Oggetto del Consiglio n. 280 del 27 novembre 1970 - Resoconto
OGGETTO N. 280/70 - Continuazione dell'esame del nuovo Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale (dall'articolo 51 all'articolo 121).
Articolo 51 - Inizio della discussione
Montesano (P.S.D.I.) - Non lo leggiamo. Oh, se il Consiglio è d'accordo, se non ci sono osservazioni sugli articoli, io li do per approvati.
L'unica cosa che io volevo proporre.
Fosson (U.V.) - Dico, di dare il tempo di rinfrescarci la memoria, magari.
Montesano (P.S.D.I.) - Sì, sì, diamo il tempo. È soltanto che io stavo per fare una proposta al Consiglio di un emendamento aggiuntivo al punto 1 del terzo capoverso, con la lettura di una proposta, cioè la discussione può aver inizio in due modi: "con la lettura di una proposta iscritta all'ordine del giorno, per iniziativa del Presidente del Consiglio o di altri organi consiliari", questa è l'aggiunta "della Giunta regionale o di un Consigliere".
Che ci possono essere anche i Presidenti di Commissione che possono proporre, fare una proposta.
Il punto, nella stesura originale, dice come appresso: "con la lettura di una proposta iscritta all'ordine del giorno per iniziativa della Giunta regionale o di un Consigliere".
Io proponevo di aggiungere: "del Presidente del Consiglio o di altri organi consiliari" e poi "della Giunta regionale o di un Consigliere".
Caveri (U.V.) - Domando la parola.
Questa modificazione è perfettamente inutile perché quando si dice "o di un Consigliere", il Presidente del Consiglio è Consigliere, quindi non vedo il motivo di questa modificazione.
Montesano (P.S.D.I.) - È anche vero questo.
Andrione (U.V.) - Ha la responsabilità dell'ordine del giorno tutto intero.
Caveri (U.V.) - Io chiedo che il testo rimanga inalterato.
Savioz (P.C.I.) - Anch'io sono del parere dell'Avv. Caveri, perché effettivamente, qui, siamo tutti Consiglieri. La carica che ad ogni Consigliere viene data è soltanto una carica del Consiglio, quindi è una seconda cosa.
Il Presidente del Consiglio è Consigliere a tutti gli effetti. Quindi non c'è proprio ragione.
Montesano (P.S.D.I.) - Quindi il Presidente del Consiglio la può fare sempre come Consigliere. Benone. Allora ritiro l'emendamento.
Ci sono altre osservazioni?
Allora l'art. 51 lo dò per approvato.
Articolo 52 - Interruzione della discussione
Dolchi (P.C.I.) - Vorrei richiamare l'attenzione dei Colleghi sul fatto che qui si parla di discussione che può essere interrotta. Poi, all'articolo 65 si parla di "sospensione pregiudiziale" e quindi la questione sospensiva per il rinvio della discussione.
C'è, secondo me, una certa confusione, se possiamo così chiamarla, fra provvedimenti legislativi, cioè leggi di iniziativa regionale e provvedimenti amministrativi, per cui sarebbe forse opportuno, nell'art. 52, se vogliamo evitare questo - visto che è ripetuto nell'articolo 65 -, aggiungere "la discussione, ad eccezione per le leggi e i regolamenti, (perché per questi provvedimenti è previsto un apposito articolo) può essere interrotta soltanto..."
E poi qui c'è l'altro concetto che in questo articolo non sarebbe prevista la pregiudiziale, per cui si dà per scontato che sempre avviene la discussione. Ma questo, più che altro, è un chiarimento che vorrei a me stesso perché ci troviamo poi in contrasto con l'art. 65 che dice che la discussione può essere, in via pregiudiziale può non essere neanche affrontata, per cui tratterebbe, secondo me, per non avere lacune, di precisare.
Io, personalmente, sono dell'avviso che la discussione debba sempre esserci perché se no la maggioranza può, con una votazione pregiudiziale, evitare qualsiasi discussione su argomenti presentati dalla minoranza.
Però, siccome c'è anche tutta la discussione sulla facoltà di iniziativa degli atti amministrativi, ecco, non so se vale la spesa di precisare, all'art. 52 che si tratta di iniziative che non sono leggi e regolamenti, e poi, all'art. 65, questa è la proposta che farei, di eliminare la questione sospensiva per il rinvio della discussione. Semmai ne riparlo all'art. 65.
Quindi, per l'art. 52 mi limiterei a proporre che la discussione, ad eccezione per le leggi e i regolamenti, perché questa materia è disciplinata da un apposito articolo, può essere interrotta soltanto, ecc.
Caveri (U.V.) - Mi sembra che in questa proposta del Consigliere Dolchi ci sia un aspetto positivo e un aspetto negativo.
L'aspetto positivo è stato illustrato dal Consigliere Dolchi quindi è inutile che io aggiunga altre parole, c'è però un aspetto negativo ed è questo: che può essere utile, ad un certo momento, esaminando una proposta di legge, può essere utile rimandare ad una Commissione per un esame più approfondito.
È anche vero che quanto dice il Consigliere Dolchi, e cioè che comunque la discussione non dovrebbe essere sospesa. Questo è vero. Quindi bisognerebbe fosse un po'... Però sarebbe anche pericolosa una dizione quale quella proposta dal Consigliere Dolchi perché allora ci sarebbe l'aspetto negativo che ho detto. Per cui, quando si tratterebbe di proposta di legge, non si potrebbe più rinviare alla Commissione e quello sarebbe grave: perché quante volte vediamo che dobbiamo pensar meglio un argomento. Perché si crede sempre d'aver studiato a fondo un problema e poi si scopre che ci sono altri aspetti che devono essere invece approfonditi. Quindi mi pare che la proposta di modificazione del Consigliere Dolchi dovrebbe almeno essere corretta in modo da permettere di rimandare alla Commissione una proposta di legge e questo nell'interesse pubblico, addirittura.
Montesano (P.S.D.I.) - Però, in merito al rinvio alla Commissione, nel punto primo, dice appunto "per domandare il rinvio della proposta all'esame di una Commissione o della Giunta regionale".
Io proporrei di lasciare l'articolo così com'è, e poi, semmai, vedremo un pochino, quando arriviamo all'art. 65... (parla, sottovoce, il Sig. Pramotton: la discussione generale è regolamentata dalle altre precedenti, quindi si rinviano senz'altro...)
Io proporrei che rimanesse così invariato questo articolo anche perché è contemplato il rinvio alla Commissione.
Dolchi (P.C.I.) - Punto secondo - io non ho nessuna difficoltà a ritirare questa proposta. Ritengo utile che poi agli articoli 61-65 si precisi perché si parla di "sospensiva pregiudiziale", poi si parla sempre di rinvio alla Commissione al termine della discussione generale, quindi lì si tratta di precisare meglio.
Sempre sull'articolo 52, credo che sia un errore di battitura, una omissione di battitura, al punto 2) si dice testualmente "per proporre un accertamento, una mozione o il richiamo all'osservanza della legge del regolamento". Siccome la procedura della mozione è regolata dal Regolamento stesso, credo che qui si debba intendere una mozione d'ordine, che sia dimenticata la parola "d'ordine". Cioè mi sembrerebbe più logico che l'interruzione possa intervenire per questi casi.
"Per proporre un accertamento, una mozione d'ordine o il richiamo all'osservanza della legge del regolamento", oppure eliminare questa parola "una mozione", perché la presentazione della mozione non è un'interruzione della discussione, la mozione è regolata da altri articoli che prescrivono come si deve fare.
Montesano (P.S.D.I.) - Mozione d'ordine. Siamo d'accordo, vero, nell'aggiungere la parola "d'ordine" alla mozione. Perché lo spirito è proprio quello di richiami al regolamento, richiami con una mozione d'ordine e richiami per un accertamento.
Caveri (U.V.) - Perché allora, se fosse accolta questa proposta di modifica, allora non si potrebbe più sospendere la discussione per una mozione pura e semplice.
Andrione (U.V.) - La presentazione della mozione non sospende la discussione.
Montesano (P.S.D.I.) - Non sospende la discussione.
Caveri (U.V.) - Ah, no. Ma, se uno vuol proporre una mozione per forza deve sospendere la discussione per il semplice fatto che si presenta una mozione.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma, una mozione d'ordine, avvocato.
Andrione (U.V.) - Durante lo svolgimento di una discussione si presenta un ordine del giorno.
Caveri (U.V.) - Va bene, accetto questa modificazione allora.
Montesano (P.S.D.I.) - In più ci siamo trovati sovente nel dover sospendere la discussione per altri motivi. Volevo aggiungere, avvocato, se permette, un mio emendamento, che prego di ascoltare, volevo aggiungere questo "per breve sospensione della seduta, su proposta dei Consiglieri, approvata dal Consiglio e per l'aggiornamento dei lavori del Consiglio".
Cioè noi ci possiamo trovare di fronte ad una discussione, la quale non si esaurisce con la chiusura della seduta e dobbiamo rimandarla. È meglio precisarlo. Ci siamo trovati tante volte in queste condizioni. Nel dover rimandare la discussione ad un'altra seduta. È bene precisarlo.
Allora "per breve sospensione della seduta, su proposta dei Consiglieri approvata dal Consiglio e per l'aggiornamento dei lavori del Consiglio".
Quarto e primo, adesso i segretari lo metteranno in ordine.
Allora l'art. 52 viene approvato con gli emendamenti proposti.
Articolo 53 - Posizione dell'oratore
Montesano (P.S.D.I.) - È riportata dal vecchio regolamento e da tutti i regolamenti vigenti. Il Consiglio approva.
Articolo 54...
Andrione (U.V.) - Io ho un dubbio in questo articolo quando è detto, al terzo comma "nessuno può parlare più di due volte nella discussione di uno stesso argomento, tranne che per un richiamo al Regolamento o per fatto personale".
Ora ci può essere, non so, prendo la discussione del bilancio, ci può essere, è normale che qualcuno prenda la parola non due ma dieci volte. Per cui mi sembra un po' limitativo, eccessivamente limitativo dire che nessuno può prendere la parola più di due volte. Il bilancio risulta essere lo stesso argomento, come fa?
Caveri (U.V.) - Bisogna vedere che cosa si intende per argomento. Forse occorrerebbe una precisazione perché, evidentemente, nella discussione di centinaia di articoli del bilancio ogni Consigliere può parlare più di due volte, quindi è la parola "argomento" che dovrebbe essere precisata o con un'altra parola o con una frase. Per forza.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora io le rispondo, Avv. Caveri, che la discussione sulle leggi e il bilancio che porta ad esempio il Segretario Andrione è una legge, parla, s'intende di interventi due volte, sulla discussione generale. Naturalmente sui diversi articoli ci sono gli interventi che vengono resi necessari dagli argomenti ripartiti articolo per articolo.
Caveri (U.V.) - La dizione è ugualmente pericolosa perché qualcuno potrebbe dire, questo argomento è un argomento del bilancio, per esempio. Oppure, lasciamo stare il bilancio che è l'esempio un po' macroscopico, ma anche - lei parla di una proposta di legge. Una proposta di legge è un argomento, quindi su una proposta di legge ogni Consigliere non dovrebbe parlare più di due volte, quindi questa dizione è pericolosa. Potrebbe essere interpretata - soprattutto poi ricordate quando si governava il Consiglio a colpi di maggioranza nel periodo più bieco dell'ultimo quadriennio, come si decidevano le questioni di interpretazione del regolamento? A colpi di maggioranza.
Domani una qualunque minoranza, forse l'attuale minoranza, io penso soprattutto alla minoranza democristiana, che domani potrebbe essere vittima di un colpo della nostra attuale maggioranza. Quindi pensate quant'è pericoloso per la D.C. una dizione di questo genere. Sto facendo un po' dell'umorismo, di cattiva lega riconosco, riconosco Ramera che il mio è di pessima lega.
Quindi io trovo che è pericoloso. Bisognerebbe studiare di modificare. Io sono d'accordo sul concetto ma però bisognerebbe esprimerlo in un altro modo.
Signor Presidente, non potremmo fare una cosa? Andare avanti e tenere in sospeso questo articolo ed intanto studiamo una....
Montesano (P.S.D.I.) - Lei ricorda benissimo, Avv. Caveri la discussione che c'è stata in Commissione su questo articolo. Allora si disse: siccome per il passato c'era una limitazione di mezz'ora e allora si convenne, tutti d'accordo, nel dire: facciamo fare due interventi: uno massimale di un'ora e l'altro di mezz'ora.
Caveri (U.V.) - Ecco, ma appunto quello che lei dice dimostra che anche se si è discusso a lungo su di un argomento, poi si fanno sempre delle scoperte nuove.
Il rilievo fatto dal Consigliere Andrione è giusto. Giusto nel senso che potrebbe essere interpretato in modo restrittivo in questa dizione. Quindi io direi: ci sono ancora 50 articoli da esaminare, andiamo avanti e intanto si studierà una modificazione.
Montesano (P.S.D.I.) - E poi bisogna fare delle proposte alternative bisogna dire che cosa si vuol fare. Allora ci sono... i Consiglieri d'accordo, no. Allora intanto sono sospesi gli articoli 14, 39, aggiungiamo il 54. Sono quelli più spinosi si vede.
Articolo 55 - Fatto personale
Montesano (P.S.D.I.) - Nessuna osservazione? Il Consiglio approva.
Articolo 56 - Fatti che ledono la personalità di un Consigliere
Montesano (P.S.D.I.) - Nessuna osservazione? Consigliere Andrione.
Andrione (U.V.) - Mi sembrava che come italiano io metterei "l'onorabilità" e non "personalità" in quanto ledere... Onorabilità di un Consigliere e non personalità in quanto la personalità mi sembra sia difficilmente suscettibile di essere lesa da delle affermazioni anche pesanti.
Montesano (P.S.D.I.) - Viene accolto questo. Consigliere Caveri.
Caveri (U.V.) - Io ho dei dubbi sull'articolo 55. In questo caso chi chiede la parola deve indicare in che consiste il fatto personale. Il Presidente del Consiglio decide. Decide su che cosa?
Montesano (P.S.D.I) - Decide la sostanza del fatto personale. Però se legge ancora "se il Consigliere insiste decide il Consiglio".
Caveri (U.V.) - Però bisognerebbe dare al Consigliere che deve parlare per fatto personale la facoltà di parlare subito dopo, perché abbiamo visto diverse volte, in questo Consiglio, che specialmente nel periodo del quadriennio che c'era il sistema di fare un attacco personale. Il povero Consigliere che era vilipeso davanti magari ad una sala piena di pubblico era rimandato alla fine della seduta, magari dopo la seduta privata, a discolparsi.
Intanto duecento persone avevano sentito ogni sorta di contumelie contro il Consigliere. E il Consigliere non poteva difendersi subito. Bisognerebbe stabilire il principio che il Consigliere possa parlare per fatto personale subito dopo l'attacco dell'altro Consigliere.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma io sono d'accordo per quello.
Caveri (U.V.) - Questo poi è molto utile per me, no.
Montesano (P.S.D.I.) - Mi pare che ci deve essere qualche cosa del genere. In un altro articolo, Consigliere Caveri. Adesso non riesco a trovarlo, però quello che Lei dice è richiamato in un altro articolo che troveremo strada facendo. No, se non lo troviamo rimaniamo intesi di aggiungerlo a questo.
Allora, Consigliere Caveri, vuol formulare la dizione precisa poi se...
Caveri (U.V.) - ... l'articolo, poi ritorneremo sull'argomento. Non mi costringa a spremere le mie meningi a trovare subito una formula.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma se lo troviamo nell'articolo prossimo, allora questo viene superato.
Caveri (U.V.) - Ah, sì certo, certo.
Montesano (P.S.D.I.) - 55. Il Consiglio è d'accordo? Quindi il 56 viene approvato, è 56 l'ha detto lei? (Andrione: ...L'ho già letto, l'ho già annunciato) ...Già annunciato, bene, viene approvato il 56.
No, la modifica sul 55. Sì, è sospeso.
Andrione (U.V.) - La modifica sull'onorabilità che io ho proposto....
Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'articolo 56 viene modificato nella parola "personalità" nella parola "onorabilità".
Articolo 57 - Richiamo all'argomento
Montesano (P.S.D.I.) - Osservazioni? Consigliere Manganoni.
Manganoni (P.C.I.) - Qui dice: se un oratore si discosta dall'argomento il Presidente può richiamarlo. Ma chi è che giudica se il Consigliere si discosta dall'argomento? È il Presidente. È alla fine il Consiglio, che vuol dire la maggioranza e quindi, difatti, è ancora il Presidente.
