Oggetto del Consiglio n. 22 del 15 marzo 1954 - Verbale

OGGETTO N. 22/54 - ESAME E DISCUSSIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 1954.

L'Assessore alle Finanze, Ing. FRESIA, riferisce al Consiglio in merito al progetto di bilancio di previsione della Regione predisposto dalla Giunta per l'esercizio finanziario 1954, bilancio di cui copia è stata trasmessa ai Signori Consiglieri, con allegata la seguente relazione illustrativa:

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Sul progetto di bilancio di previsione della Regione per l'esercizio finanziario 1954, che la Giunta sottopone all'esame ed all'approvazione del Consiglio regionale, si riferisce quanto segue:

Ordinamento finanziario della Regione e bilancio dell'esercizio finanziario 1954.

La questione dell'ordinamento finanziario della Regione e della ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione è stata già ampiamente e ripetutamente discussa dalla Giunta e dal Consiglio e non soltanto in occasione dell'esame e discussione dei bilanci di previsione dei singoli esercizi finanziari.

Omettendo altre precedenti adunanze in cui fu discusso tale importante problema, si citano le ultime adunanze in cui fu trattato in modo particolarmente esauriente il problema stesso:

- per il Consiglio: le adunanze del 3 agosto 1950 (oggetto n. 66), 2 febbraio 1950 (oggetto n. 5), 8 ottobre 1949 (oggetto n. 113), 11 aprile 1949 (oggetto n. 33), 3 febbraio 1949 (oggetto n. 5);

- per la Giunta: le adunanze del 28 giugno 1952 (oggetti n. 1002 e n. 1003), del 19 settembre 1952 (oggetto n. 1596), del 5 settembre 1952 (oggetto n. 1425), del 30 maggio 1952 (oggetto n. 833), del 9 maggio 1951 (oggetto n. 828) e del 21 aprile 1951 (oggetto n. 735).

La legge sull'ordinamento finanziario della Regione, prevista dall'articolo 50 dello Statuto speciale della Regione, non è ancora stata emanata; sono tuttora in corso le trattative per la determinazione dell'ordinamento finanziario regionale mediante la ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione, a' sensi di quanto previsto dal primo comma dell'articolo 12 del predetto Statuto regionale.

In proposito, va rilevato che le trattative fra gli organi governativi centrali e l'Amministrazione regionale prevedevano, in un primo tempo, una ripartizione di entrate secondo il sistema della quota unica e fissa di ripartizione di determinate entrate erariali comunque riscosse e secondo una aliquota percentuale di ripartizione di spettanza regionale maggiore di quella concessa, per l'anno 1950, con decreto del Presidente della Repubblica in data 25 dicembre 1950, n. 1206.

Con il predetto Decreto n. 1206, oltre ai nove decimi dei canoni annuali statali per le concessioni di derivazioni a scopo idroelettrico, di cui all'art. 12, ultimo comma, dello Statuto regionale, era stata attribuita alla Regione Valle d'Aosta, per l'anno 1950, la quota del 60 per cento dei seguenti tributi erariali:

- imposte sui terreni, sui fabbricati, sui redditi di ricchezza mobile e complementare sul reddito;

- imposte sulle concessioni e donazioni, manomorta, registro, tasse ordinarie di bollo, imposta di surrogazione del registro e del bollo, imposte ipotecarie e tasse sulle concessioni governative e di pubblico insegnamento;

- imposta sulla fabbricazione dei filati, imposte sul gas e l'energia elettrica.

Fu, altresì, attribuita alla Regione l'aliquota del 60 per cento dei proventi del monopolio sui tabacchi, sul sale e sulle cartine, riscossi nell'ambito regionale, limitatamente alla parte da considerare come imposta di consumo.

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In base agli accertamenti effettuati presso gli uffici finanziari erariali, la quota di entrate erariali spettante e corrisposta, per l'anno 1950, alla Regione a titolo di ripartizione delle predette entrate erariali, ammontò a lire 854.344.981, oltre a lire 139.276.515 di quota dei 9 decimi dei canoni erariali per concessioni di acque pubbliche, spettante alla Regione a' sensi dell'ultimo comma dell'articolo 12 dello Statuto.

Nel corso delle laboriose trattative condotte per la determinazione dell'ordinamento finanziario della Regione mediante la ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione, i competenti Uffici governativi centrali hanno cambiato i predetti criteri, già concordati e già praticati per l'anno 1950, e hanno proposto un ordinamento finanziario non definitivo (valido per un limitato numero di anni), con una ripartizione di entrate erariali basata su una quota percentuale fissa di alcune entrale erariali e su una seconda quota percentuale variabile di determinate altre entrate erariali.

La quota fissa di ripartizione delle entrate erariali comprenderebbe determinate percentuali delle seguenti entrate erariali: imposta sui terreni e sui fabbricati; imposta sui redditi agrari; imposte di ricchezza mobile e complementare; imposta sulle successioni e donazioni; imposta di manomorta; imposte di registro; tasse di bollo; imposte ipotecarie; tasse sulle concessioni governative; imposte di surrogazione registro e bollo; tasse di pubblico insegnamento.

La quota annua variabile di ripartizione dovrebbe essere determinata ogni anno, secondo le necessità annue di bilancio della Regione, in base a percentuali varie del gettito dei seguenti tributi erariali: imposta generale sull'entrata; provento fiscale dei monopoli sui tabacchi; imposta di fabbricazione sui filati, sul gas e sull'energia elettrica; imposta di ricchezza mobile.

La quota variabile dovrebbe essere determinata, anno per anno, con decreto del Ministero del Tesoro, di concerto con i Ministeri dell'Interno e delle Finanze, d'accordo con il Presidente della Giunta regionale e, in caso di disaccordo, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Per la determinazione delle quote annue variabili di ripartizione dovrebbero, quindi, essere condotte ogni anno laboriose trattative basate sull'esame delle necessità di bilancio della Regione, con inevitabile e dannoso ritardo nell'introito della quota annua variabile da assegnarsi alla Regione.

Oltre alle quote percentuali (fissa e variabile) di ripartizione delle predette entrate erariali, dovrà essere corrisposto alla Regione l'ammontare dei 9 decimi dei canoni erariali di concessione di acque pubbliche ad uso idroelettrico, ai sensi della disposizione dell'ultimo comma dell'articolo 12 dello Statuto.

Tale disposizione va posta in relazione alle richieste a suo tempo fatte allo Stato in riferimento alla nota questione delle acque pubbliche della Valle d'Aosta, acque che i Comuni valdostani avevano dovuto riscattare con regolari atti di affrancamento e che furono, in seguito, dichiarate acque demaniali dello Stato, nuovamente disponibili per concessioni da farsi a titolo oneroso (con imposizione di canoni) ad uso idroelettrici, industriali e agricoli, senza corresponsione di alcun indennizzo ai Comuni interessati, spogliati e danneggiati da tale sopravvenuta dichiarazione di demanialità.

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Le trattative per la ripartizione delle entrate erariali non hanno potuto ancora essere concluse, non essendo stato possibile addivenire ad un accordo su eque basi. Nell'adunanza straordinaria del 28 giugno 1952 la Giunta regionale, il Presidente del Consiglio, il Deputato e il Senatore della Valle d'Aosta hanno, ad unanimità, riconosciuto e stabilito che le proposte fatte dagli uffici governativi centrali non potevano essere accettate in quanto l'ammontare della quota fissa annua di spettanza della Regione era troppo inferiore all'ammontare delle spese obbligatorie ordinarie annue della Regione.

