Oggetto del Consiglio n. 156 del 7 ottobre 1955 - Verbale

OGGETTO N. 156/55 - RATIFICA DI DELIBERAZIONI ADOTTATE DALLA GIUNTA IN VIA DI URGENZA.

Il Presidente del Consiglio, PAREYSON, invita il Consiglio ad esaminare e a ratificare i provvedimenti deliberativi adottati dalla Giunta in via d'urgenza e salvo ratifica del Consiglio, provvedimenti riassunti nell'elenco trasmesso ai Signori Consiglieri in allegato all'ordine del giorno dell'adunanza, unitamente alle copie dei provvedimenti di cui si tratta.

Dichiara aperta la discussione sull'argomento e chiede se qualche Consigliere intenda fare osservazioni o rilievi e chiedere chiarimenti in merito ai provvedimenti deliberativi di cui si tratta.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, osserva che il numero delle deliberazioni assunte dalla Giunta in via d'urgenza, salvo ratifica del Consiglio, è assai limitato, il che dimostra che la Giunta, in coerenza con i suoi propositi più volte manifestati e ribaditi, adotta tali deliberazioni soltanto nei casi di assoluta necessità ed urgenza.

Deliberazione N. 1436 del 13-7-1955:

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, riferisce che, dopo l'insediamento dell'attuale Giunta, ha trovato, fra le pratiche giacenti, gli atti relativi ad una causa pendente avanti la Pretura di Aosta ed iniziatasi ad istanza dell'Intendente di Finanza di Aosta, quale rappresentante dell'Amministrazione finanziaria dello Stato, contro alcuni subinquilini dell'Amministrazione regionale, che occupano locali nel Palazzo della ex-Prefettura (Dr. Doveri Giulio, Ispettore regionale forestale, Syndicat Autonome des Valdôtains Travailleurs, Montesello Silvio, Panarotto Antonio).

Informa che trattasi di azione di sfratto promossa contro i suddetti subinquilini dall'Intendenza di Finanza di Aosta, la quale sostiene che il Palazzo della ex-Prefettura è di proprietà dell'Amministrazione finanziaria dello Stato e che, quindi, tali persone devono ottemperare alla ordinanza di lasciare liberi e sgombri i locali rispettivamente occupati.

Precisa che la precedente Amministrazione ha resistito alla suddetta ordinanza, sia nell'interesse dei predetti inquilini, comprese la Section des Travailleurs Valdôtains, sia nell'interesse della Regione.

Comunica che il Pretore di Aosta, con ordinanza in data 11-5-1955, notificata lo stesso giorno, ha sospeso la esecutorietà della ordinanza dell'Intendenza di Finanza ed ha rimesso le parti innanzi al giudice competente - foro di Torino - per il merito, fissando il termine di tre mesi dalla notificazione dell'ordinanza medesima.

Fa presente che la Giunta, di fronte a tale situazione, ha ritenuto necessario di resistere e di iniziare, quindi, la causa di merito entro il termine dei tre mesi prefissati, per non decadere dal termine.

Osserva che nella questione di merito si innesta una questione estremamente importante per la Regione, che è tuttora in sospeso anche per il Palazzo della ex-Prefettura: la questione del trasferimento alla Regione dei beni demaniali dello Stato situati nel territorio della Valle d'Aosta.

Rileva che l'Amministrazione dello Stato sostiene che il Palazzo della ex-Prefettura, essendo sede di uffici statali, non deve passare al demanio della Regione, mentre invece l'Amministrazione regionale sostiene che, trattandosi di bene patrimoniale, detto palazzo deve passare alla Regione, ai sensi degli articoli 5 e 6 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta.

Fa presente che la causa di cui si tratta è della massima importanza e di estremo interesse per il fatto che, se la sentenza che verrà emessa dall'Autorità giudiziaria di Torino sarà favorevole alla Regione, si verrà a mettere un punto fermo alle annose discussioni in sede amministrativa ed in sede ministeriale per il trasferimento dei beni dallo Stato alla Regione.

Conclude, dichiarando che, per tale ragione, la Giunta ha adottato, in via d'urgenza, con i poteri del Consiglio, la deliberazione di cui si tratta.

Il Consigliere MANGANONI esprime il suo compiacimento alla Giunta regionale per avere assunto energicamente la difesa dei diritti della Valle d'Aosta, ma fa presente che, d'altra parte, deve constatare, con amarezza, che la mentalità dei funzionari dello Stato è sempre volta a calpestare quelli che sono i diritti della Valle d'Aosta.

Dichiara essere deplorevole che, dopo sette anni dall'approvazione e dalla promulgazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, si debba ancora assistere a simili tentativi di azioni di sfratto nei confronti dell'Amministrazione regionale, che è da considerarsi la legittima proprietaria del Palazzo della ex-Prefettura.

Il Consiglio prende atto.

Deliberazione N. 1701 del 10-8-1955:

Il Consigliere CHABOD Renato esprime il suo ringraziamento alla Giunta per aver migliorato la viabilità della Valsavaranche, con la costruzione di una variante stradale in prossimità della frazione Rovenod.

Deliberazione N. 1530 del 27-7-1955:

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, informa che, con la deliberazione di cui si tratta, è stata liquidata, a favore della Cassa di Risparmio di Torino, la somma di lire 45.838.180 a saldo degli interessi maturati, nel periodo dal 1° aprile al 30 giugno 1955, sull'anticipazione di cassa concessa alla Regione.

Precisa che, con la liquidazione della suddetta somma, l'Amministrazione regionale non ha più alcun debito verso la Cassa di Risparmio di Torino per anticipazioni passive fatte a suo tempo al tasso di interesse all'8%, anticipazioni ammontanti, compresi gli interessi, a lire 1.250.000.000 circa.

