Oggetto del Consiglio n. 105 del 7 ottobre 1959 - Verbale
OGGETTO N. 105/59 - PROPOSTA DI MODIFICAZIONI AD ALCUNI ARTICOLI DEL VIGENTE REGOLAMENTO INTERNO DEL CONSIGLIO REGIONALE, CON LA COSTITUZIONE DI COMMISSIONI CONSILIARI PERMANENTI DI STUDIO.
Il Presidente, FILLIETROZ, invita il Consiglio a discutere l'oggetto n. 4 dell'ordine del giorno, concernente: "Proposta di modificazioni ad alcuni articoli del vigente Regolamento interno del Consiglio regionale, con la costituzione di Commissioni permanenti consiliari".
Richiama, in proposito, l'attenzione del Consiglio sugli allegati trasmessi in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:
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Aosta, lì 8 Settembre 1959
All'Ill.mo PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
DELLA VALLE D'AOSTA
AOSTA
Oggetto: Modifiche al regolamento interno e costituzione delle Commissioni permanenti consiliari.
Ai sensi dell'art. 29 del Regolamento interno 25-7-1949, i sottoscritti Consiglieri regionali inviano per l'esame e le decisioni del Consiglio uno schema di deliberazione consiliare apportante modifiche al regolamento interno con la costituzione delle Commissioni permanenti.
Uniscono altresì una breve relazione.
Con osservanza.
I Consiglieri della Valle
firmati:
Maria Celeste Perruchon - Chanoux, Enrico Chantel, Claudio Manganoni, Fortunio Palmas
CONSIGLIO DELLA VALLE D'AOSTA
RELAZIONE SULLA PROPOSTA DI MODIFICA AL REGOLAMENTO CON LA COSTITUZIONE
DI COMMISSIONI PERMANENTI
Le modifiche al Regolamento sottoposte all'approvazione del Consiglio sono caratterizzate da due aspetti essenziali:
A) Istituzione di altri due vice presidenti con conseguente aumento del numero dei componenti l'ufficio di presidenza.
Il sistema di votazione consente che tutte le correnti politiche possano avere la loro rappresentanza nell'ufficio di presidenza e l'attuale minoranza potrà così, con le elezioni integrative, nominare un proprio vice-presidente.
B) Istituzione delle commissioni consiliari permanenti che dovranno rappresentare gli strumenti per lo studio e la realizzazione dei programmi legislativi ed amministrativi del Consiglio e che consentiranno una più penetrante ed assidua partecipazione del Consiglio alla vita dell'Amministrazione.
Inoltre è prevista con l'art. 91 bis la partecipazione dei parlamentari della Valle ai lavori del Consiglio - senza voto - così come praticato fin dalla costituzione del Consiglio stesso.
Sarà appena sufficiente ricordare che il Consiglio è del tutto sovrano (art. 19 dello Statuto) nel deliberare il proprio Regolamento interno e che eventuali critiche alle modifiche proposte in relazione a quanto è previsto da altri Consigli regionali a statuto speciale o dalla Legge 10-2-1953 n. 62 non hanno alcun fondamento giuridico, la particolare autonomia essendo appunto stata istituita per sopperire, al di fuori di ogni schematismo e con un largo apprezzamento dell'Amministrazione locale, alle particolari necessità, anche politiche, che possono sorgere nella Regione.
È bene anche chiarire che il problema degli ordinamenti della Regione Autonoma della Valle d'Aosta non investe solo l'aspetto quantitativo, sia territoriale che demografico, ma essenzialmente l'aspetto qualitativo.
CONSIGLIO DELLA VALLE D'AOSTA
SCHEMA DI DELIBERAZIONE
MODIFICHE AL REGOLAMENTO APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL 25 LUGLIO 1949
I
Al regolamento interno del Consiglio approvato con deliberazione 25 luglio 1949 sono apportate le seguenti modifiche:
a) Sopprimere l'ultimo comma dell'art. 5 e sostituirlo con il seguente:
Art. 5 bis
Eletto il Presidente, si procede alla nomina di tre vicepresidenti. Per tale votazione ciascun Consigliere può scrivere sulla propria scheda un solo nome.
Sono eletti coloro che al primo scrutinio hanno ottenuto il maggior numero di voti.
Subito dopo, si procede alla nomina di un segretario, con le modalità stabilite dal precedente articolo 5 per la nomina del Presidente.
b) Sostituire i due primi commi dell'art. 6 con i seguenti:
Il Presidente, i Vicepresidenti e il Segretario del Consiglio formano l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Nel caso di dimissioni o morte di uno dei membri dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, si procede alla sua sostituzione con le modalità stabilite dai precedenti articoli 5 e 5 bis.
I Consiglieri chiamati a far parte della Giunta regionale cessano dalle cariche della Presidenza.
c) Sopprimere il n. 2 dell'art. 7, in quanto i progetti di legge debbono essere studiati dalle competenti Commissioni permanenti.
d) Sopprimere i primi due commi dell'art. 10 e sostituirli con il seguente, da inserire fra gli attuali 3° e 4° comma:
"In caso di assenza o impedimento del Presidente ne fa le veci uno dei Vicepresidenti secondo le disposizioni del Presidente seguendo apposito turno".
e) Aggiungere dopo il titolo XII e prima dell'articolo 88 le parole "Delle sedute".
f) Dopo l'art. 88 sopprimere le parole "Pubblicità delle sedute".
g) Aggiungere dopo l'art. 91 il seguente:
Art. 91 bis
Il Senatore della Repubblica ed il Deputato al Parlamento eletti nella circoscrizione elettorale della Valle d'Aosta sono invitati a partecipare alle sedute del Consiglio regionale, e vi possono prendere la parola su un oggetto posto in discussione o per fare comunicazioni inerenti all'esercizio del loro mandato.
h) Sopprimere l'attuale titolo XIII con i relativi articoli 92 e 93 e sostituirlo con il seguente nuovo:
TITOLO XIII
Art. 92
All'inizio di ogni periodo legislativo, dopo le elezioni regionali, vengono costituite le seguenti Commissioni permanenti, con competenza referente e consultiva sulle materie per ciascuna indicate:
1) Affari Legislativi, Generali e Finanze;
2) Agricoltura;
3) Industria e Commercio;
4) Lavori Pubblici;
5) Istruzione Pubblica;
6) Sanità ed Assistenza Sociale;
7) Turismo ed Antichità e Belle Arti.
Art. 93
Ciascuna Commissione è eletta dal Consiglio ed è composta di sei Consiglieri, compreso l'Assessore competente, di cui due designati dal gruppo o dai gruppi consiliari di minoranza.
Ogni Commissione può chiamare a far parte di essa per ogni materia due o più esperti da essa nominati ed aventi voto consultivo.
Art. 94
Il Consiglio può sempre stabilire la nomina di Commissioni speciali per l'esame di particolari questioni.
Due o più Commissioni permanenti possono stabilire di riunirsi congiuntamente per l'esame di determinate questioni di comune interesse.
Art. 95
Le Commissioni, permanenti o speciali, sono convocate per la prima volta dal Presidente del Consiglio regionale, per procedere immediatamente alla nomina del Presidente e del Segretario, scelti fra i componenti Consiglieri di ciascuna Commissione, escluso l'Assessore; successivamente sono convocate dai loro Presidenti per mezzo della Segreteria del Consiglio.
