Oggetto del Consiglio n. 303 del 16 maggio 1979 - Verbale

OGGETTO N. 303/79 - Proposta di legge regionale concernente: "Proroga della salvaguardia all'istituzione di nuovi istituti privati di ricovero, diagnosi e cura".

La legge regionale 22.6.1977, n. 47 emanava modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19.2.1975, n. 2 che, a sua volta, rappresentava l'applicazione in Valle d'Aosta della legge statale 17.8.1974, n. 386.

L'integrazione più importante della legge regionale 47/1977 riguardava l'introduzione di un nuovo articolo, il 6bis: "Norme provvisorie di salvaguardia all'istituzione di nuovi istituti privati di ricovero, diagnosi e cura". Con tale articolo il Consiglio regionale, al fine di non pregiudicare la programmazione ospedaliera, vietava, fino all'entrata in vigore della legge regionale di approvazione del piano ospedaliero, il rilascio di autorizzazioni ad aprire, porre in esercizio o ampliare ambulatori, gabinetti di analisi per il pubblico a scopo di accertamento diagnostico, stabilimenti di cure fisiche di ogni genere, case di cura private, nonché istituti, gabinetti medici ed ambulatori ove si impieghino, anche saltuariamente, sostanze radioattive naturali od artificiali, a scopo terapeutico o diagnostico, ovvero apparecchi contenenti dette sostanze ed apparecchi generatori di radiazioni ionizzanti a scopo terapeutico.

La legge regionale indicava in due anni il termine massimo del divieto, che viene perciò a scadere alla fine del prossimo mese di giugno senza che la legge di approvazione del piano ospedaliero regionale sia stata approvata e senza che siano venute meno le preoccupazioni, in tema di programmazione ospedaliera e sanitaria, che avevano motivato tale divieto.

Per questi motivi e anche in considerazione del fatto che la legge n. 833, istitutiva del servizio sanitario nazionale, affida alla Regione, all'art. 43, il compito di regolamentazione delle caratteristiche funzionali delle istituzioni private onde assicurare livelli qualitativi non inferiori a quelli erogati dai corrispondenti presidi dell'unità sanitaria locale, si propone la proroga di due anni del divieto stabilito dalla legge regionale n. 47/1977, in modo da consentire alla Giunta regionale ed al Consiglio di elaborare con la dovuta informazione e cognizione sia il piano ospedaliero regionale sia i criteri cui devono sottostare le istituzioni private per poter ottenere il convenzionamento con l'unità sanitaria locale.

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Proposta di legge regionale n. 76

REGIONE AUTONOMA VALLE D'AOSTA

Legge regionale ........................... n. ...... : "PROROGA DELLA SALVAGUARDIA ALL'ISTITUZIONE DI NUOVI ISTITUTI PRIVATI DI RICOVERO, DIAGNOSI E CURA".

Il Consiglio regionale ha approvato

Il Presidente della Giunta regionale

PROMULGA

la seguente legge:

ART. 1

Il divieto per il rilascio delle autorizzazioni di cui all'art. 6bis della legge regionale 19 febbraio 1975, n. 2, inserito, sotto il Titolo III, con l'art. 2 della legge regionale 22 giugno 1977, n. 47, è prorogato di altri due anni, salvo che nel frattempo entri in vigore la legge regionale che approva il piano regionale ospedaliero.

ART. 2

La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del terzo comma dell'art. 31 dello Statuto Speciale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Valle d'Aosta.

Dolchi (P.C.I.) - La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (Dem. Prol.-Nuova Sin.) - La legge regionale del 22 giugno 1977, n. 47, aveva introdotto una norma per cui si ponevano dei limiti, dei divieti all'istituzione di nuovi istituti privati di ricovero, diagnosi e cura e si diceva che tale divieto avrebbe dovuto rimanere in vigore fino all'approvazione del piano ospedaliero regionale o, al massimo, per due anni. I tempi di questo divieto vengono a scadere alla fine di giugno, nel senso che il 30 giugno la legge è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale, quindi alla fine di giugno di fatto si verrebbe a creare, in mancanza di una nuova normativa, una situazione in cui da parte di Enti privati si potrebbero aprire nuovamente una serie di laboratori, senza che questo sia stato coordinato, sia stato regolamentato dal Consiglio regionale.

