Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 239 del 20 settembre 1973 - Resoconto

OGGETTO N. 239/73 - Disegno di legge regionale concernente la costituzione di fondi di rotazione regionale per la promozione di iniziative economiche nel territorio della Valle d'Aosta. Riapprovazione.

Dujany (DP) - Il Consiglio regionale dell'adunanza del 15 marzo del 1973 aveva approvato il disegno di legge sulla costituzione dei fondi di rotazione regionale per la promozione di iniziative economiche nel territorio della Valle.

La Commissione di Coordinamento, in data 27 aprile del '73 ha rinviato tale legge con alcune osservazioni.

Una prima interessava e riguardava gli interventi in materia di agricoltura che si presumevano in contrasto con le direttive della Comunità europea e una seconda osservazione prevedeva un contrasto fra l'ordinamento dello Stato stabilito da una legge nazionale del 1928 e le norme attualmente in vigore.

La Regione ha preso contatti, l'Amministrazione regionale ha preso contatti con la Comunità Europea per chiarire questi problemi sollevati dalla Comunità Europea in una riunione avvenuta presso il Ministero degli Esteri fra rappresentanti della Comunità Europea, della Regione e del Ministero degli Esteri e sono stati chiariti questi problemi e i chiarimenti sono contenuti nella lettera che è stata allegata al referto.

Per quanto riguarda invece le osservazioni interessanti, chiamiamolo così, i problemi interni in contrasto con le leggi nazionali e con l'ordinamento generale dello Stato si è sostenuto che particolari prestiti di favore previsti da questa legge rispetto alla legislazione nazionale, sono lo conseguenza della particolare situazione montana in cui si trova collocata tuttala Regione Valle d'Aosta e l'abbandono delle campagne a cui è soggetta questa Regione nonché la polverizzazione della proprietà stessa.

E quindi si ritiene opportuno di ribadire il vecchio testo della legge nella sua sostanza in quanto si ritengono che le osservazioni fatte non siano valide e non siano soprattutto conformi alle necessità della nostra popolazione e non tengono conto anche degli ultimi provvedimenti dello Stato contenuti nella legge del cosiddetto Piano Verde che sono migliorative rispetto alle leggi richiamate del 1928.

Si propone quindi al Consiglio di riapprovare il testo legislativo così qual era nella sua prima dizione.

Dolchi (Presidente) - È aperta la discussione generale, chi chiede la parola.

Informo il Consiglio che la Commissione Affari generali e Finanze ha preso in esame il provvedimento ed ha espresso parere favorevole alla sua approvazione. In proposito ha chiesto la parola il Consigliere Andrione.

Andrione (DC) - Già la Commissione Affari generali ha approvato questo emendamento che concerne la lettera c) dell'articolo 3 dove è scritto: " i proprietari da almeno due anni", e allora, prima della parola "da almeno", aggiungere l'emendamento seguente di modo che l'articolo suonerebbe così: "i proprietari e i loro aventi causa se i successori per qualche titolo" (che vuol dire donazione o vendita o successione) "entro le categorie stabilite dall'articolo 565 del Codice Civile" il che vuol dire questo: dato che la partizione comunale è estremamente piccola, e che succede molto sovente che qualcuno che abita a Charvensod, per esempio, ha dei figli che sono cittadini di Aosta, se questo viene a morire o fa donazione ai figli o vende ai figli, o ai nipoti, a chi volete voi, questi non avrebbero diritto perché non sarebbero proprietari da almeno due anni e quindi con questo emendamento si stabilizzerebbe che entro i limiti della successione legittima per qualunque titolo vengano ceduti i beni, da noi si usa l'espressione "bailler partazo" si hanno questi benefici che oltre ad essere un atto di giustizia è anche una questione che può facilitare molte successioni.

Io passo al Presidente del Consiglio l'emendamento.

Tonino (PCI) - Fra tutti i problemi che, importanti, che stanno alla base del Fondo di rotazione vi è un problema molto importante che è quello della Quinzio Rossi di Verrès, la quale si trova in una crisi tutta, come voi sapete, una crisi latente da diverso tempo.

Ora, si sa, la parte del Comitato di fabbrica, gli operai della fabbrica che il curatore del Presidente ha fatto sapere che nella data del 10 ottobre si sarà la chiusura di quello stabilimento in quanto viene dichiarato il fallimento della fabbrica, insomma.

Ora, quello che vorrei sapere io è se è possibile dare a questa delibera una procedura di urgenza affinché la delibera non segua tutto quell'iter lungo che deve seguire tramite Comitato del Coordinamento per giungere ad una conclusione della vertenza che c'è tra la Regione con il mutuo che deve essere dato a questa nuova Società di Milano che dovrebbe riacquistare questo stabilimento della Quinzio Rossi e se non è possibile ciò, vedere attraverso quella premessa dei duecento milioni che si è promesso prima, se è possibile almeno andare incontro con questo per non arrivare al pericolo della chiusura dello stabilimento dilagato il 10 ottobre, il che vorrebbe dire il licenziamento di tutti gli operai.

Chiedo se è possibile; l'estensione di questi duecento milioni in qualche forma, non so in che modo, insomma, veda la Giunta come lo può fare, insomma.

Oppure se c'è una garanzia sicura che non si arriverà al fallimento e non si arriverà al licenziamento degli operai, ebbene allora, vediamo.

Caveri (UV) - Je demande au Président Dujany; j'ai sous les yeux une annexe précédente. Je voudrais savoir si le paragraphe (per quanto non previsto dalla presente legge in materia... delle norme contenute nella legge 5 luglio 1928 n. 1660 e successiva... e integrazioni) est-ce-que ce paragraphe reste dans le texte définitif et à quel article est ajouté?

Dans le vieil annexe qu'on avait donné aux Conseillers sur le n° 11 à page 2 il y avait écrit "nuovo testo, articolo 13, comma aggiunto", "per quanto non previsto dalla presente legge in materia di credito agrario si praticano le norme contenute nella legge 5 luglio 1928, 1760 e successive modificazioni e integrazioni".

Je voulais savoir si ce paragraphe reste ou s'il est supprimé et s'il n'est pas supprimé à quel article est ajouté.

Dujany (DP) - C'est-à-dire, il reste, n'est-ce pas, le texte original. C'est-à-dire, le problème est un peu celui-ci: nous avons estimé opportun de reconfirmer la loi telle qu'elle était et c'est aussi à ce sujet que j'ai beaucoup de doutes d'approuver l'amendement présenté par Monsieur Andrione et même les autres qui ont été présentés par la Junte, pour éviter que la loi reprenne un nouveau iter, qui soit considéré une modification de la loi de façon que la Commission de Coordination puisse refaire ses observations et à la suite reporter au Conseil et à la suite reprouver pour l'envoi définitif.

On voudrait que cette confirmation de la loi précédente soit l'iter définitif suivi par le Conseil en deuxième séance, autrement évidemment son exécution risque de retarder, risque de retarder et il risque justement de ne pas avoir exécution dans un délai de temps convenable.

