Oggetto del Consiglio n. 55 del 6 aprile 1956 - Verbale
OGGETTO N. 55/56 - PROPOSTA DI NOMINA DI UNA COMMISSIONE CONSILIARE PER L'ESAME DELLA OPPORTUNITÀ DELLA ISTITUZIONE DI UN UFFICIO REGIONALE DEL LAVORO, PER LA TUTELA DEI DIRITTI E DEGLI INTERESSI DEI LAVORATORI LOCALI. (Mozione dei Consiglieri regionali Signori Manganoni Claudio, Barone Luigi e Nicco Anselmo)
Il Presidente PAREYSON dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione dei Consiglieri regionali Signori Manganoni Claudio, Barone Luigi e Nicco Anselmo, concernente l'oggetto: "Proposta di nomina di una Commissione consiliare per l'esame della opportunità della istituzione di un Ufficio regionale del Lavoro, per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori locali", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno della adunanza:
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Al Presidente del Consiglio regionale
AOSTA
Preghiamo la S. V. di voler portare sull'ordine del giorno della prossima seduta la seguente mozione:
Molte aziende ed imprese, che svolgono la loro attività in Valle, commettono gravi violazioni alle norme sindacali che tutelano i diritti, sia economici che morali, dei lavoratori.
Allo scopo di evitare tali inconvenienti dannosi per l'economia della Valle e lesivi per la dignità dei lavoratori, i firmatari della presente mozione
invitano
il Consiglio regionale a voler nominare una Commissione consiliare per esaminare l'opportunità della creazione di un Ufficio regionale del Lavoro, onde tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori avvalendosi, se necessario, dell'articolo 3 comma a) dello Statuto regionale.
Aosta, lì 2 marzo 1956.
F.ti: Manganoni, Barone Luigi, Nicco Anselmo.
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Il Consigliere MANGANONI premette che già il primo Consiglio regionale della Valle d'Aosta aveva sentito la necessità di tutelare i prestatori di opera, poiché aveva istituito, nel 1946 o nel 1947, un Ufficio regionale del lavoro, a capo del quale era stato messo un impiegato con l'incarico di controllare le assunzioni di mano d'opera, agli effetti della tutela dei prestatori d'opera, con particolare riguardo agli elementi locali.
Comunica di non rammentarsi quale fine abbia fatto tale Ufficio, ma fa presente che le palesi e continue violazioni dei diritti dei lavoratori da parte dei datori di lavoro fanno ritenere di nuovo necessaria la creazione di un Ufficio regionale del lavoro, per tutelare non soltanto gli interessi economici e materiali ma anche la stessa dignità dei lavoratori.
Rammenta che, in una precedente seduta, il Consigliere Dujany chiese all'Assessore ai Lavori Pubblici di inserire nei capitolati d'appalto dei lavori finanziati dalla Regione una clausola stilata in termini chiari e precisi, per fare obbligo alle Imprese appaltatrici di dare la precedenza agli elementi locali nell'assunzione di mano d'opera.
Osserva che l'Assessore ai Lavori Pubblici aderì alla richiesta fattagli dal Consigliere Dujany e rileva che questo dimostra, una volta di più, qualora ce ne fosse bisogno, che le Imprese non danno la precedenza alla mano d'opera locale, violano e non osservano le chiare e tassative disposizioni vigenti in materia di assunzione al lavoro della mano d'opera locale disoccupata.
Rileva che il Presidente della Giunta aveva dichiarato, tempo addietro, che era suo proposito di eliminare la disoccupazione in Valle d'Aosta. Rammenta che i Consiglieri della minoranza si erano compiaciuti di tale proposito ed avevano assicurato la loro piena collaborazione ed il loro incondizionato appoggio per il raggiungimento di tale scopo.
Ripete che, purtroppo, le Imprese vengono ancora meno agli obblighi contrattuali assunti per l'assunzione della mano d'opera locale, alla quale spetta la precedenza nei confronti degli elementi provenienti da fuori Valle. Questo, perché - egli dice -, i lavoratori locali hanno una coscienza ed una dignità e pretendono il rispetto delle vigenti norme sindacali ed assicurative, mentre invece i lavoratori immigrati si trovano nella necessità di subire i soprusi ed i ricatti dei datori di lavoro.
