Oggetto del Consiglio n. 308 del 16 maggio 1979 - Verbale
OGGETTO N. 308/79 - Ritiro della mozione concernente: "Richiesta di rifinanziamento e modificazione della legge regionale 8 ottobre 1973, n. 33, relativamente alle provvidenze per la ristrutturazione dei vecchi agglomerati rurali".
Mozione
Vista la legge regionale 8 ottobre 1973, n. 33, concernente: "Costituzione di fondi di rotazione regionali per la promozione di iniziative economiche nel territorio della Valle d'Aosta" che prevede la concessione di provvidenze per il turismo ed in particolare per la valorizzazione dei vecchi agglomerati rurali e loro ristrutturazione e conservazione;
Considerato che al momento attuale presso l'Assessorato al Turismo Antichità e Belle Arti, giacciono inevase numerose domande di ammissione a dette provvidenze che non hanno potuto essere soddisfatte per mancanza di fondi;
Delibera
di impegnare la Giunta regionale, a breve scadenza,
a) ad un rifinanziamento dei fondi necessari per l'espletamento delle pratiche in corso e per le eventuali nuove richieste;
b) a modificare l'articolo 3 punto B), prevedendo l'estensione delle clausole in esso contenute anche a coloro che sono residenti in altri Comuni della nostra Regione.
Aosta, 30 aprile 1979
F.to: Vigilio Berti
Dolchi (P.C.I.) - La parola al Consigliere Berti per l'illustrazione.
Berti (Art. e Comm. Vald.) - Lo scopo di questa mozione che ho voluto portare in Consiglio è di portare a conoscenza dei colleghi Consiglieri la situazione carente e disagiata che abbiamo nei Comuni della Valle, soprattutto nelle vallate, nei villaggi e, nello spirito che più volte si è visto in questa aula, di conservazione, di ristrutturazione per cui finora, purtroppo, abbiamo soltanto sentito tante belle parole e tante promesse, io mi sono permesso di chiedere un rifinanziamento di questa legge in base alla quale, da almeno tre anni, permangono pratiche inevase per mancanza di finanziamento. Oltretutto, la restrizione portata dagli Assessori di turno e, anche, di conseguenza, dei funzionari che cercano addirittura di non ricevere questo tipo di domande dicendo che non hanno i requisiti...cioè, per non dire chiaro che la legge non presenta alcun finanziamento, danno risposte evasive dicendo che il progetto non ha questo requisito, l'abitazione ha quest'altro problema; di questo problema, dal momento che interessa una larga fascia di cittadini, a mio avviso bisogna quindi che la Giunta e che il Consiglio ne siano a conoscenza e che si vada a una soluzione positiva, nel senso non soltanto di un rifinanziamento della legge, com'era stato fatto nel '73, ma anche con quelle piccole azioni e modifiche successive, e che ci sia una volontà di elevare il prezzo, cioè il costo al metro quadrato, almeno per portare un certo parametro qual è quello previsto dal Ministero dei Lavori Pubblici, perlomeno quel tipo di edilizia popolare, anche se la ristrutturazione viene ad incidere qualcosa in più, perlomeno tenersi a dei livelli di costo di mercato, perché le 160 mila lire attuali, con il 60 percento su questa cifra, sono una miseria, i 2-3 milioni per l'appartamento da ristrutturare scoraggiano ovviamente chi vuol mantenere la conservazione del villaggio.
Il punto fondamentale del finanziamento era di impegnare la Giunta a portare un disegno di legge più chiaro con un finanziamento e un tetto valido e con una percentuale anche più elevata, non solo il 60 percento, anche se poi nell'abbattimento del costo dell'interesse del mutuo si può oscillare come quello dell'edilizia economica popolare; non è il 4-5 o 6 percento che scoraggia il richiedente, bensì sono questi fattori che lo condizionano a lasciar perdere e a lasciare il villaggio disabitato e la costruzione che va in rovina da sola. E allora, se da una parte - come ha risposto il Presidente della Giunta, ieri - si vuole continuare nella politica della ristrutturazione, della conservazione degli edifici esistenti perché non abbiamo più possibilità di recupero di aree, di mantenere il più possibile i prati a verde, io sono pienamente d'accordo, ma allora che si possa almeno arrivare ad operare in questo senso.
