Oggetto del Consiglio n. 172 del 20 luglio 1967 - Verbale

OGGETTO N. 172/67 - Società Nazionale "Cogne" - Prestito C.E.C.A. e riduzione del capitale azionario. (Interpellanza)

Alla Presidenza del Consiglio Regionale

Aosta

I sottoscritti Consiglieri regionali richiedono che sia inserita fra gli oggetti da discutersi nella prossima seduta del Consiglio, la seguente

interpellanza

i sottoscritti Consiglieri regionali interpellano il Presidente della Giunta per sapere:

a) se il prestito concesso dalla C.E.C.A. alla Società Nazionale Cogne è già entrato nelle casse dell'azienda;

b) le cause per cui il capitale azionario della Società Nazionale Cogne è stato ridotto da 20 a 5 miliardi e la procedura seguita.

Aosta, 8 luglio 1967

F.to: Severino Caveri - Pietro Germano

Montesano (P.S.D.I.) - Chi risponde? La parola al Presidente della Giunta.

Bionaz (D.C.) - Do una risposta breve. Sul punto primo la somma di lire 4 miliardi e 700 milioni deliberata dalla C.E.C.A. per il piano di riconversione della Cogne è stata già incassata dalla Società attraverso un pre-finanziamento per il tramite di una banca nazionale in attesa del perfezionamento formale del prestito. Le condizioni a suo tempo stabilite dalla C.E.C.A. per dare luogo al prestito a una condizione non eccessivamente vantaggiosa al 3% erano queste: reintegro delle perdite precedenti, per una parte dallo Stato, e delle perdite future fino all'attuazione dell'impianto completo di riformazione; secondo: garanzia dello Stato sul prestito. La garanzia è stata data e il reintegro delle perdite è stato fatto con la diminuzione del capitale.

La riduzione del capitale azionario da Lire 20 miliardi a 5 miliardi è stata effettuata per assorbire le perdite precedentemente accumulate e costituire un fondo di riserva straordinaria di circa Lire 2 miliardi e mezzo per le esigenze dell'esercizio 1967 e successivi correnti. La riduzione è stata deliberata dall'Assemblea della Società ai sensi dell'articolo 2446 del Codice Civile, cioè si è diminuito il capitale per precisa statuizione di legge: quando le perdite di esercizio accumulatisi negli esercizi precedenti ammontano a più della metà del capitale - qui le perdite erano 12 miliardi e mezzo per i tre anni -, è obbligatoria la riduzione del capitale sociale, cosa che è stata fatta e, anziché essere diminuita soltanto di 10 miliardi, è stata ridotta di 12 miliardi e mezzo; perché? Per poter disporre, sempre secondo l'articolo 2446 del Codice Civile, di 2 miliardi e mezzo per le esigenze dell'esercizio 1967 e successivi correnti. La riduzione del capitale dunque si è effettuata e nello stesso tempo si è aumentato il capitale per l'ammontare di quell'impegno governativo dei 20 miliardi. Questa è la risposta che io ho da dare e che risponde alla precisione del provvedimento assunto dalla Cogne.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Germano.

Germano (P.C.I.) - Allora le cose stavano come dicevamo noi e tutta la sparata del Presidente della Giunta sul punto realizzato per la Cogne è servita solo a nascondere la riduzione del capitale della Cogne. Come stanno le cose nella realtà? I 4 miliardi e 700 milioni della C.E.C.A. non sono ancora entrati nelle casse! È entrato un pre-finanziamento da una banca, sul quale la Cogne paga gli interessi. Il mutuo della C.E.C.A. è solo la garanzia per quella banca per incassare questi soldi. Prima questione.

Seconda questione. Lo diceva molto chiaro "La Gazzetta", nel titolo si dice: "La Cogne aumenterà a 25 miliardi il capitale", però nel testo dice: "dopo la riduzione del capitale a 5 miliardi con costituzione di un fondo di riserva straordinaria di 2.413 milioni per esigenze dell'esercizio 1967 e seguenti, ha deliberato di aumentare - appena sarà assicurata la relativa copertura finanziaria attraverso l'emanazione di un provvedimento legislativo in corso di predisposizione - il capitale sociale a 25 miliardi". Ora, il provvedimento legislativo alle Camere non è depositato, la Cogne ha ridotto il suo capitale da 20 miliardi a 5 miliardi nei confronti di un fatturato di 31 miliardi, pensate a quale squilibrio, no? Abbiamo quindi una situazione alla Cogne che è veramente preoccupante. Di fronte alla realtà dei fatti, ci stanno solo delle promesse e, naturalmente, voi continuate nella vostra politica, perché il "Corriere Lotte Sindacali" dice: "dopo l'aumento del capitale sociale, la Région..." e potrei tirare fuori tutto, dopo l'aumento del capitale sociale... aumento del capitale sociale che è stata una riduzione del capitale sociale.

