Oggetto del Consiglio n. 54 del 6 aprile 1956 - Verbale
OGGETTO N. 54/56 - INCIDENTI AVVENUTI IN AOSTA IN OCCASIONE DI UNA MANIFESTAZIONE DI OPERAI DELLA DITTA ITALSTRADE - INVITO AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA AD ADOTTARE I PROVVEDIMENTI DEL CASO. (Mozione dei Consiglieri regionali Signori Savioz Fabiano e Manganoni Claudio)
Il Presidente, PAREYSON, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione dei Consiglieri regionali Signori Savioz Fabiano e Manganoni Claudio, concernente l'oggetto: "Incidenti avvenuti in Aosta in occasione di una manifestazione di operai della ditta Italstrade - Invito al Presidente della Giunta ad adottare i provvedimenti del caso", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno della adunanza:
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AL PRESIDENTE
del Consiglio regionale
AOSTA
Preghiamo la S. V. di voler portare sull'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio la seguente mozione:
"Mercoledì 15 febbraio, in Piazza Chanoux ad Aosta, un gruppo di operai della Ditta Italstrade, che si recava presso le Autorità ad esporre le loro giuste rivendicazioni sindacali, veniva aggredito e brutalmente manganellato da reparti della "Celere".
Considerato che in base all'art. 44 dello Statuto speciale che sancisce la nostra Autonomia, le mansioni di Prefetto sono devolute al Presidente della Giunta regionale che provvede al mantenimento dell'ordine pubblico,
il Consiglio regionale
nel deplorare questo fatto increscioso ed indegno delle tradizioni democratiche della Valle di Aosta,
INVITA
il Presidente della Giunta a richiamare energicamente e prendere i dovuti provvedimenti a carico dei responsabili, disponendo affinché episodi del genere non si ripetano mai più nella Valle di Aosta autonoma e democratica".
Aosta, li 15 febbraio 1956.
F.ti: Savioz Fabiano - Manganoni Claudio
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Il Consigliere MANGANONI, ad illustrazione della mozione soprariportata, riferisce quanto segue:
"Il giorno 15 del mese scorso un gruppo di operai della Ditta Italstrade si recava da Saint Christophe ad Aosta, per rivolgersi alle Autorità nell'intento di fare valere vari diritti violati dal datore di lavoro. Giunti che furono nei pressi della piazza Chanoux, gli operai furono affrontati da agenti della polizia, che li malmenarono brutalmente come se fossero dei delinquenti comuni, anziché dei lavoratori.
Non erano e non sono dei malfattori, ma sono degli operai onesti che stanno creando la ricchezza della Valle e dell'Italia, perché il canale e la centrale idroelettrica che stanno costruendo serviranno a fornire all'Italia della preziosa energia necessaria per fare funzionare le fabbriche e le industrie della nostra Nazione. Sono degli operai minatori che, per realizzare queste ricchezze, fanno una vita dura, quale è quella del minatore. Molti di loro lasciano sul lavoro la vita in seguito ad infortuni, o pezzi della loro carne, o parte della loro salute perché molti minatori vedono la loro vita accorciata da una terribile malattia: la silicosi.
È uno strano paese questa nostra Italia: mentre nella nostra Valle si manganellano gli operai e fuori Valle si ammazzano operai e braccianti agricoli, si incarcera e si processa un Danilo Dolci, si accolgono i gangsters allevati con tanta cura dall'America, come Lucky Luciano e compagni, i quali vengono non solo ospitati, ma accolti quasi con orgoglio, con tanto di giornalisti, di foto al magnesio e di reportage sui rotocalchi, come se fossero delle glorie che l'America manda all'Italia.
Io sono certo che, se fosse ritornato in Italia il Prof. Fermi, i giornali italiani non gli avrebbero dato la pubblicità che hanno dato a questi comuni gangsters.
Ritornando alla nostra questione, devo notare che è la prima volta dalla Liberazione che in Valle d'Aosta viene usato dalla polizia il manganello contro i lavoratori.
Si è verificato, è vero, alcuni anni fa, un episodio simile, in occasione di un comizio del M.S.I. sulla piazza di Aosta, durante il quale l'oratore insultò la Resistenza e, per riflesso, tutti i Valdostani, perché i Valdostani hanno partecipato quasi tutti alla resistenza. In tale occasione, di fronte alla giusta e legittima reazione della popolazione presente al comizio, la polizia diede mano al manganello; ma il tempestivo intervento del Presidente della Giunta di allora impedì alla polizia di continuare nella sua vergognosa azione ed il popolo poté così manifestare la sua giusta indignazione nei confronti di quei fascisti che dovettero fuggire, accompagnati e protetti dalla polizia, per non essere chiamati a rendere immediatamente conto al popolo di quanto avevano detto poco prima.