Fa presente che ritiene ancora opportuno precisare, ad evitare eventuali notizie errate da parte dei giornali locali, che a tutt'oggi, cioè dal 10 dicembre 1954 al 30 settembre 1955, l'Amministrazione regionale ha non soltanto impegnato, ma ha effettivamente erogato, per lavori e per spese varie, la somma di lire 3.390.000.000.

Comunica che a tali spese si è fatto fronte anche con le seguenti entrate: Lire 246.176.404 per introito I.G.E.; L. 474.811.425 per proventi dei 9/10 dei canoni idroeletirici relativi agli anni 1953 e 1954; Lire 800 milioni per acconto sul riparto delle entrate erariali per l'anno 1954.

Dichiara che il momento della congiuntura, cioè il momento in cui potrà essere sanata completamente la situazione finanziaria, è ormai vicino, perché, come è a conoscenza del Consiglio, la legge relativa all'ordinamento finanziario della Regione è stata approvata in data 23-9-55, con un emendamento di notevole importanza per la Regione, dalla Commissione Tesoro e Finanze del Senato, la quale aveva iscritto l'argomento al n. 1 dell'ordine del giorno della seduta. Auspica che la legge sia esaminata ed approvata al più presto dal Senato.

Dopo di che, egli dice, avendo ormai anche i Ministeri confermato il loro appoggio all'emendamento proposto, la legge passerà alla Camera dei Deputati e diventerà esecutiva con tutte le conseguenze che ne derivano, a tutto vantaggio della situazione finanziaria della Regione; naturalmente, questa trafila può sembrare lunga, ed effettivamente lo è: ma è la trafila prescritta dal regime democratico, che vuole giustamente garantire a tutti la possibilità di discussione. Noi speriamo quindi, egli dichiara, che entro poco tempo potremo, - con l'introito delle somme stabilite nella legge sull'ordinamento finanziario, - non soltanto fare fronte a quelle che sono le nostre necessità, ma anche saldare i residui passivi dei precedenti bilanci dell'Amministrazione regionale.

Conclude, dichiarando che potrebbe anche darsi che l'Amministrazione regionale possa avere temporanee necessità di altri fondi e fa presente che, se sarà necessario, detti fondi saranno trovati, ma certamente ad un tasso inferiore all'8%.

Il Consigliere CHABOD Renato esprime il suo compiacimento per la comunicazione del Presidente della Giunta, Bondaz, concernente il rimborso totale delle anticipazioni passive fatte alla Amministrazione regionale dalla Cassa di Risparmio di Torino, nel periodo della precedente Amministrazione, nonché per l'affermazione del Presidente stesso che, se sarà necessario chiedere altri prestiti, il tasso di interesse passivo sarà inferiore all'8%.

Osserva che è da augurarsi, però, che l'Amministrazione regionale non abbia più a trovarsi nella necessità di ricorrere a prestiti onerosi per far fronte ai suoi impegni normali di bilancio.

Il Consigliere MANGANONI auspica che le previsioni del Presidente della Giunta si realizzino presto, affinché l'Amministrazione regionale non abbia più a pagare interessi per anticipazioni di cassa al tasso dell'8% o ad un tasso inferiore.

Dichiara che tale è il suo augurio, perché, quando il Governo farà fronte ai suoi impegni verso la Valle d'Aosta, l'Amministrazione regionale potrà far fronte ai suoi impegni, senza dover ricorrere ad altri prestiti.

Il Vice Presidente, PASQUALI, dichiara di non concordare completamente con il Consigliere Manganoni; infatti, augura che l'Amministrazione regionale possa addivenire presto alla stipulazione di mutuo passivo a lunga scadenza per il finanziamento di opere di pubblica utilità.

Il Consiglio prende atto.

Deliberazione N. 1816 del 31-8-1955:

Il Consigliere NICCO Giulio rileva che, con la deliberazione in esame, la Giunta ha approvato il progetto che prevede une spesa complessiva di lire 25 milioni per l'appalto dei lavori per la sistemazione della villa "Panorama", sita in Comune di Châtillon, a sede di Scuola alberghiera.

Constata che, però, a tutt'oggi i lavori non hanno ancora avuto inizio e che l'istituzione di una Scuola alberghiera in Valle d'Aosta è auspicata da tempo dal Consiglio, perché è ritenuta necessaria per ovvie ragioni.

Esprime il dubbio che l'inizio dei lavori possa essere imputabile ad ostacoli e ad interferenze da parte della persona che occupa ancora abusivamente i locali della "Villa Panorama", senza pagare alcun canone di affitto, e che ritarda la sistemazione dei locali e, conseguentemente, l'apertura della Scuola alberghiera in cui debbono essere ospitati tanti poveri ragazzi bisognosi. Chiede al Presidente della Giunta informazioni al riguardo.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, premette di aver sempre sostenuto, in sede di Giunta, che soltanto le deliberazioni aventi carattere di effettiva urgenza debbono essere assunte dalla Giunta ed osserva che le deliberazione di cui si tratta era effettivamente urgente. Ritiene che su questo punto tutti i Consiglieri siano concordi.

Informa, quindi, che le persone che occupano attualmente i locali della "Villa Panorama" non li occupano abusivamente, in quanto prima erano affittuari verso l'intendenza di Finanza, che, ad un dato momento, ha comunicato al Presidente della Giunta regionale di essere pienamente d'accordo sul trapasso di tale immobile al patrimonio della Regione e che, quindi, si interessasse 1'Amministrazione regionale dell'immobile stesso.

Informa che, esaminando la questione, ha constatato che i predetti affittuari non pagavano canone d'affitto da vari anni ciò che, però, ha una importanza relativa, in quanto la questione essenziale per la Regione consiste nell'avere la disponibilità dei locali per poter fare eseguire i lavori di adattamento dei locali a sede dell'istituenda Scuola alberghiera, che sarà tenuta dall'ENAOLI.

