Oggetto del Consiglio n. 36 del 7 aprile 1954 - Verbale
OGGETTO N. 36/54 - ISTITUZIONE DI CORSI PROFESSIONALI - STIPULAZIONE DI ACCORDI CON L'ASSOCIAZIONE ARTIGIANI PER L'ASSUNZIONE DI GIOVANI APPRENDISTI PRESSO AZIENDE ARTIGIANE - NOMINA DI COMMISSIONE CONSILIARE DI STUDIO. (MOZIONE DEI CONSIGLIERI REGIONALI SIGNORI MANGANONI CLAUDIO, RONC-DESAYMONET ANAIDE E VACHER CANDIDO)
Il Presidente, Avv. Dr. BONDAZ, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione dei Consiglieri Signori Manganoni Claudio, Ronc-Désaymonet Anaide e Vacher Candido concernente l'oggetto: "Istituzione di corsi professionali - Stipulazione di accordi con l'Associazione Artigiani per l'assunzione di giovani apprendisti - Nomina di Commissione consiliare", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:
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Preghiamo la S.V. di voler portare sull'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale la seguente mozione:
La grave crisi che colpisce gli stabilimenti industriali in Italia e, quindi, anche nella nostra Valle, non permette ai giovani di sperare in una possibile assunzione. Gli artigiani, pur necessitando di apprendisti, ne limitano l'assunzione per non addossarsi gli esosi contributi che verrebbero a gravare sulle loro modeste aziende in seguito alle attuali disposizioni di legge.
Le scuole professionali mancano completamente.
Messi così nella impossibilità di imparare un mestiere, ai nostri giovani si offre oggi una sola alternativa: lavori di manovalanza nei cantieri edili stagionali.
Per rimediare, almeno in parte, a questa triste situazione, in attesa che l'Assessore interessato esamini la possibilità di istituire scuole professionali, il Consiglio regionale delibera:
la nomina di una Commissione consiliare per lo studio:
1) della creazione di corsi professionali: falegnami, meccanici, muratori, ecc., nei principali centri della Valle, nei mesi invernali;
2) Stipulazione di accordi con l'Associazione Artigiani per l'assunzione di giovani apprendisti nelle loro aziende.
Aosta, li 25 febbraio 1954.
Firmati: Manganoni Claudio, A. Ronc-Désaymonet, Vacher Candido
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Il Consigliere Signora RONC-DESAYMONET premette che, nella sua qualità di insegnante, ha conosciuto molte località della Valle d'Aosta ed ha avuto spesse volte occasione di segnalare le ottime attitudini ai mestieri, alle arti e alle professioni dei giovani della nostra Regione.
Rileva, infatti, di aver visto giovani che si ingegnavano a costruire muri, casette, e fabbricare e ad aggiustare mobili ed attrezzi, ma che erano abbandonati a se stessi. Osserva che tali giovani, essendo privi di una guida tecnica illuminata e mancando di una specializzazione, allorché sono assunti presso industrie e imprese, vengono adibiti a lavori di manovalanza, che sono poco redditizi e che li mettono in condizioni di umiliante inferiorità nei confronti dei loro compagni di lavoro. Rileva che il complesso di inferiorità - di cui già ha parlato in una precedente adunanza consiliare - menoma la personalità umana ed è dannoso allo sviluppo psichico ed intellettuale dei giovani.
Fa presente, inoltre, che il complesso di inferiorità, dovuto, soprattutto, alla impossibilità di ricavare un guadagno maggiore mediante un lavoro qualificato, è causa di disoccupazione fra i giovani in Valle d'Aosta ed aggiunge che la piaga della disoccupazione si sviluppa sempre più, con riflessi dannosi per l'economia di molte famiglie in quanto i giovani rimangono a carico delle rispettive famiglie le quali, in genere, hanno poche risorse.
Informa che, ultimamente, ha assistito, in Torino, alla Conferenza dell'arco alpino nel corso della quale molti vecchi ed autentici contadini hanno espresso le loro necessità ed esposto i loro problemi più importanti ed urgenti. Comunica che, fra altri, ha preso la parola un vecchio montanaro delle nostre Alpi, il quale ha impressionato molto l'uditorio pronunciando la seguente frase: "Ai nostri tempi, in campagna, era un cruccio avere dei bambini piccoli; al giorno d'oggi è un grave cruccio avere dei figli grandi" e, naturalmente, accennava alla disoccupazione dei giovani.
Osserva che i giovani, diventati maturi, desiderano lavorare per rendersi indipendenti e crearsi una famiglia, il che è comprensibile; perciò ritiene necessario che si faccia qualcosa per venire in aiuto dei giovani, se si vuole evitare che gli stessi, essendo senza guida, privi di una occupazione e vivendo nell'ozio siano indotti a commettere atti non buoni.
Accenna, in proposito, ai gravi casi di immoralità, dovuti all'uso di stupefacenti, che vanno ripetendosi in Italia, ed augura che l'immoralità, dovuta ad uso di stupefacenti, non abbia a varcare i confini della nostra Valle; accenna pure ai gravi fatti di delinquenza minorile che si verificano un po' dappertutto in Italia (grassazioni, rapine, furti, ecc.).