La seconda proposta che mi sono permesso di portare a conoscenza è non meno importante della prima, in quanto i residenti in Comune diverso, pur anche a pochi metri di distanza dalla residenza dello stabile del rustico, non possono accedervi perché la legge dice che bisogna essere residenti nel medesimo Comune dove è ubicato il rustico con almeno tre anni di proprietà. Quindi la questione è molto assurda, perché possiamo portare molti esenti, da Chesallet a Brenlo, da Villeneuve a Chavonne e Saint-Pierre ci sono 10 metri di distanza, un torrente che divide il villaggio, però quello che abita di qua e ha il fienile e la stalla di là non lo può ristrutturare, quindi anche questo è un problema da vedere con apposita Commissione, con la Giunta, per portare un disegno di legge valido che possa realmente operare nella realtà valdostana dove ci troviamo. Non vorrei però che si creassero delle speculazioni su questi interventi, il requisito dei tre anni di residenza è un problema da vedere anche quello, perché molti che abitano in un certo paese, pur non avendo il rustico di proprietà da più di tre anni perché l'hanno appena acquistato, non possono ristrutturarlo, quindi anche questo era un problema da vedere magari prevedendo che il richiedente debba avere certi requisiti, tipo non avere la proprietà di altri alloggi. Ecco, perlomeno questo è lo spirito che attualmente regola l'altra legge dell'edilizia economica popolare, della famosa "legge del 1965", e questi sono i punti fondamentali per cui io ho proposto questa mozione.
Dolchi (P.C.I.) - È aperta la discussione sul punto n. 29. Chi chiede la parola? La parola all'Assessore Ramera.
Ramera (D.C.) - Quanto dice il Consigliere Berti può essere naturalmente oggetto di riflessioni da parte della Giunta, da parte del Consiglio, però vi sono alcune inesattezze, e mi scusi il Consigliere Berti se devo sottolinearle. Proprio adesso abbiamo discusso con i Dirigenti della Cassa di Risparmio, venuti appositamente da Torino, e con l'Assessore Filliétroz, su quelle che dovranno essere le modalità dei tassi di interesse e l'ammontare per rifinanziare questi fondi che vanno dalla ristrutturazione delle case, agli alberghi, all'industria.
Ora, qui, al punto a) si chiede un rifinanziamento dei fondi quando, nell'ultimo Consiglio regionale, in occasione delle variazioni di bilancio, c'erano proprio iscritti 1.250.000 lire per questo scopo, quindi praticamente l'impegno c'è già, si tratta adesso di rivedere alcuni aspetti della legge in corso, perché effettivamente quanto dice il Consigliere Berti è esatto, cioè che i prezzi sono rimasti ancorati mi sembra a 4 o 5 anni addietro, per cui debbono essere naturalmente aumentati per rendere credibile la stessa legge, perché oggi a 160 mila lire al metro quadro non so quanta gente potrebbe ristrutturare, quindi sarà fatto immediato apportare alcune correzioni all'attenzione del Consiglio.
Sul punto b) potrei anche essere d'accordo per l'accoglimento, se il Consiglio lo riterrà opportuno, ma questo non è esatto. I tre anni di residenza non c'entrano proprio per niente, perché se io non sono proprietario da tre anni prima dell'entrata in vigore della presente legge, non tre anni da oggi, di una casa a Rhêmes-Notre-Dame, pur essendo residente ad Aosta, posso andare a ristrutturare ottenendo i fondi appositi per la ristrutturazione delle case, perché il punto b) dice che può ottenere i fondi per la ristrutturazione chi, al momento dell'entrata in vigore di questa legge, ne ha la proprietà o per eredità diretta o per acquisto da almeno tre anni; se è coltivatore diretto ha l'80 percento della spesa, se invece non è coltivatore diretto ha il 60 percento. Non centra la residenza, perché se io, come dico, ho una casa a Rhêmes-Notre-Dame, che è mia da dieci anni, vado a ristrutturarmela e ho diritto alla percentuale del 60 percento non essendo coltivatore diretto; se lo fossi, avrei diritto all'80 percento. Non capisco quindi questo intervento che vorrebbe il Consigliere Berti, a meno che non voglia una modifica di questo punto della legge, e cioè che io possa ristrutturare la casa avendola da tre anni. A questo momento, però, è un cambiamento totale della legge.
