Oggetto del Consiglio n. 25 del 20 marzo 1959 - Verbale

OGGETTO N. 25/59 - PROPOSTE DELLA COMMISSIONE CONSILIARE INCARICATA DELL'ESAME DELLA SITUAZIONE AMMINISTRATIVA, COMMERCIALE E FINANZIARIA DEL CONSORZIO PRODUTTORI FONTINA E DELLA COOPERATIVA PRODUTTORI LATTE E FONTINA - RELAZIONI DI MAGGIORANZA E DI MINORANZA.

Il Presidente, PASQUALI, rileva che nella seduta del 7 ottobre 1958 il Consiglio, al termine della discussione di una interpellanza sulla Cooperativa Produttori Latte e Fontina e di una mozione sull'attività e sulla situazione finanziaria della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e del Consorzio Produttori Fontina, nominava una apposita Commissione consiliare incaricata di esaminare, insieme agli Assessori Bordon e Marchiando, la situazione amministrativa, commerciale e finanziaria della Cooperativa Produttori Fontina e del Consorzio Produttori Latte e Fontina, nonché di riferire al più presto al Consiglio in merito, affinché il Consiglio potesse assumere le decisioni ritenute necessarie per la valorizzazione e la vendita del formaggio fontina nell'interesse dell'economia agricola locale.

Informa che detta Commissione consiliare ha tenuto varie riunioni e ha concluso i suoi lavori senza che i membri della maggioranza e della minoranza siano riusciti a concordare una relazione comune.

Riferisce che i membri di maggioranza della Commissione consiliare e i membri della minoranza, hanno, quindi, sottoscritto due distinte relazioni, una di maggioranza e una di minoranza, trasmesse in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza.

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REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D'AOSTA

Assessorato dell'Industria e del Commercia

Prot. n. 1908/5

Aosta, 23 febbraio 1959

Preg. Sig. Geom. ENRICO PAREYSON

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLA VALLE D'AOSTA

AOSTA

OGGETTO: Commissione consiliare per l'esame della situazione amministrativa, commerciale e finanziaria del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina - Relazioni di maggioranza e di minoranza.

In data 2 febbraio u.s., la Commissione consiliare indicata in oggetto ha tenuto la sua ultima riunione, senza che i membri della maggioranza e della minoranza riuscissero a concordare una relazione comune.

Di conseguenza il sottoscritto, nella sua qualità di Presidente della Commissione sunnominata, si pregia trasmettere due distinte relazioni, redatte rispettivamente dai membri della maggioranza e da quelli della minoranza a chiusura dei lavori della Commissione stessa.

Distinti saluti.

L'ASSESSORE

F.to Dr. M. Marchiando

All. due relazioni.

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RELAZIONE DEI MEMBRI DI MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE CONSILIARE INCARICATA DI ESAMINARE LA SITUAZIONE AMMINISTRATIVA, COMMERCIALE E FINANZIARIA DELLA COOPERATIVA PRODUTTORI LATTE E FONTINA E DEL CONSORZIO PRODUTTORI FONTINA.

I membri di maggioranza della Commissione consiliare incaricata di esaminare la situazione amministrativa, commerciale e finanziaria della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e del Consorzio Produttori Fontina, dopo un attento esame della documentazione fornita dai due Enti riferiscono quanto segue:

Consorzio Produttori Fontina.

Il Consorzio Produttori Fontina, costituito ufficialmente il 24-6-1952, iniziò la sua effettiva attività di ammasso, conservazione e vendita della fontina nel 1956, allorché entrò in vigore la legge 30 ottobre 1955, n. 1269 (in G.U. del 30-12-1955). Con decreto del Ministro per l'Agricoltura e le Foreste in data 26 giugno 1957, fu affidato al Consorzio l'incarico di provvedere alla vigilanza sulla produzione e sul commercio della fontina e, conseguentemente, all'apposizione del prescritto marchio. In base al regolamento approvato dal Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, il Consorzio ha la facoltà di fissare i diritti di marchiatura che. di fatto, ha determinato nella misura di lire 200 la forma.

Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

In conseguenza di queste nuove attribuzioni, il Consorzio fu costretto, per incompatibilità, ad abbandonare l'attività commerciale precedentemente svolta e fu necessario provvedere alla creazione di un nuovo ente che, subentrando ad esso, iniziò la sua attività il 1° agosto 1957, assumendo la denominazione di Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

La Cooperativa ha continuato l'opera precedentemente svolta dal Consorzio provvedendo quindi all'ammasso, alla conservazione ed alla vendita della fontina per conto dei produttori, nonché all'opera di propaganda e di assistenza tendente a migliorare la produzione e a ridurre la percentuale di merce non classificabile "fontina", percentuale purtroppo ancora molto elevata.

Per quanto concerne la vendita ed il collocamento della fontina, la Cooperativa, oltre a curare tutte le pratiche relative, conduce anche un'intensa azione pubblicitaria per la valorizzazione e la diffusione del prodotto in Italia ed all'estero.

Risultati.

È evidente che per essere intesa nel suo pieno valore l'attività svolta dal Consorzio e dalla Cooperativa deve essere collocata nel quadro di quel vasto programma di interventi perseguito dall'Amministrazione regionale con lo scopo di tutelare e migliorare quello che è il prodotto di gran lunga più importante dell'agricoltura valdostana: la fontina.

In proposito, non è superfluo ricordare che l'incremento dei prodotti tipici rientra tra i compiti che lo Statuto assegna alla Regione (art. 3).

È indubbio che la produzione della fontina, la quale interessa una larga parte della popolazione valdostana, ha una sua ragione di essere solo in quanto il profitto conseguito dai produttori sia almeno tale da coprire le spese di gestione degli alpeggi e delle latterie. Basterà allora ricordare che, quando il Consorzio Produttori Fontina iniziò la sua attività, questo importante settore dell'economia valdostana versava in una situazione drammatica e che i produttori erano esposti alle speculazioni di grossisti ed incettatori che, profittando della pesante situazione del mercato caseario, erano giunti ad offrire per il prodotto non più di 200/300 lire il Kg. È evidente che l'azione del Consorzio prima e della Cooperativa poi, intervenendo in un momento particolarmente critico, è riuscita a tonificare il mercato del prodotto e ad arrecare un immediato sollievo economico a tutti i produttori. Infatti, i due Enti hanno svolto una politica di sostegno dei prezzi che ha sottratto i produttori alle speculazioni dei grossisti ed alle oscillazioni dei prezzi di mercato. Bisogna inoltre sottolineare che della migliorata situazione hanno tratto profitto tutti i produttori, anche coloro che per motivi particolari hanno ritenuto di non conferire il loro prodotto ma di collocarlo presso i privati commercianti, essendo il conferimento della fontina puramente facoltativo.

Osservazioni sulla situazione finanziaria dei due Enti.

Naturalmente non è stato possibile raggiungere questi positivi risultati senza notevoli sacrifici finanziari che danno giustificazione del passivo accumulato dai due Enti.

Questo passivo, sulla base degli elementi forniti. può essere sintetizzato come segue per gli anni 1956/1957:

Consorzio Produttori Fontina - perd. es. 1956

L.

11.075.692

Consorzio Produttori Fontina - perd. es. 1957

L.

871.454

Cooperativa Produttori Latte e Fontina (spese di esercizio periodo 1-1-1957 - 31-7-1957 stornate dal Consorzio)

L.

31.651.846

Cooperativa Produttori Latte e Fontina (perdita 1-8-1957 - 31-12-1957)

L.

6.243.630

Totale

L.

49.842.622

A questa cifra, i cui dettagli sono riportati nei bilanci, devono aggiungersi le spese di impianto e di attrezzatura che ammontano a complessive lire 28.088.600.

Per concorrere alla copertura di questo "deficit", che si può arrotondare in L. 78.000.000, l'Amministrazione regionale ha già assegnato lire 20.000.000.

Se si esaminano i costi e i ricavi del prodotto, ossia il prezzo pagato ai conferenti ed il prezzo praticato nei confronti degli acquirenti, si rilevano i seguenti elementi:

sino al 10-10-1957

prezzi pagati

1a qualità

L. 500

" "

2a qualità

L. 450

" realiz.

1a qualità

L. 540

" "

2a qualità

L. 510

dopo il 10-10-1957

prezzi pagati

1a qualità

L. 550

" "

2a qualità

L. 480

" "

3a qualità

L. 450

" "

scarto

L. 380

" realiz.

1a qualità

L. 570

" "

2a qualità

L. 540

" "

3a qualità e scarto

L. 480-500

Praticamente tanto il Consorzio che la Cooperativa, nei primi due anni di gestione, hanno rivenduto la fontina quasi a prezzo di costo (anche se ciò può non apparire dalle cifre) in quanto la differenza tra prezzi di costo e prezzi di vendita è stata in gran parte assorbita dal calo di peso.

È evidente che, in tali condizioni, i due Enti si sono dovuti addossare l'intero onere delle attrezzature e delle spese di esercizio che, nella fase di assestamento e di avviamento, sono state molto rilevanti.

Proposte e suggerimenti.

L'Amministrazione regionale, che ha fornito ai due Enti una garanzia fideiussoria, considerandone l'essenziale azione intesa ad incrementare un tipico prodotto locale e interessando questo prodotto buona parte della popolazione della Valle, è ovviamente interessata a regolarizzare la loro situazione economica e finanziaria.

In relazione a quanto sopra si renderebbe necessario la corresponsione ai due Enti di un contributo complessivo di L. 80.000.000 (importo arrotondato e comprensivo di L. 58.000.000 di spese e perdite di esercizio del biennio 1956/1957 e spese di impianti e di attrezzature, e di L. 22.000.000 come contributo in acconto a parziale copertura delle eventuali perdite relative al 1958.

Tale acconto avrebbe carattere provvisorio in quanto non si hanno ancora i dati definitivi dell'esercizio 1958.

Resta purtroppo insoluta e viva la questione del capitale circolante necessario al funzionamento della Cooperativa per svincolare questa dall'oneroso e pressoché integrale ricorso al credito bancario.

Per risolvere questo problema occorre un aumento del capitale sociale che potrebbe essere sottoscritto, se possibile, dai produttori e dalle latterie.

D'altra parte tale realizzazione si prospetta molto difficile, data l'attuale situazione economica dei produttori, e pertanto si proporrebbe il ricorso ad un mutuo bancario con pagamento dei relativi interessi integrali o parziali da parte dell'Amministrazione regionale.

Il Consorzio invece si può ormai ritenere autosufficiente ed allo stesso si potrebbe, eventualmente, corrispondere un contributo annuo per le spese di partecipazione a fiere e mostre.

Aosta, lì 2-2-1959.

In originale firmato da: Dr. Michele Marchiando, Geom. Flaviano Arbaney, Rag. Mauro Bordon, Dr. Cesare Dujany, Sig. Augusto Petigat

RELAZIONE DEI MEMBRI DI MINORANZA

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE CONSILIARE INCARICATA DI ESAMINARE LA SITUAZIONE AMMINISTRATIVA, COMMERCIALE E FINANZIARIA DELLA COOPERATIVA E DEL CONSORZIO PRODUTTORI FONTINA.

La creazione del Consorzio e della Cooperativa Produttori Fontina si prefiggeva come scopo la tutela degli interessi dei contadini - produttori, onde favorire il miglioramento dello produzione ed aumentare il prezzo di vendita.

La carenza dei mezzi e del materiale avuto a disposizione rende difficoltoso esprimere dei pareri sull'azione svolta dai due Enti e sui risultati ottenuti circa il miglioramento della produzione.

Per quanto riguarda il prezzo di vendita da parte dei produttori si è avuto in questi ultimi anni un aumento di 100 lire circa il Kg. per la fontina di qualità. Il raggiungimento di questo fattore positivo lo si deve soprattutto al riconoscimento della "denominazione di origine" del nostro prodotto e all'aumento del prezzo sul mercato in questi ultimi anni di alcuni prodotti caseari. Infatti, la cosidetta "fontina" prodotta dai caseifici che anni addietro veniva pagata sulle 350/370 lire circa al Kg. raggiunge nel novembre 1958 le 500/520 lire con un aumento di L. 150 circa al Kg.

Fatta questa doverosa premessa, dall'esame della situazione dei due Enti è emerso quanto segue:

1° - il decreto ministeriale 26 giugno 1957 affidò al Consorzio Produttori Fontina, oltre che l'apposizione del marchio, "l'incarico della vigilanza sulla produzione ed il commercio del formaggio per il quale è consentito l'uso della denominazione di Fontina".

Detto Consorzio dovrebbe pertanto esercitare la sua vigilanza sulla Cooperativa Produttori Fontina che provvede all'ammasso ed al commercio di questo prodotto.

Essendo il Presidente del Consorzio ed il Presidente della Cooperativa la medesima persona, ci si domanda come potrà avvenire la vigilanza prevista dal citato decreto ministeriale.

Ci troviamo di fronte al caso del vigilatore che vigila sè stesso. Si tratta di una evidente incompatibilità di cariche.