Pone in rilievo che il problema dei giovani è un grave problema che interessa tutto il territorio della Nazione e che dovrebbe essere affrontato dallo Stato; osserva che non sempre la Nazione dimostra di essere una madre benefica per i giovani e rileva, quindi, la necessità che lo sia almeno la Regione per i suoi giovani, attuando le possibili iniziative del caso (scuole tecniche professionali, ecc.).
Rivolge un invito alla Giunta regionale ad attuare iniziative in tale campo.
Constata che l'Assessore all'Agricoltura e l'Assessore ai Lavori Pubblici si sono accinti con lodevole impegno alla bonifica dei terreni ed alla costruzione di strade e rivolge invito all'Assessore alla Pubblica Istruzione affinché voglia curare in modo particolare la bonifica dell'uomo, cioè del giovane valdostano che chiede lavoro, per avere la possibilità di migliorare le sue condizioni intellettuali e morali.
Il Consigliere Signor MANGANONI ricorda che nel bilancio preventivo dell'esercizio 1954, approvato nell'ultima seduta consiliare, sono stati stanziati circa 44 milioni per la Scuola di Agricoltura e rileva che, da un calcolo approssimativo, risulta che la Regione spende circa un milione per ogni giovane che frequenta la Scuola di Agricoltura.
Fa presente che altri sette milioni sono stati stanziati per l'invio di giovani valdostani alla Scuola alberghiera di Losanna, in Svizzera.
Osserva che tali iniziative sono indubbiamente molto lodevoli perché la Valle d'Aosta ha bisogno di agricoltori che siano a conoscenza delle nozioni essenziali per quanto riguarda l'agricoltura nonché di personale specializzato nel campo alberghiero (camerieri, maître d'hôtel, ecc.).
Pone, peraltro, in rilievo che, in Valle d'Aosta, oltre agli agricoltori ed al personale alberghiero, vi sono pure molti operai e fa presente che le necessità di tale categoria di lavoratori devono essere prese in considerazione ed esaminate non solo perché i figli degli operai, nella quasi totalità, fanno a loro volta gli operai, ma anche perché a causa della crisi agricola, molti giovani figli di agricoltori cercano pure lavoro nell'industria.
Dichiara che, purtroppo, le industrie locali (Cogne, S.O.I.E. di Châtillon, Brambilla, Guinzio-Rossi, ecc.) non possono assumere al lavoro molti nostri giovani, a causa della riduzione della produzione dovuta alla nefasta politica governativa, che favorisce i trust stranieri a danno delle industrie italiane. Augura che il Governo attuale non abbia a durare per molto tempo e che un'altra classe si possa sostituire a quella che regge attualmente le sorti della Nazione.
Osserva che nel complesso Cogne la mano d'opera è stata ridotta di circa 2500 operai dal 1948 ad oggi; rileva che tale situazione non può durare sempre e che, allorquando lo stabilimento Cogne riprenderà la sua piena attività, si renderà necessaria l'assunzione di operai qualificati e specializzati. Fa presente che bisogna, quindi, dare la possibilità ai giovani di imparare bene un mestiere, ad evitare che la Società Cogne debba assumere operai specializzati provenienti da altre Regioni.
Comunica che, giorni or sono, un artigiano gli ha riferito che, necessitando di un bravo meccanico, ha dovuto farne venire da Torino uno che già era occupato e pagarlo molto, perché non gli è stato possibile trovarne uno in Valle d'Aosta.
Precisa che tali sono le ragioni per le quali egli ed i Consiglieri Signora Ronc-Désaymonet e Signor Vacher hanno presentato alla Presidenza del Consiglio la mozione concernente la proposta di creazione di corsi professionali (per falegnami, meccanici, muratori, ecc.) e la stipulazione di accordi con l'Associazione Artigiani per l'assunzione di giovani apprendisti nelle aziende artigiane locali.
Pone in rilievo che la mancata assunzione di apprendisti da parte delle aziende artigiane è dovuto ai forti contributi assicurativi che le aziende stesse sono tenute, per legge, a pagare per ogni apprendista.
Propone che, in attesa di studiare il sistema dell'istituzione di appositi corsi professionali, si addivenga a trattative con l'Associazione Artigiani ai fini della conclusione di accordi per l'assunzione di giovani apprendisti affinché i giovani possano imparare un mestiere.
Ritiene che ciò sia possibile qualora l'Amministrazione regionale concorra al pagamento dei contributi assicurativi che l'artigiano deve versare per ogni apprendista. Osserva che si potrebbe anche trattare con artigiani, i quali abbiano un'azienda bene avviata, affinché mettano a disposizione l'azienda stessa (falegnameria, meccanica, ecc.) nel periodo invernale, in cui la disoccupazione è maggiore, per insegnare un mestiere ai giovani, previa corresponsione di un determinato contributo regionale.
Ritiene che la Commissione consiliare che sarà nominata dovrà studiare, con carattere di precedenza, le proposte che egli ha formulato, in modo che i corsi di cui si tratta possano essere iniziati nel prossimo inverno.
