Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 225 del 7 ottobre 1967 - Resoconto

OGGETTO N. 225/67 - Convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale. (Reiezione di mozione)

Montesano (P.S.D.I.) - Chi illustra la mozione? Consigliere Germano.

Germano (P.C.I.) - Ma io non intenderei illustrare la mozione, intenderei dire alcune cose come inizio a questo dibattito, infatti, ad una nostra interpellanza sull'argomento, alcuni mesi fa l'Avv. Bionaz, sollecitato da diversi oratori, rispondeva dicendo che eravamo intempestivi, e aggiungeva anche che era troppo presto e che comunque avrebbe fatto le elezioni quando - e questo gli è scappato in una replica - "quando sarò obbligato dalle leggi e dai regolamenti".

È inutile dire che quello che succede qui in quest'aula, in questo scorcio di legislatura, fa capitolo a sé, fa storia a sé, infatti in nessuna assemblea elettiva si verificano situazioni del genere.

Dal Capo del Governo all'ultimo, dico ultimo nel senso di dire del più piccolo sindaco del più piccolo paesetto, tutti, dico tutti, hanno la buona educazione e la coscienza democratica di rispondere alle interpellanze.

Direi, si può rispondere più o meno esaurientemente, ma si risponde sugli argomenti.

Ad ogni modo noi abbiamo presentato questa mozione, penso che ora non si potrà più dire che siamo intempestivi; secondo lo Statuto speciale all'art. 18, noi scadiamo il 27 ottobre, siamo al 7 ottobre, vorremmo conoscere quali sono le intenzioni del Presidente della Giunta circa la convocazione dei comizi elettorali e ci auguriamo che almeno questa volta ci risponda.

Montesano (P.S.D.I.) - Chi chiede la parola? Presidente della Giunta.

Bionaz (D.C.) - In data 6 giugno i Consiglieri della minoranza, unionisti e comunisti chiedevano l'impegno del Presidente della Giunta, per predisporre quanto necessario per lo svolgimento tempestivo delle elezioni regionali.

In quella data rispondevo in questo senso:

"Dato atto che:

1°) l'articolo 18 dello Statuto regionale recita che il Consiglio della Valle è eletto per quattro anni e che le elezioni sono indette dal Presidente della Giunta Regionale entro quindici giorni dalla fine del precedente Consiglio e hanno luogo non oltre il sessantesimo giorno;

2°) che l'articolo 1 del Regolamento interno del Consiglio della Regione autonoma Valle d'Aosta, al primo capoverso, specifica che il quadriennio decorre dalla data della prima adunanza del Consiglio;

3°) che le elezioni regionali si sono svolte il 27 ottobre 1963 e che la prima adunanza del Consiglio ha avuto luogo il 25 novembre 1963, il Presidente della Giunta ha avuto riguardo alla prassi adottata dai Presidenti che lo hanno preceduto, assicura che le elezioni regionali saranno da Lui indette nei termini prescritti dalle leggi e dai regolamenti in vigore".

Questo rispondevo in data 6 giugno. Alla nuova mozione presentata il 26 settembre dagli stessi Consiglieri che richiedono al sottoscritto di indire le elezioni entro e non oltre il termine di quindici giorni dal 28 ottobre 1967, cioè alla scadenza del mandato quadriennale, secondo loro, debbo fare le seguenti precisazioni:

1°) non è vero che il Consiglio scade il 28 ottobre, ma bensì il 25 di novembre. L'art. 19 dello Statuto regionale prevede l'adozione del Regolamento interno che è stato approvato nelle sedute del 25 luglio 1949, 7 ottobre 1959, 4 marzo 1960 e 15 giugno 1963.

Ora, tale Regolamento interno che, per suo valore di norma com'è previsto dall'art. 19 dello Statuto, all'art. 1 recita che il quadriennio decorre dalla data della prima adunanza del Consiglio; perciò, la scadenza dell'attuale Consiglio è, senza equivoco alcuno, quella del 25 novembre 1967, essendosi riunito nel 1963 in quella data. Va aggiunto che, pur essendo stato modificato diverse volte il Regolamento, l'art. 1 è rimasto tale e quale anche dopo l'adozione del nuovo sistema proporzionale per le elezioni regionali in Valle d'Aosta, legge 5 agosto 1962 n. 257.

Ma se ciò non bastasse, vale quanto fu stabilito dalla stessa Giunta regionale Union-Comunista con presa d'atto del 24 maggio 1963, in cui si riconferma testualmente quanto sopra.

2°) Mi sembra che la richiesta di indire le elezioni che dovrebbero svolgersi in una data che cade nel pieno cuore dell'inverno, sia assolutamente inopportuna ed inaccettabile per le seguenti ragioni:

a) esse dovrebbero svolgersi nei sessanta giorni dalla fine del precedente - art. 18 dello Statuto - e si cadrebbe nella data del 25 gennaio e del 10 febbraio;

b) l'articolo 1 della legge 26 settembre 1954 precisa che le elezioni regionali non possono essere indette per il periodo che va dal 15 novembre al 31 marzo, norma confermata dall'art. 5 della stessa legge.

Pur ammettendo che la nuova legge elettorale proporzionale 6 agosto 1962 non ha riportato le norme della legge del 1954, è intuibile che tale norma debba essere rispettata come tutt'ora vigente, in quanto la nuova legge del '62 non si occupa di termini, ripetendosi in questo lo Statuto, oltre naturalmente la ratio della disposizione che è quel particolare riguardo alla Valle, può considerarsi permanente.

Nel 1963 la Giunta regionale, a seguito di considerazioni contenute nella presa d'atto n. 3458, si preoccupava di non fare indire le elezioni regionali per la data del 4, del 4 e dell'11 agosto, per diverse considerazioni, tutte valide indubbiamente ma certamente non così gravi come quelle che ispirarono la norma dell'art. 1 della legge 1954, ribadito all'art. 5 della stessa legge. Le elezioni del Consiglio regionale hanno sempre avuto una proroga di almeno cinque mesi giustificata da varie ragioni.

Difatti il primo Consiglio che venne eletto il 24 aprile 1949 e adunatosi per la prima volta il 21 maggio 1949, durò in carica fino al 9 dicembre 1954 - Presidente Caveri - cioè 5 anni, 6 mesi e 20 giorni.

Il secondo, eletto il 14 novembre 1954, e insediatosi il 9 dicembre 1954, durò in carica fino al 17 giugno 1959 - Presidente Bondaz - e cioè quattro anni, sei mesi e 2 giorni.

Il terzo Consiglio, eletto il 17 maggio 1959 - Presidente Marcoz - durò in carica dal 17 giugno 1959 fino al 25 novembre 1963, e cioè quattro anni, cinque mesi e 9 giorni.

Dunque, per tre legislature, dal 1954 al 1963, si ritenne valido il disposto della legge 26 settembre 1954. È più che evidente che le difficoltà atmosferiche, facilmente prevedibili per il periodo invernale delle nostre valli, consiglino senz'altro, agli effetti del buon andamento dell'importante consultazione elettorale, di tenere conto sia dei precedenti, sia dei disposti della legge del 1954 - notare che per l'estate nessuna legge lo aveva previsto, per l'estate - e consiglio coloro o chi abbia la responsabilità dell'indizione delle elezioni, di adottare i provvedimenti idonei ad assicurare l'agevole esercizio del diritto di voto per tutti i cittadini ovunque essi abbiano la loro dimora.

Ritengo perciò di interpretare correttamente la legge e la prassi costituzionale adottate costantemente in Valle d'Aosta comunicando al Consiglio che le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale possono essere fissate per il mese di aprile del prossimo anno.

Sono a conoscenza che l'opposizione teme che, per la concomitanza delle elezioni politiche con quelle regionali, la data dello svolgimento di queste ultime possa essere rinviata, per ragioni indipendenti dalla nostra volontà. A questo proposito sono in grado di affermare che ho avuto assicurazioni che nessun intralcio sarà posto da parte degli Organi centrali.

È mia intenzione, perciò, indire le elezioni per il prossimo mese di aprile, comunicando questa decisione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, così come ha fatto il mio predecessore, Avv. Marcoz.

Caveri (U.V.) - L'article 18 du Statut dit que le Conseil de la Vallée est tenu pour la période de quatre années. Le paragraphe, le deuxième paragraphe de l'article 18 du Statut, dit que les élections sont fixées par le Président de la Junte dans le terme de 15 jours, à partir de la fin du précédent Conseil et ont lieu pas au-delà du 60ème jour. C'est cela qui établit le Statut. Donc, le Conseil ne peut durer plus que quatre années, ce Conseil est né le 27-28 octobre, il y a quatre années, de manière que le Président de la Junte a le devoir de fixer, dans le terme de 15 jours, à partir du 27 ou 28 octobre, les élections.

On dit: mais il y a le règlement. Nous remarquons une chose très simple: une loi ordinaire ne peut déroger, abroger une loi constitutionnelle, encore moins un règlement peut abroger une loi constitutionnelle comme le Statut.

On dit: il y a l'article 1 de la loi électorale du 1954, qui interdit les élections à partir du 15 novembre jusque au 15 mars; mais cela était établi par la loi électorale 1954 qui a été abrogée par la loi électorale du 1962, qui a établi un système tout à fait différent et qui n'a pas répété cette règle.

Je crois de savoir que l'Avocat Marcoz, à ce propos de l'abrogation, aura quelque chose à dire, en se basant sur les lois qui règlent, les dispositions de loi qui règlent l'abrogation des lois, mais je crois, à ce propos, utile d'ajouter que lorsque à la Commission de la Chambre des Députés nous avons discuté, on a discuté de mon projet de loi, qui finalement arrivait au port, j'ai demandé aux membres, aux Députés qui faisaient part de cette Commission, j'ai leur demandé si croyaient utile de répéter l'interdiction de faire les élections à partir du 15 novembre jusque au 15 mars, et tous les Députés, démo-chrétiens, socialistes ou d'autres Partis, m'ont répondu qui ne croyaient pas opportun de répéter cette interdiction, parce qu'ils disaient: les conditions d'ambiance, logistiques et autres de communication de la Vallée d'Aoste n'étaient plus celles du 1954 parce que en Vallée d'Aoste on pouvait courir en automobile par tous les coins et partout il y avaient des écoles, des hôtels et des restaurants où on pouvait tenir les réunions, même dans une saison, disons, plutôt rigoureuse.

De manière qu'il y a eu aussi la volonté, de la part des Députés qui faisaient part de cette Commission, de ne pas répéter cette interdiction de telle sorte qu'il est clair et évident aussi pour les raisons qui vous dira l'Avocat Marcoz, il est clair et évident que cette disposition du novembre et du mois de mars a été certainement abrogée.