Ora, io non mi fossilizzo su questo. Però le faccio solamente presente un fatto. In un domani si può avere un Presidente con certi paraocchi, no. (Montesano: ...è questione di regolamento questo) ...No, le facevo soltanto osservare questo, il quale Presidente può dire al Consigliere: tu ti discosti dall'argomento, a giudizio del Presidente. (Montesano: ...è inevitabile una cosa del genere) ...No, d'accordo, dopo dice: "il Consiglio che decide".
Siamo concreti, naturalmente il Consiglio come decide: in favore del Presidente perché normalmente il Presidente fa parte della maggioranza del Consiglio.
Montesano (P.S.D.I.) - Non è vero, non è vero, che qui ci sia una regola di questo genere. Il Regolamento non viene fatto mica per il Presidente o per l'attuale maggioranza, il Regolamento viene fatto per il Consiglio....
Manganoni (P.C.I.) - In questo caso mi riferisco, non all'attuale Presidente del Consiglio, al quale io do atto che ha dell'imparzialità nella discussione. Quindi non per l'attuale, ma in previsione dei futuri. Può capitare un Presidente con certi paraocchi, no.
Montesano (P.S.D.I.) - Ci vuole questa disciplina. Nessuna altra osservazione? Il Consiglio approva.
Articolo 58 - Richiami per l'ordine del giorno o per il regolamento o per la priorità delle votazioni - Mozioni d'ordine.
Caveri (U.V.) - Purché sia mantenuta la correzione che era stata apportata in Commissione, cioè "che un oratore per gruppo".
Montesano (P.S.D.I.) - Sì, per ciascun gruppo. Sì, una modifica che venne fatta in Commissione.
Caveri (U.V.) - Dieci avevamo detto. Cinque? È poco cinque, bisogna dire dieci.
Montesano (P.S.D.I.) - Dunque, più di dieci minuti. Dieci minuti. Un oratore per ciascun gruppo. Allora un oratore per ciascun gruppo.
L'articolo viene approvato con la modifica dopo "oratore per ciascun gruppo".
Articolo 59 - Discussione generale
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 60 - Chiusura della discussione
Fosson (U.V.) - Uguale come prima, anche qui bisogna fare "ciascun gruppo".
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio propone "per ciascun gruppo". Come dice?
Fosson (U.V.) - La parola ad un oratore contro ed uno in favore. Di nuovo la stessa dizione di prima. La penultima parte del primo comma.
Dolchi (P.C.I.) - È stata aggiunta in Commissione nel secondo comma che dice: "dopo la chiusura della discussione sono ammessi a parlare un oratore per gruppo, i relatori, gli assessori competenti", cioè a garanzia della possibilità dopo la richiesta di ogni gruppo era stata....
Caveri (U.V.) - No, no, sono due commi. La parola ad un oratore per ciascun gruppo.
Montesano (P.S.D.I.) - Dunque nel primo comma "la parola ad un oratore per ciascun gruppo". La mette ai voti, cioè viene messa ai voti al Consiglio. Il Consiglio regionale delibera a maggioranza. "Dopo la chiusura della discussione sono ammessi a parlare soltanto un oratore per gruppo, i relatori, gli Assessori competenti infine il Presidente della Giunta regionale".
Il Consiglio approva? Consigliere Dolchi.
Dolchi (P.C.I.) - Mi sembra che però se noi seguiamo questa procedura che ne deriverebbe abbiamo, per esempio, una proposta di chiusura della discussione, l'intervento dei vari Consiglieri e la votazione sulla proposta poi abbiamo l'intervento per ciascun gruppo, poi la votazione sull'argomento nel caso che questo fosse stato respinto.
Ecco, allora, non è più prevista la dichiarazione di voto però.
Montesano (P.S.D.I.) - Perché non è prevista?
Dolchi (P.C.I.) - Siccome noi precisiamo come la discussione avviene dopo che viene respinta la proposta di sospensione rientriamo nella normalità.
Montesano (P.S.D.I.) - A chiusura, non a sospensione. La chiusura dell'argomento, la chiusura della discussione. (Andrione: ...dopo di che si deve votare).
Dolchi (P.C.I.) - Ecco, dopo la votazione ha diritto comunque visto che ....
Montesano (P.S.D.I.) - Sì, viene come un altro articolo, che troveremo. La dichiarazione di voto.
Dolchi (P.C.I.) - Comunque io, se non lo troviamo, perché l'ho cercato...
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, nel 61, in quello seguente, "Prima di una votazione finale di un progetto di legge e di regolamento è consentita ai Consiglieri una dichiarazione di voto"... (Voce: ...questa vale, rientra nella normalità della ...) ...In tutti i casi.
Fosson (U.V.) - Anche l'ultimo capoverso dell'articolo 60 permette, si ripete anzi questa qui.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'articolo 60 viene approvato.
Articolo 61 - Discussione di progetti di legge
Montesano (P.S.D.I.) - Qui io desideravo conoscere dal Consiglio se crede più opportuno che la dichiarazione di voto, perché subito dopo si va a votare gli articoli, sia fatta dopo la discussione generale e dopo la discussione degli articoli, perché gli articoli vengono votati. Qui sarebbe una discussione a posteriori.
Caveri (U.V.) - A forza di regolamentare tutto, finisce che siamo in una gabbia di ferro, lasciamo. A me sembrerebbe più logico che la dichiarazione di voto avvenga dopo la discussione sugli articoli, perché dopo l'esame sugli articoli si possono ancora trovare delle cose che non si sono pensate prima.
Montesano (P.S.D.I.) - Però, avvocato, si vota già sugli articoli.
Caveri (U.V.) - Sì lo so, io non ho la malattia della regolamentite acuta, per me non giova alla salute.
Fosson (U.V.) - Io ritengo che sia bene lasciare l'articolo così com'è, perché ad esempio uno può, in una legge, votare anche a favore di certi articoli e votare contro per altri articoli, poi nell'insieme della legge invece fa una dichiarazione di voto per la sua posizione. Quindi se vuole portare una dichiarazione di voto prima degli articoli va bene, se uno la vuole fare alla fine può farla alla fine, quindi con questa dizione si lascia questa libertà.
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene, allora lasciamo il capoverso così com'è, perché nella votazione finale di un progetto di legge. Il Consiglio approva.
Articolo 62 - Degli ordini del giorno
Montesano (P.S.D.I.) - Io desideravo aggiungere che gli ordini del giorno devono essere presentati per iscritto al Presidente del Consiglio, che ne trasmette copia al Presidente della Giunta, all'Assessore e al Presidente delle Commissioni competenti.
Savioz (P.C.I.) - Signor Presidente, non è per voler essere contrario a quanto lei dice, ma mi sembra che questo aggrava ancora di più, diventa sempre più pesante, il nostro organismo. Lasciamolo così com'è.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma deve essere presentato l'ordine del giorno.
Savioz (P.C.I.) - Va bene, lo presentiamo come lo abbiamo sempre presentato. Su questo almeno nessuno mai ci ha trovato niente da dire.
Montesano (P.S.D.I.) - Altre osservazioni?
Caveri (U.V.) - Sul secondo comma. Il secondo comma dice "Il Presidente del Consiglio ha facoltà di negare l'accettazione e lo svolgimento di ordini del giorno contrastanti con deliberazioni precedentemente adottate dal Consiglio sull'argomento in discussione", ma siccome una delibera, una delibera può essere revocata dal Consiglio, allora se non è neanche permesso presentare un ordine del giorno che contrasta con la deliberazione già assunta, come si può arrivare alla revoca della deliberazione, no?
Quindi non capisco bene perché. Anche mi pare negativo, questo.
Montesano (P.S.D.I.) - Ci deve essere, a mio giudizio, una delibera che annulli la precedente deliberazione.
Caveri (U.V.) - Sì, va bene, ma almeno si consenta al Consigliere di presentare un ordine del giorno che contrasta con la deliberazione. Altrimenti queste deliberazioni già assunte diventano un'altra gabbia di ferro. Insomma facciamo attenzione con questo Regolamento a non creare un sistema troppo rigido, di cui poi saremmo le vittime, non personalmente o per gruppo ma tutto il Consiglio. A me pare che potrebbe essere soppressa questa disposizione.
Montesano (P.S.D.I.) - Non è un'innovazione. È un dettato che c'è nel vecchio regolamento.
Caveri (U.V.) - E va bene, non me ne importa proprio niente. Non è mica che il vecchio regolamento fosse una "dieci tavole di Mosé", tra l'altro anche le "dieci tavole di Mosé" sono state trasformate dal Concilio. Secondo, quindi... Mi pare che sia bene di modificare, meglio togliere,
Germano (P.C.I.) - Ma, io mi sbaglierò, ma l'esperienza che io ho di Consiglio è che non è mai stato presentato un ordine del giorno ingiurioso. Esperienza che io ho di Consiglio; quindi direi non mettiamolo neanche nel regolamento. Aboliamo i due ultimi commi. Lasciamo il primo.
Montesano (P.S.D.I.) - Guardate che è pericoloso una cosa del genere.
(Voci in aula)
Benzo (D.P.) - Tanto per la questione della sconvenienza, delle frasi o delle ingiurie ecc. mi pare che abbia detto bene il Consigliere Germano, sotto questo aspetto.
Ecco, piuttosto io direi che sarebbe opportuno soffermarsi sul fatto che con un ordine del giorno in effetti si potrebbe, con una serie di ordini del giorno, rimettere in discussione tutte le deliberazioni, cioè degli atti fondamentali presi dal Consiglio regionale. Lo capisco, ma lei pensi solo con degli ordini del giorno, cioè, il Consiglio ha deliberato discutendo ecc. quindi si rimette in discussione tutto.
Savioz (P.C.I.) - Vede, su questo argomento qui permetta, Assessore, che allora noi togliamo la possibilità della sovranità al Consiglio.
Il Consiglio è sovrano. E questo noi dobbiamo assolutamente tenerlo, non possiamo mica scendere da questo scalino, perché se noi scendiamo da questo scalino allora il Consiglio non può più funzionare, non può più deliberare, non può più modificare e allora francamente non so dove andiamo a finire, non so.
Quindi, io sono del parere che ad un certo momento bisogna tenere conto che i Consiglieri che sono eletti dal popolo non possono essere considerati dalla gente che venga qui a proporre degli ordini del giorno ingiuriosi, a proporre delle cose che vadano contro quella dialettica amministrativa per il bene della Regione.
Io penso che il Consiglio debba avere una certa qual posizione per cui debba essere libero delle sue manifestazioni, perché se no è inutile che ci riuniamo.
Caveri (U.V.) - A quello che ha detto il Consigliere Savioz, aggiungo altre osservazioni. Indirizzo amministrativo: uno dei principi fondamentali è che ogni atto amministrativo è imminentemente revocabile, questo è uno dei canoni fondamentali del diritto amministrativo. Ogni atto amministrativo è imminentemente revocabile. Un'amministrazione può fare 50 delibere in un senso e poi ne fa la 51 che dice il contrario. Questa è la prima osservazione.
Seconda osservazione. Che male c'è di presentare un ordine del giorno in senso contrario ad una delibera? L'ordine del giorno non revoca mica la delibera precedente. Per revocare la delibera precedente occorrerà un'altra delibera, quindi non c'è nessun pericolo. E quindi ha ragione Germano quando dice sopprimiamo il 2° e 3° comma e non se ne parli più, perché altrimenti dobbiamo stare due ore per modificare questo file. Tanto vale sopprimerle completamente.
Fosson (U.V) - Bisognerebbe forse vedere e abolire completamente questa parte e vedere di armonizzare l'articolo 62 chiarendo maggiormente l'articolo 120, l'ultimo. L'articolo 120 parla delle deliberazioni di revoca di deliberazioni esecutorie.
Caveri (U.V.) - Non ha ragion d'essere. Per me, insisto, tanto vale sopprimere il secondo e terzo comma. Il fatto dell'articolo 120 è un fatto che non ha nulla a che fare con quello di cui stiamo discutendo, cioè per revocare una delibera precedente bisogna dirlo espressamente, ma questo non significa nulla in rapporto alla discussione di oggi.
Quindi insisto per la soppressione, ed io non faccio che ripetere quello che ha detto Germano, e cioè di sopprimere il secondo e terzo comma dell'articolo 62, perché se dobbiamo stare lì a lambiccarci il cervello per modificare questi due commi per renderli più.... perdiamo un sacco di tempo è perfettamente inutile.
Tanto vale sopprimere i due commi.
Germano (P.C.I.) - Abbiamo l'esempio della discussione alla Camera, al Senato ed alla Commissione Finanze e Tesoro. Le commissioni hanno formulato un ordine del giorno che invita il Governo a rivedere il riparto fiscale nel senso di aumentarlo, non è che hanno abrogato quella legge, non è che ne hanno fatto un'altra. È questa la funzione dell'ordine del giorno. Quindi direi di lasciarlo più libero, con il primo comma viene precisato.
Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? Allora il Consiglio è d'accordo nel sopprimere il secondo e terzo comma. Queste sono le proposte. Allora l'articolo 62 rimane approvato, se il Consiglio è d'accordo, con la soppressione del 2° e 3° comma... (Voci: a pagina 27...) ...
Dolchi (P.C.I.) - Qui si parla che non è concessa la parola per dichiarazioni di voto. Ora se l'ordine del giorno, come io sono d'accordo, manifesta un orientamento... (Montesano: richiami dove è scritto) ...È la sesta riga della pagina 27, secondo comma della pagina 27 dice: "la durata di ogni intervento non può superare i dieci minuti. Non è concessa la parola per dichiarazioni di voto". Se il concetto dell'ordine del giorno presentato in discussione generale assume un'importanza ed una certa rilevanza proprio per le cose che sono state dette relative alla soppressione, mi sembra che implica una posizione che può essere necessario illustrare con una dichiarazione di voto.
Quindi io proporrei la cancellazione delle due righe "Non è concessa la parola per dichiarazione di voto", facendo rientrare che essendo una votazione, il concetto è sempre quello che essendoci una votazione è ammessa la dichiarazione di voto.
Fosson (U.V.) - Mi permetto di richiamare l'attenzione del Consigliere Dolchi che sul primo capoverso della pagina 27 praticamente supera questo scoglio. "Nella discussione degli ordini del giorno, oltre al proponente, può intervenire, dopo le dichiarazioni della Giunta, un solo Consigliere per ciascun gruppo consiliare".
Caveri (U.V.) - Io sono dell'avviso di togliere quella frase: non è concessa la parola per dichiarazioni di voto. E lasciamo che facciano dichiarazione di voto. Ci può essere un ordine del giorno molto importante. Insomma è uno spirito di libertà e non di coartazione.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma Consigliere Caveri non è un regolamento che propone la Presidenza del Consiglio, è un regolamento che propone la Commissione di cui lei faceva parte.
Caveri (U.V.) - Non sarà mica negato a noi di essere autocritici. E, d'altra parte, il pensiero umano va di scoperta in scoperta, oggi noi abbiamo mangiato... che ci ha reso molto intelligenti e facciamo delle nuove scoperte. Quindi ci permetta di essere autocritici.
Montesano (P.S.D.I.) - Siccome si può avere l'impressione che questo Regolamento sia presentato dalla Presidenza del Consiglio dai discorsi che si fanno... (Caveri: no!) ...Io voglio precisare che è un regolamento presentato dall'apposita Commissione, di cui facevano parte gli egregi colleghi... (Voci)
Caveri (U.V.) - È la prima volta che Bordon parla bene in questo Consiglio regionale, eh!
Savioz (P.C.I.) - È chiaro, Signor Presidente, che questo è un dispositivo che è stato portato in Commissione con le relative osservazioni, ecc.. Questo non toglie che il Consiglio possa vedere alcune cose che possono sembrare, dopo una pura riflessione. D'altra parte, sono convinto che quando avremmo approvato il Regolamento e sarà in vigore, ci accorgeremo che qualche cosa non va, perché di perfetto non c'è niente.
Andrione (U.V.) - Io mi permetto di dissentire dai Consiglieri Dolchi e Caveri perché in realtà la vostra proposta in pratica consiste nel dire che si fanno due dichiarazioni di voto.
Per quanto possa essere importante l'argomento, il primo capoverso della pagina 27 prevede la dichiarazione di voto sugli ordini del giorno. Il secondo capoverso dice che non si fanno due dichiarazioni di voto. Può essere l'argomento più importante che esista, però quando è previsto che ogni gruppo prende la parola per dieci minuti, che cosa fa? Farà la sua dichiarazione di voto sull'ordine del giorno. Il secondo capoverso dice: non si fanno due dichiarazioni di voto, praticamente, non mi sembra che sia ridurre la libertà.