Osserva che, per queste ragioni, è stata assunta, in via d'urgenza, la deliberazione in esame.

Precisa che, già prima del mese di agosto, la Giunta intendeva procedere allo sfratto dei predetti inquilini, ma vi ha soprasseduto, un po' per la bontà d'animo dell'Assessore Maschio, - il quale si è lasciato comuovere dalle insistenze degli sfrattandi che chiedevano di poter finire la stagione estiva ed è intervenuto in loro favore, - ed un po' in considerazione anche del fatto che per l'elaborazione e l'approvazione del progetto e per l'appalto e l'aggiudicazione dei lavori occorreva un certo tempo e si arrivava, praticamente, verso il 15 del mese di settembre, termine entro il quale gli interessati avevano assicurato che avrebbero sgomberato i locali.

Comunica che, successivamente alla menzionata deliberazione di Giunta, si procedette all'appalto dei lavori, che furono aggiudicati all'Impresa Jaccond, impresa che, allorquando volle iniziare i lavori, si trovò di fronte all'opposizione degli inquilini: costoro dissero allora, di essere disposti a lasciare liberi i locali soltanto se veniva loro versata la somma di lire tre milioni a titolo di danni e se veniva loro assicurato un posto presso la Casa da Gioco di St. Vincent, oltre ancora a provvedere all'acquisto del mobilio di loro proprietà nel bar del fabbricato.

Informa che dette richieste gli furono ripetute personalmente dagli interessati nell'Ufficio di Presidenza e che, naturalmente, non soltanto non furono accolte, ma furono da lui respinte sdegnosamente.

Riferisce che, in tale occasione, fece presente ai suddetti inquilini che il loro modo di agire era disonesto, perché l'Amministrazione regionale, sebbene essi non avessero pagato l'affitto, era venuta incontro alle loro necessità e, ciò nonostante, essi si rifiutavano di lasciare liberi i locali. Precisa che comunicò loro che l'Amministrazione avrebbe, quindi, promosso nei loro confronti azione di sfratto, azione che ha già dato ordine di iniziare.

Dichiara che non vi è stato e non vi è, quindi, alcuna interferenza da parte di terzi e dà assicurazione che l'Amministrazione i egionale procederà come si conviene nei confronti delle suddette persone, per ottenere lo sfratto al più presto possibile, affinché i lavori di sistemazione possano essere iniziati con urgenza.

Dichiara che è della massima importanza che la Scuola alberghiera possa iniziare a funzionare al più presto e rileva che si deve evitare che i fondi messi a disposizione per tale Scuola dall'ENAOLI siano destinati per altre Scuole alberghiere in altre regioni.

Il Consigliere NICCO Giulio dichiara di prendere atto, con vivo compiacimento, di quanto comunicato dal Presidente della Giunta, ma di avere rilevato che la voce riferitagli non era del tutto inesatta; effettivamente, egli dice, ci troviamo di fronte a delle persone disoneste, per non definirle con altre parole, le quali, dopo aver sfruttato per parecchi anni i locali della "Villa Panorama", guadagnando parecchio, pretendono ancora dalla Regione, per lasciare liberi i locali, la corresponsione di una indennità di buona uscita di tre milioni di lire, un posto al Casinò e l'acquisto da parte dell'Amministrazione regionale del mobilio che hanno in detti locali.

Augura che l'azione legale iniziata contro queste persone possa avere sollecito corso e si concluda al più presto con l'ordinanza di sfratto, in modo che i locali della "Villa Panorama" siano lasciati finalmene liberi e siano sistemati ad uso della Scuola alberghiera.

Comunica che l'apertura di detta Scuola è nell'interesse del Comune di Châtillon, di tutta la Valle e, in modo particolare, dei giovani orfani che, con la frequenza della Scuola alberghiera, avranno un giorno il lavoro assicurato.

Il Consiglio prende atto.

Deliberazione N. 1927 del 21-9-1955:

Il Consigliere MANGANONI riconosce che con il provvedimento adottato dalla Giunta si viene in aiuto ai gestori e conduttori di alpeggi e produttori di fontina, che oggi versano in critica situazione, dando loro la possibilità di prendere a prestito un determinato capitale ad un tasso di interesse ridotto (5,85%), in confronto al tasso di interesse applicato normalmente dagli Istituti bancari.

Osserva, però, che alla scadenza delle cambiali, cioè dopo 4 mesi dalla loro emissione, il produttore di fontina potrebbe non essere ancora riuscito a vendere i suoi prodotti a un prezzo remunerativo, per cui si troverebbe al punto di prima.

Dichiara che, per risolvere radicalmente il problema della fontina, oltre al riconoscimento della denominazione di origine, che è già una ottima cosa, è necessario addivenire al più presto alla costruzione di caseifici moderni e convenientemente attrezzati, perché solo in tal modo sarà possibile uniformare e nel contempo migliorare la produzione, riducendo al minimo lo scarto, e vendere il prodotto ad un prezzo inferiore.

Formula viva raccomandazione alla Giuna di interessarsi di tale questione e augura che la Commissione consiliare di studio, di cui egli pure fa parte, acceleri lo studio della questione in modo che, previa approvazione del Consiglio regionale, si possa nel prossimo anno iniziare la costruzione di almeno un caseificio ad Aosta, che potrebbe servire di esempio per la costruzione di altri caseifici in altre zone della Valle di Aosta.

Per quanto riguarda l'apertura di crediti utilizzabili per lo sconto di cambiali con scadenza nei quattro mesi, richiama quanto detto in precedenza e chiede se, alla scadenza dei quattro mesi, i firmatari delle cambiali siano tassativamente tenuti al rimborso dei denari presi a prestito o se abbiano la possibilità di ottenere il rinnovo delle cambiali per altri quattro mesi.

