Oggetto del Consiglio n. 135 del 7 ottobre 1955 - Verbale
OGGETTO N. 135/55 - CONCESSIONE DI PREMI PER LA CATTURA DI ANIMALI CARNIVORI NOCIVI (VOLPI E FALCHI). (MOZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE SIGNOR MANGANONI CLAUDIO)
Il Presidente, PAREYSON, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione, del Consigliere regionale Signor Manganoni Claudio, concernente l'oggetto: "Concessione di premi per la cattura di animali carnivori nocivi (Volpi e falchi)", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:
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"Presidente del Consiglio Regionale
AOSTA
Prego la S. V. di voler portare sull'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio la seguente mozione:
Visto il rapido e continuo aumento dei carnivori nocivi, particolarmente della volpe in seguito alla svalutazione della sua pelliccia;
considerato i danni da questi arrecati non solo alla selvaggina, ma agli stessi pollai dei nostri villaggi, il Consiglio regionale
INVITA
l'Assessore all'Agricoltura a voler prendere i necessari accordi con gli Enti interessati onde addivenire:
1) - alla corresponsione del premio per la cattura delle volpi anche nel periodo di caccia;
2) - all'aumento del premio per la cattura dei falchi, portandolo a lire 1.000 per ogni falco abbattuto;
3) - all'autorizzazione per le guardie del Parco Nazionale del Gran Paradiso a catturare i suddetti nocivi corrispondendo un premio di lire 500 per ogni capo abbattuto.
Nel caso fosse richiesto il concorso finanziario della Regione, la Giunta è autorizzata ad eseguire i necessari storni nel bilancio 1955 e ad istituire uno stanziamento "per distruzione nocivi" sui prossimi bilanci della Regione.
Aosta, li 12-7-1955.
Ossequi.
F.to Claudio Manganoni"
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Il Consigliere MANGANONI informa di essere stato indotto a presentare la mozione in esame perché, avendo conferito con molti cacciatori, ha constatato l'unanimità dei loro pareri circa la necessità della istituzione di premi per invogliare i cacciatori a distruggere le volpi ed i falchi per i notevoli danni che tali carnivori arrecano al patrimonio faunistico.
Osserva che, per dimostrare il danno arrecato dalle volpi, un cacciatore gli aveva fatto rilevare che, calcolando che una sola volpe distrugga, ad esempio, due capi di selvaggina alla settimana (2 lepri o fagiani), i capi di selvaggina distrutti in un anno sarebbero ben 104. Rileva che, pur volendo limitare la selvaggina distrutta ad un solo capo per settimana, il numero dei capi distrutti in un anno sarebbe pur sempre di 52 fagiani o pernici per ogni volpe, il che è un danno assai notevole.
Precisa che anche i falchi distruggono molta selvaggina e fa presente che è facile rendersene conto se si calcola che ogni falco cattura e divora, in media, almeno un uccello al giorno (uccello piccolo, di grandezza media, pernici, ecc.), senza tener conto della maggior distruzione di selvaggina che i falchi fanno allorquando devono nutrire i lori piccoli, che sono assai voraci, o allorquando piombano su nidiate di pernici o di altri uccelli che distruggono completamente.
Pone in rilievo che, se venissero istituiti e corrisposti premi per la cattura delle volpi anche nel periodo di caccia e se venisse aumentato a L. 1.000 il premio da corrispondersi al cacciatore per la cattura di ogni falco, i cacciatori sarebbero invogliati a sparare, durante il periodo di caccia, anche a tale selvaggina, mentre, invece, il cacciatore che è appostato, per cacciare lepri o fagiani o pernici, non spara, se vede passare la volpe o il falco, perché teme di disturbare il cane con il rumore dello sparo e di allontanare la attesa selvaggina.
Constata che, purtroppo, non tutti i cacciatori vanno a caccia per sport e fa presente che, come già detto, i premi costituirebbero un incentivo, anche per i cacciatori che guardano al lato economico, a sparare ai carnivori nocivi.
Rammenta, a questo proposito, che al Parco Nazionale del Gran Paradiso vive, protetta assieme ai camosci ed agli stambecchi, ogni sorta di fauna, compresi molti animali carnivori nocivi, fra i quali le volpi ed i falchi, che distruggono, indisturbati, - essendovi divieto di sparare nel Parco -, la selvaggina piccola e media del Parco e ne escono quando vogliono per di struggere lepri di ripopolamento, che costano ben 14 mila lire la coppia al Comitato Caccia e Pesca, senza contare che, molto spesso, irrompono nei pollai distruggendo totalmente il pollame.