Accettando le proposte governative, la Regione non potrebbe provvedere, con le proprie entrate locali ordinarie e straordinarie, al finanziamento totale delle rimanenti spese a suo carico (quota parte delle spese obbligatorie straordinarie, spese facoltative ordinarie e straordinarie: vedasi prospetto riassuntivo delle spese annue riportate a pagina 15). È presumibile, infatti, che la quota annua variabile di riparto sarà determinata e concessa in misura assai limitata.

Per una equa ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione e, in particolare, per la determinazione della quota fissa annua di spettanza della Regione, occorre siano tenuti nella dovuta considerazione i seguenti dati ed elementi:

a) l'ammontare delle entrate annue ordinarie e straordinarie locali proprie della Regione e l'ammontare delle entrate annue erariali comunque riscosse dallo Stato per le attività economiche e industriali e per i redditi inerenti alle attività stesse nel territorio della Valle d'Aosta;

b) l'ammontare delle spese annue obbligatorie, ordinarie e straordinarie, regionali e l'ammontare della quota delle spese annue obbligatorie ordinarie regionali che dovrebbe essere finanziata mediante il provento della quota annua fissa di ripartizione entrate erariali, per i servizi di istituto trasferiti alla competenza amministrativa e finanziaria della Regione e già di competenza di Uffici statali (centrali e periferici) nonché di Enti e di Uffici locali vari soppressi;

c) l'ammontare della quota delle spese annue obbligatorie ordinarie e straordinarie regionali da finanziarsi con il provento delle entrate ordinarie proprie della Regione e con il provento della quota annua variabile di ripartizione entrate erariali;

d) l'ammontare della quota delle spese annue obbligatorie straordinarie regionali e della quota delle spese annue facoltative regionali da finanziarsi con le entrate straordinarie della Regione.

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La Presidenza della Giunta regionale, in considerazione della difficoltà di addivenire in breve tempo ad un equo accordo sulla ripartizione definitiva delle entrate erariali, ha chiesto alle Autorità governative centrali la concessione di anticipazioni di somme, da liquidarsi a titolo di acconto sui proventi della prevista ripartizione delle entrate erariali per gli anni 1951, 1952 e 1953.

Tali anticipazioni di somme sono state chieste allo scopo di ridurre le difficoltà di cassa e le spese derivanti dagli interessi passivi sulle anticipazioni di cassa nonché allo scopo di poter provvedere ai più urgenti impegni di spesa, già assunti dalla Regione per l'esecuzione di lavori di pubblica utilità.

Tali acconti, concordati nella misura annua di lire 500.000.000 per ciascuna delle tre annualità predette, non sono stati ancora riscossi in quanto il disegno di legge, già predisposto per gli acconti sulle annualità 1951-1952, risultò decaduto a causa dell'anticipato scioglimento del Senato e il nuovo disegno di legge, predisposto per gli acconti sulle annualità 1951-1952 e 1953, risulta ancora all'esame della competente Commissione legislativa del Senato.

Il ritardo nella determinazione e nella riscossione delle quote annue di entrate erariali, da assegnarsi alla Regione per i predetti tre anni, ha posto l'Amministrazione regionale nella impossibilità di provvedere al definitivo accertamento delle entrate dei corrispondenti tre esercizi finanziari, con evidente pregiudizio per la normale impostazione dei bilanci e per la tempestiva attuazione dei programmi di lavori di pubblica utilità.

Va rilevato, infatti,

a) che il ritardo nella riscossione dei predetti acconti di lire 500.000.000 per ciascuna delle tre annualità ha posto l'Amministrazione regionale in gravi difficoltà di cassa e nella necessità di ricorrere a rilevanti e onerosi anticipazioni di cassa, concesse dalla Cassa di Risparmio di Torino (Cassiere - tesoriere regionale), con carico di spese per interessi passivi e con pregiudizio per la sollecita attuazione dei programmi di lavori di pubblica utilità già approvati dal Consiglio;

b) che il ritardo nell'introito delle quote annue di riparto di entrate erariali spettanti alla Regione per gli anni 1951, 1952 e 1953 e la differita approvazione dell'ordinamento finanziario definitivo della Regione pregiudicano la normale impostazione dei bilanci nonché la regolare approvazione ed il finanziamento dei programmi di lavori di pubblica utilità.

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Tenuto conto della predetta situazione, la Giunta ha impostato il progetto di bilancio per l'esercizio 1954, per quanto concerne le previsioni di spesa, secondo il criterio di prudente riduzione delle spese e dei programmi, - criterio già seguito in sede di approvazione del bilancio preventivo per l'esercizio 1953, - salvo il necessario adeguamento degli stanziamenti, in relazione alle effettive spese già accertate o previste per le necessità più impellenti dei servizi regionali. Infatti le spese previste dai vari Assessorati sono state sensibilmente ridotte al fine di contenerle nei limiti, invero assai ristretti, delle previsioni di entrata e per assicurare il pareggio del bilancio.

Per quanto concerne le previsioni di entrata, va rilevato che le entrate locali, ordinarie e straordinarie (compresa l'entrata straordinaria degli stabilimenti speciali di St. Vincent), sono state iscritte nelle misure massime prevedibili.

L'ammontare della quota di riparto delle entrate erariali di spettanza della Regione dovrebbe essere calcolato in proporzione all'incremento delle entrate erariali verificatosi dal 1949 al 1953, in quanto sono, altresì, aumentate le spese per gli importanti servizi trasferiti alla Regione Valle d'Aosta, dato il generale sensibile aumento verificatosi nei prezzi dei materiali, delle forniture e dei costi dei servizi degli Enti pubblici.

Non è, infatti, possibile ridurre ulteriormente le spese obbligatorie (ordinarie e straordinarie) né quelle facoltative ordinarie della Regione senza recare gravissimo pregiudizio alle necessità locali e al normale funzionamento dei servizi trasferiti, per legge, in gestione ed a carico della Regione.

In relazione alle necessità degli onerosi servizi trasferiti alla competenza dell'Amministrazione regionale, agli effetti della ripartizione provvisoria delle entrate erariali per l'anno 1950, era stata già trattata, nel 1949, l'assegnazione alla Regione (oltre ai nove decimi dei canoni sulle concessioni di acque ad uso idroelettrico) di una unica quota percentuale fissa di riparto dell'80% su determinate entrate erariali, quota che è stata ridotta, in seguito, al 75% ed, infine, al 60%, su di un totale di entrate erariali, riscosse allora in Valle, di lire 1.900.000.000 (comprensive del provento dei monopoli).