Rileva poi che, dalla deliberazione di Giunta in esame, risulta che l'apertura di credito è fatta in favore del Consorzio produttori di fontina della Valle d'Aosta.

Chiede, quindi, se un produttore di fontina, per ottenere una determinata somma a prestito, debba passare attraverso la trafila del Consorzio produttori di fontina o se possa ottenere direttamente il prestito sottoscrivendo cambiali per l'importo corrispondente alla somma mutuata.

Chiede che, in caso negativo, si voglia precisare la ragione che consiglia di obbligare il produttore di fontina a chiedere il prestito tramite il Consorzio produttori fontina.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, ringrazia il Consigliere Manganoni di aver sventato la possibilità di una grave lacuna, quale poteva verificarsi se si fosse omesso di parlare di un questione che è stata ed tuttora tanto dibattuta e che è stata studiata veramente in profondità dalla Giunta regionale, trattandosi di una questione di enorme interesse per la Valle d'Aosta: la questione della fontina.

Rileva che la questione può essere scissa in due parti: denominazione tipica del prodotto e provvidenze contingenti adottate dalla Amministrazione regionale a favore dei produttori di fontina.

Il Presidente della Giunta dichiara, quindi, quanto segue:

"Denominazione di origine e tipica della fontina"

Se io dovessi raccontare le difficoltà che abbiamo dovuto superare, ancora in questi ultimi tempi, per ottenere che la fontina fosse riconosciuta come formaggio tipico e di origine della Valle d'Aosta, potrei intrattenervi per delle ore, perché non è vero ciò che ha detto il Consigliere Manganoni e, cioè, che la fontina sia stata già riconosciuta quale formaggio di origine e tipico della Valle d'Aosta.

Ricordo che il Comitato Nazionale per la tutela delle denominazioni di origine e tipiche dei formaggi, al quale compete di dare il parere tecnico previsto dall'articolo 3 della legge 10-4-1954, n. 125, - parere in base al quale viene emesso dal Presidente della Repubblica, su proposta dei Ministeri competenti, il decreto di riconoscimento della denominazione di origine relativa alla zona di produzione -, aveva dato il suo parere favorevole già nel mese di febbraio 1955.

Rammento che, rispondendo a una interpellanza fatta da un Consigliere, che mi pare sia la Signora Perruchon vedova Chanoux, io avevo prudentemente risposto che, secondo notizie ufficiose, il Comitato Nazionale predetto aveva dato il parere favorevole e ora confermo quello che ho detto in allora.

Avevo osservato, però, che questo parere favorevole non era stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, come stabilisce l'ultimo comma dell'articolo 5 della menzionata legge 10-4-1954, n. 125, in cui è, altresì, precisato che le eventuali istanze e controdeduzioni degli interessati, singoli o associati, devono essere presentate al Ministro per l'Agricoltura e Foreste entro 30 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Trascorso tale termine, se non vi sono opposizioni, il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l'Agricoltura e Foreste, di concerto con il Ministro per l'Industria e il Commercio, emette il decreto definitivo di riconoscimento della denominazione di origine e relativa zona di poduzione del formaggio.

Perché il parere del Comitato Nazionale non venne pubblicato?

Perché vi erano delle forze industriali di grande importanza che hanno avanzato delle pretese circa la denominazione di origine della fontina: in Valle Formazza, che non ha, però, molta importanza, - perché il formaggio che vi si produce è simile alla nostra fontina, ma è denominato Vatterman, - ma specialmente in Provincia di Cuneo, in cui vi sono caseifici che fabbricano formaggio che, poi, viene venduto come fontina della Valle d'Aosta.

Queste forze industriali hanno, naturalmente, fatto forti pressioni ed hanno insistito, portando una voluminosa documentazione per provare che in determinate vallate della Provincia di Cuneo si era fabbricato, verso il 1870, e si era continuato a fabbricare formaggio fontina.

È stata iniziata, allora, un'altra battaglia; si è cercato di sapere quali erano gli elementi probatori addotti e sì è presentato un notevole memoriale difensivo, predisposto con diligenza dall'Assessorato alla Agricoltura e Foreste, contenente le controdeduzioni agli elementi prodotti dalla parte avversa.

Si è chiesto, infine, che il Comitato Nazionale sentisse anche e di nuovo i rappresentanti della Valle d'Aosta.

Esaminando il nostro memoriale, il Presidente del Comitato Nazionale rispondeva telegraficamente alla mia richiesta, dicendo che il nostro memoriale era chiarissimo e che non vi era, quindi, necessità di sentire ancora i nostri rappresentanti, salvo che, durante la discussione con le persone che si erano fatte parte diligente per richiedere il riconoscimento delle loro pretese, vi fosse stata qualche cosa da chiarire.

Rammento che, su iniziativa dell'Amministrazione regionale, era venuto in Valle di Aosta uno dei tecnici più abili e più quotati del Ministero dell'Agricoltura e Foreste, tecnico che noi abbiamo portato a visitare molti nostri alpeggi, di modo che detto tecnico ha potuto constatare quale fosse lo "standard", dal punto di vista tecnico, della lavorazione della nostra fontina.

In tal modo, il Comitato nazionale, attraverso detta prova che abbiamo prodotta, ha potuto rendersi conto della bontà della nostra tesi ed ha così riconfermato, nella seduta del 23-9-1955, se ben ricordo la data, il parere espresso nel febbraio 1955, limitando lo standard di lavorazione della fontina al solo territorio della Regione Valle d'Aosta, con esclusione di qualsiasi altro territorio, come è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 216, del 19-9-1955.