Bisogna dire la verità, che il "Progrès", giornale socialista non dice queste bubbole e dice invece dei tre esercizi, le cui perdite ammontano a 12.591.809.028, che sono quelle che hanno causato la riduzione del capitale sociale.

Siamo quindi in un'interpellanza, non possiamo dire di più. Possiamo dire che siamo soddisfatti di sapere come stanno le cose, ma completamente insoddisfatti della situazione della Cogne e completamente insoddisfatti delle conquiste che fa il Centro-Sinistra, della realizzazione del programma che fa il Centro-Sinistra.

Caveri (U.V.) - La prima parte della dichiarazione dell'Avvocato Bionaz per la Cogne conferma quello che noi sapevamo già e conferma quello che noi avevamo sempre detto, e abbiamo detto molti mesi fa, parlando della Cogne, che c'era soltanto per gli ultimi tre anni un deficit di 12 miliardi, senza calcolare il deficit degli anni precedenti. È per questo quindi che il Consiglio di Amministrazione della Cogne ha diminuito il capitale da 20 a 5 miliardi e questo, fra le altre cose, lo abbiamo letto sul giornale della Cogne.

Perché si è ridotto il capitale? Come ha detto l'Avvocato Bionaz, in base all'articolo 2446 del Codice Civile, che però dice delle cose un po' diverse da quelle che ha detto lui, perché, se non mi sbaglio, questo articolo dice: "quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, gli Amministratori devono senza indugio convocare l'Assemblea per gli opportuni provvedimenti...". Non leggo l'ultima parte dell'articolo perché non è di grande importanza.

La realtà vera quindi qual è? Che, su convocazione del Consiglio di Amministrazione, l'Assemblea ha ridotto il capitale della Cogne da 20 a 5 miliardi. Se voi andate in giro a parlare con l'uomo della strada, l'uomo della strada è convinto del contrario, perché? Perché ha visto i giornali democristiani che hanno detto: "tutto bene, aumentato il capitale a 20 miliardi". Eh no, le cose non stanno in questo senso, c'è la lettera di un Ministro. Noi ci auguriamo che domani questa lettera del Ministro possa produrre dei buoni frutti. Noi questo lo auguriamo agli operai, agli impiegati della Cogne, alla Città di Aosta, alla Valle d'Aosta, però noi siamo in posizione, diciamo, di spettatori, in posizione scettica, perché noi sappiamo ormai qual è il valore delle lettere dei Ministri. Qui non c'è l'Avvocato Marcoz oggi, ma lui potrebbe leggervi le lettere di almeno tre o quattro Ministri dei Lavori Pubblici, tra gli altri Zaccagnini, che hanno promesso all'Avvocato Marcoz, come Presidente della Giunta, l'allargamento della Strada Statale n. 26. L'allargamento promesso cinquanta volte non è mai stato fatto. Io potrei leggervi la lettera di De Gasperi che ha mandato, su mia istanza, al Ministro Vanoni, il quale ha scritto un'altra lettera all'Intendente di Finanza affinché finalmente venisse trasferito il demanio, il patrimonio, dallo Stato alla Regione e quello in parte è rimasto... in parte questa lettera è stata attuata, in parte è rimasta lettera morta. Gli esempi si possono moltiplicare. Abbiamo letto sui giornali, l'altro giorno, che solo nella Valle del Polcevera a Genova c'è stata una diminuzione nell'occupazione operaia di 14 mila operai e noi abbiamo visto che, dopo questo, altri tre stabilimenti hanno chiuso i loro battenti a Genova. Noi sappiamo benissimo che l'Autorità locale di Genova, i Sindacati di Genova e i Dirigenti di quella industria avevano tutti ricevuto lettere di qualche Ministro che prometteva l'intervento del Governo, ma quegli stabilimenti hanno dovuto chiudere i battenti lo stesso.

Rimane quindi il fatto, che non può essere contraddetto, che il futuro, oltre che nelle mani dei Ministri, è nelle mani di Dio. La verità attuale, del presente qual è? Che, di fronte ad un fatturato di 31 miliardi e di fronte agli impianti che noi sappiamo quali sono, il capitale della Cogne è ridotto a 5 miliardi. Dette queste cose e meditate queste proporzioni e queste dimensioni della situazione reale della Cogne, quindi non c'è nessun commento da aggiungere.