Il Consigliere Signor BREAN dichiara di concordare, in linea di principio, su quanto esposto dal Consigliere Signor Manganoni, perché anni addietro, allorché nessuna legge faceva obbligo di versare i contributi assicurativi per gli apprendisti, gli artigiani assumevano alle loro dipendenze ragazzi i quali, dopo uno o due anni di pratica, avevano imparato il mestiere. Precisa che attualmente gli artigiani non assumono più apprendisti perché i contributi assicurativi di legge sono molto gravosi, in quanto si aggirano sulle 17-18 mila lire al mese per ogni apprendista.
Si dichiara alquanto scettico sull'utilità dei corsi professionali, di cui i Consiglieri presentatori della mozione hanno proposto l'istituzione, in quanto i corsi di tal genere sono stati già tenuti in Valle d'Aosta ed hanno dato risultati non soddisfacenti.
Comunica, a comprova di quanto asserito, che, in Verrès, su 20 giovani che si erano iscritti ad un corso, se ne presentarono soltanto 12 e, dopo sei mesi, i frequentatori si ridussero a sei, pur percependo ogni allievo un sussidio giornaliero di lire 300.
Osserva che i giovani, anziché frequentare il corso professionale, preferivano andare a divertirsi o fare qualche piccolo lavoro più retribuito.
Esprime parere che la Commissione consiliare che sarà nominata dal Consiglio debba esaminare il problema sotto un altro aspetto; debba studiare, cioè, la trasformazione degli attuali corsi professionali, - che sono frequentati da giovani che provengono dalle, scuole primarie, - in istituti medi professionali con carattere tecnico (istituti industriali) che, a parere suo, sono le uniche scuole che rispondano effettivamente allo scopo.
Formula, quindi, viva raccomandazione che la Commissione nominanda studi anche il potenziamento e la trasformazione delle scuole professionali esistenti.
Il Consigliere Signor CUAZ pone in rilievo che, oltre a tanti altri mali, la guerra ha lasciato nei giovani una specie di incoscienza, poiché si constata che i giovani non vedono nello studio e nel perfezionamento delle loro capacità la possibilità di migliorare il loro avvenire, ma si preoccupano solo di dedicarsi subito a un lavoro per ricavarne un guadagno immediato.
Osserva che i giovani dovrebbero rendersi conto della necessità di perfezionare la propria istruzione professionale.
Riferisce che, nelle Nazioni più evolute, tutti i ragazzi hanno nozioni teoriche sia pure superficiali, ma sufficienti alle loro future necessità e quindi il loro patrimonio intellettuale è più vasto di quello dei nostri giovani.
Ritiene che le Scuole di Avviamento Professionale servano effettivamente a perfezionare nei giovani le nozioni che hanno imparato nelle Scuole elementari, nozioni la cui conoscenza è indispensabile per le loro necessità future. Concorda, quindi, sull'opportunità che siano potenziate le Scuole di Avviamento professionale ed esprime parere che la Commissione consiliare debba studiare tale questione.
Il Consigliere Signor MARCHESE dichiara di condividere i pareri dei Consiglieri Signori Manganoni, Bréan e Cuaz e, richiamandosi a quanto detto dal Consigliere Signor Bréan, informa di aver personalmente constatato il disinteressamento dei giovani per i corsi professionali, poiché i corsi serali per disegnatori, meccanici, ecc. che vengono tenuti da circa 4 anni, sono generalmente frequentati, all'inizio, da una ventina di allievi i quali, al termine del corso, si riducono a tre o quattro. Pone in rilievo che i ragazzi, dopo ultimata la scuola non si preoccupano di altro che di trovare subito un lavoro retribuito per guadagnare e poter divertirsi.
Ritiene, quindi, che l'unico sistema sia quello di potenziare le Scuole professionali esistenti, aventi un carattere tecnico e creare nuovi Istituti tecnici affinché i giovani possano frequentare tali Scuole e imparare le nozioni tecnico-professionali che serviranno a migliorare le loro condizioni di vita nell'avvenire.
Il Consigliere Signora RONC-DESAYMONET concorda con il Consigliere Cuaz sul fatto che si constata nei giovani una specie dì incoscienza per quanto concerne il problema sociale e ritiene che ciò sia una conseguenza della guerra. Rileva che tale assenteismo può e deve essere combattuto, prima nella Scuola, impartendo ai ragazzi una buona educazione scolastica elementare e orientandoli verso una professione, poi a casa a mezzo dei genitori che hanno il dovere di pensare all'educazione ed all'istruzione professionale dei loro figli.
Comunica che nelle Scuole elementari le bambine fanno lavoretti femminili ed i bambini lavori manuali ed esprime parere che gli insegnanti, forse perché troppo impegnati nell'insegnamento delle varie materie, non diano importanza voluta al lavoro femminile e manuale.
Informa di aver avuto occasione, ultima mente, di visitare una scuola di un paesino di montagna e di aver constatato, con rammarico, che i bambini più grandicelli, avendo già fatto molti cestini di ogni tipo, non sapevano più cosa fare, non disponendo del materiale e degli strumenti occorrenti per costruire piccoli tavolini, sgabellini, sedie o altro.
