l'altro deferiscono alla Regione le funzioni amministrative in materia di Scuole elementari e medie; anzi, la competenza della Valle è stata ampliata dallo Statuto, con l'attribuzione di funzioni legislative, sia pure limitate, in parte, alla attuazione ed integrazione della legge dello Stato.

Il contenuto delle funzioni amministrative deferite alla Regione significa la sostituzione di essa Regione allo Stato e alle funzioni a questo proprie, come, con maggior chiarezza, espresso dall'analogo articolo 13 del contemporaneo statuto del Trentino Alto Adige.

Se perciò, per effetto della cennata devoluzione di competenza, la Regione nei confronti delle Scuole elementari e medie deve intendersi sostituita allo Stato, ne deriva logicamente che le Scuole predette devono divenire istituzioni regionali, istituzioni della Regione.

Ammettere che la Regione amministri le Scuole e che, ciò nonostante, esse restano statali, significa arrivare all'assurda conseguenza che organi dell'ente superiore siano sottoposti a disciplina da parte dell'ente inferiore, sulla base di poteri che questo esercita in proprio e non quale organo del primo.

Del resto, questa è l'interpretazione finora data nell'applicaztne dello Statuto della Valle d'Aosta e delle altre Regioni ad Ordinamento autonomo a proposito dell'attribuzione ad esse delle funzioni amministrative".

A ce point, je laisse de lire ce qu'a dit Monsieur Sorrentino de la Sicile et des sentences de la Haute Cour pour la Région Sicilienne, parce que ce discours nous porterait trop loin, et je continue la lecture de cette lettre en ce qui concerne la Vallée d'Aoste:

"È stata addotta la differenza di competenza legislativa attribuita alla Regione dagli articoli 2 e 3 dello Statuto in materia, rispettivamente, di istruzione tecnico-professionale e di istruzione materna, elementare e media; legislazione cosiddetta esclusiva nella prima, limitata alle norme di integrazione e di attuazione di leggi della Repubblica la seconda.

L'argomento non sembra pertinente. Diversa cosa è la competenza legislativa, diversa cosa è la competenza amministrativa. La prima può appartenere integralmente allo Stato; anzi, in via generale gli appartiene integralmente, senza che perciò la funzione amministrativa non possa essere devoluta ad un altro ente. E; proprio a proposito della Valle d'Aosta, si è già visto che, in base all'ordinamento del 1945, che pur non le assegnava alcuna funzione legislativa, le furono trasferite le Scuole elementari e medie, allo stesso modo che in passato le Scuole elementari e i relativi Insegnanti erano amministrati dai Comuni, anche se la disciplina legislativa veniva emanata esclusivamente dallo Stato. - (Contre ces raisonnements il n'y a rien que l'on puisse opposer parce que ce n'est que de la logique, ce n'est que l'application élémentaire des lois). -

È ovvio che, in tale caso, l'esercizio della funzione amministrativa debba avvenire nell'ambito delle leggi dello Stato, ma da ciò non può desumersi che il carattere statale delle Scuole e la dipendenza dallo Stato degli Insegnanti non possano, le une e gli altri, trasferirsi alle dipendenze della Regione, che proprio nella legge dello Stato è stato in concreto attuato il trapasso stesso.

L'attribuzione alla Regione di una competenza legislativa, sia pure limitata, in materia, rende ancora più evidente il rilievo sopraddetto: sarebbe inconcepibile che istituzioni e personale dello Stato, cioè dell'Ente superiore, possano essere disciplinati con disposizioni legislative emanate dalla Regione, cioè da un ente al primo subordinato".

Maintenant, je vous fais grâce de ce qui suit, parce que je ne veux pas ennuyer les Conseillers régionaux et je passerai cette lettre à Mr. l'Assesseur à l'Instruction Publique, même si je pense que celui-ci, peut-être, possède déjà le texte de l'avis de Monsieur Sorrentino. Je dois cependant vous dire que sur cet argument nous n'avons pas seulement demandé l'avis à Monsieur Sorrentino, ancien chef du bureau législatif de la Présidence du Conseil, mais que nous avons demandé un avis aussi à un éminent juriste, qui a été Président du Sénat.

Cet ancien Président du Sénat m'avait prié alors, en 1953, de ne pas révéler son nom. Je maintiens la promesse, même si le nom de cet ancien Président du Sénat est devenu un peu de domaine public. Eh bien! aussi cet éminent juriste, spécialiste en droit constitutionnel, ancien Président du Sénat, à propos de cette question disait:

"La risposta al quesito se in base alle disposizioni dello Statuto Speciale della Valle d'Aosta l'amministrazione delle scuole materne, elementari, e medie sia passata dallo Stato alla Regione, non può, a mio avviso, che essere affermativa. In conformità all'articolo 118 della Costituzione, l'articolo 4 dello Statuto Speciale dispone che la Regione della Valle d'Aosta esercita le funzioni amministrative sulle materie nelle quali ha potestà legislativa, e in queste materie è compresa l'istruzione materna, elementare e media, ai sensi della lettera d) dell'articolo 3 dello Statuto.....

Per quanto riguarda la Valle d'Aosta, le modalità del trapasso dell'amministrazione scolastica, elementare e media dallo Stato alla Regione furono stabilite con Decreto legislativo 365, col quale fu dettata una compiuta disciplina di coordinamento.....

Facendo leva su una pretesa incompatibilità tra le disposizioni del decreto del 1946 e quelle dello Statuto Speciale, da taluni viene sostenuta la tesi secondo cui il Decreto 365 del 1946 sarebbe stato abrogato per effetto dell'entrata in vigore dello Statuto Speciale. Gli argomenti che si adducono in proposito non sono fondati.

Va rilevato, anzitutto, che la pretesa incompatibilità non sussiste, giacchè lo Statuto ha riservato espressamente alla Regione funzioni amministrative in tema di istruzione materna, elementare e media e, se è vero che in questa materia la Regione ha potestà legislativa solo di integrazione e di attuazione delle leggi dello Stato (articolo 3), ciò non autorizza a ritenere che i limiti posti dalla competenza normativa incidano sull'esercizio delle funzioni amministrative, in mancanza di specifiche disposizioni che ne circoscrivano l'ampiezza del contenuto.

Del pari inconsistenti gli argomenti che si imperniano sui lavori preparatori, sulle discussioni svoltesi in seno all'Assemblea Costituente, che portarono alla soppressione dell'articolo 40 del progetto di Statuto Speciale riproducente, nelle sue linee essenziali, l'ordinamento amministrativo creato col decreto del 1946.....