Ora, a parte i limiti che ha avuto l'applicazione di questa legge del 1977 (nel senso che, a nostro avviso, non è stata osservata scrupolosamente), la questione che abbiamo affrontato in questo Consiglio del Laboratorio di Bonini gestito sia nel territorio di Saint-Vincent, sia nel territorio di Aosta, è, a nostro parere, un'applicazione che esula e non tiene conto in modo preciso dei limiti posti alla legge del 1977. Noi rimaniamo dell'avviso che da parte della Giunta regionale, da parte dell'Assessore dovrebbe esserci un'iniziativa molto più decisa, molto più precisa nei confronti di questa situazione per cercare di risolverla, oltre ai problemi di carattere interno dell'Ospedale, eccetera. Inoltre, con l'entrata in vigore della legge di riforma nazionale della sanità, cioè la legge del 1978, l'articolo 43 affida alle Regioni nuovi compiti in materia di disciplina e vigilanza sulle istituzioni della sanità e di carattere privato. Infatti l'articolo 43 dice: "La legge regionale disciplina l'autorizzazione alla vigilanza sulle istituzioni sanitarie di carattere privato...e definisce le caratteristiche funzionali cui tali istituzioni e aziende devono corrispondere onde assicurare livelli di prestazioni sanitarie non inferiori a quelle erogate dai corrispondenti presidi e servizi delle unità sanitarie locali".

Ora, quindi, in attesa che questo piano sanitario regionale venga approvato e che dì conseguenza vengano approvate le norme di regolamentazione delle istituzioni di carattere privato, la proposta di legge che ho presentato mira semplicemente a mantenere in vigore il divieto previsto dalla legge del 1977 per un periodo di altri due anni, cioè mira a impedire che con la fine di giugno 1977 ci sia il vuoto legislativo da parte della Regione, e che quindi si determini una situazione che poi pregiudichi la stessa programmazione ospedaliera.

Dolchi (P.C.I.) - C'è qualcuno che intende prendere la parola? In proposito è stato distribuito un emendamento sostitutivo dell'articolo 1.

Emendamento

ART. 1

Nella prospettiva dell'attuazione del piano sanitario regionale in applicazione della legge istitutiva del servizio sanitario nazionale, il divieto di cui all'art. 6bis della legge regionale 19 febbraio 1975, n. 2, inserito sotto il Titolo III con l'art. 2 della legge regionale 22 giugno 1977, n. 47, è prorogato fino alla attuazione della legge regionale di approvazione del primo piano sanitario regionale predisposto ai sensi dell'art. 55 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 e comunque non oltre 1 anno.

Il suddetto divieto è altresì esteso agli enti locali territoriali che deliberino l'apertura o l'ampliamento di ambulatori o gabinetti a scopo di accertamento diagnostico in contrasto od in carenza di piano sanitario approvato dagli organi competenti per la gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali dell'ambito territoriale cui appartengono ai sensi della legge regionale 29 novembre 1978, n. 60.

Sono nulli di diritto ed impegnano la responsabilità personale e diretta di chi li dispone e di chi vi dà esecuzione tutti gli atti di autorizzazione o i provvedimenti disposti in violazione della presente legge.

Questo emendamento sostitutivo penso sia stato concordato, comunque ha il parere favorevole anche dall'Assessore, che non so se intende prendere la parola. Ci sono Consiglieri che intendono prendere la parola? Darei allora la parola all'Assessore Rollandin per l'illustrazione dell'emendamento.