Per quanto riguarda il costo al metro quadro, il Consigliere Berti potrà fare un emendamento, però ritengo che sia un po' pericoloso, perché io, almeno in passato, quando ero Presidente di una Commissione che verificava queste cose, mi ero trovato improvvisamente sei case a Courmayeur intestate ad una Società di Genova e mi ero rifiutato di firmare, però poi, alla lunga, in base alla legge è emerso che ne avevano diritto. Ora, prevedere direttamente oggi tre anni vorrebbe dire anche favorire certe speculazioni, non lo so...comunque, a quel momento, il Consigliere Berti può anche presentare un emendamento affinché con tre anni di proprietà, a partire dalla data di revisione della legge, uno possa usufruire di questo beneficio, mentre oggi la legge prevede perlomeno sette anni, mi sembra sei anni perché la legge deve essere stata fatta nel 1970, dovrebbe essere proprietario da nove anni.
Io sono quindi d'accordo per il rifinanziamento, l'abbiamo già fatto sulle modalità, lo vedremo adesso in Giunta venerdì, poi porteremo il disegno di legge in Consiglio. Sul punto b), quando ripresenteremo la legge, qualunque Consigliere potrà presentare emendamenti in merito; quindi, a quel punto, se il Consiglio sarà d'accordo di modificare i tempi di proprietà...per carità, il Consiglio è sovrano!
Dolchi (P.C.I.) - Altri che chiedono la parola? La parola al Presidente della Giunta.
Andrione (U.V.) - No, noi rimaniamo dell'idea di non modificare i termini di proprietà, perché visto che facciamo una politica per favorire il recupero dei centri storici esistenti, non vorremmo che la speculazione ci spostasse dalle aree edificabili nuove verso i centri storici, e allora viene fuori il vasto commercio, io compro la casa vecchia, la trasformo e la rivendo, ci sono degli esempi a Valsavarenche, tanto per non fare dei nomi (a Tignet) abbastanza evidenti...ecco, dico se poi volete le fotografie e i disegni ci sono, sono anche appesi nelle bacheche. Ora, la cautela messa nel requisito della proprietà per un certo numero di anni era proprio per evitare che la speculazione si spostasse, comunque quando verrà in discussione in Consiglio l'approfondiremo.
Noi rimaniamo contrari.
Dolchi (P.C.I.) - Altri che chiedono la parola? Il Consigliere Berti intende concludere? La parola al Consigliere Berti.
Berti (Art. e Comm. Vald.) - Sono d'accordo che con il finanziamento di 1.250.000 in parte la questione è stata superata, io comunque intendevo il rifinanziamento, non essendo sufficiente quell'importo se dobbiamo modificare elevando la quota di 300-330 mila lire al metro quadro...e qui penso che l'Assessore abbia dato un'ampia disponibilità e già anche una celerità per il punto b) che, a mio avviso, blocca e mantiene bloccata la situazione perché bisogna essere proprietari di rustici o comunque di case vecchie dal 1970, quindi da nove anni, e quelli che hanno venduto successivamente, anche a coloro che ne avrebbero tutti i requisiti perché sono degli operai o residenti nel posto, non possono accedervi al contrario di un altro che era proprietario prima. Ad ogni modo, quando porteremo il disegno di legge in Consiglio sarà oggetto di un più ampio dibattito, perché io ci terrò particolarmente a questo punto, proprio per dare la possibilità a quel certo ceto meno abbiente che vive nei paesi, perché nei Comuni non abbiamo la richiesta di industrializzazione, è gente che ha un basso reddito, e quindi è giusto che diamo la possibilità di aggiustarsi la casa, perché nei Comuni le aree sono tutte bloccate e così almeno avrebbero questa possibilità...ecco, comunque lo vedremo nel prossimo Consiglio.
Dolchi (P.C.I.) - Metto in approvazione la mozione...allora la parola all'Assessore Ramera.
Ramera (D.C.) - Vorrei chiedere al proponente che cosa intende, perché così com'è la mozione non può essere votata; il punto b) va tolto di sana pianta fino a che non verrà portata la legge in aula, e quanto richiesto al punto a) è praticamente già accaduto con le variazioni di bilancio.
Io chiederei al proponente di ritirare la delibera, a questo punto, con l'impegno che la Giunta riporti la legge in aula, perché altrimenti ci sarebbero troppe modifiche da fare. Grazie.
Berti (Art. e Comm. Vald.) - Con invito all'Assessore e al Presidente della Giunta di portarla quanto prima, così faremo l'ampio dibattito in quella sede.
Dolchi (P.C.I.) - Allora la mozione si intende ritirata? Il Consiglio è d'accordo? Chiedo se il Consiglio è d'accordo, perché se ci sono almeno dieci Consiglieri che non sono d'accordo, la mozione dovrebbe essere comunque discussa e votata, quindi il proponente la ritira. Nessuno solleva obiezioni? La mozione si intende ritirata.
Il Consiglio prende atto del ritiro.