Oggetto del Consiglio n. 271 del 15 novembre 1971 - Resoconto
OGGETTO N. 271/71 - Legge regionale riguardante provvidenze a favore di Cooperative agricole e di Associazioni di produttori agricoli.
Maquignaz (D.P.) - Vorrei innanzitutto fare una relazione di carattere generale per quanto riguarda la situazione dell'agricoltura valdostana.
Su di una superficie produttiva di ettari 218.000, di cui 152.000 agraria e 76.000 forestale, operano ben 11 mila aziende agricole, come risulta dall'ultimo censimento dell'Agricoltura.
Il patrimonio bovino complessivo è oggi di circa 40 mila capi, quello ovino 5.500 capi, quello caprino di 2.300 ed equino solo più 1.100.
La produzione di latte si aggira sui 600.000 quintali di cui 340.000 vengono trasformati in 20.000 quintali di fontina, 4.100 di formaggio e 5.600 di burro. La produzione frutticola non supera tra mele, pere, noci, pesche i 60.000 quintali, 40.000 di mele, 17.000 di pere e 3.000 di pesche.
L'uva prodotta si aggira sugli 85-90.000 quintali con una produzione di vino di circa 55-60.000 ettolitri.
La produzione foraggiera raggiunge 1.250.000 quintali; fra gli altri prodotti ed allevamenti, meritano appena di essere ricordati le patate, la segale, il pollame e i conigli.
Il valore della produzione lorda vendibile si aggira sui 9.700.000.000 di cui 8.500.000.000 di prodotti agricoli e 1.200.000.000 di prodotti forestali.
Vorrei ricordare ancora che le somme stanziate nel bilancio 1971 per l'agricoltura a 2.120.000.000, non tengono evidentemente conto degli interventi per i rimboschimenti, per le cure culturali, i piani economici, opere idraulico-forestali, opere di paravalanghe che servono a tutta la popolazione e non solamente per migliorare l'agricoltura della Valle d'Aosta.
Come situazione della nostra agricoltura posso dire che, malgrado questi interventi dell'Amministrazione regionale, la nostra agricoltura è in crisi, situazione che però si verifica anche in zone più favorite della nostra e i motivi della crisi penso che si possano ridurre sostanzialmente ai seguenti: aziende con insufficienti dimensioni economiche e conseguente reddito inadeguato e per conseguenza condizioni di vita non confacenti alle giuste esigenze degli agricoltori. Mancanza di una organizzazione di mercato almeno il settore frutticolo e viti-vinicolo, invecchiamento della popolazione agricola a causa della fuga dei giovani e conseguente mancanza di preparazione professionale.
L'utilità della coltivazione agricola nella nostra valle penso che sia indiscussa, noi tutti siamo convinti che l'agricoltura nella Valle d'Aosta ha una funzione importantissima, non esiterei a dire che sia il presupposto per lo sviluppo armonico degli altri settori economici ed in modo particolare per il turismo; i terreni coltivati costituiscono una garanzia per la stabilità del suolo, infatti è proprio nelle zone abbandonate od eccessivamente disboscate che si verificano i disordini idro-geologici. Non va dimenticato, infine, che il verde dei prati, i vigneti e i frutteti coltivati, le mandrie al pascolo, costituiscono una attrattiva indiscutibile per la valle l'abbellimento delle nostre vallate di montagna, tanto è vero che l'agricoltore viene oggi definito il giardiniere della natura.
Quindi l'agricoltore lavora anche per la collettività e non solo sotto l'aspetto produttivo per cui è giusto che questa collettività, e per essa l'ente pubblico, tenga conto anche della remunerazione per queste prestazioni.
Come prospettive e orientamenti per frenare l'abbandono, direi, in un primo punto, aiutare gli agricoltori ad ampliare le dimensioni delle aziende agricole sia attraverso l'affitto e sia mediante la conduzione associata.
Per quanto riguarda l'affitto, posso dire che noi ne teniamo già conto sin da adesso e le norme che abbiamo attualmente a disposizione ce lo consentono, in quanto che prendiamo in esame le richieste da parte di agricoltori, anche se hanno delle aziende modeste di tre o quattro capi, quando ci presentano iniziative per stalle di 30-40 capi noi li sussidiamo tenendo conto delle spese ammissibili, delle spese riconosciute reali per quell'iniziativa senza tenere conto, naturalmente, della superficie della loro azienda.
Questo perché sappiamo che se uno fa una stalla di 30-40 capi è perché con l'affitto intenderà adoperarla.
2°) favorire la creazione e il miglioramento di una buona organizzazione di mercato per i principali prodotti agricoli della Valle, mediante la costituzione di cooperative per la trasformazione, conservazione, commercializzazione dei prodotti zootecnici e forestali; potenziare il settore della formazione professionale è pure un altro problema, perché oggi l'agricoltura richiede una buona conoscenza di nozioni tecniche ed economiche, potenziare inoltre il settore dell'assistenza tecnico-economico-sociale per poter seguire costantemente e da vicino gli agricoltori, sia durante il loro lavoro e sia per le iniziative che intendono adottare.
Studiare, infine, credo che sia un problema che dobbiamo esaminare, un provvedimento che preveda dei premi ai conduttori di aziende, come già stanno facendo in Svizzera e in altre zone, per compensare gli agricoltori della loro funzione sociale, di cui accennavo prima.
In questa impostazione, direi che non è una cosa inventata e risulta invece ben chiaramente dal rapporto conclusivo dello studio fatto di Grenoble. Quindi già in quella sede erano emersi i principali problemi, e questi orientamenti per poter sopperire o venire incontro a questo abbandono sempre più progressivo.
Ho voluto dire queste cose per dimostrare come si colloca il provvedimento che oggi viene portato all'approvazione del Consiglio da parte della Giunta regionale.
A nostro avviso, si inquadra perfettamente nel programma prima enunciato, in quanto mediante la cooperazione si possono aumentare le dimensioni economiche delle aziende agricole, oltre al problema dell'affitto, di cui avevo detto prima, e favorire il settore della produzione, trasformazione e conservazione, commercializzazione dei prodotti agricoli, zootecnici e forestali , provvedimento quindi di notevole importanza per consentire quella ristrutturazione, oggi indispensabile, per la sopravvivenza dell'agricoltore, provvedimento che tiene conto delle esigenze emerse dall'esperienza compiuta e tenta di avviare più incisivamente quelle forme di gestione collettiva oggi da più parti ritenute valida e auspicata.
Il disegno di legge che si propone oggi all'esame del Consiglio, sotto un certo aspetto, lo si può definire una legge-quadro, in quanto oltre a regolare alcuni interventi su cui disponiamo già di una notevole esperienza, introduce anche alcuni orientamenti nuovi, vedi la commercializzazione del bestiame d'allevamento e da carne, l'utilizzazione del legname, le cui norme applicative vengono demandate ad una successiva approvazione del Consiglio regionale.
Altro elemento che mi pare opportuno rilevare sono le norme tendenti a favorire l'accesso al credito agrario a tasso agevolato. Infatti, oltre ai contributi in conto capitale, mantenuti ad una quota normale, le organizzazioni potranno fare ricorso al credito al tasso agevolato del 2% anche mediante la garanzia fideiussoria che il Consiglio regionale potrà concedere, e tutto ciò al fine di responsabilizzare gli agricoltori e di renderli partecipi alle iniziative che si assumeranno pur garantendo ad essi la copertura della spesa occorrente per la realizzazione delle varie opere.
Vorrei ancora dare una rapida illustrazione dei singoli articoli.
L'articolo 1 elenca le varie iniziative che potranno beneficiare degli interventi previsti dalla legge che sostanzialmente sono poi le latterie sociali, magazzini da frutta, cantine di invecchiamento, caseifici, stalle di raccolta per la commercializzazione del bestiame da allevamento e da carne e gli impianti per l'utilizzazione del legname.
Se le iniziative sono a carattere locale, il contributo in conto capitale è del 60% e sul rimanente 40% può essere concesso un mutuo decennale a tasso agevolato.
L'articolo 3 prevede l'impianto per la conduzione associata delle aziende zootecniche e cioè le stalle sociali, il contributo previsto è del 70% più, sul rimanente 30%, un mutuo a tasso agevolato.
L'articolo 7 prevede la realizzazione diretta da parte dell'Amministrazione regionale degli impianti e delle attrezzature descritte all'art.1 quando rivestono rilevante importanza, che siano d'interesse per tutto il territorio regionale o che, avuto riguardo al tipo di produzione, interessino vaste zone agricole e che abbiano una notevole capacità lavorativa. Si sono fissati alcuni limiti, 30 q. di latte al giorno per i prodotti caseari, 30.000, 10.000 q. annui di frutta, 3.000 q. annui di uva e quantitativi assimilabili ai precedenti per gli altri prodotti agricoli.
La gestione degli impianti costruiti dalla regione verrà affidata ad una organizzazione associativa o cooperativa la quale, decorsi i primi cinque anni dall'inizio della gestione, dovrà versare alla Regione una quota pari all'1,50% del costo complessivo dell'opera, questo è un emendamento che è stato proposto dalla Commissione e che completa in questo modo l'articolo in oggetto.
L'articolo 8 stabilisce che le opere di cui all'articolo precedente, cioè l'articolo 7, possono essere realizzate da parte delle organizzazioni cooperative e associative stesse. In tal caso, il contributo in conto capitale, viene elevato al 75% e sul rimanente 25% è prevista la possibilità di concedere sempre il mutuo ventennale a tasso agevolato.
Con l'articolo 9 si dà la possibilità alle organizzazioni di produttori di riscattare la proprietà degli impianti realizzati dall'Amministrazione regionale mediante la restituzione del 30% della spesa sostenuta dalla Regione, rateizzata in 20 anni e con il tasso di interesse del 2%.
L'articolo 10 stabilisce che l'Amministrazione regionale potrà facilitare il ricorso al credito di conduzione alle organizzazioni di produttori contemplate dalla legge stessa mediante questo, la concessione di una fideiussione bancaria.
Il provvedimento in esame ha avuto il parere favorevole dalla Commissione Affari generali e la Commissione dell'agricoltura, ha esaminato attentamente il provvedimento, e devo riconoscere si è fatto un lavoro costruttivo perché si è migliorato in diversi punti, la quale ultima ha proposto alcuni emendamenti e modifiche che proporrò durante l'esame dei singoli articoli e su cui penso relazionerà io Presidente della commissione stessa.
Vorrei infine ricordare che questo provvedimento legislativo, e in base all'articolo 93 del Trattato di Roma, deve essere sottoposto al parere preventivo della Commissione della Comunità Economica Europea.
Vorrei a questo proposito leggere l'articolo 93, punto 3°: "Alla Commissione sono comunicati, in tempo utile perché presenti le sue osservazioni, i progetti diretti a istituire o modificare aiuti. Se ritiene che un progetto non sia compatibile con il Mercato Comune a norma dell'art. 92, la Commissione inizia senza indugio la procedura prevista al paragrafo precedente, cioè la denuncia dello stato membro che presenta questi provvedimenti contrastanti con il Trattato, con il Piano Marshall e con le direttive comunitarie. Lo stato membro interessato non può dare esecuzione alle misure progettate prima che tale procedura abbia condotto ad una decisione finale".
Quindi, qui si dice che non si può dare esecuzione alle misure progettate prima di aver sentito questo parere.
Qui si è trattato di esaminare ed era sorto il dubbio se questo parere si doveva chiedere prima della discussione in Consiglio regionale o prima dell'applicazione della legge stessa, come sembra ricordare l'articolo 93.