Informa che, nei tempi in cui il Parco era una riserva di caccia della Casa Reale, le guardie del Parco erano non soltanto autorizzate a sparare contro gli animali carnivori nocivi, ma erano anche premiati per ogni volpe o aquila che riuscissero a distruggere.
Fa presente che, nella sua mozione, non ha parlato delle aquile, perché sono ormai ridotte a poche e vanno riducendosi sempre più, ma ha però proposto che l'Assessore all'Agricoltura si interessi affinché le guardie del Parco ottengano l'autorizzazione ad abbattere i suddetti carnivori nocivi e siano premiati con un premio di 500 lire per ogni capo abbattuto.
Osserva che, da parte di qualche Consigliere, potrà essere obiettato che il regolamento del Parco vieta tassativamente di sparare a qualsiasi specie di animale entro il perimetro del Parco. Ammette a priori la fondatezza di una simile obiezione, ma osserva che tale regolamento non è un dogma che non possa essere modificato, ma ritiene, anzi, che il predetto regolamento debba essere modificato e adattato in relazione alla particolare situazione sopra esposta.
Esprime parere che ciò sia possibile anche perché l'Amministrazione regionale ha una certa qual voce in capitolo, avendo dei suoi rappresentanti in seno al Consiglio di amministrazione del Parco e contribuendo ogni anno con parecchi milioni alle spese dell'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso.
Dichiara che nel formulare le proposte contenute nella mozione in discussione egli si è fatto il portavoce non soltanto dei cacciatori della Valle d'Aosta, ma anche dei cacciatori della Provincia di Torino, perché anche nel territorio di detta Provincia vennero lamentati gli stessi inconvenienti.
Conclude, raccomandando all'Assessore di prendere i necessari accordi con gli Enti interessati affinché siano accolte le proposte formulate ai capoversi numeri 1, 2 e 3 della mozione.
L'Assessore all'Agricoltura e Foreste, ARBANEY, comunica che intende portare a conoscenza del Consiglio alcuni dati e informazioni affinché il Consiglio sia in grado di discutere, con cognizione di causa, la questione prospettata dal Consigliere Manganoni. Riferisce, quindi, quanto segue:
"La caccia, in Valle d'Aosta, è regolata dalla legge regionale 15 maggio 1953, n. 1, e dal Testo Unico sulla caccia 5 giugno 1939, n. 1016.
La legge regionale non contiene alcuna disposizione nei riguardi della caccia agli animali nocivi, per cui ci si deve riferire al Testo Unico citato che, nell'art. 25, dispone quanto segue:
"L'uccisione e la cattura degli animali nocivi, al pari della presa e della distruzione di uova, di nidi, e di piccoli nati dagli stessi, sono permesse dove la caccia sia comunque aperta per una qualsiasi specie di selvaggina e possono essere compiute nelle ore notturne anche col fucile, previa autorizzazione scritta del Comitato provinciale, che ne stabilisce le necessarie cautele. L'uccisione e la cattura, nonché la presa e la distruzione di cui sopra, sono, altresì, permesse ai rispettivi concessionari e ai dipendenti agenti nelle bandite, nelle riserve e nelle zone di ripopolamento e cattura in ogni tempo, e con qualsiasi mezzo, compresi i lacci, le tagliole e le trappole, con esclusione dell'arma da fuoco impostata con scatto procurato dalla preda.
In tempo di divieto, la caccia col fucile a tali animali è esercitata dagli agenti di vigilanza di cui all'art. 68 della presente legge. Può, tuttavia, essere autorizzata dal Prefetto, su proposta del Comitato provinciale della caccia, a persone da questo nominativamente designate e con modalità da determinarsi.
L'uccisione e la cattura degli animali nocivi può essere fatta con lacci, tagliole, trappole e bocconi avvelenati anche nei luoghi facilmente sorvegliabili.
Il contravventore è punito con l'ammenda da L. 800 a L. 8.000.
Non è punibile chi abbia ucciso animali rapaci e nocivi per difesa della propria o della altrui persona, ovvero di averi propri o di cui abbia la custodia.
Il Ministro per l'agricoltura e per le foreste, sentito il Comitato centrale, può limitare od anche sospendere in una o più località e per periodi di tempo determinati la caccia o la cattura di una o più specie di animali nocivi, nonché la presa dei piccoli e la distruzione dei nidi".
L'organizzazione della caccia nella Valle è devoluta, per la legge regionale, al Comitato regionale per la caccia colle attribuzioni dei Comitati centrali, provinciali e compartimentali della caccia nello Stato e quindi anche quella di regolare l'esercizio della caccia agli animali nocivi.