Caveri (UV) - Une demande de renseignement. Si j'ai bien compris, les dernières quatre lignes de l'article 12, selon ce qui a dit le Président Dujany, seront supprimées, alors, "nei limiti alle altre condizioni previste dalle leggi 5 luglio 1928 e successive modificazioni e integrazioni" aussi ceci sera supprimé, mais alors comment? Mais alors c'est un texte nouveau, ce n'est pas le vieux texte comme vous dites-vous, parce que dans le vieux texte il n'y avait cela.

Dujany (DP) - On a inséré dans cet article ce qui était inséré comme amendement, justement pour favoriser le principe de l'iter législatif définitif.

Caveri (UV) - Alors, cette phrase reste, cette phrase est insérée en quel article? Oui mais alors, ce n'est pas le vieux texte, c'est le nouveau texte, conclusion et oui, parce que vous avait mis: "testo originario, articolo 12" sans cette phrase, puis à droite il y a: "nuovo testo, articolo 12", avec la phrase que j'ai vue, maintenant vous me dites que cette phrase fait partie de l'article 12, et alors c'est un nouveau texte.

Il me semble qu'il y a un peu de confusion, quoi? Il arriva ceci quand on fait plusieurs annexes... les questions et à la fin on ne comprend plus quel est le texte définitif.

Allora qual è la conclusione?

Dujany (DP) - La nuova parte viene tolta e rimane la vecchia dizione.

Caveri (UV) - Viene tolta anche questa frase che ho letto, l'ultima, quella che "nei limiti e alle altre condizioni previste dalla legge 5 luglio 1928 e successive modificazioni" viene soppressa anche quella? La logica formale, se si dice che rimane il testo vecchio dovrebbe essere quella, questo prescindendo dalle ragioni di merito e di opportunità, eh?

Io penso che il Consigliere Andrione ha delle riserve da fare su quello che ha detto il Presidente Dujany sulla questione dell'opportunità di stare al vecchio testo, perché io non voglio portare via la materia al Consigliere Dujany. Non, non dites-vous parce que vous êtes-vous qui...

Andrione (DC) - ...à l'amendement, ce que Monsieur Dujany vient de dire que on pourrait accélérer l'approbation de cette loi si elle a été approuvée dans le même texte, et je ne dis pas fort, ça me laisse très douteux parce que ce n'est pas le même Conseil qui revote la loi. Or, dans le Statut on parle de deux approbations par le même Conseil.

Il est vrai que ici pratiquement les Conseillers sont les mêmes ou presque, il y a quelque changement mais pas grand-chose, mais si j'étais moi Président de la Commission de la Coordination, celle-ci serait une loi nouvelle, parce que, la Junte a presque pas changé, on a fait que éliminer Maquignaz, mais ça pour des raisons particulières. Mais à part cela, je dis, si j'étais Président de la Commission de Coordination, celle-ci serait une loi nouvelle, législative nouvelle, parce que on ne peut pas soutenir la thèse que la Chambre des Députés c'est comme ça, à part la question d'analogie, ce n'est plus le même Conseil qui vote la même loi et alors, pour ce qui me concerne je maintiens l'amendement.

Dolchi (Presidente) - Vorrei fare una precisazione se i Signori Consiglieri me lo permettono e se il Segretario generale mi vuol seguire, forse vediamo di venire a capo di queste difficoltà dovute forse ad alcune sovrapposizioni o omissioni.

Noi abbiamo avuto un primo testo con gli oggetti all'ordine del giorno con gli allegati, poi questa mattina una nuova distribuzione con un cosiddetto nuovo testo con degli emendamenti, però il testo proposto della legge era uguale per cui mi sembra di essere nel giusto quando dico e richiamo la vostra attenzione a pagina 5, articolo 12 che non va preso in considerazione l'emendamento proposto circa l'abolizione di sei parole per la durata massima di un anno, non va presa in considerazione, mentre vi pregherei di cancellare le ultime tre righe, quelle in cui si parlava prima, ed esattamente le parole "nei limiti o alle altre condizioni previste dalla legge 5 luglio 1928" cioè fino al punto. Le ultime tre righe dell'articolo 12 dalle parole "nei limiti" fino al punto. Vi pregherei di cancellarle.

Vecchio o nuovo sono uguali, Consigliere Caveri, in questo articolo, e quindi la dizione, diciamo così, esatta è quella che io adesso vi dico, cioè quella scritta con la cancellazione delle tre righe finali dell'articolo 12 e la cancellazione del secondo comma dell'articolo 13, cioè "per quanto non previsto dalla presente legge in materia di credito agrario si applicano le norme contenute nella legge 5 luglio ecc." fino al punto.

Quindi, il nuovo testo che indipendentemente dall'allegato era lo stesso, viene definitivamente stabilito agli artt. 12 e 13 con la cancellatura delle ultime tre righe, per quanto riguarda l'articolo 12 e delle ultime quattro righe per quanto riguarda l'articolo 13, mentre non devono essere prese in considerazione le proposte di emendamento di cui al foglio allegato perché riguardano questo secondo comma che doveva essere trasportato all'articolo 14 e che quindi non essendoci più, non ha ragione di essere trasportato all'articolo 14.

Allora, allora, con questa ultima precisazione poi do la parola al Consigliere Caveri, il vecchio testo, e quindi l'articolo 12 e quindi la eliminazione dell'emendamento portano se mi seguite, all'articolo 12 a questa dizione definitiva e cioè: "è autorizzata la concessione di prestiti agrari di conduzione per la durata - cancellare la parola massima - di un anno" e aggiungere la parola "rinnovabile" al tasso annuo d'interesse dell'uno per cento ecc. fino alla parola "nei limiti ed oltre" fino alle ultime tre righe che vanno cancellate.

È chiaro? La parola al Consigliere Caveri.

Caveri (UV) - Mi sembra, Signor Presidente, che lei ha risposto alle domande che io avevo fatto al Presidente della Giunta, cioè da quello che lei ha detto rimarrebbe chiarito che le ultime quattro righe del nuovo testo dell'articolo 12 del primo allegato, queste vengono soppresse. Questo lo ha chiarito il Presidente Dolchi, poi vengono anche soppresse le cinque righe del comma aggiunto all'articolo 13.

Questa è l'affermazione del Presidente Dolchi ed è una risposta alle domande che ho fatto al Presidente Dujany.

A questo punto però, poi Lei Presidente Dolchi, ha detto che vengono annullati gli emendamenti, ma vorrei sapere perché abbiamo ancora un allegato suppletivo all'oggetto n. 11 e quindi mi pare che questo emendamento rimanga all'articolo 12 seconda linea, perché lei dice che bisogna togliere, bisogna dire "durata rinnovabile" e non "massima di un anno", è vero. Quindi questo emendamento rimane e rimane anche questo emendamento secondo di questo terzo allegato che abbiamo ricevuto sull'argomento.

Chiarito questo, se è chiarito, è così? Ho capito bene? Perché allora avrei altre osservazioni da fare.