Abbiamo ritenuto portarlo prima all'approvazione del Consiglio e seguirlo poi da vicino presso la Commissione di Bruxelles, illustrando naturalmente la validità del provvedimento, avuto riguardo della nostra situazione agricola, per il fatto che, in caso contrario, il Consiglio regionale avrebbe dovuto solo ratificare il provvedimento come ci veniva trasmesso dalla Commissione europea. Quindi, come si può vedere, questa è una questione di principio ed è una questione, direi, di autonomia.
Cioè mi pare che sia proprio la nostra Assemblea che deve vedere, prima di trasmettere a Bruxelles se un provvedimento va bene, quando questo provvedimento viene approvato, prima di darne applicazione noi ci impegneremo di trasmetterlo a Bruxelles e contemporaneamente lo trasmetteremo alla Commissione di coordinamento.
Questo ci è sembrato il modo migliore per affermare per la prima volta la nostra autonomia in questo campo perché fino adesso avevamo sempre sentito dire che la comunità economica europea teneva conto delle situazioni locali. Però adesso vedremo se effettivamente è possibile fare questo passo.
Il disegno di legge è stato consegnato ai consiglieri, unitamente al parere delle Commissioni Finanze e Affari generali e Agricoltura e foreste solo questa mattina però, desidero far presente che il detto testo era già inserito fra gli allegati per la riunione del 7 ottobre 1971. Quindi è già da un po' di tempo che è in mano dei Consiglieri regionali.
Per il momento non avrei altro da aggiungere, salvo poi eventuali chiarimenti se si rendono necessari.
Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Vice Presidente Fosson.
Fosson (U.V.) - Je voudrais avant tout m'excuser avec les Conseillers du groupe de l'Union Valdôtaine, parce que samedi à la aépró "consiliare" que nous avons fait, pour examiner ce qu'on aurait discuté au Conseil régional, je vous ai dit que ce problème n'aurait pas été discuté aujourd'hui, et ceci ce n'est pas en polémique avec l'Assesseur mais je veux expliquer, et je me permet de l'expliquer ici directement, les motifs pour lesquels on pensait de ne pas discuter aujourd'hui ce problème, parce que nous avions fait deux réunions de la Commission, et ceci démontre aussi les deux réunions de la Commission, qui ont duré pendant cinq heures entre les deux, qu'on ne pouvait pas discuter avec profit cette loi, comme on avait proposé le 23 octobre, un moment avant la séance de l'après-midi; et du reste, tout le monde s'est rendu compte lors, en base à ce que nous avions demandé, qu'il était bien d'examiner plus à fond ce projet de loi. Nous l'avons fait dans deux séances, je remercie l'Assesseur Maquignaz, qui a bien voulu dire que l'examen a été approfondi, et d'autre part, à travers les modifications que nous avons, que la Commission a proposé, vous voyez qu'il y a plusieurs articles, il y a plusieurs choses qui ont été touchées, et peut être il y a encore quelque chose qui m'est échappé, que je proposerai plus tard.
Mais je voulais dire, comme on avait fait une discussion dans la commission, qu'on devait avoir avant l'avis de la Communauté européenne, l'Assesseur avait dit que probablement on aurait envoyé avant, et donc on aurait passé au Conseil après. Nous étions restés, peut-être il y a eu un quiproquo avec l'Assesseur parce que l'assesseur s'était engagé de me dire pour samedi à midi si on l'aurait porté au Conseil; et si on ne le portait pas au Conseil, il ne me disait rien. Je n'ai pas eu un coup de fil de l'Assesseur, et alors je me suis permis de dire alors, aux Conseillers de l'Union Valdôtaine qu'on n'aurait pas discuté ce problème. Ceci, sans polémique avec l'assesseur, mais je veux demander publiquement, je veux m'excuser publiquement vers les amis de l'Union Valdôtaine.
Et sur la nature même du projet, sur la question du projet de loi, nous sommes certainement d'accord sur tout ce qui concerne la coopération; c'est pour cela que nous avons mis la plus grande attention dans l'examen de cette loi. Il y a quelque chose, quand on doit faire les choses en vitesse, certainement que les données qui viennent au Conseil, pas toujours, elles sont complexes, parce que dans la relation, au sein de la Commission, je m'étais permis de dire que je ne partageais pas entièrement la loi, parce que on faisait certaines affirmations qui pouvaient tromper aussi nos agriculteurs, et même les conseillers qui n'ont pas siégé auparavant dans ce Conseil, parce que quand on dit ici, dans la relation - et je me permets seulement pour un devoir de précision, aussi dans ce sens ce n'est pas de la polémique que je veux faire, on n'a pas eu le temps de modifier cette relation, parce que, si on avait su qu'elle venait ce matin, peut-être on aurait modifié, comme nous étions presque d'accord de modifier certaines choses, parce que quand on dit ici "gli interventi tuttavia hanno avuto carattere sporadico, saltuario, non sufficientemente organico", il y a une partie de vérité, mais ce n'est pas complet. Quand on dit "mediante l'adozione di una legge regionale ogni qualvolta maturava una iniziativa cooperativistica riconosciuta degna di essere incoraggiata, valida esclusivamente per quello specifico caso", moi, excusez-moi, mais je dois rappeler à ceux qui n'ont pas siégé auparavant dans ce Conseil que en 1954, donc il y a bien 17 ans, nous de l'Union Valdôtaine nous nous étions faits promoteurs, nous que nous sommes contre la coopération, des fois, à entendre quelqu'un, que nous sommes des conservateurs, nous nous étions faits promoteurs d'une loi organique sur la coopération, surtout pour les laiteries sociales, et je pense que les vieux conseillers s'en souviennent, il suffirait d'aller prendre les verbaux de 1950, moi je les ai ici devant mon nez, avec la loi qui a été approuvée dans la séance du 6 août 1954, et dans cette séance on avait approuvé un "provvedimento inteso a favorire la produzione, la lavorazione, la conservazione dei prodotti lattiero-caseari in Valle d'Aosta."
J'ai voulu seulement faire ce relief parce que sur la question coopération il faut aussi avoir les idées claires, parce que si en Vallée d'Aoste certaines choses n'ont pas pu être faites, maintenant c'est facile, on peut donner la faute aux administrateurs du passé, tandis que ce qui a toujours manqué est l'esprit coopératif de la part des agriculteurs, parce que nous avons, comme administrateurs, toujours fait des efforts énormes pour pouvoir faire quelque chose dans le champs de la coopération, et nous avons heurté bien de fois contre une mentalité trop individualiste des agriculteurs, et nous avons eu d'autres fois l'opposition de la part de certaines forces politiques qui, en faisant un petit jeu de parti il suffisait que ce fût quelqu'un de l'Union Valdôtaine à proposer quelque chose pour dire "il ne faut pas l'approuver", et tantôt quand nous étions dans une réunion de deux commissions où l'on parlait d'une motion présentée par l'Union Valdôtaine, de la part de quelqu'un, je dis, peut-être on faisait de nouveau les mêmes raisonnements qu'on faisait dans le 1954 ou l'on disait qu'il ne fallait pas appuyer la loi qui avait été approuvée et proposée par l'Union Valdôtaine, et alors il y avait aussi, dans le 1954, quand nous avons approuvé cette loi, il y avait encore, nous étions nous à la Junte et il y avait le Conseil réduit parce qu'il y avait eu les démissions d'une partie du Conseil.
Et on a fait alors, contre cette loi, on a même soulevé des difficultés de la part du Comitato de Coordinamento, et au centre on a, à un certain moment, "impugné" cette loi devant la Cour Constitutionnelle. Or, et il n'est pas mal, des fois, de faire un peu l'histoire aussi dans ce sens, et vraiment, à la Cour Constitutionnelle on l'avait impugné pour ce qu'on disait, à l'article 2, le premier alinéa de l'article 2 de notre loi, et pour ce qu'on disait à l'article 9, et dans l'article 2 on demandait seulement que les statuts des coopératives et des consorces soient approuvés, qui devaient jouir de ces fonds de l'Administration régional, devaient être approuvés par l'Administration régionale et à l'article 9 on demandait, pour un meilleur contrôle dans ces coopératives, qui étaient d'une certaine importance, on demandait que fut nommé un reviseur des comptes, qu'il soit nommé par l'Administration régionale, et c'est vraiment en revenant de nouveau sur ces deux points que moi je proposerais encore des petites variations à celles que nous avons déjà discuté longuement au sein de la Commission, dont toute la commission était d'accord, vous avez les annexes vous-même et alors sur ces points je pense que nous n'avons pas à faire de longues discussions; je vous proposerais après, au lieu de deux amendements, pour la question que je vous ai dite.
Quelqu'un pourra dire "Mais, qu'a-t-elle dit la Cour constitutionnelle alors?". Mais la Cour constitutionnelle alors, elle nous a donné raison; immédiatement elle ne pouvait pas prendre en examen la proposition de loi, parce que la Cour constitutionnelle, comme vous savez, a été instituée seulement en 1956, mais une des première choses qu'a fait la Cour constitutionnelle après sa nomination ce fut de prendre en examen cette "impugnativa" du Gouvernement vis-à-vis de cette loi et, pour une fois qui nous avait donné raison, et permettez-moi, vraiment pour que ces choses restent, on les rappellent de nouveau aux conseillers plus jeunes et à ce Conseil, que je ne lise pas toute la sentence de la Cour constitutionnelle, non, mais que j'arrive seulement à toucher les points de l'article 2 et de l'article 9, le pourquoi ils nous donnaient raison, de façon que si quelqu'un aura quelques perplexités dans ces amendements que nous voulons mettre dans la loi il soit tranquillisé par cette sentence de la Cour constitutionnelle qui avait donné une fois tant raison à l'Administration régionale.
Et alors je vous fais grâce, je vous dis seulement ici, comme je vous ai dit qu'on avait demandé, dunque "Il Presidente del Consiglio dei Ministri chiede pertanto che sia dichiarata l'illegittimità costituzionale degli articoli 2, primo comma, e 9 della legge regionale di cui si tratta", et je viens un peu aux constatations du pourquoi cela à été rejeté, et on dit: "la preventiva approvazione, la portata, la preventiva approvazione dello statuto, della cooperativa e del consorzio da parte dell'amministrazione regionale non è un atto di approvazione da cui dipenda la validità o l'efficacia dello Statuto, ma riguarda esclusivamente il procedimento che in seguito alla richiesta della Cooperativa o del Consorzio si svolge tra l'amministrazione regionale e la cooperativa o il consorzio richiedente, ai fini della decisione dell'amministrazione sulla provenienza o meno di concedere la richiesta costruzione di stabili ai fini della legge.
La preventiva approvazione dello statuto da parte dell'amministrazione regionale è soltanto una comprensibile cautela che la legge prevede nell'interesse della regione per rendersi conto che la cooperativa offre le garanzie necessarie per essere ammessa a godere dei benefici disposti dalla legge, i quali importano un onere finanziario per la amministrazione regionale, a spese della quale sono costruiti e attrezzati gli stabili da concedersi dalla cooperativa o dal consorzio richiedente" c'est ce que nous avons dans la loi actuelle, que nous allons examiner, à l'article 1, à l'article 7, à l'article 8.
"Essendo questo il significato della preventiva approvazione dello Statuto da parte dell'amministrazione regionale, la disposizione dell'art. 2, primo comma della legge, che la prevede ad illimitati fini della legge stessa, non può qualificarsi una disposizione che si riferisce alla cooperazione e al lavoro quale materia estranea alla competenza legislativa della regione".