Caveri (U.V.) - Per bene che nessuno direi che l'U.V. è in crisi, se dico il contrario di quello che ha detto Andrione un momento fa.
Questo dimostra che è la libertà che governa il mondo. Non il mondo purtroppo che è in preda tutte le legislature di destra, di sinistra, ma insomma. No, non sono d'accordo con quello che ha detto Andrione, per una ragione tecnica, cioè nel primo comma di pagina 27 si parla della discussione degli ordini del giorno e nella discussione degli ordini del giorno c'è un Consigliere per gruppo che parla, che discute. Ma questo non esclude che poi vi sia la dichiarazione di voto che è un'altra cosa. Ecco volevo dire soltanto questo.
Fosson (U.V.) - Penso che non valga la spesa di insistere su questo, perché se vogliamo avere una maggiore libertà non c'è che da togliere: non è concessa la parola per dichiarazioni di voto.
Io sono fermamente convinto che quando c'è la possibilità che ogni rappresentante di gruppo parli sulla discussione dell'ordine del giorno rende inutile la dichiarazione di voto, ma per una maggiore, se non vogliamo metterlo come limitazione, togliamolo non cambia niente, e praticamente se uno vorrà fare la seconda dichiarazione di voto, la farà. C'è il limite di dieci minuti, si toglie solo l'altra parte: "non è concessa la parola per dichiarazioni di voto", si toglie quella parte lì limitativa.
Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? Quindi ci sono due proposte. La proposta per il mantenimento di questa dizione: "non è concessa la parola per dichiarazioni di voto" e la proposta per la cancellazione... (Voce: ...solo di quella parte lì).
Allora il Consiglio è d'accordo nel cancellare la seconda parte del capoverso secondo della pagina 27.
Io, bisogna che richiami l'attenzione dei Consiglieri che il Regolamento va approvato a maggioranza dei componenti del Consiglio, quindi, siccome il Segretario mi avverte qualche volta, noi siamo al limite di 18, pregherei i Signori Consiglieri di avvicendarsi nelle assenze in modo da essere sempre nel numero richiesto dallo Statuto.
Articolo 63 - Proposte di articoli aggiuntivi e di emendamenti
Montesano (P.S.D.I.) - Allora siccome il Consiglio ha approvato che possono essere presentati degli ordini del giorno anche in contrasto con deliberazioni precedenti, io per logica devo proporre l'abolizione della seconda parte del 4° capoverso.
Andrione (U.V.) - "Non si possono proporre, sotto qualsiasi forma, articoli aggiuntivi ed emendamenti contrastanti con deliberazioni prese dal Consiglio regionale nel corso della medesima discussione".
(Voci in aula)
Montesano (P.S.D.I.) - No, va bene.
Germano (P.C.I.) - ... Ma se proprio nella stessa discussione facciamo così, eh.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora, nessun'altra proposta? Il Consiglio approva.
Articolo 64 - Ritiro degli emendamenti
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 65 - Questione sospensiva e pregiudiziale
Caveri (U.V.) - A me è stato dato un testo che non è ancora corretto. Allora, io personalmente sono d'accordo, ma a condizione che invece di "a favore..." ci sia "un oratore per ciascun gruppo", nel secondo comma. Siamo d'accordo? (Sì)
Dolchi (P.C.I.) - Ecco, qui ritorna quanto detto nell'articolo 52. Nello stesso articolo si parla di questione "sospensiva per il rinvio della discussione" e la questione "pregiudiziale per la non discussione di un dato argomento" "possono essere proposti da ogni Consigliere prima della chiusura della discussione generale".
Mi sembra in contrasto perché il rinvio della discussione se avviene alla fine della discussione non ha più ragione di essere, cioè in alcuni regolamenti sono previsti i due casi: la questione sospensiva, per cui prima dell'inizio della discussione si decide di sospendere la discussione - ed io sono contrario a questo - (Montesano: anche nel corso si può decidere di sospendere la discussione) ...Allora perché qui diciamo "per il rinvio della discussione"? Perché se è sospensiva è prima che avvenga la discussione se uno lo pone alla fine rimane.
Caveri (U.V.) - Può darsi che io non abbia capito bene quello che ha detto il Consigliere Dolchi. Ad ogni modo, vorrei fare questa osservazione.
Per me la norma è necessaria e cioè, per forza che la questione sospensiva e la questione pregiudiziale debbano essere proposte prima della chiusura della discussione generale, perché una volta che è chiusa la discussione generale su di una questione non si può, è logico che non si possono più fare questioni sospensive o pregiudiziali. Per me è profondamente logico e la norma è logica e necessaria. Le pare? Non so se siamo d'accordo.
Sulla necessità di questa norma mi pare che non ci debbano essere dei dubbi.
Benzo (D.P.) - Per la questione sospensiva, d'accordo. A me pare, invece, per quanto riguarda la pregiudiziale, cioè, per la non discussione di un dato argomento, come si fa a dire che una pregiudiziale che direbbe di non discutere un argomento venga fatto quando la discussione è già avvenuta. Quella non risponde all'articolo 52. Se è pregiudiziale è pregiudiziale, quindi va fatta prima.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma qui non dice mica che la discussione sia già iniziata, la pregiudiziale è naturale che venga prima dell'inizio della discussione.
Benzo (D.P.) - Per le proposte di ogni Consigliere prima della chiusura della discussione all'inizio devono, se pregiudiziale.
Fosson (U.V.) - Mi sembra che nel più è compreso il meno, quindi per la prima parte, eventualmente, sarà prima della chiusura e sarà fatta al momento della chiusura, quell'altra, sarà sempre prima della chiusura se sarà fatta all'inizio della discussione, lo stesso. Quindi può anche essere lasciato così.
Caveri (U.V.) - L'osservazione dell'Assessore Benzo è esatta fino ad un certo punto e poi no, oltre a quel punto non lo è più. E mi spiego. Cioè, se non c'è la parentesi per la non discussione, cioè l'osservazione dell'Assessore Benzo è esatta per la parentesi, cioè per la non discussione di un dato argomento, e mi pare logico quello che dice l'Assessore Benzo. Però è anche logico che prima della discussione, della chiusura della discussione generale si possa sollevare una questione pregiudiziale. Non è mica detto che ci debba essere un termine sacramentale oltre al quale non si può presentare la questione pregiudiziale. È normale, è logico, ed è necessario che prima della chiusura della discussione generale si possa sollevare una questione pregiudiziale.
Però io proporrei di sopprimere la parentesi, per la non discussione di un dato argomento, perché è lì che c'è la contraddizione che è stata denunciata da Benzo, perché è ridicolo dire che si possono fare questioni pregiudiziali prima della chiusura della discussione generale, quando poi significa che questa questione pregiudiziale riguarda la non discussione di un argomento.
Quindi io propongo di accogliere quella parte esatta che c'è in quello che ha detto l'Assessore Benzo e sopprimere la seconda parentesi, "per la non discussione di un dato argomento".
Montesano (P.S.D.I.) - Altri che chiedono la parola? Io desidererei sentire dall'Avv. Caveri e dall'Assessore Benzo cosa significa allora questione pregiudiziale. Pregiudiziale a che scopo? Dev'essere anche specificato, per la non discussione di un dato argomento.
Caveri (U.V.) - Siccome sono stato interpellato, rispondo. Immaginiamo in una causa civile un avvocato sostiene una questione pregiudiziale, la quale potrebbe essere la questione di competenza o un'altra questione pregiudiziale. E poi vi sono le questioni di merito. Ora nella discussione pregiudiziale si discute durante tutta la causa fino a quando la causa è rimessa al Collegio per l'assegnazione sentenza. E così deve essere anche qui, una questione pregiudiziale può essere sollevata fino a quando non c'è la chiusura nella discussione generale. Mi pare che sia normale.... giunto l'accordo su questi principi.
Dolchi (P.C.I.) - Sono d'accordo sulla soppressione delle parole tra parentesi. Il concetto che io volevo sostenere, in parole povere, è questo: sia per la questione sospensiva sia per la questione pregiudiziale si deve arrivare ad una decisione dopo che c'è stata la discussione generale sull'argomento, perché se no - ricordo la legge sul riparto fiscale presentato l'anno scorso dai gruppi di minoranza - con un colpo di maggioranza nell'interpretazione di questa o di analoga disposizione di regolamento si è detto: "va bene, adesso ad un determinato momento, non discutiamo più perché si rinvia alla Commissione".
Allora io vorrei proprio, per evitare che una discussione su una proposta non avvenga per una questione di sospensiva o di pregiudiziale che poi si traduce in una manifestazione di maggioranza, avvenga solamente alla fine della discussione, cioè che non si passi al voto. Ma che la discussione possa avvenire perché il Consiglio si renda conto di quelli che erano gli scopi e le iniziative della proposta fatta.... Alla Camera c'è la discussione e poi c'è il non passaggio alla discussione degli articoli, in questo modo la legge viene già respinta, ma la discussione avviene.
Germano (P.C.I.) - Ha risposto benissimo Dolchi, io proporrei, invece di cancellare solo la seconda parentesi di cancellare anche la prima. E allora suona: "la questione sospensiva e la questione pregiudiziale devono essere proposte alla fine della discussione generale".
Caveri (U.V.) - Quello che ha detto un momento fa il Consigliere Dolchi mi ha fatto venire un'altra idea, e cioè che è necessario allora, forse, introdurre una norma per stabilire che: dopo avere affermato con questo articolo 65 che la questione sospensiva e la questione pregiudiziale possono essere proposte prima della chiusura della discussione generale, bisogna allora anche stabilire che ad un dato momento bisogna votare sulla questione sospensiva e sulla questione pregiudiziale. Ci deve essere un voto sulla questione sospensiva quindi, prima del passaggio agli articoli bisogna che ci sia la votazione sulla questione pregiudiziale e sospensiva. Altrimenti si fa una gran discussione platonica.
Montesano (P.S.D.I.) - C'è nel secondo comma, a votare.
Caveri (U.V.) - È nel secondo comma? È giusto. Ritiro quanto ho detto.
Andrione (U.V.) - La proposta di Germano che tecnicamente è valida, lascia però in sospeso che cosa siano le questioni sospensiva e pregiudiziali, cioè non è specificato. E allora, a me sembra, che converrebbe specificare, lasciare la prima parentesi e nella seconda parentesi mettere: "per la non discussione o per la non prosecuzione della discussione su un dato argomento". Come dice? Ecco, allora: "per la non discussione o per il non passaggio alla votazione...". Comunque, perché la questione pregiudiziale può essere fatta in due maniere - io finisco poi - cioè, per esempio, facciamo un'ipotesi: viene in discussione un progetto di legge che non ha, che non è stato discusso in Commissione, pregiudiziale sollevata da un Consigliere non deve essere discusso il progetto di legge. Questa è una pregiudiziale per la non discussione.
Nel corso della discussione generale viene fuori un qualche argomento che giustifica la non discussione al non passaggio alla votazione e allora si fa una pregiudiziale per la non prosecuzione della discussione. Ma non è più una pregiudiziale sospensiva è una pregiudiziale differente.
Caveri (U.V.) - Secondo me è pericoloso volere precisare troppo, perché volere precisare troppo poi si escludono - io chiedo scusa al Consigliere Andrione, io non ho niente con il Consigliere Andrione, ma si vede che questa mattina non siamo d'accordo, sono questioni d'altra parte di forma che non involgono nessuna questione politica - ma le questioni pregiudiziali sono talmente infinite, io vi prego di meditare su di questo, le questioni pregiudiziali sono talmente numerose se non infinite che a voler in una parentesi - io, per esempio, non sono neanche d'accordo con la proposta del Consigliere Germano, se si dicesse: per il non passaggio agli articoli - ma no, la questione pregiudiziale può essere un'altra ancora.
Quindi, credo che sia meglio non precisare niente e sopprimere veramente la seconda parentesi. E non sono d'accordo con quello che ha detto Andrione, di lasciare la parentesi per la non discussione di un dato argomento, perché è proprio quello il punto contradditorio che è stato sottolineato dall'Assessore Benzo. L'Assessore Benzo ha ragione quando dice quel che dice.
Quindi io propongo ed insisto per la soppressione della seconda parentesi. E lasciamo che sia libero a ciascuno di presentare una questione, non possiamo mica prevedere quali sono tutte le questioni pregiudiziali che si possono fare, sono infinite.
Montesano (P.S.D.I.) - Io desidero richiamare l'attenzione del Consiglio che un regolamento intanto indica un'azione, la condotta dei Consiglieri in quanto specifica qualche cosa. Se rimane nel vago non è più un regolamento, perché rimane alla mercé o del Presidente o del Consiglio o della maggioranza soprattutto o della maggioranza.
Io lo dico questo per una maggiore garanzia della minoranza, perché quando si dovrà decidere, avvocato Caveri, su un qualche cosa di vago, dovrà decidere il Consiglio e il Consiglio decide a colpi di maggioranza. Questo io mi preoccupo, mi preoccupo che il regolamento se non specifica e rimane nel vago è alla mercé della votazione dal Consiglio nell'interpretare la norma.
Anche se noi abbiamo messo in questo regolamento e vi giungeremo, c'è la proposta della permanenza della Commissione per il Regolamento, per poter decidere sulle controversie di interpretazione di questo regolamento. Ma sempre a colpi di maggioranza si va però.
Caveri (U.V.) - No, qui non è questione di colpi di maggioranza. La questione vede è questa. Io affermo e credo che nessuno mi possa mentire, io affermo che non è possibile che nessuno può oggi prevedere quante e quali siano le questioni pregiudiziali che può sollevare un Consigliere. Le questioni pregiudiziali che può sollevare un Consigliere sono infinite. Se noi con una parentesi limitiamo il concetto domani si potrà dire: ah no! Tu questa questione pregiudiziale non la puoi sollevare perché l'articolo 65 parla solo di questioni pregiudiziali per la non discussione ecc. Quindi è sommamente pericoloso.
Fosson (U.V.) - Vorrei fare un'osservazione alla proposta fatta dal Consigliere Andrione, perché nella dizione proposta non si potrebbe aderire intanto alla proposta fatta perché il non passaggio agli articoli non sarebbe esatto in quanto servirebbe solo per le leggi, e noi facciamo anche dei provvedimenti dove non ci sono articoli, eventualmente, bisognerebbe mettere: "e per la non prosecuzione di un dato argomento".
Però, sentita la discussione che è stata fatta, ritengo che non cambia niente a sopprimere addirittura tutte e due le parentesi, le cose che ci sono tra parentesi. Sia nella prima: per il rinvio della discussione, che resta "la questione sospensiva" e togliere l'altra parentesi; per la non discussione - con quella modifica che, eventualmente, se si volesse mantenere bisognerebbe fare per maggior chiarimento - e lasciare "e la questione pregiudiziale". La questione pregiudiziale può essere fatta all'inizio della discussione, può essere fatta nel corso della discussione, quindi prima della chiusura della discussone stessa. E mi sembra che qui non c'è tanta difficoltà di interpretazione neanche in questo caso.
Andrione (U.V.) - Io volevo solo continuare la polemica con l'avvocato Caveri, ma brevissimamente, nel dire questo: che nessuno contesta che le pregiudiziali possano essere numerosissime ed infinite, ma il problema qui è un altro, della definizione, del termine pregiudiziale, cioè la pregiudiziale che è variata, che è variabilissima e che può essere una qualsiasi pregiudiziale deve essere formulata per questa causa, si chiede la non discussione e la non prosecuzione della discussione, quale che sia l'argomento che viene portato come pregiudiziale.
E in questo senso che, secondo me, bisognava specificare. Comunque, mi sembra, che la proposta del Vice Presidente Fosson sia effettivamente una soluzione che tutti adottiamo, cosa vuol dire sospensiva e cosa vuol dire pregiudiziale, sia quella che con la maggiore economia si arriva a risolvere il problema.
Caveri (U.V.) - Io vorrei sapere qual è la proposta di Fosson... (Voce: abolire le due parentesi) ...Le due parentesi! Ah, un momento.
Montesano (P.S.D.I.) - Sta parlando il Consigliere Savioz, Consigliere Caveri.
Caveri (U.V.) - Un minuto scusatemi. E da quando quei due Signori sono andati a sedersi... (Montesano: ...c'è il Consigliere Savioz) ...su quell'altro scranno manca il collegamento .... la DC, la DC può sperare nel crollo di questa maggioranza e nell'esplosione, nella disintegrazione atomica dell'Union Valdôtaine, eh! Sì, sì io accetto ma è per il bene dell'Union Valdôtaine, perché insomma sono consapevole dei terribili pericoli che corriamo....