Dolchi (Presidente) - Se mi permette Consigliere Caveri è questo, l'emendamento, il primo emendamento dell'allegato suppletivo all'oggetto 11 viene eliminato e il testo ritorna al testo originario, quindi con la cancellazione della parola "massima" e l'aggiunta di "rinnovabile dopo un anno" è sempre la seconda riga dell'articolo 12.

Caveri (UV) - ...perché alla dizione della "durata massima di un anno" si sostituisce quell'altra che mi sembra che sia una tautologia perché "durata rinnovabile", perché si è fatta questa modificazione e poi mi rimarrebbe un'ultima osservazione ma la farò più tardi, quando avrò avuto questo chiarimento.

Chanu (DC) - Scusi Avv. Caveri, non credo che sia una tautologia perché proprio se fossero rimaste le due parole "massima e rinnovabile" ci sarebbe una contraddizione. Se si mette per la durata massima evidentemente si esclude la rinnovabilità, togliendo la durata massima si dà forza al concetto di rinnovabilità, durata di un anno rinnovabile.

Caveri (UV) - ...si incontrano di nuovo i fulmini della Commissione di Coordinamento o meglio, si incontrano più facilmente i fulmini della Commissione di Coordinamento perché questo è evidente, si ricade, si ricade nelle osservazioni della Commissione di Coordinamento. Adesso, io dico, se vogliamo fare la resistenza Farouche fino all'ultimo sangue, facciamola pure, però è questione di opportunità.

Per cui, in questo momento il Consigliere Blanc mi fa un'osservazione giusta perché allora cade l'osservazione del Presidente Dujany perché il testo è in realtà un testo nuovo e non è un testo identico a quello di prima, ma a parte questa considerazione, io ne voglio fare un'altra, e cioè: a me pare che l'emendamento che è stato presentato dal Consigliere Andrione è necessario perché, perché altrimenti, per le ragioni già dette dal Consigliere Andrione, vi sono alcune categorie di valdostani che possono essere esclusi dai benefici di questa legge per delle ragioni ovvie che io non sto ad illustrare.

Perché si dice, facciamo la stessa legge così poi non si ricomincia l'iter, intanto l'iter ricomincia per le ragioni dette da Andrione, e cioè che il Consiglio è un altro, anche se la Giunta è la stessa, è vero, ma mi pare che è talmente fondato l'emendamento Andrione che necessita assolutamente di adottarlo.

Chissà perché dobbiamo fare una legge cattiva che esclude categorie di valdostani solo per dire che la legge è sempre quella, è sempre la stessa.

Andrione (UV) - Io, a quanto ha detto l'Avvocato Caveri, vorrei aggiungere che l'allegato fatto, credo a cura della Giunta, dice che la Commissione di Coordinamento è, uno, due, tre, quattro, cinque, il quinto comma dell'allegato dice: il disegno di legge in esame appare inoltre in contrasto con i principi dell'ordinamento dello Stato richiamati dallo Statuto speciale della Valle d'Aosta creando in materia di credito agrario e qui segue una lunga chiacchierata sia per quanto riguarda la durata dei prestiti, cioè la famosa questione della durata di un anno rinnovabile, ha incontrato l'opposizione della Commissione di Coordinamento. L'emendamento che era stato presentato prima e che diceva durata massima di un anno e che come giustamente diceva l'Avvocato Chanu esclude la rinnovabilità era per evitare il contrasto con la Commissione di Coordinamento.

Se noi invece vogliamo andare oltre e dire che per noi la durata dei prestiti è annuale ma rinnovabile, cioè in pratica vuol dire che non è più annuale, però dobbiamo aspettarci una ripulsa o per lo meno un'altra serie di discussioni con la Commissione di Coordinamento.

Se invece scegliamo l'altro corno dell'alternativa e modifichiamo la legge vuol dire che, a parte le ragioni che io ho espresso prima è una legge nuova, e quindi io mi permetto di dire che in una legge nuova ci va ben o anche il mio emendamento.

Dujany (DP) - Intanto mi pare che non sia esatto quanto sostenuto dal Consigliere Andrione che questo è un altro Consiglio e quindi il provvedimento è diverso. Lo Statuto non accenna per nulla a questi due poteri del Consiglio perché dice: ogni legge approvata dal Consiglio Valle è comunicata al rappresentante del Ministero degli Interni, Presidente della Commissione di coordinamento che salvo il caso di opposizione deve vistarla entro il termine di trenta giorni.

La legge è promulgata ecc...

Il rappresentante del Ministero degli Interni quando ritenga che una legge approvata dal Consiglio della Valle ecceda la competenza della Regione o contrasti con gli interessi nazionali con altre Regioni la rinvia al Consiglio della Valle nel termine fissato per l'approvazione del visto ove il Consiglio della Valle la approvi di nuovo a maggioranza assoluta dai suoi componenti il Governo della Repubblica entro quindici giorni ecc... quindi diciamo, presuppone una continuità del Consiglio regionale indipendentemente dalle scadenze ecc...

A parte questa osservazione che ci condurrebbe naturalmente ad una disquisizione da cui non usciremmo più, mi pare che il problema di fondo è questo, riteniamo che le osservazioni sollevate dal Presidente della Commissione di Coordinamento non siano valide.

Le prime per quanto attiene ai rapporti fra Regione e Comunità Europea in quanto è stato raggiunto un accordo a seguito di un incontro, le seconde in quanto la Commissione di Coordinamento richiama una legge del 1928 che ci pare che non si conduca nei principi generali dello Stato. D'altra parte questa legge dello Stato che è cosiddetta del Piano Verde che rappresenta già e richiama dei criteri di facilitazione nei riguardi dell'agricoltura rispetto alla legge del 1928.

Quindi noi riteniamo opportuno di ribadire la stessa legge quale era prima proprio per favorire maggiormente l'iter legislativo di questo testo. Questa è la situazione.

Mi pare che tutte le altre osservazioni, mi pare che non siano di molto conto, salvo che qualcuno non voglia diventare il grande protettore della Commissione di Coordinamento o del Presidente della Commissione di Coordinamento.

Caveri (UV) - Nessuno pensa di noi a difendere la Commissione di Coordinamento, lungi da noi questa idea perché noi ci siamo sempre trovati in vivacissima polemica con tutti i Presidenti della Commissione di Coordinamento e quindi non diventiamo i difensori d'ufficio oggi dei Presidenti della Commissione di Coordinamento, dell'attuale Presidente della Commissione di Coordinamento, però mi permetto solo di dire che mi sento dalla prima parte esposta dal Presidente Dujany per questa ragione che non è un mistero per nessuno, che data la rapidità del tempo attraverso il quale è stato varato il nostro Statuto, il nostro Statuto è ricco di lacune e di dimenticanze e tra l'altro in questa materia è evidente che coloro che hanno redatto questo Statuto non hanno pensato in questa materia che è possibile che il Consiglio cambi e il Consiglio cambia ogni tanto.