Fa presente, infatti, che l'operaio immigrato non osa ribellarsi perché sa che, se protesta, viene licenziato, il che per lui significa la fame per sé e per la famiglia.
Ritiene che, per eliminare o ridurre la disoccupazione in Valle d'Aosta, sia anche indispensabile porre un freno ai lamentati abusi da parte dei datori di lavoro mediante la creazione di un Ufficio regionale del lavoro, che tuteli i diritti e gli interessi dei lavoratori.
Osserva che il costituendo Ufficio regionale del lavoro dovrebbe non già sostituirsi, ma bensì affiancarsi all'Ufficio provinciale del lavoro, interessandosi per la osservanza delle leggi vigenti che, se applicate, tutelano sufficientemente i diritti dei prestatori d'opera.
Conclude, proponendo al Consiglio la nomina di una Commissione consiliare incaricata di studiare la possibilità e le modalità della sollecita creazione di un Ufficio regionale per il lavoro, nonché di precisarne le mansioni in relazione alla disposizione dell'articolo 3 lettera a) dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta.
Il Consigliere SAVIOZ dichiara che la soluzione del problema della disoccupazione in Valle d'Aosta non è così semplice come potrebbe apparire a prima vista e consiste, essenzialmente, nella possibilità di addivenire alla qualificazione della mano d'opera locale.
Rileva che, in base ad un attento esame delle statistiche, risulta che i disoccupati locali sono elementi che non hanno una specifica qualificazione professionale né tanto meno un mestiere vero e proprio.
Riferisce che tale situazione, unita ad altri fattori, induce le Imprese a preferire ai lavoratori valdostani i lavoratori provenienti da altre Regioni anche per le ragioni esposte dal Consigliere Manganoni.
Osserva che, a differenza dell'operaio proveniente da altre Regioni, che accetta qualsiasi condizione di assunzione pur di poter lavorare, l'operaio valdostano non è disposto a subire soprusi da parte delle Imprese e viene, quindi, da queste non assunto o licenziato con scuse di vario genere (elemento perturbatore o di poco rendimento).
Dichiara che i Valdostani, i quali vanno a lavorare in Francia o in Svizzera, si trovano quasi nelle stesse condizioni degli operai meridionali che vengono a lavorare in Valle d'Aosta, poiché debbono assoggettarsi a fare i lavori che gli operai francesi o svizzeri non si adattano a fare; con la differenza, però, che, mentre in Valle d'Aosta gli elementi locali vengono licenziati dalle Imprese, ciò non avviene in Francia ed in Svizzera, Paesi in cui i lavoratori locali occupano i posti migliori.
Ribadisce l'importanza del problema della qualificazione della mano d'opera locale ai fini della eliminazione della disoccupazione in Valle d'Aosta.
Rileva che tale qualificazione può ottenersi con l'istituzione di corsi professionali efficienti e di cantieri di lavoro specifici per i singoli rami di qualificazione.
Conclude, chiedendo che il Consiglio nomini la Commissione proposta dai presentatori della mozione e rilevando che detta Commissione potrebbe studiare a fondo il problema.
L'Assessore MARCHIANDO dichiara che l'art. 3 - lettera a) dello Statuto regionale non dà facoltà alla Regione di legiferare in materia di lavoro e tanto meno in materia di controversie sui contratti di lavoro, ma soltanto di emanare norme di integrazione alle norme statali vigenti nel campo dell'industria e del commercio; per cui, anche volendo fare rientrare in tale voce il lavoro, la Regione non può emanare norme legislative diverse da quelle vigenti in campo nazionale.
Osserva che funziona nella Regione l'Ufficio del Lavoro della Valle d'Aosta, che dipende dal Ministero del Lavoro e che ha lo specifico compito del controllo, dell'addestramento e del collocamento della mano d'opera disoccupata, ai sensi delle leggi speciali vigenti in materia.
Informa poi che il Presidente della Giunta regionale, in relazione alle funzioni prefettizie che gli sono demandate dallo Statuto regionale, ha il compito di comporre eventuali vertenze di natura sindacale, anche al fine della tutela dell'ordine pubblico.
Precisa che, nel caso di non osservanza delle norme contrattuali di lavoro da parte dei datori di lavoro, i lavoratori hanno la facoltà di rivolgersi alla Magistratura ordinaria, che decide sulle controversie individuali di lavoro.