Savioz (P.C.I.) - Va bene, va bene, guardi io volevo chiarire bene la questione Fosson e, quindi, è chiarita non c'è più bisogno, d'accordo.
Montesano (P.S.D.I.) - Io solleciterei un pochino anche l'ala destra a partecipare a questa discussione sul regolamento, perché qui c'è una polemica tra i componenti dell'U.V. per quanto riguarda il regolamento, c'è un accenno da parte dei comunisti.
Bordon (D.C.) - ...due parentesi, la signorina Personnettaz mi dice: non è vero, una sola. Ad un certo momento è difficile capire questo.
Montesano (P.S.D.I.) - Comunque il Consiglio si sta costruendo il suo regolamento, questo che sarà poi applicato nel seguito... (Voci) ...Non è che voi non appartenete al Consiglio, è il regolamento...
Bordon (D.C.) - ... e non cancelliamo queste due parentesi, perché tutto il problema è basato lì sopra, è gravissimo questo.
Montesano (P.S.D.I.) - Comunque, io metto all'attenzione del Consiglio la proposta che poi, dico la verità, non ho capito bene se bisogna cancellare queste.... Cancellare queste due parentesi sono tutti d'accordo? Ah, perché? Il regolamento significa la vita relativa dal Consiglio...
Ramera (D.C.) - D'accordo, d'accordo, vorrei che i proponenti mi spiegassero quale mutamento avviene nel significato di questo comma togliendo o lasciando le parentesi, perché tanto vuol sempre dire: la sospensiva per il rinvio, e spiega, per il rinvio della discussione, pregiudiziale per la non discussione. Che ci siano le parentesi e non ci siano non cambia proprio niente.
No, vorrei che mi spiegassero.
Germano (P.C.I.) - È per fare risultare chiaro che un oggetto proposto all'ordine del giorno deve avere prima una discussione generale poi, se c'è qualcuno che ritiene di proporre la sospensiva ecc., si permetta che la discussione generale sia stata sviluppata.
(Discussione in aula)
Ramera (D.C.) - ... non le parentesi, le parole... (Voci: ...le parole contenute, sì) ...Chiedo la parola, allora scusi tutto quello che ha detto il Segretario Andrione sulla pregiudiziale che deve avere uno scopo, cade se noi togliamo tutto cosa vuol dire.
Andrione (U.V.) - Ramera, chiedo scusa, io ho detto che una volta che noi siamo tutti d'accordo sul significato di sospensiva e pregiudiziale, può non esserci bisogno di mettere la parentesi. La parentesi voleva spiegare il significato di sospensiva e di pregiudiziale.
E, venuto fuori che da parte di Dolchi, c'è stato questo sospetto, e cioè che la sospensiva e la pregiudiziale potessero precludere la possibilità della discussione generale. Loro dicono, no. Noi vogliamo che la discussione generale avvenga, dopo di ché sulla base degli elementi emersi di questa discussione generale si può proporre la sospensione o la pregiudiziale. No, no, qui incominciamo a (insaponare?) in maniera ... nettamente contro alle mie abitudini...!
Allora, per conto mio, la specificazione non era superflua a condizione che si aggiungesse o per la non prosecuzione dalla discussione, invece loro dicono, preferiamo togliere le parentesi totalmente, in maniera che rimane soltanto "la sospensiva e la pregiudiziale possono essere proposte....".
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio accoglie questa abolizione... (Voce: ...le parole tra parentesi) ...Non le parentesi, le parole tra parentesi.
Allora il Consiglio approva l'articolo 65 emendato con l'abolizione delle parole contenute in parentesi.
Articolo 66 - Non accettazione di articoli aggiuntivi ed emendamenti
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Germano (P.C.I.) - ... l'altro, adesso ...
Montesano (P.S.D.I.) - Ma no, caro Germano, qui non si riesce poi, ... se io ricevo, o il Presidente riceve. È contenuto in tutti i regolamenti qui. Il nostro regolamento non fa altro che riproporre quello che è contenuto nel Regolamento di tutte le Assemblee.
Germano (P.C.I.) - Chiedo, Lei è presidente da parecchi anni. Quale emendamento non ha posto in votazione perché espresso con frasi sconvenienti.
Montesano (P.S.D.I.) - Ce n'è stato uno, che io non ho portato in Consiglio.
Germano (P.C.I.) - Quale?
Montesano (P.S.D.I.) - Non lo dico perché non è necessario che lo dica.
Germano (P.C.I.) - Io non ho mai sentito di un emendamento respinto, non messo in votazione - Per me è pleonastico questo. Se lo vogliamo lasciare, lasciamolo.
Montesano (P.S.D.I.) - Non un emendamento, un ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
Articolo 67
Montesano (P.S.D.I.) - Questo è pacifico perché viene fatto sempre.
Germano (P.C.I.) - No, no. Per questo, direi, non mi sembra giusto che solo un membro della Giunta o della Commissione competente conosca la forma, l'italiano o il francese.
Qualsiasi Consigliere.
Montesano (P.S.D.I.) - Sì, giusto giusto quello che dice.
Dunque, "un membro della Giunta, o della Commissione competente, o un Consigliere".
Andrione (U.V.) - ... no, perché potrebbe esserci un assessore tecnico e anche lui ha il diritto di parlare.
Montesano (P.S.D.I.) - Un membro della Giunta o della Commissione competente o un Consigliere può richiamare l'attenzione ecc....
Savioz (P.C.I.) - Il problema non deve più essere posto in questo modo. Quando si dice "un Consigliere" è chiaro che sono tutti, indistintamente. Quindi il titolo di Consigliere è il primo titolo che un cittadino ha quando è eletto in questo Consiglio. E l'abbiamo tutti, allo stesso modo.
Montesano (P.S.D.I.) - Io dissento un momentino da quello che dice Savioz perché c'è un caso, per esempio, in cui l'Assessore si differisce dal Consigliere. Perché l'Assessore non ha iniziativa di legge in quanto che essendo Assessore, l'iniziativa della legge è collegiale della Giunta.
Io desidero presentare al Consiglio questa differenza. Mi è stato presentato, una volta, una legge da parte di un Assessore. Io ho rifiutato. Perché ho rifiutato? Perché l'Assessore non ha ...
Lei potrebbe dire: "ma, essendo Consigliere...", il ragionamento che mi ha fatto questo Assessore, "io posso presentare la legge". Al che io ho risposto no perché, facendo parte di una Giunta, le leggi sono di iniziativa della Giunta. E questo Assessore che fa parte della Giunta, decade da quel diritto di iniziativa che è inerente alla carica di Consigliere, pur essendo un Consigliere.
Savioz (P.C.I.) - Ma solo in questo caso!
Montesano (P.S.D.I.) - Però è un esempio che io le do della differenza che c'è fra un Consigliere e un Assessore.
Savioz (P.C.I.) - Va bene d'accordo, però è sempre Consigliere, c'è poco da fare. Ha sempre la facoltà di presentare i suoi testi di legge in Giunta e la Giunta li discute e li presenta. Non è che non possa farlo, lo può fare in duplice veste addirittura, se vuole.
Montesano (P.S.D.I.) - No, no lei cambia adesso, la... È nei riguardi del Consiglio che io parlo, non nei riguardi della Giunta.
Savioz (P.C.I.) - D'accordo. Comunque io penso che quando sono fermo su questo punto. Quando si parla di "Consigliere", per me sono inclusi tutti indistintamente. Per la questione della presentazione di leggi ha la facoltà di presentare tramite la Giunta, quindi non gli è tolto niente.
Andrione (U.V.) - Semplicemente per chiedere che venga messo "un membro della Giunta o un Consigliere" perché membro della Giunta può anche essere un assessore tecnico che non ha la qualifica di Consigliere.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora, l'articolo rimane così com'è con l'aggiunta "o un Consigliere". Il Consiglio approva.
TITOLO VIII - Articolo 68
Montesano (P.S.D.I.) - Io proponevo di aggiungere un comma. Per i voti il Presidente è pleonastico. Però è bene dire "per i voti il Presidente del Consiglio indica il significato del sì e del no".
Cioè togliere le stesse parole dall'art. 69 e portarlo all'art. 68. Nell'art. 69 c'è quella frase. È bene portarla all'art. 68. Allora l'art. 68 è approvato.
Articolo 69
Montesano (P.S.D.I.) - In questo articolo va tolto, dopo "nominale", "il Presidente del Consiglio indica il significato del sì e del no".
Il Consiglio approva.
Articolo 70 - Il Consiglio approva.
Articolo 71 - Il Consiglio approva.
Articolo 72 - (Computo degli astenuti)
Caveri (U.V.) - Quali sono le conseguenze di questo articolo? Il Presidente me lo vuole spiegare?
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, io le spiego subito. Perché le disposizioni statutarie, le spiegazioni precedenti a questo regolamento che stiamo esaminando dicono che le deliberazioni del Consiglio sono valide a maggioranza dei presenti. Ciò a dire che cosa ne viene? Abbiamo fatto discussioni parecchie volte. Che anche se ci sono dei Consiglieri astenuti, se questi Consiglieri sono presenti in Consiglio vengono computati agli effetti della determinazione della maggioranza.
Caveri (U.V.) - Parla in lontananza, non si sente. Le do ragione, le sto dando ragione.
Montesano (P.S.D.I.) - No, non avevo capito, perché lei non usa il microfono e non si sente bene qui.
Altre osservazioni? Il Consiglio approva.
Articolo 73 - Compiti degli scrutatori
Montesano (P.S.D.I.) - Pacifico. Il Consiglio approva.
Articolo 74
Caveri (U.V.) - Vorrei essere sicuro, perché a me è stato dato, se ne sono fatte tante di queste copie del Regolamento, che ad un certo momento non si sa neanche più qual è quella definitiva.
Cioè vorrei essere sicuro che nel secondo comma dell'art. 74 sia stata soppressa la frase "per circostanze eccezionali il Presidente del Consiglio può rinviare la votazione finale alla successiva adunanza". Noi abbiamo chiesto la soppressione di questa norma. Esiste ancora o no?
Montesano (P.S.D.I.) - Esiste, ma io ...
Caveri (U.V.) - Eh no, bisogna sopprimere. Io domando che venga... Ma, insomma, vogliamo dare un potere enorme a questo Presidente del Consiglio! Quindi bisogna sopprimere. Siamo d'accordo Signori Consiglieri?
Montesano (P.S.D.I.) - Sono d'accordo anch'io.
Caveri (U.V.) - Anche lei? Ma com'è bravo stamattina.
Savioz (P.C.I.) - Se lei è d'accordo, Presidente, non ho più niente da dire.
Montesano (P.S.D.I.) - Prima di tutto non è mai avvenuto. Ed io non vedo la necessità di questa dizione.
Savioz (P.C.I.) - Avrebbe potuto prevedere un intervento del genere. Quindi se è d'accordo per sopprimere.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'art. 74 va approvato con la soppressione del secondo periodo del secondo capoverso "per circostanze eccezionali .....adunanza".
Ci può essere un tumulto, per esempio, questo potrebbe essere forza maggiore.
Allora il Consiglio approva l'art. 74
Articolo 75
Montesano (P.S.D.I.) - L'abbiamo fatto sempre questo. Il Consiglio approva.
Articolo 76
Montesano (P.S.D.I.) - Questo pacifico - Il Consiglio approva.
Articolo 77 - (Irregolarità nelle votazioni)
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 78
Montesano (P.S.D.I.) - Qui vorrei fare una piccola osservazione.
All'ultimo rigo e al penultimo, alle parole: il Consiglio approva oppure il Consiglio respinge, io propongo "il Consiglio non approva", e spiego le ragioni.
Perché ci siamo trovati una volta o due volte, non ricordo bene, sulla parità di voti. Parità di voti in cui si può dire "non approva". Ma non si può dire "respinge". È vero? Siete d'accordo?
Allora l'art. 78 viene approvato con la modifica dell'ultima parola "respinge" in "non approva".
Capo II - Articolo 79 - Il Consiglio approva.
Articolo 80 - Il Consiglio approva.
Articolo 81 - Il Consiglio approva.
Articolo 82 - Il Consiglio approva.
Articolo 83
Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Manganone vuole per favore sostituire il Segretario che è obbligato ad andare via un momentino?
Dolchi (P.C.I.) - Mi sembra che se siamo coerenti con l'art. 72 dove abbiamo precisato le astensioni, proprio per la chiarezza, dovremmo dire "la maggioranza assoluta è stabilita in rapporto al numero dei presenti in aula".
Montesano (P.S.D.I.) - E, no. Non sono d'accordo perché qui non si tratta di delibere, si tratta di elezioni e le elezioni possono essere fatte anche, come è avvenuto, a settori, cioè ci sono dei settori che votano per proprio conto e che non hanno una...
Dolchi (P.C.I.) - In questo caso sono votazioni di carattere speciale per cui uno può raggiungere le elezioni anche senza avere la maggioranza assoluta. E allora perché si stabilisce che la maggioranza assoluta è stabilita in quel modo.
Montesano (P.S.D.I.) - Se c'è bisogno della maggioranza assoluta, perché dopo viene specificato.
Io desideravo aggiungere e sarebbe, diciamo così, superfluo, siccome si tratta di elezioni, salvo quanto previsto dagli artt. 7 e 8 - sono le elezioni del Presidente del Consiglio, del Presidente della Giunta.
Il Consiglio approva con l'aggiunta da me proposta.
Articolo 84 - Il Consiglio approva.
Articolo 85 - Il Consiglio approva.
Articolo 86 - Il Consiglio approva.
Articolo 87 - Il Consiglio approva.
Articolo 88 - Il Consiglio approva.
Articolo 89 - Il Consiglio approva.
Articolo 90 - Distruzione delle schede di votazione
Montesano (P.S.D.I.) - Questo viene fatto a cura del Consigliere Segretario del Consiglio.
Il Consiglio approva.
Articolo 91
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, qui, è il caso di votazioni che non raggiungono la maggioranza, in genere.
Il Consiglio approva.
TITOLO IX - Articolo 92 - Il Consiglio approva.
Articolo 93
Montesano (P.S.D.I.) - Questo è pacifico. Il Consiglio approva.
Articolo 94
Montesano (P.S.D.I.) - Io volevo rappresentare al Consiglio e prego poi di decidere se, per le interrogazioni, che non devono superare il numero di tre, devono essere considerate soltanto quelle proposte singolarmente dal Consigliere oppure anche quelle proposte congiuntamente con altri Consiglieri.
Caveri (U.V.) - Per me bisogna l'avvertenza di firmare in modo che siano non più di tre.
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, lei è d'accordo che non siano più di tre. Perché è capitato il caso del Consigliere Tonino a cui, così in linea breve, ho fatto presente questo. Siccome la norma investe: interrogazioni, interpellanze e mozioni e in quel momento il Consigliere Tonino aveva tre mozioni singole e altre due firmate collegialmente con altri e allora ho detto, adesso, nel nuovo Regolamento, noi stabiliremo questo. A mio giudizio, direi di sancire che il Consigliere non può firmare più di tre interrogazioni, tre interpellanze, tre mozioni. Quindi sarà cura del Consigliere.
Ecco, allora bisogna specificarlo questo. Io desidero proporre al Consiglio la modifica dell'art. 94 come segue: "Non possono essere iscritti all'ordine del giorno della stessa adunanza più di 3 interrogazioni per ogni Consigliere, siano esse sottoscritte singolarmente oppure congiuntamente". "L'iscrizione all'ordine del giorno delle interrogazioni presentate da ogni Consigliere è fatta sulla base del loro ordine cronologico".
Altro fatto che è avvenuto, che Consiglieri di Gruppi diversi abbiano fatto le stesse interrogazioni. C'è stato un conflitto di precedenza nell'ordine del giorno e allora bisogna specificare anche questo. Che l'iscrizione all'ordine del giorno è fatta sulla base del loro ordine cronologico di ricevimento da parte del servizio della Presidenza del Consiglio.
"Nei limiti di cui al primo comma del presente articolo è però data ai Consiglieri facoltà di scelta delle interrogazioni" per il caso ci fosse distrattamente una quarta firma, una quinta firma, il Consigliere può scegliere fra le tre interrogazioni. Quale sono quelle tre a cui da preferenza.
Quindi viene accolto questo mio articolo 94?
Tonino (P.C.I.) - Io accetto così, che non si può presentare più che tre interrogazioni. Volevo solo fare presente questo: che un gruppo che ha magari otto Consiglieri può presentare, come gruppo politico, 6, 7, 8 interrogazioni, non fanno altro che dividere... (Montesano: parliamo di Consiglieri...) ...questa limitazione, invece, per un gruppo che rappresenta un solo membro non ha possibilità di fare questo.