Per cui non essendo prevista questa eventualità che invece esiste ecco che bisogna applicare i principi generali di diritto pubblico e i principi generali dello Stato e quindi c'è un parallelismo tra quanto avviene, ci deve essere un parallelismo tra quanto avviene al Consiglio regionale perché se, voi sapete benissimo che tutte le proposte di legge presentate in una, alla Camera o al Senato in una precedente legislatura decadono, come decadono anche le leggi se sono approvate alla Camera e non sono approvate al Senato, per cui i parlamentari ripresentano di nuovo le loro leggi, a me pare che sia così.

Andrione (UV)- Io ripeto che leggo quanto la Giunta ci ha fornito e quindi non so se è esatto ma a pagina 3 dell'allegato credo l'ultimo in cui si parla di una raccomandata espresso inviata il 1° agosto 73 al Ministero degli Affari Esteri, a pagina 3 a primo, secondo, terzo, quarto comma si dice: "per quanto concerne poi l'applicazione dell'articolo 12 non vi sono problemi perché trattasi di prestiti della durata di un solo anno".

Ora, io vorrei sapere perché in questa lettera non è stato detto se l'anno era rinnovabile o meno, perché dalla lettura fatta da me incompetente in materia, sembrerebbe che si sia accettato il concetto che il prestito non è rinnovabile, ragione per la quale si era parlato della durata massima di un anno.

Adesso io non so, può darsi che invece sia contrario, però allora direi che questi allegati sono stati fatti con i piedi e non con le mani.

Vorremmo sapere qual è l'accordo che è avvenuto con Signor Quazzoroni c'è scritto qui, vorremmo sapere qual è l'accordo, perché per noi va bene, va bene anche rinnovabile di un anno purché si sappia che questo tipo di modificazione e di mantenimento della vecchia legge è accettata dalla Commissione di Coordinamento, il rovescio della difesa della Commissione di Coordinamento, l'interesse di fare passare presto questa legge, vuol dire di fare passare in maniera tale che sia approvata dalla Commissione di Coordinamento.

E, lasciando perdere la discussione di carattere costituzionale già fatta dall'Avv. Caveri, a noi interesserebbe che questa legge all'articolo 12 dica chiaramente qual è la posizione del Consiglio, si può anche assumere una posizione rigida nei confronti della Commissione di Coordinamento, però sapremo quali sono gli effetti, oppure se si accetta di modificare la legge non si vede perché non si può accettare un emendamento migliorativo della stessa.

Maquignaz (DP) - Mi pare che stiamo complicando le cose, all'articolo 12 io direi che se noi sopprimiamo la parola massima cioè, sopprimiamo la parola massima e non parliamo più di rinnovabile perché è già esplicito che i prestiti vengono rinnovati tutti gli anni, cioè le cooperative, i privati potevano rinnovare i loro prestiti anno per anno, tutti gli anni è la durata che non può superare l'anno secondo la legge sul prestito agrario.

Quindi se noi sopprimiamo per la durata massima e prendiamo solo per la durata di un anno non è nemmeno necessario di parlare di rinnovabile perché questo avviene già normalmente.

Per quanto riguarda invece la soppressione delle ultime tre righe e dell'ultimo paragrafo dell'articolo 13 è chiaro che se noi adottiamo questa posizione rigettiamo le osservazioni del Coordinamento e ritorniamo alla versione precedente, alla prima versione e io sarei anche d'accordo però mi pare che è superfluo parlare di rinnovabile quando di fatto lo è già rinnovabile il prestito.

Dujany (DP) - Allora riconfermare il testo precedente.

Maquignaz (DP) - per la durata di un anno.

Dolchi (Presidente) - Signori Consiglieri, per quanto riguarda gli articoli 12 e 13 che sono stati trasmessi in allegato attuale, recente con la convocazione a questa seduta del Consiglio, la Giunta propone che siano fatte delle cancellature che io vi ho detto prima, in sostanza riportano questi due articoli al vecchio testo votato e a suo tempo, sia per l'articolo 12 sia per l'articolo 13.

Con la parola rinnovabili in quanto si conferma il vecchio testo.

Caveri (UV) - Io dico, siccome si è discusso abbastanza e abbiamo visto che da una parte o dall'altra ci sono state delle confusioni o dei malintesi, per evitare degli equivoci, per sapere in definitiva che legge andiamo a votare, io chiedo che in questi due articoli si dia lettura del loro testo definitivo, si dia lettura da parte del Presidente del Consiglio, perché altrimenti non sapremo che cosa andiamo a votare. Ha enunciato una formula e crediamo di averla capita, però la formula è talmente sintetica che è meglio leggere gli articoli così come verranno formulati, proposti.

Dolchi (Presidente) - Allora, per quanto riguarda gli articoli 12 e 13 do lettura del testo che viene proposto all'approvazione del Consiglio.

Art. 12 - È autorizzata la concessione di prestiti agrari di conduzione per la durata di un anno rinnovabili al tasso annuo d'interesse dell'1% a favore di conduttori di aziende agricole singoli o associati (cooperative agricole e consorzi di miglioramento fondiario).

Art. 13 - È autorizzata la concessione di prestiti di esercizio per l'acquisto di macchine ed attrezzi agricoli di bestiame bovino di mezzi tecnici in genere ai conduttori di aziende agricole singole od associate (cooperative agricole e consorzi di miglioramento fondiario) per la durata di anni cinque al tasso annuo di interesse del 2%. Fine dell'articolo 13.

Caveri (UV) - Nel vecchio testo trasmesso dal Presidente del Consiglio precedente, si era questa espressione dell'articolo 12 per la durata di un anno rinnovabile o no, c'era? C'era il rinnovabile?

Dolchi (Presidente) - Consigliere Caveri, io ho il testo di allora, va bene, ho letto il testo di allora.

Caveri (UV) - Va bene, va bene nel senso che abbiamo capito che questo è veramente il vecchio testo, però per quanto avverrà davanti alla Commissione di Coordinamento, allora è un altro paio di maniche.

Monami (PCI) - Io sono d'accordo intanto nel dire che, mi sia scusata l'espressione, che i documenti che ci avete inviato, servono a tutto fuorché a chiarire le idee.

Un primo documento che dice una cosa, un secondo documento che ne dice altra, un terzo documento che rielabora, il tutto non serve certamente a chiarire le idee e il fatto è che stiamo discutendo da un'ora su direi, non proprio questione di lana e caprina ma quasi, pur avendo però questo un'importanza notevole per quanto mi riguarda personalmente e cioè: noi abbiamo trattato e discusso della questione Quinzio e Rossi, noi abbiamo detto che questi problemi non si possono discutere sin quando non viene attuata la legge per i fondi di rotazione. Oggi stesso il nostro compagno Tonino, nel prendere la parola prima ha detto, facciamo in modo che tutto si agevoli e per avere quanto prima la soluzione di questo iter perché gli operai della Quinzio Rossi aspettano una soluzione ai loro problemi.

E allora, se è valido il criterio del primo allegato che ci avete trasmesso per cui la legge viene respinta per le ragioni della CEE e qui non entro nei contrasti e dovrei entrarvi per dirvi com'è la politica del Governo italiano sia sufficientemente di sudditanza alla politica della CEE, del Mercato Comune ecc. ma l'argomento può essere argomento di discussione in altro momento.