La questione diventa ancora più complessa se consideriamo che l'Avvocato César BIONAZ, Presidente del Consorzio e della Cooperativa è contemporaneamente:

- Libero professionista

- membro della Giunta Giurisdizionale Amministrativa

- Direttore del giornale "L'agriculteur Valdôtain"

- Presidente del Consorzio Agrario

- Presidente della Mutua Coltivatori Diretti

- Consigliere della Società Autotrasporti "Tosco"

- Presidente del Consorzio Rû Pompillard, ecc. eccetera.

È chiaro come in conseguenza di tutti questi incarichi, all'Avv. César BIONAZ, risulti materialmente impossibile dedicare ai due Enti in esame tutta l'attività necessaria per il loro buon andamento.

Sarebbe interessante accertare se altre persone svolgono attività per la Cooperativa e contemporaneamente per il Consorzio, accertamento che non è stato possibile svolgere da parte della Commissione alla quale è stata negata la visione degli elenchi nominativi del personale.

Analoga osservazione si potrebbe fare per le tre Commissioni nominate dal Consorzio di cui la seconda controlla la prima e la terza controlla la seconda e di cui non ci è stato possibile conoscere i nominativi dei componenti.

2° - Le fontine vengono classificate in presenza del produttore. All'atto di questa prima classifica nessun marchio o bollo viene però apposto sulle medesime, e manca pertanto ogni garanzia che le stesse vengano immesse al commercio con una classifica uguale a quella praticata per il conferente. Anzi può anche sorgere il dubbio che vengano immesse al commercio con una classifica superiore a quella praticata per il conferente con evidenti danni per il produttore.

3° - Il quantitativo di grasso contenuto nelle fontine viene comunicato dal Consorzio al produttore, verbalmente. Elementari ragioni di serietà consiglierebbero una dichiarazione scritta, ovverosia la copia dell'analisi stessa.

4° - I criteri di classificazione da parte del Consorzio lasciano seri dubbi in fatto di imparzialità. Risulterebbe che la produzione stagionale di una latteria sia stata dichiarata dal Consorzio con % inferiore al 45% di grasso mentre un certo numero di forme della medesima produzione appartenenti a due soci di detta latteria sono state riconosciute dal Consorzio con sufficiente quantità di grasso (superiori al 45%).

Altre latterie rivoltesi al Consorzio per l'analisi della propria produzione venivano informate dal Consorzio stesso che la % del grasso riscontrata non raggiungeva il 45% e di conseguenza non poteva essere marchiata.

Inviati i campioni a gabinetti di analisi fuori Valle, la % di grasso, di quella stessa produzione, risultava superiore di parecchi gradi al 45%.

Allo scopo di meglio documentarsi, alcuni membri della Commissione consiliare facevano acquistare presso la Cooperativa una forma di "formaggio" (con grasso inferiore al 45%).

Un campione prelevato su quella forma veniva inviato alla Stazione chimico-agraria di Torino alla cui analisi il grasso risultava del 47,85%.

Inutile rilevare le dannose conseguenze derivanti da simili divergenze dei risultati delle analisi.

5° - La Cooperativa ha affidato la vendita della fontina in Italia (ad eccezione della Valle d'Aosta e Canavese) alla Società Polenghi e Lombardo.

Trattandosi di una società proprietaria di caseifici, produttrice di formaggi (anche della cosiddetta "fontina" pastorizzata?) pertanto concorrente del nostro prodotto, si nutrono seri dubbi circa l'opportunità di affidare il monopolio delle vendite in Italia della fontina ad una società di tale tipo, e si confessa così implicitamente una seria deficienza organizzativa e commerciale.

6° - Dal sopraluogo effettuato nei magazzini della Cooperativa le attrezzature sono apparse soddisfacenti. Tuttavia, si legge sulla relazione presentata dal Consorzio che fontine di seconda scelta pagate a 450 lire sono state declassate e vendute a 300 lire (sebbene questa affermazione venga poi smentita in una seconda relazione).

Tale declassamento, con una conseguente diminuzione del prezzo della merce così rilevante, è indubbiamente dovuto al deperimento delle fontine nel periodo di giacenza nei magazzini, e una domanda quindi si pone:

per quali ragioni ciò è avvenuto?

Su chi ricade la responsabilità?

7° - Alle varie latterie che hanno conferito alla Cooperativa la produzione primaverile del 1958, sono stati offerti prezzi che variano dalle 260 alle 440 lire il Kg. Perché solamente in un secondo tempo e dopo che molti produttori hanno ritirato le fontine di loro proprietà, è stato offerto un conguaglio che varia dalle 10 alle 60 lire il Kg.?

8° - Da un confronto degli elenchi pervenutici, dalla fontina conferita dagli alpeggi si ricavano le seguenti percentuali:

1a qualità

2a qualità

Scarto

Ritirate

ALPEGGI 1957

50%

40%

3%

7%

ALPEGGI 1958

24%

54%

7%

15%

A queste ultime percentuali si avvicina la produzione delle latterie per il 1958.

Mentre la percentuale della 1a qualità è precipitata dal 50 al 24%, è raddoppiato lo scarto ed è raddoppiata la percentuale della merce ritirata dai conferenti.

Questo rilevante declassamento che significa notevoli perdite per il produttore si può solamente spiegare con:

a) Peggioramento della produzione;

b) Eccessivo rigore nella classifica.

È difficile giustificare, sia con avversità atmosferiche sia con malattie del bestiame o cattiva qualità del foraggio o mangime, un tale declassamento della produzione a distanza di un solo anno.

È più probabile che ciò sia dovuto all'eccessivo o interessato rigore della classifica.

9° - Risulterebbe che le forme ritirate, e si tratta di molte migliaia (N. 6.356 solamente dagli alpeggi), dai conferenti, siano essi latterie od alpeggi, sono state vendute a privati ad un prezzo notevolmente superiore, dalle 50 alle 150 lire al Kg. a quello offerto dalla Cooperativa.

Quanto sopra dimostra che non sempre gli interessi dei produttori vengono tutelati dalla Cooperativa.

10° - Alle già notevoli difficoltà incontrate dalla Commissione consiliare nell'espletamento delle mansioni affidatele dal Consiglio si è aggiunto il comportamento dei cinque membri della maggioranza (tre Assessori e due Consiglieri) che sin dalle prime sedute assumevano la oltranzosa difesa dell'operato del Consorzio e della Cooperativa. Tanto che, in sede di Commissione e prima che questa avesse portato a termine i suoi lavori, affermavano di avallare l'operato dei due Enti.

Essi inoltre non aderivano alle seguenti richieste:

a) Di mettere i componenti della Commissione che lo desiderassero nelle condizioni materiali di recarsi in alcune zone della Valle per conferire con i produttori, allo scopo di accertare la veridicità delle voci che circolano circa l'attività del Consorzio e della Cooperativa, segnalate anche dalla interpellanza e dalla mozione di alcuni Consiglieri nella seduta del Consiglio del 7 ottobre 1958.

Ciò sarebbe stato oltremodo interessante poiché molte delle segnalazioni di cui i membri della Commissione sono venuti in possesso non hanno potuto essere confermate o giustamente valutate con testimonianze e dichiarazioni scritte, per la reticenza dimostrata dai conferenti, dovuta, a nostro parere, al timore di eventuali pressioni, rappresaglie o discriminazioni.

b) Di pretendere dai due Enti una precisa risposta alle richieste che si allegano (le risposte pervenute sono incomplete od evasive).

c) Di prendere visione dei titoli giustificativi riferentesi ai bilanci dei due Enti.

Il bilancio al 31-12-1957 del Consorzio, richiesto sin dalla prima seduta e più volte sollecitato, veniva consegnato alla Commissione solamente il 15 dicembre 1958. I membri di maggioranza facevano proprie le richieste del Consorzio di condizionare la consegna di quel bilancio all'impegno dei membri di minoranza di non portarlo a conoscenza del pubblico e della Polizia Tributaria.

Perché simili inaccettabili ed umilianti condizioni vengono poste a componenti di una Commissione consiliare quando è poi risultato che detto bilancio era stato pubblicato sul Foglio Annunzi Legali" N. 54 fin dal 4 giugno 1958?

11° - Il 9 dicembre 1958, il Presidente del Consorzio e della Cooperativa denunciava al Tribunale di Aosta, per diffamazione a mezzo stampa, un componente la Commissione consiliare incaricata di esaminare la situazione amministrativa, commerciale e finanziaria degli Enti sopracitati.

Lo stesso Presidente ha piena facoltà di rivolgersi alla Autorità Giudiziaria onde tutelare la propria reputazione. Il fatto però che la denuncia sia avvenuta nel periodo in cui la Commissione svolgeva i suoi lavori può far sorgere il dubbio che non sia estraneo il proposito di esercitare sul denunziato un'azione di pressione e di intimidazione.

12° - Dalla insufficiente documentazione che la Commissione ha potuto consultare appaiono elevate le spese sostenute per il personale, pari a oltre cinque milioni e mezzo per il solo Consorzio nei primi undici mesi del 1958. Per lo stesso periodo, non è stato possibile conoscere l'ammontare della spesa per i sei impiegati oltre ai dirigenti, membri di Commissioni, ecc. della Cooperativa.

Lo stesso dicasi per i quattro milioni circa di spese pubblicitarie.

Se i dati richiesti ci fossero stati forniti, sarebbe stato possibile alla Commissione consiliare:

a) Conoscere esattamente l'incidenza delle spese per il personale dirigente, impiegatizio e salariato.

b) Esprimere un parere sulle sue attitudini tecniche, ecc.

c) Accertarsi che determinate persone non prestino la loro opera e non percepiscano compensi contemporaneamente dai due Enti o da altri Enti aventi sede nello stesso palazzo del Consorzio Agrario, come ad esempio il Dottor ADAM Roberto che riveste contemporaneamente la carica di Direttore della Mutua Coltivatori Diretti con uno stipendio mensile di lire 70.000 e l'incarico di Segretario del Consorzio Produttori Fontina con uno stipendio mensile di lire 62.000.

12 bis) La somma di lire 3.124.509 per affitto di magazzini ed uffici per l'anno 1957, di cui ben tre milioni sono destinati al pagamento dell'affitto per gli uffici e magazzini di Aosta e Pont St. Martin, grava in modo non indifferente le spese di esercizio.

Considerando che gli uffici ed i magazzini di Aosta sono di proprietà del Consorzio Agrario che dovrebbe avere come scopo il favorire le attività dell'agricoltura, detti affitti dovrebbero per lo meno essere notevolmente ridotti.

Risulta pure elevata la somma di L. 1.542.232 per le spese di circolazione degli automezzi nell'anno 1957.

Non si dispone di dati per l'anno 1958.

13° - Il 31-7-1957 il Consorzio Produttori Fontina cessava la sua attività di Ente commerciale, passando interamente tale compito alla Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Da tale data, in conformità alla Legge 10-4-1954, n. 125 ed al Decreto Interministeriale N. 1269, il Consorzio stesso ha limitato la sua attività alla vigilanza sulla produzione e sul commercio della fontina nonché alla marchiatura della medesima.

Pertanto il Consorzio avrebbe dovuto porsi in liquidazione, cedere le sue attività alla nuova Cooperativa e presentare il suo bilancio finale di liquidazione al 31-7-1957.

La nuova Cooperativa doveva presentare il suo bilancio per la gestione relativa al periodo dalla costituzione al 31-12-1957.

A sua volta il nuovo Consorzio doveva presentare per il 1957 un bilancio relativo alla sua nuova gestione. Tutto ciò, che corrisponde ad una normale prassi amministrativa, non è avvenuto.

14° - Sul bilancio consuntivo al 31-12-1957 del Consorzio Produttori Fontina di Aosta si osserva:

Nell'attivo è scritta la voce "secondo contributo Amministrazione regionale di lire 10.000.000", contributo che venne deliberato soltanto il 10 giugno 1958 e versato con mandato N. 2757 del 10-11-1958 e che pertanto nemmeno come credito poteva essere iscritto nel consuntivo del 1957, considerato che il Consiglio regionale, a cui compete la concessione di tali contributi, nessun impegno si era assunto in precedenza, anche se sul bilancio preventivo regionale per l'esercizio finanziario 1957-1958 vi figura la molto generica voce: "Spese per la tutela e l'incremento dei prodotti tipici".

In ogni caso per essere l'atto deliberativo della Amministrazione regionale stato assunto solo nel 1958, tale contributo per nessuna ragione può figurare nel bilancio consuntivo 1957.

Ma ciò che maggiormente non si spiega è il primo contributo dell'Amministrazione regionale sempre di L. 10 milioni iscritto nel passivo del bilancio come debito.

Ma come può tale contributo che è stato dato a fondo perduto essere considerato un debito del Consorzio?

Proprio perché a fondo perduto tale contributo non doveva essere iscritto nel passivo del bilancio ma avrebbe dovuto essere iscritto come sopravvenienza attiva nel conto profitti e perdite.