Ebbene, cosa volevano gli operai dell'Italstrade che sono stati manganellati dalla polizia? Questi operai sono scesi in sciopero per ottenere l'applicazione delle norme sindacali per quanto riguarda il rispetto dei loro diritti.
Infatti, l'Ing. Volpe, datore di lavoro, ha assunto chiari e precisi impegni nel corso di una riunione tenutasi nell'Ufficio regionale del lavoro e alla quale era intervenuto su invito dei Sindacati padronali ed operai.
Per quanto riguarda l'applicazione del contratto di lavoro, l'Ing. Volpe si è impegnato ad eliminare le eventuali lacune, il che significa che vi erano effettivamente delle lacune e, cioè, che il contratto di lavoro non era applicato nella sua integrità; in effetti, ha disposto l'immediata apertura della mensa e la corresponsione della busta paga.
Per quanto riguarda l'assistenza dei lavoratori, l'Ing. Volpe si è impegnato a vigilare affinché tutti i dipendenti aventi incarichi direttivi esercitino la loro azione con il pieno rispetto della personalità del lavoratore: questo significa che la personalità del lavoratore non era rispettata. Si è impegnato, inoltre, a costruire baraccamenti adeguati in prossimità del cantiere di lavoro ed a migliorare la situazione degli spogliatoi, docce, ecc., che prima lasciavano troppo a desiderare. Si è, infine, impegnato a prospettare alla Direzione della Società l'opportunità di sostituire i motori a nafta con motori elettrici ed a fornire stivali e pastrani efficienti ai lavoratori che prestano la loro attività in galleria.
Tutto questo dimostra che gli operai dell'Italstrade avevano pienamente ragione e che sono scesi in sciopero per tutelare i loro diritti.
Nella Repubblica Italiana, che è fondata sul lavoro, e nella Valle d'Aosta autonoma, che dovrebbe essere all'avanguardia delle altre Regioni della Repubblica in fatto di democrazia, - perché lo Statuto speciale è uno strumento di democrazia, - non dovrebbe succedere che i lavoratori siano costretti a ricorrere allo sciopero per pretendere ed ottenere il rispetto dei loro diritti.
Mi si potrebbe dire che il corteo degli operai dell'Italstrade non era stato autorizzato e che si sarebbe dovuto presentare domanda tempestiva all'Autorità di polizia.
L'esperienza insegna tuttavia che, anche se avessero presentato regolare domanda e se l'autorizzazione fosse stata concessa, sarebbe stato però disposto che la manifestazione o, meglio, quel piccolo corteo (perché trattavisi di qualche decina di operai) avesse luogo alle quattro del mattino, o magari a mezzanotte, seguendo un determinato itinerario e senza recare alcun disturbo. Povera libertà!
In Valle d'Aosta, che ha una lunga tradizione in fatto di libertà, ci sono state molte manifestazioni di popolo che, però, non sono mai trascese in violenze. Questa volta è stato, invece, il popolo che ha subito violenze. Il Popolo valdostano è conscio della sua responsabilità e non ha bisogno di tutela dell'ordine pubblico.
In questo caso, i lavoratori dell'Italstrade, nel richiedere l'applicazione delle norme sindacali per la tutela dei loro diritti, nello scendere in sciopero, non hanno fatto altro che esercitare un loro diritto e per questo sono stati manganellati.
Io mi domando perché nel nostro Paese si manganelli la vittima e non già il violatore della legge, che in questo caso era il datore di lavoro. Se non si punisce il datore di lavoro, quanto meno non si usi violenza agli operai. L'azione degli agenti della polizia ha indignato la popolazione valdostana.
Non è ammissibile che nel 1956 si usino ancora i manganelli, come nei tempi neri del passato ventennio. È vergognoso che la nostra Valle che, per il suo passato e per le sue tradizioni di indipendenza e di libertà, è una delle Regioni più civili d'Italia, debba subire questa onta ed essere messa sul piano di una qualsiasi colonia.
Anche nel meridione d'Italia poco tempo fa la polizia ha risposto col piombo alla miseria ed alla fame.
In questi giorni, purtroppo, il Popolo valdostano ha dovuto subire un altro affronto alla sua dignità, perché nei Comuni delle altre Regioni della Repubblica Italiana la popolazione elegge i suoi Amministratori comunali, mentre nella nostra Regione viene negato tale diritto. Questa è una limitazione della libertà del Popolo valdostano e la nostra mozione ha per fine la tutela della libertà e se, in effetti, si riferisce alle violenze usate dalla polizia nei confronti di un gruppo di operai dell'Italstrade, comprende però, per riflesso, qualsiasi altra forma di violazione della libertà del Popolo valdostano. In Valle d'Aosta vengono rinviate le elezioni amministrative, adducendo ragioni che sono prive di qualsiasi fondamento.