Come si rileva dai verbali delle sedute del 30 gennaio 1948, la soppressione dell'articolo 40 (vedasi in particolare l'intervento dell'On.le Franceschini) fu determinata dalla preoccupazione dei Costituenti di tradurre in una norma dichiarata costituzionale i principi consacrati nella legge contingente destinata forse ad essere confermata per lunghi anni.

Non sembra dubbio, pertanto, che allo stato attuale delle cose, la Regione della Valle d'Aosta abbia piena autonomia in materia scolastica".

Je ne vous lis pas la dernière page de cette lettre, dont je communiquerai aussi le texte à l'Assesseur à l'Instruction Publique.

Sur cet argument nous avons encore un troisième avis d'un autre grand juriste, c'est-à-dire de l'Avocat Leopoldo Piccardi, dont je ne vous lis pas le texte, parce que je ne veux pas être trop long.

Je veux enfin donner lecture, en relation à certaines polémiques à caractère personnel qui ont été soulevées ces derniers temps, d'une copie d'une lettre que j'avais adressée à Monsieur Chabod le 13 janvier 1958.

Nous étions à la veille des élections politiques du 1958; Monsieur Chabod avait proposé de rédiger "i quaderni del Leone"; il avait préparé un premier livre, il m'en avait envoyé les "bozze"; je n'étais pas satisfait de ce que disait Monsieur Chabod à propos de l'école et c'est ce que je lui écrivis:

"A me pare che la composizione dei capitoli possa benissimo essere fatta in modo sciolto, così avremo il tempo di fare delle aggiunte man mano che l'evolversi della situazione e il fattore tempo ce lo consentiranno. Pongo però una condizione: noi della Union Valdôtaine riteniamo che i ruoli nazionali costituiscano una gravissima violazione dello Statuto regionale.

Sono contrarissimo alla interpretazione dell'On.le Scalfaro, che considero infondata sulla scorta di pareri di giuristi di prima grandezza. È questo un grosso guaio, poichè, se rimanessero quelle tali prese di posizione (c'étaient les prises de position de Mr. Chabod) nell'opuscolo "Ostruzionismo di maggioranza", mi vedrei costretto a ritirare lo mie pagine, che ihtanto ti mando allegate alla presente.

Per quanto riguarda lo Statuto, noi dell'Union Valdôtaine la pensiamo come quel Papa:"simul stabit simul cadet".

La presa di posizione antiautonomista di certi Insegnanti, e di riflesso di alcuni Partiti, sia per mancanza di un vero spirito autonomista sia per preoccupazioni elettoralistiche, è stata determinata da molte cause:

1°) subdola campagna nazionalista o centralista del Governo romano e particolarmente del Ministero della Pubblica Istruzione e di varie organizzazioni, quali la Dante Alighieri. Sono stati spesi fondi ingenti; sarà bello tacere al riguardo;

2°) la mancanza di tatto del Senatore Page, che ha contribuito ad esacerbare gli animi;

3°) persistenti residui di mentalità nazionalista e fascista pervicacemente ancorate nelle circonvoluzioni cerebrali (termine onorifico) di molte persone valdostane e non valdostane;

4°) politica persecutoria e ad personam di alcuni dirigenti.

Tu comprenderai perfettamente le ragioni di questo nostro atteggiamento, poichè la parte più importante del nostro programma è costituita proprio dalla difesa degli interessi linguistici, e pertanto della Scuola, che sarà valdostana solo se sarà regionale al 100%. I diritti e gli interessi degli Insegnanti possono essere tutelati benissimo anche nella Scuola regionale; si tratta solo di buona volontà.

Domani ti darò la relazione su quanto proponeva il Senatore Bergman".

Je me permets de vous lire, encore, une dépêche que j'avais envoyée à Monsieur Moro, à tous les Ministres et à tous les Secrétaires de Parti, lorsque nous avions su qu'on proposait cette néfaste loi Codignola-Borghi.

Je disais dans cette dépêche:

"Anche at nome Giunta Regionale, esprimo mia dolorosa sorpresa et mio profondo rammarico per approvazione, in sede Commissione Pubblica Istruzione Camera Deputati, proposta di legge Codignola-Borghi, gravemente lesiva competenza amministrativa et legislativa Regione Autonoma Valdostana in materia di Scuola et altresì lesiva articolo 6 Costituzione Repubblica.

Viene così ancora una volta violato Statuto Speciale Valle d'Aosta, che valdostani tutti considerano solenne impegno dello Stato Italiano nei confronti del Popolo Valdostano. Deferenti ossequi".

Voilà, je suis presque à la fin.

Moi je veux prier les Conseillers régionaux de penser et de méditer un moment à ceci: le Décret 365 du Chef Provisoire de l'Etat a transféré de l'Etat à la Région le service de l'école.

Par un Décret successif, c'est-à-dire par Décret n. 532 du 23 décembre 1946, on a transféré à la Région tous les autres services, tels que les services de la Préfecture, de l'Inspectorat Agraire, de l'Inspectorat Forestier, de la Chambre de Commerce et les services sanitaires.

Il 1° comma del Decreto legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 23 dicembre 1946, n. 532, recita infatti:

"L'Ufficio sanitario provinciale di Aosta, l'Ispettorato provinciale di agricoltura di Aosta, il Comando gruppo del Corpo delle foreste di Aosta, l'Ufficio provinciale del commercio e dell'industria di Aosta, sono soppressi".

C'est la même expression qui est contenue dans le Décret n. 365, qui à l'article 3 dit:

"Il Provveditorato provinciale agli studi di Aosta è soppresso".

Mais pourquoi on disait tout cela? Parce que l'Etat, vu que il y avait l'Autonomie, passait ces services à la Région. Et alors, quelle est la conséquence? La conséquence que nous pouvons tirer est la suivante: que demain il suffit qu'un Député, - je ne veux pas même dire de quel Parti, parce que nous ne sommes pas ici pour faire de la politique de parti, mais nous sommes ici pour défendre un pilier de l'Autonomie valdôtaine -, il suffit qu'un Député du Parti A se mette d'accord avec le Député du Parti B pour faire d'autres lois Codignola-Borghi, avec un article unique: "È abrogato il Decreto 532 del 1946", et voilà que l'Autonomie est détruite.

Ceci serait absurde, parce que ces délégations de pouvoirs de l'Etat à la Région ont été faites par un Statut Spécial, par une loi constitutionnelle et c'est inconstitutionnel de vouloir déroger une loi constitutionnelle par des lois ordinaires, fussent elles même d'un seul article, comme la loi Codignola-Borghi.