Voilà quels sont les motifs pour lesquels, selon nous, le Président de la Junte a le devoir, dans le terme de 15 jours, à partir du 28 octobre, de fixer les élections. On a voulu faire de la polémique et rappeler que la Junte élue en 1949, la Junte qui était appelée la Junte du DUV, avait elle aussi fixé les élections après les séances de quatre années, mais on a l'air d'oublier, évidemment, une chose très simples et c'est qu'on ne pouvait alors faire les élections parce qu'il n'y avait pas une loi électorale, et au Parlement il y a eu une discussion très laborieuse soit à la Chambre des Députés soit au Sénat, parce que Députés et Sénateurs n'était rien de tout d'accord sur le système qui devait être adopté.

Selon les uns il fallait continuer le système majoritaire, selon les autres il fallait adopter le système proportionnel qui a été adopté en suite à ma proposition de loi.

Voilà la seule raison pour laquelle on n'a pas fait tout de suite les élections en 1954 et cela on le sait très bien mais on a toujours l'air de répéter les mêmes choses en oubliant une question qui est fondamentale.

Et, Monsieur Bionaz dit que, avant tout Monsieur Bionaz doit admettre d'avoir effectivement prononcé cette phrase: "quando sarò obbligato dalle leggi ed i regolamenti", parce que telle est son affirmation et pas l'affirmation arrangée et accommodée plus tard pour éviter évidemment des polémiques assez évidentes "Voce dal Ciel fuggita a ritener non vale". Il y a eu un complexe freudien fondamental qui a fait telle sorte que Monsieur Bionaz a acquis en général et beaucoup plus contrôlé et plus usé que ça, mais cette parole, cette phrase: "quando sarò obbligato dalle leggi e dai regolamenti" a été prononcé par lui, nous ne sommes pas ni sourds ni imbéciles et nous avons entendu très bien cette phrase et nous la rappelons très bien cette phrase qui est très symptomatique.

Aujourd'hui nous avons entendu une autre phrase là où, d'une manière très ambigüe, on dit: "le elezioni possono essere fissate per aprile, per aprile", mais nous nous savons déjà et nous prévoyons déjà quel sera le prétexte au mois d'avril pour renvoyer encore une fois les élections à l'automne du 1968 en espérant plus de trouver un autre prétexte encore dans l'automne du 1968 pour arriver, comme serait dans les intentions de Monsieur Bionaz, à renvoyer les élections à l'année 1969 et là-dedans ce projet il y a la proposition aux communistes de vouloir bien accepter la loi Azara qui prévoyait une prolongation du mandat des Conseils régionaux des Régions à Statut spécial de quatre à cinq années, proposition qui n'a pas été acceptée par les parlementaires communistes.

Mais ce qui est assez curieux, c'est que Monsieur Bionaz, en parlant de l'éventualité "possono essere fissate per aprile", il dit qu'il n'y aura pas un "intralcio" de sa part ou de la part de la Junte actuelle contre les élections régionales, qu'il n'y aura pas de sa part, mais s'il n'y aura pas de sa part il y aura probablement de la part de Monsieur Taviani ou de quelques personnages ou viceversa.

De manière que nous donnons très peu de valeur à cette déclaration que les élections régionales devraient se faire au mois d'avril; d'autre part, nous ne savons pas pourquoi les élections régionales devraient se faire au mois d'avril quand au lieu elles devraient se faire, devraient être fixées dans le terme de quinze jours à partir de la fin des quatre années, c'est-à-dire à partir du 27 ou 28 octobre; la question du 15 novembre, du 15 mars n'existe plus puisque cette disposition a été évidemment abrogée, et enfin il n'y a plus les conditions qui... il y a 20 ans en Vallée d'Aoste quand il n'y avait presque pas de routes et puis il n'y avait pas de salles de réunions d'aucune espèce et alors effectivement il pouvait être difficile de faire les élections en hiver, mais ces raisons n'existent plus aujourd'hui.

De manière que UV, comme Union Valdôtaine, je ne crois pas d'être le seul orateur de l'Union Valdôtaine dans cette matière, mais je me permets de dire que nous, les Conseillers régionaux de l'Union, nous insistons dans le sens qui a été clairement illustré dans notre motion.

Marcoz (U.V.) - Messieurs, il me semble assez étrange qu'on dise qu'on ne veut pas faire maintenant les élections.

Tout le monde dit qu'on attend les élections, tous Chefs de Groupe ont eu l'occasion de dire qui ne craignent pas les élections, Monsieur Bionaz a répondu que lui moins que tous craignait les élections. Et, alors, je pense qu'on pourrait très bien les faire, ça c'est une observation générale, nous pourrions bien les faire parce que la situation est celle que nous savons, la population attend les élections de sorte que, s'il y avait un minimum de bonne volonté, les élections on pourrait très bien les faire, c'est une observation assez "lapalissiana".

Comme... de droit le Président de la Junte a dit: "è intuibile che l'articolo della legge del 1954, l'art. 1°, l'art. 5° ripetono la stessa cosa, non si possono fare elezioni dal 15 novembre al 31 marzo". Oh! Intuibile, c'est trop peu de dire que la chose est intuibile, parce que intuibile c'est une affirmation de principe sans aucune démonstration, "è intuibile" pourquoi? Vous ne l'avez pas dit au Conseil pourquoi è intuibile, pour vous la chose est intuibile, pour nous, elle n'est pas de tout intuibile. Elle n'est pas intuibile parce que si nous prenons les dispositions sur l'interprétation des lois, si vous aurez un Code civil et vous regardez les dispositions préliminaires, et vous gardez l'art. 15, il y a prévu dans cet article 15 sur les dispositions des interprétations des lois, que quand une loi successive règle toute la matière qui était réglée par une loi précédente, on doit, pas "on peut", on doit retenir que la loi précédente a été abrogée. Voilà ce qu'il y a dans le Code pour les interprétations, pour l'interprétation des lois. "Quando una legge successiva regola tutta la materia già disciplinata da una precedente legge, la precedente legge s'intende abrogata".

Or, il me semble que le cas, si les paroles ont encore une signification et un sens, il me semble qu'il n'y a rien d'intuibile mais il faut dire que la précédente loi n'existe plus.

Elle n'existe plus, vous avez invoqué la "ratio legis", mais la ratio legis c'est vraiment ce qu'on a dit maintenant, ce qu'a dit maintenant l'ex Député Caveri, qu'on avait dit si c'était le cas de maintenir cette disposition limite de limitation, et au Parlement on a dit que ce n'était pas le cas d'en parler, parce que les conditions sont totalement changées.

Je me permets de dire qu'en discutant de ce problème je ne savais pas encore alors qui avait eu cette discussion au Parlement à Rome, mais j'avais fait la même observation, modestie à part, c'est une chose que quiconque peut comprendre car en Vallée d'Aoste la situation est changée, et non pas la ratio legis que vous dites-vous, mais la ratio legis en tout cas ce serait dans le sens que maintenant il y a la possibilité, les possibilités qu'il n'y avait pas dans le 1954, parce que nos jeunes ils vont à 3500 sur les glaciers n'est-ce pas, à faire du ski dans cette saison, nous avons la Vallée qui est serpentée de routes de tous côtés, de sorte que nous pouvons très bien faire les élections si nous voulons, s'il y a la bonne volonté de les faire. Naturellement, s'il n'y a pas la bonne volonté, alors on s'attache à un règlement, à une loi, et alors on dit on peut pas les faire, il ne convient pas de les faire, ce n'est pas convenable, on doit naturellement regarder les possibilités, regarder la commodité des populations.

Mais, voyez-vous, s'il y avait un assemblement d'un autre genre je crois qu'on le fera quand même au mois de janvier, au mois de février, mais les élections on ne veut pas les faire.

De sens que, si nous voulons respecter la loi, nous devons dire que cette limitation n'existe plus et nous pouvons très bien nous mettre d'accord pour faire les élections, si nous voulons naturellement violer la loi parce que nous est utile, nous est commode, nous avons des avantages à violer la loi, et alors nous violons la loi, mais il faut avoir le courage de le dire, et voilà tout, et alors nous n'en parlons plus et sera comme ça. Pour le moment je n'ai rien d'autre chose à ajouter.

Bionaz (D.C.) - L'Avvocato Caveri mi ha messo nella bocca una frase che non credo di aver detto, può anche darsi, io non credo, perché io ho letto la dichiarazione che ho riletto oggi.

Il Presidente della Giunta ha avuto riguardo alla prassi adottata dai Presidenti che l'hanno preceduta, assicura che le elezioni regionali saranno da lui indette nei termini prescritti dalle leggi e dai regolamenti.

Ho letto una dichiarazione per cui non debbo aver detto altro.

Comunque, oggi non esistono più le condizioni di 20 anni fa, perché oggi non nevica più, oggi non ci sono più valanghe, oggi non c'è più niente di 20 anni fa, ma questo mi pare che sia ridicolo, quello che lei dice Avvocato Caveri, non esiste più l'impossibilità di accedere ai seggi elettorali, che se domani viene una slavina che interrompe la viabilità su una valle secondaria, oggi tutto questo non esiste più; perché ci sono le strade, e lo vediamo, ma noi viviamo qui come vivete voi qui, e vi rendete ben conto delle difficoltà atmosferiche, è la ratio permanente di cui vi accennavo, è proprio la ratio di queste condizioni climatiche che possono impedire l'agevole esercizio del voto.

Ora, mi stupisce ancora di più l'intervento dell'Avv. Marcoz; perché è vero che l'art. 15 recita che quando una legge che regola l'intera materia sopprime la precedente, però la legge del '62 non parla di termini, non ne parla e lascia all'interpretazione naturalmente dello Statuto. Ma Avvocato Marcoz, è lei che nel 1963 dirigeva, presiedeva la Giunta, e io ho qui una presa d'atto decisa sotto la sua presidenza nella quale presa d'atto dice: "Il Presidente Avv. Marcoz richiamandosi a quanto già comunicato alla Giunta in una precedente adunanza circa l'opportunità che le elezioni per la rinnovazione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, siano indette per il prossimo autunno che scadevano in primavera, fa presente che in una riunione di rappresentanti di tutti i partiti e movimenti politici locali, tenutasi in data 14 corrente, è stata convocata la domenica 27 ottobre 1963, come data più indicata per lo svolgimento delle elezioni di cui si tratta.

Comunica, quindi, a parziale modifica di quanto già ebbe a comunicare alla Giunta nell'adunanza del 10 maggio 1963, di aver predisposto la seguente lettera da trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri:

"Oggetto: Elezioni per la rinnovazione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta.

L'art. 18 dello Statuto speciale per la Regione Autonoma della Valle d'Aosta stabilisce quanto segue: "Il Consiglio della Valle d'Aosta è eletto per quattro anni, le elezioni sono indette dal Presidente della Giunta regionale entro quindici giorni dalla fine del precedente Consiglio, ed hanno luogo non oltre il sessantesimo giorno".