Mi si dice però all'uno, due, tre, quattro capoverso che la legge è anche respinta per quei motivi.

Beh! Se noi ricalchiamo ancora la vecchia proposta, mi sia concesso, ricorriamo il rischio di vederci restituita ancora la legge e diremo agli operai della Quinzio Rossi che ancora la legge non è attuabile, che ancora la legge non può essere applicata perché fra 15 giorni ci sarà respinta dal Coordinamento, perché non rispetta le norme in base alla legge 5 luglio 1928 n. 1760.

E allora io su questo vorrei camminare sul sicuro, colleghi Consiglieri della maggioranza, al di là delle disquisizioni se questo è o non è quel Consiglio o è un altro Consiglio, la medesima Giunta con un altro Consiglio, che anche questo è elemento che può fare sorgere al Comitato di Coordinamento ritenendo quindi non logica la soluzione di continuità e quindi dicendo questa è un altro Consiglio, semmai si vada ad una seconda approvazione.

Ricadiamo nei contrasti della legge del 1928 n. 1760, io vi dico no, non sono d'accordo, sono d'accordo di un testo emendato che ci permetta di superare quegli ostacoli che il Coordinamento ci ha indicato e non per non fare la lotta al Coordinamento, ritorni l'Assessore alla Pubblica Istruzione fra 15 giorni, fra un mese, fra sei mesi a riproporci testi che modificano quegli argomenti che oggi sono in discussione e faremo tutte le battaglie logiche contro il Coordinamento ma non lo facciamo a spese di chi aspetta l'applicazione di questa legge per vedere risolvere i loro problemi, vedi gli operai della Quinzio Rossi.

Allora, siccome io voglio, dicevo, e dobbiamo secondo noi, è dovere nostro camminare sul sicuro, se non altro per interessi altrui portare tutte quelle modificazioni che ci permettono l'approvazione della legge e poi ritorneremo su tutti quegli argomenti per i quali vi è incertezza o vi è dubbio.

Fosson (UV) - Ma, io non vorrei prolungare la discussione, ma attraverso, sempre per la chiarezza, se non sopprimiamo l'articolo 13 il secondo capoverso, qui nelle proposte di emendamenti che sono state presentate oggi nell'allegato, si dice di portare questo capoverso soppresso dall'articolo 13 al primo punto dell'articolo 14.

Anche questo bisogna sapere allora, se sparisse completamente o se si porta all'articolo 14, qui effettivamente si sono sovrapposti degli emendamenti e non si sono avute le idee chiare su quello che si doveva fare perché, effettivamente non si capisce più niente di quanto è stato presentato.

Andrione (UV) - Secondo me, a parte quello che ha detto Fosson, quanto ha detto Monami è esatto.

Io vorrei fare una domanda precisa al Presidente della Giunta che è questa: qui si è parlato di un accordo raggiunto con Roma in base a questa legge, cioè su questa legge vi è stata una trattativa e un accordo.

Ora, il Presidente della Giunta in una riunione precedente, il 19 luglio aveva assicurato all'Avvocato Caveri che questa legge era stata approvata, adesso viene fuori che non è stata approvata per diversi motivi e che questi motivi sono stati concordati con il Ministero degli Affari Esteri, se noi approviamo lo stesso testo e dando per scontata l'interpretazione del Presidente della Giunta in materia di continuità del Consiglio, questa legge sarà approvata?

Perché a me farebbe molto più paura e do ragione a Monami quando parla della urgenza di questa legge, mi farebbe molto più paura che la Commissione di Coordinamento accetti l'interpretazione data dal Presidente della Giunta e impegni la legge di fronte alla Corte Costituzionale, perché noi qui ribadiamo i concetti che sono stati condannati una prima volta e siamo sicuri in base a quella trattativa che questi concetti qui verranno approvati?

Sempre dando per scontato che quella interpretazione sia valida? E se invece c'è l'impugnativa della Corte Costituzionale, quand'è che questa legge verrà operante?

Caveri (UV) - Io potrei riprendere quello che ha detto il Consigliere Andrione su certe assicurazioni date dal Presidente Dujany agli operai della Quinzio Rossi se non erro all'inizio di aprile del 1973, assicurazioni che sono smentite dai documenti che abbiamo oggi davanti a noi poiché in quel momento stesso in cui il Presidente Dujany dava le assicurazioni agli operai della Quinzio Rossi il Presidente Dujany sapeva benissimo quale caso fosse nato a proposito dell'approvazione di questa legge.

Ad ogni modo non siamo qui per fare sterili polemiche e siamo qui invece per mettere i punti sulle i per evitare malintesi.

Io voglio chiedere al Presidente Dolchi il quale ha risposto con una certa chiarezza alle domande che gli avevo fatto, la mia domanda si riferisce a quello che ha detto il Consigliere Fosson, cioè a me pare, io chiedo al Presidente Dolchi di dirmi se è esatta l'interpretazione che io do sul punto sollevato dal Consigliere Fosson. Il Consigliere Fosson giustamente ha notato che uno dei tre allegati che ci sono stati dati su questa materia, evidentemente troppi perché sarebbe augurabile che su di una qualunque materia l'allegato sia uno solo perché altrimenti a un certo momento con questa sovrapposizione di allegati non si sa più qual è la proposta definitiva.

Ad ogni modo io domando al Presidente Dolchi se è esatta la mia interpretazione del punto sollevato dal Consigliere Fosson, cioè nell'allegato suppletivo all'oggetto n. 11 c'è un secondo emendamento dove si dice: spostare al primo comma dell'articolo 14 il secondo comma dell'articolo 13.

Il Presidente Dolchi ha letto il testo definitivo dal quale testo definitivo risulta che questo comma è soppresso.

Quindi la mia interpretazione è che il secondo emendamento del terzo allegato viene soppresso anche quello e così viene risolto il problema che è stato posto dal Consigliere Fosson. Mi pare che questo sia esatto, almeno.

Dolchi (Presidente) - Esatto, posso rispondere che è esatto tenuto conto che confermando il testo primitivo degli articoli 12 e 13 vengono a cadere i due emendamenti proposti con l'allegato suppletivo.

Pertanto l'articolo 14 rimane identico sia nel vecchio testo che nel nuovo testo proposto in quanto non c'è nessun spostamento dell'articolo 13 all'articolo 14 poiché questo comma aggiuntivo viene nuovamente soppresso.

Bordon (DC) - ...un po' di confusione per caso non fosse ancora sufficiente.

Io contavo prima mentre esaminavo l'Assemblea quanti sono gli avvocati che sono qui dentro e ho contato se non sbaglio, quattro; uno, due, tre, quattro il nostro di riserva qui e quindi abbiamo seguito con molta simpatia e con molta attenzione queste varie disquisizioni, queste varie impostazioni, in fondo sono anche istruttive per noi.