Pour cette raison nous devons nous demander: sommes-nous encore autonomistes, oui ou non?

Si nous sommes encore autonomistes nous devors nous battre pour tout ce que l'Etat a transféré à la Région par le Statut Spécial de la Vallée d'Aoste, soit par une loi constitutionnelle.

Je termine en disant que nous, nous avons eu l'honneur de stopper la loi Codignola-Borghi dans le printemps de l'année dernière, grâce à l'appui du Député Gex, du Sénateur Chabod et des Sénateurs du Groupe communiste et que, encore dernièrement, nous avons arrêté au Sénat cette loi Codignola-Borghi grâce à l'appui du Groupe communiste.

Par ces déclarations, je ne fais pas la réclame aux Sénateurs communistes, je constate un fait: comme je constate aussi, objectivement et loyalement, que le Sénateur Chabod s'est associé dans cette action pour ne pas permettre que la loi Codignola-Borghi soit approuvée définitivement par le Sénat. Je ne partage pas entièrement certaines choses qui ont été dites par le Sénateur Chabod, mais ce sont des détails. Vous savez combien nous de l'Union Valdôtaine nous ne partageons pas aujourd'hui l'orientation politique du Sénateur Chabod, mais, même en tant qu'adversaires politiques, divisés par une barricade, loyalement nous devons reconnaître que le Sénateur Chabod s'est battu pour la défense de l'école valdôtaine et régionale.

Je veux encore faire un appel aux Conseillers régionaux, au Conseil Régional, afin que l'on veuille méditer avec pondération sur ce problème et afin qu'on veuille se rendre compte qu'ici il s'agit de défendre l'Ecole Régionale Valdôtaine, c'est-à-dire un pilier fondamental de notre Statut.

Je veux mettre en garde, comme j'ai déjà dit, les Conseillers régionaux daus ce sens: qu'avec ce système demain on pourra, "con una piccola leggina ordinaria di un solo articolo", abroger tous les passages de services de l'Etat à la Région qui ont été faits par le Statut, soit par une loi constitutionnelle.

Ce mécanisme de la loi Codignola-Borghi nous avons le droit de faire tout le possible de le briser, - parce que ce mécanisme est éminemment dangereux -, si nous voulons conserver et défendre l'autonomie de la Vallée d'Aoste".

Il Consigliere GERMANO dichiara quanto segue:

"Io farò un intervento breve, perchè molte questioni sono già state illustrate dall'On.le Caveri.

Io credo che, per comprendere bene il problema della legge Codignola-Borghi, sia necessario partire dal punto in cui ha terminato il suo intervento l'On.le Caveri, vedere cioè (e questo lo dico anche per i presentatori della mozione, che, certamente, non hanno tenuto conto di questi aspetti) vedere cioè come si è formata l'Autonomia valdostana.

L'Autonomia valdostana si è formata in modo diverso dalle altre Regioni autonome. Noi abbiamo avuto il Decreto Legislativo Luogotenenziale 7 settembre 1945, il quale stabiliva che determinati servizi fossero trasferiti dallo Stato alla Regione. Al punto 4 dell'articolo 12 tale Decreto prevedeva la competenza amministrativa della Regione in materia di istruzione elementare e media; all'articolo 13 stabiliva che "le modalità dell'assunzione da parte della Valle dei servizi indicati nell'articolo precedente saranno determinate con separati provvedimenti legislativi". Il Decreto n. 365 è uno di questi; il Decreto n. 532, citato dall'On.le Caveri è un altro ancora.

Bisogna subito dire, tanto per stabilire i tempi, che, dal 1945 al 1948, non tutti i servizi previsti nel Decreto Legislativo Luogotenenziale 7 settembre 1945, n. 545, sono stati trasferiti alla Regione: si era cominciata già fin d'allora una prima restrizione.

Lo Statuto, poi, aveva sancito il trasferimento di questi servizi ed aveva previsto per alcune materie riconosciute non ancora trasferite alla Regione da leggi dello Stato, - come per esempio per la zona franca e per l'ordinamento finanziario (problemi che non sono ancora stati risolti), - che tale trasferimento sarebbe stato fatto poi con leggi ordinarie dello Stato.

Anche nel periodo successivo al 1948 abbiamo, però, dovuto constatare che l'atteggiamento dei Governi che si sono succeduti è sempre stato restrittivo: prendiamo il solo esempio della zona franca, di cui non abbiamo ancora oggi la legge di attuazione.

La formazione delle autonomie delle altre Regioni è avvenuta invece in un modo diverso, perchè nelle altre Regioni si è prima stabilita la linea programmatica dello Statuto e poi sono venute le norme di attuazione ed il conseguente trasferimento dei servizi. Per la Scuola, che rappresenta uno dei nostri casi tipici, il trasferimento dei servizi era già avvenuto con il Decreto n. 365 del 1945 ed è stato codificato, in seguito, dagli articoli 2, 3 e 4 dello Statuto regionale.

Successe poi (e io credo che sia questa l'origine della non definita situazione scolastica regionale) che l'Assemblea Costituente, - e io non sto a giudicare se giustamente o ingiustamente -, non approvò quell'articolo 40 che prevedeva la regolamentazione giuridica dei ruoli regionali. Dalla mancata approvazione di detto articolo penso che derivi l'insoddisfazione di determinate categorie di Insegnanti, insoddisfazione che poggia su motivi che sono validi, quali le cattedre non coperte da concorso, i comandi e aitre questioni legate allo stato giuridico degli Insegnanti stessi.

Occorreva però (e questo era anche stato detto nel corso della discussione del nostro Statuto) che una legge ordinaria dello Stato regolasse queste questioni, in modo da superare il danno o l'arresto o la non risoluzione di problemi che derivavano dalla soppressione del sopracitato articolo 40 dello Statuto.

Il fatto è che questa legge, dal 1948 ad oggi, non è mai stata fatta e noi riteniamo che questo sia dovuto a mancanza di volontà e di interesse a risolvere la questione da parte dei diversi Ministri della Pubblica Istruzione. Io non sto ora a ripetere quanto hanno detto il Consigliere Andrione e l'On.le Caveri; ma il fatto è che mai si è voluto fare questa legge che regolasse le questioni pendenti, che costituiscono un danno, se vogliamo, per le categorie interessate.