È vero che in questo caso invece di una perdita di esercizio di lire 871.454 vi sarebbe stato un utile di oltre nove milioni, ma semmai ciò dimostra che il contributo non era affatto necessario o meglio poteva essere necessario ma in misura sufficiente a coprire la perdita.

Il bilancio consuntivo 31-12-1957 del Consorzio Produttori Fontina di Aosta non può pertanto essere considerato attendibile.

15° - Sul bilancio al 31-12-1957 della Cooperativa Produttori Fontina di Aosta si osserva quanto segue:

fra il bilancio consuntivo depositato in Tribunale il 28 maggio 1958 e registrato ai numeri 3.199 del Registro d'ordine e 540 vol. 8 del Registro Società e pubblicato sul "Foglio Annunzi Legali" della Valle d'Aosta n. 54 in data 4-6-1958 e la copia del bilancio distribuito ai membri della Commissione consiliare si rilevano le seguenti discordanze:

Bilancio depos. in Tribunale

Bilancio comunic. alla Commissione

Crediti diversi

12.311.912

1.072.884

Magazzino Fontina

127.078.370

128.150.820

Magazzino Burro

7.619.952

7.619.112

Spese esercizio Consor.

32.727.538

31.651.846

S. Paolo c/Fideiussione

176.966.314

165.774.104

Consor. Produtt. Fontina

3.534.283

3.484.223

Tanto che, mentre nel bilancio depositato in Tribunale i totali dell'attivo e del passivo si bilanciano in lire 267.861.695, nel bilancio distribuito alla Commissione i totali dell'attivo e del passivo si bilanciano in lire 256.619.425 con una differenza di oltre undici milioni.

Anche nella relazione dei Sindaci che accompagna il bilancio depositato in Tribunale vi è discordanza, in quanto l'attivo è indicato in lire 251.618.065, il passivo di lire 267.861.695 e la perdita di esercizio di lire 6.243.630.

Ma qui si può pensare che si tratti di un errore di scrittura.

Le discordanze invece in precedenza rilevate non possono ritenersi frutto solo di errore di scritturazione, ma sono certamente frutto di una diversa impostazione, il che non può però essere, in quanto il bilancio che fa fede ad ogni effetto è quello depositato presso la Cancelleria del Tribunale.

16° - Avendo il Consiglio regionale affidato alla Commissione il mandato di "esaminare la situazione amministrativa - commerciale e finanziaria della Cooperativa Produttori Fontina e del Consorzio Produttori Fontina nonché di riferire al più presto al Consiglio in merito", mandato che il Presidente della Giunta nel suo intervento ha voluto precisare che avvenga... "attraverso lo studio meticoloso della situazione, dei bilanci, delle spese, ecc.".

Considerato che i suddetti Enti fruiscono di contributo e fideiussioni da parte dell'Amministrazione regionale per somme rilevanti, trattandosi quindi di denaro pubblico, è doveroso da parte della Commissione accertarne l'onesta amministrazione e la giusta destinazione allo scopo di tutelare i reali interessi dei contadini produttori.

Essendo emerse nel corso dell'esame dei bilanci le irregolarità amministrative sopra esposte:

rilevato che, malgrado le ripetute insistenze, non è stato possibile ottenere i dati richiesti né tanto meno prendere visione dei titoli giustificativi riferentesi ai bilanci, ci si chiede se la Commissione non ritenga opportuno rimettere la documentazione alla On.le Procura della Repubblica perché esamini ed eventualmente accerti se esistano o meno, nell'operato degli amministratori dei due Enti, estremi di illecito penale e ciò soprattutto per le responsabilità che incombono sui componenti la Commissione consiliare nello espletamento del loro mandato.

17° - Al termine dei lavori, i membri di minoranza della Commissione sono giunti alle seguenti conclusioni:

la difficile situazione dei produttori di latte, che rientra nella crisi generale dei prezzi agricoli, merita ogni attenzione e richiede provvedimenti tali da attenuarne le gravi conseguenze.

Il buon funzionamento della Cooperativa e del Consorzio potrebbe essere di notevole aiuto.

È necessario però eliminare le manchevolezze riscontrate migliorandone la funzionalità, tenendo conto delle segnalazioni contenute nella presente relazione allo scopo di tutelare sempre meglio gli interessi dei nostri contadini produttori.

18° - Circa la situazione finanziaria dei due Enti il contributo regionale annuo al Consorzio è sufficiente per permettere una riduzione del costo di marchiatura, dalle attuali 20 lire al Kg. ad un massimo di lire 5 al Kg. con un beneficio di lire 15 al Kg. per i produttori e per la stessa Cooperativa.

19° - Più grave è la situazione finanziaria della Cooperativa il cui deficit assomma a lire:

49.842.622 perdite dell'esercizio al 31-12-1957

28.088.600 spese per attrezzatura

15.000.000 perdite di esercizio al 30-11-1958

92.931.222 Totale.

Va rilevato che nel deficit di lire 92.931.222 ben 64 milioni circa sono di sole perdite di esercizio di due anni di gestione.

Vi è da notare innanzitutto una certa leggerezza da parte degli amministratori che hanno accumulato un così rilevante deficit senza prospettarsi la reale possibilità di farvi fronte.

Non vogliamo pensare che sia stata loro intenzione rivolgersi poi all'Amministrazione regionale, onde ottenere un contributo per estinguere il deficit accumulato.

Ciò denoterebbe in primo luogo una concezione per lo meno strana circa l'uso del denaro pubblico da parte dell'Amministrazione regionale, che già ha concesso una fideiussione di 300 milioni presso l'Istituto S. Paolo, e costituirebbe un pericolosissimo precedente per altri Enti che potrebbero essere invogliati a seguirne l'esempio ed ai quali, per ragioni di equità, l'Amministrazione regionale non potrebbe rispondere con un rifiuto.

Esula dal nostro compito rintracciare i fondi per far fronte ai 92 milioni di deficit.

Per conseguire però un miglioramento della situazione economica ci permettiamo di suggerire:

a) ricercare fra i soci della Cooperativa e fra i produttori uomini nuovi, che diano garanzia di capacità e dispongano del tempo indispensabile per adempiere all'importante compito;

b) una maggiore oculatezza nell'amministrazione, riducendo drasticamente le spese;

c) un attento riesame della situazione amministrativa, commerciale ed organizzativa;

d) richiedere all'Amministrazione regionale un contributo sulla spesa per attrezzature di lire 28.088.600 come da deliberazione del Consiglio che prevede la concessione di contributi per l'acquisto di attrezzature, ecc. da parte dei privati agricoltori, consorzi e cooperative;

e) fruire degli eventuali contributi statali;

f) esaminare la possibilità di rivolgersi al Credito Agrario per ottenere prestiti a basso tasso d'interessi, evitando così gli onerosi anticipi di banca.

20° - La proposta dei membri di maggioranza della Commissione di invitare l'Amministrazione regionale a versare alla Cooperativa una quota (L. 60) per ogni Kg. di fontina conferita alla Cooperativa stessa, non corrisponderebbe agli scopi che si prefigge per le seguenti ragioni:

a) si ripeterebbe in Valle il sistema degli ammassi applicato in campo nazionale e tuttora vigente per alcuni prodotti agricoli, che ha già dato esiti negativi ed ormai è da tutti condannato;

b) si manterrebbe artificiosamente alto il prezzo di dato prodotto, non corrispondente alla situazione del mercato, e che crollerebbe con gravissime ripercussioni per i contadini-produttori il giorno che, per una qualsiasi ragione, venisse a cessare la partecipazione delle finanze regionali;

c) l'Ente Cooperativo anziché essere stimolato a migliorare e perfezionare la sua organizzazione economica e commerciale potrebbe adagiarsi in un dannoso letargo, cullato beatamente dall'aiuto delle finanze pubbliche;

d) si costituirebbe un monopolio per il commercio della fontina, sotto la volontà del quale sarebbero costretti a passare tutti i produttori;

e) si creerebbe un pericoloso precedente. Infatti l'Amministrazione regionale, per ragioni di equità, dovrebbe accollarsi i medesimi oneri per altre possibili cooperative di ammasso di tutti gli altri prodotti agricoli, bestiame, patate, castagne, vino, mele, pere, ecc. che in breve assorbirebbero buona parte del bilancio regionale,.

f) si eviterebbero però parte degli inconvenienti sopracitati, versando la quota (di L. 60) al Kg. non già alla Cooperativa, bensì direttamente ai produttori, in base alla loro produzione.

Sorge però a questo punto il problema dei produttori che non trasformano il loro latte in fontina.

Infatti nella quasi totalità delle latterie della bassa Valle comprese le valli laterali di Gressoney e di Brusson e buona parte delle latterie della Valle centrale non producono fontina e verrebbero escluse da questo beneficio.

La stessa sorte toccherebbe a coloro che in primavera portano il bestiame nei "mayens", e a chi non conferisce il latte alle latterie, agli abitanti dei villaggi isolati, la cui limitata produzione non permette la creazione di una latteria.

Di fatto, una buona metà dei nostri contadini, i più poveri e quindi i più bisognosi, verrebbero esclusi.

Allo scopo di aiutare concretamente e con spirito di giustizia tutti i produttori di latte della nostra Valle, si propone di destinare tale quota a tutti i contadini produttori di latte sulla base della loro singola produzione.

Ciò servirebbe ad incrementare e notevolmente migliorare la produzione di latte in tutta la Regione.

21° - Però la crisi che affligge la produzione lattiero-casearia può essere radicalmente affrontata, con seri intendimenti per risolverla, solamente con tempestivi provvedimenti presi in campo nazionale.

In campo regionale occorre attenuarne le gravi conseguenze, rimediando alla deficienza di attrezzature moderne e razionali per la lavorazione del latte.

A tale scopo la Commissione propone all'Amministrazione regionale di dare pratica attuazione alla Legge regionale approvata dal Consiglio Valle nel 1954, che prevede la costruzione di moderni ed attrezzati caseifici con annessi magazzini per la produzione, dia di fontina, sia di altri tipi di formaggi, tali da soddisfare le esigenza del mercato, stanziando a tale fine le somme necessarie.

Dalla presente relazione emerge evidente la necessità di una maggiore vigilanza da parte dell'Amministrazione regionale sui fondi da questa stanziati e destinati a Cooperative od altri Enti.

Si impone quindi, onde dare le più serie garanzie e come già ripetutamente richiesto, che, ad esercitare tale vigilanza, ai rappresentanti della Giunta regionale siano affiancati i rappresentanti dei Consiglieri di minoranza.

Aosta, lì 2-2-1959.

F.to: MANGANONI Claudio, NICCO Giulio

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ALLEGATO A

Dott. MARCHIANDO

Presidente della Commissione consiliare per l'esame delle attività

della Cooperativa e Consorzio Produttori Fontina

AOSTA

Il 15-XII avevo consegnato alla S.V. una richiesta di informazioni comprendente 10 punti.

Mi è pervenuta la risposta evasiva ed incompleta sui punti 2 - 3 - 4 - 5 - 6 e 7.

Al punto 10 desidererei fosse precisato il nome dei rappresentanti o concessionari e la zona in cui svolgono la loro attività.

Riferendomi poi alla mia prima richiesta scritta di informazioni, sono sempre in attesa di una risposta ai punti 1 - 2 e 3. Trattandosi di due Enti con funzioni nettamente distinte ne deve conseguire una compilazione di bilanci distinti e separati.

La pregherei inoltre di volermi far pervenire:

1° - Copia verbali delle sedute della Commissione.

2° - Copia verbale della seduta del Consiglio regionale per quanto riguarda la discussione e la nomina della Commissione.

Per la prossima convocazione della Commissione, che mi auguro avvenga al più presto. e nel caso la maggioranza della Commissione persista nel rifiutare di recarsi negli uffici dei due Enti per consultare i titoli giustificativi dei bilanci (sia di quelli già in nostre mani, sia di quelli non ancora pervenutici), la prego di voler cortesemente provvedere affinché i medesimi siano a disposizione dei componenti la Commissione.

In attesa, voglia gradire i miei ossequi.

Aosta, lì 31-12-1958.

Claudio Manganoni

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ALLEGATO B

1 - ELENCO DI COLORO (LATTERIE, ALPEGGI O PRIVATI) CHE HANNO CONFERITO E POI RITIRATO LA MERCE NEL 1957 E 1958.

(Nome, data del conferimento, numero delle forme, peso, prezzo offerto, data del ritiro) (Precisando se avevano i requisiti per la marchiatura o meno, e la data in cui è stata fatta la classifica).

2 - SITUAZIONE DEL BILANCIO DAL 1° GENNAIO AL 30-11-1958 SIA DELLA COOPERATIVA, SIA DEL CONSORZIO.

3 - ELENCO NOMINATIVO DEI DIPENDENTI, DIRIGENTI, MEMBRI DI COMMISSIONI, CONSULENTI E DI TUTTE LE PERSONE CHE HANNO SVOLTO E SVOLGONO UNA QUALSIASI ATTIVITA' A FAVORE DELLA COOPERATIVA E DEL CONSORZIO.