E allora io mi appello soltanto al buon senso dell'uomo della strada per venire a una conclusione se fosse possibile. Io non voglio ripetere quanto ha detto il compagno Monami perché ha detto delle cose molto serie e se le dicessi io forse avrebbero un aspetto più cattivo, cioè ha detto in conclusione ci avete mandato un sacco di documenti, qui non se ne capisce più niente perché c'è molta confusione e detto da me questo suonerebbe come ho detto prima, in senso più malvagio.

Qui io non sto a ripetere questo, ma come uomo della strada, io mi domando e dico, ma a un certo momento siamo arrivati qui dentro, abbiamo visto tutti i documenti, precedentemente, cioè martedì o mercoledì ci siamo letti il primo allegato, questa mattina a un certo momento ce ne viene portato un altro alle dodici e mezza. Io mi ricordo che già in Commissione Affari generali avevamo detto con la nostra Presidente Siggia che era un principio che non approvavamo, gli eravamo contrari prima perché a un certo momento ti sbattono un allegato sulla faccia un quarto d'ora prima di decidere e quindi tutte considerazioni che noi avevamo fatto al momento dovuto.

Ma oggi come oggi, oggi, in questo momento ci si dice Signori, qui il problema è questo, ritorniamo al vecchio testo, perché ritorniamo al vecchio testo, perché noi riteniamo così di accelerare i tempi. Tutte le idee sono opinabili, quindi il Presidente della Giunta dice, io rinuncio a tutte queste variazioni salvo quelle poche correzioni che sono state fatte all'articolo 12 e all'articolo 13 perché riteniamo di rimandare avanti questa legge, vogliamo vedere che cosa fa il Coordinamento. Perché il Coordinamento che cosa dovrebbe fare, hanno detto prima i tecnici, dovrebbe impugnarla e mandarla alla Corte Costituzionale.

Naturalmente arriva Monami e dice bene anche lui come dice bene Andrione, come diciamo bene tutti ma questa legge ha da passare presto o non ha da passare presto.

Noi vogliamo qui che cosa, fare la guerra al Coordinamento, cosa che si può anche fare e non applicare le osservazioni che ha fatto, ma allora già sappiamo che ritarderemo di molto questa prassi e quindi, le necessità che abbiamo di portarle avanti urgentemente non saranno effettuate. Oppure che cosa dobbiamo fare, applichiamo quello che ha detto il Coordinamento, allora a un certo momento a noi uomini della strada, sembra di dover dire Signori, prendiamo a un certo momento una decisione, o rispondiamo al Coordinamento vanno bene le osservazioni che hai fatto e pertanto noi ti rimandiamo questa legge con questo e quindi dovremmo essere d'accordo e la legge dovrebbe essere applicata subito, oppure arrivati a un certo momento dobbiamo sapere di dover resistere a queste richieste che sono state fatte tanto più che si tratta di legge del 1928, leggi modificate successivamente con leggi del Piano Verde, ma a un certo momento dobbiamo decidere qualche cosa, perché se andiamo avanti così, fra un'ora siamo ancora qui a cincischiare e non porteremo avanti nessun problema.

Ora lo ripeto e dico, se riteniamo che le osservazioni del Coordinamento siano valide, Signori, noi dobbiamo applicare queste osservazioni che ci sono state fatte e che ci sono state illustrate qui prima perché sennò la legge secondo me andrà avanti con maggior ritardo e noi avremo la Quinzio Rossi, avremo tutto quello che sta a cuore a tutti e non soltanto a determinati Consiglieri, pertanto io chiedo che qui a un certo momento si prenda una decisione.

Ora la decisione è questa, noi dobbiamo a tutti i costi stabilire che cosa vogliamo fare, andiamo contro le richieste del Coordinamento e manteniamo la vecchia legge di prima ma questo cincischiamento tra il voler modificare una cosa, aggiornarla ma non aggiornarla non può dare dei risultati positivi.

Dujany (DP) - Intanto vorrei rispondere ad una accusa di aver illuso delle persone circa determinati provvedimenti approvati dal Consiglio.

Il Presidente della Giunta è un Organo esecutivo e parla sempre degli atti nello stato reale in cui sono approvati dal Consiglio regionale e tutti i Signori della Quinzio Rossi sanno benissimo che questo provvedimento non è esecutivo e tutti sanno che oggi doveva essere riportato al Consiglio regionale.

Non è mia abitudine prendere in giro le persone, non è mia abitudine dire delle bugie o strumentalizzare le persone.

Per quanto riguarda invece l'iter legislativo, è chiaro che ogni iter legislativo ha i suoi momenti di incertezza, qui si tratta di scegliere una strada, noi riteniamo come Giunta che sia più opportuno scegliere la strada del ribadire la legge nel precedente testo perché in questa seconda fase, caso mai, nella sede di approvazione giudicherà l'Organo politico e non più l'Organo burocratico della Commissione del Presidente della Commissione di Coordinamento.

Qui caso mai l'impugnativa non è compito del Presidente della Commissione di Coordinamento ma bensì del Governo.

Perché abbiamo ritenuto di seguire questa strada; perché ci parevano che le osservazioni di merito fatte dalla Commissione di Coordinamento in relazione alla legge invocata del contrasto, del presupposto contrasto a questa legge e la legge nazionale del 1928 non fossero delle osservazioni valide in relazione alla nostra situazione reale in relazione alle nostre necessità.

Ci paiono queste osservazioni di merito che sono opinabili dove ognuno naturalmente può svolgere le sue tesi ma non ci paiono naturalmente un comportamento di anticostituzionalità e non ci pare un comportamento che contravviene alle norme generali dello Stato.

Quindi, ecco il motivo per cui la proposta rimane questa della riconferma della vecchia legge in modo che l'iter di questa legge sia la più sollecita possibile.

Nel caso contrario, cioè, nel caso in cui noi accettassimo questa serie di emendamenti naturalmente l'iter dovrebbe ricominciare e dovrebbe ritornare alla Commissione, al Presidente della Commissione di Coordinamento che potrebbe approvarla o non nei termini dei trenta giorni; successivamente il Consiglio dovrebbe riesaminarla nel caso che fosse rinviata con delle osservazioni e successivamente dovremmo ancora esaminarne naturalmente l'approvazione definitiva.

Ci pare che questo possa essere la soluzione e cioè che quella proposta della Giunta possa essere la soluzione più rapida affinché questa legge possa diventare esecutiva per gli scopi che ci preoccupano tutti quanti.

Se vogliamo, così, chiarirci meglio le idee su questo problema io chiederei al Presidente del Consiglio se cortesemente volesse proporre al Consiglio un'interruzione di cinque minuti in modo da vedercelo naturalmente più, e direi con più precisione in una sede dialettica, altrimenti la proposta della Giunta rimane quella della riconferma della legge nel precedente testo.

Caveri (UV) - Io voglio fare ancora un'osservazione. Il Presidente Dujany dice la Giunta è di questa opinione ecc... questa è la nostra tesi ecc...

Io mi permetto di rilevare una cosa che è evidente ed è che la Giunta ha fatto trasmettere a dei Consiglieri degli allegati nei quali si variava la legge e poi questa mattina ha mandato degli altri allegati che invece ritornavano al testo originario.

