Oggetto del Consiglio n. 313 del 20 novembre 1967 - Resoconto
OGGETTO N. 313/67 - Proroga del periodo di caccia al camoscio nelle riserve di caccia. Richiesta di informazioni. (Interrogazione)
Maquignaz (D. C.) - Ai sensi del calendario nazionale di caccia, nelle zone delle Alpi può essere consentita fino a tutto il 15 dicembre, salvo nelle limitazioni che le Autorità preposte intendono imporre localmente.
Fino a quando il numero dei cacciatori e i mezzi di caccia erano tali da non produrre grave depauperamento del patrimonio faunistico, la caccia rimaneva libera sino alla data stabilita in campo nazionale. Senza andare tanto addietro si ricorda che nel 1962 la caccia al camoscio rimaneva aperta oltre la fine di ottobre, ma si dovette limitare in quel periodo e in tutta fretta a datare dal '62 a causa del grave chiasso prodotto dalla strage dei seicento camosci. Fatta questa piccola premessa, dovrei rientrare in quello che è l'argomento dell'interpellanza. Per quanto riguarda le riserve private faccio osservare che, mentre nel territorio libero non è possibile limitare i capi da abbattere perché la caccia viene esercitata liberamente malgrado il regime riservistico, nelle riserve private la limitazione dei capi è imposta ed è rispettata per il semplice motivo che i riservisti hanno tutto l'interesse di aumentare il patrimonio faunistico.
Pertanto mi pare che questa quota venga abbattuta a settembre o venga abbattuta invece a novembre, non ha molta importanza, in quanto che il limite dei capi da abbattere rimane fisso.
Quello che importa è che non si uccida più di quanto è stabilito, questo è ampiamente comprovato dal fatto che le riserve sono ricche di animali, quanto basta per consentire ai cacciatori liberi di abbattere più animali alla periferia di quanto non se ne abbatta dai riservisti dall'interno. E se tali zone protette non esistessero, ogni traccia di selvaggina sarebbe completamente sparita o sparirebbe in breve tempo.
Considerato poi che in base a tale ragionamento i miei predecessori hanno sempre concesso delle proroghe ai riservisti e abbiamo le lettere agli atti, purché destinati all'abbattimento degli animali facenti parte della quota, non vedo per quali ragioni oggi questo lo si consideri un ingiusto privilegio. Considerando, per finire, che il Comitato Caccia è l'unico organo che disponga degli elementi per fornire un parere obiettivo sulle concessioni a meno delle proroghe a favore dei riservisti, non ritengo di avere errato ponendo in atto un provvedimento che è stato suffragato dal parere del Comitato Caccia.
Tutto ciò premesso, non ritengo nemmeno di avere concesso nessun privilegio, anzi mi piacerebbe sapere di quali vantaggi godono i riservisti dal momento che ogni camoscio viene a costare oltre alle 100 mila lire tra le tasse e il personale di guardia, ecc. Io ho voluto chiedere al Comitato Caccia un piccolo rapporto informativo su quello che era la situazione faunistica nelle riserve private e ne ho avuto la seguente risposta, non leggo tutto in quanto che leggo solo la parte più importante.
"Faccio presente che nella riserva consorziale di Clavalité Dondena sono 600 camosci e 45 stambecchi. I camosci abbattuti nel '66 sono 50. Nella riserva del Monte Bianco a Courmayeur ci sono 650 camosci, abbattuti nell'anno '66, 25.
Nella riserva di Clavalité-Saint-Marcel 750 camosci e 38 stambecchi, camosci abbattuti nel '66, 22.
Nella riserva consorziale di Rhêmes-Notre-Dame, camosci 600 e stambecchi 160 e abbattuti nel '66, 25".
Quindi è chiaro che con queste cifre noi ci rendiamo conto che le riserve sono quelle che tengono proprio al ripopolamento delle zone circostanti. Visto che è limitato il numero dei capi che loro abbattono, mi pare che non ci sia nessuna osservazione e ritengo di essere a posto se noi abbiamo autorizzato questa proroga che del resto era già stata fatta precedentemente, sentito poi anche il parere del Comitato Caccia.