Ora l'Assessorato ha voluto sentire il parere di detto Comitato sulla presente mozione ed ha avuto la seguente risposta:
"Riferimento foglio n. 2282/6 del 15 c. m., all'oggetto di cui sopra di codesta On. Divisione, si comunica che il Comitato scrivente non è, per il momento, del parere di concedere premi per le volpi catturate durante il periodo di caccia.
Premesso che i nocivi carnivori, data la caccia spietata a loro data in questi ultimi anni, non sono in rapido e continuo aumento, ma fortunatamente in sensibile diminuzione, si fa presente quanto segue:
1) - le attuali disponibilità del bilancio non permettono assolutamente di destinare altri fondi a detto titolo.
Nel decorso periodo invernale, in seguito alla cattura di n. 850 volpi, è stata pagata ai cacciatori, per premi, la complessiva somma di lire 1.300.000, e cioè lire 300.000 in più della somma preventivata e di quella recentemente chiesta a cotesta On. Divisione a titolo di contributo.
2) - Il Comitato regionale della Caccia ritiene logico e doveroso corrispondere premi durante il periodo invernale, in quanto che in detto periodo il cacciatore, per catturare volpi, deve affrontare disagi non indifferenti, sostenere spese (bocconi avvelenati) ed esercitare esclusivamente detta caccia.
Ritiene illogico, invece, corrispondere premi per volpi catturate durante il periodo di caccia aperta, dato che, in detto periodo, il cacciatore, che esercita la caccia per ben altre ragioni, deve, se coscienzioso, sentire il dovere di abbattere di sua iniziativa le eventuali volpi che a lui si presentano, senza aspirare a premi, perché, eliminare un qualsiasi nocivo, non rappresenta che il suo esclusivo interesse.
Ritiene, infine, che il premio di L. 1.000 per ogni falco catturato sia alquanto esagerato e ciò per le stesse ragioni esposte nel precedente n. 2. - IL PRESIDENTE: F.to P. Marguerettaz".
Da questa lettera si vede come il Comitato sia contrario alla concessione, ritenuto illogica, di premi in periodo di caccia e trovi esagerato il premio di L. 1.000 per ogni falco, tanto più che, si afferma, mancano i fondi per aumentare i premi per la cattura e l'uccisione delle volpi.
Il Comitato afferma, inoltre, che i nocivi carnivori sono in sensibile diminuzione.
È stata interpellata anche l'Amministrazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso; la risposta venne data con lettera 27-8 u. s. che è del seguente tenore:
"In risposta alla nota del 17-5-1955, prot. n. 2282/6, si comunica che il Consiglio di Amministrazione di quest'Ente ha da tempo formato una Commissione per lo studio degli equilibri biologici esistenti nel Parco N.G.P., con particolare riferimento al problema dei "nocivi" ed all'eventuale controllo della grossa selvaggina.
A detta Commissione compete pertanto la risposta ufficiale e definitiva in merito all'argomento in oggetto; al Consiglio di Amministrazione dell'Ente competono le delibere in proposito.
La predetta Commissione - per poter riprendere i lavori - è in attesa che il Consiglio regionale Valle d'Aosta deliberi circa i propri rappresentanti (conferma o sostituzione) in seno al Consiglio di amministrazione dell' Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, in quanto alcuni di detti Rappresentanti, per la loro specifica competenza, fanno parte della Commissione stessa.
Va tenuto in grande evidenza:
- che lo studio degli equilibri biologici (rapporti preda-predatore, fattori di interdipendenza fra vegetali e animali e fra le varie specie animali tra di loro) è di una complessità estrema;
- che gli interventi umani relativi agli equilibri biologici esistenti sono basilari per la vita presente e futura del Parco N.G.P.;
- che studi ed interventi umani, in un Parco Nazionale, hanno importanza non solo nazionale, ma nettamente internazionale;
pertanto è necessario che, innanzi tutto, lo studio degli equilibri biologici proceda senza limiti di tempo, con numerosissime analisi obiettive, con ricerche comparative, prendendo in considerazione i risultati di analoghe esperienze fatte in altri Parchi Nazionali: tale studio deve essere improntato a grande cautela e serietà.
A titolo personale, per dar modo di far intravedere la complessità del problema, il sottoscritto allega una relazione.
Con ossequio.
IL DIRETTORE SOVRINTENDENTE F.to Prof. Dr. Renzo Videsott".
La relazione di cui fa cenno si compone di otto pagine e mezzo dattiloscritte, molto interessanti, ma che si fa a meno di leggere perché esamina il problema sotto il punto di vista scientifico, naturalistico e di disamina dei diversi animali selvatici dannosi ai pollai e del loro aumento o diminuzione di numero.
