Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 284 del 7 novembre 1967 - Resoconto

OGGETTO N. 284/67 - Approvazione del bilancio della Regione per l'anno finanziario 1968. (Esame e discussione)

Bordon (D.C.) - Verrebbe spontaneo di dire che, un anno fa discutevamo dello stesso argomento e invece è un errore, perché discutevamo di questo argomento, di un analogo argomento il primo marzo del 1967, vale a dire alla distanza di soli 8 mesi.

È passato quindi un lasso di tempo così limitato che quasi quasi m'immedesimo nella situazione di allora, e per me, come per tutti voi, dovrebbe quasi essere una continuazione di quello che è accaduto allora, di quello che abbiamo detto e di quello che abbiamo spiegato.

Io ricordo, perché si dovrebbe imparare sempre qualche cosa nella vita, di essere stato accusato allora da una parte dell'opposizione e da questa parte, di aver fatto una relazione, una relazione troppo prolissa, troppo lunga, ovviamente vuota di contenuto, ma di essere stato anche accusato da un'altra parte della minoranza di aver fatto una dichiarazione troppo succinta, di essermi, servito, naturalmente, degli allegati che io avevo mandato ai Signori Consiglieri, come se fosse possibile fare tre relazioni, quattro, una da mandare ai Consiglieri, una da mettermi nella tasca destra da portare qui in Consiglio, e un'altra da farmi suggerire dal Ragioniere Capo.

Naturalmente siamo stati accusati noi allora di aver portato un bilancio 1967, che era un bilancio fasullo; ci furono dei Consiglieri, allora di minoranza, che, più cortesemente, ci dissero che era un bilancio fantasioso, quindi già molto più cortesi, ma una cosa voglio ricordarmi e vi garantisco che non si ripeterà oggi, che è questa: allora il Consiglio ebbe a subire le risposte di tutti gli assessorati, per delle ore e delle ore, in quanto che, essendo il bilancio del 1967 impostato su una base nuova, avremmo desiderato tutti riuscire a convincere almeno parte dell'opposizione, al fine di avere un conforto in questa nostra battaglia che si conduceva su un bilancio nuovamente impostato e portato su basi nuove e che doveva certamente portare alla Regione non il solito piatto di lenticchie, come lo definiscono i nostri avversari politici, ma qualche miliardo in più.

Dopo aver discusso per tante ore, naturalmente abbiamo avuto le risposte che già prevedevamo, cioè, il voto contrario dell'opposizione, per cui oggi, mi sia consentito, ricordando il passato, io vi garantisco e vi invito a non perdervi dietro a delle discussioni troppo lunghe, perché, tanto, il risultato finale si sa già qual è, non si può certamente fare dei dialoghi con dei sordi, con della gente che non vuol sentire che per convenienza e demagogia politica, che vuole soltanto e semplicemente fare dell'opposizione.

Pertanto, signori, io potrei innanzitutto dirvi, servendomi ovviamente degli allegati che gli uffici finanziari hanno predisposto, allegati che sono veramente ampi, che abbiamo voluto ampi perché non si potesse venirci a dire qui, da parte di coloro che il bilancio desideravano studiare, che non avevamo fornito tutti gli elementi necessari per poterlo dibattere nel modo migliore. Quindi abbiamo voluto dare ai consiglieri - che questo desideravano - la possibilità di esaminarlo, in tutti i particolari, trasmettendo tutti i dati possibili e immaginabili, e dando anche la possibilità ai Consiglieri che si preparavano a spaccare i capelli in trentasei parti, come è stato detto prima di venire qui e di continuare la solita lotta, la solita demagogia che non serve a niente.

Quindi, basandomi su questo allegato, io potrei continuare, potrei dirvi quali sono i vantaggi che già abbiamo ottenuto, ma io penso che voi li avete visti, li avete letti, voi avete visto come nell'anno 1967, perché il bilancio del 1968 a quello si deve ricollegare, nel 1967 noi ci trovavamo di fronte a due prospettive: una prospettiva di poter mandare avanti un riparto che era stato presentato dai deputati comunisti il 6 maggio del 1966, vale a dire pochi giorni prima, e lo avremmo potuto impostare in quel modo, non dimenticando la burocrazia di cui parlava Manganoni, oppure impostarlo in un altro modo perché l'essenziale per noi era di percepire al più presto possibile, mettendo già avanti... amministrativo, una certa quantità di miliardi in più; naturalmente io non mi vorrei dilungare troppo; questo allegato voi lo avete letto certamente, perché questo è una delle basi della nostra amministrazione. Signori, io, con la collaborazione del ragioniere Capo e del Segretario generale, come tutta la Giunta, noi siamo qui a vostra disposizione per tutto quello che avrete bisogno.

Montesano (P.S.D.I.) - ...sul bilancio, chi chiede la parola?

Allora si passa all'esame del bilancio articolo per articolo; ogni consigliere vorrà fare le osservazioni man mano che si dà lettura, come è stato dato sempre nelle altre occasioni, e mi pare che ci sia anche qualche modifica da apportare alle proposte dell'Assessore alle Finanze.

Io prego il Segretario di cominciare a leggere, da pagina 11, il titolo, la categoria e l'importo totale.

Manganone (P.C.I.) - Titolo 1 - Entrate tributarie... (legge)

Montesano (P.S.D.I.) - Chi chiede la parola?

Germano (P.C.I.) - ...permettere la discussione generale (?)

Montesano (P.S.D.I.) - Sì, ma io l'ho annunciata la discussione generale e ho atteso anche qualche minuto per dare inizio alla discussione generale. Ora, naturalmente, la discussione generale può essere anche fatta da parte di alcuni gruppi, ora che si è entrato alla lettura dei diversi titoli, questo non esime, e non impedisce l'espressione delle proprie opinioni su quello che è il bilancio da parte dei gruppi di minoranza. Chi chiede la parola?

Fosson (U.V.) - Semplicemente per dire che, quando si fanno delle interrogazioni e qualche consigliere è fuori, si suona il campanello. In questa occasione si è ripresa la seduta e il Presidente non ha neanche pensato di suonare il campanello.

Montesano (P.S.D.I.) - Io chiedo scusa, l'osservazione è una osservazione abbastanza reale, ma chiedo scusa perché io ho pensato che i gruppi si erano assentati dalla seduta. Almeno questo è stato l'annuncio; quindi, perciò, io non trovo niente da ridire sulla sua osservazione, e vuole dire che, adesso, la parola la può prendere chi me la richiede.

D'altra parte, d'altra parte era noto a tutti che si rientrava, si è visto tutti che si rientrava, si è visto tutti che si rientrava, è vero.

Chi chiede la parola?

Fosson (U.V.) - La seduta è stata ripresa e quando è stata ripresa non ha suonato il campanello; faccio solo questa osservazione e poi...

Montesano (P.S.D.I.) - ... guardi ho fatto l'appello nominale, ho fatto la verifica del numero, e loro erano di là, hanno sentito, hanno sentito tutti, c'erano anche gli spettatori sì, quindi non è che sia stati divisi da solone, eravamo qui a porta a porta, quindi cose motorie.

Montesano (P.S.D.I.) - ... Signora Siggia, lei vuole riprendere il suo posto di Segretaria? Scusi.

Casetta (P.C.I.) - Con la formazione del governo regionale di centro-sinistra, con quel pomposo decalogo programmatico, si era voluto far credere ad una parte dell'opinione pubblica che la politica economica della nostra Regione stesse per avviarsi decisamente verso l'abbandono di quegli elementi di frammentarietà e settorialità che pareva fossero ancora la caratteristica dei passati Governi.

L'infondatezza di tale accusa ai governi del Leone era dimostrata dal fatto che quei governi avevano seriamente utilizzato il loro tempo nell'elaborazione, ormai compiuta, e nella discussione democratica, ormai avviata, di un piano di sviluppo regionale che, seppure suscettibile di modifiche, conteneva in sé una politica largamente rinnovatrice; se non che quelli accadevano, e in che modo lo sappiamo, al Governo della Regione, grazie anche allo sgabello foderato di rosso del Partito Socialista Unificato, fin dal loro primo atto amministrativo, la votazione del bilancio 1966, dimostravano qual era la svolta che intendevano imprimere all'amministrazione della cosa pubblica. Votavano infatti il bilancio che un mese prima avevano rigettato, trincerandosi dietro alla scarsità del tempo a disposizione per predisporne un altro. I rinnovatori copiavano malamente ciò che altri avevano apprestato e loro criticato, anzi, votato in modo negativo.

Poi venne l'anno 1967 e la presentazione di un nuovo bilancio che si presentava come una grossa zucca vuota perché delle cifre contenute in quel bilancio nessuna garanzia vi era che fosse reale; ancora oggi leggi in quel senso al Parlamento, o in programmazione regionale anche allora non se ne fece parola, eppure era passato un altro anno, ma non si era trovato il tempo di creare nemmeno gli organismi per la programmazione; ma il vero motivo era che per la programmazione non mancava il tempo, mancava la volontà politica per portarla avanti, come manca ancora tutt'oggi.

Ed eccoci ora a riproporci il tema dell'esame di un bilancio che vuole essere una piattaforma elettorale e che pedestremente sembra fatto con la carta copiativa sulla traccia di quelli passati, e si ha il becco di presentare una relazione al bilancio che dice, che si dice, risponda in gran parte alle esigenze programmatiche già enunciate in Consiglio nei due anni passati.

Questo bilancio, è vero, può rispondere alle esigenze della Giunta, ma non certamente a quelle della Valle d'Aosta; ma l'irresponsabilità più grave affiora là dove si dice, alla parte iniziale della relazione "gli organi della programmazione regionale che, come è noto, sono entrati in funzione soltanto ultimamente, non hanno potuto dare tutto quell'apporto che la Giunta avrebbe desiderato di avere per l'impostazione del bilancio in discussione, permettendo in tal modo di uniformare le previsioni iniziali di bilancio con un più coordinato piano di sviluppo pluriennale dell'economia valdostana, ciò che potrà farsi in seguito in sede di variazione di bilancio; e così, con quattro parole, la programmazione è belle che servita.

La facezia più grande è quella delle variazioni di bilancio che, a programmazione avviata, si potrebbero apportare; ma approvando i piani quinquennali, mi vogliono dire i programmatori del centro sinistra come possono ribaltare, chissà quando poi, il bilancio che qui stiamo esaminando? Con questa impostazione è evidente che il bilancio segue tutta una traccia che nel corso della discussione cercheremo di fare rilevare anche punto per punto.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri che chiedono la parola? Allora si passa all'esame... Consigliere Manganoni, poi Consigliere Fosson.

Manganoni (P.C.I.) - Qui nella relazione generale si accenna, ben in due punti, a pagina 3 e a pagina 6, si dice: "in attesa di concordare con i competenti organi governativi un nuovo sistema di ripartizione delle entrate erariali rispondente alle necessità del bilancio regionale".

A pagina 6, si accenna al penultimo comma, in fondo, si dice: "sul complesso del bilancio della Regione... non sono ulteriormente sostenibili, per cui è necessario addivenire alla revisione dell'attuale sistema di ripartizione fiscale fra lo Stato e la Regione"; pertanto la Giunta regionale inoltrerà quanto prima - io me lo sono sottolineato - alle autorità governative centrali motivata proposta per l'emanazione di una legge statale di revisione dell'attuale insufficiente sistema di riparto fiscale.

Ora, qui c'è da chiedersi: ma la Giunta, i Consiglieri li prende per che cosa? Per dei birilli? In tutte le relazioni sui bilanci, tutti gli anni, si accenna all'insufficienza del riparto fiscale, quindi, è una cosa ammessa, che pure voi ne convenite, si dice "quanto prima la Giunta regionale inoltrerà, ecc... ma, se non vado errato, le elezioni dovrebbero avvenire quanto prima, in questo mese o il mese prossimo, il Consiglio scade e allora la Giunta, quando intende inoltrare questa proposta? Dopo le elezioni? D'altronde io vi farò notare, questa legge, noi ve l'abbiamo presentata, quanto è? circa un anno fa, vi abbiamo presentato una legge per rivedere il riparto fiscale, vi abbiamo anche detto: "noi non pretendiamo che il Consiglio approvi questa legge senza cambiare una virgola; noi presentiamo una bozza di legge per il riparto fiscale, se ne discute, la si modifichi, si facciano gli emendamenti che si crede, però mandiamo avanti questa legge".