Tenuto conto delle necessità della Valle d'Aosta e dei servizi regionali, dell'ammontare delle entrate proprie della Regione, delle spese trasferite dallo Stato a carico della Regione, nonché dell'ammontare dei tributi riscossi dallo Stato nella Regione, una equa soluzione del problema della ripartizione delle entrate erariali, da ritenersi molto conveniente per lo Stato e accettabile per la Regione, consisterebbe nella definitiva (non provvisoria) assegnazione alla Regione di una quota percentuale fissa di entrate annue erariali, il cui ammontare sia sufficiente a finanziare le spese annue obbligatorie ordinarie e una parte delle spese annue obbligatorie straordinarie della Regione. È necessario un ordinamento finanziario basato su una ripartizione non temporanea e non annuale delle entrate erariali, che consenta, cioè, una effettiva autonomia finanziaria, in base alla quale si possano approvare regolari bilanci di previsione, sia pure nei limiti di modeste ma sicure entrate annue regionali: ciò in conformità allo spirito informatore e ai fini che ispirano all'Assemblea Costituente l'approvazione del primo comma dell'articolo 12 e del terzo comma dell'articolo 50 dello Statuto speciale della Regione. Nel verbale delle sedute dell'Assemblea Costituente del 30 gennaio 1948, in cui fu discusso lo Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta, risulta chiaramente che l'Assemblea Costituente ha approvato il terzo comma dell'articolo 50 dello Statuto allo scopo di rendere possibile, specialmente nell'interesse della Regione, il ponderato studio e l'approvazione di un ordinamento finanziario regionale definitivo, mediante una definitiva (non temporanea né annuale) ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione. Potrebbe essere, invece, prevista la possibilità di una eventuale revisione, da approvarsi con legge, in caso di accertata necessità e in accordo con la Regione.

In relazione anche a quanto è previsto dalla norma di carattere generale del primo comma dell'articolo 12 dello Statuto, si dovrebbe, quindi, approvare un ordinamento finanziario e una ripartizione di entrate erariali che assicurino e garantiscano la necessaria autonomia finanziaria della Regione, in conformità a quanto previsto dall'articolo 119 della Costituzione della Repubblica.

Il progetto di ordinamento finanziario e di ripartizione delle entrate erariali predisposto dagli Uffici governativi centrali, basato su un sistema di ripartizione valido per un limitato periodo di tempo (dal 1-1-1951 al 31-12-1955) e su due quote di ripartizione (una fissa e una variabile e da determinarsi di anno in anno) non appare certo ispirato ai concetti ed ai fini predetti, discussi e approvati dall'Assemblea Costituente nel gennaio del 1948.

Qualora si dovesse accettare, per ragioni particolari, il predetto sistema di ripartizione delle entrate erariali proposto alla Regione, dovrebbe trattarsi non già di ordinamento finanziario e di ripartizione di entrate validi per un quinquennio, - ormai quasi trascorso, - bensì dovrebbe trattarsi di ordinamento finanziario e di ripartizione entrate aventi carattere definitivo, salva e prevista la possibilità di eventuali modifiche, da approvarsi con legge, in accordo con la Regione.

L'ammontare della quota fissa di riparto dovrebbe assicurare il finanziamento di gran parte delle spese annue obbligatorie ordinarie della Regione, mentre con l'ammontare annuo della quota variabile e con le entrate ordinarie proprie della Regione si dovrebbe assicurare il finanziamento della rimanente parte delle spese annue obbligatorie ordinarie e di gran parte delle spese annue obbligatorie straordinarie della Regione (vedi prospetto riassuntivo delle spese a pagina 15).

Rimarrebbero da finanziare, con le entrate straordinarie proprie della Regione, le rimanenti spese annue regionali seguenti: una parte delle spese obbligatorie straordinarie, le spese facoltative, ordinarie e straordinarie, e una parte delle spese per movimento di capitali.

Va rilevato che le spese annue per i soli servizi scolastici (già a carico dello Stato e trasferiti soltanto in Valle d'Aosta a carico della Regione) ammontano a circa lire 570 milioni, non comprese le spese straordinarie per la costruzione e la sistemazione di edifici scolastici.

Assai gravose sono pure le spese per i servizi assistenziali, tecnici e stradali, già di competenza della soppressa Amministrazione provinciale, servizi pure trasferiti nella sola Valle d'Aosta a carico della Regione. Cosi dicasi per le spese di altri servizi già di competenza dello Stato e di altri Enti e Uffici pubblici.

Trattasi di spese in maggior parte obbligatorie e ricorrenti e, pertanto, non passibili di ulteriore riduzione.

Va pure rilevato che lo Stato - dal 1948 in poi - ha continuato ad introitare in Valle d'Aosta le entrate inerenti ai proventi dei monopoli (parte fiscale), delle imposte di fabbricazione e dei tributi doganali a causa della non ancora avvenuta attuazione del regime di zona franca e della ritardata applicazione dei relativi benefici fiscali, ai quali la popolazione della Valle d'Aosta ha diritto, ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto speciale della Regione (le provvisorie agevolazioni fiscali previste dalla legge 3-8-1949, n. 623, hanno una portata assai modesta e limitata).

Va rilevalo, infine, che sono iscritte nel bilancio regionale secondo le misure massime prevedibili, e sono conteggiate agli effetti della ripartizione delle entrate erariali, le entrate straordinarie annue degli Stabilimenti speciali di St. Vincent, il cui gettito viene, pertanto, a ridurre - a beneficio anche dello Stato - la quota di ripartizione delle entrate erariali da assegnare alla Regione.

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Servizi dell'Amministrazione regionale.

Agli effetti della ripartizione delle entrate erariali e della determinazione delle spese annue della Regione, occorre tenere presente che i servizi per legge devoluti alla Regione e che l'Amministrazione regionale gestisce direttamente, con uffici e personali propri, sono i seguenti:

1°) servizi tecnici, stradali, amministrativi, sanitari ed assistenziali (compresi: Laboratorio di Igiene e Profilassi, Istituto di Assistenza Materna ed Infantile, ecc.), già di competenza della disciolta Amministrazione provinciale di Aosta;

2°) servizi amministrativi e di controllo, (fra i quali si citano i servizi di vigilanza e tutela dei Comuni e degli Enti morali e i servizi per il culto), già di competenza della soppressa Prefettura di Aosta;

3°) servizi scolastici (scuole elementari e medie e personale direttivo, ispettivo, insegnante e non insegnante), già di competenza del soppresso Provveditorato provinciale agli Studi, relativi al personale, all'ordinamento e alla gestione e disciplina delle scuole di ogni ordine e grado;

4°) servizio relativo all'ordinamento degli Uffici di Conciliazione e alla nomina, revoca e dispensa del personale addetto agli Uffici stessi (giudici conciliatori, cancellieri ed ufficiali di conciliazione);

5°) servizi di vigilanza igienica e sanitaria, già di competenza del soppresso Ufficio provinciale sanitario (ex Uffici del Medico e del Veterinario provinciali);

6°) servizi agrari, già di competenza del soppresso Ispettorato provinciale dell'Agricoltura;

7°) servizi tecnici e forestali, già di competenza del soppresso Comando provinciale del Corpo delle Foreste;

8°) servizi, già di competenza del soppresso Ufficio provinciale dell'Industria e Commercio (U.P.I.C.);

9°) servizi già di competenza della soppressa Camera provinciale di Commercio, Industria ed Agricoltura e nuovi servizi inerenti ai contingentamenti ed alla zona franca;

10°) servizi tecnici e amministrativi vari già di competenza dell'Ufficio del Genio Civile (concessione di acque per utilizzazioni idroelettriche o ad usi industriali ed agricoli, lavori idraulici e di bonifica, strade non statali, lavori pubblici di interesse regionale, ecc.);

11°) servizi relativi alle antichità, ai monumenti, alle belle arti e alle bellezze naturali per il territorio della Valle d'Aosta, già di competenza delle Sovrintendenze alle Antichità, ai Monumenti e alle Gallerie del Piemonte, di Torino;

12°) servizi già di competenza del soppresso Ente provinciale per il Turismo;

13°) servizi amministrativi per il funzionamento della Giunta giurisdizionale amministrativa (ex Giunta provinciale amministrativa), costituita in sede giurisdizionale ed in sede amministrativa.