Ritiene che i Patronati scolastici dovrebbero fornire ai bambini delle Scuole elementari sia il materiale che gli strumenti, affinché gli scolari stessi possano fare piccoli oggetti e lavori e orientarsi, in tal modo, fin dai banchi della scuola, verso una professione.
Il Consigliere Signor MANGANONI osserva che i giovani che hanno frequentato i tre corsi delle Scuole di avviamento professionale non trovano lavoro perché, - se è vero che hanno imparato nozioni tecniche ed hanno conseguito un titolo di studio, - non hanno però imparato un mestiere. Ritiene indispensabile che i giovani, oltre alle nozioni teoriche di ordine tecnico, abbiano altresì una capacità pratica di lavoro ed osserva che tale capacità non si può avere che dopo un certo periodo di tempo di apprendistato.
Il Consigliere Signor BREAN concorda con il Consigliere Signor Manganoni sulla necessità che i giovani, per imparare un mestiere, debbano fare alcuni anni di apprendistato. Ribadisce, peraltro, il fatto che gli artigiani sono restii ad assumere apprendisti nelle loro aziende, perché il gravame dei contributi assicurativi dovuti per legge è eccessivo, in quanto ammonta a 17-18 mila lire al mese per ogni apprendista.
L'Assessore, Per. Ind. FOSSON, premette che, dati gli interventi dei vari Consiglieri, è emerso che il grave problema prospettato nella mozione in discussione è tutt'altro che semplice; rileva che tale problema, già studiato ed approfondito dall'Assessorato all'Industria e Commercio, deve essere esaminato nei suoi due aspetti: il primo riguarda i giovani ed il secondo la qualificazione degli operai che non hanno un mestiere.
Informa che, per quanto concerne il secondo problema, è stato già fatto qualche cosa, specialmente per gli operai disoccupati, ma che, purtroppo, i risultati conseguiti non sono stati molto brillanti. Riferisce che sono stati istituiti numerosi corsi per i disoccupati, anche con fondi messi a disposizione dal Ministero del Lavoro e che alcuni di tali corsi hanno dato buoni risultati ed altri no, per la progressiva diminuita frequenza degli allievi, i quali, agli esami, erano soltanto un terzo o anche meno di quelli iscritti all'inizio dei corsi. Osserva che la capacità dell'istruttore e la capacità organizzativa hanno sensibili riflessi sul buon andamento dei corsi.
Comunica che presso lo stabilimento Cogne di Aosta sono stati tenuti alcuni corsi e, fra altri, un corso per carpentieri, che ha avuto una buona frequenza e che ha dato buoni risultati; perciò dopo il primo corso, si è fatto un corso di qualificazione (2° corso) che è frequentato dagli allievi del primo corso che hanno superato gli esami (n. 16).
Precisa che altri corsi vari sono stati istituiti in varie località della Valle per dare la possibilità ai giovani che abitano in paesi lontani sia di usufruire del sussidio che viene concesso, sia di imparare un mestiere.
Comunica, infatti, che è stato istituito un corso di falegnameria artistica a Vens (St. Nicolas), che ha avuto una frequenza continua di otto allievi; osserva che già per il primo anno di funzionamento di tale corso era stata chiesta l'approvazione del Ministero del Lavoro, approvazione che è giunta in ritardo, per cui le spese sono state assunte a totale carico dell'Amministrazione regionale.
Informa che altro corso di falegnameria artistica è stato tenuto a Valtournanche, con una frequenza di otto allievi fissi e di dieci "uditori", cioè allievi iscritti dopo l'inizio del corso, e che altro corso, pure di falegnameria artistica, e che ha dato risultati discreti, è stato tenuto a Gressoney, con una frequenza di 13 giovani, di cui uno proveniente da Nus. Ricorda, in proposito, di aver già detto che, per il funzionamento di tale corso, l'Amministrazione regionale ha acquistato tutto il materiale di una fabbrica di giocattoli costruita in tale località, durante la guerra, dalla Ditta Leumann.
Rileva che, per il funzionamento di tali corsi, si è sempre cercato di ottenere la assegnazione degli appositi fondi stanziati dal Ministero del Lavoro e che l'Amministrazione regionale è intervenuta nel pagamento delle spese allorquando l'approvazione ministeriale non è stata concessa tempestivamente, come pure per l'acquisto di attrezzature extra, come nel caso del corso di Gressoney, per il quale l'Assessore all'Industria e Commercio, essendovi degli ottimi insegnanti, intenderebbe mantenere una Scuola di falegnameria artistica anche se ridotta di numero di allievi.
Fa presente che anche il locale Consorzio per l'Istruzione Tecnica ha istituito alcuni corsi, sul risultato dei quali ritiene che possa meglio riferire l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Dr. Berthet.
Precisa che le iniziative attuate non risolvono, però, il problema, poiché sono numerosi i giovani senza mestiere e che, quindi, non hanno la possibilità di essere assunti alle dipendenze delle Ditte locali.
Riferisce che la proposta del Consigliere Signor Manganoni di indirizzare i giovani verso l'apprendistato artigiano, affinché possano imparare un mestiere, è stata già presa in esame dall'Assessorato all'Industria e Commercio, che però non ha ancora potuto attuarla in quanto il problema dell'apprendistato non è semplice.