A questo punto, in questo contesto, la legge Codignola-Borghi crea il vuoto; come diceva testè il Consigliere Andrione; se passerà la legge Codignola-Borghi, la Scuola valdostana ritornerà statale; la Regione non avrà più alcuna competenza in tale materia, come le Provincie di Agrigento o di Vercelli o di Verona. Cioè, perderemo tutti i diritti che ci derivano dallo Statuto sul problema della Scuola.

Non c'è nessuno che possa contestare questo fatto, anche se nella relazione al disegno di legge in questione si usa quel linguaggio subdolo che ha sottolineato il collega Andrione.

E badate che il perdere una fetta della nostra Autonomia sul terreno della Scuola sarebbe molto grave, perchè, per le sue conseguenze, soprattutto per quanto riguarda l'insegnamento della lingua francese, toglierebbe a noi uno dei motivi di fondo per cui abbiamo avuto l'Autonomia, per cui abbiamo avuto lo Statuto Speciale.

È chiaro che noi siamo contrari, decisamente contrari, al progetto di legge Codignola-Borghi, e che noi faremo tutto quanto rientra nelle nostre possibilità per impedire l'approvazione del progetto di legge Codignola-Borghi nella sua attuale formulazione. È chiaro però che noi siamo, nel contempo, sensibili ai problemi dello stato giuridico ed economico della categoria insegnante.

Perciò, noi abbiano preparato una serie di emendamenti che saranno presentati al Senato per risolvere questi aspetti della questione, se la legge Codignola-Borghi andrà avanti, e che verranno successivamente presentati alla Camera come vero e proprio progetto di legge. In questo progetto di legge sarà riconfermata la competenza legislativa e amministrativa della Regione sulla scuola e, nel contempo, saranno poste a soluzione le questioni che sono tuttora in discussione con gli Insegnanti.

A questo punto, io ritengo ancora opportuno, - anche se annoio l'Avvocato Bionaz -, insistere per un'azione unitaria di tutto il Consiglio allo scopo di raggiungere una soluzione del problema di cui si tratta. Non si dovrebbe in questo caso cercare subdolamente di fare passare la legge Codignola-Borghi, ma si dovrebbe, tutti assieme, fare in modo che, con un progetto di legge ordinaria, si risolvano i problemi ancora insoluti della Scuola valdostana.

Si dovrebbe fare in modo che questo progetto di legge approvato dal Consiglio venisse inoltrato alle Camere, per la sua approvazione, e che si facesse, tutti assieme, un passo presso i Gruppi parlamentari perchè esso non vada a finire nei cassetti, ma vada avanti.

Si tratta, infatti, di un problema che ha degli aspetti statutari, di fondo, importanti, che ha anche degli aspetti di carattere sindacale, che noi non possiamo trascurare - dico noi, come nostra parte - e che nessun Gruppo consiliare, ritengo, possa trascurare. Questo è il nostro pensiero sulla materia".

Il Consigliere BERTHET dichiara quanto segue:

"Si è parlato, da parte di qualcuno, di un braccio di ferro fra lo Stato e la Regione per questo così delicato problema della Scuola. Io non sarei proprio di questo parere, perchè, sì, ci sono state delle discussioni tra lo Stato e la Regione in questa materia, ma io direi piuttosto, per obiettività, che c'è stato un braccio di ferro tra la Regione e gli Insegnanti, i quali avevano ricorso al Ministero della Pubblica Istruzione per tutelare i loro interessi. Evidentemente, si tratta, in gran parte, di Insegnanti che avevano vinto un concorso statale e volevano, pertanto, difendere i loro diritti acquisiti.

Si è anche detto che qualcuno ha fatto le spese di questa contesa, soprattutto i bimbi dei poveri. Io mi permetto di contestare anche questa affermazione, perché non è assolutamente vero che i ragazzi della Valle d'Aosta abbiano subito qualche cosa di negativo da parte della Scuola valdostana.

Gli Insegnanti improvvisati! Sì, qualcuno, qualche giovane; però dobbiamo dare atto, ufficialmente, che la Scuola valdostana ha funzionato sempre bene, anche se ci sono state delle fratture e dei contrasti.

Dal punto di vista didattico, dobbiamo dire che il Corpo insegnante ha sempre fatto il suo dovere, anche perché l'orario scolastico in Valle d'Aosta è sempre stato continuo. Non ci sono mai stati i vari turni in Valle d'Aosta, fatto che dobbiamo invece rilevare nelle altre Regioni. Dobbiamo dare atto della serietà con la quale il Corpo insegnante si è comportato nei riguardi dei ragazzi, Corpo insegnante al quale abbiamo chiesto di compiere uno sforzo considerevole per adattare i programmi alle esigenze dello Statuto regionale.

Come conferma di questo fatto, io potrei anche aggiungere che i bocciati e i rimandati dalle scuole valdostane vanno fuori della Valle e sono promossi: questa è una sacrosanta verità. E poi basta guardare i giudizi dei Commissari d'esame per la licenza liceale, per 1'abilitazione magistrale e dell'Istituto Tecnico; noi vediamo che la percentuale dei promossi nelle scuole della Valle di Aosta è sempre assai elevata, dell'ordine del 90-95%. Il che significa che i ragazzi che hanno frequentato la Scuola valdostana non hanno subìto per nulla dei disguidi, oppure dei torti, per questa situazione che si trascina da troppi anni.

La situazione scolastica della Valle d'Aosta nel campo dell'insegnamento del francese è la seguente: mai nessuno (sono stato per 10 anni Assessore alla Pubblica Istruzione) mai nessuno degli Insegnanti si è dichiarato contrario all'insegnamento del francese. Ci furono, è vero, delle difficoltà all'inizio: gli Insegnanti che non se la sentivano di insegnare francese, che non hanno voluto affrontare questo sforzo, hanno chiesto di andarsene; e ricordo benissimo che oltre 70 Insegnanti elementari sono andati via dalla Valle, favoriti in questo anche dal Ministero della Pubblica Istruzione, lasciando liberi dei posti per i giovani Insegnanti della Valle.

Gli Insegnanti, quindi, non si sono mai lamentati; anzi, ad onor del vero, si sono sempre dichiarati favorevoli di accettare i programmi scolastici della Valle d'Aosta.

Il tormento degli Insegnanti, il pensiero che ha conturbato la loro vita è piuttosto un altro: è il pensiero della loro posizione giuridica.

Ora, si sono date a più riprese delle assicurazioni che nel campo giuridico i loro diritti sacrosanti sarebbero stati rispettati. Anche l'Avvocato Caveri vi parlò testè di diversi colloqui e contatti avuti con i Sindacati degli Insegnanti.