L'Amministrazione regionale provvede, inoltre, con personale amministrativo a proprio carico:

a) ai servizi amministrativi della Federazione regionale dell'Opera Nazionale Maternità ed In-fanzia (O.N.M.I.);

b) ai servizi amministrativi del Consorzio regionale antitubercolare;

c) ai servizi di carattere statale, già di competenza di uffici e di organi statali soppressi, periferici della Amministrazione governativa centrale, le cui attribuzioni non sono state tutte trasferite alla diretta competenza dell'Amministrazione regionale (si citano, ad esempio, i servizi relativi alle contabilità erariali per servizi e lavori vari e alla gestione di fondi erariali per la pubblica sicurezza e per l'accasermamento dei Corpi armati di polizia. Le entrate e le spese relative alle contabilità erariali di cui si tratta formano oggetto di contabilità speciali, separate, e di rendiconti particolari da darsi ai vari Ministeri, e non entrano, quindi, a far parte del bilancio regionale).

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Spopolamento e necessità particolari dei Comuni di montagna della Valle d'Aosta.

La Valle d'Aosta costituisce un'area da considerarsi particolarmente depressa, date le sue caratteristiche di zona di montagna, con Comuni e villaggi tuttora privi di quegli elementari ed indispensabili mezzi e servizi di pubblica utilità attinenti alle comunicazioni e alla sanità pubblica.

Tale sfavorevole situazione pregiudica gravemente lo sviluppo economico e turistico della Regione, impedendo, altresì, il miglioramento delle condizioni di vita, dal punto di vista economico, igienico, sanitario e sociale, delle laboriose ma povere popolazioni dei Comuni di montagna.

Va ricordato, infatti, che nei Comuni di montagna della Valle d'Aosta il triste fenomeno dello spopolamento si è andato sviluppando in modo preoccupante. Lo spopolamento nell'ultimo secolo si esprime, per molti Comuni, in cifre percentuali impressionanti.

Si citano, ad esempio, i seguenti dati percentuali di indice di spopolamento per alcuni Comuni: Antey St. André e La Magdeleine 54,4 %; Chamois 51,8 %; Champorcher 34,1 %; Etroubles 36,4 %; Issime 31,5%; Ollomont 40,7 %; Pont Bozet 30,9 %; Rhêmes 44,7%; Torgnon 30%; Valsavaranche 49,2%.

La montagna va spopolandosi; molte case e molti villaggi vengono completamente abbandonati.

Varie e complesse sono le cause del triste fenomeno; le principali sono le seguenti: scarse risorse produttive, insufficiente reddito agricolo e maggiori difficoltà e spese per la coltivazione dei terreni di montagna; eccessivo aggravio tributario in rapporto allo scarso reddito; mancanza o deficienza di comunicazioni stradali, di servizi pubblici e di assistenza sanitaria; mancanza o deficienza di canali di irrigazione e di mezzi per lo sviluppo dell'artigianato.

Si rende, pertanto, necessario di attuare in Valle d'Aosta iniziative varie atte ad alleviare le tristi condizioni di vita della popolazione della montagna e di eseguire, altresì, un vasto programma di lavori di pubblica utilità, con conseguente assunzione di rilevanti spese a carico del bilancio regionale.

Sennonché il bilancio annuale della Regione non ha entrate sufficienti per provvedere alle molteplici e rilevanti necessità straordinarie, per cui, anche con la auspicata equa ed accettabile soluzione del problema della ripartizione delle entrate erariali, è necessario provvedere alla attuazione di una parte del vasto programma di lavori pubblici straordinari mediante l'intervento finanziario straordinario dello Stato, da richiedersi a' sensi del terzo comma dell'art. 12 dello Statuto speciale della Regione e a' sensi di leggi speciali concernenti particolari benefici o agevolazioni per l'esecuzione di opere di pubblica utilità da parte di Enti pubblici.

L'esecuzione dei lavori di pubblica utilità più urgenti (sistemazione di strade, costruzione di nuovi tronchi stradali, di linee telefoniche ed elettriche, di acquedotti, di cimiteri, di scuole, ecc. ecc.) comporta rilevanti spese annue: per il 1954 le spese previste sono state necessariamente ridotte dalla Giunta a lire 835 milioni, in relazione alle limitate possibilità del bilancio.

Le spese per l'assistenza sono in continuo aumento; infatti, in relazione al generale e continuo aumento dei prezzi e dei servizi, i vari Istituti di ricovero e ospedalieri apportano aumenti alle rette giornaliere di ricovero e di cura delle varie categorie degli aventi diritto alla assistenza ed al ricovero a carico regionale (ciechi e sordomuti, esposti, illegittimi, alienati, ecc). Trattasi di spese, già di competenza della disciolta Amministrazione provinciale e aventi carattere obbligatorio.

Le spese per l'agricoltura e le foreste sono pure sensibilmente aumentate, in relazione alla urgente necessità di finanziare lavori ed iniziative varie tendenti all'incremento e al miglioramento della produzione agricola e del patrimonio zootecnico nonché alla tutela ed all'incremento del patrimonio forestale.

Anche le spese generali hanno subito un incremento in seguito, soprattutto, all'applicazione a favore del personale regionale e del personale insegnante e non insegnante delle Scuole, di ogni ordine e grado, dei miglioramenti economici previsti dalle leggi a favore del personale dello Stato e degli altri Enti pubblici.

Le spese annue effettive previste nel bilancio dell'esercizio finanziario 1954 si riassumono nel seguente prospetto, in cui le spese effettive annue risultano distinte per ciascuna categoria o servizio, secondo la loro natura particolare: obbligatorie (ordinarie e straordinarie) e facoltative (ordinarie e straordinarie):


PROSPETTO RIASSUNTIVO DELLE SPESE PREVISTE NEL BILANCIO DELL'ESERCIZIO FINANZIARIO 1954.

USCITA

SPESE OBBLIGATORIE

SPESE FACOLTATIVE

TOTALE

Ordinarie

Straordinarie

Ordinarie

Straordinarie

SPESE EFFETTIVE

Oneri patrimoniali

28.600.000

9.000.000

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37.600.000

Spese generali

257.710.000

23.652.496

57.700.000

22.000.000

361.062.496

Sanità ed Igiene

50.620.001

1.500.000

1.500.000

200.000

53.820.001

Lavori Pubblici

319.228.000

653.001.000

55.000.000

18.050.000

1.027.279.000

Istruzione Pubblica

523.600.000

17.900.000

11.840.000

13.700.000

567.040.000

Assistenza e Beneficenza

118.500.000

1.000.000

35.330.000

1.000.000

155.830.000

Agricoltura e Foreste

165.900.000

388.000.000

2.375.000

500.000

556.775.000

Industria e Commercio

11.411.000

100.900.000

15.050.000

5.000.000

132.361.000

Turismo e Antichità

58.100.000

81.000.000

22.000.000

66.000.000

227.100.000

Sicurezza Pubblica

1.115.000

---

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---

1.115.000

1.534.784.001

1.257.953.496

200.795.000

126.450.000

3.119.982.497

SPESE PER MOVIMENTO DI CAPITALI

190.594.376

3.310.576.873


Previsioni delle entrate e delle spese per l'esercizio finanziario 1954.