Ritiene che tale problema non possa essere risolto in campo regionale, ma che debba essere affrontato in campo nazionale anche perché interessa tutto il territorio dello Stato.
Osserva che, ovunque, l'artigianato va lentamente esaurendosi per cause varie, fra le quali ha il suo peso il minor costo dei prodotti dell'industria in confronto a quelli dell'artigianato, ma soprattutto, in alcune Regioni, per la mancanza dell'apprendistato dovuta all'eccessivo gravame che gli artigiani devono sopportare per il pagamento di contributi assicurativi di vario genere per la mano d'opera.
Informa che, in campo nazionale, si è cercato di affrontare il problema e sono stati presentati vari disegni di legge concernenti l'istituzione di "botteghe-scuola" che sono, però, di difficile attuazione perché richiedono laboratori igienicamente adatti e forniti di costoso macchinario per uno scarso numero di apprendisti. Comunica che l'Assessorato all'Industria e Commercio ha preso in esame anche i predetti disegni di legge per vedere se, con opportuni adattamenti, si potesse realizzare qualcosa di analogo nel territorio della. Regione. Osserva che, in luogo di istituire botteghe-scuola, nel territorio della Regione, è più opportuno mettere buoni artigiani in grado di assumere apprendisti; il che è possibile qualora l'Amministrazione regionale assuma a suo carico gli oneri assicurativi rilevanti che gravano a carico degli artigiani per gli apprendisti.
Fa presente che l'apprendista, durante il suo periodo di pratica, non solo non dà alcun reddito, ma consuma materie prime e fa perdere tempo all'artigiano che deve insegnargli il mestiere.
Informa che, in passato, l'apprendistato era regolato da norme assai precise e l'allievo si impegnava a fare un periodo di pratica alle dipendenze dell'artigiano, per tre o quattro anni consecutivi, senza diritto a compenso alcuno; di modo che l'artigiano era compensato, per l'insegnamento e per lo spreco delle materie prime, dal lavoro che l'apprendista era in grado di fare dopo il primo e il secondo anno di pratica.
Rileva che, attualmente, i genitori insistono presso gli artigiani perché assumano i loro ragazzi senza alcun compenso per il primo anno di pratica, allorquando lo spreco di materie prime e la perdita di tempo sono maggiori; precisa, però, che gli apprendisti, trascorso il primo anno di pratica, avanzano pretese di retribuzione, minacciando, in caso di mancato accoglimento delle loro richieste, di trasferirsi presso altri artigiani. Osserva che le varie difficoltà esposte mettono gli artigiani nell'impossibilità di assumere apprendisti.
Informa che l'Assessorato all'Industria e Commercio aveva già preso in esame l'opportunità di richiamare l'attenzione della Giunta e del Consiglio sulla possibilità di assumere, in tutto o in parte, a carico dell'Amministrazione regionale le spese che gravano sugli artigiani per i contributi assicurativi di vario genere per gli apprendisti, sempre che fosse data garanzia, da parte dei familiari dell'allievo, che l'apprendista facesse pratica presso l'artigiano per tutto il periodo di tempo previsto per imparare il mestiere e previa garanzia, da parte dell'artigiano, di insegnare il mestiere all'apprendista.
Comunica che era stato già rivolto invito all'Associazione Artigiani della Valle d'Aosta di istituire apposita Commissione incaricata di studiare insieme all'Assessorato all'Industria e Commercio il problema dell'apprendi stato nei suoi diversi aspetti. Fa presente che, da un po' di tempo, non ha più avuto contatti con la predetta Commissione.
Ritiene che la Commissione da nominarsi dal Consiglio regionale potrà studiare ed approfondire il problema e prendere in esame le modalità da seguire per il potenziamento delle Scuole professionali.
Osserva, in proposito, di condividere il parere espresso dal Consigliere Signor Manganoni, secondo cui le Scuole di avviamento professionale esistenti non diano risultati brillanti per quanto concerne la formazione di operai specializzati; ritiene che ciò dipenda dai programmi stessi delle predette scuole. Aggiunge che, in genere, i giovani licenziati dagli Istituti di avviamento professionale, di sponendo di un titolo di studio, non hanno più voglia di fare lavori manuali e cercano un impiego.
Richiamandosi alla proposta, fatta dal Consigliere Signor Bréan, di trasformare le Scuole professionali esistenti in Scuole o Istituti a carattere tecnico-industriale, ritiene che tale proposta non sia di facile attuazione, perché l'Istituto industriale comporta spese assai rilevanti e comprende vari rami di specializzazione; per cui, qualora il Consiglio si orientasse verso tale ordine di idee, bisognerebbe limitarsi a creare un unico Istituto industriale nella Regione. Ritiene che la Commissione dovrebbe esaminare le seguenti due soluzioni per quanto concerne il problema dell'apprendistato e, cioè, dell'istruzione professionale dei giovani che intendono imparare un mestiere:
1) assunzione a carico dell'Amministrazione regionale delle spese che gravano sull'artigiano per i vari contributi assicurativi da pagarsi per gli apprendisti;
2) istituzione di corsi professionali veri e propri in varie località della Valle e per vari rami di specializzazioni diverse.
Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, premette che molti lamentano il fatto che certe leggi, approvate ed emanate con lo scopo di proteggere e di aiutare gli apprendisti e gli artigiani, hanno avuto ripercussioni negative per tali categorie di lavoratori.
Osserva che, già dal tempo del basso impero romano, allorquando era sorto il sistema delle corporazioni di arti e mestieri ed erano state emanate leggi per proteggere determinate categorie, si verificò il fatto che dette categorie furono danneggiate proprio da quelle norme che avrebbero dovuto tutelarle.
Rileva che, oggigiorno, gli artigiani riflettono molto prima di assumere apprendisti e finiscono con l'astenersi dall'assumerli.
Comunica di essersi interessato personalmente di diversi casi ed accenna, fra altri, al caso di una certa "blanchisseuse" di Aosta che è stata multata parecchie volte per aver contravvenuto alle disposizioni delle leggi vigenti, in materia di contributi assicurativi.
Rileva che, ovviamente, non si può pretendere che gli agenti non facciano osservare le leggi vigenti, anche se, in alcuni casi, l'applicazione delle multe previste da tali leggi appaia ingiusta.
Fa presente che trattasi di un problema che può essere risolto soltanto in campo nazionale, non in campo regionale, mediante l'approvazione da parte del Parlamento di norme legislative modificative delle leggi esistenti.
Pone in rilievo che il riflesso negativo di tali leggi dà effettivamente molto da pensare, e riferisce che coloro che hanno studiato la riforma sociale, nota come piano Beveridge, in Inghilterra, resi accorti dalla esperienza, hanno studiato determinati accorgimenti intesi, appunto, ad evitare che le categorie che si volevano proteggere, attraverso quella riforma sociale, ne potessero essere, invece, danneggiate.
Precisa che quanto ha detto concerne soltanto un aspetto della questione.
Dichiara di essere alquanto dubbioso sull'utilità pratica delle Scuole di avviamento al lavoro, particolarmente per i loro programmi di insegnamento stabiliti don la riforma Gentile. Osserva che le Scuole di avviamento al lavoro, anziché rispondere allo scopo per il quale erano state istituite, creano più che altro degli spostati, perché i giovani che le frequentano e che ne escono dopo aver conseguito la licenza non vogliono più fare né il contadino né l'operaio e, d'altra parte, difficilmente possono ottenere impieghi presso Amministrazioni pubbliche o Aziende private.
Riconosce che vi sono delle eccezioni, poiché vi sono state delle persone le quali, pur essendo in possesso della sola licenza di Scuola di avviamento, hanno saputo affermarsi e farsi una posizione. Fa presente che la questione alla quale ha ora accennato costituisce un altro aspetto del problema.
Pone in rilievo che molti giovani, oggigiorno, mancano di amor proprio; riferisce, ad esempio, che, avendo consigliato ad un giovane, iscritto all'Università, impiegato presso l'Amministrazione regionale con mansioni di ordine (applicato) di proseguire gli studi e di conseguire il diploma di laurea onde poter migliorare la propria posizione di impiego, questi gli rispose che era contento di fare l'applicato perché preferiva la vita calma e tranquilla. Osserva di aver citato soltanto un esempio ma che, purtroppo, vi sono molti altri casi del genere ed anche più gravi.
Suggerisce l'opportunità che l'Assessore alla Pubblica Istruzione faccia una indagine statistica per conoscere quanti giovani della Valle d'Aosta si siano iscritti all'Università e quanti di essi abbiano conseguito la laurea.
Comunica che la Giunta regionale, approvando una sua proposta, ha deliberato di concedere sussidi di studio agli impiegati dell'Amministrazione regionale che si iscrivono all'Università, onde dare loro la possibilità di continuare e di ultimare gli studi.
Osserva che la vita diventa sempre più difficile per i giovani e che, quindi, non bisogna essere censori troppo severi nei loro confronti, ma dimostrarsi sensibili verso le loro necessità, perché vi è un fenomeno di crisi e di disoccupazione dovuto al fatto che gli stabilimenti industriali non assumono più dei giovani.
Dichiara di concordare sulle proposte formulate dai presentatori della mozione concernente la nomina di una commissione consiliare per lo studio del problema interessante l'apprendistato e l'istituzione di corsi professionali; rileva, però, che il problema è molto più vasto e più complesso di quanto è stato prospettato dai presentatori della mozione.
Riconosce che molto è già stato fatto dall'Assessorato competente, ma fa presente che rimane ancora molto da fare sia per quanto riguarda la specializzazione e la qualificazione professionale dei giovani sia per quanto riguarda il problema dei giovani artigiani.
L'Assessore Dr. BERTHET premette che dalla lettura della mozione parrebbe che. i presentatori della stessa abbiano voluto di proposito ignorare quanto l'Amministrazione regionale ha fatto in questo campo e quanto esiste di fatto.
Precisa che non intende fare polemiche, perché le polemiche non danno alcun risultato positivo, ma intende però porre in rilievo che la Valle d'Aosta, in confronto alle Regioni Italiane, si trova all'avanguardia per quanto concerne il problema dell'avviamento e della preparazione professionale dei giovani.