Quindi, la Giunta nel giro di, non so quanto, nel giro di dieci giorni ha cambiato due volte opinione in questa materia, due volte opinione perché alla prima opinione era cambiata la legge; seconda opinione quella che risulta dal documento dato questa mattina che dice la legge deve rimanere... tale quale.

Questo che cosa dimostra: una insufficienza istruttoria da parte della Giunta perché se la Giunta avesse fatto un'istruttoria, uno studio attento, ponderato di questo problema, non sarebbe venuta a proporci, a farci due proposte che sono diametralmente opposte tra di loro.

E quindi sono sempre dei difetti di elaborazione e di tecnica legislativa, ci troviamo sempre davanti a quel problema e poi c'è quell'altro difetto che non è, dobbiamo riconoscerlo obiettivamente, che non è soltanto difetto di questa Giunta perché è una costante di questa Amministrazione regionale che c'è il grande difetto di lavorare tra compartimenti stagni.

Per cui un Assessorato manda avanti una legge per conto suo, la elabora, la manda avanti e poi la porta magari in Giunta all'ultimo minuto quando stanno per scadere i termini della presentazione di una determinata proposta per il Consiglio regionale.

Quindi morale della favola, istruttoria, studio insufficiente e quasi, diciamo mancanza di collegialità nell'esame delle varie proposte.

Io questo lo dico senza nessuna intenzione polemica con questa Giunta.

Dolchi (Presidente) - C'è una proposta precisa del Presidente della Giunta circa la riconferma del vecchio testo, è una proposta che la presidenza accoglie per una breve sospensione di cinque minuti per un chiarimento delle idee.

La seduta è tolta per cinque minuti.

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Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,48 alle ore 18,43.

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Dolchi (Presidente) - Riprende la discussione dopo l'interruzione che è stata un po' più lunga dei cinque minuti previsti; siamo sempre in fase di discussione generale sul disegno di legge concernente la costituzione di fondi di rotazione. La parola al Consigliere Caveri.

Caveri (UV) - A me sembra che il documento che chiarisce la posizione del Ministero degli Affari Esteri è il telegramma di cui si parla a pagina 4 dell'allegato.

Questo telegramma dice - leggo la parte importante che è la parte terminale "esprimersi parere che provvedimento - che è il provvedimento di cui discutiamo oggi - qual è l'ulteriore corso subordinatamente impegno Autorità regionali adeguarsi norme soluzione 20/10/1971 Consiglio CEE", ecc...

Il nocciolo importante è quello che ho letto per cui questo telegramma si richiama alla risoluzione CEE del 20 ottobre 1971.

Nella riunione che si è svolta nella sala preconsiliare, noi abbiamo chiesto di conoscere allora questa risoluzione nella CEE perché la condizione, il condizionamento del Ministero degli Affari Esteri è tutto riferito a quel documento. Ma la Giunta non ci fa leggere quel documento, io non so se il documento non c'è, se è stato smarrito o forse mi viene il dubbio che quel documento la Giunta non l'abbia mi avuto, ma se questo documento della CEE non esiste come fa la Giunta ad assumere l'impegno di rispettare questa risoluzione e come facciamo noi Consiglieri regionali a poter dire di aver deciso questo problema coscienza di causa.

Noi possiamo votarla questa legge, noi possiamo votarla, però la votiamo, almeno io parlo a nome del mio Gruppo se mi è consentito, noi la possiamo votare questa legge però non senza aver fatto questa osservazione fondamentale che il fondamentale documento al quale si richiama il Ministero degli Affari Esteri non c'è.

E allora che impegni possiamo assumere?

Quando dobbiamo dire che ci impegniamo a rispettare il documento che noi non conosciamo e che forse non è mai stato in questa Amministrazione e che forse è stato smarrito, io non lo so, abbiamo chiesto di prenderne visione e non è stato possibile.

Ora dico, è un modo di lavorare seriamente questo? Io me lo domando. Questo lo possiamo anche votare ma la responsabilità di chi è? Se poi questo provvedimento, se questa legge viene rimandata indietro?

Dujany (DP) - La conclusione del Consigliere Caveri era chiara fin dall'inizio del suo intervento, era la ricerca di scaricare le responsabilità sulla Giunta e di dare un giudizio, naturalmente, di poca diligenza.

Forse non si rende conto di quanto siano diventate complesse le cose oggi in cui le leggi della Regione non sono più solo soggette al controllo del Governo ma sono soggette anche alle indicazioni della Comunità Europea.

E se c'è un lato positivo da cogliere in questa sua osservazione è proprio questo che dobbiamo organizzarci in un modo diverso in relazione ai documenti emessi dalla Comunità Europea. Purtroppo non siamo ancora organizzati in questo orientamento.

A parte questa osservazione, vuol dire che la Giunta ha seguito attentamente questo problema e non è che abbia avuto da parte della Comunità Europea e degli Organi di controllo un comportamento logico, ha sollecitato ripetutamente l'approvazione di questa legge e al Ministero degli Esteri e alla Comunità Europea.

Tant'è vero che in data 15 luglio 1973 il Ministero degli Esteri inviava il telegramma seguente alla Comunità Europea e per conoscenza al Presidente della Giunta della Regione in cui si diceva: "riferimento del telegramma del 3 aprile u.s. pregasi sollecitare emanazione parere esecutivo comunitario articolo 93 paragrafo 3 Trattato Comunitario Europeo relativo norme applicazione della legge regionale norme interventi nel settore agricoltura e industria Valle d'Aosta. Considerato tempo trascorso, qualora entro fine mese luglio 1973 non pervenga nessuna reazione da parte Commissione silenzio verrà interpretato come parere favorevole provvedimento in questione".

Questo è un telegramma inviato a Bruxelles per conoscenza Presidenza Consiglio dei Ministri, Presidenza Commissione regionale Valle d'Aosta e Presidenza Giunta Valle d'Aosta.

Successivamente, voglio fare un po' di cronaca anche per chiarire il problema, il 30 luglio 1973 si riunivano presso il Ministero degli Esteri a Roma, rappresentanti della Comunità Europea e rappresentanti del Ministero dove si concordavano alcuni impegni della Regione con ché la situazione della CECA sarebbe stata soddisfatta.

Questo, il risultato di questa riunione veniva confermato e precisato attraverso quel telegramma che voi avete nella pagina n. 4.

I chiarimenti sono quelli contenuti nella lettera di cui alla pagina 2 e alla pagina 3.

Se c'è da riconoscere un errore così materiale nella relazione sta nel fatto che si dice nella prima parte della pagina 4 che il telegramma è successivo alla relazione, mentre il telegramma è successivo alla riunione congiunta e successivamente è venuta la lettera di chiarimento.

Tant'è vero che il telegramma porta, la riunione è avvenuta il 30, il telegramma porta la data del 1° di agosto, la nostra risposta è avvenuta lo stesso giorno del primo di agosto poiché avevamo preparato la lettera all'immediato rientro da quella riunione, quindi riteniamo che le precisazioni chieste con questo telegramma in conseguenza della riunione siano state date come richieste.