Dal 19-9-1955 decorrono, quindi, i trenta giorni previsti dall'articolo 5 della legge 10-4-1954, n. 125, per la presentazione di eventuali controdeduzioni da parte degli interessati.

Sulla "Gazzetta del Popolo della Sera", di avanti ieri, era pubblicata una lettera, che ritengo abbiate letto anche voi, che riportava una richiesta fatta dall'On.le Badini Confalonieri al Ministro dell'Agricoltura e alla quale ha risposto il Sottosegreta:io Capua, dicendo all'On.le Badini Confalonieri, - il quale protestava per conto di interessati della Provincia di Cuneo, - che la documentazione presentata dalla Provincia di Cuneo non era sufficientemente probatoria ma che, però, vi era ancora la possibilità di presentare controdeduzioni nel Termine di 30 giorni, decorrenti dal 19-9-1955.

Queste controdeduzioni, se già non sono state fatte, saranno presentate in questi giorni ad opera di persone rappresentanti gli interessi industriali della predetta zona e anche da parte di alcuni Comuni del Monregalese.

Noi stiamo lavorando per produrre tempestivamente al Ministero della Agricoltura eventuali controdeduzioni, che saranno appoggiate anche mediante una azione di carattere politico; perché noi siamo profondamente convinti, come d'altra parte tutti i valdostani, della fondatezza della nostra tesi e naturalmente ci battiamo e continueremo a batterci con tutte le nostre forze, fino all'ultimo,

Confidiamo e speriamo che il decreto che il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l'Agricoltura e Foreste, emanerà entro la fine di ottobre (perché i 6 mesi concessi dalla legge delega scadono il 30 ottobre) ci dia pienamente ragione in modo definitivo.

Voi sapete che in seguito, come stabilito dalla legge, sarà costituito un Consorzio, al quale sarà dato un marchio, che verrà applicato sulla fontina per attestare che il prodotto corrisponde alle caratteristiche previste dalla legge; in tal modo la fontina sarà tutelata dalle leggi dello Stato.

Con questo, però, sarà risolta soltanto una parte del problema, perché proprio da quel momento bisognerà porre molta attenzione alla produzione e accertarsi che la fontina sia veramente un prodotto scelto, un prodotto che possa essere validamente tutelato, in quanto, in caso contrario, - cioè se, in denegata ipotesi, si dovesse tutelare un prodotto che non abbia le caratteristiche dello standard di lavorazione stabilite dalle leggi, - la cosa sarebbe estremamente grave.

Siamo soltanto ai primi passi. La Giunta regionale è bene intenzionata e ritengo che il Consiglio la seguirà appoggiandola nelle sue buone intenzioni di esaminare a fondo il problema della produzione, della propaganda e della vendita della fontina.

Tornando a trattare della deliberazione n. 1927 in esame, osservo che l'Amministrazione regionale, in questa particolare contingenza, ha preso due iniziative di carattere contingente.

Prima iniziativa: l'Amministrazione si è preoccupata della critica situazione in cui vengono a trovarsi i produttori di fontina alla fine del mese di settembre, epoca della demonticazione.

Come sapete, nel periodo della demonticazione i conduttori di alpeggi debbono pagare le spese dell'alpe, che, in genere, incidono sui proventi dei prodotti in una misura che si aggira da un terzo alla metà dei proventi stessi.

I conduttori di alpeggi vengono, quindi, a trovarsi nella stessa situazione di coloro che, avendo bisogno di denaro, sono costretti a svendere, cioè a vendere sotto costo, il loro prodotto in un periodo in cui l'offerta è superiore alla domanda.

È noto, infatti, che il prezzo del prodotto è in relazione al rapporto esistente fra la domanda e l'offerta, fenomeno economico che nessuno può modificare, perché insito nella natura delle cose.

Ora, in settembre vi sono molte offerte di fontina e nessuna domanda, perché, naturalmente, i commercianti, intendendo speculare, non hanno alcun interesse ad acquistare la fontina e, conseguentemente, se l'offerta supera notevolmente la domanda, il prezzo della fontina decresce per forza di cose.

I conduttori di alpeggi, di fronte a tale situazione, avevano la necessità di essere messi nella possibilità di non vendere subito il prodotto, ma di conservarlo per poterlo immettere nel commercio quando il mercato fosse più consistente e i prezzi fossero più convenienti.

D'intesa con la Giunta, sono state tenute delle riunioni dei produttori di fontina, ai quali è stato chiesto, dopo attento studio del problema, se avevano qualche suggerimento da dare nel loro interesse.

La Giunta, previ accordi con i produttori di fontina e tenuto conto delle particolari contingenti necessità degli stessi, ha stabilito di dare la possibilità ai produttori di ottenere denaro a prestito a minor costo, mediante concessione di garanzia fideiussoria da parte dell'Amministrazione regionale fino alla concorrenza massima di lire l50 milioni.

Bisognava, però, trovare il modo di poter dare detta fideiussione, perché un'Amministrazione pubblica non può, naturalmente, dare la fideiussione per ogni singolo privato.

La difficoltà, però, poteva essere superata appoggiandoci ad una organizzazione (Consorzio produttori fontina) che rappresentasse i singoli produttori di fontina o che, pur non rappresentandoli tutti, si obbligasse a rappresentarli tutti per questa operazione. Questo, perché l'Istituto bancario accettava la fideiussione di detto organismo come garanzia del prestito, come prima garanzia, e la fideiussione della Amministrazione regionale come secondo avallo.

In base agli accordi presi, qualunque produttore di fontina, - sia che appartenga ai Consorzio produttori fontina, sia che non ne faccia parte -, può richiedere all'Istituto bancario San Paolo, tramite il Consorzio produttori fontina, la concessione di un prestito ad un tasso di interesse ridotto, mediante lo sconto di cambiali con scadenza nei quattro mesi.