Voi cosa ci avete risposto? No, avete votato contro questa legge, senza neanche esaminarla, senza neanche prenderla in considerazione e poi qui riconoscete la necessità di inoltrare quanto prima all'autorità governativa, ecc... una legge, un progetto di legge per la revisione del riparto fiscale; ma, vi rendete conto che state prendendo per il bavero il Consiglio, o almeno i Consiglieri? Questo, "quanto prima", e qui vorrei chiedervi, quanto prima significa, come data, "quando?" Io vorrei che diceste quando, e non tirateci fuori le storie che una legge va studiata, - una legge, difficoltà - perché di queste proposte di legge, oltre a quella che abbiamo presentato noi, ve ne sono altre precedentemente presentate in Consiglio, che il Consiglio ha votato all'unanimità, quindi tutti i gruppi erano d'accordo, molti anni fa; allora, prendete una di queste leggi, che sono già pronte, sono fatte, apportate eventuali modiche, aggiornatela secondo le necessità di oggi, che forse non sono più quelle di alcuni anni fa, o di molti anni fa, quando questo progetto di legge era stato preparato, e presentatecelo; ma, potevate presentarcelo anche in questa seduta, allora, sì, queste vostre affermazioni avevano un valore, se voi dite: "è insufficiente il riparto, ecc. e necessita presentare un'altra proposta di legge"; ecco, e qui in questa seduta ve la presentiamo, discutete, discutiamone di questo progetto di legge e inoltriamolo finalmente a Roma, ma fin quando voi vi limitate a fare queste affermazioni di principio, che sono delle affermazioni che tutti sanno, tutti sappiamo che il riparto è insufficiente, no? Voi fate questa affermazione: "è necessario..." però questa legge non la presentate, e, quando la presentiamo noi, voi vi rifiutate di discuterla.

Quindi, io dico: "ma siate coerenti! Ma non prendete in giro il Consiglio regionale!".

Qui, su questa relazione ci sarebbero tante, tante osservazioni da fare, ora, io mi sono preso delle note, però, siccome parte di queste voci, riportate sulla relazione generale, sono riportate sul bilancio, allora io mi riservo di intervenire sulle singole voci del bilancio che corrispondono a questa relazione generale.

Però, volevo solamente fare osservare una cosa: oggi in Italia, fra i mali di cui è afflitta, e sono tanti, vi è anche quello della burocrazia, vi è quello della burocrazia! Insomma, abbiamo discusso, Dujany, della questione dell'ANAS questa mattina: sono anni che occupano i terreni, si nominano adesso i tecnici per vedere quali terreni sono stati espropriati, e poi si fanno delle pratiche e chissà quando si pagheranno? Ebbene, qui vedo, a pagina 12, anche qui si aumenta il numero di funzionari; ora noi sappiamo che in genere con la burocrazia - non parlo specificatamente di quello della Regione, ma le regole generali della burocrazia sono quelle, alle quali neanche la Regione può sfuggire - più vi sono burocrati e più rallentano le pratiche, questo va da sé; e noi continuiamo, continuiamo a gonfiare gli organici infatti qui noi vediamo, per esempio, noi vediamo il primo: Casa da Gioco di St. Vincent, da 22 a 23, dei 22 che erano in servizio nel 1967; ma io penso che quella infornata che avete fatto appena vi siete installati, no, avete fatto una infornata di controllori, quando erano già sufficienti, quelli esistenti allora ne avete, avete dovuto mandare i soliti raccomandati, le promesse elettorali, ecc. ecc.... queste cose si sanno e se non le sapete andate a St. Vincent e ve lo sentirete ripetere: no, non basta bisogna ancora aumentarli; diventeranno 23 controllori della Regione a St. Vincent; all'industria e commercio, da 17 passiamo a 22 cioè, cinque in più; ora, un altro, lavori pubblici, da 34 a 41; ma qui, io voglio riferirmi di nuovo a Colombo, ricordandogli quanto ho avuto occasione di dirgli non molto tempo fa da questo banco: c'è ancora tutta la parentela, la famiglia da assumere in questo assessorato dei lavori pubblici? Perché lì erano aumentati i dipendenti e ho avuto occasione allora di dire che ci mancava più che la moglie, la suocera e il nonno, poi la famiglia era al completo, l'assessorato dei lavori pubblici, se si prevede l'aumento di sette, no, da 34.

Colombo (P.S.I.) - ... sono i cantonieri.

Manganoni (P.C.I.) - ah, sono i cantonieri, però facciamo almeno un concorso, non assumiamo i fratelli, le sorelle, come è già successo, questa è la raccomandazione che ti farei Colombo... è vero o non è vero che ci sono due fratelli, e uno è stato assunto senza concorso, così, solamente perché quello lì rappresentava una corrente ecc., è vero o non è vero questo? Ci sono i due fratelli lì? Sì o no?

Colombo (P.S.I.) - Sì...

Manganoni (P.C.I.) - ...momento, momento, il secondo è stato assunto, il primo era un dipendente della Regione che si è creduto bene di spostare perché bisognava mandare qualcuno a vedere, a sentire cosa succedeva lì; e allora, quelli normalmente si chiamano i ruffiani, no? Ed allora, se lo si è infilato, e mi domando cosa ci fa un ragioniere quando ce ne sono già due, ho già avuto occasione di dirvelo; sennonché, forse non bastava, ed allora si è dovuto assumere anche il fratello; ma senza concorso, così, così perché... Colombo, l'accusa che io faccio a te, non è quella di averli assunti tu, perché tu hai subito le pressioni, io l'accusa che ti faccio è questa: di non essere stato abbastanza energico per reagire a queste pressioni, a queste imposizioni. Quella è l'accusa che ti faccio! Tu dovevi dire no, io qui non assumo le famiglie, qui assumo delle persone che sono necessarie e facciamo un concorso; non è possibile un concorso pubblico, facciamo quelle prove, come sì è sempre fatto, in modo che ci sia almeno un po' di selezioni, no, assunti così... la parentela. Allora io mi auguro - tu hai precisato che ci sono i cantonieri - che non si segua la stessa procedura anche per i cantonieri, perché anche fra loro ci possono essere fratelli, sorelle, ecc. Ecco, questa è una raccomandazione che ti faccio, non di assumere... perché tu lo faresti, ma quello che ti raccomando è di non subire le pressioni, anche se te lo impongono, abbi il coraggio di reagire, dicendo: "no, facciamo le cose almeno un po' pulite, non facciamole sporche così"; questa è la raccomandazione che ti faccio.

Fosson (U.V.) - Je m'étais permis avant de faire l'observation au Président, parce que j'aurais bien aimé entendre la relation générale de Monsieur Bordon sur la question du budget, et, tandis que au cours des années passées cette relation était bien longue, aujourd'hui cette relation a été très courte. Mais, en tout cas, je pense que nous pouvons, je peux parler quand même de certains arguments même si je n'ai pas entendu la relation de Monsieur Bordon, et en examinant exclusivement la relation que j'ai sous les yeux.

Je serai assez court parce que je voudrais parler seulement de quelque chose en général, et je voudrais, moi aussi dire que c'est un peu une ironie de mettre en cette relation "gli stanziamenti di spesa proposti rispondono ad esigenze programmatiche di sviluppo economico regionale", parce que ici il y a des dépenses qui sont prévues, comme toutes les années jusqu'à maintenant, dans le budget, mais qui ne tiennent pas compte absolument d'aucun programme, parce que, en tous cas, ce qu'on en dit ici, est effectivement en contraste avec ce qu'on dit dans la première page où l'on dit "gli organi della programmazione regionale, che, come è noto, sono entrati in funzione soltanto ultimamente, non hanno potuto dare tutto l'apporto che la Giunta avrebbe desiderato avere per l'impostazione del bilancio in discussione", et ici je ne voudrais pas répéter ce qu'a déjà dit Casetta, mais si ce retard il y a, et c'est indéniable qu'il y a ce retard, certainement c'est une faute que vous pouvez dire "mea culpa", parce que ces études étaient prêtes à la fin du 1946, au début du 1965, et pratiquement on a laissé dormir ce problème, et on a seulement maintenant pris à examiner ces études qui en partie sont surpassés par les temps, parce que quand on doit examiner des données deux ans après de ce qu'ont été faites les études, certainement il faut faire degli aggiornamenti, et c'est pour cela que l'autre jour, vraiment dans la Commission consultiva de la programmation, je me suis permis de dire qu'il fallait envoyer ces études qui étaient prêtes depuis longtemps. On pouvait les envoyer aussi aux membres de la Commission un peu de temps avant, mais l'envoyer quatre jours avant la réunion de la Commission, quand il n'y avait les fêtes au milieu et avec tout notre malloppo di aggiornamento où il y a des donnés qui sont complètement en contraste avec celles qui ont été portées dans les études précédentes et qu'il faut un certain moment, pour discuter avec le sens de cause, pouvoir les examiner et faire des comparaisons pour voir et les vérifier!

Dit ceci sur la question de la programmation vis-à-vis du budget je voudrais rappeler un peu ce que nous avions dit l'année passée en occasion de la discussion du budget de 1967, et alors, après que vous aviez voté contre la loi qui avait été présentée pour la répartition des entrées, j'avais soulevé, et nous avions soulevé tous ensemble le problème, de dire que ces deux milliards d'augmentation dans les entrées de la "quota fissa" étaient une chose purement - je ne voudrais pas dire - fausse, mais j'avais dit alors que c'était "una cosa fasulla", pour dire une chose un peu différente que fausse, et aujourd'hui nous pouvons constater que même si alors Monsieur Bordon a dit, "ce n'est pas vrai, ce sont toutes des choses que vous dites vous", mais absolument les choses ne sont pas dans ces termes! Nous voyons qu'aujourd'hui, comme cela il s'est recru de cette position, et il est bien, parce que quand on se trompe, si l'on veut persévérer dans l'erreur on est même diabolique, mais si on reconnaît qu'on fait une erreur et qu'on se corrige - c'est ce qu'on doit faire effectivement - et aujourd'hui nous voyons que "nella quota fissa" il n'y a plus ces deux milliards de plus, qui étaient vraiment une chose qu'absolument on ne pouvait pas accepter parce que s'il n'y avait pas une nouvelle loi de répartition des entrées, il n'était pas possible d'avoir ces deux milliards et aujourd'hui nous voyons que dans la question "quota fissa" effectivement on n'a plus commis cette erreur, on n'a reporté la quota fissa, qui sera discutable, sur le chiffre, il pourra, mais sur ce point ici nous ne voulons pas entrer, parce que, dans la précision, la question de 100 millions plus ou 100 millions moins, ce n'est pas cela qui compte, mais je parle dans le cas de l'impostation générale: nous voyons que sur cette partie on a effectivement tenu compte des observations qui ont été faites l'année passée, il y a toujours ces deux milliards que nous dénoncions comme question "puramente fasulla" mise dans cette voie. Aujourd'hui il y a une différence de un milliard et demi à peu près, en moins, mais ceci, si nous nous félicitons, je dis, du point du vue qu'on a interprété correctement du point de vue comptable, il y a l'autre considération à faire, et c'est-à-dire qu'en ayant refusé de voter avec nous la loi que nous avions présentée ou en la modifiant sur la question de la répartition des entrées, vous, vous avez abdiqué à un des principes fondamentaux qu'il était nécessaire de soutenir tous ensemble, dans l'intérêt de la Vallée, comme nous l'avons déjà dit l'année passée, pour avoir une équitable répartition des entrées, et ceci, cette réduction sur cette voie c'est la démonstration claire de cette abdication de votre part, abdication que c'est une chose très grave, nous l'avons souligné alors, nous le soulignons encore aujourd'hui, parce que c'était une décision qui avait été prise à un certain moment à l'unanimité par tout le Conseil de demander une équitable répartition des entrées, même dans cette mesure que nous avions proposée, et alors il vient encore, s'il était ironique, si c'était de l'ironie lire "gli stanziamenti di spesa prodotti rispondono alle esigenze programmatiche", il est encore bien plus ironique lire "che pertanto la Giunta regionale inoltrerà quanto prima, alle autorità governative centrali, motivata proposta per la emanazione di una legge statale di revisione dell'attuale insufficiente sistema di riparto fiscale"... parce que si nous nous rappelons les assurances que Monsieur Bordon avait données, l'année passée, quand il a voté contre la loi présentée par nous, qu'est-ce qu'il a dit? "Eh, mais nous nous avons déjà en préparation une autre loi comme Junte, et nous la porterons au plus vite au Conseil, cette loi, nous ne voulons pas voter la vôtre, parce que nous voulons nous assurer sur certains revenus de l'I.G.E.", e via dicendo. Nous n'avons pas encore, sur ce point, nous voulons être précis, et pour cela il nous faut un peu de temps pour avoir toutes les données, mais restez tranquilles que, au plus vite, la loi sera déjà prête, et au plus vite nous la porterons au Conseil régional, en approbation; ce sera notre loi au lieu de la vôtre, mais en tout cas nous la porterons.