Bionaz (D.C.) - Io non so quale sia il valore degli impianti della Cogne. Sono sicuro, comunque, che sono superiori ai 20 miliardi. La Cogne non aveva altra strada per aumentare il capitale che quella che ha imboccato, non aveva altra strada da seguire per coprire le perdite che quella che ha adottato, perché questo prescrive l'articolo 2446: che il capitale della Cogne sia stato di 20 miliardi, mentre forse gli impianti valgono oltre il doppio, eccetera, questo non mi riguarda. Indubbiamente mi sembra che il capitale sia largamente coperto. Basta vedere quali sono i nuovi impianti che sono stati effettuati in questi ultimi anni. Ora, in che modo la Cogne avrebbe potuto incassare, cioè adottare i provvedimenti per poter fruire di questo aumento di capitale di 20 miliardi che il Ministro del Tesoro è disposto a versare e che saranno versati, data la particolare configurazione di questa Società, di cui unico azionista è lo Stato e di cui l'unico competente per aumentare il capitale è il Parlamento? Non c'era che quello della promessa formale del Ministro della messa a disposizione dei fondi, non in quanto tempo diluiti... e della presentazione del disegno di legge, cosa che mi sembra stia per essere fatta e quindi ricevere questo aumento di capitale. Il fatto che abbia diminuito il capitale è una prassi dovuta proprio all'osservanza dell'articolo 2446 e che è stata anche una delle esigenze che la C.E.C.A., che conosceva benissimo la situazione della Cogne, ha voluto assicurarsi per predisporre il finanziamento al 3%, quello di cui Germano mi dice che non sono rientrati quei soldi... dice una cosa falsa. La Cogne ha depositato questo denaro presso una banca, perché non poteva fare l'operazione direttamente in quanto l'aumento del capitale non è ancora avvenuto, ma è dal luglio dell'anno scorso che la Cogne ha i 4 miliardi e 700 milioni, al 3% più non so quale sarà la commissione da parte di un Istituto nazionale di credito che li ha ricevuti dalla C.E.C.A.: questa è la verità! Come si fa a dire: "lei non li ha ricevuti"! Li ha ricevuti attraverso un Istituto di credito nazionale, che li ha ricevuti, a sua volta, dalla C.E.C.A., ma manca l'adempimento principale: quello dell'aumento del capitale e dell'assorbimento delle perdite, evidentemente questi denari sono entrati nelle casse della Cogne. Su questo punto mi pare che siamo chiari.

Per quanto riguarda poi l'assorbimento della perdita, si è fatto secondo i dettami dell'articolo 2446. Ora, siccome siamo di fronte a un'azienda a totale partecipazione statale, è il Parlamento che decide sull'aumento del capitale e sull'erogazione dei fondi a quest'azienda e il provvedimento sta per essere presentato alla Camera. Io penso che tutto si svolga, diremo, regolarmente e io ho fiducia che non manca totalmente neanche all'Avvocato Caveri, che dice: "io non mi fido troppo", però non è che lui dica che non sarà fatto. Io ho fiducia in queste promesse, questo impegno - perché più che una promessa è un impegno - perché io ho saputo pochi giorni fa anche dalla Ragioneria Generale dello Stato che si stanno reperendo i fondi, attraverso, insomma, i residui del bilancio, proprio per fissare in che modo l'aumento del capitale, questo apporto di denari di 20 miliardi alla Cogne dovrà essere fatto. Io penso che su questo punto possiamo essere tranquilli. Evidentemente saremo ancora più tranquilli quando ci diranno che la legge è passata, il Parlamento l'ha approvata, l'aumento del capitale è stato effettuato, in modo che i 20 miliardi saranno entrati nelle casse della Cogne.

Caveri (U.V.) - Io sono diventato un lettore del giornale della Cogne, e penso che sia bene leggerlo quel giornale, perché almeno su quel giornale c'era quel tale comunicato che diceva la verità.

Ho cominciato a leggere il primo numero che è uscito del giornale della Cogne dove si apprende che il Presidente della Cogne è stato Presidente emerito della Fondazione del Vittoriale di Gabriele d'Annunzio; c'è un articolo su Antongini, si vede una fotografia dove Zanatta stringe la mano ad Antongini, sullo sfondo di una bellissima biblioteca. Su una rivista italiana, su "l'Espresso", ho anche letto un'altra cosa: nel contratto per uccidere i fratelli Rosselli, c'era anche un certo Signor Zanatta, e saremmo contenti di sapere se questo Zanatta del complotto per ammazzare i fratelli Rosselli - questo secondo le dichiarazioni di Di Vittorio e di un'altra personalità antifascista - era lo stesso o se era un suo parente prossimo.