Rollandin (U.V.) - Avevo già avuto occasione di dire in Commissione, nell'esaminare l'articolo che era previsto nella legge del Consigliere Riccarand, che si stava preparando la stessa cosa a livello di Assessorato, e l'articolo 1 così emendato, come viene proposto, penso che riprenda essenzialmente lo spirito che aveva già animato la proposta di legge antecedente, vale a dire la necessità che la struttura pubblica fosse la struttura preminente e che quindi, proprio per riorganizzare il tutto e per evitare che ad una programmazione generale e regionale ve ne fosse affiancata un'analoga fatta da privati che andasse...non dico contro, ma comunque facesse concorrenza a quella che è la struttura pubblica, era necessario naturalmente regolamentare il tutto.

Ora, la legge 833 di cui sono richiamati l'articolo 43 e l'articolo 55 parla espressamente delle necessità (che nel piano triennale verrà fatto a livello regionale di conseguenza), naturalmente tenendo conto dei dettati che ci sono nel piano sanitario nazionale che è stato presentato nell'ultimo Consiglio Sanitario Nazionale, che verrà discusso e che nella prossima riunione antecedente alle elezioni verrà portato ancora all'esame preventivo per vedere quali sono naturalmente le incongruenze o, comunque, le cose che non potrebbero trovare una soluzione diversa a livello regionale, prevede che l'articolazione dei laboratori esistenti su tutta la Regione trovi un coordinamento, naturalmente una ristrutturazione, oltre che un ampliamento adeguato.

L'articolo 1 com'è emendato penso che vada in questa direzione, in quanto si dice: "altresì esteso agli enti locali territoriali"; questo perché nell'ambito delle iniziative singole determinati Comuni, che si trovassero in una situazione finanziaria più florida, sarebbero nelle condizioni di intraprendere delle iniziative che naturalmente andrebbero contro lo spirito della 833, vale a dire di un coordinamento generale a questo proposito, quindi penso che, per com'è presentato, l'articolo 1 da una parte salvaguardi quella che è la struttura pubblica e, dall'altra, naturalmente dia il fiato necessario a livello regionale per stabilire questi contatti.

A proposito di quanto è stato fatto a livello regionale per salvaguardare le istituzioni pubbliche, non voglio rientrare nella polemica che è stata affrontata, anche qui, a proposito dei laboratori e del caso del Primario dell'Ospedale che gestisce con una regolare convenzione anche il Laboratorio di Saint-Vincent. Vorrei solo dire che nell'ambito delle strutture pubbliche il Laboratorio di Saint-Vincent, in quanto laboratorio comunale, andrà visto come deve essere potenziato al di là della gestione, cioè se come struttura il laboratorio non serva solo alle Terme, che tra l'altro devono essere ancora regolamentate, e come vengono inserite in un piano polidistrettuale e anche poliregionale, perché riguarda più l'Unità Sanitaria Locale com'è nella struttura di tutte le Terme. Quindi il caso del Laboratorio di Saint-Vincent è un caso anomalo, in quanto svolge per una parte compiti precisi, cioè esami che devono essere fatti ai pazienti che si sottopongono a determinate cure termali, per altro verso può svolgere tutta una serie di compiti che sono e che riguardano una determinata fascia di territorio e precisamente quella zona di Saint-Vincent, Châtillon, e così via. Non penso che sia il caso di tornare su questa polemica, che a mio avviso è chiusa, nel senso che tutte le indagini che sono state fatte...ne è stata interessata la Magistratura, che penso sia l'organo principale competente se c'erano degli illeciti, ma a mio avviso non ce n'erano.

Per quanto riguarda la figura del Professor Bonini, io non voglio entrare...come ho già detto allora, non sta a me giudicare in quanto professionalmente penso che le qualifiche siano tali da non doverle mettere in discussione. Per quanto riguarda il controllo che viene fatto da parte dell'Amministrazione regionale, in questo senso penso che ci siano state verifiche abbastanza severe, io non guardo fatti antecedenti o permessi che sono comunque stati dati regolarmente per determinati usi che erano stati previsti in queste stazioni ambulatoriali. Quindi io penso che l'indirizzo dell'articolato di questa legge sia quello di evitare che in futuro ci siano dei casi o comunque delle iniziative che vadano in senso privatistico anziché in senso pubblico e possano effettivamente danneggiare l'utilizzo da parte di tutti i cittadini delle strutture che vengono messe a disposizione dall'Unità Sanitaria Locale futura, perché attualmente è ancora la Regione, ma quando ci sarà il piano triennale è chiaro che non saremo noi come Regione ad affrontare questi problemi, bensì sarà l'Unità Sanitaria Locale.