Sur l'article 9, où l'on parlait de nommer un réviseur des comptes de la part de l'administration régionale, in tutti i collegi sindacali de ces coopératives d'une certaine importance, on disait: "La designazione di uno dei membri del collegio dei sindaci - ici je prends seulement les parties conclusives - la designazione di uno dei membri del collegio dei sindaci da parte dell'amministrazione regionale è una forma di controllo che tende a dare una garanzia all'amministrazione regionale, rispetto alle cooperative e ai consorzi, ai quali, in concreto, sono state cedute in affitto o in riscatto, in proprietà, gli stabili che su loro richiesta la regione abbia costruito a proprie spese. La disposizione della legge regionale che prevede tale designazione non solo non riguarda la cooperazione di lavori in generale, ma come anche dichiarato dalla regione nelle sue deduzioni, non porta alcuna deroga alle disposizioni generali relative ai controlli governativi sulle cooperative e sui consorzi nemmeno nei riguardi di quelle determinate cooperative o quei determinati consorzi che avendo interesse a godere dei benefici accordati alla Regione, hanno chiesto e ottenuto dall'amministrazione regionale la costruzione e la cessione in affitto o in riscatto, in proprietà, di stabili costruiti dalla Regione a sue spese. L'impugnazione della menzionata disposizione contenuta nell'articolo 9 della legge regionale di cui si tratta è pertanto da ritenersi infondata.
Quindi la Corte costituzionale respinge il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri per la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 2, primo comma, e 9 della legge approvata da Consiglio regionale della Valle d'Aosta il 6 agosto 1954, e riapprovata il 20 settembre 1954, contenente provvedimenti intesi a favorire la produzione, la lavorazione e la conservazione dei prodotti lattiero-caseari.
Così deciso in Roma nella sede della Corte Costituzionale il 19 giugno 1956".
J'ai voulu relire ces choses parce que l'autre jour je me suis aperçu qu'en parlant de certaines questions qui ont été approuvées, certains principes qui ont été portés comme modification à la loi que nous allons examiner d'ici un instant, bien de gens me disaient, et il y avaient même des fonctionnaires de la Vallée qui me disaient: "ma questa non è mica una legge, noi non abbiamo mai saputo niente di questo", et certainement qu'ils avaient aussi raison qu'ils ne savaient rien; ils ne savaient rien maintenant qu'ils avaient raison de ne rien savoir, cela je ne l'admet pas, mais cette loi n'a jamais été publiée, même après que la Cour Constitutionnelle nous avait donné raison et ceci, l'autre jour quand quelqu'un je ne sais pas si c'était Dolchi, qui parlait di "omissione di atti d'ufficio" dans certaines choses, ceci aurait pu faire effectivement partie d'une des questions di "omissione di atti di ufficio".
En tout cas ce n'est pas pour faire des polémiques aujourd'hui que j'ai voulu citer ceci; je me suis permis de citer ces choses au Conseil comme je l'ai dit auparavant, exclusivement pour rappeler que sur le problème de la coopération ce n'est pas qu'on fasse un cas vierge et qu'on parle aujourd'hui dans le 1971 mais comme vous voyez il y avait une loi organique pour un certain secteur, depuis le 1954, et si ces choses n'ont pas pu donner des fruits dans ce moment les raisons sont plusieurs et sont celles que je vous ai dit avant: pas une maturité du point de vue coopérativiste, et cette maturité je me permets de dire qu'on est en train, lentement, à la modifier, mais on aurait dû la modifier bien plus vite, et ici ce n'est pas la faute certainement des administrations, parce que tous ceux qui se sont succédées ont cherché de faire entrer cet esprit coopérativiste dans les agriculteurs valdôtains. Il y a eu certainement des fois des fautes aussi de la part de partis politiques, nous espérons que ce qu'on n'a pas pu faire dans les passé on le puisse faire dans le présent ou qu'on le puisse faire dans l'avenir, parce que les choses changent, le monde bouge et nous espérons que ce qui n'était pas mûr il y a 17 ans soit mûr aujourd'hui, ou du moins soit mûr demain, et je pense que dans le même sens le souhaite l'assesseur à l'agriculture, parce que les difficultés que nous avons trouvées nous dans le passé ne sont pas encore complètement disparues, et bien de fois il se trouve lui-même devant les mêmes difficultés.
J'ai voulu vous rappeler cette sentence de la Cour constitutionnelle aussi pour une autre raison, parce que dans les discussions que nous avons faites au sein de la Commission de l'agriculture, discussions approfondies, nous avons repris certains principes, certains principes qui avaient déjà été repris, je me permets de le dire, et je l'avais déjà dit ici au Conseil directement par l'Assesseur et par les bureaux de l'Assessorat, quand ils ont présenté cette loi parce que quand on a prévu la possibilité de construire directement les grands magasins ou les grandes, je ne sais pas, les laiteries d'une certaine importance sur le plan régional, les magasins de fruit ou les magasins pour la conservation du vin pour le vieillissement du vin ou pour d'autres choses d'une certaine importance et qu'on a dit, on prévoit dans la loi que l'administration régionale puisse les faire directement, on prévoit qu'on puisse donner un pourcentage plus fort pour ces organisations d'une certaine importance et dans le même temps qu'il y a, il est prévu même la possibilité de la construction directe de la part de l'administration régionale, pour céder en gestion aux coopératives, aux coopératives qui donnent toutes les garanties.
Je me suis permis alors de dire, vraiment en me rattachant à ces précédents, je me suis permis de dire qu'il fallait voir aussi d'autres possibilités que nous avions déjà prévues, seulement pour les laiteries, naturellement dans la loi du 1954, c'est à dire une possibilité de louer ces bâtiments directement aux organismes qui allaient les gérer ou sans quoi de permettre le "riscatto" et les choses qu'on a prévu dans la loi dont dans ce sens.
Nous avons, nous nous sommes permis de mettre aussi, de demander aussi que si en tout cas on le loue après un certain nombre d'années, qu'il soit cédé gratuitement aux coopératives, on puisse fixer un loyer qui soit un peu proportionnel à la question qu'il y a du riscatto, à ce qui est la somme du riscatto, parce que nous devions tout de même tendre à encourager ces coopératives à être propriétaires elles-mêmes des bâtiments qui leur servent; pourquoi? Parce que quand on a une chose qui est de propriété, certainement qu'on la soigne mieux que ce qui est seulement donné en gestion gratuitement ou... Sur ce point aussi j'ai trouvé la pleine compréhension de l'assesseur parce que la question que les choses qu'on donne gratuitement bien de fois on obtient des résultats contraires à ce qu'on penserait, parce que des fois on pense de donner gratuitement, en retenant que la chose donne un fruit supérieur tandis que quand on donne gratuitement le monde ne se soucie pas, et on fait les demandes sans faire un calcul économique de ce que sera le futur. On ne se soucie pas de ce que sont les problèmes à venir, tandis que si quelqu'un doit penser qu'il doit mettre dehors une petite somme, alors il commence à se préoccuper et c'est juste que les gens qui veulent gérer quelque chose de ce genre se préoccupent, ceci dans l'intérêt même de créer des associations, créer des consorces, créer des coopératives qui soient viables.
Il y a, sur la question des pourcentages nous étions d'accord et alors je n'entre pas dans de grands détails parce que l'assesseur a déjà dit quels étaient les principes, moi j'ai voulu me référer à certaines choses. Nous n'avions rien au contraire, même si je dis ces choses au début, sur la question de la CEE ou quoi, dans la Commission nous n'avions rien au contraire de discuter le problème au Conseil avant de l'envoyer à la CEE, ou de l'envoyer à la CEE avant de le discuter au Conseil. Nous avions dit et nous avions laissé cette faculté, le choix de cette faculté amplement à l'Assesseur qui avait dit qu'il aurait parlé en Junte.
Je ne sais pas, j'ai dit que nous n'avons aucune difficulté dans un sens et dans l'autre, on a dit que c'est une affirmation de principe, je peux le partager, tout de même il faut voir parce qu'il y a effectivement, ce qu'a rappelé l'Assesseur avant, on a déjà fait dans deux autres occasions, on a déjà rappelé la Région à l'observation de ces indications et il ne faudrait pas qu'à un certain moment quelques fonctionnaires un peu plus tordus ils se prennent, ils s'embarquent un peu et disent "Ces gens ne veulent pas observer ce que nous disons", mais sur ce point je n'ai rien, c'est un problème qui est, un problème qui devrait être approfondi, ce n'est pas le moment maintenant d'en discuter en long, effectivement avec la approbation des Traités de Rome c'est une partie de l'autonomie des régions qui vient à manquer, comme d'autre part il manque une partie de l'autonomie des Etats, parce que chaque État renonce à une partie de sa souveraineté en base aux accords qui ont été concordé et pratiquement ceci se reflète aussi sur les Régions. Il faudra peut-être, et je sais que de la part aussi de certains organes de l'administration, de la Présidence, a déjà été un peu débattu ce problème dans le sens que, surtout pour les situations des régions de montagne on puisse, au sein de la Communauté européenne, faire présent que les questions sont différentes, qu'on ne peut pas rester sur le même plan de toutes les lois qu'on fait dans les différents états, et alors peut-être... d'autre part il y a déjà eu aussi des rencontres dans ce sens, il serait bien toujours de pouvoir continuer ces rencontres avec les représentants des gens qui sont similaires aux nôtres, et donc ce n'est pas seulement les régions italiennes, mais il y a aussi des régions - la Suisse n'est pas dans le marché commun, l'Autriche n'est pas dans le marché commun, mais la France elle a un régionalisme, pour l'instant pas trop poussé, mais tout de même il faut, à travers les organes, le Conseil des communes d'Europe, une chose, l'autre, les assemblées des pouvoirs locaux pouvoir faire présent quelles sont les différences même des régions de montagne, de façon qu'on puisse les mesurer avec un autre mètre quand on doit prendre quelque décision dans ce sens.
Je ne reste pas à illustrer les modifications que la Commission a proposé, je ne sais pas, l'assesseur avait dit, peut-être que je devais les illustrer, je ne sais pas si j'ai bien compris, s'il faut les illustrer en quelque sorte, quelques petites choses on peut voir, sans perdre trop de temps, je sais que l'Assesseur Lustrissy est un peu pressé dans ces choses ici, mais tout de même, même pour lui une illustration pourrait servir.
Eh bien, il y a à l'article 4 une question qu'on a porté de 8 ans à 10 ans, de 10 ans à 20 ans, et ici c'est seulement, mais je pense qu'il n'y a pas à dire grand-chose pour les Conseillers, parce que les Conseillers on eut, il y a à l'article 7 qu'on a établi un pourcentage qui correspondrait au loyer, qui devrait payer, et que je vous ai déjà dit avant que ceci c'est en proportion de la possibilité de riscatto d'un autre côté, il y a à l'article 8, à la fin de l'article 8, l'article 8 a été modifié en partie, l'avant-dernier est le dernier alinéa, et ça seulement pour ne pas permettre l'accumulation des subsides entre ceux qui peuvent jouir de la CEE, des subsides, qui peut jouir des subsides du Piano Verde.
Ici on a pensé de réduire à 5 ans la possibilité de prendre une décision pour opter pour le riscatto ou pour le loyer, à l'article 12, on a prévu que pour la concession des contributions pour les grands magasins de fruits d'intérêt régional, au lieu de laisser complètement la question à la Junte, la concession soit du Conseil régional, ceci pour les magasins d'une certaine importance.
On a prévu l'article 16, pour l'article 16 je veux vous donner une explication, parce que l'article 16 est en rapport à la dernière partie de l'article 1, parce que nous avions des perplexités, nous le disons tout de suite, à l'article 1, quand on parle, dunque "l'Assessorato regionale all'agricoltura e foreste è autorizzato a promuovere iniziative destinate a favorire il sorgere di impianti e relative attrezzature, compreso l'acquisto delle aree fabbricate occorrenti, destinati alla raccolta, trasformazione, lavorazione, conservazione e vendita di prodotti agricoli e zootecnici, jusqu'ici rien à dire, nonché alla commercializzazione in comune del bestiame di allevamento e da carne e a utilizzazione di legnami. Nous avions des perplexités surtout sur la question dell'utilizzazione di legname, et on pense à vous, on avait proposé si ce n'était pas bien de faire une loi complètement à part pour la question de l'utilisation des bois, utilisation des bois, ici on parle aussi, c'est peut-être des coopératives dans les consorteries ou de quoi, et tout ceci et nous avions des perplexités de le mettre dans une loi qui concernait l'agriculture.