Quindi la proposta che ribadisce la Giunta è questa di chiedere al Consiglio, di voler riconfermare la lettera così qual è perché riteniamo che questo sia il mezzo più sollecito perché possa entrare nei tempi più brevi possibili alla esecuzione.

Caveri (UV) - Il Presidente della Giunta Dujany non s'immagina certamente quanto io vorrei, desidererei ardentemente di potergli dare ragione. Ma purtroppo devo invece affermare che quanto ha detto finora non solo non sposta di un millimetro quanto ho detto ma è la conferma.

Quanto ha detto un momento fa il Presidente Dujany conferma quanto ho detto io prima, perché, in sostanza ripeto, il documento risolutivo è proprio quel tale telegramma dopo d'accordo la riunione degli Affari Esteri, con Lustrissy e con gli uni e con gli altri, ma questo documento decisivo, questo telegramma del 3 agosto, ripeto e lo dico per l'ultima volta perché non voglio poi annoiarvi, questo documento, questo telegramma dice che il provvedimento può avere ulteriore ricorso subordinatamente all'impegno delle Autorità regionali adeguarsi norme soluzione 20/10/1971 Consiglio CEE.

Ora, ritorniamo sempre da capo, questo documento ce lo fate vedere? No, ce lo avete, pare di no, e allora come fate in quella tale lettera che è allegata qui in questo annexe, come fate a dire che intendete rispettare le condizioni poste dalla risoluzione della Commissione CEE quando quella soluzione voi non la conoscete, perché devo ritenere che non l'avete o se l'avete avuta tra le mani, l'avete smarrita, io non lo so.

Quindi è questo il punto fondamentale, questa tesi che io sostengo non è mica una tesi per mettere il bastone nelle ruote a questo provvedimento. Noi possiamo votare ugualmente, però dichiariamo che votiamo senza conoscere il documento fondamentale richiamato dal telegramma del Ministero degli Affari Esteri.

Io non so, anche un bambino dell'asilo le capisce queste questioni.

Dolchi (Presidente) - Visto che le posizioni mi sembrano siano state ampiamente illustrate io chiedo al Consiglio se posso dichiarare chiusa la discussione generale.

Dujany (DP) - Che è l'intervento dei contributi a favore dell'industria non deve superare il 20%. Il nostro provvedimento prevede dei contributi fino al 24%. Tutto lì il problema, tutto lì, e quella riunione ha avuto luogo per chiarire questo dettaglio. Glielo porto subito.

Dolchi (Presidente) - Io considererei chiusa la discussione generale e do la parola per dichiarazione di voto.

Fosson (UV) - Si siamo purtroppo alle strette e abbiamo detto chiaramente che non volevamo ritardare assolutamente questo provvedimento perché coscienti della necessità di vararlo il più presto possibile.

Quindi tutte le osservazioni che sono state fatte prima parlando della commissione di Coordinamento non erano certamente per fare qui la difesa della Commissione di Coordinamento ma erano per delle preoccupazioni che sono state esposte e che credo capite da tutti.

Attualmente abbiamo fatto una lunga discussione su questo documento perché desideravamo essere a conoscenza del documento a cui si faceva, faceva riferimento il telegramma del Ministero degli Esteri.

Non abbiamo la possibilità di prendere in visione questo documento.

Ha detto il Consigliere Caveri che siamo pronti a fare un atto di fede alla Giunta pur di non ritardare questo provvedimento, però in queste condizioni noi prendiamo atto allora della dichiarazione fatta dal Presidente della Giunta che questo documento della CEE, del 20/10/1971 che riguarda l'industria e riguarda solo, per quanto ci concerne la percentuale di intervento verso le industrie. Certamente non possiamo assumere nessuna responsabilità se questo documento prevede altre cose perché ripetiamo, e chiedo scusa se lo ripeto, non ne siamo a conoscenza, però bisogna ancora fare un passo avanti ed è che attraverso quello che è stato detto dal Presidente della Giunta, nella relazione che verrà allegata alla legge per essere mandata al Comitato di Coordinamento, bisogna rettificare o sopprimere completamente quel paragrafo che c'è prima del testo del telegramma perché praticamente quanto è stato detto dal Presidente è in contrasto con quanto è stato detto sulla relazione e abbiamo avuto questi chiarimenti, cioè che il telegramma non era a seguito della cosa ma era contemporaneo.

Con queste cognizioni io penso che noi possiamo votare la legge prendendo per buono quello che è stato detto e certamente se quanto è stato detto non completa quello che c'è sul documento, nessuna responsabilità potrà essere addossata ai vari Consiglieri regionali.

Questo sia molto chiaro.

Dolchi (Presidente) - Altri che chiedono la parola per dichiarazione di voto?

Viglino (RV) - Ho ascoltato con molta attenzione tutto quanto è stato detto a proposito dell'argomento n. 11 all'ordine del giorno. Ne è venuto fuori, lo devo confessare una certa, un certo senso di confusione e di caos. Ora se questo senso di confusione e di caos è venuto fuori tra i Consiglieri che siedono qui da molti anni, da vari anni, e, precisamente erano presenti all'adunanza del 15 marzo 1973, cosa possiamo dire noi novellini che ci presentiamo per la prima volta e che ci eravamo certamente preparati con molta coscienza sui documenti trasmessi dalla Presidenza del Consiglio?

Per conto mio avevo letto tutto con molta attenzione e, naturalmente avevo creduto di venire qui per votare semplicemente una variazione a questo famigerato articolo 12 di cui avete sentito parlare fino alla nausea.

Sono venute fuori molte altre cose e mi è molto dispiaciuto perché ho avuto la sensazione, riconosciuta d'altra parte ultimamente con le sue ultime dichiarazioni dal Presidente della Giunta, di un certo lavoro forse un po' disorganizzato.

Quindi, naturalmente non sarò io che ritarderò l'iter di questa legge e mi auguro di cuore perché se ben ricordo ho parlato io per prima il 17 luglio della questione della Quinzio Rossi e nessuno ha più a cuore di me di vedere che i posti di lavoro siano mantenuti.

Quindi non ritarderò l'iter e mi auguro veramente che questo iter non abbia da incontrare ulteriori ostacoli perciò io voterò certamente a favore.

Ma naturalmente mi rimane, faccio alcune riserve circa la presentazione dell'argomento.

Bordon (DC) - Noi abbiamo già detto prima il nostro parere e in fondo in fondo anche se avevo espresso alcune boutades in fondo, in fondo abbiamo visto che il problema era imperniato proprio su questo.

Noi speravamo che ci fossero però soltanto le osservazioni del Comitato di Coordinamento. Il Comitato di Coordinamento aveva richiesto determinate cose, quindi si trattava di dire Signori, aderiamo, accettiamo a queste richieste oppure no.

Naturalmente c'è una perplessità, lo dicevo prima col Presidente della Giunta, era una chiacchierata amichevole perché i problemi ci stanno a cuore a tutti quindi assolutamente nessuno di noi vuole ritardare questo.

Naturalmente c'è questa paura di questo documento della