Dolchi (P.C.I.) - È aperta la discussione. La parola al Consigliere Pollicini.

Pollicini (D.P.) - Mah, sembrerebbe un articolo quasi dovuto questo presentato dall'Assessore... Bene, invece io esprimo perplessità anche per questo articolo, e cioè questo protezionismo della sanità pubblica rischia di far naufragare sempre più la sanità pubblica. Ci siamo stupiti in quest'aula più volte sul fatto che i medici - molti medici, e di alto livello - dell'Ospedale scelgono il tempo definito, ma non ci siamo chiesti perché. Il perché è evidente, perché magari si fa la comparazione fra un Primario di Chirurgia e un medico magari di poca esperienza o di breve esperienza, collegato con alcune istituzioni mutualistiche, e magari il rapporto è di uno a tre o uno a quattro a favore del medico mutualistico o condotto...lì si può pretendere che siano dei missionari, ma possiamo noi pretenderlo? Guardiamo perché avviene questo.

Non è giusto - direi che non è onesto - scandalizzarsi quando un medico sceglie il tempo definito...vediamo il motivo per cui l'ha scelto, cerchiamo di correggere la motivazione che l'ha spinto a fare quella scelta, e così il problema dei lavoratori degli ambulatori...s'è gridato perché erano sorti dei Laboratori di Analisi privati in Aosta...stranissimo! Mi risulta che questi Laboratori di Analisi privati applichino le stesse tariffe che le Mutue riconoscono ai laboratori pubblici, quindi non vi è neanche un problema di diverso modo di pagamento, eppure funzionano decisamente meglio. Che cosa vuol dire questo? Che le attrezzature della struttura sanitaria pubblica per qualche motivo non sono efficienti, quindi il modo per migliorare la struttura della sanità pubblica non è quello di impedire il sorgere dei laboratori privati, caso mai questi stanno a dimostrare le carenze esistenti, ed è un confronto che forse non fa piacere vedere! La realtà è vedere perché non funzionano le strutture pubbliche...e non mi si parli poi che non funzionano per mancanza di personale queste strutture pubbliche, perché qui bisogna dircelo in faccia, a meno che non abbiamo il coraggio di dircelo...

Io sono quindi perplesso di fronte a questo articolo di protezionismo che penso, tutto sommato, non aiuti neanche a migliorare la struttura della sanità pubblica. Direi, piuttosto, che bisogna porre mano a qualche iniziativa e purtroppo quello che è il riflusso montante molte volte può essere causato da un'esagerazione precedente riguardo ad appiattimenti e a demagogie per cui oggi purtroppo dobbiamo pagare lo scotto tutti quanti, chi più responsabile e chi meno, ma tutti siamo responsabili di questa situazione e ora, a questo punto, non continuiamo a percorrere la strada che abbiamo visto che non è la migliore.

Allora, che cosa propongo io? Propongo invece la necessità da parte di chi ha la competenza di responsabilizzare le strutture pubbliche a tutti i livelli per affrontare i problemi in maniera chiara con tutte le carenze che sono evidenziate in questa esigenza di avere un servizio che, se dato da un privato, si ottiene allo stesso prezzo in tempi più brevi e probabilmente magari migliore. Tapparsi gli occhi non è il modo migliore di risolvere il problema.

Dolchi (P.C.I.) - Altri che intendono prendere la parola? C'è nessuno che prende la parola? La parola all'Assessore Rollandin.

Rollandin (U.V.) - Mah, effettivamente più che intenderlo in senso protezionistico penso che sia doveroso fare alcune precisazioni...

