Oggetto del Consiglio n. 112 del 4 ottobre 1957 - Verbale

OGGETTO N. 112/57 - TELEFERICA DI CHAMOIS. (Interpellanza del Consigliere regionale Signor Nicco Giulio)

Il Presidente, PAREYSON, dichiara aperta la discussione sulla seguente interpellanza del Consigliere regionale Signor Nicco Giulio, concernente la teleferica di Chamois, interpellanza trasmessa in copia ai Signori Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:

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Ill.mo Sig. Presidente

del Consiglio regionale

AOSTA

Prego far portare alla prossima seduta del Consiglio regionale la seguente interpellanza:

"Interpello l'Assessore ai LL. PP. per sapere quando la teleferica di Chamois entrerà nuovamente in esercizio e quali i motivi dell'ulteriore ritardo".

Ossequi.

Châtillon, 17 settembre 1957.

F.to: Nicco Giulio

Consigliere regionale

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Il Presidente della Giunta, BONDAZ, dichiara che si è occupato personalmente della teleferica di Chamois, e che intende quindi rispondere egli stesso all'interpellanza:

Riferisce quindi quanto segue:

"Il Consiglio è a conoscenza, perché ne abbiamo già parlato in una precedente adunanza, dell'incidente occorso sulla funivia di Chamois e delle gravi conseguenze che ha avuto. È pure a conoscenza che la Autorità giudiziaria ha, in un primo tempo, posto sotto sequestro la funivia e che, dopo una lunga istruttoria di carattere penale, ha concluso con una sentenza di non luogo a procedere, in seguito alla quale si è finalmente potuto ottenere dal giudice istruttore il dissequestro della funivia (una parte in un primo tempo e, in seguito, il resto dello impianto funiviario).

Appena ottenuto questo dissequestro, si è provveduto, in data 12 marzo 1957, da parte della Regione, a ordinare alla Società Agudio, di Torino, la fornitura del materiale occorrente per la riattivazione della funivia, con un termine di consegna di 90 giorni.

Il 30 marzo 1957, la Società Agudio dava conferma che avrebbe provveduto alla fornitura del materiale, - per una spesa di lire 5.250.000, -- entro il termine di 90 giorni lavorativi.

In seguito la Società Agudio venne immediatamente sollecitata a presentare il disegno di modifica degli impianti di tensione secondo i rilievi fatti dall'Ispettorato della Motorizzazione Civile sin dal 1956.

In data 26 marzo 1957, la Società Agudio ordinò alla Società Redaelli, di Milano, la fornitura delle funi, prescrivendo un termine di 45 giorni per la consegna.

Le funi vennero collaudate dal Politecnico di Milano, in data 12 luglio 1957, dopo vari solleciti fatti alla Società Redaelli per la fornitura delle funi stesse; in data 11 luglio 1957, la Società Agudio iniziò le operazioni di smontaggio e montaggio dell'impianto.

Il 29 luglio 1957 fu richiesta al Ministero dei Trasporti l'autorizzazione a ripristinare il funzionamento dell'impianto funiviario, in attesa dell'approvazione delle modifiche dell'impianto di tensione.

In data 30 luglio 1957 fu effettuata l'esecuzione delle teste fuse a monte (a Chamois) alla presenza dell'Ing. Azzaroli rappresentante dell'Ispettorato per la Motorizzazione Civile e, in data 6 agosto 1957, fu effettuata l'esecuzione delle teste fuse a valle (a Buisson), alla presenza sempre del predetto tecnico dell'Ispettorato per la Motorizzazione Civile.

In data 6 agosto 1957, l'Ispettorato della Motorizzazione Civile, di Torino, per delega del Ministero, approvò gli elaborati tecnici relativi al sistema di tensione delle funi portanti e degli attacchi delle funi traenti, previo scambio di varie lettere interlocutorie fra la Società Agudio e il Ministero e con l'intervento, presso il Ministero, del progettista Ing. Zignoli.

La visita di ricognizione da parte del tecnico designato dal Ministero dei Trasporti, fissata per il 12 agosto, fu rinviata in epoca da stabilire, in attesa della modifica dei dispositivi di tensione.

La Società Agudio venne da noi sollecitata, con diverse lettere, ad approntare il materiale per le prescritte modifiche.

La fornitura del materiale ordinato alla Società Trafilerie, di Milano, fu da noi sollecitata molte volte telefonicamente e per lettera e la Società ha assicurato l'approntamento del materiale per il 23 settembre.

In precedenza, era stato interessato il Ministero dei Trasporti perché delegato alla condizione vincolativa della sistemazione dei dispositivi di tensione, ma la risposta fu negativa, in quanto, secondo il predetto Ministero, le attuali funi tenditrici non hanno ancora sufficiente garanzia di sicurezza e perché contro eventuali rotture non esistono efficaci accorgimenti tecnici atti a tutelare i viaggiatori.