Nell'elevare la nostra più energica protesta contro questi soprusi, chiediamo a Lei, Sig. Presidente della Giunta, - che dovrebbe essere geloso e intransigente tutore della nostra libertà e della nostra democrazia, - perché si offendano in modo così grave i sentimenti di dignità e i diritti del Popolo valdostano; perché, mentre si manganellano brutalmente gli operai, si neghi alla Valle d'Aosta il diritto di eleggere i Consiglieri comunali. Di questo Lei è responsabile e deve risponderne al piccolo Parlamento e al Popolo valdostano".
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, fa la seguente dichiarazione:
"Come Presidente della Giunta e specialmente per le funzioni consacrate nell'articolo 44 dello Statuto speciale della Regione, cioè per le funzioni prefettizie demandate al Presidente della Giunta regionale, desidero fare brevemente questa dichiarazione in merito alla mozione che è stata presentata.
L'episodio oggetto della mozione è avvenuto, come tutti sanno, in piazza Chanoux. Il gruppo degli operai era costituito da circa un centinaio di persone, come risulta dalla stessa pubblicazione fatta dall'organo comunista "Le Travail".
Non consta che gli operai volessero recarsi dal Presidente della Giunta, perché nessuno ha mai chiesto di essere da me ricevuto; se ciò fosse avvenuto, sarebbero stati ricevuti, come sempre ho fatto da quando siedo a questo banco.
Attiene, naturalmente, alle funzioni delegate dal Governo al Presidente della Giunta tutto ciò che riguarda il mantenimento dell'ordine pubblico, nelle sue forme dirette ed indirette. Ho provveduto a fare eseguire una regolare inchiesta sui fatti attraverso gli organi di informazione ed inquirenti che sono a mia disposizione.
Potrei fare delle osservazioni che non collimano assolutamente con quelle che sono state fatte dal Consigliere Manganoni.
Però, siccome risulta che, in seguito a questo episodio, vi sono delle persone che sono state denunciate alla Autorità giudiziaria, ai sensi degli articoli 18, 24, 220 della legge di P.S., e poiché il procedimento penale è ancora sub judice, riterrei inopportuna e scorretta una qualunque dichiarazione prima che sia intervenuta la decisione dell'Autorità giudiziaria investita della questione. Le ragioni sono troppo ovvie perché io debba illustrarle.
Questo dico quale Presidente della Giunta investito delle funzioni prefettizie."
Il Consigliere MANGANONI dichiara di ammettere che al Presidente della Giunta possa non risultare che gli operai dell'Italstrade volessero recarsi dal Presidente della Giunta stessa, perché potrebbe anche darsi che gli operai avessero preso questa decisione senza darne preventivo avviso. Ritiene, però, che un tale modo di agire non costituisca una mancanza di riguardo verso l'Autorità regionale, tenuto presente che gli operai non sono a conoscenza della procedura che bisogna seguire per essere ricevuti dalle Autorità.
Circa le persone che sono state denunciate all'Autorità giudiziaria, afferma che, se non vi fosse stata provocazione da parte della polizia, non sarebbe avvenuta alcuna reazione da parte degli operai e non vi sarebbe stata alcuna denuncia all'Autorità giudiziaria.
Dichiara che la risposta del Presidente della Giunta è stata alquanto succinta e non l'ha interamente soddisfatto.
Rileva, tuttavia, in base a detta risposta, che non è stato il Presidente della Giunta, quale responsabile dell'ordine pubblico, a dare l'ordine alla polizia di intervenire contro gli operai.
Prega, quindi vivamente il Presidente della Giunta di voler richiamare all'ordine gli agenti della polizia, facendo loro notare che i lavoratori devono essere rispettati e non devono essere fatti oggetto di violenze, come quelle compiute, perché la Valle d'Aosta non è una colonia.
Auspica che mai più in Valle d'Aosta gli agenti della polizia compiano simili atti di violenza e di provocazione ed osserva che in qualunque contingenza la polizia, prima di intervenire, dovrebbe sempre chiedere l'autorizzazione a chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, comunica che desidera ancora una volta precisare due concetti: "Sia ben chiaro - egli dice -, che io so quali siano i poteri che sono conferiti al Presidente della Giunta e Vi prego di credere che non sono secondo a nessuno nell'essere il più geloso custode di questi poteri che si riferiscono, ripeto, al mantenimento dell'ordine pubblico, in tutte le estrinsecazioni dirette ed indirette. Dichiaro nuovamente - egli aggiunge -, che non intendo entrare nel merito fino a quando l'Autorità giudiziaria si sia pronunciata".
Il Vice Presidente, PASQUALI, ritiene che, dopo le precise dichiarazioni del Presidente della Giunta, non vi sia da aggiungere altro e che la discussione possa ritenersi chiusa.