L'Assesseur nous a expliqué que la Junte proposait de le tenir dans l'article 1, et alors, comme on n'a pas aucun précédent encore, et on ne pourrait pas traiter ce problème directement, soit pour la commercialisation des bestiaux et de la viande, soit pour l'utilisation du bois, nous n'avons pas des exemples encore en Vallée d'Aoste, tandis que pour les autres nous avons déjà des organismes qui fonctionnent et alors on a prévu l'article 16 de façon de faire que le Conseil soit investi à un certain moment, de créer, nous n'avons pas voulu demander un règlement, mais qui dicte quelles sont les directives qu'on devra suivre pour ces nouvelles questions qui n'intéressent pas vraiment la question de la commercialisation des bovins et de la viande, cela intéresse directement l'agriculture. La question de l'utilisation du bois est une question un peu à part, un peu à part, et alors pour cette question on a retenu que le Conseil, que l'assessorat approfondisse un peu ce problème et soumettre au Conseil, à temps voulu, avant de prendre des engagements dans ce sens de pouvoir voir, de dicter les orientations qu'on puisse, qu'on doit suivre pour arriver aussi à utiliser ces choses, faciliter ces secteurs.
Or, cette question je l'ai soulignée à l'article 1, cette question est aussi dans les autres points, et alors je pense que soit donnée l'explication.
Je voudrais maintenant proposer, et je ne sais pas s'il convient de le mettre à l'article 7 ou à l'article 4, et sur ce point je dis un peu ce que devrait être le secrétaire général qui devrait nous donner un peu un avis, parce que je voudrais reporter, justement, en plus des choses qui a proposé la Commission, et je demande pardon si je les propose aujourd'hui, parce que je n'avais pas sous-main ces questions avant, ce qui concerne l'approbation des statuts des coopératives et la question de la nomination d'un réviseur des comptes dans les coopératives. Or, qu'il soit clair, peut-être pour les statuts, à part les consorteries qui sont déjà, qu'il y a des vieux statuts, mais s'ils faisaient quelque chose de nouveau, il serait bien aussi que l'Administration régionale voit comme ils sont modifiés en tout cas ces statuts, pour arriver à utiliser, par exemple pour, je ne sais pas, pour se bouger dans certains secteurs qui ne sont pas prévus.
La question, au lieu de la nomination d'un réviseur des comptes, dans le collegio sindacale, cela devait servir seulement pour les coopératives d'une certaine importance, parce que nous ne voulons pas augmenter une burocratie et mettre cela dans les petites coopératives, entendons-nous, ce n'est pas cela le but, le but c'est que dans les coopératives d'une certaine importance l'administration régionale puisse voir bien, déterminer quel est le statut, aussi nommer directement un réviseur des comptes dans la coopérative, parce que dans la loi sont prévus les autres contrôles. À travers la fideiussione qu'on pense de pouvoir donner on dit que les comptes doivent, en tout cas, être envoyés à l'Administration régionale, les banques sont tenues chaque semestre où chaque trois mois d'envoyer les comptes à l'Administration régionale, mais ce serait bien, surtout pour les choses d'une plus grande importance, pouvoir prévoir ces choses.
Et alors je dis, ici maintenant je pensais, pour la question des statuts, peut-être l'approbation des statuts il est bien de les voir tous, les statuts, parce que une fois que... tant l'Administration régionale doit avoir avant de donner les contributions, dois prendre en examen quelles fonctions a la coopérative, à quoi elle s'engage et tout, et alors il est bien aussi qu'elle voit les statuts, approuve les statuts pour faire une chose que pratiquement on le fait déjà maintenant, Assesseur, et alors il est bien qu'on le met dans la loi. Tandis que pour la question des reviseurs des comptes il faudrait le limiter à ces coopératives qui sont en base à l'article 7 et en base à l'article 8; je dis, je ne pense pas de les mettre, de proposer cela dans les questions de stalle sociali, et tout le restant, compris Assesseur?
Alors, moi je proposais ces deux amendements, qu'il faut voir où les placer: "Lo Statuto della cooperativa agricola, delle cooperative agricole o loro consorzi e le associazioni dei produttori agricoli che vorranno usufruire degli impianti e delle relative attrezzature di cui sopra, devono essere preventivamente approvati da parte dell'Amministrazione regionale".
Un autre comma, qu'il faut voir où le mettre, "All'amministrazione régionale è riservata la designazione di uno dei membri del collegio sindacale degli enti gestori", j'ai dit "enti gestori" parce que on parlait di "enti gestori" vraiment à l'article 7 ou à l'article 8. C'est une question maintenant de voir ou les placer mieux, c'est une question purement formelle, mais... la deuxième il me semble que la place, sa place soit la fin de l'article 7, le deuxième que j'ai proposé; le premier, j'ai certaines perplexités s'il faut le poser à l'article 7 ou le poser à l'article 4; en tout cas c'est une question que nous pourrons voir avec calme.
Voilà, je pense que je n'ai pas besoin d'être plus long sur ce point et je me souhaite seulement que la loi, qui a été proposée avec des finalités que nous tous partageons, puisse avoir un bon succès, mais un bon succès surtout pour la création de coopératives viables, qui se constituent sur un plan économique, un plan économique et que ce ne soit pas seulement, qui ne se constitue pas seulement des coopératives pour pouvoir obtenir de l'Administration régionale des subsides ou des bâtiments d'une certaine importance, que après il reste là inutilisés et alors ce serait de l'argent gâché parce que, et je pense que nous ferions un mauvais service à nos agriculteurs si nous continuons à donner des contributions ou des subsides ou créer des coopératives qui n'ont pas la possibilité d'une leur vie. Je ne dis pas tout de suite au début, parce que on prévoit aussi ici de donner des bâtiments pendant cinq ans, en tout cas pour permettre, nous savons que tous les commencements sont difficiles, et alors ces coopératives doivent se faire les os au début, mais tout de même et sur ceci j'ai eu le plaisir d'entendre certaines appréciations de l'assesseur à l'agriculture qui coïncideraient complètement et d'autre part, quand un il y a un peu de temps qu'il reste dans l'Assessorat à l'agriculture et qu'il prend une certaine pratique, il ne peut pas arriver à d'autres conclusions, c'est-à-dire qu'on doit créer quelque chose qui soit sur le plan économique, qui soit positif sur le plan économique, parce que toutes les questions qu'on crée et n'ont pas une base économique elles sont destinées fatalement, vite ou tard, à engloutir, à continuer à engloutir de l'argent de l'administration régionale, non seulement, mais à créer une mentalité dans les coopérativistes qui est négative. Et il suffirait ici, ne faisons pas les exemples négatif maintenant, dans un moment où nous voulons approuver cette loi, mais il suffirait d'avoir présente la fin qu'ils ont fait une grande partie des caves sociales de l'Astigiano, parce que à un certain moment on a créé un tas de cadres, on a dépensé des centaines de millions, de milliards, les agriculteurs on été engagés et maintenant ces agriculteurs, qui avaient été encouragés à travers des subsides de créer ces organismes d'une certaine façon, maintenant une partie de ces agriculteurs se trouvent avec des dettes plus grosses, auxquelles il ne peuvent pas faire face et ils sont dans le pétrin et alors nous devons chercher d'éviter parce que jusqu'à un certain moment on peut en tout cas encourager, aider la coopération dans ce sens; si cette coopération est viable, on fait quelque chose de bon pour nos agriculteurs, si elle est posée sur des bases qui ne sont pas économiques, nous faisons un dommage au lieu de faire un bien.
Voilà. C'est ce que je voulais dire dans ce sens et je pense que s'il y aura quelque chose à dire encore après je pourrai toujours prendre la parole.
Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Manganoni.
Manganoni (P.C.I.) - Io vorrei solo chiedere, cioè vorrei chiedere una spiegazione prima di fare il mio intervento. All'articolo 19, mi pare, si parla di 150 milioni stanziati quest'anno. Allora "saranno imputati al sottoriportato nuovo capitolo di spesa sul bilancio del 1971". Noi siamo in novembre, cioè cosa si prevede ancora di spendere nel 1971, cioè, questi 150 milioni cosa l'Assessore prevede, grosso modo, cose principali, naturalmente.
Poi, brevissimo, sull'intervento dell'Assessore. Gli do atto che la relazione è cosparsa di buone intenzioni e con questa legge facciamo indubbiamente un passo avanti. Però, osservate, non è sufficiente, bisogna fare il resto. Bisogna rivedere particolarmente tutte le altre forme di sussidio che oggi sono in atto. Ci sono degli spezzettamenti, e questo l'assessore lo sa meglio di me, a non finire, con degli esiti molte volte negativi, e la cui efficacia è molto dubbia, in certi casi addirittura si sono spesi male i soldi.
Voglio citarvi un esempio. Per certe sovvenzioni, non faccio il nome dei mayens, dove tre proprietari di piccoli mayens, molti anni fa, 10 o 15 anni fa, hanno ottenuto il contributo per rifarsi la casa rurale, la stalla. E hanno fatto la stalla con la capienza del bestiame che possedevano, ognuno, una decina di capi o 12.
Oggi, cosa ce ne accorgiamo noi? Che abbiamo speso male i soldi perché si sarebbe dovuto fare non tre stalle di 10 bovini, avremmo dovuto fare una sola stalla di 30 bovini, 30-40 comunque. Perché? Perché, allora, noi credevamo di spendere bene questi quattrini, perché allora l'economia agricola in Valle era così, 10 o 15 anni fa. Non potevamo prevedere che dopo 15 anni si arrivasse al punto di oggi.
Comunque, oggi, cosa constatiamo? Che abbiamo speso male quei denari. Perché se vogliamo che quel gruppo di mayens rimanga in piedi bisognerà fare una stalla unica.
Ora, io cito questo fatto, questo caso, ma ne potrei citare una infinità, ma non ne cito altri, lo dico, non per fare delle accuse a nessuno, perché la situazione allora era così. Però bisogna che noi prevediamo, che noi guardiamo al futuro e cerchiamo di renderci conto che cosa verrà fra 8 o 10 anni.
Ha parlato, l'assessore, dei premi ai conduttori di aziende, come in Svizzera. E va bene, d'accordo, però bisogna che esaminiamo bene questo problema perché l'abbandono della terra, oltre i danni all'economia e al turismo, perché osservate, i fondi che noi stanziamo sul bilancio dell'Agricoltura servono non quanto all'agricoltura, ma in misura notevole servono al turismo, perché se la campagna viene abbandonata ed è piena di sterpi eccetera, il turismo ne subisce dei danni, vi è la questione della rottura dell'equilibrio idrogeologico, e di questo ne hanno accennato...
Allora, noi, per questo, dobbiamo prevenire l'abbandono della campagna perché dopo sarebbe tardi. E come dobbiamo prevenirlo? Non sono sufficienti queste leggi e leggine che facciamo. Bisogna che noi ci mettiamo in testa che il lavoratore della terra deve essere trattato come il lavoratore dell'industria. Questo mettiamocelo bene in testa oggi, non fra 10 anni, oggi.
Perché? Perché non è giusto che il lavoratore della terra sia trattato come è trattato oggi.
Pensione: perché quello deve percepire 18.000 lire - i coltivatori diretti: 18 mila lire, a 65 anni poi. Diamogli la pensione, al lavoratore della terra, come la percepisce il lavoratore dell'industria. Una media, dico.