La constatazione che lascia effettivamente perplessi del perché determinati laboratori pubblici con un numero di persone...non diciamo esuberante, ma comunque senz'altro altissimo, non riescono a fare un determinato numero di analisi o comunque a superare determinati "ritmi di produzione", se così vogliamo chiamarli, a differenza di strutture private dove, effettivamente, il numero di esami, tenuto conto della qualità che è ottimale nei due casi...e anche qui ci sarebbe da vedere il perché succede questo, perché purtroppo a livello pubblico c'è una struttura verticistica che porta il Primario a doversi scontrare nel dar ordini, o comunque far effettuare determinati proseguimenti di lavoro, cosa che non succede a livello privato, in quanto c'è un rapporto diverso...quando ci sono due o tre persone queste collaborano, vanno avanti su un ritmo che non è quello della struttura pubblica. Il male principale è lì: chi timbra fa determinate ore e lavora con un determinato ritmo, ed effettivamente nessuno può andargli a dire: "ma tu devi fare più veloce". Effettivamente questo ad un certo punto è lo stesso problema che si era posto in altre strutture per esaminare una lastra radiologica, per cui posso stare anche un'ora e nessuno verrà mai a dimostrarmi che in dieci minuti io posso dare un referto, mentre in struttura privata so che se ne faccio cento guadagno "X", se ne faccio solo dieci guadagno effettivamente un decimo. Nella struttura pubblica questo non succede. Senza contare poi - e qui è il caso grave - che in questo c'è anche un determinato risvolto politico, ma nel senso peggiore, partitico, in cui naturalmente c'è un certo movimento per sobillare il tutto, per evitare che le cose vadano bene, perché determinati movimenti sono in questa direzione, purtroppo, e non sono certo nello spirito di collaborazione. In certi reparti, gli scontri che ci sono non derivano da questioni di servizio, non sono legati a questioni di strutture e di funzionamento dell'insieme ed è per quello che, rispetto alla polemica prima ricordata, come ho già detto allora, a mio avviso non era per migliorare i servizi, ma era effettivamente per sobillare o per portare determinati scompensi all'interno; prova ne sia che quando è apparsa in determinate lettere firmate dai dipendenti, questi dipendenti non ne sapevano nulla, il che è significativo. Purtroppo certi dati di fatto non è con leggi, con provvedimenti o con decreti che si riesce a sanarli; il grave è che, strutturati in tale modo, quando si arriva a una determinata crisi di espansione, ecco che succede tutto a livello organizzativo e, mancando determinati anelli, effettivamente li mette in crisi. A livello privato questo non succede, perché c'è la possibilità di prendere effettivamente dei provvedimenti senza toccare tutto un sistema.

Con questo articolo non si interviene a mio avviso in senso protezionistico, ma si interviene per migliorare il servizio, pur ammettendo che queste pecche esistono e permarranno, speriamo che non si aggravino, nel senso che non si metta la parte più deteriore di un pensiero che può essere diverso da quello di chi dirige e se ne faccia uno strumento per sobillare tutta una serie di azioni; questo è l'atto più deteriore contro cui purtroppo non ci sono interventi a quel livello sindacale, perché per certi problemi l'intervento è anche massiccio, quando ci sono questi tutto sta a tacere, non c'è una presa di posizione forte, in quanto a mio avviso è lì il punto, perché lì va contro l'interesse di tutti i cittadini, perché quando ci sono dei ritardi e delle attese che non sono giustificati in base al numero di personale... Se vogliamo ritornare al discorso ospedaliero, il numero, la percentuale di personale è uno dei più alti d'Italia, per non dire il più alto in assoluto, eppure il servizio è come è a causa di una ristrutturazione interna che, non si sa come, non si riesce a sanare per il personale per il quale, magari, seguendo tutte le novità a livello di laboratorio molte ore al giorno, la ristrutturazione non è possibile, perché non è possibile spostare una persona interna ma bisogna fare 10 riunioni. A livello privato si effettua lo spostamento e si dice: "tu fai questo o fai quest'altro".