Il me semble qu'est passée à peu près une année, et cette loi nous nous ne l'avons pas encore vue, je pense que vous ne l'avez même pas vous encore dans la tête cette loi, et ici je lis "pertanto la Giunta regionale, inoltrerà quanto prima alle autorità governative, centrali, motivata proposta per la emanazione di una legge statale di revisione dell'attuale insufficiente sistema di riparto fiscale".

Je ne voudrais pas m'allonger de plus sur ce point, j'ai dit, et je ne veux pas dire non plus de gros mots, mais j'ai dit, nous avons dit l'année passée, et nous le répétons aujourd'hui, la question d'une équitable répartition des entrées entre l'Etat et la Région, c'est la question fondamentale et vitale de l'Administration régionale et de notre autonomie. Or, vouloir tirer en avant ce problème et continuer à avoir un budget en demandant des contributions sur l'article 12, - et ici je me permettrai de dire de nouveau quelque chose, - même s'il est, si je dois répéter des choses que nous avons déjà dit, que au moins tous devraient connaître, je dis, à persévérer dans ce système, c'est nuire aux intérêts de la Vallée d'Aoste, c'est nuire à l'intérêt de l'autonomie régionale.

Quelqu'un pourra dire: "qu'est-ce qu'il intéresse si cet argent entre dans les caisses de la Vallée comme répartition fixe des impôts ou s'il entre à travers l'article 12?". Eh bien, si nous sommes des autonomistes, il y a, nous devons faire cette grande différence: parce que, il n'y a pas de différence de couleur dans l'argent qui entre à travers la répartition des entrées, à travers une loi, ou ce qui entre à travers l'article 12 mais il y a une question fondamentale vis-à-vis, vraiment de l'autonomie, c'est que si on a une répartition des entrées, cet argent nous entre à temps voulu, c'est un pourcentage, ce ne sera pas le 75%, ce sera le 60%, le 55%, mais c'est une base sur laquelle on peut faire des prévisions, parce que, alors, oui qu'on peut dire, on peut considérer l'incremento, l'incremento del reddito pour faire de la programmation, parce que à travers l'incremento que peut être déterminé statistiquement on pourra faire des prévisions à moyen terme et on pourra avoir des idées claires; mais si on n'a pas, si on ne base pas notre budget sur ce point-ci et si on se base seulement sur l'article 12, on ne pourra jamais faire une programmation sérieuse, parce que une année on pourra avoir des fonds sur l'article 12, une autre année on ne pourra pas les avoir, et alors, ce robinet qui fonctionne déjà, et qui a déjà fonctionné sur la question des quote variabili, il fonctionnerait doublement et nous serions avec un double robinet, parce que nous aurions celui des quote variabili, et celui sur l'article 12.

Certainement ayant diminué les prévisions sur les entrées fixes, il fallait trouver, si on ne voulait pas varier le budget et le diminuer, il allait trouver d'autres ressources; vous avez laissé les 3.300.000 sur la "quota variabile" et sur ce point je n'ai rien à dire, parce que déjà l'année passée j'avais dit, s'il était nécessaire, qu'il fallait forcer sur ce point-là, même si on n'avait pas obtenu tout, mais vous avez augmenté un milliard encore sur l'article 12. Si l'année passée on a fait toute une discussion pour les deux milliards que vous aviez mis sur l'article 12, certainement pour faire "quadrare il bilancio", dans un chiffre que vous vouliez, vous avez augmenté un milliard sur cet article 12; et alors, ici aussi je voudrais relever un contraste fondamental qu'il y a dans votre relation, parce que à un certain moment, à page 7, vous dites: "le spese previste in bilancio sono necessarie per l'espletamento delle normali funzioni per i servizi di istituto della Regione, non si ritiene possibile finanziare neanche in parte tali spese... e via dicendo...". Je voulais souligner seulement cette partie, parce que les dépenses qu'on prévoit dans le budget correspondent à ces entrées que vous vous avez prévues, par force, c'est la base du budget, et alors, il y a en correspondance des trois milliards que vous avez sur l'article 12, que vous prévoyez comme entrée sur l'article 12, il y a d'autres trois milliards de dépenses qui correspondent, de dépenses, et si vous dites "che le spese previste in bilancio sono necessarie per l'espletamento delle normali funzioni per i servizi di istituto della Regione", et alors je trouve qu'il y a un contraste fondamental avec la requête des fonds sur l'article 12, qu'il est bien clair qu'en base à la loi, les fonds qu'on demande sur l'article 12 ne sont pas pour les fonctions normales de la Région, mais ils sont pour des travaux extraordinaire et pour des fonctions extraordinaire.

Je pense qu'il y aurait d'autres choses à dire, mais il ne vaut pas la peine de prolonger, d'allonger mon discours sur ce point, je pense que, à travers ceci, j'ai mis assez en clair quel est mon point de vue sur cette "impostazione del bilancio", et aussi j'ai mis assez en clair le manque, c'est-à-dire que vous avez manqué à la promesse que vous aviez faite l'année passée de présenter une loi pour votre compte et aujourd'hui nous sommes ici à examiner le budget du 1968, sans avoir eu quelque chose, quelque assurance de votre part, et à nous n'intéressaient pas les assurances, il nous intéressait en tout de pouvoir examiner une loi et nous étions bien disposés d'examiner même si vous avez boulé la nôtre, vous n'avez pas voulu approuver la nôtre, nous étions bien contents d'examiner une loi que vous auriez de présenter vous, en base à ce que vous aviez dit l'année passée.

Moi, je répète que si nous continuons de la sorte, si nous continuons à faire des budgets en mettant l'article 12 au lieu de demander une équitable répartition des entrées entre l'Etat et la Région, nous ne travaillons pas dans l'intérêt de la Vallée d'Aoste et des Valdôtains, mais nous travaillons exclusivement avec une vision sectaire, avec une vision de part, en donnant la possibilité au Gouvernement central de suivre une politique que nous, autonomistes, certainement nous ne pouvons pas accepter et qui est celle de donner selon la couleur de qui est en pouvoir, et il me semble que ce soit là un principe complètement contraire au principe démocratique, parce que quand on dit "ceux-là, parce qu'ils sont blancs, nous leur donnons", et maintenant je ne veux pas même entrer à faire d'autres considérations "à ceux-là en tout cas, nous donnons", ou vous avez l'illusion d'avoir, parce que vous avez une certaine couleur, et s'il y a d'autres, ils ne doivent pas avoir, ceci c'est le principe contraire, complètement, à la démocratie.

Donc, en travaillant de la sorte vous ne faites pas l'intérêt de la Vallée d'Aoste.

Fillietroz (U.V.) - Come già in sede di approvazione del bilancio 1967 e delle variazioni di bilancio 1966, debbo fare due rilievi in questa discussione generale del bilancio: il primo, è il più grave, è quello che subito si rileva nell'impostazione di questo bilancio, è quello appunto della rinuncia al riparto, riparto previsto nello Statuto dalla Costituzione, e naturalmente dal fatto che viene impostata tutta l'entrata su dei contributi speciali, secondo l'articolo 12; quella è una rinuncia effettiva ai diritti previsti per la Regione della Valle d'Aosta nei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione, è una rinuncia a quei diritti previsti, una rinuncia all'autonomia finanziaria della Regione, all'autonomia politica, ed è un'aperta accettazione della politica del rubinetto, cioè di dare ai buoni se sono buoni; chi approva questo bilancio vuole dire che rinuncia al riparto e accetta l'altra impostazione politica.

Secondo rilievo: si prevede tre miliardi, ai sensi dell'articolo 12; qui vedo che negli allegati ci sono diversi prospetti, prospetti soliti, quelli che più o meno riprendono tutti i dati del bilancio, ma non c'è il prospetto che giustifica questi tre miliardi, cioè, doveva essere distribuito ai Consiglieri il prospetto delle spese straordinarie e dei lavori straordinari corrispondenti, per chiedere questi tre miliardi; ora, non si può fare una discussione generale del bilancio, senza avere almeno questo prospetto; quindi negli allegati mancano.

Marcoz (U.V.) - Poche osservazioni, signori Consiglieri, tutto ciò che abbiamo detto l'anno scorso, in ordine all'impostazione di questo bilancio è ancora sempre valido; lo è diventato maggiormente valido in quanto che, essendo passato un anno, ed avendo noi fatto la critica all'impostazione dei tre miliardi che dovevano entrare nelle casse della Regione, in base all'articolo 12, vediamo che quest'anno si porta ancora questi tre miliardi in base all'articolo 12.

Che cosa dicevamo noi l'anno scorso? Ripetevamo questa impostazione, perché dicevamo: intanto, l'articolo 12 è quell'articolo che prevede, una volta tanto, però voi l'anno scorso avevate una attenuante perché in fondo, in fondo, potevamo ben dire "pecunia non olet", il denaro non ha odore, "e se non lo si può prendere su altri articoli, piuttosto che non averlo" veniva detto lì da quei banchi; "per quest'anno dovete avere pazienza", e così, "magari giungesse", abbiamo detto noi, e non sono giunti quei tre miliardi. Quindi il ripetere una impostazione di tre miliardi, quando l'esperimento dell'anno scorso non è andato a buon fine, mi sembra che non sia oculato. Io penso che la Commissione di coordinamento, se sedessimo noi in quei banchi, naturalmente sarebbe lei a porre una remora a questo andazzo, ma sappiamo anche della vostra tranquillità perché, naturalmente, su quel punto lì la Commissione di coordinamento ha già dimostrato palesemente, - per altre pratiche, è vero - di essere molto più scorriva e di manica larga, ma però, con questo voi non fate il vostro dovere, perché, è vero, l'impostazione di questo bilancio, per oggi, per domani e per sempre, è compito del Governo regionale, non è che la Commissione di coordinamento passi o non passi; il problema non è quello; noi lo dobbiamo impostare, è vero, una volta per sempre, per i futuri amministratori della Valle d'Aosta, chiunque abbia a essere amministratore della Valle d'Aosta in futuro. Questo è lo spirito di continuità dell'amministrazione pubblica; non che si tratti di portare la barca in porto per un anno, no, signori, perché allora, naturalmente il vostro ragionamento corre, noi pensiamo ai fatti nostri, mentre ci siamo noi, ma qual è quell'amministratore lungimirante che pensa soltanto, è vero, a portare la barca in porto nell'anno solare in cui siede sui banchi dell'amministrazione? No, l'amministratore lungimirante pensa ben diversamente, quindi noi come impostazione non abbiamo da fare altre critiche, se non rafforzare la critica già fatta e dire che a maggiore ragione è valida questa critica, sia perché voi non avete dato la dimostrazione, è vero, che l'articolo 12 abbia funzionato, è vero, nel senso di fare arrivare questo denaro; sia perché non avete nessuna altra assicurazione da fornirci, e sia anche perché quell'articolo 12 - adesso su questo punto ve ne dovete rendere conto e non mi potete dare torto - è sempre il famoso articolo di una volta tanto per le opere straordinarie; fino a quando, vi chiedo io, pensate che possa funzionare, anche se dovesse funzionare, questo articolo 12? Pensate voi di poter modificare lo Statuto e di dire: "noi adesso, attraverso questa impostazione acquisiamo dei diritti verso Roma, verso il Governo centrale, affinché tutti gli anni ci venga dato questo contributo"? Ma questo non lo potete pensare nemmeno voi, per quante assicurazioni vi possono essere date, in quanto che ci sarebbe la violazione dello Statuto e verrà un momento in cui qualche ministro delle Finanze punterà i piedi e dirà: "no, in base all'articolo 12 non vi possiamo dare"; ecco perché bisognava discutere quella legge, quella legge che voi continuate a promettere, e qui è vero, Manganoni ha parlato di birilli, non so che cosa abbia detto, io dico che si prende in giro quando, essendo stata portata qui una legge; - abbiamo detto: "fatela vostra, dategli il vostro nome, correggetela, modifichiamola, mandiamola avanti", avete detto: "no, non la mandiamo avanti", e oggi ancora ci promette: "studieremo poi noi la ripartizione"; ma come la studierete poi voi! Il Consiglio sta per scadere, allora volete veramente non avere un minimo di collaborazione da parte del Consiglio? Farete tutto voi; io ho tanta fede nell'assessore Bordon, è vero, e lui dice, sempre: "è vero, a questo ci penso io, non preoccupatevi, state tranquilli", io mi auguro che così avvenga, è vero; adesso non abbiamo sentito la relazione dell'assessore Bordon, non è certo per mancanza di rispetto, ma sapete i motivi per cui siamo usciti da questa aula, quindi, con tutta la fiducia che però possiamo avere, noi, naturalmente, è vero, critichiamo questo bilancio, e sia ben chiaro: non vogliamo criticare né i contabili, né coloro che ci mettono le mani, che noi sappiamo benissimo quali sono i funzionari che ci mettono le mani; però questi funzionari, se voi non gli date, è vero, non gli date delle entrate, naturalmente non possono forgiare il bilancio diversamente da come l'hanno forgiato, perché il contabile non ha fatto altro che fare il suo dovere, chiunque di noi sarebbe riuscito - in modo peggiore, è vero, di quello che qui è stato presentato - a presentare un bilancio, date le premesse su cui questo bilancio, è vero, è basato.