L'assistenza della mutua. È vero che qui in Valle, in questi ultimi anni, almeno così mi è stato detto, il coltivatore diretto non si paga più le medicine, il medico, il ricovero ospedaliero perché la Regione interviene, però è sempre una questione così! Bisogna che sia un diritto suo alla mutua completa, nel senso di ricorrere a medici e medicinali come ce l'ha il lavoratore dell'industria.
Però, osservate, bisogna che facciamo presto. Perché va bene consorziare e cooperativizzare e non lasciare il lavoratore della terra in balia degli alti e bassi del mercato e degli speculatori. Va bene questo, però questo non è sufficiente, anche tenuto conto della mentalità che c'è in Valle. E il compito dell'assessore non sarà semplice, cioè quello di convincere tutti questi agricoltori a consorziarsi. Ma bisogna che noi integriamo, cioè, in un certo modo noi gli assegniamo uno stipendio, integriamo il guadagno insufficiente in modo da portarlo al livello di tutti i lavoratori dell'industria.
Ora, in altri termini, bisognerà stipendiare i lavoratori della terra. Ora questo, potrà sembrare un assurdo oggi. Oggi come paghiamo chi lavora la terra?
Dicevo prima che noi dobbiamo prevenire. Se noi non lo facciamo presto, non dico oggi, ma presto, dopo sarà troppo tardi. Perché quando avranno abbandonato le campagne, e siamo su quella via, basta guardarci in giro: campi non più falciati, non parliamo poi dei campi, che quelli sono già tutti abbandonati, i campi in alto, ma anche i prati irrigui, a mezza collina, vengono abbandonati, non sono più falciati. Quindi, l'esempio più chiaro che la gente se ne va, basterebbe quello.
Ora non dobbiamo aspettare che la gente se ne sia andata, perché quando quelli hanno abbandonato la campagna, voi potete prendere tutti i provvedimenti che volete, quelli, in campagna, non ci ritornano più. Ecco perché io insisto sull'urgenza di questi provvedimenti. Non è semplice!
Io non dico: Maquignaz, con la bacchetta magica, domani deve portare in Consiglio delle proposte tendenti ad ottenere questi scopi. Però, se noi non ci diamo da fare e non prendiamo presto di questi provvedimenti, sarà inutile che poi piangiamo sull'abbandono totale delle campagne in Valle d'Aosta.
Tonino (P.S.I.U.P.) - A parte alcune considerazioni già dette dall'amico Manganoni, alcune delle quali le riprenderò nel mio intervento, mi devo compiacere con l'Assessore per avere portato all'approvazione del Consiglio la seguente legge prima di inviarla alle organizzazioni della CEE, perché se fosse stato in modo inverso, veramente avremmo fatto un cattivo servizio alla nostra autonomia regionale.
Quindi prendo atto che si è scelta la strada più conforme ai diritti del nostro statuto.
La legge che stiamo discutendo è senza dubbio una legge molto importante tanto che accolgo la dicitura detta dall'Assessore quale legge quadro dell'agricoltura.
Però, pur ritenendo questa legge molto importante, tanto da qualificare la "legge-quadro", non è però ancora una legge rivoluzionaria nel vero senso della parola.
A me pare che si abbia avuto paura della impopolarità, non tanto nell'elaborare la legge, perché la legge è elaborata abbastanza bene, quanto nel prendere delle drastiche decisioni per quanto riguarda il permanere, malgrado la legge, dei contributi a singoli agricoltori non associati.
Capisco che una decisione del genere poteva anche essere impopolare, perché non è ancora compresa dai nostri agricoltori. E, naturalmente, se la Giunta avesse adottato questo sistema, ci sarebbe stato senz'altro il solito speculatore politico in malafede che, se non pubblicava fotografie più o meno di cattivo gusto, ne avrebbe senz'altro fatto una speculazione politica, attraverso i propri giornali per dire agli agricoltori valdostani che questa Giunta toglieva loro i soldi destinati a loro.
Ciò non di meno se il problema del contributo a singoli agricoltori fosse stato portato allo studio di tutti i gruppi politici di questo Consiglio, con un accordo reciproco si sarebbe potuto dare a questa legge un contributo veramente rivoluzionario.
Perché dico questo? Dico questo perché proprio attraverso il permanere del singolo contributo non sarà facile, almeno in alcune zone, convincere gli agricoltori sull'utilità di costituirsi in cooperative o organismi collettivi.
Abbiamo sempre detto, in passato, che bisognava smettere di spendere denaro pubblico in modo frammentario, che bisognava affrontare con adeguate leggi quadro il problema dell'agricoltura.
Ed ora che abbiamo una legge molto importante in tale senso, ritengo che questa mancanza di coraggio, nel prendere nel contempo misure restrittive a carattere individuale, non faciliterà certamente gli agricoltori a fare una scelta nel senso a loro positivo.
Sono convinto che il problema del singolo contributo, a parte quelle zone in cui per sua natura non è possibile la cooperativizzazione, tornerà a danno di questa legge.
Quindi, pur essendo d'accordo sul grande provvedimento legislativo che affronta il grosso problema dell'Agricoltura e che voterò naturalmente a favore, mi spiace aver dovuto muovere questi appunti. Comunque, ripeto, un grosso passo avanti che va a beneficio di agricoltura valdostana in genere e pur non entrando nel dettaglio delle singole leggi già tanto dibattute in sede di commissione, mi dichiaro favorevole, con l'augurio che la stessa possa avere piena applicazione e successo e soprattutto compresa fra gli agricoltori quale legge molto importante ai fini di una moderna e organizzata agricoltura che altri Paesi, già prima di noi, hanno applicato.
Maquignaz (D.P.) - Al Consigliere Fosson vorrei dire che, per quanto riguarda..., non c'è in questo momento... (Montesano: ...è lì, è lì...) - quelle norme differenziate che noi invochiamo per le zone di montagna, posso dire che abbiamo fatto tutto il nostro possibile perché abbiamo seguito questo in un convegno di Trento dove abbiamo detto chiaramente che le norme comunitarie vanno bene se programmano un piano generale, ma non vanno mai bene nell'applicazione, nelle situazioni che si vengono a trovare le singole regioni di montagna.
Abbiamo invitato un tecnico ed un alto funzionario della CEE a venire in Valle d'Aosta perché si rendessero conto dei nostri problemi. è stato ricevuto dalla Giunta dove abbiamo illustrato la nostra situazione e gli abbiamo fatto visitare un po' la nostra Valle. E mi sono reso conto che questo è servito perché nel mio ultimo viaggio a Bruxelles ho visto ed abbiamo trovato dalla comprensione, anzi c'è stato detto che quando abbiamo delle difficoltà o quando vogliamo varare dei provvedimenti sarà sempre bene recarsi di persona per illustrare ed informare queste nostre difficoltà, in modo che loro li vedano non più sotto l'aspetto generale, ma sotto le condizioni particolari della nostra Valle.
Quindi io dirò che continuerò a fare tutto il possibile perché bisogna proprio che a Bruxelles si rendano conto che la nostra agricoltura non può essere autosufficiente e deve solo servire come base per lo sviluppo degli altri settori e questo naturalmente fa cambiare un po' l'impostazione dove vogliono vedere solo delle aziende economiche, mentre noi qui non arriveremo mai, tranne per qualche azienda di fondo valle.
Per quanto riguarda la questione degli Statuti delle cooperative, vorrei dire che le bozze di statuto vengono sempre predisposte, direi che sono quelle che vengono elaborate già dall'assessorato dell'Agricoltura, cioè non è che le cooperative facciano questi statuti. Siamo noi, praticamente, che li aiutiamo e che gli diamo la bozza e che poi la discutiamo insieme per adattare questo statuto alle singole loro situazioni ed esigenze. Quindi non so se è il caso di inserire nella legge, perché questo, effettivamente, già lo facciamo per tutte le iniziative di una certa importanza.
Per quanto riguarda la questione revisori, di avere un nostro revisore dei conti, direi che noi, alla cooperativa produttori latte e fontina abbiamo nominato un nostro, ispettore, lo chiamerei. Alla Cooperativa Cofruits di Saint-Pierre abbiamo nominato pure lì un nostro rappresentante, il quale fa appunto questo lavoro: controlla, ci relaziona, ci fa avere le copie dei bilanci, dei rendiconti e quindi non so se questo è sufficiente, inserirlo nella legge è un po' difficile, in questo momento, bisogna vedere esattamente dove va inserito.
Lo statuto, per me, si potrebbe inserire dopo l'articolo 2, la questione degli statuti. E in quello revisori dei conti, invece, forse andrebbe bene dopo l'articolo 7 però non so se in questo momento possiamo veramente inserirlo nel posto giusto e possiamo trovare quella dizione corretta per cui non ci siano delle difficoltà in sede di approvazione.
Comunque io aspetto che ci siano queste copie degli emendamenti, così vediamo se è possibile inserirle. Voglio solo far presente che quanto è stato chiesto noi lo facciamo già per ogni singola cooperativa, sia elaborazione di statuti e sia per quanto riguarda il controllo contabile della gestione stessa.
Al Consigliere Manganoni vorrei dire che, per quanto riguarda l'articolo 19, noi abbiamo previsto 150 milioni e siamo ormai alla fine dell'esercizio. Per poter mandare avanti una legge bisogna prevedere un finanziamento.
È chiaro che noi, quest'anno non avremo la possibilità di utilizzare questi fondi, anche perché, se noi lo dobbiamo inviare, come lo dobbiamo inviare a Bruxelles, è probabile che il provvedimento ritorni nell'esercizio 1972 e, in questo caso, io ne voglio poi proprio parlare adesso con il dottor Brero per vedere se è possibile magari lasciare una dizione più generale in modo che ci sia una approvazione di massima del Consiglio regionale e l'approvazione definitiva con relativo finanziamento quando c'è il parere favorevole della CEE.
Quindi si è messo la cifra perché la legge non può essere varata, non può essere approvata se non ha un finanziamento.
Tenete presente che il finanziamento era previsto per quest'anno e anche per gli esercizi futuri, quindi nel bilancio 1972, se il provvedimento veniva provato senza il visto di Bruxelles, o se ritorna prima della fine dell'esercizio, noi avremmo messo in bilancio già quella cifra.
Ha posto pure il problema di tutti gli altri interventi in campo agricolo. Io ho l'impressione che anche qua, se esaminiamo dettagliatamente i nostri provvedimenti, non so cosa si può rivedere.
Miglioramenti fondiari, opere di irrigazione case rurali, sono i tre provvedimenti chiave base, che abbiamo.
Che cosa c'è da rivedere? Non c'è molto. Noi vediamo che le opere di irrigazione sono indispensabili. La viabilità rurale va esaminata attentamente, che non si presti a delle speculazioni, comunque serve effettivamente per migliorare delle zone agricole necessarie, e per quanto riguarda le case rurali io penso che non si possa ridurre, non si possa abolire questo provvedimento perché noi abbiamo tentato, in questa legge, di abolire il contributo per la casa rurale - e per casa rurale qui intendo: stalla, fienile, concimaia - nelle zone dove c'è un'iniziativa per una stalla sociale.
Perché se in un comprensorio c'è una stalla sociale, mi sembra superfluo concedere il contributo a privati per delle stalle o per dei fenili, mentre invece resta salva la parte "abitazione degli agricoltori ".
Quindi noi l'abbiamo fatto, questo, nella legge.
Però, se esaminiamo attentamente, avremo qualche piccolo provvedimento, ma nel complesso non credo che si possa modificare di molto per quanto concerne le opere di miglioramento fondiario.