Gli stessi contatti furono tenuti anche dal Presidente Bondaz, tanto è vero che, ad un certo momento, venne costituita una specie di Consulta degli Insegnanti, perchè era necessario risolvere ad ogni costo questo problema, e, attraverso, dei pourparlers, che durarono ben quattro anni, con dei funzionari messi a disposizione dal Ministero della Pubblica Istruzione (cito il Prof. Giannarelli, che era il capo dell'Ufficio legislativo del predetto Ministero), si giunse alla legge regionale del 21 aprile 1959 n. 3.

A proposito di questa legge regionale, vorrei fare alcune osservazioni. Da parte dell'amico Germano è stato detto, poco fa, che bisogna fare una nuova legge. Ma la legge ce l'abbiamo, ma la legge del 21 aprile 1959 deve essere riconosciuta dallo Stato. Facciamo le norme di attuazione di questa legge, e così la legge Codignola-Borghi cadrà. Gli Insegnanti sono d'accordo; d'altra parte, tutti noi l'abbiamo votata questa legge, dal primo all'ultimo.

La figura del Sovraintendente rgionale è salva e, quindi, la posizione della Scuola valdostana va règolarmente a posto.

I Sindacati sono perfettamente d'accordo, il Ministero della Pubblica Istruzione è d'accordo, tutto il Consiglio di allora era d'accordo! Cosa dobbiamo fare d'altro? Applichiamo questa legge, facciamo le norme di attuazione di questa legge, ed ecco che i diritti degli Insegnanti e la tranquillità della Scuola vengono rispettati.

Io non voglio tediarvi oltre; voglio soltanto ribadire che questo è un problema che va ormai risolto, nell'interesse della categoria degli Insegnanti e nell'interesse (mi richiamo a quanto diceva l'amico Cusumano all'inizio) del buon funzionamento della Scuola".

Monsieur le Conseiller ANDRIONE demande à Monsieur le Conseiller Berthet de bien vouloir lui éclaircir s'il propose que la loi Bondaz soit approuvée par la Chambre des Députés et par le Sénat comme une loi de l'Etat, qui substitue le Décret 11 novembre 1946 n. 365.

Mr. le Conseiller BERTHET précise que sa proposition tend à faire approuver la loi Bondaz comme loi de l'Etat, cependant dans le respect du. D.L.C.P.S. 11 novembre 1946 n. 365, de manière à faire tomber la loi Codignola-Borghi.

Mr. le Conseiller ANDRIONE prend acte de cette proposition de Mr. Berthet.

Il Consigliere CUSUMANO dichiara quanto segue:

''L'Avvocato Caveri ci ha dottamente esposto come il problema fino adesso è stato non risolto con legge, contro-leggi, regolamenti, contro-regolamenti. A me sembra però che, se si vuole risolvere questo problema, inevitabilmente bisogna arrivare al fifty-fifty, come si suol dire; cioè in parte accogliere le ragioni dello Stato e in parte fare valere i diritti della Regione.

Sarà una forma semplicistica di composizione della controversia questa; ma, come ho detto, io non faccio questioni di diritto, perchè non sono un Avvocato. So, tuttavia, che quando si vuole risolvere un problema bisogna arrivare ad un compromesso ed il compromesso potrebbe essere fatto, in questo caso, sulla base del 50%, oppure sulla base posta dal Consigliere Berthet.

Sulla questione dei ruoli statali, non vedo come questi ruoli possano intaccare l'autonomia regionale, visto che i ruoli statali sono richiesti dalla grandissima parte degli insegnanti. D'altra parte (e con questo non voglio mettermi a fare il sindacalista degli Insegnanti, perchè non è il mio mestiere) io penso che gli Insegnanti abbiano interesse per i ruoli statali e non per i ruoli regionali, perchè oggi c'è un movimento continuo di gente che va e che viene dalla Valle d'Aosta. E, fra questa gente, vi sono anche degli Insegnanti, i quali hanno certamente tutto l'interesse a poter trasferirsi facilmente e a poter fare carriera sia in Valle d'Aosta, sia fuori della Valle d'Aosta, in modo che la loro carriera non sia limitata ad una parte sola dello Stato.

Inoltre, tutti sanno che, a causa della mancata soluzione del problema della Scuola in Valle d'Aosta, non è stato ancora nemmeno possibile applicare la famosa legge Belisario, che darebbe una sistemazione giuridica agli Insegnanti.

Perciò, dopo aver ribadito che io non faccio questioni di principio sulla approvazione o no della legge Codignola-Borghi, perchè, oltretutto, non sono un esperto di materie giuridiche; torno a ripetere che a me sta solo a cuore che si trovi effettivamente nel corso di questa legislatura , - nel modo in cui i Consiglieri socialisti si sono impegnati o nel modo poc'anzi proposto dal Consigliere Berthet -, una soluzione al problema della Scuola valdostana, affinchè si esca finalmente da questo stato di incertezza che, a mio avviso, torna a danno specialmente di quelli a cui la Scuola è destinata, a causa del movimento continuo di Insegnanti".

L'Assessore DUJANY fa la seguente dichiarazione:

"Io ringrazio il Consiglio di aver portato all'ordine del giorno questo argomento di estrema importanza, nell'interesse della Regione e nell'interesse della nostra Scuola; lo ringrazio sopratutto perchè così si finirà di strumentalizzare questo argomento della Scuola, che da vent'anni è strumentalizzato politicamente da tutte le parti e che ha finito per mettere la scuola valdostana in una situazione di estrema incertezza, perchè non si è mai parlato francamente ed apertamente in modo da chiarire la posizione dei vari Partiti su questo problema.

Vorrei distinguere il mio intervento nelle seguenti parti:

1°) cronistoria della situazione giuridica del problema dal 1945 ad oggi;

2°) situazione di fatto;

3°) proposte per l'avvenire.

Chiedo scusa se, per quanto riguarda la cronistoria, ripeterò cose già dette, ma penso che sia opportuno che alcune cose rimangano ben impresse nella mente di tutti.

Nel 1945, il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 545, all'art. 12, sanciva la competenza amministrativa della Regione sull'istruzione elementare e media e, all'art. 18, stabiliva che nelle scuole di ogni ordine e grado, esistenti nella Valle, all'insegnamento della lingua francese fosse dedicato un numero di ore settimanali pari a quello della lingua italiana.