Afferma, poi, che "qualsiasi abbattimento entro il Parco Naz. G. P., - perciò anche l'abbattimento di volpi o di falchi, - compete unicamente al Consiglio d'Amministrazione dell'Ente stesso, in base a precise disposizioni legislative nazionali".
In definitiva, la Direzione del Parco è contraria all'abbattimento di volpi, di falchi, o di altri animali così detti nocivi fino a che l'apposita Commissione non abbia terminato lo studio affidatogli sugli equilibri biologici esistenti nel Parco".
Il Consigliere NORAT, nella sua qualità di rappresentante della Regione in seno al Consiglio di amministrazione del Parco Nazionale Gran Paradiso, comunica che, effettivamente, il predetto Consiglio di amministrazione è tuttora in attesa di conoscere la conclusione dei lavori della Commissione nominata per lo studio degli equilibri biologici nel Parco, per cui non può ancora dare una risposta in merito alla prospettata proposta di eliminazione degli animali nocivi dal territorio del Parco, con particolare riferimento alle volpi.
Informa che la questione è stata già discussa dal Consiglio di amministrazione del Parco e che, mentre egli si è dichiarato favorevole all'eliminazione degli animali nocivi, mediante avvelenamento, per non disturbare la fauna del Parco, altri membri del Consiglio si sono dichiarati di avviso contrario, non ritenendo che le volpi siano animali tanto nocivi.
Precisa che si farà portavoce dei desiderata del Consiglio regionale ed insisterà, in seno al Consiglio di amministrazione del Parco, affinché si provveda al più presto possibile nel Parco alla eliminazione degli animali ritenuti nocivi (volpi e falchi).
Il Consigliere MANGANONI esprime il suo stupore per il tenore della lettera inviata dal Comitato regionale per la caccia all'Assessore all'Agricoltura, in risposta al parere da questo richiesto in merito alla opportunità della istituzione di premi per la eliminazione di animali carnivori nocivi. Dichiara di essere certo che analogo stupore proveranno i cacciatori allorquando verranno a conoscenza del tenore della lettera scritta dal Presidente del Comitato regionale per la Caccia.
Ribadisce che il Comitato per la Caccia spende la somma di L. 14.000 per ogni coppia di lepri acquistata per il ripopolamento delle zone di caccia e fa presente che, eliminando anche una sola volpe, il Comitato verrebbe a risparmiare, al minimo, la somma di L. 280.000 occorrente per l'acquisto 20 coppie di lepri. Ritiene, quindi, che la corresponsione di premi per la distruzione delle volpi sia più che giustificata, ma aggiunge che, in seguito alla lettura della lettera del Comitato regionale per la Caccia, non insiste per l'accoglimento delle sue proposte, lasciando ai cacciatori di pronunciarsi sull'operato del loro Presidente.
Ritiene però che, se il Consiglio regionale addivenisse alla determinazione di stanziare qualche centinaio di migliaia di lire, anche mezzo milione, da erogarsi in premi ai cacciatori che distruggono animali carnivori nocivi, si farebbe cosa veramente buona non soltanto nei riflessi della protezione della selvaggina, ma anche nell'interesse dei contadini, perché si eviterebbe la distruzione di molto pollame ad opera dei predetti animali carnivori.
In merito alla proposta di eliminazione delle volpi e dei falchi entro il perimetro del Parco Nazionale del Gran Paradiso, dichiara di prendere atto sia della risposta fatta all'Assessore all'Agricoltura e Foreste dal Direttore Sovraintendente del Parco, sia della comunicazione fatta dal Consigliere Norat, il quale rappresenta la Regione in seno al Consiglio di amministrazione del Parco.
Dichiara, però, di non poter fare a meno di rilevare che, mentre si attende che la Commissione per lo studio degli equilibri biologici nel Parco abbia ultimato i suoi lavori e formulato le sue conclusioni, molta selvaggina del Parco (fagiani, marmotte, pernici, lepri, ecc.) viene distrutta dagli animali carnivori nocivi.
Il Consigliere QUENDOZ osserva che, purtroppo, molti cacciatori non si preoccupano affatto dei danni che possono arrecare alle proprietà dei contadini. Riferisce, a titolo di esempio, che molti contadini hanno avuto i loro frutteti e la frutta danneggiati dai pallini dei colpi sparati dai cacciatori. Prega l'Assessore Arbaney di invitare il Comitato regionale per la Caccia a raccomandare a tutti i cacciatori di astenersi dal danneggiare le proprietà dei contadini.
Il Consiglio prende atto.
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