Il prestito, naturalmente, è avallato e garantito dal primo avallante, che è il Consorzio, e dal secondo avallante, che è la Amministrazione regionale, a nome della quale ho sottoscritto io, come Presidente della Giunta.

Questa operazione deve chiudersi entro il mese di ottobre, perché viene fatta per dare la possibilità ai conduttori di alpeggi di far fronte alle necessità contingenti, ed dalla scadenza dei quattro mesi, decorrenti da ottobre, deve essere effettuato il rimborso del prestito cambiario.

Non è escluso che al mese di febbraio, in cui vengono a scadere i quattro mesi, la Amministrazione regionale possa esaminare la possibilità di un altro suo intervento, ma bisognerà studiare prima la situazione, anche in ordine alla questione della denominazione di origine e tipica della fontina e all'andamento del mercato, perché non si possono ora fare previsioni al riguardo.

Potrebbe anche darsi che si constati la necessità di venire incontro a tutti i produttori di fontina per la conservazione del prodotto in determinati magazzini - (purtroppo la questione dei magazzini generali non e ancora risolta) -, in modo che si possa ritardare di portare l'offerta sul mercato, in attesa che venga ad aumentare la domanda e, di conseguenza, il prezzo di vendita della fontina.

È una questione che dovremo esaminare, come già detto, fra quattro mesi.

Seconda iniziativa: l'altra iniziativa assunta dalla Giunta concerne una documentazione cinematografica, che viene eseguita in questi giorni, dello standard di lavorazione della fontina, consistente in un cortometraggio di 100 mt., che sarà realizzato in dodici copie e che sarà proiettato tre volte alla settimana nei maggiori centri d'Italia, durante la programmazione dei documentari.

Scopo di questa programmazione è di iniziare, sin d'ora, la "réclame" alla fontina come formaggio di origine e tipico della Valle d'Aosta.

Tutto questo abbiamo ritenuto opportuno di fare per la difesa della fontina, trattandosi di un problema molto importante per la Valle di Aosta; ma, ripeto, tutto quello che è stato fatto non esclude che si faccia quanto si riterrà ancora necessario di fare in avvenire.

Per rispondere alla domanda rivoltami dal Consigliere Manganoni, dirò che, naturalmente, un privato non può chiedere alla Banca lo sconto cambiario se non ha la fideiussione del Consorzio produttori fontina, in quanto per la concessione dello sconto cambiario l'Istituto bancario ha preteso esplicitamente la fideiussione del predetto Consorzio.

Non abbiamo potuto fare diversamente perché l'Amministrazione regionale, in quanto amministrazione pubblica, non può concedere garanzia fideiussoria a favore di singoli privati e, quindi, l'Amministrazione ha dovuto appoggiarsi ad una organizzazione che rappresentasse i produttori di fontina.

Ribadisco, però, quanto già detto e, cioè, che non si può fare questione di appartenenza o meno al Consorzio, perché qualunque produttore di fontina, faccia o non faccia parte del Consorzio, ha diritto di avere lo sconto cambiario tramite il Consorzio produttori fontina, che non può rifiutarsi di avallarne la richiesta, perché vi è una deliberazione della Regione che gliene fa obbligo.

A proposito, leggo qui, sul giornale "Le Travail", che questi provvedimenti lasciano il tempo che trovano. Questo non è vero anche se, naturalmente, detti provvedimenti non sono la panacea di tutti i mali, ciò che non si può pretendere e non si pretende però, si è fatto quello che era possibile.

Non si può negare che uno dei fenomeni, diciamo così, economici, più sentiti da un punto di vista negativo, che si manifesta non soltanto in Valle d'Aosta e in Italia ma anche fuori dell'Italia, è il costo del denaro: se il denaro costasse un po' meno, maggiori sarebbero le iniziative ed i milioni ed i miliardi circolerebbero di più.

Si è cercato di venire incontro a questa necessità, essendo nella mente della Giunta regionale di promuovere e favorire, anche per altri settori economici, la possibilità di ottenere prestiti bancari a tasso d'interesse ridotto.

Noi abbiamo cercato di incominciare con questi provvedimenti, che permettono ai produttori di fontina di ottenere prestiti, attraverso il Consorzio produttori di fontina, mediante sconto cambiario al tasso di in teresse del 5,75%.

Evidentemente, se fosse stato possibile ottenere condizioni più vantaggiose, cioè prestiti ad un tasso di interesse più basso, sarebbe stato preferibile, ma si fa quello che si può.

Penso che i produttori di fontina, avendo la possibilità di ottenere a prestito le somme di denaro di cui abbisognano al tasso interesse del 5,75%, anziché al tasso di interesse del 10 e dell'11% praticato dagli istituti bancari, possano resistere maggiormente e superare il momento critico.

Questo è quanto abbiamo fatto come Giunta regionale, credendo di fare, così, il nostro dovere.

Non è vero che questi provvedimenti lascino il tempo che trovano, perché costituiscono il principio di tutta un'azione che dovremo espletare, ma dovremo essere aiutati, in questa azione, specialmente dagli interessati, che sono i produttori di fontina.

Il Consigliere DIEMOZ, a nome anche dei colleghi Consiglieri, ringrazia il Presidente della Giunta e la Giunta per l'opera svolta a difesa della fontina ed augura che il problema della difesa della fontina possa essere risolto al più presto.

Ritiene che, in realtà, dovranno passare parecchi mesi prima che il problema possa essere definito e, per tale considerazione, chiede al Presidente della Giunta se sia possibile impedire l'importazione in Valle d'Aosta del formaggio denominato "fontina di Pavia" che viene poi rivenduto come fontina della Valle d'Aosta.