Per quanto riguarda i corsi professionali, comunica che quest'anno sono stati istituiti tre corsi professionali, di cui uno a Gressoney per falegnami, uno a Valtournanche, pure per falegnami ed un altro a St. Nicolas per tornitori-scultori.
Riferisce che, mentre il corso professionale di Gressoney è frequentato da 9 allievi, quello di St. Nicolas era rimasto, in un primo momento, senza allievi, perché i giovani che avrebbero dovuto frequentarlo lamentavano di non ricevere compensi per la frequenza al corso.
Precisa che la Regione decise quindi di concedere ai frequentanti dei corsi professionali lo stesso trattamento economico che viene corrisposto ai frequentatori dei corsi finanziati dal Ministero del Lavoro e, cioè, un compenso di L. 300 al giorno.
Fa presente che il corso per tornitori-scultori di St. Nicolas è ora frequentato da 12 allievi.
Per quanto riguarda il corso professionale per falegnami, di Valtournanche, riferisce che tale corso non ha avuto, per varie ragioni, un sufficiente numero di allievi. Ritiene, comunque, che il corso per intagliatori del legno possa essere istituito nel prossimo mese di settembre.
Informa che presso lo Stabilimento della Società N az. Cogne vi è un corso per muratori, di 30 posti, e che - nonostante si sia dato notizia del corso anche con manifesti murali e siano state fatte pressioni presso tutte le organizzazioni, - non si sono avute che 20 domande per la frequenza del corso, pure corrispondendo la Regione ad ogni frequentante un compenso di L. 300 per ogni giornata di presenza.
Comunica che, in data di ieri, è pervenuto alla Regione un telegramma del Ministero del Lavoro con il quale si comunica che la sede proposta presso lo stabilimento di Chavonne della Società Naz. Cogne, a Villeneuve, è stata riconosciuta idonea come centro di addestramento professionale per elettrotecnici con 25 posti.
Ritiene che questo centro sarà senz'altro frequentato, perché sono numerose le domande di iscrizione già pervenute.
Per quanto riguarda, in particolare, i corsi e le scuole professionali, informa che nel corrente mese di aprile la Commissione consiliare di studio per l'apprendistato si recherà a visitare un Istituto professionale, per esaminare la possibilità di attuare un Istituto del genere in Valle d'Aosta.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, premette che il problema della disoccupazione lo ha assillato sin dal mese di dicembre 1954, cioè da quando è stato chiamato a ricoprire la sua carica, e rammenta di avere sin dall'inizio affermato che bisogna fare ogni sforzo possibile per eliminare la disoccupazione in Valle d'Aosta.
Comunica che, per la Valle d'Aosta, il problema della disoccupazione si identifica con il problema della qualificazione della mano d'opera locale.
Dichiara che il giorno in cui si riuscirà a dare una qualificazione agli operai valdostani sarà, praticamente, eliminata la disoccupazione in Valle d'Aosta, perché il numero degli operai locali specializzati è inferiore alle attuali necessità e si deve ricorrere alla mano d'opera specializzata di altre Regioni.
Rileva che, effettivamente, i disoccupati sono operai che non hanno una specializzazione od un mestiere.
Informa che, per tali ragioni, vengono ogni anno organizzati dei corsi professionali per ogni ramo di specializzazione.
Rammenta di avere, lo scorso anno, accennato alle trattative che si stavano svolgendo per ottenere, da parte del Ministero del Lavoro, l'autorizzazione ad istituire in Valle d'Aosta un Centro di addestramento per la qualificazione di operai elettrotecnici.
Informa che il Ministero del Lavoro ha aderito alle richieste dell'Amministrazione regionale e che il Corso per la qualificazione di operai elettrotecnici avrà luogo a Chavonne (Villeneuve), con il concorso della Società Naz. Cogne e della Società S.I.P., che daranno il materiale necessario per il funzionamento del corso (macchinario, libri, banchi di scuola, ecc.).
Informa che i giovani i quali frequenteranno con profitto tale Corso hanno sin d'ora la sicurezza di essere poi impiegati presso le centrali elettriche funzionanti in Valle d'Aosta.
Osserva che, dando una specializzazione ed una qualificazione alla mano d'opera locale, si eviterà quel che è accaduto attraverso i secoli e, cioè, che il lavoratore valdostano vada a cercare lavoro in Francia ed in Svizzera, donde ritorna con il suo piccolo peculio e con una grande acrimonia nei confronti del datore di lavoro che, anche all'estero, cerca di sfruttare il lavoratore.