Ripeto: a mio avviso questo articolo va nella direzione che è effettivamente poi lo spirito della legge 833, cioè il fatto di agevolare il servizio e di evitare che ci siano delle iniziative che vadano contro questo, penso che debba essere rispettato; dicendo questo effettivamente si allungano solo i tempi di attesa, in quanto non si è grado attualmente di dare un piano triennale che sia una derivazione che vada in una determinata prospettiva che naturalmente dovremo dargli, ma questo è un po' prendere tempo per tutte queste situazioni.

Dolchi (P.C.I.) - Altri che intendono prendere la parola? La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (Dem. Prol.-Nuova Sin.) - Il Consigliere Pollicini si fa paladino dei laboratori privati e dei medici che, poveretti, sono costretti a ricorrere al tempo definito, eccetera, e dice che i laboratori privati funzionano generalmente meglio dei laboratori pubblici.

Ora, io mi chiedo evidentemente quando un laboratorio pubblico come un Laboratorio di Analisi dell'Ospedale ha un Primario come Professor Bonini, che nello stesso tempo è Primario responsabile di questo laboratorio e coordina e gestisce due, non uno, dico due, tre laboratori privati esterni in concorrenza con l'Ospedale, distribuiti in Valle d'Aosta e in Piemonte, non fa il suo orario, neanche il suo orario a tempo definito, utilizza materiale del laboratorio pubblico per la sua attività nel laboratorio privato, quando succede questo, io mi chiedo...è chiaro, come fa a funzionare un laboratorio di questo tipo? Allora, può darsi che ci siano anche delle responsabilità dei dipendenti, dei problemi all'interno, queste sono tutte cose che evidentemente ci potranno essere, però se il Primario responsabile incomincia a fare lui un'azione di questo genere, come si può chiedere che poi la struttura pubblica funzioni meglio di quella privata? È chiaro che il Professor Bonini - tanto per fare un caso, ma i casi sono tantissimi, non c'è mica solo la sua questione personale - ha tutto l'interesse a far mandare la gente ad esaminarsi presso lo studio che lui ha aperto ad Aosta, Saint-Vincent o da altre parti, a far in modo che il laboratorio pubblico che lui dovrebbe potenziare abbia dei tempi più lunghi, abbia delle carenze e tutto quanto...questa è la cosa che capita, e di tutto questo, secondo me, ci sono delle responsabilità! Non si può dire che è colpa dei lavoratori del laboratorio e non vedere quali sono le responsabilità del vertice del laboratorio e in questo caso del Professor Bonini.

Per quanto riguarda poi quello che diceva l'Assessore Rollandin sulle affermazioni fatte dai lavoratori del Laboratorio di Analisi nei confronti dell'attività del Professor Bonini, che non sarebbero state confermate, è stata fatta un'inchiesta interna all'Ospedale affidata al Dottor Ferrando. Io chiedo che l'Assessore domandi gli atti di queste testimonianze e li faccia avere ai Consiglieri, in modo che possiamo verificare cosa effettivamente hanno testimoniato questi lavoratori del Laboratorio di Analisi sull'operato del Professor Bonini. Questo solo perché su tale caso, secondo me, ci sono delle responsabilità che sono della Regione, ci sono delle responsabilità del Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale, comunque...

Lustrissy (D.P.) - ...linciaggio delle persone in aula pubblica in un modo così strano, io non lo so...questo è un metodo politico inconcepibile!

Riccarand (Dem. Prol.-Nuova Sin.) - ...non è questione di linciaggio delle persone...

Pollicini (D.P.) - ...questo è il torto per esserci schierati contro la Nuova Sinistra nel laboratorio, solo quel torto lì, lo sappiamo benissimo che è solo quel torto lì, qui si specula troppo in maniera malvagia, non politica!

Riccarand (Dem. Prol.-Nuova Sin.) - Ho detto prima che non era una questione personale con il Professor Bonini, ma il modo con cui viene visto il rapporto fra tutta una serie di laboratori privati e i laboratori pubblici. In particolare, in questo caso, ci sono delle illegalità secondo noi evidenti: il Professor Bonini ha detto che avrebbe denunciato tutti quanti...è per quello che noi stiamo ancora aspettando la denuncia del Professor Bonini, per verificare quelle che sono le reali situazioni rispetto a questi punti.