Comunica, infatti, che in Aosta vi è una Scuola di Avviamento industriale frequentata da più di 400 alunni ed una Scuola ad indirizzo commerciale frequentata da più di 100 alunni, che altre Scuole di avviamento industriale vi sono a Châtillon, Verrès e Pont St. Martin e che a Châtillon vi è pure una Scuola di Avviamento commerciale.
Comunica pure che ad Aosta, oltre alla Scuola di fabbrica della Cogne, vi è un Istituto Tecnico per ragionieri e geometri, istituito dalla Regione, che è frequentato da 157 giovani.
Informa che, da parte del locale Consorzio per l'Istruzione tecnica vengono istituiti, ogni anno, corsi di stenodattilografia frequentati in media da circa 150 giovani e che analogo corso ed un altro di carpentieri sono stati istituiti a Pont St. Martin, che ad Aosta vi è anche la Scuola regionale di agricoltura e che un corso biennale per falegnami è stato istituito a Gressoney ed altro biennale per muratori è stato istituito a Gaby.
Rileva che con i programmi attualmente svolti nelle Scuole di avviamento professionale non si può dare una specializzazione ai giovani. Fa presente, d'altra parte, che lo scopo delle Scuole professionali non è quello di dare una specializzazione ai giovani ma bensì di formare l'educazione professionale dei giovani e di dare loro la base culturale che è indispensabile per affrontare la vita e formarsi una posizione nell'avvenire.
Informa che, oltre ai corsi professionali, sono stati istituiti ad Aosta e funzionano 63 seste classi elementari e 57 classi settime, che sono frequentate da circa 450 giovani i quali praticamente avevano già abbandonato lo studio.
Comunica che, per lo sforzo compiuto in tale campo, la Valle d'Aosta è stata citata all'ordine del giorno nel Convegno delle Scuole post-elementari che ha avuto luogo a Roma nei giorni 28 e 29 marzo scorso ed ha avuto il massimo elogio, come pure le Province di Trento, Bolzano, Sondrio e Cuneo, che nel campo dell'istruzione post-elementare hanno fatto qualcosa di positivo.
Aggiunge che, in Valle d'Aosta, sono stati, altresì tenuti annualmente, dal 1950-1951 ad oggi, corsi di addestramento professionale per disoccupati autorizzati dal Ministero del Lavoro.
Fa presente di essere in possesso di dati precisi al riguardo e cita i numerosi corsi professionali di vario genere per disoccupati tenuti in Valle d'Aosta.
Informa che alcuni corsi hanno dovuto essere chiusi (ad Aosta, Châtillon, Verrès) perché gli iscritti hanno cessato di frequentarli.
Precisa che non è vero, quindi, che manchino le Scuole professionali in Valle d'Aosta. Rileva, per contro, che, - come giustamente sottolineato dal Presidente della Giunta e da alcuni Consiglieri, - manca nei giovani la buona volontà e l'amor proprio di specializzarsi in un lavoro.
Riferisce che i giovani vogliono avere la sicurezza, partecipando ai corsi predetti, di essere assunti al lavoro immediatamente, al termine dei corsi stessi, ed osserva che non potendosi ovviamente, dare loro tale assicurazione, i giovani sono restii a frequentare i predetti corsi, pur sapendo di percepire un sussidio giornaliero di lire 300 e che l'Ufficio di collocamento dà loro una certa qual preferenza nelle assunzioni. Aggiunge che i corsi di cui si tratta non danno sempre i risultati che gli organizzatori si prefiggono di conseguire.
In merito alla proposta del Presidente della Giunta, Avv. Caveri, concernente la compilazione di una statistica dei giovani iscritti alle Università, comunica di avere già fatto tale statistica e che dalla stessa risulta che i giovani valdostani iscritti alle varie Università sono oltre 200, di cui ben 150-160 sono fuori corso. Precisa che su tale numero di iscritti soltanto dai sei ai dieci conseguono annualmente la laurea e trattasi in genere di signorine. Constata che non vi è nei giovani la volontà di studiare e la tenacia necessaria per affrontare i sacrifici che lo studio impone.
Dichiara di concordare con il Consigliere Signor Bréan sulla necessità di creare Scuole tecniche biennali, per i giovani licenziati dalla Scuola di avviamento, in Aosta, a Châtillon, a Verrès e a Pont St. Martin, per dare ai giovani la possibilità di specializzarsi e di perfezionarsi in un ramo particolare, in quanto la Scuola di avviamento dà solo un orientamento generale.
Pone in rilievo che la Scuola di avviamento professionale dà ottimi risultati allorquando l'insegnamento viene fatto con lo spirito di sacrificio che distingue i Salesiani. Invita i signori Consiglieri a visitare la Scuola di Avviamento industriale di Châtillon per rendersi conto dei veri piccoli capolavori di falegnameria e di meccanica che vengono fatti dagli alunni di tale Scuola.
Il Consigliere Signor MANGANONI osserva che nella mozione si parla della creazione di corsi professionali nei principali centri della Valle per dare la possibilità ai giovani di specializzarsi e di imparare un mestiere, mentre, invece, nei vari interventi degli Assessori e dei Signori Consiglieri si è parlato di Scuole di Avviamento, di seste e di settime elementari, di un Istituto Tecnico, tutte ottime iniziative ma che praticamente non servono a dare un mestiere agli operai. Ricorda che in Valle d'Aosta vi è insufficienza di muratori, falegnami, meccanici, fresatori, carpentieri, ecc.