L'art. 3 della legge 5 agosto '62 stabilisce quanto segue: "I comizi elettorali sono convocati con Decreto del Presidente della Giunta regionale da pubblicarsi non oltre il quarantacinquesimo giorno antecedente alla data fissata per le elezioni". Lo stesso Decreto determina anche la data della prima riunione del Consiglio regionale da tenersi non oltre il trentesimo giorno dalle elezioni. I sindaci dei Comuni della Regione danno notizia al pubblico del Decreto di convocazione dei comizi con apposito manifesto che deve essere affisso entro cinque giorni della data di pubblicazione del Decreto stesso".

Il quadriennio di carica dell'attuale Consiglio, scadrà il 17 giugno 1963 essendosi il Consiglio stesso riunitosi per la prima volta in data 17 giugno 1959, in seguito alle elezioni avvenute il 17 maggio 1959, ai sensi della legge 26 settembre 1954.".

Questo scriveva Lei alla Presidenza del Consiglio.

Ai sensi delle sopracitate norme legislative, il Decreto di convocazione dei comizi elettorali per la rinnovazione del Consiglio regionale dovrebbe essere emanato entro il 1° luglio 1963, con la fissazione della data delle elezioni dei giorni festivi del 4 agosto 1963 o dell'11 dello stesso mese.

La convocazione dei comizi elettorali alla vigilia del ferragosto darebbe luogo, ovviamente, a gravi inconvenienti per il normale andamento della consultazione elettorale in quanto le seguenti cause determinerebbero difficoltà varie per gli elettori con conseguenti prevedibili numerose astensioni dal voto:

1°) assenza dalla Valle di numerosi elettori che si recano ogni anno all'estero, in Francia o in Svizzera per motivi di lavoro durante la stagione estiva;

2°) assenza dai Comuni di ordinaria residenza di elettori impegnati stagionalmente negli alpeggi estivi di montagna;

3°) assenza dalla Valle di numerosi elettori nel periodo delle ferie annuali.

Aggiungasi che gli uffici comunali, nel periodo che precede il ferragosto, sono gravati da molto lavoro straordinario derivante dalla presenza di numerosi turisti del territorio di questa Regione, la cui importanza turistica è aumentata notevolmente in questi ultimi anni.

Per le sue poste ragioni è oltremodo opportuno un rinvio della data di convocazione dei comizi elettorali al mese di ottobre.

Ora io mi chiedo, se hanno ritenuto allora, se queste difficoltà di stagione estiva, difficoltà puramente personali degli elettori, non difficoltà di ordine naturale, personale; potevano consigliare allora di rinviare le elezioni ad ottobre, mi sembra che le difficoltà della viabilità invernale siano molto più valide e molto più evidenti che non quelle della viabilità estiva e della possibilità estiva di partecipare alle elezioni. Per cui, se allora era stato fatto per l'estate, non vedo perché adesso non si debba fare per l'inverno, e notare bene che la legge del '54, dell'estate non ne ha mai parlato; anche ammesso che sia abrogata quella norma, non ne ha mai parlato, parlava solo dell'inverno, non dell'estate.

Ora, non vedo perché ci si debba fare tanti complimenti e si voglia attribuire chissà quali macchinazioni al Presidente della Giunta, quando il Presidente della Giunta vi dice: "ritengo che le elezioni debbano essere fatte nel mese di aprile, e non adesso perché cadremmo nel pieno cuore dell'inverno".

Ma diamine, viviamo tutti in Valle d'Aosta e comprendiamo anche bene quali sono le difficoltà che dai villaggi più sparsi, più lontani, ci sono qualche volta per accedere ai seggi elettorali: insomma c'è anche uno spostamento del seggio elettorale, dei presidenti, dei segretari, degli scrutatori, ora non vedo assolutamente perché allora erano valide delle ragioni che evidentemente non sono gravi come quelle dell'inverno, oggi cercano tutt'altre scuse, tutt'altri motivi per attribuire al Presidente della Giunta di non voler fare le elezioni alla scadenza.

Questo non lo comprendo, del resto sulla scadenza per il 25 di novembre lei stesso ha ribadito che scade il 25 novembre, nessun dubbio, io mi invoco alle sue argomentazioni, e mi pare di non dire niente di particolare e niente di assurdo pensando che queste difficoltà, che erano già state, in allora, previste e che sempre si sono mantenute anche con la legge del '63, perché questa decisione è del '63, cioè successiva alla nuova legge elettorale, a quella proporzionale che non prevedeva l'impossibilità dal 15 novembre al 31 marzo.

Questa deliberazione sua è successiva, cioè è già adottata sotto l'impero della nuova legge elettorale, ma se lei allora ha ritenuto, lei e la Giunta, e evidentemente c'è anche stato un accordo di partiti che hanno ritenuto logico questo rinvio che poteva essere esattamente interpretato, diciamo la norma dell'articolo 15 della legge del '54 come assolutamente attuale, per delle elezioni che dovevano compiersi in estate, non vedo perché per l'inverno questo non conta niente, questo non conta.

Allora io mi chiedo, qui si vuole fare il processo alle intenzioni, attribuendo chissà quali disegni al Presidente della Giunta. Il Presidente della Giunta dice che le elezioni si faranno nel mese di aprile.

E vi dico di più, che se voi immaginate che ci fosse anche qualche intralcio da parte dell'Onorevole, del Ministro dell'Interno, vi assicuro che il Ministro dell'Interno mi ha detto che quegli intralci non li porrà. Queste sono le assicurazioni che vi posso dare oggi in Consiglio.

Montesano (P.S.D.I.) - C'è prima il Consigliere Fosson, poi il Consigliere Manganoni e poi il Consigliere Marcoz.

Marcoz (U.V.) - Scusi... non le spiace di invertire, ...perché dovrei fare un salto fino lì. Noi non facciamo il processo alle intenzioni ma, nevvero, guardiamo soltanto ai fatti. Io sono lieto che il Presidente della Giunta mi abbia fatto l'onore di citare qui, è vero, tutto quel po' po' di roba che era stato allora scritto, è vero, però non mi posso prestare all'espediente del bravo avvocato il quale, naturalmente, dalla parte dei documenti avversari attinge soltanto quello che gli fa comodo, e non attinge quello che non gli fa comodo.

Bisogna che Lei prenda tutto quello che è stato fatto allora, allora io non dicevo da solo è intuibile che si faccia così, allora io non dicevo, vero, le difficoltà ci sono perché sono io che le dico, io ho convocato tutti quanti, e queste difficoltà le abbiamo valutate tutti insieme, giacché, che mi addita quasi ad esempio, la ringrazio, allora segua il mio esempio, perché non cerca di raggiungere un accordo anche lei con tutti i Partiti democraticamente, facendo intervenire tutti, perché fino adesso abbiamo soltanto sentito che il Presidente della Giunta fa e dispone, la pioggia e il bel tempo, è vero; il Presidente della Giunta fa le leggi, dice che è intuibile secondo lui, e poi quando cita l'art. 15, sì, è vero, quell'articolo esiste, ma io penso che non sia applicabile perché non è applicabile, perché non si è parlato dell'epoca delle elezioni, ma, Signori miei, se si dovesse andare a guardare, è vero, a quella virgola, non ci sarebbe mai una legge successiva che disciplina tutta la materia, è vero. Perché una legge successiva che disciplina tutta la materia, naturalmente, è da interpretarsi nel senso che disciplina nel suo insieme la materia.

Ora, più specifico di una legge nuova elettorale, è vero, proporzionale, in contrapposto alla legge maggioritaria, legge proporzionale nuova che disciplina tutta la materia, anche se c'è quel punto omesso, un punto di giorno delle elezioni o di epoca delle elezioni; naturalmente l'art. 15 milita a nostro favore e questo il Presidente della Giunta lo sa benissimo. Il Presidente della Giunta che una volta ha sostenuto in questa aula che il primo Statuto del 1945 non era più in vigore perché avevamo lo Statuto del 1948, è vero, e allora non si può mica fare due pesi e due misure, e allora era perfettamente di quella tesi, che il nuovo Statuto del 1948 abrogava tutto quanto lo Statuto del 1945. Visto che la legge elettorale non le conviene, allora, la nuova legge non abroga tutto, non abroga tutto.

Gli impedimenti di allora erano impedimenti non minori ma di natura ben, diciamo, di natura più preoccupante, perché domani con la viabilità, oggi, noi se uno vuol votare, o per riffa o per raffa, poi ci siete voi che li portate in barella quando devono votare, lo sappiamo bene, è vero. Quindi, o con elicotteri messi a disposizione, noi facciamo votare anche al quindici di gennaio con la tormenta in montagna se vogliamo.

Ma al mese di agosto, quando sono su negli alpeggi, non possono abbandonare i greggi di 150 mucche, è vero, per venire a votare.

E allora, anche se andate con l'elicottero, quella gente vi dice no, perché prima curo i miei interessi, quindi, allora quegli impedimenti erano di natura personale, se uno è all'estero a fare un viaggio, a godersi le ferie, non torna, è vero, dalla Grecia, dalla Spagna ad Aosta per votare.

Ma quando domani vi si dice, sì, c'è un po' di tormenta ma ti portiamo con una macchina chiusa, naturalmente l'individuo va a votare nel mese di gennaio, nel mese di febbraio, quando si vuole.

Quindi affrontiamo la situazione qual è, non nascondiamoci dietro al dito, e diciamo che non si vogliono fare le elezioni.

Io non ho detto, è vero, che rinnegavo nulla di quella roba lì, perché ce l'ho precisa in mente, che allora abbiamo pensato di rispettare l'articolo anche del Regolamento che non può derogare allo Statuto, non potrebbe derogare, l'abbiamo detto, il Regolamento dice che dalla prima convocazione, facciamo decorrere dalla prima convocazione, e facciamolo anche adesso, e diciamolo, le faremo tra il 25 di gennaio e il 10 di febbraio, lì noi possiamo farle. Basta che lei lo voglia, è vero, perché lei è il dominus, lei è il padrone, lei non ha che da dire, io adesso intuisco diversamente, valuto tutto diversamente e ci viene incontro, faccia una riunione di tutti i Partiti, è vero, di tutti i Gruppi, e poi vedrà, se le danno il consenso alla sua intuizione, la sua intuizione sarà perfetta, se non le danno il consenso lei deve, anche lei, democraticamente sentire un po' quello che pensano gli altri, è vero.

Questo mi sembra che sia una cosa abbastanza evidente per cui noi insistiamo nel ritenere che volendo, e dovendo rispettare le leggi, le elezioni si debbono fare nei limiti di tempo che, a parte che se ci fosse della buona volontà quando ci si accorge, è vero, quando ci si accorge che per rispettare quei termini, rigorosamente si perde sei mesi di tempo, uno può anche predisporre le cose quindici giorni prima e col consenso di tutti, è vero, le elezioni si sarebbero potute fare, ma non pretendiamo tanto perché comprendiamo molto bene che non rinunciate ai quindici giorni del vostro mandato nemmeno se dovesse crollare l'architettura celeste, voi che siete attaccati alle poltrone, mentre noi eravamo attaccatissimi alle poltrone, è vero, non pretendiamo tanto; tuttavia, è vero si potrebbe fare tutto, basta della buona volontà che voi non dimostrate di avere.