Montesano (P.S.D.I.) - Io sono qui che rappresento un partito e non posso fare un discorso politico. Perché? Perché è così? Vi sono delle situazioni che sono in seno ad ogni partito.
Allora metto ai voti, cioè intendo, non essendoci osservazioni, penso che sia approvato dal Consiglio l'art. 94 come da me proposto.
Articolo 95 - Svolgimento delle interrogazioni
Montesano (P.S.D.I.) - Pacifico? Consiglio approva.
Articolo 96 - Replica dell'interrogante
Montesano (P.S.D.I.) - Prima dell'articolo 96, io desideravo proporre al Consiglio che fosse approvato l'articolo 95bis. Questo lo faccio per ragioni di esperienza che tutti abbiamo in questa materia.
L'articolo è intitolato: "Svolgimento contemporaneo di interrogazioni e di interpellanze. Previa approvazione del Consiglio, interrogazioni e interpellanze relative a fatti e ad argomenti identici possono essere raggruppati e trattate contemporaneamente".
Il Consiglio è d'accordo? Il Consiglio approva l'inserimento di questo articolo 95bis. Poi gli organi della Segreteria numereranno il ... "Previa approvazione del Consiglio, svolgimento contemporaneo di interrogazioni e di interpellanze" questo è il titolo. "Previa approvazione del Consiglio... interrogazioni e interpellanze relative a fatti ....
Dolchi (P.C.I.) - Così solo per chiarezza del Regolamento. Siccome qui ci sono dei capitoli che riguardano le interrogazioni; poi le stesse cose più o meno sono riportate per le interpellanze, per le mozioni, non sarebbe più logico riferirsi in questa sua proposta solamente all'interrogazione poi ripeterla per le interpellanze?
Montesano (P.S.D.I) - Sì, sì viene ripetuta.
Dolchi (P.C.I.) - Allora sarebbe inutile mettere la parola "interpellanze". Sarebbe inutile mettere in questo caso la parola interpellanze.
Montesano (P.S.D.I.) - No, no. Perché lo ripetiamo poi, interpellanze io credo. Interpellanze lo ripetiamo per le interrogazioni.
Fosson (U.V.) - Però è l'abbinamento, non solo di interrogazioni non solo di interpellanze... (voci) ...articolo a parte fra le due, invece di ripetere due volte...
Dolchi (P.C.I.) - Ma, siccome è diviso, è meglio ripetere due volte. Qui mettiamo la parola "interpellanza" e l'altro la parola "interrogazioni".
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene. Allora viene inserito questo articolo 95bis che è approvato dal Consiglio.
Articolo 97 - No, 96, che non lo abbiamo approvato ancora.
Articolo 96 - Replica dell'interrogante
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 97 - Interrogazioni con risposta scritta
Germano (P.C.I.) - Volevo solo dire, gli Assessori credo che potrebbero anche rispondere in venti giorni, 30 giorni! 20 giorni si può rispondere ad una lettera di un Consigliere. E quindi invece di 30 proporrei 20 giorni.
Montesano (P.S.D.I.) - Entro venti giorni. Il Consiglio è d'accordo? Io volevo aggiungere un comma che è un po' a garanzia dell'interrogante e quindi anche della minoranza, cioè "se la Giunta non fa pervenire la risposta...", che ci può essere questa eventualità con 20 giorni o 30 giorni la fa pervenire, "...la risposta nel termine sopra previsto, il Presidente del Consiglio pone senz'altro l'interrogazione all'ordine del giorno della prima adunanza successiva a tale termine". D'accordo? Allora, articolo 97, ha un comma aggiuntivo. Se la Giunta... prima il termine di venti giorni, da trenta viene passato a venti, poi c'è questo comma aggiuntivo. "Se la Giunta non fa pervenire la risposta nel termine sopra previsto, il Presidente del Consiglio pone senz'altro l'interrogazione all'ordine del giorno della prima adunanza successiva a tale termine".
Il Consiglio approva.
Capo II - Delle interpellanze
Articolo 98 - Definizione dell'interpellanza
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 99 - Presentazione delle interpellanze
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Savioz (P.C.I.) - Volevo pregarla di esaminare un po' questa situazione. Noi abbiamo visto per esempio, nel passato, che determinate interpellanze sono state presentate poi sono passati mesi, mesi, Consigli, su Consigli, e le interpellanze quando finalmente sono arrivate in quest'aula per la discussione non c'era più ragione di discutere.
Mi sembra che l'articolo lasciato così come si propone, questa specie che io chiamo andazzo, mi passi la parola, potrebbe continuare. Non sarebbe forse meglio trovare una soluzione per fissare un certo limite anche a questa faccenda qui, che un'interpellanza non possa poi passare dei mesi e diversi Consigli prima di essere portata all'ordine del giorno.
Montesano (P.S.D.I.) - È molto pericoloso quello che lei dice, perché ci sono stati dei Consigli che hanno rimandato, per discussioni notevolmente lunghe su di un argomento, degli ordini del giorno per due o tre Consigli. Io non so come si potrebbe risolvere questo, cioè o da preferenza a tutte le interpellanze in un termine che lei propone di fissare oppure fare in modo che i Consigli siano più frequenti come sono stati finora, perché quello che lei dice, Consigliere Savioz, non lo vedrei soltanto per le interpellanze, lo vedrei per le interrogazioni, lo vedrei per le mozioni.
Però bisogna trovare il modo di vita del Consiglio... (voci) ...(Savioz: anche per le mozioni succede la stessa cosa) ...Sì, però, ci sono anche per gli argomenti presentati dalla Giunta che succede la stessa cosa.
Savioz (P.C.I.) - Io piuttosto arriverei al punto di limitare la presentazione di mozioni e di interpellanze, ma però che gli si dia lo svolgimento, perché, secondo me, è grave il fatto che il Consiglio, avviene il Consiglio, ci sono diverse interpellanze, diverse mozioni e queste vengono sempre rinviate.
Io capisco, rimanga ben chiaro che non ne faccio un'accusa a nessuno... (Montesano: e, non è colpa mia...) ...a nessuno, questo viene a determinarsi tenuto conto della situazione in cui ci troviamo.
Montesano (P.S.D.I.) - Però, dopo essere testimone, Consigliere Savioz, di una modifica che noi abbiamo fatto per ovviare a questo inconveniente. Qual è la modifica? È la modifica che noi riprendiamo sempre gli argomenti, e diciamo così, sospesi dal vecchio Consiglio e poi l'ordine del giorno aggiuntivo a quello del nuovo Consiglio. Cerchiamo così di dare, diciamo, una certa fretta agli argomenti più vecchi.
Savioz (P.C.I.) - Perché, tenuto conto che i Consigli hanno una certa frequenza, io non so se sia utile mantenere le tre interpellanze per ogni Consigliere. Capisco che c'è della gente che ha bisogno di fare tante interpellanze, mi rendo conto, ma è mica giusto che, non è giusto che qualcuno presenti tre interpellanze, altri ne presentano una sola di una certa importanza e questa naturalmente viene a trovarsi nel novero del rinvio, come tutte le altre.
Quindi io direi, presentiamo un po' meno interpellanze ma discutiamole. Invece di avere il diritto a presentarne tre, presentiamo una ogni Consiglio, mi sembra che sia già una certa possibilità.
Montesano (P.S.D.I.) - Abbiamo già approvato gli articoli....
Savioz (P.C.I.) - Siccome questo viene adesso proprio a essere negato, diciamo, non so, è una preoccupazione che ho, non per me intendiamoci, perché se ce ne è uno che presenta pochissime interpellanze e poche mozioni è il sottoscritto, quindi a me personalmente la cosa non mi tocca. Ma, io vedo gli ordini del giorno e vedo che purtroppo le interpellanze e le mozioni sono sempre rinviate, rinviate e rinviate e, ripeto, non per colpa di nessuno.
Ora, se si potesse trovare una soluzione ad ovviare a questo inconveniente sarebbe tanto di guadagnato.
Per concludere e per essere pratico io direi, anziché presentare tre mozioni, diciamo che ne possiamo presentare una. Una interpellanza e una mozione per ogni singolo Consiglio mi sembra che si ha la possibilità di discutere tutto quello che si vuole.
Meglio che non andare poi alle calende greche a discutere le mozioni e le relative interpellanze, quando il tempo è passato, quando le cose ormai non hanno più ragione d'essere e molte volte si è messi nelle condizioni di non discuterle più.
Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Savioz, lei parla da un banco di minoranza. Il concetto che i Consiglieri possono avere il diritto di presentare parecchie interrogazioni, interpellanze e mozioni, è per dare modo alla minoranza di intervenire su dati argomenti.
Ora se il Consiglio vuole limitare le interrogazioni e le interpellanze e mozioni a una sola unità è padronissimo di farlo. Io non sono tanto d'accordo. L'unica cosa che si può fare è continuare a fare, perché le facciamo da parecchio, è quello di dare la precedenza agli argomenti dei Consigli precedenti, come è fatto anche in questo.
Lei vede che gli argomenti che sono fissati in precedenza sono quelli che abbiamo lasciato nel vecchio Consiglio e così avviene una precedenza di tutti gli argomenti, in rispetto alle date di presentazione.
Savioz (P.C.I.) - ...avviene per buona volontà ed è questo che mi preoccupa. Scusi, scusi, Presidente, un domani che venga cambiata la presidenza...
Montesano (P.S.D.I.) ...no, no, perché Consigliere Savioz, le dico questo che c'è un articolo che è innovatore, noi abbiamo preceduto anche nel concetto la Camera, che i programmi delle sedute del Consiglio, non vengono fatte autonomamente dal Presidente, vengono fatte dalla riunione dei Capi gruppo, dalla riunione dell'ufficio di presidenza d'accordo con la Giunta. Quindi c'è il programma di lavoro. Il programma di lavoro non viene più stabilito dal Presidente del Consiglio, viene stabilito come abbiamo fatto da parecchi mesi, lei forse non essendo Capo gruppo non partecipa a queste riunioni, noi per esempio oggi nel pomeriggio abbiamo la riunione dei Capi gruppo e dell'ufficio di presidenza per fissare l'ordine dei lavori di dicembre.
Quindi perciò anche se cambia Presidente non potrà cambiare metodo. Il prossimo Presidente si dovrà attenere a queste regolamentazioni. D'accordo Consigliere Savioz? Non tanto!
Savioz (P.C.I.) - Personalmente sono d'accordo, perché non ho sollevato questo per piacere di sollevarlo, sollevato dopo aver constatato con anni e anni che sono seduto su banchi di maggioranza o di minoranza, non ha importanza, e mi sono sempre reso conto che interpellanze e mozioni, per una ragione o per l'altra o per l'altra ancora, sono sempre state messe così in coda a tutti i lavori.
E ripeto non faccio accusa a nessuno. È un dato di fatto che ho constatato e mi preoccupavo di vedere se c'era una possibilità di uscire da questa situazione. Se la maggioranza del Consiglio è d'accordo di continuare come abbiamo fatto finora, io non ho niente in contrario a continuare così, perché, ripeto, personalmente a me non capita di avere questi inconvenienti perché io sono molto avaro e molto parco nel presentare domande, interrogazioni e mozioni.
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene. Allora il Consiglio approva l'articolo 99.
Articolo 100
Montesano (P.S.D.I.) - L'articolo 100, io desideravo riproporlo come s'è fatto per l'articolo 94 cioè "limitazione del numero delle interpellanze. Non possono essere iscritte all'ordine del giorno di ogni singola adunanza più di tre interpellanze per ogni Consigliere siano esse sottoscritte singolarmente e congiuntamente. L'iscrizione all'ordine del giorno delle interpellanze presentate da ogni Consigliere è fatta sulla base del loro ordine cronologico di ricevimento da parte della Segreteria dei servizi della Presidenza del Consiglio. Nei limiti di cui al primo comma del presente articolo è però data ai Consiglieri facoltà di scelta delle interpellanze".
È lo stesso articolo che ricalca quello di prima.
Quindi, il Consiglio approva l'articolo 100 così proposto.
Articolo 101 - Svolgimento delle interpellanze
Dolchi (P.C.I.) - All'articolo 95 il Regolamento prevede il caso di assenza dell'interrogante e ne prevede la decadenza, diciamo così, dell'interrogazione. L'articolo 101 o per lo meno gli articoli che si riferiscono alle interpellanze non prevedono questo caso, io penso che sia opportuno inserirlo, cioè cosa succede se non è presente l'interpellante? Nel caso che sia un singolo e nel caso che siano più sottoscrittori, l'interpellanza viene lo stesso discussa alla presenza degli altri se ne manca uno?
Montesano (P.S.D.I.) - Non può essere discussa perché l'interessato non c'è.
Dolchi (P.C.I.) - Qui ci sono due casi, il singolo l'interpellanza si intende come l'interrogazione ritirata? Bisognerebbe precisarlo. Nel caso in cui i sottoscrittori dell'interpellanza siano due e ne manca uno, l'interpellanza deve essere svolta dall'altro? Ecco secondo me bisognerebbe... (Montesano: è avvenuto già questo) ...Può o deve?
Montesano (P.S.D.I.) - Non ho capito bene.
Dolchi (P.C.I.) - Nel primo caso mi sembra che l'orientamento è pacifico, l'interpellanza, in assenza del singolo, di un solo interpellante, viene considerata decaduta o ritirata. Nel caso che i presentatori dell'interpellanza siano due si intende che, ed uno dei due è assente, si intende che l'interpellanza deve essere discussa... (Montesano: sì deve essere discussa) ...o con la presenza di uno dei due o può essere discussa o l'altro...
Montesano (P.S.D.I.) - Perché io propongo che può essere discussa? Perché l'interpellante, firmatario con l'altro assente, può dire: io preferisco riproporre questa interpellanza con la presenza del mio collega. Questo può essere necessità da parte di uno degli interpellanti alla presenza, all'interesse della presenza del collega facoltativo.
Articolo 101 - Il Consiglio approva.
... A che articolo? Sì ma me la deve formulare, mi deve indicare il punto, il capoverso dove inserirla.
Si può mettere: qualora gli interpellanti...
Dolchi (P.C.I.) - Si potrebbe mettere: "qualora l'interpellante o gli interpellanti non si trovino presenti in aula nel momento in cui viene letta l'interpellanza, l'interpellanza si considera ritirata". (Montesano: se è presente l'interpellante) ...In caso di interpellanza sottoscritta da più Consiglieri...
Montesano (P.S.D.I.) - Vogliamo fare una cosa, Consigliere Dolchi? Lei lo formuli e poi ritorniamo indietro su questo 101 con l'emendamento proposto dal Consigliere Dolchi. Allora se ne ricorda lei di fare un passo indietro?
Articolo 102 - Svolgimento contemporaneo di più interpellanze o di interpellanze e mozioni
Montesano (P.S.D.I.) - Questo ricalca la prassi che abbiamo sempre seguito. Avanti, il Consiglio approva.
Articolo 103 - Svolgimento contemporaneo di interpellanze e mozioni
Montesano (P.S.D.I.) - Lo stesso. Il Consiglio approva.
Articolo 104 - Trasformazione dell'interpellanza in mozione
Tonino (P.C.I.) - La trasformazione di interpellanze in mozione. Qui si dice: "l'interpellante, qualora si dichiari non soddisfatto, può presentare sull'argomento una mozione, di cui il Consigliere Segretario del Consiglio da lettura all'assemblea".
Io proporrei una modifica qui: "L'interpellante, qualora si dichiari non soddisfatto, può nel corso della seduta presentare sull'argomento una mozione, di cui il Consigliere Segretario del Consiglio né da lettura all'assemblea non appena la stessa sia giunta all'ufficio di Presidenza".
Questo per non arrestare il lavoro del Consiglio, perché trasformare un'interpellanza in mozione può essere motivo di tempo per l'elaborazione della mozione. E in questo caso il Consiglio sta inattivo, perde del tempo.
Montesano (P.S.D.I.) - È più libero il fatto di presentarlo in seduta di Consiglio anche dopo. Perché vuol vincolare la presentazione nel corso della seduta?
Tonino (P.C.I.) - Per non che il Consiglio stia inattivo nel tempo in cui intercorre per trasformare l'interpellanza in mozione. Perché se è seduta stante, se in quel momento, come è detto qui... (Voci: non è seduta stante)
Ramera (D.C.) - ...l'interpellanza può trasformarsi in mozione in quella seduta. Può anche dopo, la presenterò e basta.
Montesano (P.S.D.I.) - Lì, Tonino la sua interpellanza la può presentare e trasformare in mozione quando vuole. Quindi non ci vincoli al corso della seduta.