Le sedute di ciascuna Commissione non sono valide se non sia presente la maggioranza dei suoi componenti.
Art. 96
Le Commissioni hanno facoltà di invitare ad intervenire alle loro sedute il Presidente della Giunta o gli altri Assessori per avere informazioni e chiarimenti sulle questioni di loro singola competenza.
Il Presidente della Giunta e gli altri Assessori hanno diritto di intervenire alle sedute delle Commissioni per farvi comunicazioni.
Art. 97
I disegni di legge e le questioni d'ordine generale di cui debba essere investito il Consiglio sono dal Presidente del Consiglio regionale sottoposte all'esame della Commissione o delle Commissioni competenti per materia.
Se il Presidente del Consiglio ritiene che su un determinato argomento, da Lui assegnato ad una Commissione, debba essere sentito il parere di un'altra Commissione, provvede a richiedere il parere stesso, il quale dovrà essere espresso per iscritto entro un termine non superiore ai quindici giorni.
Art. 98
Ogni Commissione nomina per ciascun affare un relatore, che presenta una relazione scritta nel termine all'uopo fissatogli.
È sempre in facoltà della minoranza di presentare una propria relazione, nel termine di cui al precedente comma.
Art. 99
Le sedute delle Commissioni non sono pubbliche.
I processi verbali sono redatti a cura dei Consiglieri Segretari di ciascuna Commissione, assistiti da un funzionario della Segreteria del Consiglio regionale.
Ciascuna Commissione può decidere che per determinate notizie, documenti o discussioni i suoi componenti siano vincolati al segreto; in questo caso possono partecipare alla seduta soltanto i Consiglieri che facciano parte della Commissione, il Presidente della Giunta e gli Assessori.
II
Subito dopo la sua costituzione la Commissione permanente affari legislativi, generali e finanze, d'intesa con l'Ufficio di Presidenza, provvederà ad una revisione generale del regolamento proponendone il testo definitivo aggiornato con le modifiche apportate dalla presente deliberazione.
(OMISSIS: Segue testo del vigente Regolamento interno del Consiglio).
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Il Presidente, FILLIETROZ, dichiara aperta la discussione di carattere generale sulle modificazioni proposte in ordine ad alcuni articoli del vigente regolamento interno del Consiglio regionale, dando la parola ai vari Consiglieri, i quali dichiarano quanto segue:
MONTESANO:
"Nella proposta di modifiche al Regolamento interno del Consiglio inserita nell'ordine del giorno è prevista, con l'articolo 91 bis, la partecipazione dei Parlamentari della Valle ai lavori del Consiglio regionale e l'articolo stesso dice testualmente: "Il Senatore della Repubblica e il Deputato al Parlamento eletti nella circoscrizione elettorale della Valle d'Aosta sono invitati a partecipare alle sedute del Consiglio regionale e vi possono prendere la parola su un oggetto posto in discussione o per fare comunicazioni inerenti all'esercizio del loro mandato".
La relazione che accompagna la proposta avverte che, essendo il Consiglio del tutto sovrano nel deliberare il proprio Regolamento interno, eventuali critiche alle modifiche proposte non hanno alcun fondamento giuridico e, pertanto, tacitamente suggerisce di non farne.
A nostro modesto avviso, critiche invece se ne possono fare, sia dal punto di vista giuridico che da quello formale e concettuale.
Dal punto di vista giuridico balza infatti all'attenzione anche del più sprovveduto in materia che, trattandosi nel caso di una disposizione di carattere regolamentare, essa non deve essere in contrasto né con la legge di cui regolamenta l'attuazione, né con altra qualsiasi dello Stato e della Regione.
E tale contrasto non soltanto va visto nella letterale dizione del disposto, ma soprattutto nello spirito e nella conseguente sostanziale applicazione di esso.
L'articolo vorrebbe sancire, infatti, che i Parlamentari valdostani possono partecipare alle sedute del Consiglio e prendere la parola, quando essi lo credono, su qualsiasi oggetto posto all'ordine del giorno. L'aggiunta esplicativa, - vedi testo della relazione, - che essi non hanno diritto al voto è evidentemente così pleonastica che non ha bisogno di ulteriore commento.
In questa stessa seduta, a proposito della legge elettorale, è stato detto che sono ineleggibili, tra gli altri, al Consiglio regionale i Deputati e i Senatori; lo stesso articolo 122 della Costituzione non permette l'appartenenza contemporanea ad un Consiglio regionale e ad una delle Camere del Parlamento.
Orbene, l'articolo di Regolamento che ci viene proposto non può ignorare lo spirito col quale il legislatore ha sancito la menzionata ineleggibilità, nella quale egli ha voluto ravvisare ed impedire l'unione in una sola persona di due funzioni diverse, incompatibili fra loro per la stessa sostanza del loro mandato.
E tale spirito è non solo nel presupposto iniziale della eleggibilità, ma è anche e naturalmente nella partecipazione attiva, come nel nostro caso, di un Parlamentare alla vita amministrativa di un Consiglio regionale.
E la partecipazione attiva non va vista soltanto nella espressione di un voto deliberativo, ma soprattutto nella manifestazione del proprio pensiero e del proprio convincimento su un dato argomento, i quali, se espressi con una certa abilità, possono influenzare l'uditorio e convogliare sulla tesi esposta un certo numero di voti deliberativi del Consiglio.
Dal punto di vista formale, noi ci permettiamo di segnalare al Consiglio un altro aspetto molto importante del problema, quale è quello insito e connesso alla sovranità del Consiglio stesso.
La relazione parla, infatti, di questa sovranità per significare che il Consiglio può deliberare, così come crede, nella sua regolamentazione interna.
I Signori Consiglieri proponenti, aggiungiamo noi, non hanno avuto per caso il dubbio che, con l'approvazione dell'articolo 91 bis, si venisse a perpetrare un attentato proprio a quella sovranità che essi vogliono difendere?
Non si sono essi prospettate le più svariate conseguenze al di fuori delle persone e delle contingenze attuali, e per le quali la vita stessa del Consiglio potrebbe esserne seriamente turbata?
Sono domande che noi rivolgiamo a voi, o egregi Colleghi, con tutto il rispetto che noi abbiamo per le vostre persone e per la funzione a cui siete stati chiamati e con la medesima responsabilità con cui noi stessi ce le siamo poste.
Vi preghiamo di accoglierle serenamente, senza ombra di polemica e di diffidenza, così come esse vi vengono porte, e vagliarle al lume del vostro sapere e della vostra coscienza".
PALMAS:
"Le critiche della minoranza in ordine alle modificazioni al Regolamento sottoposte all'approvazione del Consiglio sono e saranno molto apprezzate dalla maggioranza consiliare.
Debbo informarvi, per quanto riguarda il testo del nuovo articolo 91 bis, che nell'allegato trasmesso ai Consiglieri si è incorsi in una omissione, in quanto fra le parole "... e vi possono" e le parole "prendere la parola..." mancano le parole "se richiesti".
L'articolo 91 bis è quindi da rettificare e da formulare come segue:
"Art. 91 bis:
Il Senatore della Repubblica ed il Deputato al Parlamento eletti nella circoscrizione elettorale della Valle d'Aosta sono invitati a partecipare alla seduta del Consiglio regionale e vi possono, se richiesti, prendere la parola su un oggetto posto in discussione o per fare comunicazioni inerenti all'esercizio del loro mandato"".