A maggiore chiarimento della sua richiesta, precisa che nella mattina di determinati giorni della settimana giungono in Aosta autocarri carichi di fontine, dette di Pavia, che sono bianchissime e che vengono depositate in cantine situate nelle vicinanze di casa sua, donde vengono riportate via alla sera, per essere trasportate nelle diverse città d'Italia, non più bianche ma gialle, con sovrapposta una carta rotonda recante la scritta "Cervinia", per dimostrare che tali fontine sono di produzione della Valle d'Aosta.

Rileva che è, quindi, assolutamente necessario provvedere a fare cessare tale illecita speculazione nell'interesse dei produttori della fontina, quale prodotto di origine e tipico della Valle d'Aosta e anche nell'interesse stesso dei consumatori.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, dichiara che quanto riferito dal Consigliere Diémoz non è per lui una novità; non soltanto, ma che ha già provveduto a rilevare, attraverso i servizi di informazione, i dati necessari per poter agire contro gli speculatori in base alle leggi vigenti, non escluse le disposizioni delle leggi penali.

Il Consigliere CHABOD Renato premette di rendersi pienamente conto che si sia dovuto fare delle vere acrobazie per ottenere il riconoscimento della denominazione di origine della fontina, quale formaggio tipico della Valle d'Aosta.

Dichiara di essere lieto che siano avvenute le elezioni del 1954, perché hanno dato la possibilità alla attuale Giunta e, in particolare, al Presidente della Giunta e all'Assessore all'Agricoltura, di svolgere ogni azione occorrente per la difesa della fontina.

Rileva che molto giustamente il Presidente della Giunta ha osservato che potrà essere necessaria anche una azione politica, perché gli interessi in gioco sono così forti che se non fossero venute le elezioni dello scorso anno, - che hanno avuto un riflesso su un piano politico che si è concretato in un impegno portato sul piano politico -, nonostante tutte le acrobazie del Presidente della Giunta e dell'Assessore all'Agricoltura non si sarebbe giunti al punto in cui si è attualmente.

Fa presente che alla lotta per la difesa della fontina, che è di un interesse particolare per la Valle d'Aosta, hanno contribuito un po' tutti e dichiara che quanto riferito dal Consigliere Diémoz lo rende convinto che il problema di attualità più importante e urgente è quello della difesa della fontina e non già quello della "réclame".

Osserva che di "réclame" se ne è già fatta troppa, tanto è vero che una delle ragioni addotte da coloro che sostenevano non doversi riconoscere la fontina, quale prodotto di origine e tipico della Valle di Aosta, era che la nostra produzione era insufficiente come quantità e non poteva, quindi, sopperire alle necessità di fontina del mercato.

Osserva che una prova di questo fatto è che vi sono delle persone che speculano sul nome del prodotto valdostano, truccando e vendendo come fontina del formaggio fabbricato in altre regioni d'Italia.

Precisa che, come giustamente ha affermato il Presidente della Giunta, si dovrà fare anche ricorso alle leggi penali per la difesa della fontina, come ha fatto Galbani per il formaggio "Bel paese" e come hanno fatto vari produttori di liquori e di altri prodotti.

Ritiene che la lotta sarà assai dura, anzi durissima, sia sul piano economico che sul piano giuridico ed esulerà, quindi, dal problema della domanda e dell'offerta.

Fa presente che sarà necessario, in questo periodo, che egli definisce di rottura, che la Giunta intervenga con altri provvedimenti, anche più impegnativi se sarà necessario, perché nel caso di una sconfitta i nostri avversari "suonerebbero le trombe".

Ribadisce che è assolutamente necessario difendersi sia sul piano economico che sul piano giuridico, in attesa che sia emanato l'auspicato Decreto di riconoscimento della fontina quale prodotto di origine e tipico della Valle d'Aosta.

Osserva che, se si vuole che la fontina prodotta in Valle d'Aosta sia venduta al suo giusto prezzo, è indispensabile che sia esportato soltanto il prodotto di prima qualità.

Formula viva raccomandazione all'Assessore all'Agricoltura e Foreste di interessarsi fin d'ora del problema, studiando le provvidenze che riterrà opportune per promuovere il miglioramento della qualità del prodotto.

Rileva che la schiera dei buoni "fruitiers" va sempre più assottigliandosi, con la scomparsa dei vecchi "fruitiers".

Rammenta che, nella precedente seduta, si era parlato di istituire dei corsi per "fruitiers", corsi che dovrebbero essere tenuti da qualche vecchio "fruitier" di provata capacità ed esperienza; insiste affinché detti corsi abbiano luogo.

Conclude, rilevando che, con l'emanazione dei Decreto di riconoscimento della fontina quale prodotto di origine e tipico della Valle d'Aosta, sarà più facile per i valdostani difendere il loro prodotto, perché potranno avvalersi delle disposizioni di legge in materia di tutela delle denominazioni di origine e tipiche dei formaggi.

Il Presidente della Giunta, BONDAZ, dichiara che la Giunta ha dimostrato e dimostra di fare quanto umanamente è possibile per la difesa della fontina ed assicura che continuerà a farlo con spirito di dovere e senza alcuna finalità demagogica.

Rivolge, in proposito, una preghiera, cioè che in tutte le questioni importanti e, specialmente, in una questione di così grande importanza come quella in discussione, si lasci stare la demagogia e si cerchi, invece, di lottare su un piano di unità di intenti, perché è inutile lottare contro gli avversari se i valdostani stessi non vanno d'accordo e si denigrano a vicenda.

Formula l'invito a trovare un terreno di unione per lottare affiatati contro coloro che hanno interessi contrastanti con quelli della Valle d'Aosta e che hanno possibilità notevoli dal punto di vista industriale.