Quindi critichiamo l'impostazione: per noi era da attuare, da tentare, perlomeno, tutti insieme, di mandare innanzi, di avviare verso il centro e il governo centrale, è vero, questa legge sul riparto, così come era da avviarsi la legge sulla zona franca, ma sono cose che ripetiamo sempre.

Certo che se volessimo fare Catone il censore, - come è successo l'anno scorso all'Assessore Manganoni, che è andato a prendersi le critiche fatte negli anni 1959, '60, '61, '62, '63, in cui c'era il nostro amico Dujany, al quale era stato affidato il compito di censurare il bilancio che facevamo in quegli anni - se noi volessimo censurare questo bilancio potremmo prendere una di quelle critiche fatte dal Sig. Dujany e leggerla in Consiglio e sarebbe validissima, anzi, molto più valida, perché allora Lei ci rimproverava che non c'era la programmazione... sì, perché dice: "la solita routine", dico con mie parole, perché l'aveva preparato a tavolino, quindi era molto più, pertinente, ma certo mi ricordo che il concetto era questo; "è la solita routine, è un bilancio senza respiro, non ci sono problemi nuovi", era questo, è vero, che Catone il censore ci diceva allora, ma noi allora non avevamo il valido Lustrissy, competentissimo di problema di programmazione che voi oggi avete l'onore di avere al fianco, però, dove sta la programmazione? Anche qui un elenco di opere, è vero, un elenco di opere, senza nessun piano, ecc. ma dico, come dico, è tanto più valida la critica perché oggi, dopo altri quattro anni, dopo che spendiamo fior di milioni per la programmazione, qui, ce l'avete dichiarato voi, non siete stati in grado di attingere nulla da quella che è la programmazione, sia pure incipiente, ecc. ecc., ma noi non siamo dei cattivi, vedi Dujany, non siamo dei cattivi, questo lo ricordiamo così, senza poi polemica, per esempio, non posso fare a meno, anche qui senza polemica, di non ricordare qualche piccolo episodio, io leggo che sono 319 milioni di aumento per il personale; e vi ricordate voi, signori, quando Dujany, una certa volta era persin venuto fuori con questa proposta: "siamo alla vigilia delle elezioni, sarà bene, che voi, per liberarmi dalle pressioni di ogni genere, sarà bene che voi diciate chi è il Consiglio competente per assumere eventualmente il nuovo personale", al che io ho detto: "grazie Dujany guardi che alle pressioni noi ci sappiamo resistere, anche senza l'appoggio del Consiglio", vorrei sapere, cosa, è vero, il Signor Dujany, adesso di fronte a queste continue assunzioni, come si comporta in Giunta, è vero, se fa anche adesso Catone il censore, che faceva bene farlo anche nei nostri confronti, che pure non abbiamo ecceduto, è vero, perché quando portavamo una o due dattilografe in più qui si diceva: "già, eh eh dove andremo a finire".

E quindi, adesso, di fronte a questi 319 milioni, io pregherei l'Assessore Dujany, di esperire ancora, è vero, quella sua azione ritardatrice, quella sua azione moralizzatrice quando in Giunta si parla di assumere del personale; ecco, queste sono le osservazioni, così, in via generica. Mi sono impressionato naturalmente, anche dei quattro miliardi 730 milioni a cui ammontano le spese, è vero, per il personale dell'amministrazione regionale e per il personale della pubblica istruzione, ma qui sono cifre, mi si dirà, non se ne può fare a meno, d'accordo, ma io dico: d'accordo, non se ne può fare a meno, ma ecco un motivo valido di più, per risolvere, è vero, il famoso problema della ripartizione delle imposte tra lo Stato e la Regione, e dovrei ricordare al Presidente Bionaz che quando ho fatto quella mozione, è vero, in cui si diceva: ma chiediamo il 70% tutti insieme! Bionaz quel giorno aveva dimostrato della buona volontà con tutti noi, aveva detto "ma io sono per il 75%", al che noi abbiamo detto: "ma siamo veramente lieti di avere qualcuno di voi, così qualificato, che ha degli appoggi a Roma, che vuole il 75%", abbiamo tutti quanti votato quella mozione, però, da allora, quando siamo venuti a proporre la legge, è vero, abbiamo sentito dire: "non si può perché è collegato con la zona franca". Quando poi si parla della zona franca, non si osa dire proprio che è collegato col riparto, ma comunque si dice: "qui c'è un problema che dobbiamo vedercelo noi, perché la gloria deve essere tutta nostra".

Ecco, non voglio fare perdere tempo al Consiglio, si potrebbero fare tante altre osservazioni, le faremo poi nel corso della discussione, ma certo che è l'impostazione, che poi è il problema di fondo, perché tutto il resto, o Dio, ognuno fa quello che può, o Dio le spese sono quelle che sono, ma sull'impostazione di fondo noi riteniamo che voi avreste dovuto operare nel senso che vi veniva indicato anche dalla minoranza, perché vedete, se vogliamo andare verso lo Stato di diritto, è vero quello che dice Fosson: "non è giusto che si debba dare del denaro a seconda dei colori degli amministratori", e non lo diciamo oggi perché siamo su questi banchi, ma l'abbiamo sentito in uno dei pochi congressi in cui ho partecipato, e c'era Fosson presente e me ne può essere buon testimone. Guardate, al Congresso di Vienna, 3000 amministratori che erano venuti da tutte le parti d'Europa e del Mondo; ebbene, su quel concetto che il centro deve dare alla periferia, lo Stato alle Regioni, le Regioni ai Comuni, quello, è vero, di cui hanno bisogno, indipendentemente dal colore che queste amministrazioni hanno, è stata una voce unica in quel congresso, non c'è nessuno che non abbia sentito la validità di quell'affermazione e si sono fatte anche delle risoluzioni in quel congresso, in quel senso, perché è una questione di giustizia, ed allora è inutile che continuiamo a dire "lo Stato di diritto" se poi in pratica, è vero, si fa quello che si vuole. Ora voi questo, qui, questa situazione, come amministratori di una Regione autonoma, dovreste sentirla, potrebbe domani ricadere su di voi come la zappa, la classica zappa ricade sui piedi, e voi naturalmente dite: "finché ci siamo noi funziona l'articolo 12"; va bene, ma insomma, non è un ragionamento, certamente! Quindi per l'impostazione noi siamo contrari, è vero, più ancora che tutte le questioni di dettaglio, all'impostazione stessa di questo bilancio.

Germano (P.C.I.) - Vorrei solo fare alcune considerazioni di carattere generale, benché non sia nello stato d'animo sufficientemente sereno per fare una obiettiva e pacata esposizione, cercherò di farlo, farò uno sforzo su me stesso, è certo che quando avvengono dei fatti come quello di ieri, che dovrebbero demoralizzarci, deprimerci, nella nostra attività, nella nostra funzione, nelle nostre scelte che abbiamo fatto, l'effetto è sempre contrario, perché quando succedono questi fatti così palesi, così evidenti, diventano anche più evidenti le nostre ragioni ideali per cui abbiamo fatto la scelta di una concezione del mondo di carattere marxista. Per noi, quando vediamo queste cose, non è più il problema di un uomo, o di alcuni uomini, che bisogna cambiare, anzi è evidente che bisogna cambiare questo sistema, questo tipo di società, e creare un'altra società, una società che veda nella pace le leggi del suo sviluppo, una società più giusta dove l'uomo, la personalità dell'uomo sia il protagonista, dove non si assista a fenomeni come quelli che avvengono nel mondo oggi, dove l'automazione arriva a produzioni enormi e noi assistiamo al fatto che i 2/3 del mondo soffrono la fame; è evidente che bisogna cambiare queste cose e avere anche un'altra giustizia, una giustizia che basi, che tragga la sua ispirazione dal popolo e non da clan o da classe, e noi continueremo questa lotta, anche nonostante tutto quanto ha detto il Presidente Bondaz.

Ma a parte ciò, questa discussione sul bilancio è inficiata da un atto grave: tutti gli organismi elettivi hanno, la seduta dopo, il verbale di quanto hanno fatto la seduta prima, questo è soprattutto importante per un bilancio; ebbene, noi discutiamo del bilancio del 1968, non abbiamo il verbale della seduta in cui abbiamo discusso il bilancio del 1967, non possiamo trarre una documentazione di questo, e quindi ci troviamo già mozzati, dobbiamo ricordarci, dobbiamo dire che Bordon ha affermato questo, perché lui dica: "no, non è vero", mentre invece il verbale comproverebbe che questo è avvenuto. Potete anche dirmi che la questione riguarda la Presidenza, ma che non riguarda solo la Presidenza, riguarda tutto il Consiglio e c'è una colpa della Giunta in questo; tutti sanno che avete assunto, a destra e a manca e come è possibile che con tutte queste assunzioni non abbiate anche dotato la Presidenza di un numero di dattilografe sufficienti per fare almeno i verbali del bilancio dell'anno prima! Ma, se l'avete lì, è lì, ma io non ce l'ho, e i consiglieri non ce l'hanno, e come intervengono i Consiglieri? Intervengono così, su motivi di carattere generale, senza una documentazione.

Oltre a questo vi è quanto vi ha già detto Casetta: voi dite che il bilancio tiene conto della programmazione, poi aggiungete anche che quando poi ci sarà il piano allora si faranno le variazioni di bilancio; è una teoria anche questa, molto, tutta nuova! Perché quando un bilancio tiene conto di un piano di sviluppo, tiene conto di quel piano di sviluppo, non è che lo possiamo raffazzonare dopo. Se il problema del piano è quello di investire nel settore dell'agricoltura, se non lo prevediamo nel piano, che cosa facciamo poi dopo? Riprendiamo i soldi che abbiamo già speso per spenderli nell'agricoltura? Evidentemente no; quindi non regge questo argomento, e non regge soprattutto per un fatto, per il fatto che voi la programmazione non l'avete voluta. Io ricordo quando si è insediata la Giunta nel 1963, che nel discorso programmatico dell'Onorevole Caveri il primo punto di fondo era quello della programmazione e uno dei primi atti della Giunta è stato quello della nomina di quella commissione che doveva elaborare prima i dati della situazione valdostana, e poi, con l'ausilio degli altri organismi, il piano economico.