Ammette che vi possano essere anche casi di disoccupati volontari, poiché vi è chi vuole lavorare solo presso lo Stabilimento della Società Cogne e chi vuole lavorare solo nel suo Comune.
Ripete che il problema da affrontare per l'eliminazione della disoccupazione in Valle d'Aosta è quello della qualificazione dei giovani valdostani ed assicura di avere sempre seguito con molta attenzione il problema della disoccupazione locale e di aver fatto quanto era possibile per cercare di eliminarla gradualmente.
Dichiara che, come risulta dalle statistiche, non vi è ora molta disoccupazione locale, salvo nei mesi invernali, e rammenta che durante il periodo invernale vengono impiantati numerosi cantieri di lavoro a sollievo della disoccupazione stagionale.
Comunica che gli è pervenuta notizia ufficiale circa l'emissione dei Decreti ministeriali relativi all'autorizzazione di altri 11 cantieri di lavoro e di rimboschimento, per complessive 25.500 giornate lavorative.
Osserva che l'impianto di tali nuovi cantieri sarà procrastinato al prossimo autunno per dare lavoro alla mano d'opera locale disoccupata nel periodo invernale.
Passando alla mozione in discussione, sottolinea che vi sono già, in campo nazionale, leggi statali per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori e che basta farle applicare.
Assicura che sarà sua cura di continuare ad interessarsi affinché la mano d'opera locale abbia la precedenza assoluta nelle assunzioni al lavoro da parte delle Imprese appaltatrici dei lavori finanziati dall'Amministrazione regionale.
Ricorda, a questo riguardo, che nei capitolati d'appalto dei lavori vi è una clausola specifica circa l'obbligo alle Imprese di dare la precedenza nelle assunzioni alla mano d'opera locale.
Precisa che è compito specifico dell'Ufficio del lavoro, di Aosta, al quale sovraintende il Presidente della Giunta regionale, nonché delle Commissioni consultive funzionanti presso l'Assessorato all'Industria e Commercio, di controllare e di accertare la osservanza, da parte delle Imprese, delle disposizioni legislative e delle norme sindacali vigenti in materia contrattuale e di tutela dei diritti dei lavoratori.
Dichiara che, personalmente non sarebbe affatto contrario alla istituzione di un Ufficio regionale del lavoro, ma fa presente che purtroppo ciò non è possibile, perché non vi è alcuna norma legislativa nello Statuto regionale che dia la possibilità di realizzazione di una tale iniziativa da parte della Regione.
Osserva che l'art. 3 (lettera a) dello Statuto dà solo la possibilità di emanare norme di integrazione e di attuazione delle leggi statali in materia di industria e di commercio.
Rileva che la Regione non ha, quindi, la potestà di emanare norme diverse da quelle vigenti in campo nazionale nella materia in discussione, norme che d'altra parte sono complete e perfette, per cui non vi è alcuna necessità di integrarle per l'applicazione in campo regionale.
Conclude, sottolineando che si tratta di accertare e di fare in modo che le vigenti leggi statali sul lavoro siano effettivamente applicate nel territorio della Valle d'Aosta.
Il Consigliere SAVIOZ, concordando su quanto detto dal Presidente della Giunta, dichiara che era intendimento dei presentatori della mozione di proporre la creazione di un organo o ufficio regionale avente il compito di fare applicare le leggi dello Stato in materia di tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori.
Osserva che non essendo ciò possibile, come è stato dal punto di vista giuridico dimostrato dal Presidente della Giunta, essi chiedono se sia possibile alla minoranza di avere un suo rappresentante in seno alle Commissioni che controllano l'osservanza delle sopramenzionate leggi da parte dei datori di lavoro. Dichiara che, se tale loro richiesta venisse accolta, essi sarebbero soddisfatti, perché, in caso di lamentele da parte dei lavoratori, avrebbero la possibilità di accertare se tali lamentele siano o no fondate.
Precisa che non intende riferirsi alla Commissione consiliare incaricata dello studio di provvedimenti per l'apprendistato e per le scuole professionali, Commissione di cui già fanno parte due Consiglieri della minoranza (Barmasse e Barone).