Fosson (U.V.) - Je voulais dire les mêmes choses qui a dit le Conseiller Marcoz, souligner justement que si on a renvoyé les élections en 1963 on a entendu tout de même tous les partis et c'est à travers un accord démocratique de tous les partis qu'on a pris cette décision. Je voulais dire aussi les différences des difficultés qu'il y avait pendant l'été et pendant l'hiver, cet argument a été bien développé par le collègue Marcoz, donc je ne veux pas m'allonger parce que il a été très clair et dans cette claireté nous attendons une réponse autant claire de votre part.

Manganoni (P.C.I.) - Ha detto il Presidente che, secondo i suoi calcoli, si dovevano fare le elezioni il 10 febbraio. A parte che noi abbiamo dimostrato, e io non lo ripeto, che dovevano essere fatte entro quest'anno, e non il 10 febbraio.

Ma teniamo pure buona la data del 10 febbraio, che ribadisco però, questa è la tesi Bionaz, perché in base allo Statuto si dovevano fare quest'autunno e non il 10 febbraio.

Dice, il Presidente, ma il 10 febbraio non si possono fare le elezioni in Valle d'Aosta, i miei colleghi hanno già dimostrato che si possono fare, io voglio ribadire qui sopra.

È vero che dieci anni fa fare le elezioni il 10 febbraio era un problema, perché, dieci anni fa la metà dei nostri villaggi, non erano collegati da strade.

Io non voglio farvi perdere del tempo, sennò vi posso citare dei villaggi che non erano collegati da strade; oggi, 1967, tutti, dico tutti i villaggi abitati tutto l'anno, non parliamo di villaggi disabitati, che ormai hanno solo più che le funzioni dei mayen, dove la gente ci va d'estate, vi ripeto, tutti sono collegati da strade. Ora... (voce in aula) ...no quelli abitati tutto l'anno, ma io ti dirò, tu citassi un villaggio abitato tutto l'anno, tutto l'anno che non è collegato con le strade, appunto d'inverno. Ora, Chamois ha una funivia, ha una seconda funivia che avete in costruzione, a parte, ha una strada che voi non volete ultimare ma che ultimerete dopo che avrete fatto la funivia, così avrete due funivie più quella di servizio che fa tre, più una strada che fa quattro, e poi Chamois ha il seggio elettorale lì nel capoluogo, poi ha perfino l'aeroporto, non so se quella è una zona non collegata, allora io mi chiedo cosa intenderete voi per collegamenti.

Secondo, dieci anni fa molti villaggi alti erano ancora abitati tutto l'anno, molti di quei villaggi alti che erano abitati tutto l'anno, oggi non ci sono più, e qui, sempre per non farvi perdere tempo, non vi cito dei dati e dei nomi di questi villaggi, se però volete io ve li citerò.

Le valanghe, dice, le valanghe, ma siamo obiettivi, quali sono le strade e le zone soggette a valanghe, sono Cogne, Rhêmes, Valsavaranche e Valgrisanche, perché su tutte le altre strade sono casi eccezionalissimi quando cade una valanga.

Ora, a parte che nello spazio di pochi giorni, alle volte nello spazio di un giorno e di una notte, si sgombrano le valanghe, ma ammettendo pure che ci vogliono due o tre giorni, o quattro, sia a Rhêmes che a Valsavaranche, sia a Cogne che a Valgrisanche, il seggio elettorale è lassù, quindi, anche se scende una valanga, non è che quelli devono scendere a Villeneuve o Arvier a votare, quindi quelli votano là.

Quindi, non è che debbano attraversare la valanga per andare a votare, non solo... (voce in aula) ...quali frazioni? Ma le frazioni non vengono mica bloccate dalle valanghe, sai dove vengono le valanghe, io ti posso citare a Cogne tutte le valanghe che vengono, non bloccano i villaggi di Cogne, perché vengono tutte a valle dei villaggi di Cogne, perché Vielle fa parte di Aymavilles, ora, e così le altre, e così Rhêmes e così Valsavaranche, e così Valgrisanche, quindi non vengono bloccati dalle valanghe.

Ammettiamo che in casi eccezionalissimi e forse proprio perché in quel periodo di elezioni il Consiglio di amministrazione dell'Universo, che vuol fare dei dispetti all'Amministrazione regionale, ai valdostani, mandi giù qualche valanga, e va bene, per attraversare una valanga avrà al massimo dieci metri, cinquanta metri, e dovendo fare cinquanta metri a piedi per scavalcare una valanga, in casi, proprio in quel caso specifico no, che male c'è se si devono fare 50 metri per attraversare una valanga?

D'altronde lo sviluppo della motorizzazione, dieci anni fa le automobili e quelli che si chiamano il mulo moderno, cioè l'ape, i motocarri a tre ruote che vanno benissimo, e che ormai tutti li hanno in Valle d'Aosta, non dico tutte le famiglie ma quasi, allora non c'erano, dovevano andare a piedi, oggi non perché ci sono automobili anche nei villaggi, dappertutto ho trovato automobili, o queste api, o questi motocarri.

Quindi c'è una motorizzazione che permette a tutti di viaggiare indistintamente.

Pertanto, se queste tesi del Presidente, oggi non reggono più, ma non solo, queste strade vengono sgombrate, il Presidente non... che dal '60 ad oggi, tutti i Comuni, quelli di alta montagna naturalmente, perché per esempio Donnaz non ha bisogno di attrezzarsi di mezzi antineve, perché quando vengono 20 cm. di neve, dopo un paio di ore è via.

Ma i Comuni di alta montagna sono tutti attrezzati con mezzi sgombro neve, modernissimi, che permettono di sgombrare tutte le strade, e tutte le strade di tutti i villaggi sono sgombre, questo anche perché vi dicevo che i Comuni hanno provveduto, la Regione, da allora ad oggi, si è attrezzata e può intervenire in qualsiasi momento anche in quei comuni che si trovano in difficoltà per carenza di mezzi sgombro neve. Almeno quando c'ero io la Regione provvedeva sempre ed immediatamente e io penso che continui a provvederlo oggi.

Pertanto noi abbiamo provveduto, io penso che il mio successore continui a provvedere, non ne sono ben informato ma penso che lo faccia, perché le attrezzature che avevamo noi sono rimaste, non è che ce le siamo portate via, non solo ma penso che il mio successore le avrà anche aumentate perché è normale che si continui a migliorare ed a perfezionare ed aumentare le attrezzature.

Quindi, le tesi sostenute dalla Giunta non reggono, reggevano allora, dieci anni fa sì reggevano, oggi no, perché il mondo va avanti, la situazione è cambiata e questo dovete tenerlo presente, cioè dovete tenerlo presente non solamente quando raccontate sui giornali che tutto va bene, che si fa qui, che si rivoluziona là, che in Valle d'Aosta non c'è più niente da fare perché avete fatto tutto, quindi dovete tenerne conto, non solamente quando raccontate quelle balle a giornalisti, ma anche quando si tratta di queste discussioni.

La questione dell'estate, quella sì reggeva allora e regge oggi; perché gli alpeggi come c'erano dieci anni fa, ci sono ancora oggi, e les arpians che dieci anni fa passavano tre mesi negli alpeggi, li passano ancora oggi, questo è esatto... (voce in aula) ...ci sono le strade ma ve l'hanno detto, non so se Caveri o Marcoz, che quando ci sono i berdzé non possono piantare lì una mandria di 100 mucche e andarsene a votare, questo è vero, non è mica questione di strada, a parte che non tutti gli alpeggi hanno le strade, no, e quindi effettivamente dagli alpeggi bisognerebbe fare dei bei pezzi a piedi. Alcuni le hanno le strade, alcuni no, bisognerà farle anche quelle, ma lì non è più problema di strade o meno, è il problema che non puoi abbandonare 100 mucche per andare a votare, le mucche bisogna pur pascolarle, pur mungerle, non può mica attaccarle nella stalla e dire ben mangerete lunedì o vi mungeremo martedì.

La questione dell'emigrazione in Svizzera è esatto, perché come allora andavano le donne in Svizzera a éfeuiller, insomma per i lavori di campagna nelle vigne, ci vanno ancora oggi, e qui non per uscire dall'argomento, ma bisognerebbe preoccuparci di fare in modo che queste nostre concittadine trovino del lavoro in loco, anziché dover continuamente emigrare per andarsi guadagnare il pane altrove in Svizzera, che se anche è nella progredita Svizzera, però è un lavoro ingrato, pesante e duro quello che vanno a fare le nostre donne in Svizzera.

C'è la questione di quello che è in villeggiatura in Grecia, non so chi lo diceva, è logico, perché se una parte o va in villeggiatura in Grecia o altrove e dice perché devo piantare lì la villeggiatura per farmi centinaia e migliaia di chilometri per andare a votare, quindi la questione estiva regge, regge non perché in questo caso andiamo nell'inverno, ma perché effettivamente la questione estiva non è più questione di viabilità o di comunicazione è questione di gente che è lassù, e pertanto è inutile che insistiate su queste cose perché voi lo vedete benissimo, d'altronde se io queste cose non ve le dicevo, voi le sapevate quanto le so io.

Solamente a voi conveniva ignorarle e sostenere le tesi opposte.

Dite: "Caveri è stato in carica cinque anni", ma io allora ero all'opposizione, e quante volte insistevano all'opposizione: "fate queste elezioni". Cosa mi si rispondeva? "Non c'è la legge". Purtroppo era vero. Allora non c'era la legge elettorale e a Roma non avevano fretta di prepararla e così, senza una legge elettorale, non si possono fare le elezioni.

Ora, non è che io voglio giustificare questo; io dirò sempre: Roma deve provvedere, doveva provvedere prima, perché si è fatto male di rinviare, di stare cinque anni in carica; però effettivamente l'Amministrazione regionale, non è che le colpe si potevano riversare sulla Giunta se a Roma non facevano le leggi no, pertanto, dice il Presidente, possono essere fissate in aprile. Probabilmente in aprile ci saranno le elezioni politiche, beh, non possiamo escluderlo... (voci in aula) ...ma non possiamo noi escluderlo, perché, ufficialmente, la data delle elezioni politiche non è stata ancora fissata, ufficialmente: ora, che qualche Ministro democristiano, a Roma, abbia in testa la data delle elezioni future, può darsi, ma ufficialmente nulla è stato deciso, ed allora potrebbe anche verificarsi il fatto che in aprile ci siano le elezioni politiche, ed allora quella potrà servire da scusa per dire: già ci sono le elezioni politiche, non possiamo fare le elezioni regionali ed allora quelle regionali si rinvieranno, ed allora ci sarà la questione estiva; e noi, su quel fatto dell'estate, quanto abbiamo detto oggi ribadiremo allora, cioè siamo della tesi che l'estate viene nel periodo che ci sono gli alpeggi e non si possono fare le elezioni, no, e allora si arriverà all'autunno come è nei vostri progetti, nelle vostre intenzioni.