Questo lavoro è stato fatto, attraverso discussioni, attraverso anche inesperienze, compiendo anche degli sbagli, ma è stato fatto, è stato fatto, possiamo dire, rapidamente, se lo confrontiamo col vostro atteggiamento, come avete agito voi, nei confronti della programmazione. Come avete agito voi? Siete stati, tutto il tempo in cui noi eravamo fuori dal Consiglio, senza fare assolutamente niente; quando abbiamo cominciato a presentare una mozione, prima la trattiva del rinvio del Consiglio, e poi, quando arrivate in Consiglio a discutere la mozione, il giorno prima ci presentavate la legge, o quindici giorni prima, o otto giorni prima, in seguito alla nostra mozione; poi presentavamo un'altra mozione, e allora altre trattative per arrivare a discutere questa mozione in Consiglio, e arrivavamo poi in Consiglio con un altro piccolo passo in avanti. Proprio come un gambero siamo andati avanti su questo terreno, siamo arrivati adesso che, con un'altra mozione, siamo arrivati alla nomina di una commissione tecnica; ma siamo ancora fermi. Quando abbiamo discussone la nostra mozione, abbiamo detto "tutta una parte della legge è ancora da applicare, perché non la applichiamo, perché non procediamo più celermente?". Il problema anche qui è semplice: il fatto è che voi la programmazione non l'avete voluta, perché se vi è una programmazione, i problemi sono quelli, chi ha da amministrare, siate voi o siano gli altri, deve affrontare quei problemi; il giudizio della popolazione sarà poi sul come li affrontate, con quale spirito, con quale slancio, con quale intelligenza, con quali capacità, ma i problemi restano quelli. Il vostro problema non era quello della programmazione e dei problemi della Valle d'Aosta, il vostro problema, quando vi siete insediati è stato quello: bisogna fare le elezioni il più tardi possibile e dobbiamo lavorare esclusivamente per le elezioni. Per fare questo, evidentemente, la programmazione è una cosa che dà fastidio, e quindi lasciamola lì a dormire, facciamo qualche passetto ogni volta che quegli scocciatori ci mandano una mozione e discutono per delle ore in Consiglio e amministriamo come vogliamo, per fare sì che le elezioni vadano bene a noi, senza interessarsi di quello che è invece il problema di fondo della Valle.

Ma, se voi guardate freddamente a come avete amministrato, quali idee avete avuto, idee, quali iniziative di carattere sociale, di un certo rilievo, avete impostato; non so, io ricordo, a voi, la Giunta passata, e anche la Giunta Marcoz prima, che, per esempio sul terreno dell'agricoltura, ha affrontato il problema che abbiamo ritenuto di fondo, del risanamento del bestiame. Un piano programmato, che affrontasse un settore, uno dei settori più importanti della nostra agricoltura! La Giunta passata ha affrontato il problema della casa per i lavoratori, ha affrontato il problema di alcune iniziative di carattere sociale, come la questione dei mutilati ed invalidi civili, come la questione delle lastre per i silicotici, ed altri problemi di carattere sociale di una certa ampiezza. Ma quali idee avete avuto voi, cosa avete portato avanti? Voi avete portato avanti niente, niente, come idee; se guardiamo al primo momento del vostro atteggiamento, quale è stato? Il primo momento del vostro atteggiamento è stato quello di dire sì a tutto quello cui la Giunta, per ragioni di leggi, aveva detto no. Non so, prendete, io passo, per andare in Valle, a Chambave, dove era stato negato il permesso ad un albergo, perché, purtroppo, era a 30 metri, 35 metri dal cimitero, quella casa doveva servire ad altre cose, non ad albergo. La legge italiana lo proibisce.

Bionaz (D.C.) - Sono più di 50 metri.

Germano (P.C.I.) - La legge nazionale esige che ci siano 100 metri... 200... ma il fatto è che questi avevano detto "no", ed allora noi, dobbiamo dire sì; se vi erano stati dei ricorsi, che erano stai respinti, sono andati a raccoglierli tutti e sono stati accettati. Insomma, se io mi mettessi ad analizzare, le cose che avete fatto in questo senso sono una infinità, e sarebbe lungo elencarle tutte; ma vediamo anche, per assessorato, così, in carattere generale, e cominciamo anche dagli assessorati cui abbiamo il meno da dire, prendiamo l'assessorato alla Pubblica istruzione, per esempio, a cui non abbiamo molto da dire; cosa ha fatto? Ha moltiplicato un po' tutte le iniziative, ha aumentato fortemente le borse di studio, tutte cose giuste, ben fatte, che si devono fare, ma, si è fatto un esame comparativo, se questo corrispondeva alla situazione del bilancio, se dovevamo in quella direzione fare di più, o fare più gradualmente? No. Questo non fa parte, l'esigenza era premiare di più, aiutare di più, per creare tanti beneficiati di più, aiutare di più, che ne tengano conto quando devono votare. Questa è stata l'impostazione! Prendiamo l'agricoltura, anche qui si è detto, si ha tutto, si sono accelerate le pratiche, si è andato incontro, il più che si poteva, no, ma anche qui, quale problema di fondo dell'agricoltura, di nuovo, è stato affrontato? Abbiamo una situazione di crisi nell'agricoltura, quale piano di questo assessorato è stato proposto, che contenga gli elementi di analisi della situazione dell'agricoltura e dica: "in questo anno comincerò ad affrontare questo, un altro anno quell'altro, un altro anno quell'altro"? Niente, neanche qui, e questi sono assessorati su cui non vi è molto da dire, anche per i lavori pubblici, per esempio, non abbiamo molto da dire, ma cosa si è fatto? Si sono fatti dei grandi piani, e si sono pubblicati piani di tre miliardi, di quattro miliardi, ecc. Ma adesso è stato realizzato perché si sono fatti prima di avere i progetti e i terreni, si sono fatti elencando tutte le cose, facendo la cifra grossa, che colpisse la gente, ma poi quando guardiamo alla fine e vediamo che un quarto, o due quarti del piano non sono realizzati, anche questo indica un determinato modo di amministrare.

Se veniamo poi all'industria e commercio, l'unica cosa di cui si è sforzato l'Ing. Benzo è stata quella di mantenere strettissimi contatti con i direttivi degli artigiani, dei commercialisti... per che cosa? Per mantenere dei contatti che siano di carattere clientelare, abbiamo visto le lettere di ringraziamento all'Assessore per l'iniziativa, si è convinta della gente che l'autostrada è meglio che passi al di là di Aosta, che è più interessante agli effetti del commercio, del commercio di Aosta, ma i problemi dell'industria e del commercio, come sono stati affrontati? Con l'iniziativa del mutuo di tre milioni, vorrei sapere quanti hanno acceso questo mutuo, vorrei sapere che problemi ha risolto, come ha risolto; il fatto è che non c'è uno sguardo pianificato, e mi dispiace dirlo, se andiamo al turismo, qui le cose diventano ancora più grosse, bastano pochi nomi: Torgnon, Chamois, la casa dell'Arco d'Augusto, ora la casa di via Plouves. Se vogliamo aggiungere, aggiungiamoci anche il piano dei 470 milioni, che in questo bilancio è sparito e non si sa che fine faccia quel piano per il 1967, e dico, questo, non è un serio modo di amministrare.

C'è una cosa che avete fatto molto, avete viaggiato molto, questo l'avete fatto, con molta solerzia, direi che a Roma siete di casa, anche se guardiamo i risultati che ottenete... poi c'è il Canada, Londra, Nuova York, Parigi, Ginevra, dappertutto si è andato: anche qui si è speso molto, anche se non si è speso certamente bene. Faremo poi i conti, e faremo anche un controllo, un paragone, come amministravano le altre Giunte e come amministrate voi in questa direzione.

Se prendiamo la sanità, qui la cosa diventa proprio al punto di essere meschina e anche di degradare la discussione di questo Consiglio regionale perché qui si è fatto tutto in senso elettorale, allargando a dismisura i cordoni della borsa, ma senza creare assolutamente niente di nuovo; siamo arrivati all'assurdo dei 1500, 1600 invalidi civili, su 100.000 abitanti; se fate un conto di paragone con lo Stato, vedete la differenza, vedete la differenza! E non vogliamo chiedere soldi allo Stato, qui ci sostituiamo completamente, mentre invece l'assessore, se c'è un aiuto, un libretto di pensione da portare, va a portarlo a casa e se non c'è una volta, ci va due volte, ci va tre volte, quattro volte, gli fa il discorso, e la povera vecchia gli ricorda tanto la sua mamma, e così, questi sono i discorsi, alla fine chiede la riconoscenza in voti. Questa è stata un po' l'impostazione.

Ma, tornando a quello che, oggi, è in primo piano, nell'assessorato delle finanze: qui siamo allo stesso punto, e l'hanno già detto molti colleghi prima di me, allo stesso punto dell'anno scorso, senza aver fatto nessun passo in avanti, in senso autonomistico, peggiorando determinate situazioni. Voi continuate a volere che il bilancio sia integrato dal terzo comma dell'articolo 12. Terzo comma dell'articolo 12 cosa dice? Dice: "per provvedere a scopi determinati, che non rientrino nelle funzioni normali della Valle, lo Stato assegna alla stessa, per legge, contributi speciali".

Cosa dice la vostra relazione? La vostra relazione dice: "le spese previste in bilancio sono necessarie per l'espletamento delle normali funzioni, per i servizi di istituto, della Regione".

Ma allora come spieghiamo? Dico, dovranno discutere in commissione o in aula, al Parlamento e al Senato, se verrà presentata questa legge e i deputati chiederanno quali sono le opere che sono state fatte o che si devono fare per cui occorrono questi tre miliardi. Quale risposta potrà dare il Governo? Potrà prendere un pezzo della spesa del nostro bilancio, equivalente a tre miliardi, che non sono cose al di fuori dei normali servizi della Regione, sono normali servizi della Regione.

L'anno scorso, cioè, quando si è discusso il bilancio del 1967, vi ho letto tutto quanto aveva sostenuto lo stesso Einaudi quando si è discusso del riparto fiscale; abbiamo fatto lo sforzo di presentare una legge, questa legge aveva cominciato col dire: "la discutiamo, abbiamo alcune cose da aggiungere, da cambiare, da modificare"; noi abbiamo detto: "accettiamo tutto quello che c'è da aggiungere, correggere, modificare", e quando si trattava di arrivare al dunque, questa legge non l'avete voluta e questo bilancio porta di nuovo questi tre miliardi dell'articolo 12 e vede invariata la quota fissa del riparto fiscale, salvo la correzione, nella quale io non sono d'accordo. Bisognava mettere nel bilancio, ma, non so, questo non l'accettate perché non si fa un discorso, bisogna mettere nel bilancio 3 miliardi in più, 4 miliardi in più, per la revisione del riparto fiscale, nell'aumento della quota fissa e bisognava portare qui la legge di iniziativa regionale da inviare subito al Parlamento, e bisognava battersi tutti insieme, tutti i gruppi, senza meriti particolare di nessuno perché passasse, altrimenti il nostro bilancio è in situazione deficitaria. Non abbiamo più soldi sufficienti per le normali funzioni della Valle, e quindi è il momento di cambiarlo; ma, dico questo, che è un ragionamento non difficile, non riesce ad entrare, ma perché non riesce ad entrare, e qui c'è la ragione politica; a voi non preoccupa che si risolva questo problema, da ora in avanti, qualsiasi sia l'amministrazione che viene lì; no, voi volete dimostrare alla gente che noi otteniamo gli uno, due, tre miliardi, gli altri non li ottengono; ma gli interessi della Valle non contano niente, non contano niente! È evidente che voi siete stati nella situazione di poter ottenere, ma siete stati dei ciechi, non avete voluto, non avete voluto, non avete voluto nessun appoggio, perché questo appoggio vi poteva fare perdere di vista alcuni voti, è stato questo, e nella benzina è stato proprio l'esempio classico, classico - ma io ne parlo anche adesso tranquillamente - è stato l'esempio classico dove, se voi volevate, d'accordo, ottenevamo più voti, ottenevamo di più dal Governone; non ottenevamo delle cose che non ci spettano, perché ci spetta la zona franca, ci spetta tutto; ottenevamo solo quello che dovevamo ottenere, ma voi non lo avete voluto.