Genere e durata delle attività e prestazioni e compensi percepiti, sotto qualsiasi forma, specificando: paga - stipendio - diaria - indennità - trasferte - ecc.

4 - SPESE PER AFFITTI MAGAZZINI, UFFICI, OD ALTRI LOCALI, IMPORTO PER OGNI LOCALE O GRUPPO DI LOCALI E NOME DEL LOCATORE.

5 - SPESE PER AUTOMEZZI, CARBURANTI, AUTISTI E QUANTO CONCERNE I MEZZI DI TRASPORTO.

(Acquisto, manutenzione, riparazione, lubrificanti, garage, bolli, assicurazione, paghe autisti, ecc.).

6 - SPESE PER ENERGIA ELETTRICA, ACQUA E RISCALDAMENTO.

7 - SPESE PER UFFICI.

(Cancelleria, macchine, posta, telefono, ecc.). I dati riferentesi ai punti 3- 4- 5- 6 e 7 devono riferirsi separatamente ai due Enti, come segue:

Consorzio dalla sua creazione al 31-12-1956

dal 1°-1-1957 al 31-7-1957

dal 1°-8-1957 al 31-12-1957

dal 1°-1-1958 al 30-11-1958

Cooperativa dal 31-7-1957 al 31-12-1957

dal 1°-1-1958 al 30-11-1958

8 - PREZZO RICHIESTO PER OGNI CHILO PER LA MARCHIATURA DAL CONSORZIO.

9 - PREZZO, QUANTITA' E QUALITA' DELLA MERCE VENDUTA ALL'ESERCITO SE LA POLENGHI LOMBARDI HA PERCEPITO UNA PROVVIGIONE SU DETTO QUANTITATIVO.

10 - PROVVIGIONE AI RAPPRESENTANTI O CONCESSIONARI - NEL CASO CHE IL LORO COMPENSO NON SIA A PROVVIGIONE, PREZZO DA COSTORO PAGATO ALLA COOPERATIVA E PREZZI DA ESSI PRATICATI AI CLIENTI.

Aosta, lì 15-12-1958.

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L'Assessore MARCHIANDO dà lettura della relazione dei membri di maggioranza, illustrandone i punti più importanti e soffermandosi, in particolare, sulla questione della situazione finanziaria del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Precisa che il deficit accumulato dai predetti due Enti negli anni 1956 e 1957 ha la sua giustificazione nei seguenti motivi:

- mancanza di capitale circolante: ciò che ha costretto i due Enti a ricorrere al credito bancario pagando interessi rilevanti, che hanno notevolmente inciso sulle spese (più del 60%) di esercizio del Consorzio e, in seguito, della Cooperativa;

- calo della fontina: calcolato nel 3 - 4% del peso iniziale;

- spese di impianto e di attrezzature, ammontanti a complessive lire 28.088.600.

Informa che i membri di maggioranza della Commissione consiliare, - dopo approfondito esame della situazione amministrativa e finanziaria del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e dopo averne rilevato la necessità, - propongono che l'Amministrazione regionale eroghi ai due Enti un contributo corrispondente all'ammontare del passivo, in modo da coprire totalmente i deficit di gestione 1956 e 1957, nonché un altro contributo di lire 22 milioni a titolo di acconto a parziale copertura del previsto deficit per le spese relative all'esercizio 1958, di cui non si hanno ancora i dati consuntivi definitivi.

Per quanto riguarda la questione del capitale circolante, rileva che la questione potrebbe essere risolta se la Cooperativa Produttori Latte e Fontina avesse la possibilità di aumentare il suo capitale sociale; ma fa presente che tale possibilità è da escludersi, data l'attuale difficile situazione economica dei produttori, non in grado di assumere oneri per l'aumento del capitale sociale.

Precisa che i membri di maggioranza della Commissione consiliare ritengono, quindi, che l'unica soluzione possibile per la Cooperativa Produttori Latte e Fontina sia quella di ricorrere all'assunzione di un mutuo passivo, con assunzione dei relativi interessi a carico totale o parziale dell'Amministrazione regionale.

Il Consigliere NICCO Giulio sottolinea la sensibilità e la correttezza dimostrate dal Presidente, Pareyson, il quale ritenuto di dovere assentarsi dalla adunanza, per il fatto che nella questione in discussione è interessato, direttamente o indirettamente, un suo nipote.

Osserva che vi sono altri Amministratori regionali i quali si trovano nelle stesse condizioni del Presidente Pareyson e che dovrebbero, quindi, sentire anche essi la necessità di non essere presenti ad una discussione che riguarda la gestione di due Enti di cui è responsabile qualche amministratore del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Il Consigliere MANGANONI dà lettura della relazione dei membri di minoranza della Commissione consiliare, illustrandone i punti più importanti.

Espone ed analizza le cause che, a parere dei membri della minoranza, hanno reso deficitaria la gestione del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina negli anni 1956 e 1957.

Riferisce sugli inconvenienti riscontrati nella gestione dei due Enti e ritiene necessaria una maggiore tutela degli interessi dei produttori di fontina che consegnano in conferimento il loro prodotto alla Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Osserva, fra l'altro, che non vi è garanzia che le forme di fontina vengano immesse al consumo con una classifica uguale a quella dichiarata al conferente e che i criteri di classificazione lasciano seri dubbi in fatto di imparzialità da parte del Consorzio Produttori Fontina; ne illustra le ragioni citando vari esempi a comprova della sua affermazione.

Riferisce che, per poter esaminare e conoscere la reale situazione amministrativa e finanziaria dei due Enti, egli inviò in data 15 dicembre 1958 al Presidente della Commissione consiliare, - Assessore Dr. Marchiando -, una lettera comprendente dieci punti in merito ai quali chiedeva di fornire esaurienti informazioni.

Precisa che la risposta pervenutagli fu evasiva ed incompleta sui punti 2, 3, 4, 5, 6 e 7, mentre nessuna informazione venne fornita sui nn. 1, 2 e 3, per cui in data 31 dicembre 1958 inviava al Presidente della Commissione consiliare una seconda

lettera e, successivamente, una ulteriore richiesta di informazioni, lettera e richiesta che sono inserite quali allegati A e B alla relazione di minoranza e di cui dà lettura.

Riferisce che, non avendo i membri di minoranza potuto ottenere, come precisato al punto 16° della relazione, i dati richiesti né tanto meno avendo potuto prendere visione dei titoli giustificativi riguardanti i bilanci del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina, essi fecero presente alla Commissione consiliare l'opportunità di rimettere alla Procura della Repubblica la documentazione in possesso della Commissione affinché la Procura esaminasse ed accertasse se esistessero, o meno, "nell'operato degli Amministratori dei due Enti estremi di illecito penale e ciò soprattutto per le responsabilità che incombono sui componenti la Commissione consiliare nell'espletamento del loro mandato".

Comunica che, non avendo ritenuto la Commissione consiliare di accogliere l'invito suddetto, i membri di minoranza hanno creduto loro dovere ed obbligo di rimettere alla Procura della Repubblica la copia dei conti in loro possesso affinché la stessa potesse eseguire i necessari accertamenti.

Passando quindi ad illustrare le proposte conclusive formulate dai membri di minoranza della Commissione consiliare, rileva che la proposta formulata in sede di Commissione dai membri di maggioranza prevedeva la concessione alla Cooperativa di un contributo regionale in misura di lire 60 per ogni Kg. di fontina conferito alla Cooperativa stessa.

Osserva che il primo comma del punto 20° della relazione di minoranza va riferito a tale proposta.

Afferma che la concessione di un ulteriore intervento finanziario regionale di lire 100 milioni a favore della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e del Consorzio Produttori Fontina, come da proposta dei membri di maggioranza della Commissione consiliare, non risolverebbe il problema della produzione lattiero-casearia, ma sarebbe soltanto un palliativo, per varie ragioni, che illustra, rilevando, fra l'altro, che tale intervento finanziario non eliminerebbe le cause del deficit, per cui in avvenire sarà nuovamente richiesto l'intervento regionale per coprire il passivo delle future gestioni annue degli Enti economici in questione.

Precisa che soltanto rimediando, con tempestivo provvedimento, alla deficienza di attrezzature moderne e razionali per la lavorazione del latte potrà essere risolto il problema della produzione lattiero-casearia.

Rammenta che, cinquanta anni addietro, la Valle d'Aosta era all'avanguardia nel campo dell'attrezzatura per la lavorazione del latte nei confronti delle altre Valli alpine.

Fa presente che, se si vuole ricuperare il tempo perduto e seguire il progresso, occorre rimodernare e migliorare le attrezzature, perché soltanto in tale modo sarà possibile migliorare la qualità del prodotto, riducendone quindi lo scarto, e fare fronte alla concorrenza dei grandi caseifici.

Rileva che occorre, quindi, procedere alla costruzione di moderni caseifici, nei quali possano essere lavorati sia la fontina, formaggio tipico e di origine della Valle d'Aosta, sia altri formaggi, a seconda della richiesta del mercato.

Concorda che la costruzione di caseifici moderni e convenientemente attrezzati comporta un onere rilevante per la Regione, in quanto, per rendere funzionanti i caseifici stessi, occorre pensare a fare confluire il latte ai caseifici a mezzo di lattodotti o di teleferiche o costruende strade per il trasporto del latte dai luoghi di produzione al luogo di lavorazione.

Rammenta, in proposito, che il Consiglio regionale precedente aveva approvato una legge regionale recante provvedimenti intesi a favorire la lavorazione e la conservazione dei prodotti lattiero-caseari in Valle d'Aosta ed aveva previsto la costruzione di caseifici in nove località della Valle d'Aosta.

Rileva che contro la legge regionale era stato proposto, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ricorso alla Corte Costituzionale, la quale ha emesso sentenza favorevole alla legge regionale.

Osserva che la legge regionale avrebbe quindi dovuto essere promulgata, ma fa presente di non aver trovato, con sua meraviglia, tale legge nel Codice delle leggi della Valle d'Aosta edito a cura della Presidenza della Giunta regionale, e ne chiede le ragioni.

Fa presente che, da allora ad oggi, l'Amministrazione regionale ha costruito soltanto una Centrale del latte con annesso caseificio, in Aosta, ed un caseificio a Valtournanche, impianti che non sono ancora entrati in funzione perché non ultimati.

Auspica che si provveda presto alla costruzione di moderni caseifici in altre località della Valle d'Aosta, ribadendo che soltanto con una moderna e conveniente attrezzatura è possibile fare fronte alla concorrenza dei grandi caseifici di pianura.

Il Consigliere BARMASSE premette di avere rilevato che i membri di maggioranza della Commissione consiliare non fanno alcun appunto, nella loro relazione, alle Amministrazioni del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina, attribuendo la causa del deficit al calo della fontina, alle rilevanti spese di impianto e di attrezzatura e al forte tasso di interesse richiesto dagli Istituti bancari, al cui credito i predetti due Enti hanno dovuto ricorrere non disponendo di capitale circolante.

Osserva che i membri di maggioranza propongono, come soluzione per sanare la situazione deficitaria dei due Enti, che la Regione conceda un contributo in misura corrispondente all'ammontare del passivo accumulato in questi primi anni di gestione.

Constata che i membri di minoranza, invece, fanno tutta una serie di rilievi sull'operato del Consorzio Produttori Fontina mettendone in evidenza le deficienze riscontrate e suggerendo, infine, i rimedi atti ad eliminare tali deficienze.

Afferma che non è ammissibile che i predetti due organismi, - che hanno una funzione vitale nel settore più importante della produzione agricola valdostana -, continuino la loro gestione accumulando ogni anno perdite su perdite di esercizio.

Concorda che ogni inizio è difficile e che è quindi facile commettere degli errori; ma osserva che non è concepibile che gli errori si ripetano.

Sottolinea la necessità e l'urgenza che si studino provvedimenti atti ad assicurare a tali Enti una vita finanziaria autonoma, affinché possano vivere con i propri mezzi finanziari.

Ritiene che, quale prima misura, si debba assicurare ai due Enti una organizzazione tecnica efficiente.

Passando quindi ad esaminare i rilievi formulati nelle due relazioni, si sofferma sulla questione del calo della fontina che, secondo quante detto dall'Assessore Marchiando, è una delle cause del deficit.

Precisa che la perdita derivante dal calo della merce potrebbe essere ridotta sensibilmente se la Cooperativa Produttori Latte e Fontina non raccogliesse subito tutta la produzione prenotata, ma lasciasse le forme di fontina in deposito nei magazzini del produttore, prelevandole soltanto mano a mano e a seconda della richiesta del mercato.

Osserva, poi, che la Cooperativa Produttori Latte e Fontina dovrebbe, a suo avviso, acquistare dai produttori soltanto la produzione che è lavorata bene, che ha la percentuale di grasso del 45% e che risponde alle caratteristiche stabilite dallo standard.