Il Consigliere CHABOD Renato, preso atto delle dichiarazioni del Presidente della Giunta e del Consigliere Manganoni, ammette che possa essere esatto il ragionamento del Presidente della Giunta secondo il quale non sarebbe opportuno interferire nella questione o assumere provvedimenti a carico dei responsabili, in quanto vi è un procedimento in corso presso l'Autorità giudiziaria.
Osserva che il punto della mozione in cui si invita a prendere i dovuti provvedimenti a carico dei responsabili non avrebbe, quindi, più motivo di essere.
Rammenta, però, che vi è un punto dell'intervento del Consigliere Manganoni sul quale il Presidente della Giunta dovrebbe convenire e, precisamente, quello in cui il Consigliere Manganoni, - dopo aver preso atto che non è stato il Presidente della Giunta a dare l'ordine alla Polizia di intervenire contro gli operai dell'Italstrade, chiede al Presidente della Giunta di richiamare all'ordine gli agenti della polizia.
Ritiene che la polizia locale dovrebbe essere richiamata all'osservanza del principio che il Presidente della Giunta è il capo, in Valle d'Aosta, delle autorità di polizia, che non dovrebbero, quindi, fare intervenire la polizia senza preciso ordine del Presidente della Giunta regionale.
Esprime parere che il Presidente della Giunta dovrebbe rassicurare il Consiglio su questo punto, fermo restando che sulla questione delle sanzioni si debba soprassedere sino ad avvenuta definizione del procedimento penale in corso.
Il Presidente della Giunta, BONDAZ, assicura il Consiglio che non è sua abitudine abdicare alle funzioni che sono demandate al Presidente della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 44 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta.
Il Consigliere CHABOD Renato prende atto della dichiarazione del Presidente della Giunta, Bondaz.
L'Assessore BORDON concorda con il Consigliere Manganoni sul fatto che il Popolo valdostano ha una tradizione di indipendenza e di libertà, sempre mantenuta attraverso i secoli. Osserva che, se in pochi casi il Popolo valdostano ha ecceduto nelle sue manifestazioni, ciò fece perché vi fu spinto da sobillatori. Rammenta la manifestazione del marzo 1946, in Aosta, che sfociò in atti di violenze durante i quali fu malmenato lo stesso primo Presidente del Consiglio e della Giunta regionali, Prof. Federico CHABOD, al quale invia il suo reverente saluto.
Dichiara di essere persuaso che gli operai della Italstrade, che si presentarono il 15 marzo u. s. sulla piazza di Aosta, abbiano fatto la nota manifestazione non soltanto spinti dalle loro necessità ma anche perché indotti da terzi interessati. Comunica che tale sua convinzione deriva dal fatto che gli operai sapevano che in un determinato luogo si stava trattando della loro questione e si era già vicini ad una soluzione per loro favorevole.
Conclude, rilevando che il Presidente della Giunta ha fatto delle dichiarazioni molto precise sull'argomento in esame ed ha fatto presente che non intende entrare nel merito della questione sino a quando l'Autorità giudiziaria non si sarà pronunciata al riguardo.
Ritiene, quindi, che la discussione sull'argomento possa considerarsi chiusa.
Il Consigliere MANGANONI premette che la discussione della questione sarebbe già stata definita e chiusa se non fosse stata riaperta con l'intervento dell'Assessore Bordon. Chiede all'Assessore Bordon di voler essere più preciso allorquando parla di sobillatori, precisando cosa intende per sobillatori ed a chi intenda riferirsi.
Contesta nel modo più assoluto che gli operai dell'Italstrade siano stati spinti ad entrare in sciopero per altre ragioni oltre quelle concernenti le loro giuste rivendicazioni sindacali.
Dichiara che gli operai hanno anch'essi la loro dignità e hanno un solo modo per farla rispettare: unire le loro forze per fare sentire la loro voce a difesa dei loro diritti.
Il Presidente, PAREYSON, chiede se i presentatori della mozione, date le precisazioni fatte dal Presidente della Giunta, intendano modificare la loro mozione per metterla ai voti, limitandola nell'ultima parte.
Il Consigliere CHABOD Renato esprime parere che, avendo il Presidente della Giunta dichiarato che non intende abdicare alle sue funzioni, la questione possa considerarsi chiusa, salvo ripresentare la mozione ad avvenuta definizione della vertenza giudiziaria, per quanto riguarda la proposta di adozione di provvedimenti a carico dei responsabili.
Il Consigliere MANGANONI dichiara di concordare sulla proposta del Consigliere Chabod Renato.
Il Presidente, PAREYSON, dichiara che la mozione è, quindi, da considerarsi ritirata da parte dei presentatori.
Il Consiglio prende atto.
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