Dice il Presidente: ho avuto assicurazione dal Ministero degli interni che non si avvererà degli intralci, ecc.

Ma, oggi, chi crede ancora alle assicurazioni dei Ministri del Centro Sinistra di Roma? Ma bisogna essere degli ingenui, d'altronde i fatti devono insegnare qualche cosa, quante volte i membri della Giunta hanno detto: a Roma hanno promesso - qui non vi rifaccio tutto quanto si è discusso perché non finiremo più - ma per esempio, quando si parlava di Zona franca, a Roma hanno promesso, i Ministri hanno promesso, però la Zona franca araba fenice. Quando si parlava di riparto e di quattrini che non arrivano da Roma, e adesso Bordon ha pensato bene di squagliarsela, cosa ci diceva Bordon, a Roma? Sono stato a Roma da pincopallino, Ministri, personalità, capoccioni dai quali ho avuto assicurazione che i soldi arrivano.

Giorni fa, quando io ho sollevato, gli ho posto questa domanda alla quale non voleva rispondere ma, a forza di insistere, ha risposto e ha detto, quel famoso miliardo dell'art. 14 mi pare che doveva arrivare nel '66, perché era sul bilancio del '66, e che noi allora abbiamo detto: "ma questo qui voi ve lo fischiate" e che Bordon dice: "io ho le assicurazioni, quello arriverà". Nell'ultima seduta, mi pare che io ho sollevato il problema, ha dovuto ammettere a denti stretti che quel miliardo non è arrivato.

Eppure, quante volte ha detto da quel banco: "a Roma abbiamo l'assicurazione, sappiamo, ci hanno assicurato, quindi... (voce: abbiamo ricevuto anche una lettera) avete ricevuto anche una lettera... (Bionaz: ...sissignore) ...quindi neanche alle lettere ci si può credere, altro che alle promesse?

Ora questi fatti, io non ve li cito tutti perché altrimenti non finiremmo, no, oggi ve ne cito solamente alcuni, dimostrano che nelle premesse dei Ministri di Roma, no, su quelle premesse non si può assolutamente fare nessun affidamento, cambiano le carte in tavola da un momento all'altro, tirando in tavola un sacco di scuse, ingiustificazioni, per dimostrare il perché loro non hanno potuto anche se le intenzioni c'erano ecc.

Pertanto, noi, delle assicurazioni dei Ministri di Roma che, abbiate pazienza, sono della vostra stessa risma, che non si può credere a voi, alle vostre assicurazioni, alle vostre promesse, non si può credere alle assicurazioni, alle promesse dei Ministri di Roma, sono tutti della stessa conventicola, ed allora, noi non ci fidiamo delle promesse, di quelle assicurazioni, non ci fidiamo, non ci fidiamo nel modo più assoluto, e ribadiamo che le elezioni dovrebbero essere fatte questo autunno come dice lo Statuto, ammettendo pure la tesi di Bionaz, dice il 10 febbraio, però entro il 10 febbraio devono essere fatte.

Germano (P.C.I.) - Uno strano dialogo che avviene in genere tra l'opposizione e Bionaz. Adesso ho visto che, finalmente, Berthet ha alzato la mano. Avrei voluto che parlasse prima lui perché pare che non ci siano altri partiti in quest'aula, comunisti, union e Bionaz, gli altri sono senza voce. Eppure le elezioni mi pare che riguardino tutti. Ora, io non contesterò all'Avvocato Bionaz, perché è già stato fatto egregiamente dall'Avvocato Caveri e dall'Avvocato Marcoz, quanto la tesi che sia valido il Regolamento e non lo Statuto sia una tesi non sostenibile, quanto il fatto che sia valida la legge del '54 e non quella del '62 quando la legge del '62 è la legge più completa, è la legge più completa, contempla, per esempio, l'eleggibilità a Consiglieri regionali per quelli che hanno compiuto i 21 anni, che era già compresa nel primo decreto e nella seconda legge, contempla tutti i casi di ineleggibilità che erano compresi nel primo decreto e nella seconda legge.

Contempla che le spese per le elezioni sono a carico della Regione, come era contemplata nell'altra, contempla i casi di incompatibilità come erano fatti nelle altre. Per questo fatto del clima, c'è la testimonianza precisa dell'Avv. Caveri che dice: "in Commissione ho proposto di immetterlo e tutti sono stati contrari".

Più dimostrato di così che la legge del '54 è abrogata e questo piccolo emendamento aggiuntivo che è stato fatto non vale più, io non lo so, non lo so...

Ma poi c'è un altro aspetto, anche questo lo dico così, per la cronaca, ha detto: "non la prima domenica di aprile", ha detto: "nel mese di aprile", e noi sappiamo già anche queste tesi, perché la prima domenica di aprile dice che sono le Palme e allora non si può votare; la seconda domenica di aprile è Pasqua, quindi non si può votare, si andrebbe alla terza domenica di aprile, cioè ci avviciniamo alla scadenza delle elezioni per dare corpo alle obiezioni che il Ministero degli Interni ci farà: due elezioni così importanti, così vicine non bisogna, non bisogna farle. Questo è il disegno di Bionaz e del gruppo di potere di Bionaz.

Ma l'Avvocato Bionaz poi si stupisce e dice: "come, ma se gli altri hanno fatto così, io faccio così, io faccio così, cosa c'è da stupirsi?". Ma siamo di fronte a persone diverse, Avvocato Bionaz, siamo di fronte a dei casi completamente diversi, vede, noi sappiamo come sono state condotte dal suo Partito le trattative col nostro Partito per la legge Azara. Inoltre ha fatto una domanda scritta dicendo: "noi votiamo la legge Azara a condizione che si modifichi l'articolo 2 per quanto riguarda la Sicilia, per quanto riguarda un diritto di autoscioglimento che è già contenuto nello statuto siciliano e che non verrebbe contemplato nella legge Azara, e a condizioni che le elezioni regionali in Valle d'Aosta si facciano nell'autunno". Nel luglio, i rappresentanti del suo Partito e, se vuole, le dico anche il Segretario del Gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana, onorevole Zaniboni, ha risposto: "Zaniboni... buon lavoro, ha risposto, siamo d'accordo per le elezioni in Valle d'Aosta per l'autunno, però non siamo d'accordo per l'emendamento dell'articolo 2 per quanto riguarda la Sicilia". E i nostri hanno detto: "va bene, va bene, consulteremo i siciliani se loro sono d'accordo alla ripresa autunnale, concorderemo per la legge Azara".

Alla ripresa autunnale, era intervenuto il Gruppo Bionaz, e quale è stato il cambiamento di scena da parte del Gruppo della Democrazia Cristiana? Siamo d'accordo per la Sicilia, presenteremo noi l'emendamento aggiuntivo, però non siamo d'accordo che le elezioni in Valle d'Aosta si facciano in autunno, e, insomma, lo sappiamo noi Avvocato Bionaz, quindi non è che caschiamo dal settimo cielo, capiamo quali sono le vostre intenzioni, ci troviamo di fronte a situazioni diverse, diverse, per l'Avvocato Caveri, il prolungamento del mandato non ha provocato ondate di indignazione, se mai l'indignazione l'avevamo col Gruppo Democristiano che non accettava la nostra proposta di fare la legge proporzionale, e tirava per le lunghe, e mi ricordo che io e l'Avvocato Caveri siamo stati a Roma a sollecitare la legge elettorale proporzionale ed era il Gruppo Democristiano che l'ha tirato alla lunga fino ad ottobre. Subito dopo la legge si sono fatte subito le elezioni senza perdere un giorno, ma si capisce! Guardi la data di proclamazione della legge, guardi le elezioni allora Lei vedrà! Non si capisce? Sono dati di fatto che abbiamo vissuto. Quando è capitato per l'onorevole Marcoz, nessun partito ha richiesto le elezioni; è stato l'Avvocato Marcoz che ha preceduto tutti e ha chiamato tutti i Partiti e ha voluto che ci fosse l'unanimità.

Tutti sono stati unanimi, compresa la Democrazia Cristiana che non ha fatto alcuna obiezione, e tutti assieme abbiamo fissato la data dalla quale il Presidente della Giunta ha tenuto il massimo conto perché non ha spostato di una domenica, si è detto il 27 ottobre e si è fatto il 27 ottobre.

Di fronte a della gente che è diversa, voi invece vi siete insediati in quei posti con forza, contro la nostra volontà, contro la nostra volontà che chiedeva che cosa, Avvocato Bionaz? Vediamo chi è democratico, noi chiedevamo che si facessero le elezioni, voi no, voi non le volevate, voi avete usato tutti gli strumenti perché il popolo valdostano non si pronunciasse, questa è la differenza fra voi democratici e noi democratici.

Noi non volevamo stare a quelle poltrone, volevamo che il popolo dicesse chi doveva stare in quelle poltrone, che non lo stabilissimo noi o voi. Voi invece non volete il pronunciamento del popolo e, sia chiaro, perché tutta la vostra attività denota queste cose, ma insomma, quando è morto il povero Gex voi eravate insediati, la Gazzetta del Popolo, il giornale della Democrazia Cristiana, ha detto che l'Avvocato Bionaz è andato al Consiglio dei Ministri a richiedere che le elezioni, in sostituzione dell'Onorevole Gex, fossero state nell'ottobre del '66, pubblicato sulla Gazzetta del Popolo.

Sì, il risultato è vero, il risultato è vero che avete inventato la storia della legge ordinaria, della costituzionale, quel povero Senatore che è venuto qui una volta e abbiamo discusso su queste questioni, ha pensato bene di non venire più dalla figura come ha fatto, e non è più venuto da quella volta. Qual è la sostanza? Che voi non le avete volute e lo sanno tutti, lo sanno anche le pietre in Valle d'Aosta, voi non volevate che il popolo dicesse la sua opinione perché avete la coscienza sporca, perché solo in quel caso si rifiuta il giudizio del popolo, solo in quel caso perché vi siete insediati come vi siete insediati.

Chi non ha più interesse di voi di dire: "siamo al nostro posto, il popolo ci conferma", e se vi conferma il popolo, noi vi alziamo tanto di cappello, state lì, non vi sono più problemi di facente funzione o non facente funzione, è un giudizio popolare, se il popolo non vi manda lì, e abbiate pazienza, lasciate il passo ad altri, ma affidatevi al giudizio del popolo, non fare come voi volete. Ma, Avvocato Bionaz, siamo proprio sinceri fino in fondo, questo gioco che lei fa qui col Consiglio regionale, ma l'hanno fatto nel suo Partito, un anno e tre mesi fa c'è stata la crisi nel suo Partito, ogni Partito che ha una crisi fa un congresso, gli iscritti votano per chi vogliono e ci sarà una maggioranza, una minoranza, un comitato direttivo, un organismo regolare; a Bionaz questo non conveniva e il congresso al Partito Democristiano non si fa, c'è poco da fare, passa un anno e tre mesi.