In data 30 settembre 1957 si doveva fare, presso il Politecnico di Milano, il collaudo degli anelli di tensione, - voluto dal Ministero dei Trasporti, - alla presenza dello Ing. Azzaroli, dell'Ispettorato della Motorizzazione Civile di Torino, del tecnico De Toni, della Società Agudio, e dell'Ing. Lombardi, dell'Assessorato regionale ai Lavori Pubblici.

Non è stato possibile effettuare il collaudo in tale giorno, perché i mezzi a deposizione del Politecnico non permisero di procedere a tutti i controlli necessari.

In data 3 ottobre 1957, tecnici incaricati della Società Agudio e dell'Ispettorato si recarono, quindi, a Lecco, presso la Società Caleotto, per esaminare la possibilità di effettuarvi il menzionato collaudo.

Nella relazione presentatami proprio ieri dall'Ing. Lombardi si dice che, dopo qualche discussione, si è accertato che a Lecco il collaudo può essere effettuato, previa esecuzione di qualche modifica all'attrezzatura ivi esistente e che, quindi, entro una decina di giorni la prova potrà avvenire.

Subito dopo eseguita questa prova di collaudo, si dovranno portare e montare gli anelli, ciò che richiederà un paio di giorni; dopo di che tutto sarà pronto per il collaudo definitivo, senza il quale non posso, naturalmente, assumermi la responsabilità di autorizzare il ripristino del funzionamento della nuova funivia.

Posso dire, in coscienza, di avere seguito veramente giorno per giorno la questione, sollecitando continuamente il Ministero dei Trasporti, l'Ispettorato per la Motorizzazione Civile, la Ditta Agudio e la Ditta di Lecco. Debbo precisare che il Ministero dei Trasporti vuole, con ragione, aumentare il sistema di sicurezza, affinché non possa più ripetersi l'inconveniente accaduto sulla funivia di Chamois.

Voi comprendete quanto gravi sarebbero le conseguenze se, malauguratamente, si verificasse nuovamente un inconveniente del genere sulla funivia di Chamois che, per le sue caratteristiche, è un impianto funiviario piuttosto leggero.

Tutti questi accorgimenti tecnici, ripeto, sono voluti dal Ministero dei Trasporti e, finché il predetto Ministero e l'Ispettorato per la Motorizzazione Civile, di Torino, non daranno il nulla osta, dal punto di vista tecnico, la funivia non potrà effettivamente iniziare di nuovo il suo funzionamento.

Io penso che siamo ormai alla fine di questo lungo iter e che, appena fatto il collaudo di questi anelli a Lecco presso la Società Caleotto, - l'unica Società in Italia che sia attrezzata per eseguire collaudi del genere -, si potrà dopo una decina di giorni eseguire il collaudo definitivo da parte dei tecnici del Ministero dei Trasporti e io potrò così, finalmente, dare il via al funzionamento della funivia.

Per quanto riguarda il problema della gestione dell'esercizio della funivia, la Giunta ritiene, - come abbiamo potuto vedere dalla proposta inserita all'oggetto n. 23 dell'ordine del giorno -, che la gestione debba essere ora assunta direttamente dalla Regione, per ovviare a vari inconvenienti verificatisi prima che la funivia sospendesse il suo funzionamento".

Il Consigliere NICCO Giulio dichiara di aver preso atto dei chiarimenti dati dal Presidente della Giunta, Bondaz, in risposta all'interpellanza presentata; fa presente di non potersi dichiarare del tutto soddisfatto, per il fatto che, dopo un anno e mezzo dal giorno in cui si è verificato il noto incidente sulla funivia di Chamois, questa non ha ancora ripreso a funzionare.

Rileva che questo ritardo comporta gravi danni per gli abitanti di Chamois i quali, nel breve periodo in cui la funivia ha funzionato, avevano iniziato la costruzione di nuove case, contraendo debiti, che ora si trovano in difficoltà a saldare proprio a causa dell'inattività della funivia, che si risolve in una riduzione della loro possibilità di lavoro e, quindi, delle loro entrate.

Osserva, inoltre, che il non funzionamento della funivia obbliga gli abitanti di Chamois a ripercorrere nuovamente il ripido, faticoso e pericoloso sentiero (specialmente nel periodo invernale) di accesso al loro Comune.

Rivolge, quindi, viva preghiera al Presidente della Giunta, Bondaz, di continuare nella sua fattiva opera intesa ad ottenere che la funivia di Chamois possa riprendere a funzionare al più presto, nell'interesse della popolazione di Chamois e dei turisti.

Il Consiglio prende atto.

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