Ritiene che dovrebbero esservi soltanto due classifiche della fontina e, cioè, fontina di prima qualità e fontina di seconda qualità.

Aggiunge che le forme di formaggio scadente dovrebbero essere lasciate ai produttori i quali potrebbero smerciarle vendendole ai consumatori locali i quali consumano, di preferenza, la produzione che non risponde ai requisiti prescritti per essere marchiata come fontina e il cui prezzo è inferiore.

Ritiene che, in tale modo, vi sarebbe un incentivo per i produttori a migliorare la loro produzione.

L'Assessore ARBANEY premette che intende rispondere su alcuni rilievi ed osservazioni formulate nella relazione dei membri di minoranza.

Contesta, anzitutto, l'affermazione che vi sia incompatibilità fra la carica del Presidente del Consorzio Produttori Fontina e la carica del Presidente della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e ne illustra le ragioni. Precisa, fra l'altro, che il Consorzio Produttori Fontina è formato dai produttori di fontina e fa presente che il Presidente del Consorzio deve essere scelto, per statuto, fra i produttori consorziati.

Circa il rilievo che il Presidente del Consorzio Produttori Latte e Fontina svolga varie attività, osserva che ciò non può essere addotte come un appunto negativo nei confronti dell'avvocato Cesare Bionaz, perché non vi è alcuna norma che vieti di dedicarsi a varie attività.

Circa il rilievo secondo cui nel Consorzio vi sarebbero tre Commissioni che si controllano a vicenda, osserva che i membri di minoranza della Commissione, nel fare una tale osservazione, dimostrano di non conoscere il regolamento del Consorzio, regolamento che la Commissione ha avuto in visione all'inizio dei suoi lavori.

Precisa che tale regolamento dice testualmente: "Il controllo di origine e di qualità nonché l'apposizione sulle forme della bollatura provvisoria del marchio sono demandati ad apposita Commissione".

Rileva che vi sono varie Commissioni, nominate dalla Giunta del Consorzio, e che ciascuna Commissione deve comprendere due esperti fra quelli proposti dall'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta.

Fa presente che vi è poi una "Commissione per la sorveglianza sull'operato della Commissione di controllo, di bollatura provvisoria e di marchiatura", Commissione che è nominata dalla Giunta esecutiva.

Fa presente, infine, che vi è una "Commissione di appello", al cui giudizio possono ricorrere i produttori di fontina in caso di contestazione circa la bollatura provvisoria e marchiatura.

Precisa che si tratta di una Commissione paritetica presieduta da una persona nominata dal Presidente della Giunta regionale e composta di due rappresentanti dei produttori nominati dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e di due rappresentanti dell'Amministrazione regionale nominati dall'Assessore regionale all'Agricoltura.

Osserva quindi che non si tratta affatto di tre Commissioni che si controllano a vicenda.

Riferisce sui precedenti della questione della fontina e ricorda l'azione efficace svolta dall'Amministrazione regionale che si è conclusa finalmente con il richiesto riconoscimento ufficiale della Valle d'Aosta come unica zona di origine e di produzione della fontina.

Accenna alle opposizioni fatte dai grandi caseifici della pianura e sottolinea la necessità che si produca buona fontina, rispondente alle caratteristiche dello standard stabilito dalla legge.

Ritiene, in proposito, indispensabile che i produttori si assicurino che la loro produzione abbia il 45% di grasso, effettuando tempestivamente le necessarie analisi.

Rileva che condizione essenziale per la produzione di fontina di ottima qualità è che gli alpeggi e le latterie siano munite delle necessarie attrezzature e che sia curata al massimo la pulizia e la qualità del latte.

Informa che vari sono i fattori che possono influire in senso negativo sulla produzione di fontina di buona qualità ed indica i mezzi per individuarli ed eliminarli.

Circa il rilievo secondo cui forme di fontina depositate nei magazzini del Consorzio sarebbero state declassate per deperimento della merce nei periodi di giacenza nei magazzini, osserva che tutti i produttori sono pienamente a conoscenza che le fontine sono soggette a maturazione, cioè a trasformazione.

Ammette che inizialmente, cioè all'inizio del funzionamento del Consorzio Produttori Fontina, il deperimento possa essere stato parzialmente causato anche da inesperienza o dal fatto che i magazzini in cui erano depositate le forme di fontina non erano sufficientemente stagionati.

Per quanto riguarda il rilievo secondo cui la spesa per l'affitto di magazzini ed uffici per l'anno 1957 (lire 3.124.509) è assai rilevante e dovrebbe essere notevolmente ridotta, "considerando che gli uffici e i magazzini di Aosta sono di proprietà del Consorzio Agrario...", precisa che detti uffici e magazzini sono di proprietà non già del Consorzio ma della Federazione dei Consorzi.

In merito alla questione del canone di affitto, informa di avere avuto notizie che il canone di affitto sarà prossimamente ridotto perché lo Stato è intervenuto nel pagamento di una parte delle ingenti spese di costruzione di tali magazzini.

Fa presente che non corrisponde del tutto a verità l'affermazione fatta dal Consigliere Manganoni che cinquanta anni addietro la Valle d'Aosta era all'avanguardia in fatto di attrezzature per la lavorazione del latte, perché l'attrezzatura in allora era scadente ed afferma che, se la qualità della fontina era allora migliore di quella di oggi, ciò era dovuto al fatto che allora non erano così diffuse le malattie del bestiame.

Conclude, riconoscendo che effettivamente il precedente Consiglio aveva approvato una legge recante provvedimenti intesi a favorire la costruzione di caseifici e aveva stabilito di stanziare, all'uopo, la somma di lire 400 milioni, da ripartirsi in più annualità, per la costruzione dei caseifici stessi.

Osserva, in proposito, che allo scadere del suo mandato la passata Amministrazione regionale era in passivo e che l'Amministrazione attuale ha dovuto reperire fondi straordinari necessari addivenendo, fra l'altro, all'accensione di un mutuo passivo per l'esecuzione di opere pubbliche; dopo di che ha potuto procedere alla costruzione in Aosta della Centrale del latte con annesso caseificio per la lavorazione di 60 ql. di latte, nonché di un caseificio a Valtournanche, pure per la lavorazione di 60 ql. di latte.

L'Assessore BORDON premette di avere avuto dalla Giunta, oltre un anno fa, l'incarico di seguire, unitamente all'Assessore Marchiando, l'attività del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina, al fine di rendere edotta l'Amministrazione regionale sulla reale situazione economico-finanziaria dei due predetti Enti.

Accenna alle difficoltà in cui venivano a trovarsi, negli anni precedenti il 1956, i produttori di fontina per far fronte ai loro impegni.

Ricorda che essi, verso la fine di agosto, erano costretti a vendere il loro prodotto per poter pagare gli alpigiani ed anche perché non sapevano dove depositare la loro produzione essendone pieni i magazzini.

Informa che, con la costituzione del Consorzio Produttori Fontina, prima, e in seguito anche della Cooperativa Produttori Latte e Fontina, i produttori di fontina ebbero la possibilità di depositare le loro forme di fontina in magazzini appositi, in cui venivano convenientemente curate e conservate e tutto questo con il pagamento di un modesto compenso.

Riferisce che inoltre essi, in seguito all'avvenuta concessione da parte della Regione della fideiussione bancaria a favore della Cooperativa, hanno potuto ottenere prestiti, in ragione di lire 3 mila per ogni forma di fontina, ciò che ha permesso loro di fare fronte alle spese.

Precisa che non vi è da meravigliarsi se risulta, dalla contabilità della Cooperativa, che vi è una spesa di 37 milioni di soli interessi passivi, perché tali interessi si riferiscono appunto a somme mutuate dall'Istituto Bancario San Paolo, di Torino, su fideiussione della Regione, e anticipate ai produttori di fontina sul prezzo del prodotto conferito.

Osserva che, aggiungendo a tale somma l'importo di lire 28.088.600 per spese di impianto e di attrezzature, si raggiunge un totale di oltre 65 milioni, per cui viene ridotto a ben poca cosa il deficit accumulato dai due Enti negli anni 1956-1957.

Passa quindi ad esaminare la relazione della minoranza ed a controbattere i singoli rilievi, seguendo l'ordine stabilito nella relazione stessa:

Sul punto 1°: comunica che non intende soffermarsi sulla questione della asserita incompatibilità fra la carica del Presidente del Consorzio e la carica del. Presidente della Cooperativa Produttori Latte e Fontina, perché al riguardo ha già risposto esaurientemente l'Assessore Arbaney.

Sul punto 2°: fa presente che anche su questo punto ha già risposto l'Assessore Arbaney, il quale ha precisato che la marchiatura viene effettuata da apposita Commissione.

Circa il rilievo che all'atto della prima classifica delle forme di fontina "nessun marchio o bollo viene però apposto sulle medesime e manca, pertanto, ogni garanzia che le stesse vengano immesse al commercio con una classifica uguale a quella presentata per il conferente", osserva che, per eliminare eventuali dubbi circa la possibilità che forme di fontina vengano poste in commercio con una classifica superiore a quella praticata per il conferente, è sufficiente fare notare che, se si fosse effettuata detta speculazione, la Cooperativa, lungi dall'avere un deficit, avrebbe avuto un saldo attivo.

Sul punto 3° ("il quantitativo di grasso contenuto nelle fontine viene comunicato dal Consorzio al produttore verbalmente"): dichiara che una tale affermazione è priva di fondamento, perché al produttore viene consegnato dal Consorzio un elenco delle forme di fontina conferite, con indicazione della classificazione ottenuta dalle singole forme.

Sul punto 4° ("i criteri di classificazione da parte del Consorzio lasciano seri dubbi in fatto di imparzialità" ): ricorda che al riguardo ha già risposto l'Assessore Arbaney, il quale ha fatto rilevare, fra l'altro, che competente ad eseguire l'analisi relativa all'accertamento e al controllo della percentuale di grasso nelle forme di fontina è non già il Laboratorio provinciale di igiene e profilassi di Torino, ma bensì il Laboratorio regionale di igiene e profilassi di Aosta.

Comunica di non avere notizia che vi sia stato qualche produttore di fontina che si sia lamentato dell'inesattezza di analisi eseguite dal Laboratorio regionale e di nutrire, quindi, dubbi sulla veridicità di quanto affermato nella relazione e, cioè, che alcune forme di fontina di produzione di latteria dichiarate dal Consorzio con percentuale di grasso inferiore al 45% siano state in un secondo tempo riconosciute con una percentuale di grasso superiore al 45%.

Sul punto 5° ("La Cooperativa ha affidato la vendita della fontina in Italia ( ad eccezione della Valle d'Aosta e del Canavese ) alla Società Polenghi e Lombardo. Trattandosi di una Società proprietaria di caseifici, produttrice di formaggi (anche della cosiddetta "fontina" pastorizzata?), pertanto concorrente del nostro prodotto, si nutrono seri dubbi circa l'opportunità di affidare il monopolio delle vendite in Italia della fontina ad una società di tale tipo,.." ): l'Assessore Bordon osserva che la Società Polenghi e Lombardo non può vendere altro formaggio sotto il nome di "fontina", perché incorrerebbe in gravi sanzioni, in quanto la fontina è tutelata da una legge dello Stato.

Informa poi che detta Società è dotata di una imponente attrezzatura commerciale in tutta Italia, che le permette di smerciare direttamente la fontina nei maggiori centri della Penisola.

Fa presente che è molto difficile trovare altre Ditte che possano offrire condizioni migliori anche, e soprattutto, per quanto riguarda le garanzie di pagamento.

Sul punto 6°: ricorda che sulla questione dell'asserito declassamento delle forme di fontina, come conseguenza del deperimento della merce nel periodo di giacenza nei magazzini, ha già risposto l'Assessore Arbaney.

Osserva che il processo di maturazione della fontina si svolge nel periodo di 60 giorni per cui può accadere che una forma di fontina classificata di 1a qualità non sia più tale dopo 30 o più giorni.

Sul punto 7° ("Alle varie latterie che hanno conferito alla Cooperativa la produzione primaverile del 1958, sono stati offerti prezzi che variano dalle 260 alle 440 lire il Kg. Perché solamente in un secondo tempo e dopo che molti produttori hanno ritirato le fontine di loro proprietà, è stato offerto un conguaglio che varia dalle 10 alle 60 lire il Kg.?"): l'Assessore Bordon contesta l'affermazione che soltanto in un secondo tempo sia stata offerta ai produttori una determinata somma a titolo di conguaglio, rilevando che all'atto del conferimento della fontina da parte dei produttori viene sempre data assicurazione da parte della Cooperativa, dopo aver stabilito il prezzo della merce, che il prezzo pattuito è suscettibile di conguaglio ad avvenuto smercio del prodotto.

Sul punto 8°: fa presente che la forte diminuzione della percentuale di fontina di la qualità nel 1958 (anno 1957: 50% della produzione; anno 1958: 24% della produzione), ha la sua causa non già nell'eccessivo rigore della classifica, come affermato nella relazione di minoranza, ma nel fatto che nei primi mesi del 1958 circa un terzo delle bovine erano affette da mastite o da brucellosi.