Adesso poi si inventa un quesito alla Direzione per farsi rispondere "no" dalla Direzione e avremo questo Partito che andrà alla campagna elettorale con due commissari mandati da Roma. Ma questo perché sono cose che riguardano il Partito Democristiano, non interessano me, a me interessano solo per l'aspetto del metodo, per come è fatta una determinata persona, è chiaro, è chiaro che non conveniva a Bionaz, e quello che non conviene a Bionaz per quanto è nelle sue possibilità e capacità, non si fa, non si fa, non solo al Consiglio regionale ma anche in casa sua.

Ora, non si tratta di fare dei comizi, qui si tratta di realtà, di realtà, abbiamo la direzione della cosa pubblica in Valle d'Aosta, un gruppo di potere che non esita a violare leggi e regolamenti pur di ottenere i suoi risultati, quelli che interessano particolarmente personalmente a loro, a loro, questa è la realtà.

Gruppo di potere che, oltre tutto, amministra anche male, amministra anche male, gruppo di potere che può portare la Regione valdostana, che è sempre stata citata sul piano amministrativo, e io parlo in generale, per tutti i 20 con amministrazioni DC e altro colore, è sempre stata citata come un esempio di buona e saggia amministrazione e oggi, invece, come vedremo nei prossimi punti, andiamo incontro a pericoli di caos finanziario, di arrivare al livello di altre regioni che noi abbiamo sempre deprecato.

Quello che diciamo noi è questo, il dibattito che facciamo con questi Signori qui, nell'ambito del Consiglio regionale, purtroppo, resta accademico, perché possiamo portare l'argomentazione se vogliamo, possiamo dimostrare di avere ragione come abbiamo dimostrato parecchie volte, ma Bionaz dice no, e quando dice no lui, c'è poco da fare, tutti gli altri stanno zitti, tutti gli altri stanno zitti.

Noi comprendiamo che questo è accademico perché voi voterete contro la nostra mozione, e voi tenterete di fare le elezioni quando farà comodo o riterrà lui che gli farà comodo, noi però ci appelliamo a tutto il popolo valdostano e ci appelleremo fuori di qui a tutto il popolo valdostano.

Denunciando chi siete, denunciando il vostro comportamento e siamo sicuri che il popolo valdostano capirà, e al momento opportuno vi darà la risposta che vi meritate. E poi non crediate di fare tutto quello che volete.

Guardate, abbiamo avuto l'esempio a Roma, per le elezioni amministrative che si fanno al 12 novembre, un altro gruppo di potere ha deciso di fare il 12, perché? Perché al 17 novembre scadevano altri 78 comuni; e allora già il Sottosegretario agli interni aveva dichiarato alla Camera che per questi 78 si sarebbe votato dopo le elezioni politiche, dopo le elezioni politiche; ebbene, credevano di fare così, ma di fronte alle proteste generali hanno dovuto fissare un altro turno al 3 dicembre, dove voteranno questi 78 comuni, e al 3 dicembre, siamo nel clima invernale, che diceva Bionaz, la metà di questi Comuni sono del Trentino-Alto Adige e dell'Appennino, di zone montane che sono meno servite di strade di noi, quindi si può votare e si può votare benissimo.

Noi denunceremo queste vostre posizioni al Popolo Valdostano e noi siamo certi che il vostro disegno di andare nell'autunno non ve lo lasceremo passare, non ve lo lasceremo passare, autunno del 1968, evidente.

Montesano (P.S.D.I.) - Ci sono iscritti il Presidente Bionaz, l'Assessore Maquignaz e il Consigliere Caveri. Allora... poi Berthet...

Maquignaz (D.C.) - I Consiglieri che hanno preso la parola fino adesso mi pare che abbiano sostenuto più o meno tutti che la situazione è cambiata, non ci sono più delle difficoltà che c'erano prima per fare le elezioni nel periodo invernale.

Il Consigliere Manganoni diceva: "tutte le frazioni della Valle sono servite da strada". Io non sono d'accordo.

Solo a Valtournanche noi abbiamo il Mont Perron, Mont Menè, Pessey, Les Prò, Les Sés e Singlin che non sono allacciate a strade. Nel periodo invernale noi sappiamo che lassù a 1500 metri può arrivare anche una nevicata di un metro di neve; quindi nel caso di una nevicata nel giorno delle elezioni, evidentemente le persone anziane sono impedite e non possono recarsi a votare; quindi io dico, sono diminuite queste difficoltà, ma sono certo che sussistono ancora oggi, perciò fare le elezioni nel periodo invernale, avrei dei dubbi, perché penso che la popolazione non possa accedere liberamente a votare.

Caveri (U.V.) - J'espère que le Docteur Montesano me permettra de faire une remarque et une recommandation sur un fait que nous avons vu avec nos yeux. Il manquait encore cela: que l'on voie distribuer des journaux pendant la séance; or, je ne sais pas où va finir la dignité et le prestige du Conseil, alors il faudrait aussi voir, nous enverrons nous aussi un camelot, ou l'huissier de la Vallée, pire encore l'huissier de la Vallée, distribuer le Peuple, vous vous distribuerez Le Travail, Monsieur Pedrini, on verra quelqu'un de ses lieutenants distribuer le "Monitore", en somme je ne pouvais pas faire à moins de faire cette remarque et de prier Monsieur Montesano d'éviter qu'on assiste à des choses si ridicules et incompatibles avec la dignité du Conseil.

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Caveri, Lei è arrivato in ritardo su questo appunto che fa, in quanto che io non sapevo nulla di questa distribuzione; nel momento che mi sono accorto ho fermato, come tutti hanno visto, ho fermato quello che si stava facendo; quindi, io sono d'accordo su quello che dice Lei, sono perfettamente d'accordo, tanto d'accordo che io ho troncato, al momento giusto, quando mi sono accorto di questa distribuzione, che non so per iniziativa di chi è stata iniziata e, quindi, perciò hanno visto tutti che è stata fermata, per quelle ragioni che Lei ha detto. Quindi, perciò, Lei ha fatto questo rimarco, però il rimarco l'ho fatto anch'io, tanto è vero che ho impedito la continuazione di questa distribuzione di giornali; cosa giustissima, altrimenti tutti si mettono a distribuire giornali qui, in Consiglio regionale.

Non ha altro da dire Avv. Caveri... per il momento.

Berthet (D.C.) - Non è il caso di raccogliere le solite malignità, i colpi di spillo che il Consigliere Germano sa distribuire con tanta eleganza, e tanto meno di accogliere le sue insinuazioni. Anche l'Avvocato Bionaz non ha bisogno di un Consigliere che prende la parola per difendere quanto egli ha esposto al Consiglio.

Io vorrei fare notare qualche cosa ai Consiglieri dell'Union, proprio a quelli dell'Union, perché io capisco benissimo che i Consiglieri comunisti sostengano la tesi delle elezioni immediate perché evidentemente loro, il loro elettorato è nei grossi centri; ma gli amici dell'Union, come possono sostenere che le votazioni sono facili per il vostro corpo elettorale come per il nostro? (si sente una voce in lontananza) ...beh, insomma, vi chiamerò Compagni, e va bene... se volete vi gratifico di quel titolo, compagni unionisti allora, va bene... e allora avec les cocos chéris, si vous voulez aller d'accord, continuez de ce pas, d'accord, entendu, oui les cocos chéris, en tout cas l'étonnement que Monsieur l'Avocat Marcoz tout à l'heure nous a exprimé, je l'ai moi-même parce que je ne comprends pas le fait que vous vouliez soutenir que dans nos paroisses, dans nos montagnes, dans nos villages, on puisse aller voter avec toute facilité, parce que l'histoire de l'hélicoptère, ou de l'avion, vous savez, c'est un peu... En tout cas je disais ceci, je voulais vous dire ceci: si vous avez des doutes sur la question du mois d'avril, moi je proposerai que tous les chefs responsables de parti se réunissent et qu'ils fixent le dimanche d'avril pour faire ces élections, de manière que nous soyons certains, parce qu'il y aura un engagement précis, on ne peut pas le faire le premier dimanche parce que c'est le dimanche des Rameaux, on ne peut pas le faire le deuxième, parce que c'est le dimanche de Pâques, alors faisons-le le troisième dimanche du mois d'avril, et alors, tous, d'accord ensemble, nous signerons, on fera les élections le 20 avril ou quoi, le troisième dimanche du mois d'avril, et alors si les choses sont prises d'accord ensemble, les élections sont faites pratiquement. Mais ne soutenez pas les thèses de faire les élections au mois d'avril parce que en Vallée d'Aoste nous n'avons pas seulement des jeunes qui savent skier et qui savent aller d'un côté et de l'autre faire la fête, faire la bringue, si vous croyez, il y a aussi des vieux, il y a aussi des gens qui sont malades, il peut avoir, on ne peut pas savoir le temps qu'il fera dans ce moment. Par conséquent, comme proposition formelle moi je voudrai que le Conseil prenne en considération cette proposition de se réunir les chefs de parti et ensemble nous fixerons la date des élections que moi je proposerai le troisième dimanche d'avril puisque le premier et le deuxième on ne peut pas les faire.

Bionaz (D.C.) - Io vorrei dire all'Avvocato Marcoz che non ha risposto alla mia domanda, che perché allora hanno ritenuto, allora, si potevano rinviare di alcuni mesi, e non sarebbe caduto il mondo e nessuno ha detto che eravate attaccati al potere, che eravate attaccati alla poltrona, nessuno l'ha detto, tanto è vero che i partiti hanno aderito, e perché oggi si devono dire le cose contrarie? Questo domando, soltanto questo. Allora, per il rinvio di sei mesi dovuto a delle condizioni che sono valide, ritengo, ma non come queste che noialtri adesso facciamo presente, nessuno ha obiettato nulla, i partiti tutti d'accordo, oggi però noialtri siamo attaccati alla poltrona. È per questo che cerchiamo di rinviare le elezioni. Scusate, questo è proprio due pesi e due misure... d'accordo, va bene, però non avete riconosciuto che avevamo ragione, se riconoscete che avevamo ragione, allora ditelo, siamo tutti sullo stesso piano.