Dichiara di aver preso atto delle dichiarazioni fatte dagli Assessori all'Industria e Commercio ed alla Pubblica Istruzione, per quanto concerne il lavoro già fatto e i corsi già istituiti. Ribadisce che i presentatori della mozione chiedono l'istituzione di corsi professionali pratici per la formazione di operai specializzati.
Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, esprime parere che la Commissione consiliare che sarà nominata dovrà studiare, - oltre al potenziamento dei corsi già attuati -, tutto il vasto e complesso problema, che però, non potrà essere risolto, a parere suo, se non con la creazione di Scuole pratiche di arti e mestieri, in quanto solo con dette Scuole, le quali rilasciano anche un titolo di studio, è possibile creare degli operai specializzati e formare dei veri meccanici, dei falegnami, dei muratori, ecc.
Rileva che vi sono dei dirigenti della Cogne che hanno frequentato le Scuole tecniche - che valevano più delle attuali Scuole di avviamento - e che hanno solo il titolo di studio rilasciato dalle predette Scuole tecniche.
Il Consigliere Signor BREAN si richiama a quanto detto dall'Assessore Dr. Berthet circa gli ottimi risultati conseguiti dagli alunni che frequentano la Scuola di avviamento industriale di Châtillon e pone in rilievo che analoghi risultati vengono conseguiti dai giovani che frequentano la Scuola di avviamento industriale di Verrès.
L'Assessore, Per. Ind. FOSSON, dichiara di condividere il parere del Presidente della Giunta, Avv. Caveri, per quanto concerne l'istituzione di una Scuola di arti e mestieri in Valle d'Aosta. Rileva che la Commissione consiliare, nell'esaminare la possibilità di attuazione di tale iniziativa, dovrà tener presente anche la necessità di costruire un convitto annesso alla Scuola stessa, per dare la possibilità ai giovani dei piccoli centri della Valle di poter frequentare i corsi professionali.
Il Presidente, Avv. Dr. BONDAZ, constata che tutti i Consiglieri concordano sulla proposta di istituzione di una Scuola di arti e mestieri con annesso convitto nonché sulla proposta formulata nella mozione sopra riportata. Ritiene che il Consiglio possa, quindi, senz'altro procedere alla nomina della Commissione consiliare incaricata dello studio dei problemi interessanti l'apprendistato e le Scuole professionali in Valle d'Aosta.
Il Consigliere Signor MANGANONI propone che la costituenda Commissione sia composta di sei membri, in analogia al criterio già seguito dal Consiglio nell'adunanza dellì 12 marzo 1954, per la nomina della Commissione consiliare incaricata di studiare provvedimenti atti a risolvere la crisi dell'industria lattiero-casearia e dell'Agricoltura in Valle d'Aosta.
Il Presidente, Avv. Dott. BONDAZ, preso atto della proposta formulata dal Sig. Manganoni e sulla quale il Consiglio concorda, invita i singoli gruppi consiliari a segnalare i nominativi dei Consiglieri proposti per la nomina a membri della Commissione consiliare di cui si tratta, della quale faranno parte di diritto gli Assessori competenti per materia, cioè l'Assessore all'Industria e Commercio e l'Assessore alla Pubblica Istruzione.
L'Assessore, Per. Ind. FOSSON, a nome dei Consiglieri del gruppo dell'Union Valdôtaine, propone per la nomina i Consiglieri Signori Bréan Giuseppe e Cuaz Carlo.
L'Assessore, Geom. BIONAZ, a nome dei Consiglieri del gruppo della Democrazia Cristiana, propone per la nomina i Consiglieri Signori Dott. Dujany Cesare e Marchese Giovanni.
Il Consigliere Signor MANGANONI, a nome dei Consiglieri del gruppo Social-Comunista, propone i Consiglieri Signori Vacher Candido e Nicco Anselmo.
Il Presidente, Avv. Dott. BONDAZ, invita, quindi, il Consiglio a votare per l'approvazione della proposta di nomina della Commissione consiliare incaricata dello studio dei problemi concernenti l'apprendistato, i corsi e le scuole professionali e la stipulazione di accordi con l'Associazione Artigiani per l'assunzione di giovani apprendisti presso aziende artigiane.
IL CONSIGLIO
ad unanimità di voti (Consiglieri presenti e votanti n. 30);
Delibera
1) di nominare una Commissione consiliare per lo studio dei predetti problemi interessanti l'apprendistato e le scuole professionali in Valle d'Aosta, in relazione alla mozione di cui alle premesse;
2) di nominare quali membri della predetta Commissione consiliare, - oltre all'Assessore dell'Industria e Commercio, Perito Industriale Pietro Fosson e l'Assessore alla Pubblica istruzione, Dott. Amato Berthet -, i Consiglieri regionali Signori Bréan Giuseppe, Cuaz Carlo, Dott. Dujany Cesare, Marchese Giovanni, Nicco Anselmo e Vacher Candido.
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