Sul punto 9°: in merito al rilievo che molti produttori hanno venduto a privati forme di fontina ad un prezzo superiore (dalle 50 alle 150 lire al Kg.) a quello offerto dalla Cooperativa, l'Assessore Bordon ammette che possa essere avvenuto che alcuni produttori, anziché cedere la merce alla Cooperativa, abbiano preferito ritirarla e venderla personalmente in Valle e fuori Valle a miglior prezzo.

Fa però presente che, se i produttori hanno potuto vendere la merce ad un prezzo superiore, è altresì vero che essi hanno dovuto sostenere le spese di trasporto e accessorie per la vendita diretta del loro prodotto.

Sul punto 10° ("Alle già notevoli difficoltà incontrate dalla Commissione consiliare nell'espletamento delle mansioni affidatele dal Consiglio si è aggiunto il comportamento dei cinque membri della maggioranza (tre Assessori e due Consiglieri) che sin dalle prime sedute assumevano la oltranzosa difesa dell'operato del Consorzio e della Cooperativa. Tanto che, in sede di Commissione e prima che questa avesse portato a termine i suoi lavori, affermavano di avallare l'operato dei due Enti").

L'Assessore Bordon afferma che i membri di maggioranza della Commissione consiliare, nell'accingersi all'esame del problema della fontina e durante i lavori della Commissione, si sono sempre e soltanto preoccupati di tutelare gli interessi degli agricoltori e dichiara che non è, quindi, affatto vero che i membri di maggioranza si siano assunta "la oltranzosa difesa dell'operato del Consorzio e della Cooperativa".

Comunica che potrebbe, dal canto suo, affermare che i membri di minoranza in sede di Commissione hanno sempre esaminato il problema con uno spirito di oltranzosa denigrazione nei confronti degli Amministratori dei due Enti, con l'intento di dimostrare che detti Enti non funzionano bene.

Rileva che nessuno può contestare i notevoli vantaggi di cui hanno potuto beneficiare i produttori di fontina da quando sono stati costituiti il Consorzio Produttori Fontina e la Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

In merito al successivo rilievo secondo cui i membri della maggioranza non avrebbero aderito alla richiesta dei membri di minoranza "di mettere i componenti della Commissione... nelle condizioni materiali di recarsi in alcune zone della Valle per conferire con i produttori, allo scopo di accertare la veridicità delle voci che circolano circa l'attività del Consorzio e della Cooperativa...", l'Assessore Bordon comunica che quanto sopra richiesto esulava dalla competenza della Commissione consiliare.

Per quanto riguarda la richiesta dei membri di minoranza "di prendere visione dei titoli giustificativi riferentisi ai bilanci dei due Enti", informa che, avendo il dirigente della Cooperativa fatto sapere che non avrebbe gradito la presenza di uno dei due membri di minoranza, l'altro membro rifiutò di recarsi con i membri di maggioranza alla seduta indetta, presso il Consorzio, per prendere visione di quanto richiesto.

Sul punto 11°: l'Assessore Bordon ritiene che non sia il caso di soffermarsi a discutere sul rilievo in questione e ne illustra le ragioni.

Sul punto 12°: l'Assessore Bordon afferma che le spese sostenute dal Consorzio Produttori Fontina e dalla Cooperativa Produttori Latte e Fontina nei primi anni del loro funzionamento non sono eccessive, tenuto conto dell'ingente movimento di forme di fontina acquistate, immagazzinate e vendute nel 1956-'57.

Fa presente che le gestioni della Cooperativa e del Consorzio Produttori Fontina sono state oculate e volte alla tutela degli interessi dei produttori di fontina.

Sui punti n. 13 e seguenti: continuando nell'esame della relazione dei membri di minoranza (dal punto n. 13 in poi), l'Assessore Bordon si sofferma ad analizzare i rilievi e le proposte formulate per risolvere la deficitaria situazione dei due Enti e conclude sottolineando la necessità, nell'interesse dei produttori di fontina, che l'Amministrazione regionale intervenga con un contributo corrispondente all'ammontare del deficit per sanare l'attuale deficitaria situazione del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Monsieur le Conseiller DUJANY remarque qu'au point 10° de la relation de minorité il est dit que les membres de minorité n'ont eu la possibilité de prendre les renseignements nécessaires pour constater si certaines voix concernant l'activité du Consortium des Producteurs de Fontine et de la Coopérative des Producteurs de Lait et Fontine ont un fondement de véridicité et ceci par faute des membres de la majorité.

Il observe qu'une telle affirmation n'est pas exacte, parce que la vérité est que les membres de majorité ont répondu aux Messieurs les Conseillers Manganoni et Nicco que ce n'était pas le cas d'aller faire des enquêtes d'un côté et d'autre chez les campagnards, car la Commission en question est une Commission du Conseil, qui a été chargée d'examiner la situation administrative-commerciale et financière du Consortium et de la Coopérative et non pas de faire d'enquêtes chez les campagnards.

Il informe en plus que les Conseillers de majorité on fait noter que les membres de la minorité auraient dû déjà être en possession des données nécessaires, vu que Mr. Manganoni avait publié, au mois d'août, un article sur le journal "Le Travail" criant au scandale sur la question de la fontine.

Il souligne que c'est très dangereux de publier sur les journaux des articles criant au scandale, parce que ces articles peuvent avoir des répercussions très fâcheuses et nuisible aux intérêts des Valdôtains et, en ce cas, aux intérêts des campagnards valdotains.

Il communique qu'en effet, à la suite de l'article de Mr. Manganoni paru sur "Le Travail", le Ministre de l'Agriculture et des Forêts, Mr. Ferrari Aggradi, écrivait au Consortium des Producteurs de Fontine d'Aoste la lettre suivante, datée du 7 novembre 1958 - Réf. n. 26133 - pos. 2679, lettre dont il donne lecture aux Messieurs les Conseillers:

Viene segnalato a questo Ministero che le operazioni di apposizione, da parte di codesto Consorzio, delle marcature atte a garantire i requisiti previsti dalle leggi in vigore, al prodotto Fontina, formaggio avente titolo alla denominazione di origine a tenore del D.P. 30 ottobre 1955, n. 1269, si svolgerebbero in modo non del tutto regolare in quanto nella selezione e nel controllo della merce verrebbero adottati criteri discriminatori atti a danneggiare certi produttori.

Due numeri di un periodico stampato ad Aosta ed un quotidiano milanese, le cui copie furono fatte giungere a questo Ministero, hanno con una certa insistenza e con precisi riferimenti messa in rilievo la pretesa grave irregolarità.

Con D.M. in data 26 giugno 1957 pubblicato nella G.U. del 2-7-1957, numero 163, codesto Consorzio ha ottenuto l'incarico di vigilanza sulla produzione ed il commercio del formaggio Fontina; gli è stata inoltre affidata la mansione dell'apposizione delle marcature sulla merce prodotta, secondo le norme stabilite nell'apposito disciplinare a suo tempo predisposto.

È ovvio che tali compiti debbono svolgersi con assoluta obiettività ed imparzialità; venir meno a tali obblighi potrebbe costituire motivo di revoca del mandato conferito.

Si invita perciò codesto Consorzio a voler dare immediati esaurienti chiarimenti in merito ai lamentati rilievi segnalati - invero per la prima volta allo scrivente Ministero - con preghiera di riferire in modo dettagliato sui criteri adottati per l'apposizione dei marchi e per l'accertamento chimico-analitico dei requisiti prescritti dallo "Standard" legale sulla merce presentata al controllo.

IL MINISTRO

F.to Ferrari Aggradi"

Mr. le Conseiller Dujany donne aussi lecture aux Conseillers de la lettre suivante, adressée à la Coopérative des Producteurs de Fontine d'Aoste le 28 août 1958, par Mr. Rémy Moret, dépositaire du fromage fontine pour la Suisse:

"Rémy MORET

Importation de Fromage et salamis

MARTIGNY-VILLE

Martigny le 28 août 1958

A la Coopérative des Producteurs

de Fontine - Place Arc d'Auguste

AOSTE

Messieurs,

Je me vois dans l'obligation de vous écrire pour vous signaler des faits qui semblent avoir des répercussions fâcheuses sur la vente et le bon renom de qualité dont jouissait en Suisse la fontine.

Depuis quelques jours, en effet, des allégations quant à une qualité défectueuse des fromages fabriqués en Vallée d'Aoste circulent dans notre pays. Ces rumeurs auraient leur origine dans un ou des articles parus sur des journaux de votre Région. Certains acheteurs, de retour de la Vallée d'Aoste, m'ont apporté le journal "Le Travail" édition du 7 août.

A la suite de l'article paru sur ce journal, ils renoncent à l'achat de fontine. Ils estiment ne pas être garantis en ce qui concerne la qualité du produit que nous leur offrons et ce, malgré les assurances que j'essaie de leur donner. Ils déclarent simplement vouloir attendre la production d'alpage.

Il est fort regrettable qu'en plus de la concurrence et des difficultés déjà rencontrées pour placer votre produit vient s'ajouter une campagne de dénigrement qui trouve d'autant plus d'écho du fait qu'elle émane de la Région productrice.

J'en suis fort étonné car je n'ai pratiquement jamais eu à me plaindre de la qualité des fromages reçus.

D'autre part, l'information concernant les gains exagérés que je réaliserais, soi-disant, sur la vente de votre produit m'occasionne beaucoup de peine. Elle est de nature à décourager la meilleure des bonnes volontés.

Je ne cherche pas à faire étalage des sacrifices, du travail et de la conscience apportés à la vente du fontine soit par mes employés soit par moi-même. Vous connaissez parfaitement les efforts que nous accomplissons.

Je m'élève avec la dernière énergie contre les accusations formulées à mon égard. Je déclare ces accusations dénuées de fondement et me réserve l'ouverture de toute action juridique que je jugerais utile afin d'obtenir réparation du tort occasionné. Il est en effet inconcevable de la part des responsables de l'article en question de publier des informations d'une si grossière exagération.

(...Omissis...)",

Mr. le Conseiller Dujany donne encore lecture aux Messieurs les Conseillers de la lettre suivante, datée du 28 août 1958, envoyée à Mr. l'Avt. César Bionaz, Président de la Coopérative Producteurs Lait et Fontine, par Monsieur Paolo Lazzarini, de la Société d'Exportation Polenghi e Lombardo, de Milan:

"Società di Esportazione

POLENGHI LOMBARDO

Milano

Milano, 28 agosto 1958

Direzione

Dr. PL/be

Egregio Avvocato,44

mi risolvo, dopo una certa meditazione, a indirizzarLe la presente in considerazione dell'importanza veramente determinante che l'argomento di cui sto per parlarLe può avere nei confronti del presente e più ancora dell'avvenire della Fontina della Valle d'Aosta.

Riconosco di oltrepassare forse i limiti del riguardo dovutoLe nel toccare un argomento così delicato ma, ripeto, ritengo veramente necessario esporre quanto sta accadendo con ritmo sempre più preoccupante.

Alcuni giorni fa, in una normale riunione di Agenti periferici della Polenghi Lombardo, mi venivano segnalate voci ripetutamente raccolte da villeggianti di ritorno dalla Valle di Aosta che si riferivano a gravi inconvenienti verificatisi nella conduzione dei magazzini per la conservazione e la stagionatura delle Fontine, notizie che mettevano l'accento particolarmente su ingenti quantitativi di merce di cattiva qualità ritenuta normalmente non commerciabile.

Come certamente non può sfuggire alla Sua sensibilità, chi dirige organizzazioni commerciali delicate e complesse deve essere particolarmente attento a fenomeni del genere, le cui conseguenze negative possono talvolta assumere una gravità eccezionale.

Non sarà forse inutile ricordarLe come pochi accenni di un quotidiano milanese sullo stato di salute di alcune bovine della Lombardia provocavano alcuni mesi fa quasi un panico fra i consumatori, tanto da far rilevare una paurosa contrazione nel consumo giornaliero di latte e dei suoi derivati e da costringere Organi tecnici, politici e di governo ad intervenire per tentare di porre riparo al Pericolo non ancora del tutto scomparso.

Pertanto, come mio dovere, mi sono premurato di accertare di persona la realtà dei fatti segnalatimi dalla periferia commerciale dell'Azienda e sono dolente di doverLe confermare che la situazione creata sia da voci che da articoli di stampa, è anche più grave di quanto apparisse in un primo tempo.

Infatti è risultato chiaro che in Valle d'Aosta, nei giorni di ferragosto, un giornale locale avrebbe messo a nudo gravi manchevolezze a carico della Vostra Cooperativa nell'espletamento delle operazioni di ammasso, conservazione e maturazione del prodotto.

Devo anche rappresentarLe la mia meraviglia per affermazioni del genere in quanto, fino a questo momento e dopo un abbastanza lungo periodo di collaborazione, nessun inconveniente era mai stato segnalato dalla nostra rete commerciale e dai consumatori nei confronti del prodotto tipico della Valle d'Aosta.