Quindi, la questione di fondo che volevo affacciare era questa: che quello che otterrete, sono soluzioni che non sono nel senso autonomistico, non tendono a dare alla Regione una sua casa, una sua abitazione, e i risultati li vedete anche nelle piccole cifre; badate, mi dica l'Assessore alle Finanze, quando risponderà, perché nel capitolo 33, che è quello che dice "interessi su titoli di proprietà e su giacenze di cassa", perché l'anno scorso abbiamo tolto 60 milioni, perché quest'anno togliamo altri 60 milioni e quella cifra di 130 diventa 10 milioni. Mi dica perché nelle altre voci - che adesso non ho sotto mano, ma che corrispondono a questo - gli interessi ammontano a 400 milioni; c'è la parte di mutui da restituire, ma c'è anche una grossa fetta di interessi che noi ci prepariamo a pagare alle banche perché dobbiamo fare le anticipazioni; ma tutto questo perché non si risolve il problema, o non si vuole risolvere il problema del riparto fiscale.

Questa è la situazione di fatto nella quale noi ci troviamo, e badate bene che anche gli aumenti che si hanno del riparto, aumenti che derivano dell'aumento di fatto delle imposte, non sono aumenti reali, perché lo slittamento della lira avviene continuamente, e se noi guardiamo anche cifre inferiori, che incassavamo nel passato, ci permettevano di affrontare tutte le normali funzioni di istituto della Regione, mentre invece la cifra più grossa che incassiamo adesso non ci permette di fare questo, ed è evidente che l'unica soluzione che è nell'interesse della Regione, e che è prevista dal nostro Statuto, è la revisione del riparto fiscale; fino a che non si affronterà questo problema non si vuole risolvere sul piano finanziario quello che è l'interesse della regione.

E, dico, sulle questioni di carattere generale, avrò occasione anche più avanti di intervenire, per ora volevo limitarmi a queste brevi considerazioni.

Caveri (U.V.) - Dans mes remarques, qui seront très courtes parce que les orateurs qui m'ont précédé ont traité presque tous les arguments que l'on pouvait traiter en matière de discussion générale sur le bilan, je me limiterai à quelques remarques en suivant la relation même au bilan de prévision pour le 1968.

Alors avant tout on lit "gli organi della programmazione regionale, che, come è noto, sono entrati in funzione soltanto ultimamente, non hanno potuto dare tutto quell'apporto che la Giunta avrebbe desiderato avere per l'impostazione del bilancio in discussione".

C'est vraiment le cas de dire, "mais, bravo, vous avez vous, Messieurs de la Junte, dormi sur le rôti pendant une année et demie, vous n'avez pas distribué, sauf en ces derniers jours où vous vous êtes décidés de distribuer les relations qui étaient prêtes lorsque nous avons laissé le palais régional, vous avez dormi pendant une année et demie, dans ce domaine, comme en d'autres, sur lesquels j'arrêterai mon attention plus tard, et puis vous dites: "ce sont les organes de la programmation qui n'ont pas fait leur travail". Ces braves gens ne peuvent pas faire leur travail, parce que vous vous avez dormi pendant une année et demie.

Sur ce point je n'ajoute rien d'autre. J'ai parlé une fois sur la programmation pendant à peu près 45 minutes, j'ai expliqué ce que la junte précédente avait fait, c'est-à-dire tout ce qu'il y avait à faire avant la convocation, et nous avions même déjà convoqué l'assemble démocratique, tout ce qu'il y avait à faire en tant que préparation du matériel, avait été fait du temps de notre administration régionale. Sur ce point je n'entrerai plus dans le détail.

Et je passe à un autre point de votre exposé. Plusieurs orateurs se sont demandé: "mais pourquoi vous n'avez pas voulu voter pour notre loi qui prévoyait une répartition financière basée sur le 70% pour la Région? Pourquoi vous n'avez pas voté pour cette loi, quand l'année précédente vous aviez voté l'ordre du jour présenté par nous, qui prévoyait le même système du 70% des recettes pour la Région?".

Mais, ce n'est pas très difficile de répondre à ces questions, comme ce n'est pas difficile de répondre à une autre question qui a été posée: mais pourquoi vous vous entêtez avec le troisième paragraphe de l'article 12, et pourquoi vous avez déplacé le centre de gravité de votre bilan en direction du troisième paragraphe de l'article 12? Ce n'est pas difficile de répondre à ces questions: en réalité ces dix-huit mois de votre administration ressemblent un peu aux cent jours de Napoléon; Napoléon sentait que son pouvoir était instable, et par conséquent tout ce qu'il a décidé ou cherché à faire en ces cent jours sentait, ressentait l'influence du caractère précaire de son pouvoir. Alors vous avez, vous n'avez pas accepté notre requête d'élections en 1966, vous avez continué à renvoyer du printemps à l'automne, et de l'automne au printemps, vous avez, à un certain moment, misé, espéré dans le 1969, et puis vous avez, quelqu'un de vous, en allant à Rome, a reçu une certaine douche froide; alors tout ce que vous faites est à l'enseigne de la plus mesquine, de la plus misérable politique préélectorale. Je me demanderai plus tard pourquoi vous n'avez rien fait pour les parkings? Je vous demanderai plus tard cela, je réponds déjà tout de suite: la raison est toujours la même; il y a un moment on parlait de visites pastorales de Monsieur Mappelli qui va à trouver toutes les bonnes femmes de la Vallée, et une fois, par combinaison, j'ai été dans un village de la vallée du Grand-Saint-Bernard, et là aussi il y avait une bonne femme, par combinaison Mappelli m'avait précédé. Moi, je n'allais pas là pour porter des subsides ou des pensions, c'était une famille que je connaissais, et je suis allé à faire deux doigts de conversation, mais même là était passé le bon Mappelli. Mais pourquoi, mais pourquoi cette politique ravalée vraiment à un petit marché indigne d'administrateurs régionaux, pourquoi ne pas voter notre projet de loi pour la répartition, pourquoi déplacer l'axe de gravité vers l'article 12? La raison est toujours la même: on ne veut pas faire ce qui ne rend pas du point de vue électoral.

Et alors, d'autre part, on ne sait pas quel est le résultat des élections évidemment, et on dit: et si les autres gagnent, qu'est-ce qu'il arrive si nous poussons le problème de la répartition financière? Et alors voilà, il faut faire attention, un de vous a dit, je ne dis pas le nom, mais un de vous a dit: "nous ne devons pas faire comme Bondaz", parce que Bondaz il avait présenté une loi pour la répartition financière, et puis après les autres en ont profité: "alors faisons attention, faisons attention, il ne faut pas toucher ce problème"; alors nous demandons l'application de l'article, du paragraphe 3 de l'article 12 c'est une chose exceptionnelle, comme ont démontré les orateurs qui m'ont précédé, c'est un robinet qui s'ouvrira de temps en temps, et alors voilà que nous pouvons nous faire donner des fonds sur cet article, sur ce robinet exceptionnel, et comme cela, si les autres monteront au pouvoir, et alors, ce robinet ne fonctionnera pas. Là, en fait de démocratie il y a une étrange conception parce qu'il nous semble que les fonds financiers, un gouvernement central devrait les distribuer aux régions, aux provinces et aux communes, en base à quoi? En base aux besoins de cette région, de cette province, de cette commune, et combien de fois on a demandé, et on n'est jamais réussi à faire entrer cette idée dans les têtes ministérielles, il suffirait de faire le compte des frais des services qui de l'Etat sont passés à la Région. Cela serait un système scientifique de répartition des finances entre l'Etat et la Région.

Il y a eu quelqu'un dans cette salle, et je ne veux pas faire son nom parce que on est fatigués de faire des personnalismes, ne faisons plus de personnalisme, parlons des problèmes collectifs, alors quelqu'un dans cette salle a dit: "oui, mais nous, vous savez pourquoi nous n'avons pas voté la loi de la répartition financière? Parce que nous ne pouvons pas voter avec les communistes; s'il y avait seulement vous autres de l'Union Valdôtaine on aurait voté de course la loi de la répartition, mais il y a les communistes et, alors, vade retro satana!". Mais en somme, les temps ont évolués, nous voyons que le Pape ne prêche plus la guerre sainte contre la Russie, Paul VI a reçu au Vatican le Ministre des Affaires étrangères et l'Union des Républiques socialistes soviétiques, Monsieur Gromyko, ou Gromi, ou, je ne sais pas exactement comment on prononce ce nom. Dans les pays de l'Est on a fait pas mal de concordats entre les républiques de l'Est et le Saint Siège, et nous de l'Union Valdôtaine, à voir que tous les régimes et tous les partis, et toutes les couleurs, que les gens de toutes les couleurs font des concordats avec le Saint Siège, nous commençons à être jaloux, et nous voudrions aussi nous faire notre brave concordat avec le Saint Siège.

Mais, d'autre part, on lit dans cette relation une autre affirmation; ecco, è quello che volevo dire, poi mi sono dimenticato, non è che io abbia bisogno di suggeritori, ma per una volta raccolgo questa... perché effettivamente avevo segnato qui "élections régionales, régions". Non hanno fatto schifo, in fondo, a Gronchi i voti comunisti per diventare - questo riferimento più antico di quello delle Regioni - pour devenir Président de la République et puis il a fait de grandes déclarations anticommunistes, mais pourquoi il ne les a pas faites avant de ramasser les voix des communistes pour être élu Président de la République? Et Monsieur Saragat a fait la même chose, lui qui après le Palais Barberini a toujours prêché - je ne parle pas ici du Président de la République, je parle de l'ancien PSDI, après la scission du Palais Barberini - il mangeait un communiste au petit déjeuner, un communiste à dîner, un communiste au souper, et rien n'a empêché, dans les dernières élections à la Présidence de la République, que Monsieur Saragat, bel et bien, et comment, a accepté la voix des communistes, parce qu'il savait que sans les voix des communistes on n'entre pas dans le Palais, on n'entre pas dans le Palais du Quirinal.

Et, à propos des régions, nous avons vu que démochrétiens, socialistes, de toutes les obédiences, républicains, ont voté la loi des régions, même s'ils savaient très bien que les communistes votaient pour la même loi; et alors, vous voyez, je m'adresse à cette personne qui, "in cambera caritatis", m'avait dit cette raison, alors je m'adresse à cette personne, et je lui dis "mais alors comment que vos grands maîtres ont voté avec les communistes?"; et vous, alors, ce n'est pas une excuse, ce n'est pas une raison valable pour ne pas avoir voté la loi de la république financière, d'autant plus que nous avons vu que 37 députés démochrétiens et socialistes n'ont pas voté pour les régions, ils ont fait les francs-tireurs, de telle sorte, il serait arrivé encore que ces 37 francs-tireurs savaient très bien que les communistes auraient voté pour les régions, de telle sorte que si les communistes auraient voté pour les régions, évidemment il y aurait eu pas 37 députés francs-tireurs, mais il y aurait eu, pour le moins, une centaine de députés démochrétiens et socialistes, parce que c'est un mystère pour personne que toute la droite social-démocratique, guidée par Monsieur Paolo Rossi, pour laquelle personne nous avons, en tant que homme, la plus grande estime, mais nous savons très bien que toute la droite sociale-démocrate est contraire, "mordicus", aux régions, nous nous rappelons les déclarations de Paolo Rossi, du Ministre Preti et ainsi de suite, de Tanassi. Tanassi, qui demandait un referendum pour supprimer les régions dans la Constitution italienne! Nous aimerions savoir comment va voter le député Tanassi, s'il va voter à faveur des régions ou s'il a été un des 37 francs-tireurs qui ont voté contre les régions; de telle sorte que, si les communistes avaient voté contre les régions, qu'est-ce qu'il serait arrivé? Que pour blackbouler ce projet détesté des régions il n'y aurait pas eu 37 francs-tireurs, il y aurait eu une centaine de francs-tireurs et alors cela démontre que les voix des communistes ont été déterminantes à la chambre des députés pour faire passer le projet des élections et malgré cela démontre que les voix des communistes ont été déterminantes à la chambre des députés pour faire passer le projet des élections et malgré cela les démochrétiens ont voté les communistes et alors vous voyez que la grande accusation qu'on fait à l'Union Valdôtaine est tout-à-fait dénuée de tout fondement.

J'ai parlé autrefois de la question de la Sardaigne, je ne reviens plus là, en Sardaigne on a bel et bien voté des motions, des ordres du jour, des lois régionales, qui ont été boulées par le Gouvernement central, et les démochrétiens ont voté avec les socialistes, avec les libéraux, avec les communistes, avec tous les partis possibles et imaginables, avec les autonomistes sardistes, de manière que cette raison n'est pas une raison, parce que, si une loi est bonne, il faut voter la loi; si elle est bonne, sans regarder quelle est la couleur des voix qui votent à faveur de cette loi qui est bonne.