Successivamente, 1'11 novembre 1946, con il Decreto del Capo Provvisorio dello Stato n. 365, si stabiliva che le scuole elementari e medie, di qualsiasi ordine e tipo, esistenti nella circoscrizione territoriale della Valle d'Aosta, passassero alle dipendenze dell'Amministrazione regionale.

L'art. 3 del precitato Decreto recita inoltre:

"L'Amministrazione della Valle d'Aosta provvede all'istituzione dei ruoli regionali per la Valle stessa degli Insegnanti par le scuole elementari, degli Insegnanti per le scuole medie, degli Ispettori scolastici, dei Direttori didattici e dei Capi di Istituto.

È ammesso iì passaggio dai ruoli regionali a quelli statali e vice-versa, secondo le modalità che saranno stabilite con successivo provvedimento".

Quest'ultimo provvedimento non è mai stato emanato.

Nel 1948, dopo una lunghissima discussione in seno all'Assemblea Costituente (direi che i due maggiori problemi che avevano impegnato l'Assemblea Costituente nella discussione dello Statuto regionale della Valle d'Aosta erano stati il problema finanziario e il problema della Scuola, che erano già allora dei grossissimi problemi e sono ancora oggi problemi che ci preoccupano e che sono oggetto di molta discussione), con lo Statuto Speciale si dava alla Regione, in base all'articolo 2, competenza legislativa primaria in materia di istruzione tecnico-professionale e, in base all'articolo 3, competenza legislativa di integrazione e di attuazione delle leggi della Repubblica in materia di istruzione materna, elementare e media.

Inoltre, all'articolo 4 dello stesso Statuto, si stabiliva quanto segue: "La Regione esercita le funzioni amministrative sulle materie nelle quali ha potestà legislativa a norma degli articoli 2 e 3, salvo quelle attribuite ai Comuni e agli altri Enti locali dalle leggi della Repubblica".

In seguito, nel 1959, la Regione approvò una legge regionale, con la quale si stabilì il famoso Albo regionale, si istituì il Sovraintendente agli studi con relativa forma di assunzione e si emanarono norme in materia di insegnamento della lingua francese.

Questa è la situazione dal punto di vista delle norme dei regolamenti e delle leggi.

Qual'è la situazione di fatto?

La situazione di fatto è la seguente: il Decreto n. 365 è stato applicato solo in parte. Esattamente, è stato applicato per quanto concerne la soppressione del Provveditorato agli Studi e l'istituzione della Sovraintendenza agli Studi; è stato applicato per quanto concerne il funzionamento del Consiglio Scolastico e per quanto riguarda la concessione degli emolumenti e delle indennità agli Insegnanti a carico del bilancio regionale; è stata applicata una norma transitoria, prevista all'articolo 4 del Decreto stesso, concernente la famosa questione del comando. Recita, infatti, l'art. 4 del Decreto in questione: "Nella prima attuazione del presente decreto il Ministero della Pubblica Istruzione, può, su richiesta dell'Amministrazione della Valle, comandare a prestare servizio nella Valle stessa personale dei ruoli statali".

Questa norma transitoria è l'unica norma ancora applicata del Decreto n. 365 dell'11 novembre 1946.

Questa è la situazione di fatto.

Quindi, abbiamo avuto il passaggio alla Regione di determinate funzioni amministrative, per quanto riguarda soprattutto l'Istituto delIa Sovraintendenza, mentre gli Insegnanti continuano a mantenere il loro stato giuridico di dipendenti dello Stato.

Per quanto riguarda gli articoli 39 e 40 dello Statuto, che contemplano in modo particolare l'insegnamento della lingua francese nelle scuole, non si è avuta, fino ad oggi, alcuna applicazione concreta. Questi articoli non parlano più del problema della Scuola in senso ristretto, cioè dello stato giuridico degli Insegnanti, ma del problema dei programmi.

L'articolo 39 recita infatti: "Nelle scuole di ogni ordine e grado, dipendenti della Regione, all'insegnamento della lingua francese è dedicato un numero di ore settimanali pari a quello della lingua italiana.

L'insegnamento di alcune materie può essere impartito in lingua francese".

E l'articolo 40 stabilisce: "L'insegnamento delle varie materie è disciplinato dalle norme e dai programmi in vigore nello Stato, con gli opportuni adattamenti alle necessità locali.

Tali adattamenti, nonchè le materie che possono essere insegnate in lingua francese, sono approvati e resi esecutivi, sentite Commissioni, miste, composte di rappresentanti del Ministero della Pubblica Istruzione, di rappresentanti del Consiglio della Valle e di rappresentanti degli insegnanti".

A questo punto, allo scopo di sgomberare il terreno da qualsiasi equivoco, vorrei precisare che una è la questione dell'insegnamento della lingua francese e altra è la questione di fondo della Scuola valdostana, anche se indirettamente collegata alla prima, ed altra è la questione giuridica degli Insegnanti.

Ora noi ci troviamo dinnanzi a questa situazione: Decreto n. 365 applicato in parte; Statuto che non ha ancora trovato applicazione concreta; legge regionale del 1959 che non ha mai trovato concreta applicazione. Inoltre, ci troviamo oggi dinnanzi ad una proposta di legge statale, la proposta Codignola-Borghi, che tende a sopprimere il D.L.C.P.S. n. 365 dell'11 novembre 1966.

Noi riteniamo che la soppressione, sic et simpliciter, del Decreto n. 365, come previsto nella citata proposta di legge, non sia una soluzione idonea del problema della Scuola valdostana.

Soppresso il Decreto n. 365, ci rimarrebbero solo più gli articoli 2, 3 e 4 dello Statuto; di questi, gli articoli 2 e 3 danno rispettivamente alla Regione una potestà legislativa primaria in materia di istruzione tecnico-professionale ed una potestà legislativa di integrazione delle leggi dello Stato in materia di istruzione materna, elementare e media, mentre l'articolo 4 dà alla Regione la competenza amministrativa sulle materie di cui agli articoli 2 e 3.

Quindi, verrebbe a crearsi una situazione di estrema confusione, una situazione di estremo disagio, anche a danno dell'Amministrazione Regionale, perchè i programmi di francese non potrebbero più essere svolti come dovrebbero essere svolti. La categoria degli Insegnanti non sarebbe soddisfatta di questa situazione di disagio e la Regione, malgrado lo sforzo che sempre ha fatto nell'interesse della Scuola, non otterrebbe quei risultati che potrebbe ottenere con un ordinamento più definito e in una situazione più chiara, nell'interesse della Regione e nell'interesse degli insegnanti.