Ritornando al disegno di legge, io sono d'accordo sulla proposta di emendamento dell'Assessore che recepisce, mi pare, quella che era l'intenzione del disegno di legge e che nel secondo comma estende questo aspetto agli Enti locali, e mi pare che la legge regionale del 1977 già prevedeva infatti questo concetto, per cui tutte le deroghe dovevano essere approvate dal Consiglio regionale. E qui, se vogliamo ritornare al discorso del Laboratorio di Saint-Vincent, non c'è mai stata l'approvazione del Consiglio regionale, c'è stata solo un'autorizzazione dell'allora Assessore Jorrioz e non del Consiglio regionale. Comunque, siccome va in questo senso, io sono d'accordo con l'emendamento presentato dall'Assessore alla Sanità.

Dolchi (P.C.I.) - Altri che chiedono la parola? La parola all'Assessore alla Sanità e Assistenza Sociale, Rollandin.

Rollandin (U.V.) - Vorrei solo fare alcune precisazioni a proposito delle richieste e delle cosiddette "indagini" che sono state date al Dottor Ferrando, le conclusioni le ho viste e non ho nulla in contrario a darle ai Consiglieri, perché, tranne appunto le persone che avevano fatto questo ad hoc, non è emerso assolutamente nulla. Quindi per questo non ho nulla in contrario, come non ho ritenuto, in seguito a questo, di formare una Commissione speciale consiliare sul problema, in quanto il problema a mio avviso era chiarissimo: se ci sono delle illegalità, o comunque un qualche cosa, è l'Autorità giudiziaria e non il Consiglio che giudicherà sulle valutazioni che sono state fatte a livello personale. Io non entro nel merito, l'ho già detto l'altra volta, perché sul piano della professionalità non penso che abbia bisogna di esser difeso, né da me, né da alcuni qui dentro, né penso che superi effettivamente di molto gli altri che vogliono denigrare la personalità in sé. Quindi non penso che abbia bisogna di essere difeso da me e non mi faccio portavoce e io qui dico le cose che penso siano giuste, siano corrette nel senso della cosa pubblica e non in senso privatistico.

Per quanto è successo all'interno, chiaramente io inviterei a guardare il problema nel senso globale, non solo certi aspetti, e guardare anche certe insubordinazioni nel senso largo della parola, nel senso di lavoro che non viene compiuto per determinati motivi. Voglio solo dire che se uno ha voglia di lavorare anziché sei o otto ore, ha voglia di lavorare diciotto ore, fino a prova contraria non c'è ancora nessuna legge che ti dice che devi lavorare solo cinque, sei o tre ore. Fino a prova contraria poi, la scelta tra tempo definito o pieno è un problema che dovrà essere ancora affrontato in seguito, ma intanto rimane la possibilità come c'era fino...o di prendere il tempo definitivo, e quindi di organizzarsi il lavoro in un determinato modo, e che si vada a gestire, come da tante altre parti, anche un laboratorio che è di tipo...diciamo non pubblico, perché l'ho già detto prima, è legato ad un'attività termale e non su tutto il territorio, e per la riapertura non aveva bisogno dell'autorizzazione consiliare previsto dalla legge, in quanto quel laboratorio è stato autorizzato prima dell'entrata in vigore di quella legge, come ho già detto e ripetuto.

Non c'è stata quindi assolutamente nessuna illegalità consiliare, né da parte della Giunta, di autorizzare questa apertura. L'ampliamento era perfettamente regolare, l'ho già detto prima, le proposte d'ampliamento devono essere valutate rispetto alla necessità per gli stabilimenti termali, per gli scopi che vorrà prefiggersi il locale. Quindi con questo penso di avere chiuso questo argomento su cui non vorrei tornare.