Nonostante l'iscrizione a bilancio delle previsioni di entrata nelle misure massime prevedibili e delle previsioni di spesa ridotte alle misure minime compatibili con le inderogabili necessità dei servizi, per assicurare il pareggio del bilancio per il 1954 risulta necessaria la iscrizione e la approvazione di un gettito annuo di lire 1.800.000.000 della quota di riparto di entrate erariali da assegnarsi alla Regione, come già previsto per il precedente esercizio finanziario 1953.

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L'ammontare complessivo delle previsioni delle entrate effettive iscritte nel bilancio 1954 risulta dal seguente riepilogo:

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entrate locali ordinarie

L.

197.576.873

-

provento quota di ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione

L.

1.800.000.000

-

provento dei 9/10 dei canoni sulle concessioni idroelettriche

L.

213.000.000

-

provento degli stabilimenti speciali di St. Vincent

L.

950.000.000

Totale entrate effettive

L.

3.160.576.873

Alle predette entrate occorre aggiungere anche le entrate per movimento di capitali, ammontanti a

L.

150.000.000

Totale

L.

3.310.576.873

ENTRATE

Le entrate sono costituite dalle seguenti voci e cifre riassuntive:

a) ENTRATE PATRIMONIALI - ammontano a Lire 223.581.072 e sono costituite dalle seguenti:

-

L.

2.000.000

per fitto di fabbricati e di terreni: si riassumono nel fitto di terreni vari, nel fitto di stabili vari e degli stabili adibiti ad alloggi impiegati, nel fitto del Palazzo Roncas, adibito a caserma carabinieri, nel fitto del fabbricato del vecchio ospedale Mauriziano di Aosta e nel fitto di terreni e di locali vari.

-

L.

5.000.000

per interessi su titoli di proprietà: derivanti da eventuali temporanei investimenti, in buoni del tesoro a breve scadenza, di somme temporaneamente giacenti in cassa e già impegnate per lavori e spese. L'investimento temporaneo di tali somme, in attesa della loro erogazione, ha lo scopo di realizzare interessi superiori a quelli che corrisponde il Cassiere-tesoriere a' sensi del cartello bancario e del contratto.

-

L.

1.000.000

per interessi su giacenze di cassa: trattasi di interessi corrisposti dal Cassiere sulle somme lasciate in deposito per le normali esigenze di cassa.

-

L.

1.270.000

per sovracanone dovuto dalla S.I.P. per concessioni di derivazioni idroelettriche di acque del torrente Evançon, determinato con Decreto ministeriale 9 marzo 1934 ed aumentato secondo gli aumenti stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge.

-

L.

705.440

per sovracanone dovuto dalla S.I.P. per concessioni di derivazioni idroelettriche di acque del torrente Lys, determinato con Decreto Ministeriale 13-4-1927 e aumentato secondo gli aumenti stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge.

-

L.

500.000

quale somma prevista a calcolo per nuove concessioni e subconcessioni regionali di derivazioni idroelettriche di acque pubbliche.

-

L.

105.552

per sovracanone dovuto dalla Soc. An. Acciaierie e Trafilerie Cravetto, per concessioni di derivazione idroelettrica di acqua della Dora Baltea, determinato con Decreto ministeriale 6 ottobre 1948 e aumentato secondo gli aumenti stabiliti dalle disposizioni di legge.

-

L.

213.000.000

per quota 9/10 dei canoni annuali percepiti dallo Stato per le concessioni di derivazioni di acque pubbliche a scopo idroelettrico, quota spettante alla Regione a' sensi dell'ultimo comma dell'art. 12 dello Statuto regionale.

-

L.

223.581.072

Totale.

b) PROVENTI DIVERSI.

I proventi diversi, previsti in bilancio per un ammontare di Lire 36.586.001, si riferiscono, in particolare, alle seguenti entrate:

-

L.

1.000.000

per contributi a carico delle famiglie di assistiti nelle spese di ricovero di familiari ricoverati ammessi alla assistenza a' sensi di legge (dementi, ciechi e sordomuti). I contributi sono determinati in relazione alle condizioni economiche in cui versano i ricoverati assistiti e le loro famiglie.

-

L.

10.000.000

per ricuperi vari di indole ordinaria: si tratta del ricupero di quote di spese di riscaldamento a carico della gestione dei Laboratori di Igiene e Profilassi, dell'Istituto regionale di Assistenza Materna ed Infantile di Aosta e di ricuperi vari di altre spese.

-

L.

4.000.000

per contributi a carico dei Comuni nelle spese per il funzionamento dei Laboratori di Igiene e Profilassi: la spesa è ripartita, a' sensi di legge, in ragione di 1/3 a carico dell'Amministrazione regionale e di 2/3 a carico dei Comuni della Regione.

-

L.

1.000.000

per proventi di analisi eseguite per conto di privati nei Laboratori di Igiene e Profilassi, riscossi in applicazione delle tariffe in vigore.

-

L.

20.550.000

per provento rette e tasse di ricovero di assistite nell'Istituto regionale di Assistenza materna ed infantile di Aosta (Maternità e Brefotrofio).

-

L.

36.001

per entrate di piccola entità.

-

L.

36.586.001

Totale.

c) TASSE, DIRITTI e IMPOSTE.

I gettiti delle tasse, diritti e imposte locali sono iscritti in bilancio per un ammontare di Lire 149.608.800. È stato previsto un incremento di qualche entità soltanto sul provento della compartecipazione delle tasse sulle automobili, di cui all'articolo 5 della legge 17-1-1949, n. 6.

È stato iscritto uno stanziamento di entrata per il provento della compartecipazione sul gettito dell'imposta generale sull'entrata, a' sensi dell'art. 59 della legge 2 luglio 1952, n. 703.

Le entrate per questa categoria sono le seguenti:

-

L.

10.534.000

per gettito della sovrimposta provinciale sui terreni, applicata con l'aliquota al terzo limite, pari al 120 % dell'estimo imponibile.

-

L.

8.792.000

per gettito della sovrimposta provinciale sui fabbricati, applicata con l'aliquota al secondo limite, pari al 9,25 % del reddito accertato.

-

L.

2.765.000

per gettito dell'addizionale sui redditi agrari, applicata con la aliquota del 60 % del reddito imponibile.

-

L.

32.000.000

per gettito dell'addizionale provinciale all'imposta sulle industrie, commerci, arti e professioni. L'addizionale è applicata sui redditi di R. M., già revisionati dagli Uffici Distrettuali delle Imposte Dirette, con l'aliquota dell'1,75 % sui redditi di categoria B e dell'1,40% sui redditi di categoria C1.

-

L.

100.000

per quota spettante alla Regione sul provento della tassa di circolazione sui veicoli a trazione animale. La ripartizione viene eseguita, a' sensi di legge, fra l'Amministrazione regionale e i Comuni, in relazione alle spese sostenute per la manutenzione ordinaria delle strade di rispettiva competenza.