Manganoni (P.C.I.) - Ha detto Maquignaz "abbiamo portato la chiusura alla fine di ottobre", ma come? Avete anticipato la chiusura nel confronto del territorio nazionale. D'accordo su questo io sono pienamente d'accordo con lei. Limitato, lui dice che nelle riserve è limitato il numero da abbattere, per l'interesse dei riservisti ecc. Innanzitutto c'è questo, che controlla, lei dice, l'interesse stesso dei riservisti. Ma l'interesse stesso dei riservisti, perché risulterebbe da una relazione che è nelle mani dell'Assessore, che a Dondena, non avviene proprio questo perché dice la legge che si può abbattere il 5% dei capi di selvaggina della riserva. Ora, se nella riserva di Dondena, i soci, i proprietari della riserva sono sei e possono abbattere un numero massimo di nove a testa, recentemente hanno aumentato il numero, sei per nove fa 54, 54 è il 10% di 600 circa e non già il 5%. Quindi qui, nella riserva di Dondena, per fare un esempio, i riservisti stanno violando i regolamenti della caccia, uno, tanto è vero che risulterebbe ed io penso che l'Assessore lo saprà, che dato che il numero dei camosci maschi di una certa età, adesso io, non sono un cacciatore, è un numero così limitato che per raggiungere il numero di nove capi a testa, per ogni riservista si abbattono anche delle femmine adulte accompagnate dal capretto dell'anno. Ora qui altra violazione perché pare, mi sembra che fuori dalle riserve, la madre quando ha il camoscio piccolo al presso non si possa abbattere, ora qui bisognerebbe seguire un po' di più, controllare un po' di più queste riserve. Sia chiaro, Maquignaz, io non le dico mica di andare a controllare le riserve, so che lei non può farlo, però ci sono degli organismi, ci sono degli incaricati, io non so chi è incaricato, queste associazioni, comitati di cui io ci capisco poco, io non sono un cacciatore.
Però lì bisognerebbe aumentare un pochino la sorveglianza, mi riferisco a quella riserva specifica, perché pare che in altre riserve ci sia effettivamente la coscienza da parte dei riservisti e limitano effettivamente il numero dei capi da abbattere. Però, dice Maquignaz, se non esistessero le riserve non ci sarebbe più selvaggina. Anche qui sono d'accordo con lei; però io voglio fare osservare due cose: 1) i riservisti non è che fanno le riserve solamente per ripopolare le zone adiacenti per i cacciatori, no, lo fanno prima di tutto perché hanno i quattrini, perché non so, io non potrei concedermi una riserva, in secondo luogo sono delle soddisfazioni, il poter dire ho le riserve come certi riservisti e portare le cugine ventenni a vedere le proprie riserve, no, padronissimi di farlo... (voce: beati loro...) ...beati loro si capisce, ma ci vogliono i quattrini, come te Pedrini, che puoi farlo, io no! Allora vedi le riserve, io non sollevo in lui questo problema, le riserve, si potrebbero anche avere le riserve, ma per esempio bandite dal Comitato in seno dalle riserve regionali ecc.
Problemi non da sollevare oggi, oggi, no. Quindi si ripopolerebbe lo stesso con un aggravio, io ne convengo.... la Regione no, però non sarebbe più il privato che potrebbe andare con gli amici e le cugine e dire "guarda quanti camosci ho io, ecc.".
È sempre stato concesso, è vero anche questo Maquignaz, però forse prima non erano mai avvenute delle proteste. Ora invece sembra, almeno da quella relazione che mi è pervenuta, che adesso ci sono state, se non delle proteste generali di cacciatori, perché non potranno tutti fare delle proteste, ma da una parte di questi ci sono state delle proteste, ed allora, io non voglio mica accusarlo, metterlo sul banco degli accusati ma dico "teniamone conto di queste proteste, esaminiamo se sono fondate", esaminiamo perché questa relazione, che io non ho avuto il tempo di leggerla tutta perché avevo tutti questi allegati che mi ha dato Montesano all'ultimo momento e non potevo leggermi quest'altra. Ed allora conosco solamente alcuni punti, però dico, oggi non quest'anno che è chiuso, esaminiamo, vediamo i provvedimenti per l'anno prossimo, perché dice il Comitato caccia è d'accordo, anche qui ha ragione, non tutti, perché pare che uno dei quattro rappresentanti dei cacciatori abbia votato contro. Questo può anche darsi, però cosa abbiamo detto un momento fa parlando dei Presidenti della sezione della caccia? Si è detto, no della pesca, ma hanno sentito i pescatori, no, io penso che forse la stessa domanda si può proporre, vero, per i presidenti delle sezioni caccia.
Ora io non voglio dilungarmi su questo, però a me, non cacciatore che non me ne intendo di fucili, di camosci, di selvaggina perché io quello lì rispetto, a me piace la selvaggina, non quando la si ammazza ma quando trotta libera, la si vede d'estate, però è evidente e palese questa ingiustizia. Il cacciatore che non ha la riserva, lo era alla fine di ottobre quando non può più andare a caccia.
Quegli altri signori che hanno la fortuna di avere una riserva a loro disposizione, di potersene andare su tranquillamente a ammazzare i capi che vogliono, quelli possono ancora cacciare quindici giorni dopo, quelli che hanno già dei privilegi e molti privilegi nei confronti dei cacciatori liberi di quelli che non hanno riserve.
Ora siamo obiettivi, è evidente questa ingiustizia, perché quello lì deve cacciare, io devo appendere il fucile a un chiodo, no, quello lì può ancora andare a cacciare.
Dice Maquignaz va bene ma c'è il numero limitato da abbattere, che li abbatta prima o che li abbatta dopo, ma un momento, ho detto prima a parte il fatto che non è che vadano a controllare quanti ne abbattano, quindi potrebbero anche sorgere dei dubbi che ne abbattano qualcuno in più.
