Oggetto del Consiglio n. 110 del 4 ottobre 1957 - Verbale

OGGETTO N. 110/57 - DISEGNO DI LEGGE PER LA ESENZIONE E LA RIDUZIONE DELL'IMPOSTA SUL BESTIAME IN FAVORE DI PICCOLI E MEDI ALLEVATORI DELLA VALLE D'AOSTA. (Interpellanza del Consigliere regionale Signor Savioz Fabiano)

Il Presidente, PAREYSON, dichiara aperta la discussione sulla seguente interpellanza del Consigliere regionale Signor Savioz Fabiano concernente l'oggetto: "Disegno di legge regionale per la esenzione e la riduzione dell'imposta sul bestiame in favore dei piccoli e medi allevatori della Valle d'Aosta", interpellanza trasmessa in copia ai Signori Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:

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Ill.mo Signor Presidente

del Consiglio della Valle d'Aosta

AOSTA

Preghiamo la S.V. Ill.ma di voler inserire nell'ordine del giorno del Consiglio la seguente interpellanza:

Il Consiglio della Valle, nella seduta del 9 novembre 1955, nominava una Commissione consiliare incaricata dello studio e della elaborazione di un disegno di legge regionale per la esenzione e la riduzione della imposta sul bestiame in favore dei piccoli e medi allevatori della Valle d'Aosta.

Considerato il tempo ormai trascorso, nel sollecitare la presentazione di detta legge, invitiamo la Commissione a voler riferire al Consiglio circa il lavoro svolto.

Distinti saluti.

Aosta, lì 29 agosto 1957.

F.to: Savioz Fabiano

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Il Consigliere SAVIOZ rivolge preghiera all'Assessore Bionaz di voler riferire, quale Presidente della Commissione consiliare di cui sopra, su quanto fatto, a tutt'oggi, dalla predetta Commissione.

L'Assessore BIONAZ premette di aver già avuto occasione di rispondere, nell'adunanza del 10 dicembre 1956, in merito all'argomento oggetto dell'interpellanza del Consigliere Savioz.

Rammenta che, in materia di finanza comunale, la Regione ha soltanto una competenza legislativa limitata alla emanazione di norme di attuazione e di integrazione delle leggi dello Stato, a' sensi dell'articolo 3, lettera f), dello Statuto regionale.

Rileva di aver dato, a suo tempo, comunicazione al Consiglio e alla Commissione consiliare di lettere del Ministero dell'Interno e del Ministero delle Finanze con le quali si ribadiva tale concetto.

Ricorda anche di aver accennato, nella seduta del 10 dicembre 1956, ai gravi inconvenienti e danni che deriverebbero ai Comuni dalla eventuale non applicazione dell'imposta sul bestiame.

Osserva che i Comuni non potrebbero più applicare al terzo limite le sovrimposte fondiarie mentre vi sono molti Comuni che, per ottenere i mutui previsti dalla Legge Tupini per finanziare opere di pubblica utilità hanno concesso la garanzia sulle sovrimposte comunali applicate al 3° limite, assumendo l'impegno di non ridurre le sovrimposte sino all'avvenuta estinzione dei mutui.

Fa presente, infine, che i Comuni che non applicano tutte le imposte e, quindi, anche la imposta sul bestiame non possono beneficiare di una percentuale di ripartizione dell'I.G.E. (nella misura di circa Lire 1.000 per abitante).

Rileva che, in campo nazionale, sono state presentate varie proposte di legge per la esenzione e la riduzione della imposta sul bestiame a favore di piccoli e medi allevatori e che la Commissione consiliare aveva stabilito di attendere che tali proposte giungessero a qualcosa di concreto.

Osserva che, in tal caso, il problema sarebbe stato praticamente risolto, poiché la Regione avrebbe potuto limitarsi a dare applicazione alla legge dello Stato, oppure emanare norme legislative regionali di integrazione e di attuazione della legge statale.

Conclude rilevando che, in attesa di una soluzione positiva del problema in campo nazionale, la Commissione consiliare ha ritenuto che si debba esaminare la possibilità di venire in aiuto agli agricoltori con altre provvidenze, che li compensino della mancata esenzione o riduzione delle imposte sul bestiame.

Aggiunge che, quanto prima, la Commissione consiliare sarà convocata per studiare e concretare una proposta per attuare tale principio.

Il Consigliere SAVIOZ dichiara di rendersi conto delle varie difficoltà incontrate dalla Commissione consiliare incaricata dello studio del problema in esame.

Fa presente, però, che due anni sono ormai trascorsi dal giorno in cui il Consiglio affidò il mandato alla Commissione consiliare e che, durante questo periodo, la Commissione avrebbe dovuto quanto meno trovare un sistema che desse la possibilità alla Regione di venire incontro alle necessità dei contadini con qualche provvidenza di carattere particolare.

Prospetta la possibilità della eventuale erogazione di fondi a favore dei Comuni, ad integrazione dei loro bilanci.

Ritiene che non si debba aspettare che il problema venga risolto in campo nazionale, perché ciò significherebbe ritardarne la soluzione a tempo indefinito, in quanto in campo nazionale entrano in gioco interessi di carattere politico.

Auspica, quindi, che la Commissione affronti con impegno lo studio del problema, al fine di concretare proposte intese ad attuare provvidenze di carattere particolare a favore degli agricoltori, per compensarli del mancato beneficio che loro deriverebbe dall'esenzione o dalla riduzione della imposta sul bestiame.

Il Consiglio prende atto.

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