Allora il Consiglio approva.
Capo III - Delle mozioni - Articolo 105 - Definizione della mozione
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 106 - Presentazione delle mozioni
Ramera (D.C.) - La definizione della mozione. È un atto inteso a promuovere una deliberazione da parte del Consiglio e se poi la mozione rimane lettera morta? Non dico, tutto bello quando il Consiglio approva una mozione all'unanimità, dovrebbe essere un deliberato di Consiglio e a chi sta A portare avanti questa iniziativa, questa deliberazione? Una spiegazione, perché dato che abbiamo votato delle mozioni che poi sono rimaste lettera morta, chiedo chi è che ha la responsabilità di portarle avanti? (voci) ...Sì, ma quando è approvato, e quando ne abbiamo già ridiscusso un'altra volta, e poi tre volte, quattro volte, abbiamo detto questa mozione è stata approvata all'unanimità e chi è responsabile di mandare avanti il deliberato di questa mozione? Io ho fatto una domanda che può essere molto...
Montesano (P.S.D.I.) - Rispondo io al Consigliere Ramera. L'obbligo di mandare avanti queste mozioni spetta alla Presidenza del Consiglio, è pacifico. La Presidenza del Consiglio si attiene all'indirizzo a cui è rivolta la mozione, che può essere la Giunta, la Commissione, può essere un organo extra consiliare, extra amministrativo della Regione, per esempio, il Parco del Gran Paradiso.
Allora che cosa fa la Presidenza del Consiglio? Invia la mozione alla Giunta se è di competenza della Giunta e quindi da quel momento dell'invio elimina la sua responsabilità, perché è una responsabilità soltanto di trasmissione. Invia alla Commissione se è di competenza della Commissione e l'invia ad un altro organo indicato alla mozione, il quale organo dovrà tenere e non tenere conto.
Quante mozioni noi abbiamo qui, io vedo nei giorni scorsi, dei gruppi parlamentari, nazionali, di mozioni che mi hanno pregato di leggere in Consiglio. E quindi perciò poi se la mozione non ha un seguito, se essa è della Giunta, naturalmente, tocca ai proponenti o al proponente della mozione di sollecitare questa conclusione dello spirito della mozione che dipende dall'organo esecutivo e dalla Commissione.
Ma quando va fuori dal Consiglio per un altro organo, anche molte volte nazionale o extraterritoriale della Valle d'Aosta, noi francamente non ci possiamo fare nulla.
È vero, non so se sono stato chiaro, però l'obbligo di trasmissione, al quale noi ci atteniamo sempre, è della Presidenza del Consiglio.
Soddisfatto? In parte, no.
Savioz (P.C.I.) - Ma, ha già chiarito lei abbastanza bene, Presidente, ma però io volevo solo dire questo.
Purtroppo non esiste un organismo che ci dia la sicurezza matematica che la mozione vada a finire come è prestabilito e come è stata votata dal Consiglio. Non vedo nemmeno la possibilità di crearlo questo organismo, perché per tutto quello che concerne il Consiglio l'organo che deve provvedere a materializzare le decisioni del Consiglio è la Giunta. E se il Presidente della Giunta e i relativi Assessori dispongono altrimenti, cioè non mandano avanti la mozione, in parole povere, il Presidente del Consiglio non ha nessuna possibilità di intervenire perché il suo compito è solo quello di trasmettere la mozione. Niente altro, e non ha possibilità di intervenire nelle faccende della Giunta.
Che cosa rimane? Rimane ai proponenti, che non devono limitarsi a fare delle mozioni, delle interpellanze e poi lasciarle cadere nel vuoto, ma devono starle dietro perché si debba arrivare alla determinazione.
Quindi francamente non vedo come uscirne da questo. Capisco l'intendimento di Ramera e lo condivido. Se ci fosse la possibilità di dare mandato ad un organo perché questo venga realizzato sarebbe l'ideale. Ma purtroppo non c'è e quindi non ci rimane che lasciare le cose come sono.
Montesano (P.S.D.I.) - Quindi l'articolo 106 è approvato.
Articolo 107
Montesano (P.S.D.I.) - All'articolo 107 io ripropongo il testo che riguarda le interrogazioni e le interpellanze per limitazione del numero. La mia modifica dice le stesse cose, già proposte, cambiando le parole "interrogazioni e interpellanze" a quella di "mozione".
Lo leggo per ragioni di chiarezza: (legge l'articolo) ....
Il Consiglio è d'accordo su questo articolo, così modificato? Quindi l'articolo 107 viene approvato.
Articolo 108 - Svolgimento delle mozioni
Dolchi (P.C.I.) - Qui è la stessa richiesta, cioè: il presentatore di una mozione o i presentatori di una mozione nel caso non ci sono, cosa succede? Mi sembra che però l'importanza della mozione imponga una soluzione diversa, perché, - mentre l'interrogazione è un rapporto tra Consigliere e interrogato e l'interpellanza è lo stesso e gli altri Consiglieri non possono interferire, - nel caso della mozione l'assenza del presentatore implica automaticamente la decadenza e il ritiro della mozione? Qui non è precisato, è precisato solo che: "una mozione che si intende ritirata o si intende ritirare può invece essere confermata se almeno dieci Consiglieri si oppongono al ritiro" (articolo 111).
Secondo me, ci può essere in discussione una mozione presentata da un Consigliere che dice determinate cose, per cui un altro Consigliere non ritiene proprio per la natura della mozione dove tutti possono intervenire nel dibattito, non ritiene di dover presentare analoga mozione.
Però se l'assenza del presentatore della mozione implica automaticamente che questa non viene discussa, il Consigliere che non presenta una propria mozione perché sa che già ne esiste un'altra analoga, come viene a trovarsi?
Montesano (P.S.D.I.) - Certo che sarebbe un po' strano discutere una mozione in assenza del proponente, quindi io non vedo quale opportunità ci sarebbe anche nello spirito del contenuto della mozione a discutere questo stesso contenuto nell'assenza del presentatore.
Quindi non darebbe neanche un'articolazione alla discussione così come è auspicata dal Consiglio.
Naturalmente questi casi sono avvenuti, cioè, l'assenza del proponente della mozione ha determinato da parte del Presidente del Consiglio, anche se non regolamentato, il rinvio della mozione.
Non abbiamo mai fatto decadere una mozione perché il proponente non c'era. E poi è difficile che la mozione venga presentata, è raro che la mozione venga presentata da un solo Consigliere, in genere ci sono sempre parecchi Consiglieri, però l'eccezione può essere contemplata, cioè, un Consigliere presenta la mozione. Ma la prassi ci insegna, ci dice che, almeno da quando io sono in Consiglio, quindi anche la condotta dei miei predecessori, ha portato a riproporre la mozione nell'ordine del giorno dei Consigli susseguenti.
Dolchi (P.C.I.) - Allora, io volevo completare il mio pensiero dicendo che non possiamo seguire la stessa strada per le interrogazioni e per le interpellanze.
Mentre per le interrogazioni e per le interpellanze diciamo che l'assenza provoca il ritiro automatico dell'interrogazione e dell'interpellanza, nel caso dell'assenza del firmatario di una mozione questo implica il rinvio...
Montesano (P.S.D.I.) - Non diciamo... il ritiro, non ne parliamo. Ignoriamo. Qui non lo diciamo. (Dolchi: va bene)
Savioz (P.C.I.) - Permetta, Presidente, non è mica il voler insistere. Però vede qui viene proprio a darmi ragione quanto io dicevo prima, cioè le mozioni sono iscritte all'ordine del giorno dell'adunanza subito dopo gli oggetti proposti dalla Giunta. Se c'è una Giunta che non vuole discutere le mozioni e le interpellanze stia tranquillo che può tirare avanti dei mesi prima che quella venga discussa. Il tempo passa e così la mozione non si discute e poi quando arriverà il momento in cui la Giunta ritiene opportuno che vada in discussione la lascia passare.
C'è poco da fare, questa è la situazione che abbiamo e che abbiamo sempre riscontrato, sono passati cinque-sei mesi c'è stata una mozione mi ricordo che non piaceva alla Giunta, è andata avanti un anno di tempo prima di arrivare al dunque.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora io le devo dare una piccola risposta su questo che lei dice. Prima di tutto se ci sono state delle mozioni che hanno preso molto tempo, anzi mozioni che sono decadute, sono dipese dalla caduta della Giunta e ci sono state due crisi che hanno fatto decadere delle mozioni.
Poi io le devo ricordare - perché lei ne faceva parte, io no, lei ne faceva parte di quel Consiglio - che in quel Consiglio di legislazione che non ricordo bene, ci fu una proposta dell'allora Consigliere Pasquali, il quale fece approvare dal Consiglio - ed è vigente tutt'ora - una delibera in cui veniva detto quello che è riportato qui. Cioè le mozioni devono essere iscritte, è vero, non mi sbaglio, devono essere iscritte dopo gli argomenti presentati dalla Giunta... (voce: ...ma perché?).
Savioz (P.C.I.) - ... non ritorno indietro nel passato perché mi piace guardare il futuro e andare avanti e non indietro. Però la realtà è proprio quella.
Quando alla Giunta - e qui non mi preoccupo di sapere quale Giunta di quale colore - ma quando alla Giunta c'è una mozione, da parte della minoranza o di chicchessia, che non vuole discutere stia tranquillo che trovano il sistema per non discuterla.
Con questo articolo qui vi si dà la possibilità di mandare alle calende greche tutte le interpellanze e le mozioni. C'è poco da fare.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma vengono in ordine, Consigliere Savioz. Io le faccio il discorso che lo fatto prima, cioè in ordine.
Noi abbiamo adesso delle mozioni che precedono alcuni argomenti della Giunta.
Bordon (D.C.) - Non si può aggiungere salvo che non siano state rinviate una volta, due volte, non si può dire vengono dopo gli oggetti proposti dalla Giunta....
Montesano (P.S.D.I.) - C'è una delibera, c'è una delibera che io ho ricordato e c'eri anche tu in quel Consiglio.
Bordon (D.C.) - Ma lo so, ed è per questo ed è perché abbiamo visto che non andava bene che ha ragione Savioz, in fondo.
Io non so perché non si possa mettere per iscritto questo.
Una mozione che è stata rinviata per due Consigli, perché è stabilito che se la Giunta ha proposto determinate cose passino dopo. Benissimo. Ad un certo momento abbiamo visto che non va diciamo che dopo due rinvii, al primo Consiglio, cioè al terzo Consiglio passa prima. Mi sembra che non ci sia niente di grave. Nessun medico vieta questo, neanche tu.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora fate delle proposte.
Bordon - (D.C.) - ... avanti sei mesi ci sarà una clausola che dopo due rinvii di Consiglio al terzo Consiglio passa prima, e già belle fatto.
Savioz (P.C.I.) - Mi sembra che la proposta di Bordon sia chiara. Chiara ed anche onesta direi. Perché ad un certo momento quando la mozione è stata rinviata una volta - e va ben una volta può essere comprensivo, io lo capisco - ma, che non possa essere continuamente rinviata per fare piacere alla Giunta.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora chiariamolo. Allora proponiamo questo, se rispecchio il pensiero di Bordon e di Savioz: in caso di due rinvii, la mozione ha la precedenza, la mozione rinviata ha la precedenza nell'ordine del giorno.
Allora va bene questo. Allora l'articolo 108 va modificato con questo comma aggiuntivo.
Articolo 109 - Presentazione di emendamenti
Montesano (P.S.D.I.) - Avanti. Il Consiglio approva.
Articolo 110 - Mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 111- Ritiro delle mozioni
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Caveri (U.V.) - ... Vorrei sapere qual è la dizione finale nell'articolo 110. Vorrei che si proceda alla lettura, perché anche qui c'erano dei cambiamenti.
Manganone (D.C.) - Articolo 110 - "Le mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta devono essere motivate e votate per appello nominale. La mozione di sfiducia deve essere sottoscritta da almeno cinque Consiglieri. Per le mozioni di fiducia e di sfiducia non sono ammesse le procedure di urgenza di cui agli articoli 30 - comma terzo - e 37 - comma terzo". Finisce lì.
Caveri (U.V.) - Ma qui, non siamo mica tanto d'accordo nel primo comma.
Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Caveri, se non usa il microfono non si sente.
Caveri (U.V.) - Qui, io sono molto perplesso sul primo comma: le mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta devono essere motivate e votate per appello nominale. Chissà perché non può essere fatto a scrutinio segreto.
Montesano (P.S.D.I.) - Le dico subito che c'è un disposto della Costituzione su questo. Adesso non ho presente, ma le sfiducie ai Governi sono richiamate dalla Costituzione per appello nominale.
Caveri (U.V.) - Ma la Costituzione dice: "stabilito in sede di Parlamento".
Montesano (P.S.D.I.) - Ma lo farò prendere e, anche per le Regioni a Statuto ordinario, in sede costituzionale, non ho presente l'articolo però lo ricordo. Io farò prendere adesso la Costituzione per rileggerlo. È tassativa la mozione di sfiducia.
Caveri (U.V.) - Va bene, vediamo gli articoli allora. Leggiamo gli articoli della Costituzione, intanto andiamo avanti. Teniamo in sospeso l'art. 110.
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene, allora ritiro delle mozioni.
Articolo 112 - Riunione di due o più mozioni in un'unica discussione
Savioz (P.C.I.) - Scusi, il 111 per piacere. Sul 111 io vorrei dire questo. Le mozioni, dopo la loro lettura all'adunanza consiliare, possono essere ritirate dai proponenti. Non possono però essere ritirate se dieci o più consiglieri vi si oppongono.
È giusto questo?
Montesano (P.S.D.I.) - È anche giustissimo perché un argomento di carattere generale.
Savioz (P.C.I.) - E ben se la facciano propria, ma non so io, chi propone... Siete sicuri che va bene? Io sono un po' perplesso, non so.
Montesano (P.S.D.I.) - È ripetuta in tutti gli ordinamenti.
Savioz (P.C.I.) - Va ben, ad ogni modo ... Si guadagna tempo, lasciamola stare. Va bene, ritiro.
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
(Manganone: Articolo 113) ...No, è 112. Va bene. Siamo arrivati al 111.... Già approvato? Allora articolo 113.
Articolo 113 - Disposizioni comuni alle interrogazioni, interpellanze e mozioni
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Titolo X - Delle deputazioni - Articolo 114
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva. Aspetti.
Benzo (D.P.) - L'articolo 114. Forse sarebbe opportuno vedere la questione che le deputazioni sono nominate dal Consiglio. Dal Consiglio.
Caveri (U.V.) - Infatti anche qui avevamo stabilito un cambiamento, se mi è consentito. Le deputazioni sono nominate dal Consiglio, sentiti i Capi gruppo. Sentiti, ben si possono ben sentire, no. Io propongo questo cambiamento: "Le deputazioni sono nominate dal Consiglio, sentiti i Capi gruppo, in modo che siano possibilmente rappresentati tutti i gruppi consiliari". Io toglierei "possibilmente" perché devono essere rappresentati tutti e non possibilmente. Perché, altrimenti, domani uno potrebbe dire: non mi piace Pedrini e non voglio che sia rappresentato il Partito Liberale, ma Pedrini parla con il suo vicino e non sente niente!
Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Caveri, volevo spiegarle questo, così per chiarezza, che siccome per le deputazioni probabilmente ci vuole un atto firmato dal Presidente del Consiglio, dovremmo trovare il modo, cioè a dire che le deputazioni devono essere rappresentate da tutti i gruppi. Lei vuole, desidera, che le deputazioni siano rappresentative di tutti i gruppi?
Caveri (U.V.) - Ma che siano nominate dal Consiglio... (voce: elette dal Consiglio)
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco possiamo fare così.
Caveri (U.V.) - Sono elette dal Consiglio, sentiti i Capigruppo. In modo, togliere "possibilmente", che siano rappresentati tutti i gruppi consiliari. - Questo l'ho fatto per lei - Esse sono presiedute dal Presidente o per sua delega .... questo va bene.
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco allora lo rileggo: "Le deputazioni sono elette dal Consiglio, sentiti i Capi gruppo, in modo che siano rappresentati tutti i gruppi consiliari. Esse sono presiedute dal Presidente o, per sua delega, da uno dei Vice Presidenti del Consiglio".
Il Consiglio è d'accordo? Il Consiglio approva.
Un attimo che do la spiegazione al Consigliere Caveri, per quello che riguarda la fiducia, cioè l'articolo 110.
Se lei prende, non so se ce l'ha il Codice della Regione? Ecco allora prenda l'articolo 94. "Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozioni motivate e votate per appello nominale".