Per venire invece al problema dei mayens e degli alpeggi, ho già avuto occasione di dire in una precedente discussione, se non sbaglio nell'ultimo bilancio, che noi già adesso lo facciamo quanto ha detto il Consigliere Manganoni, cioè cerchiamo di scoraggiare gli agricoltori di fare delle spese per la ricostruzione di piccoli mayens, quando sappiamo che la zona non ha prospettive, e cerchiamo invece di metterli d'accordo per far prendere delle iniziative collettive. Però è un discorso che si deve fare lentamente, perché non si può imporre niente, e se un agricoltore - dopo avergli detto che sarebbe più opportuno mettersi d'accordo - in quel momento non riesce, naturalmente gli diamo il contributo, la legge prevede il contributo. Però questa azione noi la facciamo sia per i mayens sia per gli alpeggi. Però è un problema che ci vuole del tempo.
Io penso, ho già visto dei notevoli cambiamenti, un po' alla volta questa mentalità mi pare che sta cambiando, proprio perché sono presi dalle necessità, siccome anche gli agricoltori si rendono conto che queste piccole aziende assolutamente non sono più in grado di dare un reddito sufficiente.
Tonino, invece, diceva che abbiamo avuto un po' paura della impopolarità. Non direi. Direi che invece abbiamo cercato di esaminare questo provvedimento restando un po' con i piedi attaccati per terra.
Io mi rendo conto che sarebbe opportuno, certe volte, prendere delle decisioni, però dobbiamo anche renderci conto - ed il discorso, qui, si riallaccia a quanto dicevo prima al Consigliere Manganoni - che certe cose bisogna che siano capite, bisogna che siano convinti che quello che noi diciamo è buono, che dobbiamo sperimentare.
Il provvedimento si potrà migliorare in futuro. Oggi come oggi però, non credo che sarebbe stato il caso di porre altri divieti - ce ne sono già alcuni un po' pesanti - che l'abbiamo detto, servono a responsabilizzare gli agricoltori, che però troveranno già alcune difficoltà.
Se poi facciamo un provvedimento che, oggi come oggi, non può essere applicato, secondo me, è meglio invece mandarlo avanti così e poi dopo aggiornarlo qualora si rendesse necessario.
Non mi pare di avere altro da dire tranne che quando ci saranno i singoli articoli proporremo gli emendamenti che sono stati proposti dalla Commissione agricoltura e aspetterei solo la copia dell'emendamento proposto dal Consigliere Fosson per vedere se è possibile inserirlo e dove è possibile inserirlo... (Montesano: "Ecco, Assessore) ...ah, è già qui.
Bancod (U.V.) - Due parole. Prima di tutto dispiace, insomma, l'inconveniente che ha detto il Vice Presidente Fosson, perché a noi ci aveva detto che non sarebbe passata oggi questa legge. Comunque non ha importanza. Io sono contento che questa legge venga approvata perché ci sono tanti problemi, problemi specialmente di consorzi e di cooperative che noi, specialmente nella nostra zona aspettiamo, perché altrimenti la nostra misera agricoltura va completamente alla deriva, dico nostra zona per dire tante altre zone.
Comunque volevo solo dire un'altra cosa. Si parla di contributi, contributi cospicui per gli agricoltori, però bisogna prendere in esame - credevo di vedere già in questo Consiglio un disegno di legge per il contributo alla Mutua Coltivatori diretti per la farmaceutica anche ai coltivatori diretti, invece si vede che sarà in studio. Siccome il Direttivo della Mutua Coltivatori diretti ha fatto un ordine del giorno in cui chiede un cospicuo... un contributo, un intervento per sopperire a questa deficienza, insomma, che effettivamente è giusto che anche i coltivatori diretti possono avere la farmaceutica.
Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro interviene? Allora passiamo all'esame articolo per articolo ai quali l'Assessore - lei ha già degli emendamenti, vero Assessore, data la Commissione - lei fa il favore di indicarli man mano che si indicano gli articoli e così si va avanti con gli emendamenti che vengono letti dall'Assessore Maquignaz.
Articolo 1 - se non ci sono osservazioni io do per approvato l'articolo. Il Consiglio approva.
Articolo 2...
Perruchon (U.V.) - Je voulais demander: si le cas se présente d'acheter des matières premières auprès de quelqu'un qui n'est pas inscrit, qui n'est pas associé. Ici ce n'est pas prévu, par exemple si on devait faire le jeu de... etc., alors si on ne pourrait pas acheter, avec quelqu'un qui n'est pas associé.
Maquignaz (D.P.) - Je n'ai pas bien compris la demande, c'est à dire si on peut acheter avec ces organismes coopératifs ? Parce que ici c'est une loi qui prévoit les interventions financières pour la réalisation, pour la construction de ces magasins, de ces fromageries et non pas pour la vente des produits.
Perruchon (U.V.) - Ah, ce serait exclu, cette condition est exclue. Cette condition-là de vente est exclue... (Maquignaz: La vente n'est pas prévue. C'est la production, la transformation, la conservation et la commercialisation des produits agricoles et zootechniques et forestiers) ...Mais on doit par force les vendre ces produits, on ne peut pas les consommer tous dans... parmi les sociétaires, non? Par exemple les pommes on les vend, les fontines on les vend...
Maquignaz (D.P.) - Oui, mais la loi prévoit des interventions financières pour la réalisation des magasins, ce n'est pas une loi pour la vente.
Perruchon (U.V.) - Sì, qui dice "solo dei propri soci" et moi je demande si on ne pouvait pas aussi absorber les produits de ceux qui ne sont pas des associés.
Maquignaz (D.P.) - Non, il n'est pas prévu. Il est prévu, pour cette manière il n'est pas prévu parce que nous cherchons de faire en manière que tous les agriculteurs forment ces coopératives, si nous commençons à accepter même ceux qui ne sont pas dans les coopératives, évidemment il est plus difficile de trouver, de constituer l'organisation. C'est pour ça que nous avons prévu seulement pour ceux qui sont membres des coopératives.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'articolo 2 è approvato.
Maquignaz (D.P.) - Io penso che si possa inserire quell'emendamento proposto dal Vice Presidente Fosson al termine dell'articolo 2 per quanto riguarda gli statuti e quindi pregherei solo se è possibile avere la copia dell'emendamento così la leggo.
Fosson (U.V.) - Io invece proporrei una cosa.
Per la questione della forma, probabilmente, per non fare, Assessore, sempre mantenendo il concetto e per questione di forma si potrebbe inserire, all'articolo 4, invece che un comma specifico, mettere una cosa molto più...
Siccome parliamo " per l'ammissione alla concessione dei contributi di cui alla presente legge le cooperative agricole o i loro consorzi o le associazioni di produttori o le altre organizzazioni devono essere legalmente costituite" - si potrebbe mettere un inciso qui - "in base a statuto preventivamente approvato dall'amministrazione regionale" e andare avanti. Invece di mettere tutto in un comma parte, così resta...
Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'articolo 2 rimane così com'è. Il Consiglio approva.
Ora io comunico al Consiglio che gli emendamenti che verranno proposti sono stati concordati all'unanimità nella Commissione Agricoltura.
Articolo 3 - Ecco, presenta l'emendamento.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 3 la Commissione propone questo emendamento: al quarto rigo sostituire le parole "impianti e necessarie attrezzature" - che non era molto chiaro - con la seguente dizione "impianti e attrezzature annesse".
È una questione di forma.
Montesano (P.S.D.I.) - Osservazioni? Il Consiglio approva con l'emendamento proposto dalla Commissione.
Perruchon (U.V.) - Vorrei chiedere perché non è stata ripetuta, qui, la parola "le consorterie", all'articolo 3, si precisa: "i loro consorzi, associazioni di produttori agricoli, nonché alle consorterie". Qui non è più stato ripetuto, come non è stato ripetuto all'articolo 8 e all'articolo 5.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 3 non abbiamo precisato le consorterie in quanto che l'articolo 3 si riferisce unicamente al problema delle stalle sociali. Mentre per quanto riguarda l'articolo 7, l'articolo 7 tratta delle iniziative a carattere regionale. Quindi sono le grandi iniziative tipo Cooperativa Produttori Latte e Fontina, tipo quella di Saint-Pierre. Quindi sono le grosse iniziative a carattere regionale. Mentre invece la dizione "consorteria" l'abbiamo inserita perché noi, all'articolo 1, prevediamo anche di impianti per l'utilizzazione del legname, all'articolo 1, e quindi lì era giusto inserire anche le consorterie.
All'articolo 3 si parla delle stalle sociali. Ora è ben vero che ci sono determinate consorterie che hanno anche gli alpeggi, ma gli alpeggi, praticamente, sono già delle stalle sociali, in una forma non corretta, non ancora, ma sono già delle riunioni di beni e lavorati in comune.
Perché l'articolo 3 dice: "l'Assessorato regionale ecc. è autorizzato a promuovere iniziative destinate alla costituzione e alla conduzione di stalle sociali e la realizzazione delle relative attrezzature, nonché di impianti e necessarie attrezzature da adibire alla gestione in comune di aziende agricole e di allevamenti di bovini, compreso l'acquisto delle aree fabbricabili occorrenti... (continua a leggere)".
Io penso che si potrebbe anche aggiungere "consorterie". Così, se ci sono dei casi, dei problemi che succedono, delle consorterie per la gestione collettiva degli alpeggi, possono rientrare ed essere considerate come delle stalle sociali.
Tenete presente che però il problema degli alpeggi, qui, in questa legge, non era stato considerato.
Io sarei anche d'accordo, a pagina 2, al penultimo comma dell'articolo 3, sarei anche favorevole per accettare l'emendamento proposto dal Consigliere Perruchon e di aggiungere anche "consorterie"... da "cooperative agricole, loro consorzi e consorterie".
Montesano (P.S.D.I.) - Allora il Consiglio approva con questi emendamenti letti dall'Assessore all'Agricoltura.
Articolo 4.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 4, al 3° comma - quarto rigo. Sostituire le parole "di almeno 10 anni", con le seguenti "di almeno 20 anni".
Noi dicevamo: "la concessione dei contributi è subordinata al preventivo impegno scritto di non distogliere gli impianti e le attrezzature indicate all'articolo 1 e all'articolo 3 dall'uso cui sono destinate per un periodo di almeno 10 anni".
In Commissione abbiamo esaminato attentamente. Hanno detto: "ma non sarebbe opportuno mettere addirittura 20 anni anziché 10? Per evitare eventualmente speculazione, diciamo, o trasformazione di questi locali?" Quindi lo scopo, il motivo, è per questo.
Fosson (U.V.) - L'articolo 4 - io chiedo scusa a quelli a cui è stato distribuito l'emendamento. La prima parte dell'emendamento, come dicevo prima con l'Assessore - mi sembra che è d'accordo - andrebbe inserito, modificato e quindi ridotto, la prima parte, nel secondo comma, cioè "per l'ammissione alla concessione dei contributi di cui alla presente legge le cooperative agricole o i loro consorzi, le associazioni di produttori e le altre organizzazioni devono essere legalmente costituite - inserire qui l'inciso - in base a statuto preventivamente approvato dall'amministrazione regionale, possedere i requisiti...", così resta specificato, in questo articolo 4 la prima parte dell'emendamento.
Montesano (P.S.D.I.) - Altre osservazioni? Allora il Consiglio approva con gli emendamenti proposti dall'Assessore Maquignaz per la Commissione e dal Vice Presidente Fosson.
Articolo 5 - Nessun emendamento. Il Consiglio approva.
Articolo 6 - idem.
Articolo 7.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 7 si propone di aggiungere il seguente comma finale: "Decorsi i 5 anni dall'inizio della gestione, gli organismi gestori dovranno corrispondere all'amministrazione regionale una quota annua pari all'1,50% del costo effettivo delle opere e delle attrezzature". Questo è stato esaminato attentamente in commissione.