Et alors, voilà expliqué pourquoi il y a cette attitude, pourquoi on n'a pas voté cette loi de la répartition, pourquoi on a déplacé le centre de gravité du bilan envers le 3° paragraphe de l'article 12, et moi je ne reste pas ici, à propos du troisième paragraphe de l'article 12, à faire le calcul des probabilités si le gouvernement central donnera ou ne donnera pas quelque chose, le problème n'est pas là, il ne s'agit pas de faire le calcul des probabilités, mais c'est une question de "impostazione del bilancio", parce que nous croyons qu'il est mieux de faire gauchir un loi de répartition des impôts en manière qu'il y ait pour la Vallée un quelque chose de continuel et de périodique qui sera, qui se répétera toutes les années, et pas quelque chose d'exceptionnel, et pas un robinet qui s'ouvre à un certain moment parce que est intervenu, nous ne savons pas si S. Gennaro, ou le Senatore Gava, qui fait la pluie et le beau temps dans le pays de Castellamare, avec les systèmes que nous connaissons.

Stop sur cet argument, je procède à examiner d'autres points.

Nous avons vu que pour le personnel la Région dépense 1.920.000 donc la Région dépense presque deux milliards pour les employés de la Région, sauf erreur: "totale personale servizi regionali 1.900.000.000", nous disons que c'est énorme, parce que si on continue de ce pas, à nommer toujours d'autres employés, et toujours des dactylos, des applicati, etc. il y a des bataillons de demoiselles qui entrent et sortent dans ce Palais régional; c'est peut-être une vue, un panorama, c'est un beau spectacle à voir, mais où allons-nous finir de ce pas? L'avocat Marcoz il rappelait les cris d'alarme, de détresse, de notre ami Dujany, qui semblait cette "prophétesse" de cette ville de l'Asie Mineure qui était occupée par les grecs, et qui est indiquée avec un vilain nom, mais au lieu d'employer ce vilain nom on emploie aussi le nom de Illio, et c'était notre ami Dujany qui faisait la Cassandra: il disait: "facciamo il blocco delle assunzioni, degli impiegati", et tout cela, mais qu'est-ce que vous pensez de ceci, les nouveaux employés? Ici j'ai un petit feuillet, n'est-ce pas, quels sont les nouveaux employés? Ici je n'ai pas tous les noms, parce que mes services de renseignement et de contre-espionnage ne sont pas très remarquables, n'est-ce pas de manière, je vous lirai des noms, mais ils ne sont probablement pas les noms de tous les employés que vous avez nommés.

Huissier - Zanin - Puis il y a l'ineffable Bugoni, qui a une très belle moustache, mais qui ne sait pas un traître mot de français, qui prononce les noms encore comme au temps du Fédéral Carnazzi, parce que lui dit Roma S. Giorgio, S. Pietro, Villanova Baltea, etc.

Agricoltura e foreste: Stefanello - dactylo - Calchiera - zootecnico.

Finanze: Frola, géomètre, au bureau du domaine, puis il y a la question des fameux frères Manganoni, on en a parlé longuement, je n'en parle plus; il y a un géomètre Trevisan, il y a l'assistant Zani, il a Mademoiselle Panelli, géomètre, naturellement pas nommée par concours, elle a été nommée parce qu'elle descend des "magnifici rombi"; il fallait bien faire un petit plaisir au Parti Libéral, à un certain moment Pedrini a dit "ma insomma, continuare a nominare dei democristiani e dei socialisti, deve pur giungere l'ora, per qualche Liberale", et voilà que Mademoiselle Panelli est entrée sans concours, comme d'ailleurs presque tous les autres dans l'administration régionale.

Le Géomètre Perinette, è entrata senza concorso, non credo che Lei possa dimostrare.

Colombo (P.S.I.) - Non è dipendente regionale.

Caveri (U.V.) - Che cosa è?

Colombo (P.S.I.) - È assistente ai cantieri di lavori.

Caveri (U.V.) - Sì, va ben, ma è stipendiata, è pagata dall'amministrazione regionale, chiamatela come volete, se non è zuppa, è pan bagnato...

Autista: Bonin - du parti socialiste celui-ci.

Puis industrie et commerce: Grange - DC naturellement, il est un grand manitou dans la démocratie: c'est celui qui à l'Assemblée du BIM a dit qu'il fallait jeter 50 millions par les fenêtres pour ces bandits de la Nuova Fera.

Puis la demoiselle Girod, puis Monsieur Mammoliti, ragioniere Mammoliti, Albo artigiano; Mademoiselle Charles, dactylos, puis un certain Jacquemet qu'on a envoyé au bureau de distribution des coupons de l'essence: j'aimerais bien savoir si c'est le boulanger de la Coopérative des prêtres, parce que peut-être vous arrivez au point d'envoyer les boulangers à faire les employés, dans l'administration régionale; Mademoiselle Barmasse, Monsieur Grosso, Monsieur Janin, et puis, le médecin régional, Paganin, "raccomandato di ferro" de l'Assesseur Balestri. Oh, l'assesseur Balestri en fait d'embauchage, il vous a battu tous, cela il faut le reconnaître; nous nous avons toujours parlé mal de Monsieur Balestri, mais il est arrivé le moment d'en parler bien pour une fois, c'est-à-dire, il est le plus grand assesseur de cette Junte en fait d'embauche d'employées.

Et alors, il y a le ragioniere Parisi, un comptable, qui devient une espèce de géomètre, parce que c'est lui qui va mesurer les toits et les balcons, un comptable; il y a Monsieur Sozzo, autre socialiste, comme Monsieur Parisi, Monsieur Bruno qui fait le dessinateur, et puis il y a le fameux Gherardini, qui après avoir été embauché comme assistant à l'archéologie, n'est-ce pas, il a travaillé pendant trois ou quatre jours, il s'est donné malade et il n'a plus rien fait pendant je ne sais combien de mois, puis il travaille quelques jours, et puis il tombe de nouveau malade, en somme, "lavoratori di tutto il mondo unitevi". Je me rappelle qu'à un certain moment on avait fondé une république en Espagne, et on avait dit que "es la republica des trabaiadores" et quelqu'un avait dit: les espagnols n'ont aucune envie de travailler, qu'est-ce que on veut parler de trabaiadores, et ce Monsieur Gherardini il est un trabaiador de cette même force.

Et puis, il y a Monsieur Luciano, il y a Pennucci, Salgari, il y la demoiselle Christille, il y a Monsieur Panigalli, aiuto giardiniere, il y a, à la Présidence du Conseil, mademoiselle Fournier, qui cependant, a gagné, parait-il, exceptionnellement, une preuve de sélection, et je donne acte, que quelques-unes, trois ou quatre ont passé une preuve de sélection, je le reconnais objectivement, mais cela n'empêche qu'il n'y avait aucune nécessité de nommer encore d'autres dactylos parce qu'on dépense déjà un milliard et neuf cents millions, pour les employés de la Vallée et ce serait l'heure de réfléchir que la Région ne doit pas faire comme l'Etat, c'est-à-dire, comme l'Etat, comme certaines communes, pensez le bilan de Naples, le bilan de Palerme, ici, si nous continuons de ce pas, ici à l'administration régionale ce sera comme un deuxième Ministero dell'Africa Italiana.

Puis il y a Mademoiselle Inglesi, qui mérite une citation particulière, parce qu'elle est la secrétaire particulière de Monsieur Bionaz, qui est la fille du fameux Manganellatore e oleatore Inglesi, qui a distribué des hectolitres d'huile de ricin, regardez, si elle n'est pas la fille, elle est la nièce de Monsieur Inglesi, et vous ne pouvez pas me démentir, mais évidemment, entre anciens fascistes il y a une espèce de Mafia, et autre anciens fascistes on se protège, et il y a un secours mutuel.

Puis il y a Monsieur Ramera, per meriti speciali, ambassadeur de la Vallée d'Aoste, parce que, comme fiche de consolation, parce qu'il n'a pas été élu Syndic d'Aoste, puis il y a Monsieur Brun, nous ne dirons plus rien, parce que nous ne voulons pas accabler ce pauvre Brun, nous parlons toujours mal de Monsieur Brun, laissons-le tranquille pendant un moment, et puis il y a une, deux, trois demoiselles, Moschin, Jocallaz et Laffranc, nommées à la Secrétairie Générale, et puis il y a la demoiselle Spazzarini, qui celle-ci a été nommée dans aucun besoin de preuves de sélection.

Enfin il y a Mademoiselle Cadegrandi, au Contrôle des Communes, que je n'ai pas le plaisir de la connaître, il y a une certaine Bonin, je ne sais pas si c'est la fille de Bonin du Bataillon Zefilippo, ceci je l'ignore; il parait que ce Bonin du battaglione Zefilippo se prépare maintenant pour les élections régionales; celle c'est un candidat formidable parce qu'il a réussi à envoyer à la maison un tas de soldats, et alors, qu'est-ce qu'il ne sera pas capable de faire comme conseiller régional ou comme Assesseur régional. Enfin, il y a la demoiselle Berthod.

Ce sont, en total, dans cette liste, ce sont 41 personnes. Je donne acte que ce ne sont pas tous des employés, mais appelons-les comme nous voulons, employés, chargés, incaricati, assistants, ce sont des gens quand même qui reçoivent de l'argent de l'Administration régionale.

Et alors, allons en avant.

Sur l'Assessorat des finances, pour le moment, sauf à retourner sur l'argument, vu la sympathie qui m'uni à Monsieur l'Assesseur Bordon, je me permets simplement de remarquer une chose assez curieuse: c'est qu'il a fini par englober les églises, il a porté loin les églises, à son collègue de gauche, de soi-disant de gauche, il a englobé toutes les églises. Quand il s'était présenté, lui qui était un barbet fameux, et voilà... et alors on avait dit, le clocher est entré dans l'Assessorat aux finances. Monsieur Bordon, nie ces choses que je suis en train d'affirmer, nous comprenons qu'il a beaucoup de choses à se faire pardonner par le clergé, nous le comprenons; nous savons même, nous rappelons qu'une fois il y a eu un grand personnage ecclésiastique qui lui a dit: "amis, vous, vous êtes, mais comment, mais vous vous avez été élu dans la liste démo-chrétienne, mais vous vous n'êtes pas un catholique, vous vous n'êtes pas un croyant"; et vous savez ce qu'il a répondu, Bordon? Bordon il a répondu: "regardez, tous les péchés que font les démochrétiens, je les fais bien aussi moi!". Et ce prélat a trouvé que Monsieur Bordon avait beaucoup d'esprit; voilà pourquoi maintenant il a englobé les églises dans l'Assessorat aux finances.

Pour ce qui concerne l'agriculture, je voudrais faire un reproche à l'Assesseur à l'agriculture; un reproche, c'est le premier reproche que je lui fais après une année et demie de cette Junte; j'ai reconnu une fois dans le passé, une fois ou deux, que l'Assesseur Maquignaz est un garçon diligent, il répond bien aux questions que les différents conseillers lui adressent, nous sommes convaincus qu'il est un honnête administrateur, mais je dois lui faire un reproche, c'est-à-dire il pense au reboisement, mais il a un peu trop la main faible pour ce qui sont les coupes des bois. Nous avons un triste exemple dans la coupe, horrible, barbare, qui a été délibérée par le Conseil Communal de Charvensod; c'est une coupe qui intéresse toute la zone, qui commence du vallon qui sépare le territoire de Charvensod du territoire de Gressan, la forêt continue jusqu'à l'Hermitage de St. Grat, elle continue jusque à Combe Tissière, elle continue jusque à Villa Théa, et elle descend sur Saint Pantaleon. C'est une zone très grande, et alors il y avait à espérer qu'en étant la zone de la forêt très grande on aurait fait une coupe, en somme, par de ces coupes, de ces coupes blanches "copa blantze", et on me dit qu'on fait presque une "copa blandze" dans la région; j'ai parlé dernièrement avec des habitants et des conseillers communaux de Charvensod qui sont renversés qu'on ait fait une coupe de ce genre.