-

L.

77.695

per contributo consolidato in sostituzione del soppresso contributo integrativo di utenza stradale. Il contributo è stato stabilito a suo tempo, in misura fissa dal competente Ministero.

-

L.

100.000

per provento dei canoni e delle tasse per concessioni stradali: l'entrata è modesta in relazione alle esigue misure dei canoni e tasse previsti dalle tariffe in vigore e al limitato numero delle concessioni stradali accertate e regolarizzate. Sono in corso di studio nuove tariffe dei canoni di concessione e delle tasse di occupazione di spazi e di aree pubbliche, tariffe aggiornate in aumento. È in corso l'accertamento, per revisione generale, delle concessioni stradali.

-

L.

1.000.000

per emolumenti e diritti riscossi per contratti.

-

L.

27.000.000

per compartecipazione sui proventi delle tasse sulle automobili: l'art. 5 della legge 7 gennaio 1949, n. 6, stabilisce che l'importo dei 4/10 del provento delle tasse di circolazione sugli autoveicoli, motocicli e velocipedi a motore, è devoluto alle Amministrazioni provinciali (in Valle d'Aosta spetta alla Regione, che ha sostituito la soppressa Provincia). La ripartizione viene effettuata direttamente dal Ministero delle Finanze in proporzione della superficie territoriale e della lunghezza delle strade provinciali di ciascuna Provincia.

-

L.

24.000.000

per compartecipazione al provento dell'addizionale sui vari tributi erariali, provinciali e comunali: l'art. 7 del D.L. 16 febbraio 1946, n. 100 ha aumentato da due a cinque centesimi, l'addizionale per ogni lira dei vari tributi erariali, comunali e provinciali, con devoluzione dei tre quinti del provento a favore delle Provincie. Il riparto viene effettuato direttamente dal Ministero delle Finanze.

-

L.

28.000.000.

per gettito dell'imposta camerale sui redditi soggetti ad imposta di R.M. - L'imposta è applicata, con l'aliquota dell'1,50%, sui redditi di R.M. già revisionati dagli Uffici distrettuali delle imposte.

-

L.

15.000.000

per compartecipazione al provento dell'I.G.E. - L'art. 4 della legge 2 luglio 1952, n. 703 attribuisce alle Provincie una quota corrispondente al 2,50 % del provento complessivo dell'imposta generale sull'entrata riscossa nell'esercizio finanziario precedente. Tale provento è ripartito tra le Provincie in proporzione della rispettiva popolazione residente, quale risulta in base ai dati ufficiali del censimento demografico. I versamenti sono eseguiti direttamente dalle Intendenze di Finanza, secondo le modalità stabilite dal Ministero.

-

L.

240.105

per entrate di altri diritti vari della ex Camera di Commercio e dell'Ufficio Turismo.

-

L.

149.608.800

Totale.

d) PROVENTO PER QUOTA DI RIPARTO ENTRATE ERARIALI.

La somma iscritta quale provento della quota di riparto delle entrate erariali (Lire 1.800.000.000) corrisponde a quella già iscritta nel bilancio del 1953 ed è stata calcolata ed iscritta, a pareggio del bilancio, tenendo conto dell'ammontare delle spese annue necessarie per i servizi regionali, dell'ammontare delle entrate annue riscosse dallo Stato nella Regione, nonché dell'ammontare delle entrate annue locali, ordinarie e straordinarie, di pertinenza della Regione; le entrate locali sono state iscritte in bilancio nelle misure massime prevedibili.

Trattasi di previsione di provento di gran lunga inferiore all'ammontare delle entrate riscosse dallo Stato in Valle d'Aosta nonché all'ammontare delle spese annue poste per legge a carico della Regione per servizi trasferiti alla Regione e già di competenza di uffici statali e locali vari soppressi.

e) ENTRATE STRAORDINARIE.

Le entrate straordinarie si concretano nella previsione di Lire 950.801.000 rappresentate:

a) per Lire 950 milioni, dal provento annuo, - iscritto nella misura massima prevedibile, - della gestione degli stabilimenti speciali di St. Vincent, (Casa da gioco), misura non facilmente realizzabile;

b) per Lire 801.000 da entrate diverse di carattere straordinario.

MOVIMENTO DI CAPITALI. - Nelle entrate per movimenti di capitali sono previste:

-

L.

30.000.000

quale ammontare del mutuo in corso, di stipulazione con la Cassa Depositi e Prestiti per la costruzione in Aosta di un fabbricato da destinarsi ad alloggi per impiegati dell'Amministrazione regionale.

-

L.

120.000.000

per ammontare dei mutui in corso di stipulazione con la Cassa Depositi e Prestiti per conto dell'Istituto Case Popolari, per la costruzione di case popolari in Valle d'Aosta.

-

L.

150.000.000

Totale.

PARTITE DI GIRO E CONTABILITA' SPECIALI.

Nulla di particolare da rilevare circa le previsioni delle entrate per partite di giro e contabilità speciali, che trovano esatta rispondenza con le corrispondenti previsioni e voci di spesa della parte Uscita.

---

SPESE

Gli stanziamenti delle singole voci di spesa sono stati previsti e determinati, in relazione all'ammontare delle entrate, in base ai seguenti criteri:

a) per quanto si riferisce alla spesa per il personale: in base al numero dei dipendenti in servizio presso gli uffici dell'Amministrazione regionale e in base ai relativi assegni vari previsti per il 1954;

b) per le altre spese: in relazione ai programmi di lavori, all'attività e ai costi dei vari servizi calcolati in base agli attuali prezzi delle prestazioni, delle mercedi, dei materiali e delle forniture, nonché in rapporto alle spese consunte nel precedente esercizio finanziario.

Le spese ordinarie e straordinarie ricorrenti, che sono state previste e iscritte secondo criteri di economia, non abbisognano di particolare illustrazione: trattasi, infatti, di spese di carattere obbligatorio, non dilazionabili e necessarie per il normale espletamento dei servizi di istituto dell'Ente. Tali spese debbono essere finanziate con entrate ordinarie.

Particolare menzione meritano, invece, le spese straordinarie non ricorrenti, in maggior parte di carattere obbligatorio, e le spese facoltative: trattasi di spese che, per mancanza di disponibilità di bilancio, sono state previste in misura necessariamente molto ridotta rispetto alle richieste dei vari Assessorati e che sono contenute, purtroppo, in limiti inadeguati alle grandi necessità locali.

Trattasi di spese che, analogamente a quelle per movimento di capitali, sono da finanziarsi, per la maggior parte, con le entrate degli stabilimenti speciali di St. Vincent, entrate iscritte nella misura massima prevedibile di Lire. 950.000.000 (gettito di non sicura realizzazione).

Le maggiori spese straordinarie e facoltative sono previste per la Divisione Lavori Pubblici, per la Divisione Agricoltura e Foreste e per la Divisione Istruzione Pubblica; in misura minore per le Divisioni Turismo e Antichità e Belle Arti, Industria e Commercio e Assistenza e Beneficenza.

Circa le singole categorie di spese si osserva quanto segue:

ONERI PATRIMONIALI.

Gli oneri patrimoniali sono costituiti, quasi essenzialmente, dalle previsioni di spesa per la sistemazione e la manutenzione straordinaria e ordinaria dei beni immobili e dalle previsioni di spesa per l'esecuzione di lavori di sistemazione degli uffici.