L'Assessore MARCHIANDO informa che il Presidente della Giunta regionale si è sempre premurato di controllare, tramite l'Ufficio del Lavoro, l'osservanza, da parte delle Imprese, delle disposizioni che tutelano i diritti dei lavoratori; fa, quindi, presente che il Presidente della Giunta ha, altresì, dato mandato ad una persona di sua fiducia - particolarmente competente in materia, avendo già prestato servizio presso l'Ispettorato del Lavoro -, di effettuare ispezioni presso le Imprese al fine di accertare se per ogni lavoratore assunto al lavoro sia stato richiesto ed ottenuto il preventivo nulla osta dell'Ufficio del Lavoro.
Il Consigliere MANGANONI dichiara di essere convinto che il Presidente della Giunta abbia dato precise e tassative disposizioni per la osservanza delle norme vigenti in materia ai fini della tutela della mano d'opera locale, ma di non aver fiducia nell'operato degli Uffici statali ai quali spetta di fare applicare le disposizioni e le norme di cui si tratta.
Osserva che, se tali uffici facessero il loro dovere, le disposizioni di legge e le norme sindacali che tutelano i lavoratori non sarebbero violate dai datori di lavoro.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, ammette che le lagnanze dei Consiglieri della minoranza circa eventuali violazioni da parte dei datori di lavoro possano effettivamente essere in qualche caso giustificate, ma osserva che tali lagnanze sono troppo generiche.
Fa presente che per poter accusare di inadempienze i datori di lavoro e procedere concretamente contro di essi occorre avere dati di fatto specifici e concreti.
Assicura che, se da parte di qualche Consigliere, o di qualsiasi altra persona, gli venissero forniti elementi concreti su violazioni commesse da datori di lavoro nei confronti di lavoratori, egli provvederebbe immediatamente a denunciare all'autorità giudiziaria i datori di lavoro responsabili di inadempienze alle norme vigenti in materia di tutela dei lavoratori.
Il Consigliere MANGANONI ribadisce di non avere fiducia nell'Ufficio del Lavoro ed osserva che, se tale Ufficio avesse effettivamente funzionato, gli operai della Ditta Italstrade non avrebbero avuto bisogno di scendere in sciopero per ottenere il rispetto dei loro diritti.
Dichiara che la mozione in discussione verrebbe ritirata se la minoranza potesse avere un suo rappresentante in seno alla Commissione di avviamento della mano d'opera al lavoro che forse funziona presso l'Ufficio del Lavoro di Aosta e potesse, così, collaborare con il Presidente della Giunta per l'accertamento dell'osservanza delle disposizioni di legge in materia di assunzioni al lavoro da parte dei datori di lavoro.
L'Assessore MARCHIANDO rammenta che in ogni Comune vi è un Ufficio di Collocamento, che dipende dall'Ufficio regionale del Lavoro di Aosta che, a sua volta, dipende dall'Ispettorato del Lavoro.
Osserva che è compito specifico di tali Uffici di avviare la mano d'opera al lavoro, che non vi sono Commissioni di avviamento al lavoro e che non si può interferire nell'attività di tali Uffici, salvo per quanto riguarda l'azione di controllo sul loro funzionamento svolta dal Presidente della Giunta regionale.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, conferma quanto detto dall'Assessore Marchiando, rilevando che, ai sensi dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, la Regione non ha la facoltà di creare un Ufficio regionale del lavoro, né di nominare Commissioni regionali che vigilino sull'operato degli Uffici preposti all'avviamento della mano d'opera al lavoro.
Il Consigliere SAVIOZ ammette che la questione in discussione è molto complessa e che, quindi, non è facile trovarvi una soluzione.
Rileva che, d'altra parte, i Consiglieri della minoranza non hanno la possibilità di denunciare le violazioni commesse dai datori di lavoro, perché non hanno alcuna veste per recarsi nei cantieri per accertare se vengono assunti al lavoro elementi provenienti da altre Regioni, anziché elementi locali.
Dà atto della buona volontà dimostrata e dell'opera svolta dal Presidente della Giunta regionale per ottenere l'applicazione delle disposizioni di legge che disciplinano l'avviamento della mano d'opera al lavoro e di quelle che tutelano i diritti dei lavoratori.