Se noi prevediamo a queste organizzazioni di poter costruire direttamente loro, col contributo del 75% e col mutuo a tasso agevolato dell'altro 25%, queste cooperative hanno un onere ventennale, devono restituire quella somma. Se invece prevediamo di fare - come Amministrazione regionale - direttamente l'opera e non prevediamo, decorsi i primi 5 anni, perché gli anni difficili sono i primi, è chiaro che non avremo mai una cooperativa che esegue direttamente un magazzino o un caseificio. Questo era stato per cercare di parificare un po' le varie possibilità che la legge offre agli agricoltori.
Manganoni (P.C.I.) - Qui dice "magazzini per 10 mila quintali annui di frutta e 3 mila quintali di uva". 3 mila quintali di uva! sono 3000 ettolitri! (voci: no, no) ...d'accordo, di uva... (parlano assieme) ...Sì, di vino, ma di vendemmia sono 3000 quintali di vendemmia, esatto.
Per esempio: Arvier. Per esempio: La Torrette di St. Pierre. I 3000 quintali!! Cito due casi. Potrei citare, non so, Chambave. Potrei citare Montjovet. Qui, i 3000 quintali, ce li fischiamo!
Allora - non è che voglia insistere eh! - mi permettevo solo di attirare l'attenzione su questo fatto. Ci si dirà - va bene - e allora St. Pierre e Arvier e Villeneuve, non so, ne facciamo una per tutte e tre. Però, lassù c'è l'Enfer, quaggiù c'è la Torrette. E quello di Villeneuve eh!
Allora, io non volevo sollevare dalle obiezioni gravi su questo e dire "non va". Volevo solo attirare l'attenzione della Giunta su questo fatto.
Maquignaz (D.P.) - L'osservazione avanzata dal Consigliere Manganoni a prima vista sembra giusta. Noi abbiamo esaminato e approfondito questo problema. Di fatto se fanno caso, questo si tratta dell'articolo 7 dove parliamo delle iniziative a carattere regionale o comunque che interessino una vasta zona. Mentre invece quelle iniziative che sorgeranno - e più limitate - cioè inferiori a quei quantitativi, avranno diritto ai contributi previsti per l'articolo 1: vale a dire 60% di contributo e sull'altro 40%, mutuo a tasso agevolato. Siccome noi dobbiamo cercare di avere delle organizzazioni di mercato, cioè delle strutture per il mercato più ampie possibili, perché solo così ci sarà una convenienza economica nella gestione, se noi abbiamo delle cantine di invecchiamento, per delle piccole zone, queste saranno, probabilmente, in passivo. Se invece noi abbiamo, come nella zona menzionata, una unica cantina di invecchiamento, quindi non è cantina sociale, evidentemente tutti portano per la conservazione del loro vino, lo portano in quel locale. C'è un unico personale, ci sono le attrezzature fatte con le spese di tutti e quindi è più facile che ci sia una gestione economica.
Ecco perché abbiamo previsto le iniziative a carattere locale e per quelle è previsto un intervento particolare.
Le iniziative a carattere regionale che le può fare o direttamente la Regione, e sono quelle indicate con questi requisiti, oppure c'è la possibilità di fare la cooperativa con un contributo maggiore, oppure la questione del riscatto.
Montesano (P.S.D.I.) - Altre osservazioni? Allora l'articolo 7 va posto in votazione con l'emendamento aggiuntivo... (parla Fosson) ...Allora deve aggiungere lei, mi pare, un altro emendamento.
Fosson (U.V.) - Ecco, praticamente, quel secondo emendamento andrebbe aggiunto, con comma a parte, in fondo all'articolo 7: "All'Amministrazione regionale è riservata la designazione di uno dei membri del Collegio sindacale degli Enti gestori". In maniera che questo è riferito all'articolo 7, cioè agli Enti di una certa importanza.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'emendamento è accolto e il Consiglio approva l'articolo 7 con questi due emendamenti aggiuntivi.
Articolo 8.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 8, inserire dopo il 1° comma, il seguente nuovo secondo comma: "le opere di cui al comma precedente dovranno essere appaltate mediante asta pubblica".
Ci è sembrato opportuno inserire questa clausola perché, siccome si tratta di opere di un certo costo, l'asta pubblica mi pare che sia opportuna per avere una certa garanzia.
2° comma, 6° rigo, stralciare le parole "di cui al comma precedente". Siccome è cambiato sopra, cambia anche la seconda.
Stralciare il 5° e 6° comma e sostituirli con il seguente nuovo comma finale: "Agli organismi cooperativi ed associativi di cui alla presente legge, che fruiscono dei contributi dallo Stato o dalla Comunità Economica Europea l'Amministrazione regionale può facilitare il ricorso al credito agrario mediante la concessione di fideiussione bancaria".
I commi che vengono sostituiti, invece, prevedevano "È autorizzata l'anticipazione per conto dello Stato o della Comunità Economica Europea degli eventuali contributi concessi agli organismi cooperativi o associativi".
Ci è sembrato che questa anticipazione da parte della Regione fosse alquanto pericolosa. Siccome però riteniamo indispensabile dare un aiuto a queste organizzazioni che si servono dei contributi FEOGA-Ministero di intervenire, invece, eventualmente, con la fideiussione, in modo da consentirgli di fare il prestito a tasso agevolato sull'altro 50%.
Quindi si sostituiscono le anticipazioni e si interverrebbe invece, qui si dice "può la Regione" quando lo ritiene opportuno, con delle fideiussioni.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora l'articolo 8 va posto in votazione con gli emendamenti proposti. Non ci sono osservazioni? Il Consiglio approva.
Dujany (D.P.) - Un problema di dettaglio. Mi pare che sia pericoloso prevedere l'asta pubblica. Mi pare che sarebbe più pratico e più concreto la licitazione privata, altrimenti diventa... E, la licitazione privata, dà lo stesso le garanzie che si vogliono raggiungere rendendo lo strumento meno complicato.
Manganoni (P.C.I.) - A licitazione privata io aggiungerei, perché si corre un certo pericolo... perché nella licitazione privata si possono invitare 10 imprese.
Licitazione privata previa scelta delle imprese con l'Assessorato regionale. Perché certe licitazioni private, se non sono fatte con la dovuta regola, si prestano a certe manovre, eh!
Quindi, d'accordo per la licitazione privata, però che la Regione ci metta il naso.
Fosson (U.V.) - Qui siamo proprio solo nelle grandi opere, eh, quelle dell'articolo 8, di interesse regionale. Attenzione.
Manganoni (P.C.I.) - Guarda che l'asta pubblica presenta un mucchio di pericoli, tra l'altro che ti venga una ditta chissà da dove, che non capisce niente, che poi dopo...
Fosson (U.V.) - D'accordo: licitazione privata, però con tutte le garanzie di un certo numero di cose e tutto.
D'altra parte questa proposta era scaturita anche da parte dell'Assessore, quindi.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora, dove va inserita questa nuova proposta?
Maquignaz (D.P.) - Allora si potrebbe sostituire all'articolo 8, noi dicevamo "le opere di cui al comma precedente dovranno essere appaltate mediante asta pubblica", sostituirlo con "appaltate mediante licitazione privata con elenco delle ditte concordato con l'Amministrazione regionale".
Montesano (P.S.D.I.) - D'accordo così? Il Consiglio approva.
Articolo 9.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 9, comma 1, lettera c) - 3° rigo. Sostituire le parole "entro 8 anni", con le seguenti "entro 5 anni".
Siccome per la questione del riscatto, per la questione dell'affitto di quella quota annua che dovrebbero pagare gli organismi gestori, abbiamo stabilito i 5 anni, per portarlo sullo stesso piano, anche qui, da 8 lo limitiamo a 5.
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 10 - Rimane così com'è. Il Consiglio approva.
Articolo 11 - Non vi sono modifiche. Il Consiglio approva.
Articolo 12.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 12 sostituire l'intero terzo comma con i seguenti nuovi commi: "La concessione e la liquidazione dei contributi di cui agli articoli 1 e 3 sono deliberate dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore all'Agricoltura e alle Foreste. La concessione delle provvidenze per le iniziative previste dagli articoli 7 e 8 - cioè sono quelle di carattere generale di interesse regionale - della presente legge è demandata al Consiglio regionale".
Primo comma, primo rigo sostituire la dizione "della fideiussione della Regione" con le parole "delle fideiussioni della Regione" perché è al plurale.
Quindi la modifica sostanziale è questa e quella che ho detto prima, cioè, siccome in Commissione è stato sollevato il problema, opere per centinaia di milioni, certi magazzini possono anche costare 150-200 milioni, forse è opportuno che sia il Consiglio regionale a deliberarne il relativo contributo.
Mentre invece per tutte quelle dell'articolo 1 e dell'articolo 3, che sono iniziative a carattere locale, vale la deliberazione di Giunta.
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio approva.
Articolo 13 - Nessuna modifica - Il Consiglio approva.
Poi c'è un emendamento che riguarda gli articoli 14, 15, 16 e 17. Se l'Assessore vuole annunciarlo.
Maquignaz (D.P.) - Negli articoli 14, 15, 16 e 17 c'è da sostituire le dizioni "della garanzia fideiussoria regionale" con la dizione seguente "delle garanzie fideiussorie regionali", c'è solo cioè da metterlo al plurale perché è una svista.
Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 14 - Il Consiglio approva.
Articolo 15 - Il Consiglio approva.
Articolo 16 - Nuovo articolo.
Maquignaz (D.P.) - L'articolo 16 è un nuovo articolo, e naturalmente tutti gli altri verranno modificati con una numerazione successiva.
"Le norme di applicazione e di procedura per quanto concerne gli interventi regionali di cui alla presente legge, relativi alla commercializzazione in comune del bestiame di allevamento e da carne, nonché all'utilizzazione del legname, sono approvate con deliberazioni del Consiglio regionale".
Cioè, mentre per quanto riguarda tutto il settore lattiero-caseario, magazzini da frutta e anche cantine di invecchiamento, l'Amministrazione regionale - e per essa l'Assessorato all'Agricoltura - ha già una certa esperienza, per quanto riguarda invece questi nuovi orientamenti che abbiamo voluto introdurre, evidentemente non abbiamo ancora, in questo momento, esperienza sufficiente per poterle codificare.
Quindi abbiamo ritenuto di inserirle nella legge e però di rinviare ad una successiva applicazione le norme applicative, la procedura da seguire.
Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 16 - Il Consiglio approva.
Articolo 17 - Il Consiglio approva.
Articolo 18.
Germano (P.C.I.) - ...Non abbiamo sentito, eravamo molto attenti, abbiamo seguito quanto ha detto il Presidente della Giunta, tanto dirò che gli emendamenti si discuteranno alla fine dell'esame del bilancio, quindi ci riserviamo allora di entrare nel merito delle questioni. Io voglio ancora sottolineare una volta che noi abbiamo chiesto questo emendamento per una questione di principio, non riteniamo che i 40 milioni siano sufficienti, che ce ne vogliono 60, che ci devono partecipare queste categorie, quelle altre categorie, ci sarà la legge, sarà approvata da noi, contemplerà tutte le cose, ma come scriviamo qui "provvidenze per favorire il credito di conduzione ad aziende agricole: 5 milioni che è un'iscrizione per memoria, per sentire un principio, perché ci vorranno di più di 5 milioni, così scriviamo anche quello della casa, ad ogni modo penso che la discussione sugli emendamenti la faremo al momento della votazione dell'emendamento.
Io direi adesso andiamo avanti con il bilancio.
Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 16 - Il Consiglio approva.
Articolo 17 - Il Consiglio approva.
Articolo 18 - Il Consiglio approva.
Articolo 19 - Il Consiglio approva.
Articolo 20 - Assessore Maquignaz.
Maquignaz (D.P.) - All'articolo 19, che tratta della parte finanziaria, io vorrei sentire un momento qui, e chiederei scusa un attimo al Consiglio per vedere se conviene cambiare la dizione, visto che il provvedimento deve andare a Bruxelles.