Le previsioni di spesa di questa categoria ammontano a Lire 28.600.000 per le spese obbligatorie ordinarie e a Lire 9.000.000 per le spese obbligatorie straordinarie.

SPESE GENERALI.

Per le previsioni di questa categoria di spese sono stati tenuti in considerazione i miglioramenti economici da apportarsi, a' sensi di legge, agli stipendi del personale nonché gli aumenti dei prezzi dei materiali, delle forniture e delle prestazioni in genere per i vari servizi dell'Amministrazione.

Da notarsi la previsione di spesa per il contributo a integrazione dei bilanci degli Enti comunali di Assistenza (E.C.A.), la spesa in continuo aumento a causa dell'aumento della misura dei sussidi e dell'incremento delle attività assistenziali degli Enti stessi.

Particolare rilievo merita lo stanziamento di Lire 40.000.000 per contributi da concedersi agli E.C.A. della Valle d'Aosta per il finanziamento delle spese per l'assistenza alla vecchiaia mediante sussidi mensili alimentari da concedersi ai vecchi bisognosi.

In considerazione delle notevoli spese che l'Amministrazione dovrà sostenere in applicazione delle norme per il trattamento di quiescenza del personale che lascia il servizio a domanda, a' sensi di leggi speciali in corso di emanazione, è stato iscritto lo stanziamento di Lire 10.000.000 per fondo liquidazione personale.

Per le altre voci di spesa non vi sono aumenti degni di particolare menzione.

Le spese di questa categoria ammontano a Lire 361.062.496 e si possono cosi riassumere:

-

Quota di compartecipazione del Comune di St. Vincent sui proventi della Casa da gioco

L.

22.500.000

-

Contributo alla Società SITAV per rischio assegni

»

22.500.000

-

Contributi alla Società SITAV per manifestazioni extra contrattuali a St. Vincent

»

35.000.000

-

Integrazione bilanci E.C.A. e spese per assistenza alla vecchiaia bisognosa

»

62.000.000

-

Spese per la Commissione di Coordinamento

»

4.700.000

-

Spese per le elezioni

»

10.000.000

-

Spese per sussidi vari di indole straordinaria

»

1.000.000

-

Spese per gli amministratori

»

24.500.000

-

Spese per stipendi, indennità e premio di presenza al personale dei servizi Amministrativi, della Divisione Comuni, della Divisione Finanze, del servizio autisti e uscieri

»

98.700.000

-

Acquisto libri e abbonamenti a giornali e riviste

»

1.100.000

-

Spese per stampati e cancelleria

»

10.800.000

-

Spese postali, telegrafiche e telefoniche

»

5.000.000

-

Spese per riscaldamento e illuminazione locali

»

10.000.000

-

Spese di amministrazione varie

»

19.110.000

-

Spese per il personale della Casa da Gioco

»

13.000.000

-

Spese per il servizio automezzi

»

8.000.000

-

Fondo di riserva

»

4.000.000

-

Spese impreviste

»

1.052.496

-

Acquisto mobili e automezzi

»

8.100.000

Totale

L.

361.062.496

SANITA' ED IGIENE

Le spese di questa categoria si riassumono nelle spese (ex prefettizie) per il funzionamento dell'Ufficio sanitario regionale, nelle spese (ex provinciali) per il funzionamento dei Laboratori regionali di Igiene e Profilassi e nelle spese (ex provinciali) per contributi ordinari e straordinari dovuti al Consorzio Antitubercolare della Valle di Aosta.

Le spese di questa categoria ammontano a complessive L. 53.820.001.

LAVORI PUBBLICI

Le spese per i lavori pubblici possono essere classificate in due distinte categorie: spese per la costruzione di nuove strade e di nuove opere di pubblica utilità e spese per la sistemazione e la manutenzione delle strade esistenti. I fondi stanziati sono inadeguati e insufficienti in relazione alle grandi necessità locali. Gran parte dei fondi del bilancio 1954 dovrà essere impegnata ed erogata per il finanziamento e l'esecuzione di lavori di pubblica utilità compresi in programmi regionali già approvati dal Consiglio nel 1953 (vedi deliberazioni consiliari n.ri 52, 53 e 54 del 29 luglio 1953).

Gli stanziamenti della categoria lavori pubblici, comprese le spese per il personale tecnico, ammontano a Lire 1.027.279.000, cosi ripartite:

-

spese obbligatorie ordinarie

L.

319.228.000

-

spese obbligatorie straordinarie

»

635.001.000

-

spese facoltative ordinarie

»

55.000.000

-

spese facoltative straordinarie

»

18.050.000

Totale

L.

1.027.279.000

ISTRUZIONE PUBBLICA

Le spese per l'istruzione pubblica (spese già statali, trasferite a carico regionale nel 1947) sono in continuo aumento a causa dell'aumento del numero degli alunni e delle classi nelle Scuole elementari e medie inferiori e nell'Istituto tecnico di Aosta e anche a causa dei miglioramenti economici apportati dalle leggi a favore degli insegnanti delle Scuole di ogni ordine e grado.

Oltre alle spese per le Scuole e per il personale insegnante e scolastico vario, sono previste anche le spese per il personale della Sovrintendenza regionale agli Studi, le spese per il funzionamento della Biblioteca regionale e dell'Archivio storico regionale, le spese per iniziative culturali varie, le spese per corsi di perfezionamento culturale di studenti e di insegnanti.

Fanno parte di questa categoria le spese relative ai sussidi e alle borse di studio e quelle relative alla manutenzione e alla custodia delle palestre ginniche e per l'arredamento di aule scolastiche.

Le previsioni di spesa per questa categoria possono cosi riassumersi:

-

Spese per il personale della Sovrintendenza agli Studi

L.

9.200.000

-

Spese per le Scuole medie (Scuola media inferiore, Ginnasio e Liceo, Istituto Magistrale, Istituito tecnico)

»

92.850.000

-

Spese per le Scuole professionali di avviamento al lavoro

»

40.300.000

-

Spese per le Scuole elementari e parificate

»

384.350.000

-

Spese culturali (Biblioteca e Archivio storico)

»

24.500.000

-

Spese per sussidi e borse di studio

»

12.840.000

-

Spese per la manutenzione e il riscaldamento di palestre ginniche e per arredamento di aule scolastiche

»

3.000.000

Totale

L.

567.040.000

ASSISTENZA E BENEFICENZA

Le spese per l'assistenza tendono costantemente ad aumentare a causa degli aumenti delle rette di ricovero praticate nei vari Ospedali ed Istituti in cui sono ricoverate e assistite le persone povere aventi diritto all'assistenza.

Gli stanziamenti di spesa per questa categoria (spese ex provinciali) comprendono:

-

Spese per il personale addetto ai servizi assistenziali

L.

4.550.000

-

Spese per l'assistenza obbligatoria di legge (assistenza infermi di mente, assistenza illegittimi, assistenza ciechi e sordomuti, ecc.)

»

77.950.000

-

Spese per la gestione dell'Istituto regionale di assistenza materna ed infantile (reparti Maternità e Brefotrofio)

»

34.460.000

-

Spese per il funzionamento della locale Federazione O.N.M.I. (limitatamente alle spese per il personale amministrativo, facenti carico per legge alla Amministrazione regionale)

»

2.540.000

-

Sussidi e contributi vari a privati, ad Istituzioni di beneficenza e a colonie estive

»

36.330.000

Totale

L.