Manganoni (P.C.I.) - Ha trovato l'occasione per esporre in quel Consiglio il suo programma stradale svolto e non svolto e poi si è sentito anche dire che ci sono molti villaggi che ancora aspettano la strada e anche la semplice pista, la pista di Manganoni, non ci sono queste strade, per cui le difficoltà per accedere ai seggi elettorali ci sono ancora oggi, caro Manganoni, ci sono ancora oggi, malgrado tutto il suo programma stradale. Le valanghe non ci sono più, perché poi ci sono i paravalanghe, e poi c'è lo sgombro strade, perché se cade nella notte una valanga, l'indomani è già tutto pulito, naturale, insomma... ma si capisce... e poi le effeuilleuses, c'è il problema delle effeuilleuses... Caro mio, le effeuilleuses, se si fanno le elezioni d'estate, come si sarebbero dovute fare nel 1963, c'erano le effeuilleuses che erano assenti. Ora, tu devi sapere che le effeuilleuses, al mese di giugno hanno già finito il lavoro, e non al mese di agosto, ecco. Io non so se Manganoni è un vigneron, ad ogni modo questo lo voglio ricordare...

Promesse di Roma, ma insomma, promesse, noi dobbiamo prendere contatti con i ministri che rappresentano attualmente il potere centrale, e facendo presente queste cose, come del resto è stato fatto dal mio predecessore, al Presidente del Consiglio dei Ministri, facendo presente queste cose, io sono sicuro che se mi dicono e mi promettono che non ci saranno intralci, io non ho nessuna ragione per dubitare che questi intralci ci siano, nessuna. Poi c'è stato l'intervento di Germano il quale fa il dialogo con me, non con gli altri, con me; io dico, è chiaro che deve fare il dialogo con me, perché è il Presidente della Giunta che deve fare il decreto. È chiaro questo.

Ora, dice Germano, pensi che quando si è discussa la legge del 1963, del 1962, l'Avvocato Caveri ha fatto presente che bisognava, che c'era quella difficoltà in Valle d'Aosta, ed eravamo nel 1962, e non vent'anni fa quando non c'erano le strade, c'erano già nel 1962 le strade, c'erano già, dice. L'Avvocato Caveri stesso ha riconosciuto che ci sono delle difficoltà nei mesi invernali per fare le elezioni e lo ha detto in Commissione, per sua ammissione; la Commissione ha ritenuto che non fosse il caso di inserirlo nella legge; ma ciò malgrado, nel 1963, nell'anno dopo, voi avete ritenuto che certe difficoltà sono (??) del diritto dell'esercizio del voto. Caro Germano, Lei qui è inutile che faccia dei sofismi e che cerchi di prender in ridicolo il pubblico, il pubblico, perché a noi questo non attacca, ma è questa la verità. Nel 1963 le difficoltà c'erano, e c'erano per l'estate, quando il giorno ha la durata che ha, anche se ci sono gli alpigiani, che si possono benissimo dare il cambio, se hanno voglia di votare, per l'inverno tutte queste difficoltà sono tutte scomparse, perché allora c'erano loro, e loro non erano attaccati alle poltrone, e infatti nessuno lo ha detto, ma oggi che ci siamo noi, noi siamo attaccati alle poltrone. Ma la verità Germano è questa: Lei è ben d'accordo con me di fare le elezioni in aprile... no, no diciamo la verità, sappiamo anche quello che si passa in casa vostra, non solo quello, andate a fare la diagnosi nella casa di altri partiti, anche in casa vostra sappiamo quello che succede, che sono tutti d'accordo, naturale, vogliono solo evitare che si vada in autunno, la verità è questa.

Non abbiamo nessunissima intenzione di andare all'autunno, nessunissima, se io ho proprio voluto avere un abboccamento con il Ministro dell'Interno, è proprio perché mi assicurasse che non ci fossero degli intralci dovuti alle elezioni politiche, e queste assicurazioni le ho avute. Del resto, farò come ha fatto il mio predecessore, manderò una lettera al Consiglio dei Ministri, al Presidente del Consiglio, dicendo che queste sono le posizioni nostre, e mi pare, mi pare che non abbiamo nessuna ragione per dubitare che non ci saranno degli intralci, come già vi ho detto.

Dice, poi, Germano, la legge Azara, ecc... Cosa c'entra la legge Azara con le questioni elettorali della Valle d'Aosta, con queste nostre, cosa c'entra la legge Azara, che caso mai non potrebbe avere valore retroattivo? Cosa c'entra la legge Azara? Qui il Presidente, per Statuto, deve indire le elezioni. Vi ha detto che le indice per la prossima primavera, e cosa andate a ricercare tutto il resto soltanto perché c'è un po' di pubblico in tribuna e può sentire il comizio del compagno Germano, solo questo. Ma insomma... questo non è serio, di andare a menare il can per l'aia come fa Lei, non è serio.

Stia tranquillo che il popolo dirà quello che ha da dire, dirà quello che ha da dire, e vi preoccupate di quello che dirà il popolo, state tranquillo... e vi preoccupate! Intanto io non accetto da Lei, non accetto da Lei che mi dica che abbiamo la coscienza sporca, proprio da Lei questo non lo accetto, da Lei personalmente, signor Germano. Noi abbiamo la coscienza pulita, ha capito, e le elezioni, vedrà che le elezioni diranno quello che hanno da dire, ma io l'ho già detto un'altra volta, che se le elezioni daranno il risultato che daranno, e vi rimetteranno in sella, noi non ci faremo cacciare dal Consiglio regionale, state pure tranquilli, vi lasceremo i banchi della Giunta in buon ordine, senza aver bisogno di ricorrere a certi metodi, state tranquilli.

Poi guardi, Lei si preoccupa di quello che succede nel Partito della Democrazia Cristiana, e Lei ha ben ragione di preoccuparsi di questo, perché della Democrazia Cristiana, Lei avrà, Lei e i suoi amici avrà ancora tanti dispiaceri, se lo ricordi, che sia poi Bionaz o un altro, insomma, questi dispiaceri, stia tranquillo che Le daranno ancora tanti dispiaceri, ecco, ecco, tanti dispiaceri che Le daranno ancora, perché, mi pare... perché nel nostro Partito, si occupi del suo, e non del nostro. Comunque, per ritornare ai nostri argomenti, io non posso che rassicurare il Consiglio che le elezioni si faranno al mese di aprile e che non c'è nessuna ragione per dubitare, come ha insinuato il Consigliere Germano, che noi poi troveremo degli agganci e dei motivi per andare all'autunno 1968. Questo sia ben chiaro.

Del resto il Prof. Berthet ha fatto una proposta; io non so se il Consiglio vuole decidere su quella proposta; mi sembra che sette giorni più sette giorni meno, quindici giorni più quindici giorni meno, non mi sembra che possa guastare.

Comunque, il Presidente della Giunta ha intenzione, e lo farà, di indire le elezioni per il mese di aprile 1968, senza nessun rinvio, e senza avere in mente nessunissima arrière pensée perché queste elezioni debbano essere rinviate, nel modo più assoluto.

Andrione (U.V.) - Je voudrais poser une question personnelle à Monsieur Berthet; je ne comprends pas pourquoi le dimanche des Rameaux serait défendu? Au contraire, comme c'est le premier d'avril, on aurait la joie de faire un poisson d'avril en allant voter... et alors le premier ou le dernier dimanche de mars, ce n'est pas difficile, je ne vois pas pourquoi on doit renvoyer parce que c'est le dimanche des Rameaux; quelle est la raison spécifique pour renvoyer le dimanche des Rameaux? Vous vous avez affirmé cela... je disais comme possibilité pour que vous renvoyiez même en automne...

Berthet (D.C.) - ...on ne peut pas les faire le 7 parce que c'est le dimanche des Rameaux, on ne peut pas le faire le 14 parce que c'est le dimanche de Pâques...

Andrione (U.V.) - ...on ne peut pas le faire le 21, parce qu'il y a une grève des cheminots...

Casetta (P.C.I.) - Bionaz, che era stato evasivo allora, al mese di giugno su quella nostra interpellanza, quando disse: "farò le elezioni quando sarò obbligato dalle leggi e dai regolamenti", l'abbiamo sentito tutti, e sentiremo anche il nastro e vedremo il verbale. Oggi, oggi, è stato meno evasivo, a forza di tirarlo, vien fuori qualcosa; possono essere fissate per l'aprile, senza intralci da parte del centro "vi assicuro che mi hanno detto che non frapporranno intralci". Ora, le assicurazioni di Bionaz, a proposito di Roma, noi credo le conosciamo già abbastanza bene; sono quelle che riguardano la Cogne, sono quelle che riguardano la zona franca, sono quelle che riguardano le elezioni del deputato che dall'aprile dello scorso anno non si sono fatte, ma per volontà unica della Democrazia cristiana; questa è la realtà delle assicurazioni che ci vengono da Roma.

I precedenti, quindi, che voi invocate adesso, non hanno niente a che vedere con l'attuale situazione; intanto si richiamano ad un accordo generale tra i partiti; provate un po' a fare questo appello adesso, vedere quale accordo generale troverete su questa questione tra i partiti; il Presidente Marcoz, allora, quando ha riunito tutti i partiti valdostani presenti in Valle d'Aosta, ha trovato l'unanimità fra questi partiti sul rinvio delle elezioni. Oggi questa unità non c'è più, questa unità non c'è, i partiti chiedono, almeno la maggioranza dei partiti chiedono le elezioni nella nostra Regione, e le elezioni subito, le elezioni secondo lo statuto della nostra Regione.

Ma è evidente che, per l'Avvocato Bionaz, il fine giustifica i mezzi e i mezzi sono quelli di rinviare il più a lungo possibile le elezioni, perché nel decalogo delle sue promesse al giorno del suo insediamento illegale, non c'è rimasto più niente, è rimasta carta scritta e non si è realizzato niente. Veramente, varrebbe la pena di dire che si sono realizzate delle chiacchiere, si sono scritte delle lettere e poi si è realizzata la parte più negativa, più deteriore per la vita politica valdostana: quella del clientelismo, della discriminazione, del favoritismo, del sottogoverno. Questo si è realizzato e si sta realizzando appieno! Ecco perché volete tirare avanti su questa strada, non volete le elezioni che noi chiedevamo già nel luglio dello scorso anno, ed eravamo disposti a dimissionare quel giorno, purché si facessero le elezioni in Valle d'Aosta.

Chissà perché, dice Bionaz, volete attribuirmi quali macchinazioni. Basta risalire al luglio dello scorso anno per vedere di quali macchinazioni e di quali disegni Lei sia capace, senza risalire più addietro.

Oggi credo che noi comprendiamo meglio che, anche se lo pensavamo, non l'avevate detto, non l'avevate scritto, ma oggi comprendiamo veramente che le elezioni non le volete; ma, evidentemente, non basta che non le vogliate voi, voi aggrappandovi a leggi, a regolamenti che tentate di interpretare come volete, non riuscirete, fortunatamente per voi, a rinviare le elezioni sine die.

Prima occorre ribadire che le elezioni si devono fare in autunno, si debbono fare in autunno, la storia del febbraio non conta niente, non conta proprio niente la storia del febbraio. La legge di febbraio, il 25 gennaio, il 10 febbraio, è un po' come la storia di Cappuccetto Rosso; la verità è che vorreste non farle perché, quando fate la data di aprile, sapete benissimo che da Roma troverete aiuto per rinviarle, perché ci saranno le elezioni politiche.