BONDAZ:
"Desidero prendere la parola per fare, anzitutto, una richiesta di carattere pregiudiziale. Si propongono modificazioni varie al Regolamento interno del Consiglio, modificazioni che implicano diverse questioni da risolvere, di cui una assai importante, e cioè quella concernente l'articolo 91 bis, ed altre meno importanti, ma sulle quali si dovrebbe fare una discussione approfondita, ad esempio, per la questione riguardante la costituzione delle Commissioni consiliari permanenti.
La richiesta di carattere pregiudiziale che faccio è questa: per quale ragione non si demanda ad una Commissione consiliare, che potrebbe essere nominata seduta stante, l'incarico di esaminare tutte queste proposte e di portarle istruite al Consiglio, in modo che il Consiglio, attraverso l'istruttoria fatta dalla Commissione, possa votare il suo nuovo Regolamento interno?
Facendo quanto ci viene proposto, ho l'impressione che si metta il carro davanti ai buoi, perché, al n. 2 della pag. 4 dell'allegato, si dice: "subito dopo la sua costituzione, la Commissione Permanente Affari Legislativi, Generali e Finanze, d'intesa con l'Ufficio di Presidenza, provvederà ad una revisione generale del Regolamento, proponendone il testo definitivo, aggiornato con le modifiche apportate dalla presente deliberazione.
Ma la revisione generale del Regolamento interno, agli effetti formali deve essere fatta dopo la discussione dell'organo competente, che è il Consiglio regionale.
In passato, salvo casi veramente eccezionali o di estrema urgenza oppure di estrema semplicità della questione, tutti i problemi importanti sono sempre stati sottoposti al vaglio di una Commissione consiliare che, dopo averli studiati ed approfonditi, li ha sottoposti al Consiglio debitamente istruiti e con le sue proposte.
La questione di ordine pregiudiziale che io faccio è di demandare all'esame di una Commissione consiliare, che potrebbe essere nominata subito, le proposte di modificazioni al Regolamento interno del Consiglio, per non perdere tempo in sede consiliare, in quanto lo studio approfondito delle modificazioni proposte richiederà indubbiamente molto tempo.
Per quanto riguarda, in particolare, il nuovo articolo 91 bis, concordo sulle affermazioni e sulle tesi del collega Montesano, secondo cui l'articolo 91 bis è in contrasto con la Costituzione e con lo Statuto regionale della Valle d'Aosta. Non ritengo sia necessario spendere parole per dimostrare che tale contrasto esiste, perché la questione non cambia anche inserendo all'articolo 91 bis le parole "se richiesti", come da proposta fatta ora dal Consigliere Palmas.
Trattasi di una questione di principio, indipendente dalle persone, in quanto il Consiglio regionale è composto di 35 Consiglieri, tutti con voto deliberativo; non ve ne sono di quelli a carattere consultivo e, pertanto, non possiamo mutare quella che è la situazione. Ecco perché noi siamo contrari, proprio in ordine al principio che si vuole istituire, all'inserimento del proposto articolo 91 bis nel regolamento.
Questo non significa, però, che noi non vogliamo che i Parlamentari abbiano la possibilità di essere invitati a presenziare alle sedute di Consiglio; lo prova il fatto che i due Parlamentari venivano già invitati dalle precedenti Amministrazioni ad assistere alle riunioni consiliari, ove vengono dibattuti i problemi della Regione, il che può loro servire in relazione al loro mandato parlamentare. Non possiamo, però, inserire nel regolamento interno del Consiglio la norma di cui all'articolo 91 bis perché non ne abbiamo la competenza, in quanto tale norma non rientra nella materia da disciplinare con il regolamento interno.
Non è necessario, per stabilire questi concetti, fare riferimento all'articolo 19 dello Statuto che dice: "Il Consiglio regionale elegge, fra i suoi componenti, il Presidente, l'Ufficio di Presidenza e Commissioni, in conformità al Regolamento interno, che esso adotta a maggioranza assoluta dei suoi componenti".
La materia è già regolata e dal nostro Statuto, - che stabilisce (art. 17) soltanto l'incompatibilità, mentre invece il progetto di legge parziale discusso questa mattina (oggetto n. 104) prevede l'ineleggibilità per il Senatore ed il Deputato, - e dalla Costituzione che sancisce pure soltanto l'incompatibilità (articolo 122).
Non vi è alcuna possibilità, e non è neppure pensabile, che un Deputato possa assistere alle sedute del Senato o un Senatore a quelle della Camera dei Deputati e così pure non è pensabile, per una questione di competenza, che un Parlamentare possa intervenire alle sedute di un Consiglio regionale.
Ecco perché noi, per una ragione che è proprio di principio e che attiene alla legittimità di una nostra deliberazione, legittimità che, indubbiamente, verrà vagliata dagli organi tutori, siamo contrari all'inserimento dell'articolo 91 bis.
Io mi permetto di insistere sulla questione di ordine pregiudiziale, anche per ragioni di ordine pratico, perché vi sarebbe la possibilità di discutere della nuova organizzazione che si vuole creare, attraverso delle Commissioni consiliari permanenti così numerose, per i lavori del Consiglio regionale. Tutto questo potrebbe essere delibato molto più facilmente, più praticamente e concretamente, da una Commissione consiliare, a cui si dovrebbe dare incarico di espletare il suo mandato con la massima sollecitudine e di sottoporre il tutto, debitamente istruito, all'esame e alle decisioni del Consiglio, nella prossima adunanza".
PALMAS:
"Rispondo alle osservazioni che, naturalmente, non erano impreviste in una materia di così palpitante discussione, perché non era pensabile che i nostri colleghi contraddittori non facessero le loro osservazioni.
Nella relazione sulla proposta di modifica al Regolamento con la costituzione di Commissioni permanenti ho già fatto qualche accenno ai motivi che ci hanno indotto a questa nuova regolamentazione interna del Consiglio regionale.
Prima di tutto rispondo alla questione di ordine pregiudiziale fatta dal collega Bondaz. È indubbio che in un Consiglio regionale ben regolamentato, con una serie di Commissioni permanenti che trattino ed istruiscano i singoli problemi, una proposta di nuova regolamentazione profonda della vita interna del Consiglio dovrebbe essere prima sottoposta all'esame della Commissione consiliare competente a studiare questo problema.
Noi, però, ci troviamo ora nella situazione di un Consiglio regionale che deve urgentemente funzionare. Già si sa che in questi pochi anni di vita il Consiglio regionale si è reso colpevole gravemente di immobilismo.
Il Consiglio deve funzionare e noi ci atterremmo ancora all'immobilismo se devolvessimo ad una istituenda Commissione consiliare l'esame di questo Regolamento.
Noi abbiamo urgentemente bisogno che le Commissioni consiliari permanenti siano istituite, che ognuna per il suo campo e la sua materia affronti le numerose iniziative che questa Amministrazione regionale intende assumere, iniziative che dovranno fare ricredere coloro che hanno tacciato di immobilismo prematuramente la nostra Amministrazione.