Voi, come Autorità regionali, siete andati alla Festa del Lavoro alla Cogne e non avete avuto il piacere di vedere il Signor Zanatta, perché, come sempre avviene nella Festa del 1° maggio, manca sempre il Presidente della Cogne. Avete avuto il piacere però notevole di sentire leggere - non so da chi, se dall'Avvocato Einaudi o dall'Ingegner Marcoz - un messaggio del Signor Zanatta, in stile dannunziano, dovuto al fatto che lui è stato Presidente emerito del Vittoriale, e non sappiamo perché, forse lui era uno dei legionari addetti, non so se per l'età, può essere stato... forse è uno di quei Legionari che col poeta-Soldato facevano nel Vittoriale degli stranissimi esperimenti di cui è meglio non parlare.

Lasciando il Signor Zanatta e ritornando alle dichiarazioni dell'Avvocato Bionaz, quest'ultimo dice: "la Cogne ha ridotto il capitale da 20 a 5 miliardi, ma questo lo ha fatto perché è una prassi e perché lo prescrive l'articolo 2446 del Codice Civile", d'accordo, però noi diciamo: "c'è un'altra ragione più profonda, altro che prassi! La ragione profonda è che questo unico azionista della Società Cogne, che è lo Stato, che profonde miliardi per l'I.R.I., invece per la Cogne è di un'avarizia incredibile! E se si è dovuto ridurre il capitale perché ormai le perdite avevano superato il limite di 1/3, ma in realtà le perdite hanno passato un limite, che è altro che di 1/3, questo è dovuto alla grande avarizia dello Stato, dell'unico azionista, che non interviene: questa è la realtà! Infatti, mi suggerisce Andrione che in quel messaggio dannunziano del Signor Zanatta si parla di inopia, questa, guardate, è una parola di linguaggio classico.

Non ho niente da aggiungere.

Germano (P.C.I.) - Brevissimo, perché è un supplemento che ci ha concesso il Presidente del Consiglio, capisco che sia d'accordo Bionaz, che noi non avevamo diritto di parlare.

Montesano (P.S.D.I.) - Io vi vorrei invitare a tener presente il Regolamento su questa interpellanza.

Germano (P.C.I.) - La C.E.C.A. dice: "do a due condizioni: che sia reintegrato il capitale azionario e che ci sia la garanzia dello Stato". Il capitale azionario non è stato ancora reintegrato, la C.E.C.A. non ha versato nelle casse della Cogne, la Cogne ha fatto un pre-finanziamento. Ci sono 4-7 miliardi che sono contratti con un mutuo da una banca: punto primo.

Secondo punto. Il Presidente della Giunta dice: "ma non c'è un altro modo, bisognava che facessero così". No, la logica e il buon senso dicono che, di fronte a una situazione del genere, il Consiglio di Amministrazione doveva essere nella condizione di ridurre e nella condizione immediata di aumentare. Come? Presentando la legge, facendola approvare e la maggioranza del Parlamento non è contraria, si poteva essere contrari ad alcune "frattaglie", ma noi non eravamo contrari! La logica, il buon senso quindi voleva anche che la vittoria si cantasse quando questo era avvenuto, non quando si riduce il capitale azionario, non quando siamo ancora nella difficoltà che il progetto di legge non è presentato - ci auguriamo tutti che sia presentato, ma non lo sappiamo -, sappiamo che lo Stato è impegnato in una serie di cose, per esempio, è sopravvenuta l'Alfa Sud, sono 300 miliardi e questo non facilita certamente il reperimento dei fondi, ma sono impegni che lo Stato ha, che deve affrontare, che deve risolvere e non sappiamo nel quadro generale degli impegni se non c'è una forte volontà politica anche da parte della Valle d'Aosta se questi fondi si reperiscono così facilmente. Questa quindi era e resta la nostra preoccupazione.

Montesano (P.S.D.I.) - No, guardi, Presidente della Giunta, io invito gli Assessori e gli interpellanti a rispettare il Regolamento, cioè, avuta la risposta, possono fare i brevi interventi che solitamente si fa, per non creare poi una catena di interventi che porterebbero per le lunghe.

Il Consiglio prende atto.