Devo comunque significarLe le nostre immediate riserve per le conseguenze che la sopra descritta situazione potrebbe avere ove le affermazioni dei giornali e la susseguente reazione del pubblico dei consumatori dovessero trovare una base di verità in una situazione di fatto.

Le sarò pertanto grato, egregio Avvocato, se vorrà, con cortese sollecitudine e con l'abituale serenità, comunicarmi gli esatti termini della situazione, perché io possa dalla Sua comunicazione certamente precisa e leale, trarre le direttive per il lavoro futuro di propaganda e di vendita della Fontina.

(... Omissis...)".

Retournant au point de la relation des membres de minorité, Mr. le Conseiller Dujany remarque que, selon le Conseiller Mr. Manganoni, l'intervention de l'Administration régionale, en faveur du Consortium Producteurs de Fontine et en faveur de la Coopérative Producteurs Lait et Fontine, devrait être limitée à l'allocation d'une somme d'environ 28 millions de lires pour le payement des frais d'outillage.

Il fait noter que, de cette manière, le problème financier du Consortium et de la Coopérative ne serait pas résolu, car il resterait encore à couvrir le restant du déficit.

Il déclare qu'il-y-a une différence substantielle entre la relation des membres de la minorité et celle des membres de la majorité de la Commission du Conseil.

Il observe que la première est vague et ne résout pas le problème substantiel, tandis que la relation de majorité propose une solution claire et résolutive, c'est à dire elle propose que l'Administration régionale couvre le déficit des deux Organisations, de façon que le Consortium et la Coopérative puissent être à même de continuer leur fonctionnement dans l'intérêt des producteurs de fontine.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, dichiara quanto segue:

"Io ho voluto assistere, come spettatore, a questa discussione piena di tecnicismo ed alle elucubra

zioni mentali del Consigliere Manganoni, il quale ha fatto sfoggio di una erudizione di diritto economico che io non ho.

Desidererei, però, riportare, se possibile, la discussione nei limiti entro i quali deve essere contenuta.

Come è nata questa discussione? Essa ha avuto origine dalla presentazione al Presidente del Consiglio di una interrogazione in data 13 agosto 1958, da parte del Consigliere Dujany, il quale, essendo venuto a conoscenza di voci correnti nella Valle secondo le quali la Cooperativa Produttori Latte e Fontina avrebbe avuto notevoli quantità di forme di fontina invendute, con grave danno per i produttori conferenti, ricordava al Consiglio che l'Amministrazione regionale si era sempre interessata di questo problema e pregava il Presidente della Giunta di analizzare la questione e di vedere se queste notizie rispondessero a verità e quale fosse la situazione amministrativa e commerciale della Cooperativa Produttori Latte e Fontina.

Le stesse cose si dicevano con una mozione della stessa data, ma pervenuta con notevole ritardo, a firma dei Consiglieri Manganoni e Nicco Giulio, facendo però le cose molto più gravi.

Si ricordavano, in detta mozione, le fideiussioni concesse dalla Regione alla Cooperativa, attraverso l'Istituto Bancario San Paolo di Torino, per l'importo di lire 300 milioni e, mentre si sottolineava che il Consorzio Produttori Fontina doveva fare quanto era di sua competenza per l'applicazione del marchio sulla fontina, si lamentava che il predetto Consorzio avrebbe esatto compensi ingiustificatamente differenziati e si concludeva col chiedere di far pervenire ai Consiglieri regionali i bilanci preventivi ed i conti consuntivi dei due Enti, d'informare il Consiglio regionale sull'attività svolta dagli Enti stessi e di provvedere alla nomina di una Commissione consiliare di inchiesta comprendente anche rappresentanti designati dai Consiglieri di minoranza, incaricata di eseguire i necessari accertamenti sull'attività dei due Enti.

Dette interrogazione e mozione vennero portate regolarmente in Consiglio e furono discusse. Anch'io presi parte alla discussione e dissi che la maggioranza consiliare era assolutamente contraria ad una Commissione d'inchiesta, perché non ne vedeva assolutamente la necessità.

Precisai che la Giunta si era interessata del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina, sin dall'inizio del loro funzionamento, seguendone l'attività attraverso l'opera diuturna di due Assessori nominati espressamente dalla Giunta.

Dichiarai che eravamo lieti che venisse nominata una Commissione consiliare, nella quale vi fossero pure i rappresentanti della minoranza, incaricata di esaminare, insieme ai due Assessori, la situazione amministrativa - commerciale e finanziaria dei due Enti e di riferire al più presto al Consiglio in merito, al fine di poter approfondire questo problema, che è uno dei problemi essenziali per l'agricoltura e la economia della Valle d'Aosta.

Lo scopo nostro era che la Commissione consiliare portasse al Consiglio regionale tutti i lumi necessari per chiarire la situazione, onde poter venire in aiuto ai due Enti non soltanto per quanto riguarda la copertura del deficit, che sapevamo esistere, ma anche per l'adozione di quei provvedimenti che servissero a porre, per l'avvenire, i due Enti in una situazione di autonomia finanziaria e commerciale e affinché potessero esplicare la loro opera a favore ed a tutela dell'interesse dei produttori di fontina.

E in questo senso il Consiglio fu unanime, tanto è vero che la mozione presentata dai due Consiglieri di minoranza fu ritirata e si nominò la Commissione.

Questa Commissione ha esaurito il suo compito presentando due relazioni, una di maggioranza e l'altra di minoranza, perché non si è trovata d'accordo sulla valutazione dei fatti e sulle proposte che si debbono fare per l'avvenire dei due Enti.

Il Consiglio deve, oggi, esaminare questa situazione e penso che ogni Consigliere abbia preso conoscenza delle due relazioni anzidette.

Che cos'è che differenzia le due relazioni? La relazione di maggioranza conclude con delle proposte positive sulle quali si può essere d'accordo o non d'accordo; lo vedremo in seguito.

La relazione di minoranza è unicamente una relazione critica, impastoiata di "se", di "ma", di "si dice" e di "non si dice" dove non vi è, naturalmente, una qualsiasi prova di una qualche responsabilità degli Amministratori dei due Enti e che conclude con delle proposte che sono assolutamente negative per quelli che sono gli interessi della collettività che è interessata a questo problema.

La regione si è sempre interessata a fondo di questo problema sin dall'inizio, cioè da molti anni fa.

Non bisogna dimenticare che, se esistono queste possibilità di maggiore e migliore produzione, di maggiore e migliore vendita del prodotto, tutto questo è conseguenza dell'azione svolta e della fatica diuturna degli organi regionali rivolte ad ottenere il marchio per la tutela di questo prodotto.

Non dimentichiamoci, però, che, contro questa decisione del Governo e del Capo dello Stato, vi furono delle forti opposizioni da parte delle più grandi industrie lattiero-casearie d'Italia, tanto che abbiamo dovuto resistere davanti alla Corte Costituzionale. Fortuna volle che la Corte Costituzionale desse ragione alla tesi della Regione; se così non fosse stato, a quest'ora non vi sarebbe il marchio e non vi sarebbe il Consorzio e non discuteremmo oggi, qui, di quello che si deve fare per continuare su questa strada nell'interesse degli agricoltori valdostani.

Non dimentichiamolo mai e non dimentichiamo ancora che, malgrado la vittoria che abbiamo conseguito innanzi alla Corte Costituzionale, c'è ancora una causa pendente, sempre ad opera di queste grandi Ditte, davanti al Consiglio di Stato. Io penso che questa causa seguirà la sorte vittoriosa di quella precedente davanti alla Corte Costituzionale; però sta di fatto che la causa è ancora in corso.

Non dimentichiamo specialmente che lo Stato, attraverso la legge del 1954, ha dato la possibilità di questo riconoscimento di prodotto tipico e di origine, in via di prova, per cinque anni e che il 5° anno è il 1959-1960, cioè questo.

Non dimentichiamocelo mai, perché se ci dimentichiamo di questa situazione particolare potremmo andare incontro a delle gravi delusioni che non dipendono dalla nostra volontà.

Fatta questa premessa, io sono naturalmente dell'avviso che è doveroso di venire ulteriormente in aiuto ai due Enti che già sono stati aiutati, per il passato, dall'Amministrazione regionale.

Evidentemente, bene si è fatto di andare a vedere che fondamento avessero le voci sull'attività dei due Enti.

Si dice che i membri di minoranza avevano proposto alla Commissione consiliare di esporre alla Procura della Repubblica la situazione, affinché la Procura della Repubblica accertasse la sussistenza, o meno, di qualche illecito penale nei confronti degli amministratori e si dice che tale richiesta non è stata accolta.

Ritengo che bene abbiano fatto i membri di maggioranza e il Presidente della Commissione a rispondere negativamente, perché la Commissione consiliare ha avuto un mandato specifico e non doveva eccedere il potere che le è stato dato dal Consiglio regionale.

Detta richiesta avrebbe dovuto, caso mai, essere fatta al Consiglio, che è l'organo che poteva e può decidere in merito.

I membri di minoranza della Commissione consiliare hanno ritenuto di inviare essi stessi al Procuratore della Repubblica quell'esposto che il Presidente della Commissione non ha voluto fare: questo lo possono benissimo fare come persone e, come tali, essi se ne assumono la responsabilità.

Avendo letto su un giornale di opposizione, sia pure con un punto interrogativo, che il Presidente del Consorzio Produttori Fontina era stato denunciato alla Procura della Repubblica, mi sono interessato immediatamente della questione e ho chiesto ufficialmente al Procuratore della Repubblica se questo fatto corrispondesse a verità.

Il Procuratore della Repubblica mi ha risposto informandomi che al suo ufficio era stato presentato un esposto, e non già una denuncia, - il che sarebbe ben diverso, - circa l'opportunità di un accertamento in ordine ad eventuali responsabilità degli amministratori della Cooperativa Produttori Latte e Fontina e Consorzio Produttori Fontina.

L'Autorità giudiziaria farà quindi i suoi accertamenti e la questione seguirà il suo corso; ma, naturalmente, ognuno si assumerà le proprie responsabilità.

Il Consiglio deve, a mio avviso, esaminare le due relazioni.

Vediamo anzitutto la relazione di minoranza, che è una relazione critica: riteniamo noi che vi siano degli estremi di illecito penale? Questo è il primo punto. Dobbiamo quindi fare un esame di carattere amministrativo. È noto, in proposito, che questa relazione è stata fatta più contro le persone che tenendo conto del problema in sè stesso,

Noi non facciamo di queste considerazioni, perché non siamo qui per giudicare le persone. Il nostro scopo è ben diverso: desideriamo avere contezza della situazione presente dei due Enti, per conoscere se abbiamo fatto bene o male ad aiutarli sino ad oggi, - il che abbiamo fatto attraverso fideiussioni e contributi -, ma specialmente per sapere che cosa possiamo ancora fare per l'avvenire.

Perché è nostro intendimento di continuare in questo aiuto, che è essenziale, con tutte le nostre forze, in quanto venendo incontro ai due Enti, tuteliamo il nostro prodotto tipico, la fontina, così importante in Valle d'Aosta e per la cui tutela abbiamo tanto lottato.

Sarebbe grave colpa se, dopo aver tanto lottato per tutelare il nostro prodotto, fossimo proprio noi gli affossatori del prodotto stesso.

Noi vogliamo continuare ad aiutare coloro che lavorano per la valorizzazione di questo prodotto nell'interesse dell'economia agricola della Valle d'Aosta.

Io non esito a dichiarare, con estrema sincerità ed obiettività, che nella relazione di minoranza vi sono delle incongruenze e delle affermazioni illogiche.

Ricordo che i due Assessori nominati a suo tempo dalla Giunta, cioè prima della nomina della Commissione da parte del Consiglio, hanno seguito tutta l'attività di questi due Enti e ci hanno dato ogni garanzia circa la loro regolare attività.

Naturalmente, nessuno a questo mondo è perfetto. Non bisogna dimenticare, - e noi lo sappiamo per quella competenza che ci viene dalla lunga esperienza professionale e da quella che noi abbiamo tratto anche in questa materia, - come sia stato sempre estremamente difficile in Valle d'Aosta riunire le forze per tutelare, sia nel campo della produzione e sia nel campo del commercio, questo nostro prodotto che ha le sue caratteristiche e che proprio per queste sue particolari caratteristiche riesce difficile, certe volte, di esitare.

È un problema molto complesso e noi tutti sappiamo quanto è stato fatto dall'Amministrazione regionale per ottenere il miglioramento della qualità del prodotto.

Si afferma, nella relazione di minoranza, che vi sono delle incompatibilità. Le incompatibilità non ci sono, perché le norme stabilite da leggi e regolamenti sono state applicate ed osservate.