Ripeto, noi sentiamo la urgente necessità di istituire le predette Commissioni e la questione è molto semplice: si tratta di articolare il Consiglio in un numero adeguato di Commissioni consiliari permanenti per poter funzionare. Non mi pare, quindi, che sia necessario devolvere ad una Commissione l'incarico di fare questo lavoro, che è già istruito e preparato.
Se in ordine alle proposte di modificazioni al Regolamento ci verranno fatti dei suggerimenti seri ed utili, detti suggerimenti saranno senz'altro da noi presi in considerazione ed esaminati con la massima attenzione.
Ma veniamo al punto sostanziale del contrasto, che è l'articolo 91 bis: detto articolo non fa altro, in definitiva, che regolamentare e rendere permanente quanto risulta in modo positivo essere stato sempre fatto da tutte le Amministrazioni regionali che si sono succedute nella Valle d'Aosta da quando è stata creata la Regione.
Quindi, a mio avviso, non vi è nulla di male che quell'invito, rivolto a delle persone qualificate, possa essere previsto in via permanente nel Regolamento.
Mi si dice, da parte di amici contraddittori, che osta a ciò l'articolo 122 della Costituzione.
Su questo punto noi aspettiamo i nostri controllori di legittimità costituzionale; li attendiamo perché, non avendo fino ad oggi il Consiglio regionale della Valle d'Aosta affrontato alcun problema costituzionale della sua struttura, evidentemente non possiamo dire se sbagliamo o se non sbagliamo e non possiamo conoscere i limiti della Costituzione in questa materia.
Però i nostri controllori costituzionali non ci potranno mai opporre l'articolo 122 della Costituzione, perché detto articolo riguarda non già le Regioni a Statuto speciale, ma le altre Regioni, poiché il titolo V della Costituzione premette che le norme che in quel titolo sono elencate si riferiscono alle altre Regioni e non alle Regioni a Statuto speciale, create da leggi costituzionali. Quindi, l'articolo 122 della Costituzione non ci interessa per niente.
Si dice ancora che la norma dell'articolo 91 bis è in contrasto con l'articolo 17 dello Statuto speciale della Regione.
Prima di tutto osservo che, con le modificazioni proposte al Regolamento, non si intende affatto e non si è mai inteso di attribuire al Deputato al Parlamento, eletto nella circoscrizione della Valle d'Aosta, l'Ufficio di Consigliere regionale.
Questa è una cosa che assolutamente non è mai stata detta né scritta e non si comprende come mai ci sia stata posta.
Voi dite anche: "i Consiglieri sono trentacinque, mentre con l'inserimento di tale norma nel Regolamento interno diventerebbero trentasette". Ma, ripeto, nessuno ha mai detto e proposto questo. L'articolo 17 dello Statuto regionale, che è stato approvato con legge costituzionale, non viene violato: l'Ufficio di Consigliere regionale è assolutamente incompatibile con quello di Membro di una delle Camere o di un altro Consiglio regionale.
L'articolo 19 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta elenca alcune delle competenze del regolamento ma non le elenca tutte.
Se fosse vero che il Regolamento dovesse disciplinare soltanto la materia dell'articolo 19, quando si fosse disciplinata la materia dell'elezione del Presidente, dell'Ufficio di Presidenza e delle Commissioni, il Regolamento sarebbe fatto; ma non è così.
Come, in occasione della disciplina delle norme che regolano il referendum (art. 30 Statuto), si è colta l'occasione per dire che il bilancio può essere approvato con legge, così in occasione della disciplina della elezione del Presidente, dell'Ufficio di Presidenza e Commissioni, si è detto che il regolamento interno è approvato dal Consiglio.
Dice l'articolo 19: "Il Consiglio regionale elegge, fra i suoi componenti, il Presidente, l'Ufficio di Presidenza e Commissioni, in conformità al Regolamento interno, che esso adotta a maggioranza assoluta dei suoi componenti".
Questo, però, non vuol dire che il Regolamento interno debba disciplinare unicamente quelle materie che vi sono elencate; infatti, il Regolamento interno deve disciplinare pure le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni, le votazioni, le Commissioni e tutto il resto.
All'articolo 19 dello Statuto i costituenti hanno voluto soltanto affermare il principio che il Regolamento interno è adottato dal Consiglio con un provvedimento, approvato con una maggioranza particolare, cioè a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Ecco quello che si è voluto dire.
Il mio esempio calza con quello della legge sul referendum, che stabilisce che non possono essere adottate per "referendum" leggi che riguardano l'approvazione dei bilanci, dal che i nostri controllori desumono, sotto un certo profilo non giustamente, che il bilancio deve essere sempre approvato per legge; ma non vi è alcuna norma che dica espressamente: "il bilancio deve essere approvato per legge".
Il Regolamento interno del Consiglio regionale non può essere sottoposto, a norma del menzionato articolo 19 dello Statuto, al sindacato di legittimità della Commissione di Coordinamento, perché la Commissione di Coordinamento limita l'apposizione del visto di legittimità ai soli atti amministrativi della Regione.
Ora, siccome, questo atto, cioè il Regolamento interno del Consiglio, è disciplinato da una legge costituzionale e quindi è un atto avente valore legislativo, secondo il mio parere la Commissione di Coordinamento non ha nulla a che fare con il sindacato di questo atto che noi stiamo per assumere.
Ecco la mia opinione che, io penso, non è del tutto destituita di fondamento, in quanto l'articolo 19 della legge costituzionale 26-2-1948, n. 4 dice: "... in conformità al Regolamento interno che esso adotta a maggioranza assoluta dei suoi componenti".
Comunque, vedremo se la Commissione di Coordinamento farà delle osservazioni.
Probabilmente la Commissione di Coordinamento dirà che è una materia sulla quale non ha da esercitare alcun controllo di legittimità, perché la disciplina di tale materia è attribuita esclusivamente alla nostra potestà assoluta da una norma costituzionale mentre gli atti amministrativi discendono da norme legislative ordinarie.
È mio parere, quindi, che la Commissione di Coordinamento non si interesserà del controllo di legittimità dell'atto che noi stiamo per approvare, che è un atto di natura legislativa.
Ma veniamo al merito dell'articolo 91 bis.
Mi pare che qui si stiano invertendo le parti; sotto un profilo storico, non sotto un profilo attuale.
La Regione autonoma della Valle d'Aosta ha uno Statuto speciale ed una fisionomia speciale.
Vediamo come sono trattati i Parlamentari della Valle d'Aosta, - il Deputato al Parlamento ed il Senatore della Repubblica -, eletti nella circoscrizione della Valle d'Aosta.
La materia è in parte disciplinata in un articolo (art. 47), quanto mai significativo, dello Statuto sotto il titolo IX "Rapporti fra lo Stato e la Regione".
In questo titolo noi vediamo che per questa Regione a Statuto speciale non si parla di Deputato e di Senatore e non se ne parla per un fatto semplicissimo: a differenza delle altre Regioni, qui vi è il Collegio uninominale, e vi è un rapporto particolare fra i Parlamentari e la Regione come, invece, non si verifica per le altre Regioni.
Infatti, dice l'articolo 47 dello Statuto "Agli effetti delle elezioni per la Camera dei Deputati e per il Senato, la Valle d'Aosta forma una circoscrizione elettorale".
Noi abbiamo, quindi, un Collegio uninominale, abbiamo un Deputato e un Senatore che sono legati in modo particolare alla Regione, perché qui non vi può essere pluralità di correnti politiche fra i nostri due soli Parlamentari.