Ma, la questione, direi, è un po' una questione morale come, io cacciatore, io mi metto, immagino la passione del cacciatore di sparare, quella di appendere il suo fucile al muro poi sente là sopra quegli altri privilegiati che "pan, pan", quelli continuano a sparare e ad ammazzare i camosci. Ma questo numero limitato di capi da abbattere, li abbattano prima, cioè prima della scadenza, prima della chiusura della caccia. Io penso che c'è tutto il tempo, io parlo di questi di Dondena, non so per gli altri, non ho avuto il tempo per approfondire, ma se si possono abbattere 9 capi, la caccia del camoscio per quanto è aperta un mese, due mesi, un mese e mezzo, cos'è, e bene, andate in questo mese e mezzo lì, in quel periodo lì ad abbattere i camosci, perché loro possono andare ad abbattere dopo per sollecitare un po', diciamo, l'invidia degli altri cacciatori poveretti che non hanno delle riserve, che loro sono lì a guardare e quegli altri continuano "pan, pan, pan" a sparare, a portare giù i loro trofei ecc. È una questione di ingiustizia, ed allora io non voglio drammatizzare, non voglio incolpare nessuno, però quest'anno è andata così, chiuso, io direi, la questione dovrebbe essere esaminata l'anno prossimo. E dicendo a questi Presidenti dei cacciatori che sentano un po' la loro base come abbiamo parlato per la pesca questa mattina, mi pare che loro prendano delle posizioni, però senza sentire cosa dicono i loro associati. Perché da quanto io penso, io dico questo, io ho sentito dei cacciatori che mi hanno fermato e dire "ah, hai fatto bene, perché quella è un'ingiustizia che non va", ma quelli non erano i Presidenti, quelli erano i cacciatori, i semplici cacciatori. Io chiudo dicendo, rivediamo nel prossimo anno di evitare questa ingiustizia che favorisce della gente dei cacciatori, che già sono privilegiati nei confronti degli altri, solamente perché hanno un sacco di quattrini.
Artaz-Dotto (P.C.I.) - Volevo solo aggiungere una sola cosa a quanto ha già spiegato Manganoni.
Penso che l'Assessore Maguignaz non sappia la verità o che l'abbiano mal informato. Lui dice che i riservisti hanno l'interesse di aumentare la selvaggina, io penso che possa essere così, ma di fronte alle prove non tutti i riservisti agiscono in questo senso. Signor Maquignaz, ha detto che nella riserva, se non sbaglio, non so se è preciso il numero di Dondena, ci sono circa 600 camosci, e nella riserva di St. Marcel invece sono 750. Qui voglio fare presente una cosa: che la riserva di St. Marcel è tre volte più piccola di quella di Dondena, quella di Dondena, con 600 camosci è tre volte più grande di quella di St. Marcel. Dunque vede la differenza che c'è da riservista a riservista; come mai quella riserva di Dondena ha solo 600 camosci e sono nove soci che cacciano come ha detto Manganoni e si fanno la quota come vogliono loro, nove o sei hanno fatto la quota di 9 camosci, e chi li ha mai controllati quanti ne hanno abbattuti? Non dico di fargli dei controlli periodici come dice la legge, ma almeno di chiedergli un resoconto per sapere se ne hanno abbattuto quel 5% o quanti. Tutte queste cose qui dimostrano che il Comitato Caccia è di manica molto larga, molto larga con i riservisti e questo è facile capire il perché. Io direi all'Assessore Maquignaz d'interessarsi, di vedere il problema a fondo e vedere chi ha torto e chi ha ragione, perché questo penso che non sia un impopolare ma un ingiusto provvedimento di concedere ancora una proroga a loro mentre i cacciatori che l'hanno richiesta ripetute volte no, che sono duemila mentre i riservisti saranno sette-otto, non so quanti.
Maquignaz (D.C.) - Sono d'accordo che si sono riscontrate delle irregolarità nella riserva di Clavalité, c'erano anche delle irregolarità dal punto di vista amministrativo, cioè che il Consiglio di amministrazione non era a posto. Noi abbiamo provveduto a rimediare a questo ed ora ha nuovamente un Presidente, prima non c'era.
Qui, dai dati che io ho letto, risulta effettivamente che loro hanno abbattuto 50 camosci su 600 perciò hanno abbattuto più delle altre riserve, sono d'accordo e questo è più di quello previsto. Però volevo solo precisare che questi dati ci sono stati forniti in seguito a sopralluogo fatto da parte del Comitato Caccia, quindi non sono dei dati messi così, sono effettivamente dei dati molto approssimativi, perché non sarà mai possibile contare i camosci fino all'unanimità. Quindi quello che posso assicurare è questo, che io m'interesserò nuovamente presso il Comitato Caccia perché curi attentamente e veda di evitare questi abusi e queste speculazioni da parte dei riservisti.
Resto fermo invece sul concetto che ho espresso prima, che mi pare sia più opportuno e più logico concedere una piccola proroga di dodici giorni quando il numero dei capi è limitato, che non invece a quelli in cui il numero non viene controllato.
Però per il controllo sono d'accordo bisogna farlo.