Si dice che vi è stata una discriminazione per quanto riguarda la percentuale di grasso. Ma io ricordo di aver trattato professionalmente, in sede penale, molte cause a difesa di miei clienti che erano stati accusati di avere un prodotto mancante di qualche caratteristica merceologica e l'accusa si basava sulle determinazioni degli uffici tecnici in questa materia, che sono gli uffici che abbiamo qui alla Regione. Quante volte io ho fatto delle opposizioni ottenendo ragione! Non è detto, evidentemente, che non si possa sbagliare.

Ricordo però che, in base al Regolamento, un produttore, quando apprende, in base al referto degli uffici tecnici della Regione, che la sua produzione ha soltanto il 44% anziché il 45% di grasso, ha diritto di ricorrere alla Commissione di appello se non è d'accordo sull'esito dell'analisi.

Il Presidente di tale Commissione d'appello, che è nominata dal Presidente della Giunta regionale, è niente meno che il Prof. Carbone, la cui alta competenza è da tutti riconosciuta.

Naturalmente può anche accadere che si commetta un errore, ma non si può far assurgere a normalità il caso eccezionale.

Quale è, quindi, praticamente la soluzione di questo problema?

La soluzione non può, evidentemente, essere concepita soltanto attraverso la decisione nostra, perché vi è una continua evoluzione: la cosa essenziale è che la Regione continui in questo massiccio aiuto, che è indispensabile.

Tutti coloro che hanno, come me, i capelli bianchi ricordano i tentativi che sono stati fatti in Valle d'Aosta per costituire dei Consorzi di produttori di fontina; tutti sanno che questi tentativi sono andati a finire male, per mancanza di capitali, di attrezzatura e di aiuti finanziari.

Se oggi il prezzo della fontina può competere con quello di altri formaggi, che hanno molti e molti anni di vita e di organizzazione commerciale, ciò è dovuto al fatto che, ad un certo momento, la Giunta regionale, - e molti ne possono fare testimonianza, - ha saltato il fosso e ha detto: fate un prezzo politico della fontina, ve lo autorizziamo noi.

È per questo che si è fatto un prezzo politico, che bisogna sostenere, perché altrimenti noi non potremo sostenere il prezzo della fontina, data la sua poca quantità e la mancanza di standardizzazione della produzione, di fronte alla standardizzazione di altri prodotti che sono solo similari, ma che potrebbero apparire anche migliori della fontina, - sotto qualche aspetto, - al palato del consumatore.

Ritornando alle due relazioni, la differenza che le distingue, - astraendo da tutte le questioni che possono essere di polemica personale, - è questa:

1° - nella relazione di minoranza si fa della retorica e si dice che bisogna fare questo in campo nazionale e quest'altro in campo regionale: sono tutte parole;

2° - nella relazione di maggioranza vi è qualche cosa di concreto su cui bisogna discutere e decidere, poiché, in sostanza, vi si dice che da parte del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina si è fatto quello che si è potuto fare, sia pure con qualche piccola imperfezione, che è cosa naturale in organismi giovani che non hanno ancora quella necessaria organizzazione burocratica e tecnica che verrà un po' alla volta.

Noi siamo dell'avviso che bisogna sanare questo deficit che noi sapevamo esistere (non ne conoscevamo la cifra perché non eravamo ancora in possesso dei dati consuntivi) perché lo stabilire il prezzo politico ad un prodotto significa che il prodotto non è più sottoposto alle leggi della domanda e dell'offerta, in quanto il prezzo politico ha lo scopo di aiutare il prodotto stesso.

Ritengo che, dopo avere esaminato nelle loro conclusioni le relazioni di maggioranza e di minoranza, si debba fare qualche cosa di concreto e, pertanto, formulo la seguente proposta che sottopongo all'esame e alla approvazione del Consiglio regionale:

"IL CONSIGLIO DELIBERA

1°) di approvare l'intervento finanziario della Regione nelle spese straordinarie di impianti, di attrezzature e di esercizio del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina della Valle d'Aosta per gli anni 1956, 1957 e 1958, mediante la concessione di contributi straordinari integrativi sino ad un complessivo ammontare massimo di spesa di lire 92 milioni, che, in effetti, sono ridotti a lire 72 milioni perché già è stato concesso il contributo di lire 20 milioni da finanziare sul capitolo 134 del bilancio preventivo per il corrente esercizio finanziario, da integrare con disponibilità derivanti dall'applicazione dell'avanzo di amministrazione accertato alla chiusura dell'esercizio finanziario 1° luglio 1957 - 30 giugno 1958;

2°) di dare delega alla Giunta regionale per la concessione e la liquidazione dei contributi straordinari di cui al precedente n. 1°, in base all'esame dei dati definitivi risultanti alla chiusura dell'esercizio finanziario 1958 del Consorzio Produttori Fontina e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina della Valle d'Aosta;

3°) di approvare, in via di massima, l'intervento finanziario della Regione nelle spese di pubblicità a sostegno del prodotto da parte del Consorzio Produttori Fontina, mediante la concessione di contributi regionali e facoltativi straordinari da deliberarsi, di volta in volta, dalla Giunta regionale entro il limite massimo di spesa annua dello stanziamento dell'apposito capitolo del bilancio preventivo corrispondente al citato capitolo 134 del bilancio per il corrente esercizio finanziario.

- (Vi illustro brevemente questa disposizione: noi desideriamo venire in aiuto al Consorzio Produttori Fontina anche per le spese di pubblicità che verranno dimostrate necessarie.

Questo perché la pubblicità è l'anima del commercio e vogliamo dare al Consorzio la possibilità di penetrare sempre più in profondità sui mercati nazionali ed esteri.

Non dimentichiamo che questo prodotto è ancora tutelato come prodotto tipico in via provvisoria e bisogna quindi ottenere che, - attraverso l'esame della situazione che il Ministero dell'Agricoltura farà alla fine di questo anno -, sia consacrata la definitiva tutela che è stabilita dalla legge).

4°) di stabilire che l'Amministrazione regionale esamini la possibilità di intervenire con contributi per il pagamento totale o parziale di interessi per eventuali mutui bancari che la Cooperativa Produttori Latte e Fontina contrarrà con Istituti di Credito".

Questa ultima disposizione concretizza la conclusione cui sono addivenuti nella loro relazione i membri di maggioranza e, cioè, sanare il deficit della Cooperativa e del Consorzio onde metterli in grado di andare avanti, per l'avvenire, con le loro forze.

Quello che manca alla Cooperativa è il denaro necessario per fare il giro d'affari. Noi sappiamo che il fenomeno più grave in tutta l'Europa è costituito dal costo del denaro. Il denaro costa molto anche in Italia, poiché il tasso di interesse richieste dagli Istituti bancari è del 10% circa.

La Regione in questi quattro anni è venuta incontro, praticamente, a varie categorie economiche e sociali attraverso il pagamento, totale o parziale, di interessi su determinati mutui, ad esempio sui mutui per il miglioramento dell'attrezzatura alberghiera e l'aumento della ricettività in Valle d'Aosta e sui mutui per il finanziamento della piccola e media industria e per l'artigianato.

All'oggetto n. 17 dell'ordine del giorno dell'adunanza odierna vi è la proposta di concessione di contributi regionali nelle spese per interessi su mutui bancari da contrarre per iniziative, attività ed opere tendenti all'incremento ed al miglioramento delle imprese agricole della Valle d'Aosta.

Voi comprendete che, con l'assunzione a carico della Regione dell'onere totale o parziale degli interessi, l'iniziativa privata viene maggiormente stimolata, come abbiamo avuto modo di constatare nel settore alberghiero.

Per ovviare a questa mancanza di denaro e venire incontro alla Cooperativa per quanto riguarda la necessità di capitale circolante; noi facciamo una proposta concreta, che sicuramente sarà molto apprezzata dagli agricoltori e che si concretizza nella proposta di pagamento da parte della Amministrazione regionale dell'onere totale o parziale degli interessi per quei mutui bancari che la Cooperativa assumerà per avere il capitale circolante necessario.

Queste sono le proposte concrete che io sottopongo al Consiglio regionale. Naturalmente, anche con tutto questo, il problema non sarà risolto completamente, in quanto non sappiamo che cosa ci riserverà l'avvenire: ma l'essenziale è che la Regione continui in questa azione diuturna di aiuto in favore della categoria dei produttori di fontina, perché sarebbe cosa enorme se l'aiuto venisse meno nel periodo più delicato, agli effetti anche costituzionali e giuridici, del problema della tutela della fontina.

Desidero, con l'occasione, rispondere anche al Consigliere Manganoni in merito all'accenno dallo stesso fatto alla legge regionale recante provvedimenti intesi a favorire la produzione, la lavorazione e la conservazione dei prodotti lattiero-caseari in Valle d'Aosta, approvata dal precedente Consiglio il 6 agosto 1954.

La menzionata legge prevedeva all'articolo 10, come è stato ricordato, lo stanziamento nel bilancio regionale della spesa di lire 400 milioni, ripartita in cinque annualità di lire 80 milioni ciascuna, a decorrere dall'esercizio finanziario 1955, per la costruzione di caseifici e burrifici.

Ora, è da tenere presente che, in allora, la Regione aveva miliardi di debiti ed era quindi difficile trovare questi 400 milioni anche se, in ipotesi, si potevano vantare determinati crediti nei confronti dello Stato, crediti che, per non essere né liquidi, né esigibili, né determinati, non potevano naturalmente servire per il finanziamento dei 400 milioni.

Questa legge era stata però impugnata dallo Stato innanzi alla Corte Costituzione e siamo stati proprio noi, con le nostre argomentazioni, a far superare l'impugnativa dello Stato, perché la Corte Costituzionale ha dato ragione alla nostra tesi e ha respinto la tesi del Governo.

Ci siamo però trovati di fronte a delle difficoltà per l'applicazione di tale legge circa la norma sul finanziamento delle spese perché la prima annualità di lire 80 milioni avrebbe dovuto essere stanziata nel bilancio dell'esercizio finanziario 1955, il che non era più possibile per scaduti esercizi finanziari e, pertanto, si rendeva necessario di modificare la legge per la questione del finanziamento su bilanci di esercizi finanziari successivi.

Che cosa si è fatto allora? In pieno accordo con il Consiglio, abbiamo ritenuto, per quanto riguarda la questione dei caseifici, di costruire anzitutto una Centrale del latte, in Aosta, con annesso caseificio ed un caseificio a Valtournanche.

È da notare che il problema dei caseifici è molto complesso perché, oltre a costruire i caseifici, bisogna pensare a farli gestire ed esaminare i lati positivi ed i lati negativi delle gestione. Abbiamo quindi pensato di costruire, titolo di esperimento, la Centrale del latte di Aosta, con annesso caseificio, e il caseificio di Valtournanche, che entreranno presto in funzione e vedremo, così, come funzioneranno tali caseifici.

Ecco perché detta legge regionale, - di cui non è ancora stata notificata la sentenza emessa dalla Corte Costituzionale -, non è stata promulgata.

Quindi, riservandomi di prendere ancora la parola in seguito, chiedo al Presidente dell'adunanza, Pasquali, di voler sottoporre all'esame ed all'approvazione del Consiglio la proposta concreta che ho fatto per avviare la discussione su un tema di concretezza effettiva, al fine di venire incontro immediatamente alle necessità degli agricoltori, necessità che sono di oggi e non di domani".

Il Presidente, PASQUALI, rileva che pochi minuti mancano alle ore 13 e chiede se il Consiglio desideri continuare ugualmente la seduta sino alla ultimazione della trattazione dell'argomento in discussione o se preferisca sospendere la seduta rinviando la continuazione della discussione alle ore 15.

Il Consigliere NORAT si dichiara favorevole alla prosecuzione della seduta sino ad ultimazione della trattazione dell'argomento in discussione.

Il Consigliere SAVIOZ rileva che molti Consiglieri hanno ancora da prendere la parola sull'argomento, o per chiedere chiarimenti o per formulare rilievi e propone, pertanto, che la seduta sia sospesa e rinviata alle ore quindici per la continuazione della discussione.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, fa presente che, anche continuando la discussione seduta stante, i Consiglieri hanno senza alcun dubbio ogni possibilità di esprimere il loro pensiero sull'argomento.

Il Consigliere NICCO Giulio esprime l'avviso che la continuazione della discussione debba essere sospesa e rinviata alle ore quindici.

Segue discussioni fra il Presidente della Giunta, BONDAZ, il Presidente dell'adunanza, PASQUALI, l'Assessore MARCHIANDO e i Consiglieri NICCO Giulio, MANGANONI, SAVIOZ e DUJANY, al termine della quale il Presidente, PASQUALI, comunica che la seduta viene sospesa e rinviata alle ore quindici per la continuazione della trattazione dell'argomento in discussione, con l'intesa però che, al termine della trattazione dell'argomento di cui si tratta, il Consiglio, prima di procedere allo svolgimento della interrogazione, delle interpellanze e della mozione, discuterà gli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno.

Il Consiglio prende atto e concorda, unanime, sulla precisazione fatta dal Presidente, Pasquali.

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Si dà atto che la seduta viene sospesa alle ore tredici e minuti cinque e rinviata alle ore quindici.

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