In Valle d'Aosta vi è un solo Deputato al Parlamento ed un solo Senatore della Repubblica, che riassumono naturalmente l'espressione della maggioranza degli elettori della Regione; pertanto, si ha in Valle d'Aosta una posizione diversa che nelle altre Regioni.
Abbiamo appreso dallo Statuto, legge costituzionale, che l'elezione del Senatore e del Deputato costituisce oggetto di rapporto fra lo Stato e la Regione.
Ora, se esiste già una prassi, avendo questi nostri Parlamentari sempre partecipato, in passato, alle sedute del Consiglio, su invito della Presidenza del Consiglio, noi possiamo benissimo fare un invito "una tantum" al Senatore ed al Deputato, inserendo questo invito nel Regolamento interno del Consiglio.
Non vi è nulla che osti a questo, perché il Consiglio è sovrano anche per la questione degli inviti a presenziare alle sedute consiliari.
D'altra parte, non può forse il Consiglio regionale sentire delle persone estranee al Consiglio? Questa è una domanda che io Vi rivolgo.
Io ritengo di sì e lo dice, sia pure indirettamente, lo Statuto che è legge costituzionale, all'articolo 37: "Il Consiglio della Valle ha facoltà di istituire organi di consulenza tecnica".
Ora, se noi possiamo sentire degli esperti, possiamo sentire anche degli esperti particolari in quelli che sono i rapporti politici della Regione con lo Stato e dei compiti dei rappresentanti della Valle d'Aosta al Parlamento.
Sappiamo tutti che vi sono delle leggi dello Stato che interessano questa Regione.
È bensì vero che quando vi sono proposte di legge di questo genere, interviene obbligatoriamente alle sedute del Consiglio dei Ministri il Presidente della Giunta regionale; ma questo non toglie che il Consiglio regionale possa avere più ampie informazioni proprio da coloro che fanno parte degli organi legislativi dello Stato, cioè proprio di quegli organi che approvano le leggi che riguardano la nostra Regione.
È indubbio che il Senatore ed il Deputato della Valle di Aosta potranno sempre dare al Consiglio regionale delle utili informazioni.
La preoccupazione del Consigliere Montesano che questi personaggi, che al Parlamento rappresentano sempre la maggioranza del pensiero politico della Regione, possano abusare di questo invito, mi sembra privo di fondamento.
Infatti, i Parlamentari possono prendere la parola soltanto su invito del Consiglio regionale e, quindi, il Consiglio non si spoglia mai della sua sovranità in nessun momento.
Il Consiglio, se ritiene, invita questi personaggi, particolarmente qualificati e particolarmente informati degli indirizzi politici nella Regione, a dire il loro pensiero su determinati argomenti.
Quindi, quale illegittimità si commette nel far questo?
Io direi nessuna illegittimità: non illegittimità costituzionale, perché l'articolo 17 dello Statuto rimane integro; e non inopportunità, perché sempre si è fatto.
Perché dovrebbe, improvvisamente, diventare oggi inopportuno ed illegittimo quello che si è sempre fatto nei 12 anni precedenti?
Evidentemente, partecipando i due Parlamentari alle sedute del Consiglio, riferiranno, se richiesti, su determinati argomenti.
Indubbiamente l'omissione della espressione "se richiesti" poteva far pensare che questi personaggi potessero intervenire e parlare indiscriminatamente in seno al Consiglio.
Questo, effettivamente, non è consentito; essi sono chiamati, alla stregua di Consiglieri tecnici e di esperti, a dare informazioni ed è bene che questo principio sia sancito, come è sancito ora dalla formulazione nuova dell'articolo 91 bis.
Io affermo che, sulla base di queste considerazioni, le modificazioni proposte al Regolamento interno del Consiglio possano essere approvate.
Deve essere rigettata l'eccezione pregiudiziale fatta dal Consigliere Bondaz che ritarderebbe la costituzione delle Commissioni consiliari permanenti, mentre noi abbiamo urgenza di costituirle.
Deve essere rigettata anche la eccezione relativa all'articolo 91 bis, che, in fondo, non fa che normalizzare quanto le precedenti Amministrazioni regionali hanno sempre fatto.
Quindi, se andava bene allora, penso che vada bene anche adesso e, d'altra parte, risponde ad una effettiva esigenza di funzionalità.
Vi è un altro argomento al quale debbo accennare.
Intendo riferirmi al velato rimprovero fattomi dal Consigliere Bondaz, giustamente secondo il suo punto di vista, quando io ho detto che la Valle d'Aosta non ha ancora una classe dirigente completa.
Il Collega Bondaz ha protestato, ed io l'ho ammirato per questo; però ha travisato un po' il mio pensiero.
Egli ha detto che la Valle d'Aosta ha sempre avuto degli uomini all'altezza del compito in proporzione alla sua popolazione, soggiungendo però, e con questo ha riconosciuto quanto io dicevo, che molti si appartano e non partecipano alla vita pubblica, per cui si impoverisce il numero di coloro che collaborano alla vita pubblica in questa Regione.
Io ammiro la Valle d'Aosta, perché in poche Regioni vi è una sensibilità alla vita pubblica come in questa Regione.
Io non conosco gli altri Consigli regionali, ma credo che pochi Consigli regionali abbiano una partecipazione così attiva ed interessata di tutti i loro membri.
Se, come dice il Collega Bondaz, vi sono molte persone che non prendono parte alla vita pubblica, ebbene noi non possiamo rinunziare ad invitare i due Parlamentari ad intervenire alle sedute del Consiglio per le informazioni che essi possono utilmente essere invitati a dare al nostro Consesso pur rispettandosi l'articolo 17 dello Statuto.
Nessuno ha mai detto che noi intendiamo investire delle funzioni di Consigliere regionale i predetti due Parlamentari; essi prenderanno la parola, soltanto se richiesti, per riferire sul loro mandato o per dare utili informazioni su importanti argomenti all'ordine del giorno".
MARCOZ - Presidente della Giunta:
"Signori Consiglieri, sebbene l'argomento sia già stato sviscerato, desidero io pure prendere la parola, anche se telegraficamente, su un problema così importante.
Io non ripeterò gli argomenti che sono stati esposti egregiamente dall'Avvocato Palmas, suffragati da disposizioni di leggi, e sui quali si potranno avere opinioni più o meno concordi, ma che, comunque, hanno certamente una base.
Rispondo, anzitutto, all'Avvocato Bondaz sulla questione della urgenza.
Non è che ci preoccupi eccessivamente, come già ha rilevato l'Avv. Palmas, il rimprovero di immobilismo che ci viene da taluno rivolto, perché con le nostre modeste energie abbiamo cercato proprio in questi pochi mesi di mettere le mani nell'amministrazione e di avviare a soluzione i problemi più urgenti.
Indipendentemente da quel rimprovero di immobilismo, che da una certa stampa ci è rivolto, noi sentiamo che vi sono dei problemi urgenti da risolvere; la campagna elettorale è finita e non dobbiamo più continuare a dire "tutto è fatto", come dicevate voi e "nulla è stato fatto", come dicevamo noi, perché eravamo in competizione elettorale.
Prendiamo, oggi, la via giusta, la via di mezzo, e diciamo tante cose sono fatte e tante altre rimangono da fare.