Ora voi, il motivo, dicevo prima, è che aspettate che Roma vi dia retta, accolga le vostre suppliche, vi dia qualche briciola, e vi permetta di fare un po' di fumo su quelle che sono state le vostre promesse del luglio dello scorso anno, che non sono state mantenute.

Noi invece diciamo che non basta questo e che occorre fare le elezioni proprio per farvi capire quanto sia stato illegale il vostro insediamento di allora, e questo è il metro di misura, l'unica cosa che può dare l'indicazione esatta di quello che noi diciamo in questo momento, elezioni, quindi elezioni subito, non ad aprile, le elezioni subito, come chiedono gli elettori.

A proposito dei comizi, Avvocato Bionaz, non li facciamo noi qui i comizi, andiamo a farli nei paesi e nei villaggi e ve ne accorgerete molto presto se rinviate le elezioni.

Chamonin (U.V.) - Je voulais simplement dire que nous sommes d'accord sur la nécessité de faire les élections et de les faire au plus vite étant nécessaire un éclaircissement de la situation politique locale. Tous les groupes d'ailleurs sont d'accord sur la question de faire les élections et de les faire, il me semble, au plus vite. D'autre part, la probabilité de l'impossibilité d'accéder aux sièges électoraux, en plein hiver, évidemment existe; on ne peut prévoir les situations de climat de l'hiver, en montagne, en haute montagne et plus de la moitié de nos communes sont situés en haute montagne. Ne pouvant faire abstraction de ces raisons qui vraiment existent, il nous semble que la date la plus proche, et nous insistons qu'il faut faire les élections au plus vite, ne peut malheureusement être fixée avant le mois d'avril, et sur cette date nous nous déclarons d'accord.

Nous prions quand même le Président de la Junte de vouloir nous fixer une date du mois d'avril.

Pedrini (P.L.I.) - È un argomento di primo piano; io potrei già quasi anticipare una dichiarazione di voto che sarà di astensione, in quanto per noi, adesso, aprile, non ha nessuna importanza. Noi le facciamo quando il Consiglio, cioè la maggioranza del Consiglio decide. Una cosa però noi chiediamo, ed è questa: desideriamo le elezioni al più tardi nel mese di aprile del prossimo anno, e desideriamo che questo impegno venga preso ufficialmente dal Presidente della Giunta, eventualmente anche tramite una riunione di capigruppo, non ha nessuna importanza, ma che sia già stabilito, ossia, che non ci sia nessuna possibilità, come è stato prospettato, che si possano rimandare le elezioni ad autunno.

È evidente, e su questo concordo pienamente con alcuni oratori che mi hanno preceduto, che le elezioni regionali della Valle d'Aosta saranno un test per quello che è la politica italiana e, di riflesso, le elezioni politiche che avverranno fine maggio - primi di giugno.

Noi temiamo, noi Liberali, che ad un dato punto la Democrazia Cristiana non gradisca, a poche settimane dalle elezioni regionali, non gradisca affrontare una competizione elettorale, sia che questa dia ad essa dei vantaggi o degli svantaggi, ma comunque una elezione è sempre, certo, una incognita. Di fronte a questa incognita noi temiamo, ripeto, che il Governo, ancora una volta dica: "no, rinviamo le elezioni regionali all'autunno del 1968".

Sia chiaro che noi Liberali non accettiamo questa impostazione; prendiamo atto del Presidente della Giunta che anch'egli è dell'opinione, almeno sino ad oggi, va bene, sino a questo momento, è dell'opinione di fare svolgere le elezioni ad aprile; però, al fine di avere la certezza matematica che queste elezioni si svolgano proprio nel mese di aprile, si fissi la data, si faccia un comunicato alla stampa, lo si comunichi al Ministero, di modo che è una cosa fatta, non se ne parla più; sappiamo poi che è la prima o... io direi di non andare tanto in là. Noi saremo per il 7, la domenica 7 aprile, perché evidentemente poi, il 21 poi, ci sono, non si sa bene se si vota a maggio o giugno, non vorremmo poi che ad un certo punto si dicesse "ma non ci sono i 45 giorni di distanza, non so, che saltasse fuori qualche cosa, non si sa bene, ad un certo punto qua si possono fare anche i giochi dei bussolotti, e quindi, metterci di fronte ad un fatto compiuto, per cui noi non ci si possa ribellare. Io direi al più presto, possibilmente il 7 di aprile.

Comunque, è chiaro che noi Liberali desideriamo queste elezioni e, nella primavera, nell'aprile del 1968, senza alcune possibilità di rinvio.

Germano (P.C.I.) - Ho preso la parola su questo argomento soprattutto per chiarire quale è la posizione del Partito socialista, posizione che mi pare è già stata chiarita attraverso un comunicato, che è stato emesso direttamente dalla Federazione, dove naturalmente c'è l'impegno del Partito di eseguire le elezioni nel mese di aprile.

Dirò oggi, a seguito della discussione che è avvenuta, che da parte nostra sarebbe auspicabile che si trovi, ad un certo momento, l'accordo anche su quello che è una data. Per quanto mi compete, io sarei del parere che la prima domenica di aprile sarebbe la data più indovinata, anche perché tiene conto di tutti quegli elementi di difficoltà che sono stati appunto discussi in questo Consiglio.

Va da sé che il nostro è un impegno preciso. Quelli che naturalmente si preoccupano che il mese di aprile, per la concomitanza con le elezioni politiche, possa essere un motivo per differirle dell'ottobre, nell'autunno del 1968, io penso di poterli rassicurare perché, come Partito, non siamo assolutamente disposti a differire oltre il mese di aprile le elezioni regionali.

Quindi, ho voluto dire queste cose, a nome del Partito, soprattutto anche sulla scorta di una decisione unanime, ed io penso che questo possa rassicurare tutti su questa data e, quindi, possa anche portare alla conclusione di un eventuale accordo anche sulla data che, ripeto, a mio parere, e qui, naturalmente, più che un parere di partito, è un parere personale, sarebbe auspicabile la prima domenica e quindi il 7 di aprile.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro chiede la parola?

Germano (P.C.I.) - "Impegno preciso", cosa vuole dire? Vuole dire che i tre Consiglieri del PSU il 13 febbraio, se non c'è il decreto, danno le dimissioni?

Colombo (P.S.I.) - Germano, impegno preciso vuole dire... tutte le conseguenze che portano alle elezioni il mese di aprile.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro chiede la parola? Consigliere Berthet.

Berthet (D.C.) - ...su questa riunione dei capigruppo, per stabilire la data, e così c'è un impegno formale da parte di tutti i gruppi.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, i capigruppo sono d'accordo nel voler prendere in esame questa possibilità di riunione per stabilire la data, perché qui il Consiglio, i diversi gruppi hanno fatto conversione mi sembra, sul mese di aprile; c'è la richiesta di una precisazione del giorno; io chiederei ai gruppi della minoranza se ravvisano l'opportunità di un incontro con gli altri gruppi e con il Presidente della Giunta, per vedere di fare scaturire da questo incontro una...

Caveri (U.V.) - La mozione venga messa ai voti; se poi il Presidente della Giunta, successivamente ci vorrà convocare, padrone di convocarci.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro chiede la parola? Germano.

Germano (P.C.I.) - È almeno inconsueto... è un dovere preciso del Presidente della Giunta... se lo ritiene di farlo, lo fa lui, quando lo fa noi non abbiamo mai risposto di no; il problema non è posto da...

Montesano (P.S.D.I.) - Ma io lo dicevo in riferimento alla mozione, perché la mozione esprime un altro concetto.

Germano (P.C.I.) - Noi chiediamo la votazione della mozione; se il Presidente della Giunta...

Montesano (P.S.D.I.) - Se i gruppi di minoranza aderiscono a questi concetti e allora la mozione non dovrebbe essere votata...

Caveri (U.V.) - Chiediamo la votazione della mozione... Poi se il Presidente Bionaz ci vuole convocare, andremo da lui.

Manganoni (P.C.I.) - Non per prolungare la discussione ma, Maquignaz, io non conosco i nomi dei villaggi di Valtournanche, però so di due villaggi, uno sotto Maen che dista, forse, in linea d'aria, forse, 200 metri dal capoluogo, dalla strada regionale. Ce n'è un altro, a valle del capoluogo, che non mi ricordo il nome, che sarà lontano, in linea d'aria, esagerando, 50 metri dalla statale, c'era già il progetto e tutto per fare la strada, una stradicciola corta, poi non hanno lasciato passare.

Ora, se noi consideriamo i villaggi non allacciati, quando c'è da percorrere una distanza di qua alla Torre di Bramafan, allora, sì, ma insomma, quando un villaggio si trova a poche centinaia di metri dalla statale, o da una strada, non possiamo dire che non siano allacciati, i quali non possono andare a votare, non possono fare, non so... si tratta di cento metri per una stradicciola mulattiera. Io non so gli altri, ma quei due lì, è vero o non è vero che distano, quei due lì, ecco, gli altri, non li ho in testa ma pressappoco...

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, chi è favorevole alzi la mano... un attimo, il Presidente della Giunta.

Bionaz (D.C.) - Dunque, mi pare, a me sembra di essermi espresso molto chiaramente; evidentemente l'opposizione vuole che si voti la mozione per avere un argomento polemico nei nostri confronti, perché loro dicono, considerato che il mandato legislativo di questo Consiglio, ai sensi dell'articolo 18, scade il 27 ottobre - il che non è vero, il che non è vero - noi questa mozione non la possiamo votare, e non la accettiamo; evidentemente, adesso tutti sanno che le elezioni si fanno ad aprile, tutti sono d'accordo per aprile, però bisogna avere qualche argomento in mano, altrimenti cosa va a raccontare in giro questa gente, ...che vanno a raccontare in giro ai loro elettori: dice, i soldi non ci sono, hanno paura che andiamo avanti perché noi i soldi li abbiamo e li spendiamo, e allora, almeno avere qualche appiglio, è chiaro questo. Mi sembra che sarebbe molto più semplice, dice, mettetevi d'accordo sulla data, il mese di aprile, e tutto è finito lì. Non lo volete fare? Ma comprendiamo benissimo... (si sente una voce in lontananza) ...Io posso darle questa assicurazione, che del resto non è competenza del Presidente, sia chiaro, io l'assicurazione al Consiglio la dò che le elezioni si svolgeranno in aprile, e con questo, se non vogliono ritirare la mozione, noi la mozione la respingiamo.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro chiede la parola? Allora si pone ai voti la mozione. Chi è favorevole alzi la mano. Contrari? Astenuti?

Presenti 34, votanti 34, maggioranza 18, favorevoli 14, contrari 18, astenuti 2, il Consiglio respinge.

Allora si passa al punto n. 3 dell'ordine del giorno.