Caveri (U.V.) - La mia osservazione è semplicissima. La Costituzione della Repubblica stabilisce quello per regolare la fiducia davanti al Parlamento. Ma noi non siamo il Parlamento, noi siamo il Consiglio regionale della Valle d'Aosta che è regolato dallo Statuto Speciale, per cui noi non siamo disciplinati, affatto, da questa norma e non siamo disciplinati dalle norme analoghe che vi potrebbero essere nella legge sulle Regioni ordinarie.
Ed è molto importante che noi respingiamo la legge sulle Regioni ordinarie, che non deve essere affatto considerata come il Testo Unico delle Regioni, perché la legge sulle Regioni ordinarie non vale per noi. Se noi non stabiliamo questo principio in modo netto ed intransigente noi lavoriamo contro lo Statuto Speciale della Valle d'Aosta.
Montesano (P.S.D.I.) - Ora io desidero che i Consiglieri mettano un'attenzione particolare. Consigliere Pedrini, io desidero che il Consiglio metta un'attenzione particolare su quello che è questo articolo. Su quello che è il dettato costituzionale e su quello che ha proposto il Consigliere Caveri. Perché lo metto ai voti.
Caveri (U.V.) - ... quello che dice lei, ma mi permetto di dire comunque che io non lo approvo, perché quando lei dice "dettato costituzionale" io non approvo questa parola.
Noi non siamo gli scolaretti, perché c'è un articolo 94 della Costituzione, dobbiamo obbedire a questo articolo. L'articolo 94 regola l'istituto dalla fiducia data o rifiutata al Governo davanti al Parlamento della Repubblica.
Noi non siamo il Parlamento della Repubblica. Noi siamo il Consiglio regionale della Valle d'Aosta. La Valle d'Aosta è una Regione a Statuto Speciale.
Quindi l'articolo 94 non ci riguarda. Non ci riguardano gli articoli che regolano le Regioni a Statuto ordinario.
Badate, e questo lo dico a tutti i Consiglieri, sarebbe pericolosissimo per noi sentirsi legati dagli articoli della legge sulle Regioni ordinarie. A parte che è una legge bastarda, per cui gli stessi democristiani vogliono revocare questa legge, che è una legge Scelba, e non è che noi abbiamo un fatto particolare con l'On. Scelba, ma a parte che sia dell'On. Scelba o dell'On.le Pinco Pallino, quella è la legge sulle Regioni ordinarie.
Sarebbe uno sbaglio gravissimo di considerare la legge sulle Regioni ordinarie come un testo unico che regoli anche le Regioni a Statuto speciale. E non parliamo di dettato costituzionale, perché l'articolo 94, le norme costituzionali non sono norme la cui prestazione si può estendere fuori dai casi indicati dalle norme costituzionali.
Quindi l'articolo 94 non regola affatto l'istituto della fiducia per il Consiglio regionale della Valle d'Aosta.
Germano (P.C.I.) - Ma, io volevo affermare questo. Sono d'accordo con l'On. Caveri che l'articolo 94 si riferisce al Governo nazionale e questo è ineccepibile.
Infatti è tutta la parte della Costituzione riguardante le Regioni dove non è prevista, la parte della Costituzione riguardante le Regioni non è previsto affatto il voto di fiducia e la votazione per appello nominale e non c'è niente su questo, quindi vuol dire già su quello che la Costituzione lasciava libero il legislatore. Ora il legislatore, quello del '53 che tutti conosciamo, ha previsto appello nominale e voto di fiducia palese.
Ma questa stessa legge è stata impugnata da cinque Regioni. Quindi nessuno obbliga poi noi Valle d'Aosta davanti alla Corte Costituzionale, nessuno obbliga noi Valle d'Aosta a seguire il metodo che seguono per il Governo o che un singolo proponente di una legge ha previsto per le Regioni a Statuto ordinario.
Non è, secondo me, una grande cosa perché crisi di governo sono avvenute, di governo regionale parlo, anche senza la votazione per appello nominale, non è questo. È il fatto di sancire un principio di autonomia. Credo che una delle poche volte che la Corte Costituzionale ci ha dato ragione è quando hanno voluto interferire nel Regolamento del Consiglio, perché la Corte Costituzionale ha sancito che il Regolamento del Consiglio regionale della Valle d'Aosta lo fa come ritiene più opportuno... (Montesano: tutti i regolamenti) ...tutti i regolamenti.
Allora se noi prevediamo nel nostro regolamento una nostra forma noi non siamo affatto legati alla Costituzione od a altre Regioni a Statuto ordinario o a qualsiasi altra legge che venga fuori.
Chi è sovrano in materia è il Consiglio regionale della Valle d'Aosta.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora, se non c'è nessun altro che chiede la parola... Consigliere Pedrini e poi Consigliere Caveri.
Pedrini (P.L.I.) - Io vorrei aggiungere che in linea di massima sono perfettamente d'accordo con quello che dice il Consigliere Caveri.
Vorrei aggiungere, e questo ne discuteremo un'altra volta, ma così brevemente per spiegare il perché di questa mia vicinanza con l'avvocato Caveri, che il Presidente per esempio della Giunta, Dr. Dujany, si è recato non più tardi di 15 giorni fa ad una riunione delle Regioni a Statuto ordinario. Dove invece la Sicilia e la Sardegna si sono rifiutate di andare.
Ora io ho fatto questa interpellanza perché - e faccio la puntualizzazione adesso non c'è il Prof. Dujany, il Presidente, quindi la vedremo a suo tempo - ma è evidente che noi non dobbiamo partecipare ad alcuna riunione dove ci sono solo le Regioni a Statuto ordinario.
Noi siamo una Regione a Statuto speciale e abbiamo dei nostri problemi e non abbiamo niente a che vedere con le Regioni a Statuto ordinario.
Questo è quanto pensa, non soltanto il sottoscritto, ma il Partito Liberale anche su questo specifico argomento.
Caveri (U.V.) - C'è un'altra questione in questa materia, questione che noi abbiamo trascurato quando ci siamo riuniti come Commissione Regolamento e cioè, lo Statuto non prevede l'istituto della mozione di fiducia alla Giunta. Non c'è nessun articolo dello Statuto che prevede la mozione di fiducia e di sfiducia, al punto che l'avvocato Lucatello, professore all'Università di Padova, sosteneva che non si poteva davanti al Consiglio regionale presentare una mozione di sfiducia e diceva che la nostra Regione in base allo Statuto Speciale, non contemplando, non prevedendo la mozione di fiducia o di sfiducia, era una Regione a regime birettoriale, regime di birettorio, per cui non si poteva presentare una mozione di fiducia e di sfiducia.
Si può anche ridere di questa tesi, però guardate che c'è da pensare se non sia invece fondata. Quindi, non so, se vogliamo, certo che se cominciamo a discutere di questo argomento e allora non approviamo più oggi il Regolamento, perché d'altra parte è molto grave approvare nel Regolamento l'istituto della mozione di fiducia e di sfiducia quando abbiamo dei gravissimi dubbi che la mozione di sfiducia non esista.
Questa naturalmente è una tesi che fa molto piacere alla Giunta in carica, dice: meno male non ci possono presentare la mozione, non per questa Giunta, ma per qualunque Giunta che sia in carica. Quindi, insomma, qui non so cosa vogliamo fare.
Montesano (P.S.D.I.) - No, la proposta, Consigliere Caveri, quella di eliminare "votate per appello nominale" questo è stato espresso dai diversi interventi.
Caveri (U.V.) - Signor Presidente, se mi consente io farei una proposta pratica, se siamo d'accordo. Di sopprimere "tout court" il primo comma, perché sopprimendo il primo comma valgono le norme di tutte le altre votazioni.
Perché si voterà per appello nominale a meno che cinque consiglieri chiedono lo scrutinio segreto.
Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, però io le devo una risposta a questo, Consigliere Caveri, che riguardo alle votazioni abbiamo, d'accordo tutti, stabilito che fra le diverse richieste avanzate dai Consiglieri quella che ha la prevalenza è la richiesta a scrutinio segreto. Si ricorda di questo che ne abbiamo parlato.
Caveri (U.V.) - Un minuto, ma quello che dice lei, se io ho capito quello che lei dice, quello che dice lei conferma quello che dico io, cioè, se siamo d'accordo sul principio che se cinque Consiglieri, che ci debba essere anche lo scrutinio segreto anche per la mozione di sfiducia o di fiducia, se siamo d'accordo su questo, qual è lo strumento per ristabilire l'equilibrio? È di sopprimere il 1° comma dell'articolo 110.
Io lo so quello che dice lei, lei dice che: per me sulle votazioni normali prevale il voto segreto se chiesto da cinque Consiglieri, questo io lo sapevo, lo so, ma appunto per quello chiedo di sopprimere il 1° comma, perché sopprimere il 1° comma vuol dire: stabilire che valga il principio della prevalenza dello scrutinio segreto anche per la mozione di fiducia perché allora ricadiamo in quell'articolo che lei ha invocato un momento fa.
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene, le proposte sono quelle di sopprimere il 1° comma. Il Consiglio è d'accordo? Il sottoscritto si astiene. Io prego di chiedere la parola prima della votazione, altrimenti ritorniamo sempre indietro.
Dolchi (P.C.I.) - Le mozioni di fiducia e di sfiducia, siccome si parla anche che devono essere motivate, senza eliminare tutto il 4° comma, ma per integrare quello che dice l'On. Caveri, basterebbe mettere "le mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta devono essere motivate e sono votate ai sensi dell'articolo 68".
Montesano (P.S.D.I.) - Avv. Caveri, c'è la proposta Dolchi che contrasta un poco la sua e prego Dolchi di ripeterla.
Dolchi (P.C.I.) - Il primo comma invece di sopprimerlo, integrarlo con una precisazione sul tipo di votazione, dicendo: "le mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta devono essere motivate e sono votate ai sensi dell'articolo 68".
Montesano (P.S.D.I.) - Le mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta devono essere motivate e votate a norma.... Allora avanti.
Pollicini (D.P.) - Io ritengo che le mozioni di fiducia e di sfiducia debbono essere votate per appello nominale, il che investe indubbiamente una responsabilità politica indubbiamente molto più ampia di qualunque altro tipo di votazione, ha un significato di estrema importanza per cui è opportuno una chiarezza di posizione tale che può derivare soltanto da una votazione fatta per appello nominale.
Non si può far cadere una Giunta su una mozione di sfiducia votata a scrutinio segreto.
Montesano (P.S.D.I.) - Noi lo abbiamo già applicato questo. La parola al Consigliere Savioz.
Savioz (P.C.I.) - Ma in linea di principio quello che dice Pollicini è sacrosanto. Dovremmo avere il coraggio civile ognuno di noi di dire pane al pane, vino al vino, senza tanti ambagi senza tante questioni. Ma siccome sappiamo che viviamo in una società, che di coraggio civile non ne ha più e ogni giorno ci sono delle manifestazioni che ce lo dimostrano, allora non ci rimane che ricorrere all'urna segreta per poter sapere effettivamente cosa vogliono i Consiglieri.
Perché questa è la triste dura realtà, Pollicini. Dobbiamo renderci conto. Allora è meglio avere una risoluzione del problema tramite l'urna segreta che non avere uno sfasamento tramite la personale adesione o non adesione dei Consiglieri.
Quindi io pur condividendo le sue idee e sono per la votazione aperta, in tutti i casi, sempre, sono sempre stato su questo terreno, però mi rendo conto che questo non è possibile a fare, non essendo possibile a fare non ci rimane che ricorrere alla possibilità del voto segreto.
Montesano (P.S.D.I.) - Altri interventi? Allora, io rileggo la proposta del Consigliere Dolchi, accettata dal Consigliere Caveri, che modifica il 1° comma: "Le mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta devono essere motivate e votate per appello nominale a norma dell'articolo... (Andrione: ...e votate ai sensi dell'articolo 68, non per appello nominale) ...e votate a norma dell'articolo 68".
Chi approva alzi la mano. Ecco lei è sempre distratto, avvocato Caveri. La proposta Dolchi, accettata da lei, e lei l'ha accettata, allora propongo la votazione dell'articolo con la proposta Dolchi.
Chi approva alzi la mano. La precisazione, la terza volta, perciò io prego i Signori Consiglieri di stare attenti.
"Le mozioni di fiducia e di sfiducia alla Giunta devono essere motivate e votate a norma dell'articolo 68". E andiamo a vedere l'articolo 68 cosa dice così siamo più chiari.
"Modi di votazione - I Consiglieri votano, normalmente, per alzata di mano ovvero, su richiesta di almeno cinque Consiglieri, per appello nominale o a scrutinio segreto. La richiesta di votazione a scrutinio segreto prevale su qualsiasi richiesta di altro tipo di votazione".
Quindi l'articolo rimane tale e quale e più questo emendamento, con la soppressione delle parole "per appello nominale".
Chi è favorevole, alzi la mano. Chi è contrario?
Guardate, se voi non state attenti, scusatemi, io è per la quarta volta... eh no, scusi, Consigliere Pedrini, io sono obbligato a dare spiegazioni a chi me le chiede.... e le abbiamo già avute... (voci) ...Un attimo, e poi il Consiglio spetta a dirigerlo al Presidente del Consiglio, gli altri possono fare delle proteste, io se non ho chiaro come avviene la votazione non posso andare avanti.
Io ho domandato al Segretario del Consiglio se ha contato i voti favorevoli. E quindi permettete che il Segretario del Consiglio conti, è inutile avere dell'insofferenza. Chi vota a favore? E date tempo al Segretario del Consiglio a contare. Fatto? Contrari? Fatto? Astenuti?
Risultato della votazione: 27 favorevoli, 7 contrari, 1 astenuto. Quindi il Consiglio approva.
Caveri (U.V.) - Io domando la parola per protestare. Perché non è la prima volta che il Presidente del Consiglio, purtroppo, è mal messo e quando non gli piace tanto, non gli va a fagiolo una votazione, la fa ripetere, come in questo caso.
Era chiarissimo... (Montesano: no, era il Segretario...) ...no, era chiarissimo chi aveva votato a favore. Non so perché abbiamo dovuto votare a favore un'altra volta, ecco.
Montesano (P.S.D.I.) - Chieda la parola al Segretario, glielo chieda, Consigliere Caveri, non mi deve dare queste colpe.
Andrione (U.V.) - È colpa mia perché non avevo visto come avevano votato Chantel e Rollandoz; io li avevo contati favorevoli invece hanno votato contrario, perché ero convinto che avevano votato favorevole, invece ho visto che Lustrissy ecc....
Caveri (U.V.) - ... però ha visto, perché non aveva guardato?
Andrione (U.V.) - No, non avevo visto come avevano votato, perché ero girato da quella parte. Avendo visto, notato che Pollicini, ... Chantel ha chiesto la parola per spiegazioni, e avendo notato che Pollicini votava contro mi sono preoccupato di sapere...
Caveri (U.V.) - Noi però avevamo visto... noi avevamo visto, se lei non aveva visto è un vero peccato.
Montesano (P.S.D.I.) - E lei se la prende con il Presidente del Consiglio. Va bene. Il Consiglio approva.
Andrione (U.V.) - 23 favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto.
Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 111.
Caveri (U.V.) - Permettetemi di dire una barzelletta che non vuole offendere Andrione. Certo è che non farei il Segretario del Consiglio, perché per fare il Segretario del Consiglio bisogna avere come dicono i francesi "oeil émerillonné", cioè, l'occhio che vede da tutte le parti, come gli occhi dei ragni. Si vede che Andrione guarda solo a destra e non guarda a sinistra (risate).
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene. Allora eravamo arrivati, perché qui han fatto un passo indietro, no. Segretario Brunod, eravamo arrivati al 113? 115, il 114 era stato approvato, no? Allora 115.
Titolo IX - Disposizioni varie - Articolo 115
Montesano (P.S.D.I.) - Io desidero fare un'aggiunta al n. 3 dell'art. 115 "gli atti e la corrispondenza della Presidenza del Consiglio regionale ed i relativi registri di protocollo, fatta eccezione per quelli riservati". Siete d'accordo? Perché ... al n. 3, per favore, perché mi richiedono continuamente di ripetere la stessa cosa. Per favore Bordon.
Il Presidente del Consiglio, non da ... e l'ho scritto io questo, ha un protocollo riservato. Articolo 115 n. 3. E allora questo protocollo riservato è conservato dal Presidente del Consiglio, sì perché lo trovate così ed è stato sempre così.