Ecco perché vi è urgenza di decidere sulle proposte in esame; l'Avvocato Bondaz onestamente l'ha riconosciuto e dice: "se il caso è urgente, allora io posso anche ammettere che si discuta di queste Commissioni".
Però, è sull'art. 91 bis che intendo prendere la parola: vorrei fugare in tutti l'eventuale dubbio che, da parte nostra, vi siano dei preconcetti.
Evidentemente, oggi la situazione è tale per cui siedono al Parlamento uomini che appaiono amici nostri, non amici personali, ma insomma persone che condividono idee nostre; di guisa che da taluno si dice che viene proposta questa modificazione del Regolamento interno probabilmente perché c'è un amico Chabod, perché c'è un amico Caveri.
No, non è questa la ragione.
Voi lo sapete, ed io lo sò più di Voi, perché ne ho avuto ripercussioni più dirette, che quell'episodio successo qui è stato un episodio spiacevole ma di minima importanza, per la verità, episodio dovuto ad un momento di giustificata impulsività, - siccome noi stavamo pestando l'acqua nel mortaio da un'ora per sapere se si doveva o non si doveva dare la fideiussione alla Cooperativa Produttori Latte e Fontina, - che ha portato ad esprimere un giudizio su certe persone che amministrano tale Cooperativa.
È poi tutto lì.
Da quell'episodio avete potuto trarre, non dico l'insegnamento, ma la convinzione di quanto noi fossimo sereni, perché seduta-stante abbiamo votato la fideiussione.
Di questo ci dovete dare onestamente atto.
Oggi noi vogliamo evitare, nel limite del possibile, che episodi di quel genere abbiano a ripetersi ed è anche per questo che vogliamo disciplinare la questione in esame inserendo una norma nel Regolamento. Non si tratta di una innovazione nostra: l'Avvocato Bondaz Vi ha detto: "Anche noi abbiamo invitato i Parlamentari a venire alle sedute di Consiglio".
Sembra ora, invece, che si faccia una innovazione e un gran passo, ma io Vi domando: "Vi sentireste Voi, Signori Consiglieri, di far intervenire per degli anni alle sedute di Consiglio i nostri due Parlamentari (- che oggi sono Caveri e Chabod e che in un domani potranno tornare ad essere Page, Farinet o altri e, magari, non saremo più noi qui -) come delle mummie senza che mai, neanche su problemi importantissimi, possano dirci una parola, anche nel senso di una direttiva o suggerimento?".
Pensate che dovremo trattare i problemi della Zona Franca, del riparto entrate erariali e della quota mobile!
Vi ripeto, ci troveremo di fronte a dei problemi per cui questi due uomini, che sono dei portavoce della politica locale a Roma, potrebbero suggerirci di fare in un modo piuttosto che in un altro su dei problemi importanti; starà alla saggezza del Presidente del Consiglio, starà al Consiglio, che è sovrano, di stabilire se e quando i Parlamentari potranno prendere la parola per suggerimenti o comunicazioni al Consiglio.
Ecco, io vedrei il problema sotto l'aspetto che vi ho enunciato, cioè sotto l'aspetto di quel minimo di collaborazione che non è legata oggi con uomini che sono dello stesso colore, ma che proprio attiene alla istituzione.
Non attribuite, quindi, un pensiero diverso da quello al nostro operato, quando vi proponiamo di inserire, con tutte le garanzie, nel Regolamento interno del Consiglio, la norma di cui all'art. 91 bis.
Formuliamo pure tutte quelle limitazioni che riteniamo opportune; su questo siamo pienamente d'accordo, perché noi stessi per primi non vogliamo che nessuno possa fare attentati contro questo Consiglio, che è l'organo della sovranità popolare.
Noi rivendichiamo la piena sovranità di questo Consiglio, ma non rifiutiamo quei lumi che, in momenti particolari, ci possono essere dati, nell'interesse della nostra Valle, da coloro che hanno la possibilità di darceli.
Di questo volevo che foste convinti, perchè questo soltanto è lo spirito informatore della norma proposta all'approvazione del Consiglio.
Abbiamo avuto, ripeto, delle preoccupazioni per quel piccolo episodio cui ho prima accennato ed è per questo che vogliamo inserire nel Regolamento una norma precisa per evitare il ripetersi di tali episodi.
Discipliniamo la questione in modo che sia possibile oggi, domani e sempre, una utile collaborazione fra il Consiglio regionale ed i due Parlamentari, che sono i rappresentanti della Valle d'Aosta a Roma".
BONDAZ:
"Desidero rispondere all'Avv. Palmas e al Presidente della Giunta, Marcoz, per evitare la possibilità di eventuali equivoci.
Preciso anzitutto, a proposito dell'accenno all'immobilismo fatto dal Presidente della Giunta, che io faccio sempre questioni di principio e mai questioni politiche o questioni personali.
E' appunto perché non ci sia dell'immobilismo che io insisto sulla necessità che si nomini subito una Commissione consiliare la quale faccia una certa delibazione perché sappiamo, per esperienza, che se le questioni vengono prima dibattute in sede di Commissione si fa più presto in sede di Consiglio.
Questo perché in sede di Commissione gli argomenti possono essere discussi e approfonditi nei dettagli e, al termine dei lavori, la Commissione invia le sue proposte accompagnate da una sola relazione, se vi è l'accordo unanime dei membri; oppure, in caso contrario, si avrà una relazione della maggioranza e una relazione della minoranza.
Quindi si fa più presto, semprechè, naturalmente, le Commissioni lavorino.
Si parla di urgenza; ma non vedo quale sia questa urgenza; non certo sulla questione dell'art. 91 bis e nemmeno per la questione delle Commissioni consiliari permanenti.
D'altra parte la Commissione consiliare avrebbe la possibilità di delibare tutta la questione e di formulare le sue proposte al Consiglio entro il termine massimo di 20 giorni o, tutt'al più, di un mese.
Questo per quanto riguarda la questione pregiudiziale da me posta.
Per quanto riguarda il nuovo art. 91 bis, prego il Presidente della Giunta, Marcoz, di credere che non ho mai pensato, neanche lontanamente, ad una mancanza di collaborazione da parte dell'opposizione.
Mai mi è passato per la mente che tutte queste questioni si facciano per impedire ai Parlamentari di prendere la parola.
Non sono, però, d'accordo quando si parla di necessità di direttive, perché tale concetto contrasta con quello della sovranità assoluta del Consiglio regionale, al quale soltanto spetta di decidere in un senso o nell'altro per quanto di sua competenza.
Questa è una questione di principio.
All'Avv. Palmas rispondo che la sua disquisizione sull'articolo 122 della Costituzione, che non riguarda lo Statuto regionale, non ha nessuna importanza, perché basta riferirsi all'articolo 116 della Costituzione ed alle norme statutarie nostre.
La questione è un'altra, a mio avviso: permettete che Vi esprima liberamente la mia opinione.
Io affermo che l'art. 19 dello Statuto non ci dà la possibilità di regolare una materia che è già regolata, perché, in effetti, questa materia è già disciplinata e dalla Costituzione e dallo Statuto regionale.
Non vi è quindi la possibilità di regolamentare, con il Regolamento interno, una materia che non rientra nelle materie di tale regolamento interno.