Dichiara di avere non soltanto la fiducia ma anche la certezza che, in problemi fondamentali come questi, vi sarà, come è necessario, l'unità di intenti fra tutti i valdostani e, in modo particolare, anche fra i corrispondenti dei giornali e della stampa locale, perché si lotta meglio quando si è uniti.

Il Presidente, PAREYSON, constatato che nessun Consigliere intende chiedere chiarimenti o formulare osservazioni in merito ai provvedimenti adottati dalla Giunta in via d'urgenza, invita il Consiglio a ratificare i provvedimenti deliberativi di cui si tratta e di cui all'elenco riassuntivo sottoriportato.

IL CONSIGLIO

ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti e votanti numero trentatre);

Delibera

di ratificare, ad ogni effetto, le seguenti deliberazioni adottate in via d'urgenza dalla Giunta regionale nel periodo dal 13 luglio 1955 al 21 settembre 1955:

N. 1436 del 13-7-1955.

Locali dell'ex Palazzo Prefettizio di Aosta in affitto all'Amministrazione regionale - Azioni di sfratto promosse dall'Intendenza di Finanza di Aosta contro alcuni subaffittuari - Incarico agli Avvocati Felice Negretti e Renzo Laguzzi, di Torino, di rappresentare la Regione resistente avanti il Tribunale di Torino contro le ordinanze di sfratto emanate dall'Intendenza di Finanza di Aosta.

N. 1529 del 27-7-1955.

Proroga per il mese di luglio 1955 della concessione al personale regionale dell'assegno integrativo di cui al D.P.R. 4-2-1955 n. 23 - Approvazione della relativa spesa, ammontante a complessive lire 1.989.386.

N. 1530 del 27-7-1955.

Liquidazione alla Cassa di Risparmio di Torino - Succursale di Aosta - della somma di lire 45.838.180 a saldo degli interessi maturati nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 1955 sulle anticipazioni di Cassa concesse a favore della Regione.

N. 1616 del 3-8-1955.

Proroga per il mese di luglio 1955 della corresponsione a favore del personale delle Scuole elementari e secondarie della Regione dell'assegno integrativo di cui al D.P.R. 4-2-1955, n. 23 - Approvazione della relativa spesa, ammontante a complessive lire 3.186.820.

N. 1640 del 3-8-1955.

Osservazioni idrografiche in Valle d'Aosta - Concorso nelle spese per l'esercizio di stazioni nella valle del Buthier o per studi e rilievi sul ghiacciaio Verra e Ventina a cura dell'Ufficio Idrografico del Po - Approvazione della spesa annua di lire 80.000, da finanziare per la durata di anni cinque sui bilanci degli esercizi finanziari dal 1955 ai 1959.

N. 1660 del 5-8-1955.

Festa della Montagna svoltasi a Cogne il 10 luglio 1955 - Liquidazione di fatture varie relative a spese di organizzazione per un ammontare complessivo di lire 2.440.796.

N. 1701 del 10-8-1955.

Costruzione strada della Valsavaranche a cura dell'Ufficio del Genio Civile di Aosta - Intervento finanziario regionale per costruzione di variante stradale in prossimità della frazione Rovenod - Approvazione e impegno della spesa di lire 10.000.000.

N. 1747 del 24-8-1955.

Costruzione dell'edificio scolastico di Torgnon - Approvazione di perizia suppletiva per l'esecuzione di lavori non previsti in progetto, per un ammontare di spesa di lire 4.057.027 - Approvazione della maggiore spesa di lire 995.427 rispetto all'importo autorizzato dal Consiglio.

N. 1766 del 24-8-1955.

Proroga per il mese di agosto 1955 della corresponsione a favore del personale delle Scuole Elementari e Secondarie della Regione dell'assegno integrativo di cui al D.P.R. 4-2-1955, n. 23 - Approvazione della relativa spesa, ammontante a complessive lire 4.094.694.

N. 1803 del 26-8-1955.

Proroga per il mese di agosto 1955 della corresponsione a favore del personale dell'Amministrazione regionale dell'assegno integrativo di cui al D.P.R. 4-2-1955, n. 23 - Approvazione della relativa spesa. ammontante a complessive lire 1.989.386.

N. 1814 del 31-8-1955.

Liquidazione della somma di lire 2.200.000 alla Impresa Freydoz Giordano, di Verrès, a saldo fattura relativa all'esecuzione di lavori di sgombro di valanga sulla strada regionale Aymavilles-Cogne.

N. 1816 del 31-8-1955.

Sistemazione della "Villa Panorama", in Comune di Châtillon, a sede di Scuola alberghiera - Approvazione del progetto, ammontante a complessive lire 25.000.000 e appalto dei lavori a licitazione privata, per un importo a base d'asta di lire 19.000.000 - Storno di fondi - Istituzione di nuovo articolo.

N. 1828 del 2-9-1955.

Concessione a favore del Comune di Aosta di un contributo straordinario massimo di lire 2.350.000, pari al 50% della spesa prevista per la costruzione di un albergo diurno in Aosta - Approvazione e impegno della relativa spesa.

N. 1834 del 2-9-1955.

Estensione al personale regionale delle disposizioni di cui alla Legge 27-2-1955, numero 53, concernente l'esodo volontario dei dipendenti civili della Amministrazione dello Stato.

N. 1927 del 21-9-1955.

Concessione di garanzia fideiussoria della Regione presso l'Istituto S. Paolo di Torino a favore del Consorzio produttori fontina della Valle d'Aosta per accreditamento bancario.

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Si dà atto che l'adunanza ha termine alle ore diciannove e minuti cinquantacinque.

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Letto, approvato e sottoscritto.

IL PRESIDENTE

(E. Pareyson)

IL CONSIGLIERE SEGRETARIO

(O. Perruchon)

IL SEGRETARIO ROGANTE

(A. Brero)