Evidemment l'Assesseur Maquignaz n'est pas le seul responsable, l'assesseur ne peut pas voir tout, ceci nous le comprenons aussi, il y a les responsabilités de certains inspecteurs forestiers et à ce propos nous voudrions demander, et peut-être ce n'est pas le cas que l'Assesseur Maquignaz nous réponde maintenant, mais il pourrait nous répondre quand nous regarderons des arguments particuliers de chaque assessorat, nous voudrions savoir: on nous dit que ce sont en général les sous-officiers de la forestale qui vont voir ces coupes et que Messieurs les Inspecteurs s'arrêtent tranquillement à Aoste; si cela est vrai ce n'est pas régulier, parce que des coupes du genre devraient être visitées par un Inspecteur forestier.

Nous, qui sommes des ingénus, avons pensé dans le passé de faire des tas de caserne pour le corps forestier; pourquoi? Parce que nous disons, comme cela, de temps en temps on les transfère et comme cela il ne se mettent plus tant d'accord avec les marchands de bois, parce que vous savez qu'entre les marchands de bois et certains sous-officiers du corps forestier il y a des choses qui ne sont pas très belles à dire: cela a toujours existé, mais pas seulement les sous-officiers, j'ai fait une fois partir un certain commandant du corps forestier, ici à Aoste, qui s'était mis, il était d'accord avec les grands marchands de bois, naturellement, puis il s'était mis à faire le marchand en propre. À un certain moment j'avais su qu'il avait traité une grande partie de bois de cerisiers, il avait une faiblesse particulière pour le cerisier cet inspecteur forestier, alors je suis allé personnellement à Rome, et on me l'a envoyé dans les Pouilles et comme cela nous nous sommes délivrés. Et alors, de temps et temps il ne suffit pas de transférer, nous nous avons été vraiment des ingénus, nous avons été des Saint Benêts en croyant de résoudre ce problème avec les casernes du corps forestier; mais les sous-officiers connaissent tous les grands marchands de bois en Vallée d'Aoste, qu'ils soient à Villeneuve, qu'ils soient à Châtillon, qu'ils soient à Pont-Saint-Martin, c'est toujours la même chose, ils trouvent toujours, quand c'est le cas, je ne dis pas que ce soit la règle, ce sera peut-être l'exception, mais de temps en temps, quand il y a un peu trop de voix et de bruit qui courent sur certain Maréchal X, ou sur le Brigadier Y, ce ne serait pas mal de faire un petit voyage à Rome et d'aller dire, écoutez, faites le plaisir, transférez-le où vous voulez, dans le Canavais, dans le Vénétien où vous voulez, et alors peut-être il y aurait un peu plus de sérieux, parce que regardez que des coupes de ce genre donnent à douter, et à Charvensod on parle très mal de cette coupe, parce que on pense que "gatta ci cova".

Mon ami Fosson qui a une expérience en matière a fait une tournée dans les bois de l'Hermitage et je ne crois pas de révéler un secret en disant que aussi Fosson est de l'avis que cette coupe est vraiment une chose exagérée, d'autant plus déplorable que cette région là a des intérêts touristiques, de paysages et tout, si nous là nous faisons un désert dans la forêt de Saint Grat, dans une zone si grande, et alors nous recevrons les lettres des touristes qui protesteront quand ce sera trop tard, quand la hache aura déjà accompli sa fonction.

Voyez-vous, ceux qui sont, plusieurs qui sont dans le corps forestier croient de résoudre tout avec le reboisement; mais combien de temps il faut pour les reboisements? Il faut des siècles, il faut pour le moins des dizaines, des dizaines d'années, regardez, moi je reconnais que l'Assesseur Maquignaz a continué ce reboisement qui avait été commencé au temps de Fosson, et peut-être même de Monsieur Arbaney, le reboisement du côté du Col Fenêtre; eh bien, il y a des plantes hautes comme cela. Si vous de St. Pierre, ou de Variney ou de quelconque endroit de la Vallée vous regardez dans cette direction vous voyez qu'il y a une magnifique forêt.

Combien de temps il faudra pour reboiser cette zone-là? Il faudra pour le moins un siècle. Pour détruire une forêt c'est vite fait; il suffit d'une délibération comme celle de l'Administration communale de Charvensod, et l'Administration communale de Charvensod s'est prise une belle responsabilité devant ces administrateurs, parce que cela c'est une forêt qui avait été défendue jusqu'à présent, et moi je ne dis pas qu'il ne fallait pas couper les bois de temps en temps, mais alors il faut faire les choses rationnelles, il faut faire les choses raisonnable, il ne faut pas travailler pour les marchands de bois. Evidemment l'Assesseur à l'agriculture est en dehors de ces choses et il ne peut pas suivre et contrôler tout, et ce n'est pas facile de contrôler les dépendants.

Voilà, j'ai fait une espèce de carellata, sur certains arguments, je voulais parler, je voulais faire de la polémique de nouveau su Torgnon, l'Arc d'Auguste, la Maison de l'Hôtel des Monnaies, mais tout ce monde maintenant en Vallée d'Aoste connaît ces choses, la plus grosse, naturellement sur la Maison de Rue Hôtel des Monnaies, parce que arrivée à ce point l'Administration régionale doit payer 95.000, ou comme nous disons nous, dans le français valdôtain, nonante-cinq mille lires le mètre carré, pour une maison qui n'est pas faite, et qu'on pense qu'elle pourrait surgir et qu'elle ne peut pas surgir de cette manière parce que là à côté il y a les remparts romains, il y a la Tour Fromage, il y a la Tour qu'on a découvert dans la maison Boson, et alors là on a passé vraiment toutes les limites, mais "transeat" je préfère ne pas appuyer parce qu'il faut avoir quand même le sens des proportions, et nous parlons maintenant de la discussion générale sur le bilan.

Je veux dire un mot sur les parkings. Quand nous étions nous à l'Administration Monsieur Giuseppe Lucca il a écrit pour le moins 50 ou 60 articles: "bisogna fare i parcheggi, questa Giunta non fa i parcheggi; quando si faranno i parcheggi?". Nous, nous avions fait tout ce qu'il fallait faire pour faire le parking, celui de la Cathédrale et celui des Portes prétoriennes, nous avons acheté tous les terrains de la Cathédrale, nous avions un accord virtuel avec les révérends chanoines de la Chancellerie Episcopale et maintenant qu'est-ce qu'il y a? Plus rien. C'est tout arrêté; j'ai vu que dans le bilan il y a une somme importante sur les Parkings, mais il ne suffit pas allouer des sommes, parce que sur ces parkings, sur ces deux parkings on avait alloué pas mal d'argent, mais il faut faire, je ne dis pas allouer dans le bilan, il faut faire, il faut donner exécution.

Je ne sais pas quels sont les vrais motifs pour lesquels vous ne faites pas les parkings. Probablement vous pensez que ce n'est pas rentable pour les élections, qu'on fasse ou qu'on ne fasse pas les parkings dans la Ville d'Aoste, c'est relatif; c'est mieux donner les "caramelle", c'est mieux donner les subsides, c'est mieux de faire un tas de petites œuvres dans les communes pour puis dire "è l'è fran brave ci-s-assesseur... ecc.", voilà la petite politique que vous faites, vous, mais vous n'avez pas les grandes idées, vous n'avez pas les grands principes, vous n'avez pas les idées, comme disait il y a un moment, un conseiller de votre groupe, c'est-à-dire Germano; il me sera permis de citer de temps en temps Germano, et avec cela je pense qu'on ne dira pas encore "patto d'acciaio, patto d'acciaio", maintenant il répète ce qu'a dit Germano.

D'autre part je voudrais aussi vous dire une chose: à présent que le Palais Narbonne arrive à sa fin, est-ce que ce ne serait pas le cas de trouver, de résoudre les problèmes, ou pour le moins, le problème des musées régionaux qui sont nécessaires, au moins de quelques musées? Dernièrement j'ai été à Bayonne, avec mes collègues du Comité Central de la Fédération des Communautés ethniques européennes, et j'ai vu que dans la Ville de Bayonne il y a un musée Basque qui contient 40 salles immenses, et il y a un matériel de folklore magnifique. Pourquoi on ne fait pas, on ne pense pas de faire un musée du folklore à Aoste? Et pourquoi on ne change pas le siège de ce pauvre musée romain, qui est en danger? Moi pour mon compte j'ai eu une grande préoccupation pour ce musée romain, parce que j'avais peur qu'un jour ou l'autre une bande de voleurs dévalisent le musée romain et c'est pour cela que j'ai fait enlever le mur d'enceinte et j'ai fait mettre les barres à toutes les fenêtres, à toutes les portes, parce que, avec des portes internes, etc. pour éviter des désastres.

Pourquoi on ne sauve pas ce pauvre palais du prieuré de Saint Ours que les chanoines de Saint Ours, qui sont mes amis, je les aime bien, mais ils m'aiment aussi, mais cependant ils tiennent très mal ce Palais du Prieuré? Je crois que Aimé Berthet, tout clérical qu'il est, il me donne raison, n'est-ce pas que c'est vrai? Ce Palais il est très mal tenu; ce palais est loué à des familles qui ont un tas d'enfants, et ces enfants vont écrire avec le canif sur les fresques de la chapelle de Georges de Challand; si vous ne faites pas attention, un jour où l'autre ces fresques de la Chapelle de St. Georges seront complètement abîmées. Je sais que je ne vous en fais pas une faute, mais pendant votre administration quelqu'un a porté loin une jambe à ce Saint Ours, qui est dans les Chapiteaux du cloître de Saint Ours. Je sais que vous avez pensé de fermer un râteau, de part et d'autres, mais cependant le pauvre Saint Ours, avec votre régime a perdu une jambe, chose que, avec l'administration des ennemis de la Religion, cela n'est pas encore arrivé. Mais, en tout cas, regardez ce ne serait pas mal traiter avec les chanoines, avec le Prieur, je ne sais pas, avec la Collégiale de Saint Ours. Il faudrait prévoir d'acheter le Palais de la Collégiale de Saint Ours, et en faire un musée d'art sacré, parce que la Collégiale de Saint Ours a un Trésor magnifique, des œuvres d'art extraordinaires, mais elle les a cachées dans une sacristie, au lieu que ce serait toute une autre chose s'il y avait un musée d'art sacré à Saint Ours.

Voilà, ce qui vous manque à vous ce sont vraiment les idées, ce qui vous manque c'est un intérêt intellectuel, un intérêt culturel, un intérêt...

Montesano (P.S.D.I.) - 42 minuti, avvocato Caveri... lo voglio dire solo...

Caveri (U.V.) - Sì, ma ho quasi finito, anzi ho finito, ma Lei, Dr. Montesano dovrà ammettere che sono stato di una brevità inaudita, e non ho fatto altro che ripetere in fondo quello che hanno detto coloro che mi hanno preceduto.

Je me réserve, naturellement, de développer ces choses en parlant des différents assessorats.

Je ne parle pas de l'Assessorat à l'Instruction publique, je me rappelle que l'année passée, pendant la discussion générale, j'avais attiré l'attention de Monsieur Dujany sur la nécessité de réimprimer certains livres valdôtains qui étaient intéressants. Moi en ce moment, c'est inutile que vous preniez le crayon en main parce que je ne vous dirai pas cela, parce que je vous ai déjà dit l'année passée la liste complète des livres, pas complète, mais en somme, des livres principaux qui étaient à réimprimer. Vous, vous en avez, il me semble, réimprimé quelques-uns, et je serais content si, dans la discussion de votre bilan, de votre assessorat, vous vouliez bien me dire quels sont les livres qui ont été réimprimés, ou quels sont ceux qui sont en cours d'impression, ou ceux que vous pensez d'imprimer dans l'avenir et que, peut-être, si nous gagnerons les élections, nous imprimerons nous-mêmes avec votre permission.

Voilà, moi j'ai fini ma relation sur le bilan du 1968.

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Casetta? Cancellato.

Allora io chiedo al Consiglio cosa desidera fare, se chiudere la discussione generale e aspettare la risposta... Ci sono altri che chiedono la parola? Io rimanderei la risposta dell'Assessore al pomeriggio. Quindi, chiusa la discussione...

Allora, sono le 13,18, alle 15,30.

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La seduta è sospesa alle ore 13,18.