Quindi, tutto quello che si dice è assolutamente pleonastico.
Voi asserite che anche noi abbiamo fatto così. Preciso che non è vero, intanto, che noi abbiamo invitato i Parlamentari volta per volta.
Abbiamo fatto un invito solo ai Parlamentari ci sono le deliberazioni di Consiglio che lo comprovano.
Anche nell'ultima legislatura il Presidente del Consiglio, Pareyson, ha rivolto una sola volta, e cioè, all'inizio della legislatura, l'invito ai Parlamentari a presenziare alle sedute di Consiglio.
Non è quindi questione di invito o di possibilità per i Parlamentari di venire alle sedute del Consiglio e non è neppure questione di direttive.
Non è vero quanto afferma l'avv. Palmas, che la Commissione di Coordinamento non ha la possibilità di sindacare la legittimità del provvedimento in discussione.
Io affermo che la Commissione di Coordinamento ha tale possibilità perché, a' sensi dell'articolo 46 dello Statuto, la Commissione di Coordinamento esercita il controllo di legittimità sugli atti amministrativi della Regione ed, evidentemente, il tipico atto amministrativo è la deliberazione.
Ora se noi prendiamo una deliberazione in questa materia, è evidente che la Commissione di Coordinamento ha diritto di dire la sua parola; non nel merito, ma in ordine alla legittimità.
Questo è lo Statuto che lo dice e, quindi, non è possibile sostenere una tesi contraria.
Ripeto che la materia non rientra nell'articolo 19 dello Statuto e non ha bisogno di essere regolamentata, perchè è già regolamentata.
È vero che la prassi indica che i Parlamentari sono stati già invitati dalla precedente Amministrazione e sono sempre venuti e possono venire ad assistere alle sedute di Consiglio, ma non è questa la questione.
Io affermo un principio, che è aderente al principio di massima: quello della sovranità del Consiglio.
Qui non si tratta di prendere delle direttive, il Consiglio è sovrano e può fare quello che crede. Ciò non toglie, però, che debba esservi una ampia collaborazione con i Parlamentari; infatti il Consiglio, quando lo ritiene opportuno, come chiede la consulenza di tecnici o di altre persone, può altresì decidere di sentire i Parlamentari, ma volta per volta.
A mio avviso, l'inserimento nel Regolamento interno del Consiglio della disposizione di cui all'art. 91 bis sarebbe non soltanto cosa pleonastica, ma vizierebbe di legittimità e renderebbe, quindi, nulla la nostra deliberazione".
MARCOZ, Presidente della Giunta:
"Desidero fare una precisazione, perché qui si tenta di fare il processo alla parola "direttiva", che ci è sfuggita.
Si vorrebbe collegare alla parola "direttiva" l'indirizzo del nostro voto finale. Se ci è sfuggita tale espressione, è forse sfuggita anche a Palmas, se non nel concetto "direttive", nel senso di un suggerimento o di una informazione, - prego di credere che, se volessimo prendere delle direttive, non saremmo così ingenui di farcele dare in pubblico.
La parola "direttive" non ha quel senso che le si è voluto ora attribuire; essa va intesa nel senso che, ad un determinato punto della discussione su un certo argomento, ad esempio quello della Zona Franca, i Parlamentari potrebbero dirci: guardate che a Roma la pratica della Zona Franca, su cui Voi state discutendo, sta prendendo una piega diversa da quella che volevate.
Questa è l'interpretazione giusta della parola "direttiva" e non già quella di influenzare il nostro voto.
Ho voluto chiarire questo affinché non si travisi il mio pensiero".
MONTESANO:
"Io desidero fare delle precisazioni. Il mio intervento è stato soprattutto basato sulla letterale dizione dell'articolo 91 bis, così come ci è stato presentato nell'ordine del giorno, e non può essere quindi messo in rapporto con la susseguente aggiunta fatta dall'amico Palmas.
L'articolo 91 bis, così come ci era stato proposto, dice in sostanza che i Parlamentari sono invitati permanentemente, e su questo non abbiamo niente da eccepire, a partecipare alle sedute del Consiglio regionale e vi possono prendere la parola su qualsiasi oggetto.
Con tutto il rispetto che noi abbiamo per i nostri Parlamentari, questa dizione permetterebbe loro di intervenire su qualsiasi questione all'ordine del giorno del nostro Consiglio; almeno questo è quanto ho inteso. La proposta di aggiunta delle parole "se richiesti" è stata fatta dall'Avvocato Palmas dopo il mio intervento.
Quindi, lontano dal mio pensiero di non voler ascoltare i nostri Parlamentari, - ai quali, tra l'altro, sono legato anche da vincoli di amicizia -, in tutte le questioni per le quali essi ci possano dare dei lumi, delle spiegazioni, cioè la loro collaborazione.
Non ho voluto intendere questo con il mio intervento; ho voluto intendere soltanto l'impostazione di una questione di principio e questa impostazione di principio, che ho voluto delucidare, era basata sulla dizione letterale dell'articolo proposto all'ordine del giorno".
DUJANY:
"Desidero ribadire il concetto della opportunità della nomina di una Commissione consiliare per l'esame delle variazioni proposte al Regolamento interno del Consiglio. Detto Regolamento, nel passato, è stato sottoposto al vaglio di una Commissione prima di essere portato in Consiglio e approvato. Ritengo quindi giusto che ogni proposta di variazione al Regolamento segua la stessa strada".
CHANTEL - Assessore:
"Io faccio solo notare che, prima ancora che incominciasse la discussione, abbiamo detto che vi era qualche piccola modificazione da apportare alle variazioni proposte al Regolamento.
Se queste modificazioni fossero state subito proposte, l'articolo 91 bis sarebbe stato visto, almeno per il Collega Montesano, sotto un altro aspetto.
Sono decisamente contrario a che si perda del tempo. Io ritengo che il Consiglio debba funzionare con la collaborazione di Commissioni consiliari permanenti, per il fatto che, essendo formate da rappresentanti della maggioranza e della minoranza, si consegue il risultato di ridurre notevolmente le discussioni in sede di Consiglio e di studiare e risolvere molto più rapidamente i problemi che debbono essere affrontati dal Consiglio.
Sono contrario alla proposta di nominare una Commissione apposita incaricata di esaminare la questione della costituzione di Commissioni consiliari permanenti.
La costituzione delle predette Commissioni è della massima urgenza e, pertanto, propongo che si passi senz'altro all'esame, alla discussione e alla votazione delle varie modificazioni proposte".
DUJANY:
"Trovo strano che, mentre si riconosce che per sveltire il lavoro in sede di Consiglio occorrono Commissioni, non si voglia demandare ad una Commissione l'esame delle variazioni proposte al Regolamento adducendo a motivo che si perderebbe del tempo.
Ribadisco che, nel passato, il Regolamento è stato studiato da una Commissione consiliare prima di essere portato in Consiglio per l'approvazione.
Ritengo che analoga prassi debba essere seguita per le variazioni proposte al Regolamento. Insisto, quindi, affinché si proceda alla nomina di una Commissione incaricata di esaminare le varie questioni e mi dichiaro convinto che tale Commissione se sarà fatta funzionare, potrà espletare il suo mandato entro il termine massimo di giorni venti".