Precisa che i presentatori della mozione erano soltanto animati, come lo sono tuttora, dalla volontà di dare alla minoranza la possibilità di collaborare col Presidente della Giunta per la tutela dei diritti dei lavoratori, con particolare riguardo ai lavoratori locali.
Il Vice Presidente, PASQUALI, dichiara che i Consiglieri della maggioranza ritengono che le norme legislative vigenti in materia di assunzione al lavoro e di tutela del lavoratore e gli organi preposti alla applicazione di tali norme, in Valle di Aosta, siano più che sufficienti allo scopo.
Dichiara altresì che i Consiglieri della maggioranza, ritenendo che gli organi menzionati possano e debbano assolvere il loro compito, non concordano su una dichiarazione di sfiducia nei confronti dei predetti organi.
Afferma che, se in futuro si venisse a constatare che gli organi in questione non fanno rispettare le leggi e che il Presidente della Giunta, - al quale compete di sovraintendere all'Ufficio del Lavoro -, non compie il suo dovere, la maggioranza aderirebbe alla proposta della minoranza per la creazione di un Ufficio regionale del lavoro che, sostituendosi agli organi statali, faccia rispettare le leggi vigenti in materia di assunzione della mano d'opera e di tutela dei lavoratori.
Dichiara di ritenere che, per il momento, non vi siano ragioni che possano giustificare un simile provvedimento.
I Consiglieri MANGANONI e SAVIOZ dichiarano che i Consiglieri della minoranza non hanno manifestato sfiducia alcuna verso il Presidente della Giunta regionale, ma hanno chiesto semplicemente di poter dare la loro collaborazione fattiva all'azione di vigilanza e di controllo svolta dal Presidente della Giunta regionale per ottenere che gli organi statali preposti ai servizi in questione funzionino come dovrebbero funzionare, nell'interesse e per il bene dei lavoratori della Valle.
L'Assessore MARCHIANDO osserva che la discussione ha servito a chiarire che cosa hanno inteso effettivamente chiedere i Consiglieri che hanno presentato la mozione in esame.
Comunica che, avendo conosciuto solo ora i dettagli esposti oggi ad illustrazione della mozione, non ha potuto dare una risposta sufficientemente circostanziata e si riserva, pertanto, di fare ulteriori precisazioni al riguardo nella prossima adunanza consiliare.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, osserva che non vi è necessità di ulteriori precisazioni, perché la risposta alla richiesta formulata dai presentatori della mozione non può essere che una sola ed è molto chiara: "vi sono degli organi preposti dallo Stato per tutelare i diritti del lavoratore e questi organi funzionano. Se avvenisse che non funzionassero abbastanza bene, cercheremmo di farli funzionare".
Il Presidente, PAREYSON, rileva che nella mozione si chiede la creazione di un Ufficio regionale del lavoro e rammenta che il Presidente della Giunta ha già fatto presente che lo Statuto della Valle d'Aosta non dà la possibilità alla Regione di creare detto Ufficio.
Il Consigliere CHABOD Renato premette che sul piano nazionale è ammesso il principio della nomina di Commissioni di inchiesta, tanto è vero, ad esempio, che vi è attualmente una Commissione parlamentare, che sta svolgendo una inchiesta nel campo del settore industriale.
Ritiene, quindi, che lo stesso principio possa essere ammesso ed applicato anche in campo regionale.
Rileva che l'Assessore Marchiando ha fatto una dichiarazione opportuna e saggia, poiché ha detto, in sostanza, che nel corso della discussione sono stati dati dei chiarimenti dai presentatori della mozione e si è riservato di dare ulteriori comunicazioni nella prossima seduta di Consiglio.
Segue discussione in merito fra i Consiglieri CHABOD Renato ed il Presidente della Giunta, BONDAZ, il quale sottolinea che nella mozione si propone di nominare un Ufficio regionale del lavoro, ciò che non è assolutamente possibile dal punto di vista giuridico.
Osserva, quindi, che i presentatori della mozione dovrebbero ritirare la mozione o presentare un emendamento in ordine alla mozione stessa, che non può essere approvata nel testo presentato.
Su richiesta del Presidente, PAREYSON, il Consigliere MANGANONI, preso atto delle dichiarazioni e delle precisazioni del Presidente della Giunta, Bondaz, e dell'Assessore Marchiando, dichiara di ritirare la mozione.
Il Consiglio prende atto.
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