Montesano (P.S.D.I.) - La parola all'Assessore Maquignaz.
Maquignaz (D.P.) - Tenuto conto che il provvedimento deve andare alla Commissione di Bruxelles, il Segretario generale mi faceva presente una questione, direi, tecnica del provvedimento, cioè lui consiglia di non approvare la parte finanziaria, cioè di lasciarla in bianco - omissis - per quanto riguarda gli articoli che riguardano la parte finanziaria, e di approvare questo provvedimento, non come legge vera e propria, ma come proposta: il disegno di legge da inviare a Bruxelles, in quanto che anche se noi lo approviamo così com'è, ritornandoci probabilmente quando è finito questo esercizio, dovremo comunque riportarlo in Consiglio e rifinanziarlo un'altra volta.
Montesano (P.S.D.I.) - Io non ho capito, scusi Assessore Maquignaz.
Maquignaz (D.P.) - In questo caso, in bianco, praticamente la stessa cosa vale per l'articolo 17, la stessa cosa per l'articolo 17 e anche per quanto riguarda, prima era 16 adesso 17 e mentre... invece, noi invece di approvare questo provvedimento in via definitiva, diamo un'approvazione ad un disegno di legge da inviare a Bruxelles.
Montesano (P.S.D.I.) - Quindi, articolo 19 è soltanto per memoria.
Il Consiglio approva.
Articolo 20 - Il Consiglio approva.
No, perché Avv. Caveri, è una proposta di legge...
Caveri (U.V.) - Io preferisco non dire niente per non fare delle polemiche... (Montesano: La ringraziamo) ...Ecco, però non sono niente convinto della procedura seguita.
Montesano (P.S.D.I.) - Articolo 20 - Anche questo in bianco, per memoria. Il Consiglio approva.
Articolo 21- Il Consiglio approva.
Articolo 22 - Il Consiglio approva.
Adesso dovremmo passare alla votazione a scrutinio segreto, che credo non sia neanche necessario.
(Voci) ...ma siamo d'accordo, ma lo sappiamo adesso, che è documento.
Quindi la Giunta lo invierà con il parere favorevole del Consiglio alla Comunità Europea, dopo di che passerà nuovamente in Consiglio, l'approvazione sotto forma di testo di legge.
Ora, prima di passare...
Ora la parola all'Assessore Maquignaz.
Maquignaz (D.P.) - Io voglio solo far presente che, comunque sia, il provvedimento non può trovare applicazione quest'anno sia perché siamo alla fine dell'esercizio, sia perché dobbiamo inviarlo a Bruxelles per il parere. Quindi spetta al Consiglio, se vogliamo approvare la legge nella sua parte integrale, anche per la parte finanziaria, oppure se vogliamo approvarlo come provvedimento di massima.
Io ho fatto questa promessa, alla quale, però, non ho avuto nessuna risposta.
Dico solo che, in ogni caso, se noi il provvedimento lo trasmettiamo approvato integralmente, il giorno in cui arriva da Bruxelles lo dovremo evidentemente riapprovare per la parte finanziaria.
Qual è il motivo per cui abbiamo passato questo al Consiglio? Abbiamo passato questo al Consiglio perché non mi sembrava giusto inviare un provvedimento a Bruxelles e poi noi recepirlo e ratificarlo. Altrimenti era un provvedimento approvato da chi? Dalla Giunta e visto dalla Commissione, dalle Commissioni, questa invece è una proposta che parte col voto del Consiglio e quindi ha un'altra efficacia, un altro valore.
Unicamente per questo motivo, lo abbiamo portato in discussione al Consiglio.
Se il Consiglio vuole invece approvarlo nella sua parte finanziaria, io ho fatto una proposta.
Germano (P.C.I.) - Sono d'accordo con l'Assessore che, siccome si impiegherà almeno due mesi, sarà necessario esaminare poi per il 1972, ma se avete fatto bene a far approvare prima una legge dal Consiglio e poi mandarla e vedere le eventuali osservazioni, secondo me bisogna fare completo, bisogna fare la legge con le cifre, votata con il risultato della votazione ed ha più forza.
È evidente che dovremo trattarla dopo, ma almeno anche la stessa autorità europea che deve esaminarla, dice: Queste sono le intenzioni dei valdostani e deve tenerne conto.
Caveri (U.V.) - Io non volevo parlare su questo argomento, però succede qualche volta di essere tirati per i capelli, io penso che giuridicamente non si può chiamare legge, non si può dire: il Consiglio approva come legge questo testo, giuridicamente mi pare che sia più corretto dire: il Consiglio, o alla non unanimità ha espresso un parere favorevole a questo testo che poi ritornerà in Consiglio quando ci sarà l'avviso favorevole della Comunità Europea, altrimenti che razza di legge è? È qui che facciamo dei mostri giuridici, io questo lo pensavo fin dall'inizio della discussione, ma non fiatavo, perché sembra proprio che si vada sempre a cercare le complicazioni, noi siamo favorevoli a tutte le provvidenze a favore dell'agricoltura, questa povera agricoltura che sta facendo fallimento anche perché ci sono certe incomprensioni di individualismo esasperato, ecc. ecc. però, visto che siamo venuti sull'argomento io non posso tacere, devo dire che la forma corretta è quella di un parere favorevole, di un'approvazione data dal Consiglio a un testo, che non è evidentemente ancora una legge e che va a Bruxelles per avere il placet di Bruxelles e le relative osservazioni, e allora il testo ritornerà al Consiglio regionale, il Consiglio regionale potrà seriamente discutere e approvare come legge, ma interpellate qualunque giurista al riguardo. Io penso che, non so, ci sono degli altri che hanno studiato il diritto e non so se vi è qualcuno che possa seriamente sostenere il contrario della tesi che sostengo, non perché sia la mia tesi, ma perché mi sembra che è ovvio che debba essere risolto così il problema.
Montesano (P.S.D.I.) - Io penso, se ho capito bene cosa dice l'Avv. Caveri, che il Consiglio delibera un parere favorevole all'inoltro di questa legge alla Comunità Europea, e quindi noi ci dobbiamo esprimere soltanto sul parere favorevole - mi lasci finire Germano - quindi dobbiamo votare una delibera e non la legge stessa, questa è la sostanza. È vero avvocato? È questo che voleva dire lei. Avvocato, consigliere Germano.
Germano (P.C.I.) - Non sono un giurista, quindi non do pareri giuridici, io do dei pareri politici in questo caso e guardo cosa abbiamo fatto noi come Consiglio regionale.
Noi per esempio, nei confronti di Roma, le leggi che volevamo fare di iniziativa regionale, le facevamo complete, abbiamo votato la legge sul riparto con le cifre al completo, è stata poi modificata, va bene, ma la prassi che finora abbiamo seguito è sempre stata questa.
Seconda questione: adesso noi siamo stati a suo tempo, non d'accordo con la Comunità Europea e tutte le altre questioni, ma adesso c'è, funziona, operiamo dentro questo, ma che noi mandiamo una legge dove non è neanche precisata una cifra, come fanno a giudicare? Ma questi qui vogliono spendere due miliardi e mezzo per questo, o vogliono spendere 150 milioni o vogliono spendere 10 milioni; devono avere un elemento di giudizio e noi la legge, dobbiamo, secondo il mio parere, non da giurista, non me ne intendo, ma seguendo quella che è stata finora la prassi seguita, dobbiamo approvare la legge e nella lettera si dirà: questa è la volontà del Consiglio, fateci le vostre osservazioni.
Caveri (U.V.) - Non concordo, non concordo, no, concordo su di un punto, che anch'io, che nemmeno io ho la pretesa di essere un giurista, però mi sembra che questo sia il "bi a ba" elementare, non sono questioni astruse, quando si dice, da parte di Germano che bisogna mettere le cifre perché bisogna che la Comunità Europea quanto noi vogliamo spendere, non credo che davanti a Bruxelles si discuta di questo, davanti a Bruxelles si vedrà se questo nostro testo concorda con i principi e con i deliberati degli organi della Comunità Europea che sono stati fissati, che sono stati stabiliti, è questo l'esame che farà la Comunità Europea di questo argomento, non credo tanto sul fatto delle cifre.
L'esempio della legge sul riparto non calca, perché la legge sul riparto era una proposta nostra per il Governo centrale e per il Parlamento e si prevedeva già il solito tira e molla del genere e delle contrattazioni di Porta Palazzo. Questo si sapeva, e quindi lì le cifre si mettevano, erano delle cifre d'altra parte indicative, sperando che il Governo centrale, il Parlamento nazionale accettassero la più gran parte delle nostre proposte. Quindi l'esempio sulla legge del riparto non calza affatto. Ad ogni modo, io dico, per me è lo stesso, io ho enunciato una tesi, ho sollevato dei dubbi, io non so, chiedete per vostra tranquillità l'avviso a degli specialisti di diritto pubblico, di diritto costituzionale, di diritto internazionale, e poi vedrete che cosa vi rispondono.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora sentiamo le proposte della Giunta, la parola al Presidente della Giunta.
Dujany (D.P.) - Io crederei opportuno lasciare il testo esaminato e presentato così dalla Giunta e dalla Commissione, anche nell'ipotesi in cui questo provvedimento possa essere approvato nello spazio di un mese, perché se ciò dovesse arrivare con una diligenza e disponibilità da parte della Comunità Europea, nulla vieta sperare che nel corso di quest'anno finanziario possa essere approvato.
Quindi probabilmente se tale fosse, naturalmente ci troveremmo davanti ad un provvedimento che non potrebbe avere esecuzione e non potrebbe avere applicazione, quindi dinanzi a questa prospettiva mi pare più opportuno lasciare questa dizione, sperando naturalmente che questa ipotesi diventa realtà e non sia speranza.
Caveri (U.V.) - ...perché noi prima abbiamo fatto la propaganda anti-romana, adesso dovremo fare la propaganda anti-Bruxelles.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora la proposta della Giunta di lasciare l'articolo 19 così com'è, l'articolo 20 e di seguito.
Quindi il Consiglio approva l'articolo 19, approva l'articolo 20, approva l'articolo 21 e approva l'articolo 22.
Io chiedo che il Consiglio approvi la proposta, per alzata di mano, nel suo complesso... (Voci) ...Come no. Guardi, è un suggerimento del Segretario generale, che dice... cosa vuol fare il Presidente, a scrutinio segreto, così si segue la prassi normale.
Chabod (D.C.) - Io non sono né un giurista né un politico, però penso che con il buon senso abbia ragione l'Avv. Caveri, ad ogni modo noi in via di massima siamo d'accordo sulla legge, visto che l'abbiamo discussa in Commissione per molto tempo, solo una cosa, se la legge verrà approvata, come speriamo tutti, che questa legge abbia veramente un fondo tale da poter soddisfare le esigenze.
Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (U.V.) - Io ho enunciato una tesi, ritengo esatta, però so benissimo quale speculazione alcuni gruppi di questo Consiglio farebbero se noi votassimo contro quella che si chiama legge e che è legge come è un cavallo una lepre che scappa, ad ogni modo noi ce ne freghiamo altamente di queste sottigliezze giuridiche che sono però fondate e noi votiamo a favore di questa legge, con tutte le riserve del caso, naturalmente, vuol dire che ne riparleremo quando il provvedimento ritornerà da Bruxelles, e se Bruxelles avrà approvato questo mostro giuridico, noi saremo i primi a rallegrarci nell'interesse della Valle d'Aosta.
Montesano (P.S.D.I.) - Altre dichiarazioni? Allora si passa alla votazione a scrutinio segreto.
Risultato della votazione: presenti: trenta; votanti: trenta; maggioranza: sedici; favorevoli: ventotto; contrari: due.
Il Consiglio approva.