NICCO Giulio - Assessore:
"Desidero far rilevare quanto segue al consigliere Dujany: anzitutto, non è vero che le modificazioni apportate al Regolamento interno siano sempre state sottoposte all'esame di una Commissione consiliare prima di essere approvate dal Consiglio. Ricordo che, nella passata Amministrazione, il Vice Presidente del Consiglio, Pasquali, e lo stesso Consigliere Dujany, hanno presentato una mozione che è stata approvata dal Consiglio, senza essere stata sottoposta al vaglio di una Commissione, e con la quale si stabilì, fra l'altro, che la discussione delle mozioni doveva avvenire alla fine della adunanza o all'adunanza successiva.
Ricordo, inoltre, che molti provvedimenti, di importanza rilevante, sono stati approvati dal Consiglio senza essere stati prima sottoposti all'esame di Commissioni consiliari, alle quali Voi eravate, in linea di massima, sempre contrari".
FOSSON - Assessore:
"Quanto dice il Consigliere Dujany si riferisce al Regolamento interno del Consiglio che è composto di ben 96 articoli ed è quindi più che logico che sia stato esaminato da una Commissione prima di essere portato in Consiglio. Oggi si propone l'approvazione di modificazioni concernenti solo alcuni articoli del Regolamento interno.
La questione principale è costituita dalla norma dell'articolo 91 bis, sul quale si è già fatta una ampia discussione. Le altre questioni sono di minore importanza e potrebbero essere tranquillamente discusse ed approvate subito per dare la possibilità al Consiglio di nominare le Commissioni consiliari permanenti.
Non intendo, con questa mia proposta, di instaurare una nuova prassi, perché siamo tutti d'accordo sulla necessità di demandare alle Commissioni consiliari lo studio dei problemi di una certa importanza.
Tutti gli Assessorati sentono la urgente necessità di Commissioni consiliari permanenti ed urge, pertanto, addivenire, il più sollecitamente possibile, alla nomina di tali Commissioni.
Ora, il demandare ad una apposita Commissione l'esame delle variazioni proposte al Regolamento ritarderebbe di almeno venti giorni la costituzione delle predette Commissioni consiliari permanenti e tale ritardo sarebbe pregiudizievole per il buon andamento dell'Amministrazione.
Potrei concordare con il Consigliere Dujany se non ci fossero le ragioni urgenti a cui ho accennato. D'altra parte la questione più controversa, cioè la norma dell'art. 91 bis, è stata già ampiamente discussa e le modificazioni agli altri articoli, che non sono così importanti, potrebbero benissimo essere esaminate ed approvate questo pomeriggio".
SAVIOZ - Assessore:
"Nel passato, ogni volta che si presentavano determinati problemi, noi abbiamo sempre chiesto che fossero nominate delle Commissioni per lo studio dei predetti problemi. Ricordo però che, sull'inizio dell'anno 1954, noi avevamo prospettato la opportunità della costituzione di Commissioni consiliari permanenti, ma il Consiglio ha preferito continuare secondo il vecchio sistema e, cioè, nominare le Commissioni volta per volta.
In base all'esperienza acquisita in questi ultimi anni, sono del parere che sia meglio istituire una Commissione consiliare permanente presso ogni Assessorato, per lo studio di tutti i problemi di una certa importanza che interessano l'Assessorato stesso; ciò non vieta che, se si presentano problemi di importanza particolare, si provveda alla nomina di Commissioni ad hoc.
Il Consigliere Dujany chiede ed insiste affinché il Consiglio demandi ad una apposita nominanda Commissione consiliare l'esame delle modificazioni proposte ad alcuni articoli del Regolamento interno del Consiglio.
Personalmente sono invece del parere che il Consiglio possa procedere senz'altro all'esame e all'approvazione delle poche modificazioni di cui si tratta.
È necessario e urgente che nominiamo queste Commissioni consiliari permanenti, delle quali faranno parte rappresentanti della maggioranza e della minoranza, affinché dette Commissioni possano mettersi subito al lavoro per lo studio dei vari problemi che urge affrontare e risolvere.
Passando alla questione dell'art. 91 bis, che già è stato ampiamente discusso, mi permetto di far notare che l'inserimento di tale articolo nel Regolamento interno non apporta di fatto alcuna innovazione perché, come giustamente è stato osservato, i Parlamentari sono stati già invitati dalle precedenti Amministrazioni ad intervenire alle sedute del Consiglio e lo stesso invito viene loro rivolto ora da questa Amministrazione.
I Parlamentari prenderanno la parola, durante le sedute consiliari, solo se e quando il Consiglio riterrà di interpellarli. È ovvio che, se il Consiglio non riterrà di sentirli, essi non potranno prendere la parola.
Mi sembra, dunque, che la cosa sia molto semplice e che non sia quindi il caso di stare ancora a discutere oltre su detta questione".
GEX - Assessore:
"Desidero fare una precisazione che, in un certo senso, viene incontro alle istanze della minoranza.
Noi abbiamo dei problemi urgenti da risolvere, quali ad esempio la questione della legge sulle Scuole, che deve essere riveduta e definita, per cui è indispensabile che si nominino al più presto le Commissioni consiliari permanenti.
Il Consigliere Dujany insiste affinché le modificazioni proposte al Regolamento interno del Consiglio siano esaminate da una Commissione prima di essere approvate dal Consiglio, adducendo che l'applicazione di tali modifiche potrebbe far sorgere problemi delicati.
Ritengo che sia inutile perdere del tempo per lo studio preventivo di problemi ipotetici, che forse non sorgeranno neanche ed il cui studio sarebbe molto difficile, ritardando così la soluzione di problemi urgenti che devono essere affrontati e studiati al più presto dalle Commissioni consiliari permanenti.
Se, in sede di applicazione delle modificazioni di cui si tratta, si constateranno degli inconvenienti, si potrà, in allora, incaricare la Commissione consiliare permanente "Affari Generali" di rivedere la questione e di formulare quelle proposte che riterrà di sottoporre all'approvazione del Consiglio".
VUILLERMOZ - Vice Presidente:
"Ritenuta l'urgenza della nomina delle Commissioni consiliari permanenti e della conseguente approvazione delle modificazioni proposte al Regolamento interno del Consiglio, e considerato che il nuovo articolo 91 bis, che riguarda l'argomento più cruciale, è stato già ampiamente discusso, ritengo che si possa dichiarare chiusa la discussione e passare senz'altro alla approvazione delle modificazioni proposte al Regolamento, come è stato proposto dal Consigliere Palmas".
BONDAZ:
"Penso che il Presidente dovrebbe mettere ai voti la proposta di chiusura della discussione di carattere generale ed il passaggio alla discussione ed approvazione delle modificazioni proposte".
Il Presidente, FILLIETROZ, pone ai voti, per alzata di mano, la proposta di chiusura della discussione di carattere generale sull'argomento in esame ed il conseguente passaggio all'esame ed approvazione delle modificazioni proposte ad alcuni articoli del Regolamento interno del Consiglio.
Procedutosi alla votazione, il Presidente accerta e comunica che il Consiglio, con voti favorevoli ventitre e voti contrari dieci (Consiglieri presenti e votanti: trentatre) ha approvato la proposta di cui sopra.
Il Consiglio prende atto.
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Si dà atto che l'adunanza viene sospesa alle ore dodici e minuti trentacinque e rinviata alle ore quindici e minuti trenta.
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