Dolchi (P.C.I.) - Io faccio solo presente che nel corso della discussione a volte si esprimono giudizi che riguardano persone che, non facendo parte del Consiglio, non possono certamente intervenire e prendere la parola. Sappiamo ormai che le opinioni espresse in sede di Consiglio da parte dei Consiglieri non sono perseguibili e che comunque i voti e le decisioni non sono perseguibili. Comunque io inviterei i Consiglieri che intendono affrontare dei problemi nei quali sono coinvolte persone che non fanno parte del Consiglio, e quindi che non possono replicare, o dei fatti che possono assumere una certa delicatezza, a chiedere la seduta segreta. In tale sede i Consiglieri hanno la possibilità di esprimersi con argomentazioni e con documentazione più o meno attendibili che comunque rimangono nell'ambito della seduta segreta.

Ritornando alla proposta di legge n. 76, se il Consiglio ritiene che si sia conclusa la discussione generale, passiamo alla votazione dei due articoli. Non c'è più nessuno che chiede la parola? Chiudiamo quindi la discussione e esaminiamo l'articolo 1. La proposta della Presidenza è che l'emendamento sostitutivo venga messo ai voti; l'emendamento sostitutivo fa sì, ovviamente, che se è approvato decade l'articolo 1 proposto nel testo originario...siamo d'accordo su questa procedura?

Metto in approvazione l'emendamento sostitutivo dell'articolo 1. Chi è d'accordo? Contrario? Astenuto? Allora l'articolo 1 nel testo distribuito stamane, che è stato messo in votazione, ha riportato il seguente risultato:

Presenti: 24

Votanti: 22

Maggioranza: 13

Voti favorevoli: 22

Astenuti: 2 (Pollicini e Lustrissy)

Il Consiglio approva.

Metto quindi in approvazione l'articolo 2. Chi è d'accordo? Chi non è d'accordo? Chi si astiene?

Stesso risultato: presenti: 24; votanti: 22; maggioranza: 13; voti favorevoli: 22; astenuti: 2 (Pollicini e Lustrissy).

Il Consiglio approva.

Ci sono dichiarazioni di voto? Si passa alla votazione segreta del complesso della legge.

VOTAZIONE A SCRUTINIO SEGRETO

Esito della votazione concernente il punto 24:

Presenti: 30

Votanti: 28

Maggioranza: 16

Voti favorevoli: 26

Voti contrari: 2

Astenuti: 2 (Pollicini, Lustrissy)

Il Consiglio approva.

Proposta di legge regionale n. 76

REGIONE AUTONOMA VALLE D'AOSTA

Legge regionale ........................... n. ...... : "PROROGA DELLA SALVAGUARDIA ALL'ISTITUZIONE DI NUOVI ISTITUTI PRIVATI DI RICOVERO, DIAGNOSI E CURA".

Il Consiglio regionale ha approvato

Il Presidente della Giunta regionale

PROMULGA

la seguente legge:

ART. 1

Nella prospettiva dell'attuazione del piano sanitario regionale in applicazione della legge istitutiva del servizio sanitario nazionale, il divieto di cui all'art. 6bis della legge regionale 19 febbraio 1975, n. 2, inserito sotto il Titolo III con l'art. 2 della legge regionale 22 giugno 1977, n. 47, è prorogato fino alla attuazione della legge regionale di approvazione del primo piano sanitario regionale predisposto ai sensi dell'art. 55 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 e comunque non oltre 1 anno.

Il suddetto divieto è altresì esteso agli enti locali territoriali che deliberino l'apertura o l'ampliamento di ambulatori o gabinetti a scopo di accertamento diagnostico in contrasto od in carenza di piano sanitario approvato dagli organi competenti per la gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali dell'ambito territoriale cui appartengono ai sensi della legge regionale 29 novembre 1978, n. 60.

Sono nulli di diritto ed impegnano la responsabilità personale e diretta di chi li dispone e di chi vi dà esecuzione tutti gli atti di autorizzazione o i provvedimenti disposti in violazione della presente legge.

ART. 2

La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del terzo comma dell'art. 31 dello Statuto Speciale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Valle d'Aosta.