"Debbono essere conservati nell'archivio del Consiglio regionale" tutto quello che viene detto al punto uno, due. Al punto tre io aggiungerei che: "gli atti e la corrispondenza della Presidenza del Consiglio regionale ed i relativi registri di protocollo, fatta eccezione per quelli riservati".
Perché ci vuole il registro di protocollo, avvocato Caveri, che è tenuto sempre dal Presidente del Consiglio. Io quando sono arrivato l'ho trovato nel cassetto chiuso, perché vi sono degli atti riservati che possono essere degli atti, che non possono essere tenuti in archivio.
Andrione (U.V.) - No, no, ma io sono d'accordo perché anche ogni Assessore...
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene, allora viene accolto quest'aggiunta. Il Consiglio approva.
Pedrini (P.L.I.) - Soltanto cosa pensa lei della seduta, andiamo avanti? Ci vediamo oggi? Vorrei sapere, perché poi....
Montesano (P.S.D.I.) - Siamo arrivati alla fine.
Pedrini (P.L.I.) - Poi c'è da votare articolo per articolo, è mica una cosa breve, solo per sapere.
Montesano (P.S.D.I) - Finiamo questi, no?
Pedrini (P.L.I.) - Esatto, e poi oggi alle quattro... d'accordo.
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene. Articolo 116.
Articolo 116 - Recapito di atti
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 117 - Visione e rilascio di atti
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 118 - Dei processi verbali.
Caveri (U.V.) - Io vorrei domandare un chiarimento. Il chiarimento è questo, - lo dico così un po' en passant, un po' tra parentesi, siccome si parla della visione degli atti, - a me è successo di parlare con un tale, che non nomino, di alcuni problemi che riguardano la Valle d'Aosta, gli interessi dell'Amministrazione regionale. Ad un certo momento il mio interlocutore ha tirato fuori un fascicolo e nel fascicolo era custodito religiosamente il testo di un discorso che io avevo fatto - e che devo dire la franca verità io non me ne ricordavo più di aver fatto un discorso del genere - e ho avuto il piacere di leggermi il testo stenografico non corretto.
Io vorrei sapere come è possibile una cosa del genere? E in quali casi un privato può andare a vedere il testo stenografico corretto o non corretto, non so, forse, solo dopo l'approvazione del Consiglio, ma almeno il Consigliere interessato dovrebbe essere avvisato, interpellato, ecc.
Savioz (P.C.I.) - Io sono d'accordo con l'avvocato Caveri ed aggiungo: siccome quando si entra nella discussione di un qualsiasi argomento, molte volte siamo trasportati dalla foga ed anche da uno stato d'animo non sempre consono a quello che potrebbe essere una buona espressione e al rispetto della lingua italiana, allora io sono del parere che gli interventi dei Consiglieri regionali non debbano, nel modo più assoluto, essere messi a disposizione di terzi fin quando non siano le bozze definitivamente corrette e messe in ordine, fin che i verbali non siano approvati dal Consiglio, siano messi a posto.
Germano (P.C.I.) - Nel secondo comma si dà un...
Montesano (P.S.D.I.) - Scusi, Germano, di quale artico parla? Il 118? Ecco però io vorrei dare una risposta sul 117 a quello che è stato detto... (Germano: va beh, parliamo del 118) ...Sì, ma si ritorna indietro. L'avvocato Caveri molte volte ritorna indietro su argomenti, su articoli che sono già approvati.
Dunque, prima di tutto smentisco, nel modo più categorico, la consegna del dattiloscritto a persone estranee al Consiglio, a persone del Consiglio, anche a Consiglieri, i quali vengono consegnati soltanto i dattiloscritti inerenti ai loro interventi.
Quando naturalmente il verbale è diventato di dominio pubblico, perché è stato approvato dal Consiglio, allora non vi sono ragioni.
Però io desidererei anche pregare il Consigliere Caveri, anche in forma privata diciamo così ufficiosa, di indicare al sottoscritto di quale verbale, cioè di quale dattiloscritto - perché lui ha precisato dattiloscritto - e sarebbe un fatto gravissimo da parte del Presidente del Consiglio della Presidenza del Consiglio d'aver messo a disposizione di estranei al Consiglio un documento ancora riservato e ancora soggetto all'approvazione del Consiglio.
Quindi perciò mi riesce nuova, ed io per quello che riguarda le mie direttive smentisco nel modo più assoluto e mi sento in grado anche di smentire che da parte della Segreteria dell'Ufficio di Presidenza si sia dato mai ai giornalisti un dattiloscritto.
E allora bisogna che lei lo precisi.
Caveri (U.V.) - Faccio qualche precisazione. Prima faccio la precisazione e poi devo fare una distinzione che mi pare che sia utile per stabilire una norma in questi casi, cioè, e forse non sarebbe male stabilire un articolo nel Regolamento, non lo so. Ma sarebbe poi piuttosto un Regolamento alla Segreteria che un Regolamento al Consiglio, comunque si potrebbe anche mettere in questo regolamento.
La precisazione è questa: si trattava di un mio discorso tenuto al Consiglio regionale nel gennaio - salvo errore - 1969. Ma non si trattava del verbale, perché si capisce il verbale una volta che è approvato che venga, che possa essere dato a chiunque. Questo lo posso capire. Ma si trattava invece dello stenoscritto non corretto, ora a me pare che si dovrebbe, quando un privato, o altra precisazione: quello stenoscritto è stato dato non ad un giornalista come diceva lei un momento fa, ma ad un privato, un privato che aveva degli interessi nella questione, interessi notevoli, notevolissimi, il quale ad un certo momento mi sbatte sotto il naso il mio stesso stenoscritto del discorso.
Ora io credo che quanto meno noi abbiamo diritto di chiedere che per gli stenoscritti relativi a verbali, perché bisogna distinguere gli stenoscritti dai verbali, mi pare, allora mi pare che il Consigliere interessato debba essere avvisato e gli si debba sottoporre lo stenoscritto, perché il Consigliere possa apportare le correzioni volute, se non altro, di grammatica, di sintesi e di, perché poi parlando si fanno degli anacoluti come è noto ecc...
E perché uno deve essere messo "au pilori" con uno stenoscritto non corretto. Ora io garantisco al Presidente Montesano - che mi ha chiesto le precisazioni - di aver visto un testo, uno stenoscritto non corretto di quello che ho detto. Certo che quello stenoscritto si riferiva ad un verbale approvato, perché il mio discorso era stato pronunciato in una seduta del gennaio del '69.
Ma io credo di non chiedere una cosa impossibile se domando che d'ora innanzi i verbali, non i verbali, i verbali possono essere dati una volta che sono approvati, nessuno ha da dire qualche cosa, ma lo stenoscritto non possa essere dato a nessuno: né giornalista, né privato, né associazione, ecc.. se il Consigliere non è avvertito, prima di tutto, che Tizio va a chiedere lo stenoscritto, e poi che il Consigliere abbia diritto elementare di correggersi il suo stenoscritto.
Noi non abbiamo mica il tempo di andare a vedere tutti i discorsi che facciamo, ci mancherebbe altro di andare a correggere tutti i nostri interventi al Consiglio regionale, ma quando qualcuno con pallido intento chiede lo stenoscritto, allora bisogna mettere il Consigliere regionale in condizione: primo di essere avvertito, secondo di poter correggere questo stenoscritto, in relazione evidentemente al verbale non di cambiare quello che il verbale ha detto, ma quando si parla di correzioni, correzioni anche di forma, mi pare che sia elementare. Perché io ho ancora da capire come mai e quando quello stenoscritto è stato consegnato a quel signore.
Montesano (P.S.D.I.) - Io lo smentisco e quello che......
Caveri (U.V.) - Ma! Come mi smentisce? Ma se vuole io in privato le dirò, le dirò dei dettagli che adesso non posso dare.
Montesano (P.S.D.I.) - La pregavo di questo. In privato semmai lei mi metterà al corrente di questo.
Caveri (U.V.) - Lei non mi può smentire perché il fatto è vero e il fatto mi ha stupito molto.
Montesano (P.S.D.I.) - Però dicevo quell'elaborato, perché io ho capito questo anche adesso nell'ultimo suo intervento, che il verbale è già stato approvato. Eh ben, se il verbale era approvato è di dominio pubblico il verbale.
Caveri (U.V.) - Ma un momento, il verbale sì, ma non lo stenoscritto. È questo il punto. Guardi, le voglio anche concedere questo, le voglio concedere questo, che forse quel signore ha mandato un tizio in mezzo al pubblico con un registratore e che quel testo l'abbiano ricavato da quel registratore. Questo io lo voglio anche ammettere, ma io dico non potremmo metterci d'accordo per l'avvenire?
Montesano (P.S.D.I.) - Sì, sì.
Caveri (U.V.) - Di stabilire d'accordo, adesso non so se conviene stabilire un articolo o meno, oppure se basta un'intesa... (Montesano: lo mettiamo, lo mettiamo) ...tra gentiluomini, diciamo, e cioè che lo stenoscritto non venga in nessun caso dato al privato che lo richiede, perché ne intende sempre fare un uso distorto per fini tante volte di interesse... Lasciamo stare la speculazione politica, perché la speculazione politica è perfino normale perché la politica è una lotta e quindi tutti i mezzi sono buoni in fondo in politica.
Ma quando il privato che ha degli interessi che si serve magari di quello stenoscritto per ricattare, non dico per ricattare, ma per impressionare il suo interlocutore e allora noi diciamo questo non sta bene.
Lei è d'accordo? (Montesano: sì, io sono d'accordo) ...Almeno stabiliamo che il Consigliere venga avvertito dalla Segreteria quando un privato richiede uno stenoscritto relativo ad un verbale approvato e che il Consigliere sia d'accordo, e che non venga dato lo stenoscritto fino a quando non è corretto. Mi pare che questo sia elementare.
Montesano (P.S.D.I.) - Ci sono qui dei Consiglieri testimoni che mi hanno chiesto...
Caveri (U.V.) - Domani è scritto sullo stenoscritto "vadi" invece di "vada" e tutti possono dire il Consigliere tale ha detto "vadi" e non ha detto "vada". Insomma, ad un certo momento...
Montesano (P.S.D.I.) - Dei Consiglieri mi possono essere testimoni che mi hanno richiesto gli interventi di altri Consiglieri e io ho risposto che non possono essere dati sino a quando non sono approvati, oppure con il consenso dei Consiglieri. Ad ogni modo andiamo avanti.
In questo articolo 118 c'è nessun altro intervento, no?
Germano (P.C.I.) - Una cosa brevissima, solo di informazione. Siccome qui si dà un orientamento diverso all'attuale, siccome notaio della nostra assemblea è il Segretario Generale e chi estende adesso, secondo questo Regolamento i verbali è la Segreteria della Presidenza del Consiglio, volevo solo sapere se era fatto in accordo con l'obiettivo di accelerare.
Montesano (P.S.D.I.) - Sì, è stato fatto anche in accordo al Segretario Generale, proprio per accelerare la redazione dei verbali.
Germano (P.C.I.) - Capisco, capisco.
Montesano (P.S.D.I.) - C'è da aggiungere a questo art. 118, al secondo comma, terzo comma, "Alla seduta del Consiglio regionale assistono pure il Segretario Generale dell'Amministrazione regionale e i funzionari dei servizi della Presidenza del Consiglio che collaborano alla redazione dei verbali delle adunanze consiliari" cioè i funzionari che vedete adesso. D'accordo? Il Consiglio approva.
Articolo 119 - Dei servizi del Consiglio
Germano (P.C.I.) - Ma, questo articolo mi lascia un po' così, perché capisco una spinta, però dobbiamo decidere se deve essere così o deve essere diversamente. Finora, non so, la responsabilità del personale era dell'esecutivo della Giunta. Qui abbiamo un distacco, io capisco che molte volte ci sono stati anche contrasti e molte volte la Presidenza del Consiglio non ha avuto il funzionamento che doveva avere perché non ha avuto il personale che doveva avere; però non può essere equivoco così. Bisogna metterlo più chiaro, o in un senso o nell'altro.
Caveri (U.V.) - Io sono d'accordo con quello che ha detto il Consigliere Germano, salvo su di una parola quando dice che questo articolo è equivoco. Questo articolo, beh, questo è un eufemismo. I politici usano, sanno, molto sfumare quello che dicono. Penso che è stato un eufemismo da parte di Germano.
Io non sono d'accordo sul primo comma, perché è solo la Giunta che può stabilire la tabella degli impiegati della Presidenza del Consiglio regionale, non può essere questo. Dunque, il numero e la qualifica degli impiegati e dei salariati occorrenti per il funzionamento dei servizi del Consiglio regionale sono previsti da una apposita tabella combinata, compilata, dall'Ufficio di Presidenza, questo no, perché è la Giunta che è competente per stabilire questa tabella ed i funzionari della Presidenza del Consiglio fanno parte dei funzionari, degli impiegati di tutta l'Amministrazione regionale e quindi questo articolo deve essere modificato.
Io questo articolo lo metterei con gli altri. Si deve dire chiarissimamente che è la Giunta che stabilisce la tabella degli impiegati della Presidenza del Consiglio, altrimenti si confonde l'esecutivo con il legislativo allora facciamo, non so, un minestrone, dove non si distingue più l'esecutivo dal legislativo.
Io ho detto quello che avevo da dire. Il Presidente del Consiglio richiede alla Giunta regionale il personale predetto nel numero e con le qualifiche previste... no, no questo nemmeno. Si deve, no, .... Il Presidente del Consiglio ha diritto di chiedere agli impiegati per il funzionamento dei servizi della Presidenza, dice: datemi una stenografa, datemi non so che cosa - stavo per dire una stupidaggine ma non la dico - ma ad ogni modo è così, il Presidente del Consiglio deve richiedere, ha diritto di richiedere e la Giunta decide. Può essere soppresso tout-court.
Germano (P.C.I.) - Secondo me anche perché l'equivoco; l'equivoco è poi questo, On.le Caveri, che non è neanche la Giunta che fa l'organico, è il Consiglio. La Giunta è quella che applica, che esegue, che fa, ma è il Consiglio.
Caveri (U.V.) - Io propongo la soppressione tout court dell'articolo.
Montesano (P.S.D.I.) - Voi però, Signori Consiglieri, dovete mettervi nelle condizioni in cui si può trovare l'ufficio di Presidenza nel richiedere le coperture di alcuni posti. E c'è l'organico? Ma l'organico può anche essere modificato, sì dal Consiglio, ma su proposta di chi? (voci)
Andrione (U.V.) - A me sembra che i primi due commi, accettando la proposta dell'avvocato Caveri di una rifusione, i primi due commi effettivamente rispondono all'utilità, in quanto permettono alla Presidenza del Consiglio, all'Ufficio di Presidenza, di richiedere ufficialmente quel personale che manca.
Io mi ricordo di certi episodi che sono avvenuti nella Giunta Marcoz e nella Giunta Caveri a proposito del personale della Presidenza del Consiglio e quindi sarei favorevole a una ristrutturazione di questi commi, in quanto è giusto che la Presidenza del Consiglio possa, come possono gli Assessori nella Giunta stessa, richiedere dei funzionari per questioni straordinarie, per eccesso di lavoro, temporaneo, roba di questo genere.
Quello che mi sembra che debba essere abrogato immediatamente è l'ultimo comma, il terzo, in quanto favorisce qui una pendenza alla creazione di compartimenti stagni che è sempre stato un pericolo già di questa Amministrazione per gli Assessorati, ecc..
Per cui io chiederei di rimandare questo articolo fra quelli in discussione, a oggi pomeriggio, e di rivedere la forma perché non mi sembra neanche giusto che ogni Assessore possa difendere il proprio personale perché discute in Giunta, e il Presidente del Consiglio non abbia un argomento, non abbia qualche cosa per poter fare funzionare il Consiglio, la Segreteria del Consiglio.
Montesano (P.S.D.I.) - Rimandiamo al pomeriggio.
Caveri (U.V.) - C'è un rilievo. Io sono d'accordo di rimandare l'articolo 119 con gli altri che devono essere rivisti. Però non senza notare che assolutamente non può essere approvata questa espressione del primo comma dell'art. 119, da una apposita tabella compilata dall'Ufficio di Presidenza, questo no; l'Ufficio di Presidenza non può avere il potere di fare la tabella dei funzionari della Presidenza del Consiglio.
Detto questo, siamo d'accordo rimandare al pomeriggio anche questa questione.
Articolo 120 - Deliberazioni di revoca di deliberazione esecutorie
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva. E poi volevo aggiungere un articolo 121. Scusate.
"Articolo 121 - Modifiche al Regolamento interno.
Le modificazioni al Regolamento interno sono adottate a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio".
Cioè almeno: 18.