Appare, pertanto, evidente la necessità di trovare una soluzione a questo problema. Mi pare che tutti siamo d'accordo in questo senso: che è necessario trovare una soluione di questo problema ormai ultraventennale (sorto nel 1946, ha ormai 21 anni, cioè è entrato nella sua maggiore età), problema che, se non viene affrontato con decisione, assolutamente non si risolve, con pregiudizio degli interessi dell'Amministrazione Regionale, in quanto non si fanno gli interessi della Scuola Valdostana.

Si tratta, però, di trovare una soluzione del problema che salvaguardi contemporaneamente le norme degli articoli 2, 3 e 4 dello Statuto e gli interessi relativi allo stato giuridico ed economico della categoria degli Insegnanti".

Il Consigliere CAVERI dichiara quanto segue:

"Prendo atto dell'esposizione del Dr. Dujany, Assessore alla Istruzione Pubblica, il quale, con una relazione lucida ed obiettiva, ha enucleato i diversi punti della questione. E' necessario, infatti, enucleare i vari punti della questione scolastica valdostana, poichè si tende a fare un po' confusione tra questi vari punti.

Prendo atto, con particolare soddisfazione, del fatto che l'Assessore alla Pubblica Istruzione ha presente la questione dello stato giuridico ed economico degli Insegnanti e, nello stesso tempo, ha ben presente quelli che sono i diritti costituzionali della Regione della Valle d'Aosta in materia di scuola.

Anche se su qualche particolare, su qualche dettaglio, non sono perfettamente d'accordo su quanto detto dall'Assessore Dujany, mi pare però che, - da quanto hanno esposto finora i vari oratori, non escluso il Consigliere Berthet -, mi pare che vi siano delle preoccupazioni comuni in questo Consiglio Regionale, e precisamente la preoccupazione di superare alcune difficoltà di ordine pratico riguardanti gli Insegnanti (sia gli Insegnanti elementari, sia i Professori delle Scuole medie inferiori e superiori) e la preoccupazione di tutelare quelli che sono i prioritari diritti costituzionali della Regione nella materia scolastica, che non si possono evidentemente negare.

Io non aggiungo altro, perchè so che il Consigliere Andrione si prepara a prendere nuovamente la parola, e mi auguro che da queste preoccupazioni comuni, espresse da vari Consiglieri, senza distinzione di gruppi o di tendenze, si possa arrivare ad una soluzione che tranquillizzi noi autonomisti sui diritti costituzionali della Regione e tranquillizzi anche la classe insegnante sul suo stato giuridico ed economico.

In fondo, non c'è un contrasto tra queste due questioni ed è possibile trovarne una conciliazione, purchè si guardino questi due distinti problemi con spirito dì serenità e senza spirito fazioso; perchè, come ha sottolineato il Dr. Dujany, Assessore alla Pubblica Istruzione, è vero che per troppo tempo di questo argomento si è voluto fare un po' un cavallo di battaglia per le campagne elettorali".

Monsieur le Conseiller ANDRIONE fait la déclaration suivante: "En me référant à ce que j'ai dit tout à l'heure, je crois que, en ligne de principe, la proposition faite par Monsieur Berthet, après ce que Monsieur Dujany vient de dire, est valable.

Cependant, si cela est possible, comme il y a des imperfections techniques dans la loi appelée "loi Bondaz", des imperfections qui devraient être corrigées avant pour ne pas nous retrouver avec les mêmes imperfections après (par exemple, personnellement, "l'Albo" me paraît très dangereux), et comme je demanderai que dans cette loi il y ait des précisions plus grandes sur les pourvoirs de la Junte Régionale et de l'Assesseur de l'Instruction Publique en matière d'école, je me permets de faire une proposition à cet égard.

Je propose que, en partant de ce texte de base, en partant des avis que nous avons, en partant des considérations faites dans cette discussion, l'on élabore, dans une Commission spécialement nommée par le Conseil, un texte de loi définitif en matière d'école et que ce texte de loi soit approuvé à l'unanimité par le Conseil. Je pense que cela, après ce que l'on vient de dire, ne devrait pas être difficile; d'autant plus que ce texte constituera notre cheval de bataille à nous tous pour les prochaines élections, sans trop de différence entre les uns et les autres.

Il s'agit de quelques corrections techniques que nous pourrions faire, je crois, dans l'espace de quinze jours, parce que, désormais, le problème, comme a été expliqué par Monsieur Dujany, a été accepté par tous et nous voulons arriver à cette solution. Il s'agirait simplement de revoir quelques questions techniques et je crois que c'est dans notre intérêt de corriger ce texte avant qu'il soit transformé en une loi de l'Etat.

Si ma proposition est acceptée, moi j'ai ici un modèle d'ordre du jour à soumettre à l'approbation du Conseil".

L'Assessore DUJANY dichiara quanto segue:

"Chiedo scusa al Dr. Cusumano, presentatore della mozione, per aver risposto alla mozione stessa in un modo un po' generale e per non aver risposto direttamente al suo intervento.

Consigliere Cusumano, mi pare che il problema della Scuola, per quanto riguarda la questione della titolarità delle cattedre da parte degli Insegnanti e della titolarità dei Presidi, non si possa risolvere con un tocco di bacchetta magica, con una legge. Purtroppo, è un problema generale che interessa tutta l'Italia, quindi anche la Valle d'Aosta, e non credo che sia la nostra situazione particolare che abbia impedito una soluzione diversa.

Lei ha detto che la Valle d'Aosta dovrebbe fare meglio degli altri, ed ha perfettamente ragione. Però, per fare meglio, bisognerebbe avere in mano uno strumento legislativo che, finalmente, chiarisca quella che è la situazione della Scuola in Valle d'Aosta; perché finchè andiamo avanti in questa situazione di confusione, facciamo solo quello che possiamo, quel poco che possiamo fare.

Detto questo, io vorrei chiedere al Consigliere Cusumano, come al Consiglio, se fosse d'accordo di modificare la mozione in questo senso:

"In considerazione dello stato di estrema precarietà in cui versa la Scuola in Valle d'Aosta, in mancanza di una precisa normativa legislativa, che porta come conseguenza un numero altissimo di cattedre vacanti e da istituire, con conseguente disagio sia al personale insegnante, ma in special modo per gli allievi;

IL CONSIGLIO

propone che l'Amministrazione Regionale, - e per essa l'Assessorato alla Pubblica Istruzione -, faccia ogni sforzo possibile nel corso della presente legislatura per arrivare ad una soluzione del problema della Scuola valdostana nel quadro delle competenze dello Statuto regionale e delle esigenze degli Insegnanti".

Il Consigliere CUSUMANO risponde con queste parole:

"A me interessava una cosa sola: tirar fuori il problema della Scuola valdostana dal cassetto, fare in modo che se ne discutesse e che si arrivasse ad una soluzione, per giungere, in un secondo tempo, dopo aver posto in essere la legislazione necessaria, a bandire concorsi per Presidi e per le cattedre vacanti, come naturalmente si deve fare.

Questo è il motivo per cui io ho presentato la mia mozione. Dato che a me pare che la modificazione che Lei mi ha presentato adesso possa raggiungere questo scopo, io aderisco alla modificazione".

Il Consigliere BERTHET dichiara quanto segue:

"Io sono d'accordo sulla proposta, fatta dal Consigliere Andrione, di nominare una Commissione per il riesame della legge Bondaz, allo scopo di vedere se ci sono delle aggiunte o delle modificazioni da apportare alla legge medesima.

Aggiungo che sarebbe il caso che la minoranza consiliare designasse, fin d'ora, i propri rappresentanti in questa Commissione, che, a mio avviso, dovrebbe essere costituita dalla Commissione consiliare permanente dell'Istruzione Pubblica integrata dai rappresentanti della minoranza.

Ritengo, inoltre, che sarebbe opportuno seguire la prassi tenuta quando la legge stessa è stata fatta, ossia convocare anche i rappresentanti degli Insegnanti, in modo che i medesimi abbiano la possibilità di esprimere il loro punto di vista, onde evitare quello che è successo nel passato, quando, non essendo stati sentiti, gli Insegnanti si erano recati al Ministero della Pubblica Istruzione e in quella sede avevano messo i bastoni nelle ruote.

Questo, per essere precisi e chiari, e per poter arrivare alla soluzione del problema una volta per sempre".

Monsieur le Conseiller ANDRIONE donne letture de l'ordre du jour suivant, qu'il propose à l'approbation du Conseil:

"Le Conseil Regional,

considérant que la loi Codignola-Borghi, si elle était approuvée dans son texte actuel, signerait la fin de l'autonomie scolaire de la Vallée d'Aoste;

préoccupé par les graves conséquences que cette loi aurait en Vallée avec la suppression de la Surintendance aux Ecoles;

considérant, d'autre part, qu'il est nécessaire de définir la position économiquc et juridique du Corps enseignant;

DONNE MANDAT

à une Commission spécialement nommée par le Conseil d'élaborer un texte de loi qui sera présenté aux Chambres par les soins de la Junte et du Parlementaire valdôtain".

Il ajoute que ce texte de loi pourrait être présenté au Parlement, même à travers la méthode de l'amendement de la loi Codignola-Borghi, de façon que l'on pourrait arriver très rapidement à sa discussion.

Fa presente che la minoranza consiliare sarebbe ugualmente disposta a considerare come unitaria, e quindi ad approvare, la mozione del Dr. Cusumano modificata come da proposta dell'Assessore Dujany, se a questa venisse aggiunta una frase concernente la nomina di una Commissione consiliare per lo studio della nuova legge da trasmettere al Parlamento.

Il Consigliere CAVERI, dopo aver ribadito di essere perfettamente d'accordo con quanto è stato detto dai Consiglieri che hanno preso la parola finora, chiede che, a scanso di equivoci, si dia lettura del testo definitivo dell'ordine del giorno in questione, trattandosi della coordinazione di tre testi di proposte diverse.

Il Presidente, MONTESANO, allo scopo di consentire una chiara stesura del documento di cui si tratta, propone una breve sospensione della seduta.

Il Consiglio concorda unanime sulla proposta di sospensione della seduta fatta dal Presidente.

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Si dà atto che la seduta viene sospesa alle ore 18 e riaperta alle ore 18,45.

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Il Presidente, MONTESANO, dà lettura dell'ordine del giorno concordato tra i gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza.

Il Presidente, MONTESANO, in relazione al punto 2° del sottoriportato ordine del giorno propone che i Gruppi politici procedano alla designazione dei propri rappresentanti per l'integrazione della Commissione consiliare permanente di studio per l'Istruzione Pubblica.

Procedutosi alle designazioni, si dà atto che risultano designati i seguenti Consiglieri in rappresentanza dei rispettivi Gruppi politici:

- per il Gruppo consiliare dell'Union Valdôtaine: ANDRIONE E CAVERI;

- per il gruppo consiliare del Partito Comunista: BARONE e GERMANO;

- per il Gruppo consiliare del Partito Socialista Unificato: BALESTRI e COLOMBO;

- per il Gruppo consiliare del Partito Liberale: PEDRINI;

- per il Gruppo consiliare del Raggruppamento Indipendente Valdostano e Campagnards Valdôtains: ALBANEY.

Si dà atto, inoltre, che l'Assessore Dujany, su richiesta del Presidente, Montesano, assicura che provvederà, d'intesa con le Organizzazioni Sindacali della categoria degli Insegnanti, a comunicare al Presidente della Commissione Consiliare permanente di studio per l'Istruzione Pubblica i tre nominativi dei rappresentanti degli Insegnanti in seno a detta Commissione.

Il Presidente, MONTESANO, invita, quindi, il Consiglio a votare per alzata di mano, sulla proposta di approvazione del seguente ordine del giorno:

"In considerazione dello stato di estrema precarietà in cui versa la Scuola della Valle d'Aosta in mancanza di precise norme legislative, con conseguenti gravi disagi sia per il personale, sia per gli studenti, sia per la Regione stessa

SI PROPONE CHE

l'Amministrazione Regionale:

1°) faccia ogni sforzo possibile, nel corso della presente legislatura, per arrivare ad una soluzione del problema della Scuola Valdostana nel quadro delle competenze dello Statuto regionale e delle esigenze degli insegnanti;

2°) provveda alla integrazione della Commissione consiliare permanente di studio per la Pubblica Istruzione con i rappresentanti di tutti i Gruppi politici e con tre rappresehtanti degli Insegnanti, con il compito di elaborare un testo legislativo da presentare al Parlamento in modo da risolvere definitivamente la questione".

Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, MONTESANO, accerta e comunica che il Consiglio ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: trenta; assenti i Consiglieri: Albaney, Chamonin, Fillietroz, Pedrini, Síggia in Bianco) ha approvato il soprariportato ordine del giorno.

Il Consiglio prende atto.

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