155.830.000

AGRICOLTURA - ZOOTECNIA - FORESTE

Per quanto concerne i servizi inerenti all'agricoltura, alla zootecnia e alle foreste, sono stanziate somme - purtroppo in misura non adeguata alle grandi necessità - per la graduale realizzazione del programma di lavori, di iniziative, di interventi e di contributi e sussidi vari elaborato per l'incremento e il miglioramento della produzione agricola locale, per l'incremento e la tutela del patrimonio zootecnico e per l'incremento e la tutela del patrimonio forestale.

Sono stanziate somme in relazione alle provvidenze disposte e alle norme emanate per la vaccinazione antiaftosa obbligatoria del bestiame bovino, per la costruzione e la riparazione di canali di irrigazione, per la costruzione, il miglioramento e l'attrezzatura delle latterie, per la costruzione di nuovi impianti di irrigazione a pioggia e di fertirrigazione e per l'acquisto e l'impiego di macchine agricole.

Sono stanziate somme per l'attuazione dei provvedimenti approvati per promuovere e sussidiare: le iniziative concernenti i piccoli miglioramenti fondiari, la lotta contro i parassiti dell'agricoltura e contro le malattie delle piante, la costruzione, l'ampliamento e il miglioramento di case rurali.

Sono, inoltre, mantenuti gli stanziamenti necessari per assicurare il funzionamento e lo sviluppo dei nuclei di selezione bovina.

Sono stanziate somme per l'attuazione dei provvedimenti approvati per l'incremento della produzione di piantine nei vivai forestali e per l'esecuzione di lavori di rimboschimento.

Sono, infine, stanziate somme per la costruzione di nuove casermette forestali, necessarie ai fini dell'intensificazione del servizio di sorveglianza contro i tagli abusivi di piante nei boschi e contro le trasgressioni alle norme vigenti per la tutela forestale.

Gli stanziamenti di spesa della categoria Agricoltura e Foreste si possono cosi riassumere:

-

Spese per il personale

L.

10.950.000

-

Spese per la vaccinazione antiaftosa obbligatoria del bestiame

»

28.000.000

-

Spese per attività zootecniche ed agricole e per miglioramenti fondiari

»

143.475.000

-

Spese per l'attività forestale

»

62.100.000

-

Spese per rimboschimenti

»

87.000.000

-

Spese per il funzionamento e la attrezzatura della Scuola regionale di agricoltura di Aosta

»

44.250.000

-

Contributo annuo obbligatorio all'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso

»

12.500.000

-

Spese per iniziative inerenti alla lotta contro le malattie delle piante e contro i parassiti della agricoltura

»

2.000.000

-

Spese per i nuclei di selezione bovina

»

7.500.000

-

Spese per la costruzione e la sistemazione di opere di irrigazione

»

120.000.000

-

Spese per la costruzione di casermette forestali

»

24.000.000

-

Contributi per costruzione di fabbricali destinati alla raccolta, conservazione, manipolazione e trasformazione di prodotti agricoli

»

5.000.000

-

Spese intese a promuovere l'acquisto e l'impiego di macchine agricole

»

10.000.000

Totale

L.

556.775.000

INDUSTRIA e COMMERCIO

Gli stanziamenti di spesa di questa categoria comprendono:

-

Spese per il personale

L.

10.200.000

-

Spese per gli uffici

»

1.260.000

-

Spese per iniziative intese a favorire il potenziamento delle attività economiche

»

40.000.000

-

Spese per iniziative intese a favorire il potenziamento della media e piccola industria

»

20.000.000

-

Spese per la costruzione di magazzini generali

»

40.000.000

-

Spese per l'incremento dell'artigianato locale

»

10.000.000

-

Spese per partecipazione a mostre e a fiere di carattere economico e commerciale

»

5.000.000

-

Spese per contributi e sussidi vari

»

901.000

-

Spese per corsi professionali

»

5.000.000

Totale

L.

132.361.000

UFFICIO TURISMO E SOVRINTENDENZA MONUMENTI E BELLE ARTI

Per quanto riguarda le spese per l'Ufficio regionale per il Turismo, sono stanziati fondi per l'incremento della pubblicità e della propaganda nonché per l'attuazione delle provvidenze approvate per promuovere la costruzione di impianti di interesse turistico e il miglioramento dell'attrezzatura alberghiera.

Per quanto riguarda le spese della Sovraintendenza alle Antichità, Monumenti e Belle Arti, sono stanziati fondi per l'esecuzione di lavori necessari per la protezione e la conservazione dei monumenti romani e medioevali in Valle d'Aosta, nonché per iniziative tendenti al miglioramento dell'edilizia locale, alla tutela del paesaggio e alla conservazione del patrimonio storico e archivistico locale.

Gli stanziamenti di questa categoria si possono cosi riassumere:

-

Spese per il personale

L.

15.050.000

-

Spese per gli uffici

»

1.550.000

-

Spese per la pubblicità turistica

»

7.000.000

-

Spese per la propaganda turistica

»

25.000.000

-

Spese per iniziative turistiche e per contributi ai Comitati locali per il turismo

»

12.000.000

-

Spese per l'invio di giovani alle Scuole alberghiere

»

10.000.000

-

Spese per corsi di guide e di portatori alpini

»

1.000.000

-

Spese per l'incremento della costruzione di impianti di seggiovie, funivie, teleferiche, ecc.

»

5.000.000

-

Sussidi per il miglioramento dell'attrezzatura alberghiera

»

50.000.000

-

Spese per l'esecuzione di lavori per la conservazione dei monumenti romani e medioevali

»

33.000.000

-

Spese per sussidi a Società sportive e per manifestazioni sportive

»

10.000.000

-

Spese per il museo regionale

»

1.500.000

-

Spese per la tutela del paesaggio

»

4.000.000

-

Spese per la tutela e la conservazione del patrimonio archivistico

»

3.000.000

-

Spese per iniziative tendenti al miglioramento edilizia locale

»

30.000.000

-

Spese per l'esecuzione di lavori di risanamento di quartieri popolari, in relazione alla valorizzazione di monumenti romani in Aosta

»

10.000.000

-

Spese per l'elaborazione di piani regolatori di località aventi particolare importanza turistica

»

9.000.000

Totale

L.

227.100.000

SICUREZZA PUBBLICA

Gli stanziamenti di questa categoria di spese si riassumono nelle spese previste per i fitti delle caserme e locali dei vigili del fuoco (spese ex provinciali), per un ammontare annuo di L. 1.115.000.

MOVIMENTO DI CAPITALI

Per quanto riguarda il titolo 2° ("Movimento di capitali"), gli stanziamenti comprendono:

-

Spese per l'acquisto di immobili (stabili e terreni)

L.

31.900.000

-

Spese per la costruzione di una autorimessa al Breuil per il ricovero di mezzi sgombraneve

»

8.000.000

-

Spese per l'ultimazione del fabbricato sede alloggi impiegati

»

100.000

-

Versamento all'Istituto Case Popolari ammontare mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti per costruzione case popolari (vedi contropartita in entrata)

»

120.000.000

-

Spese per la costruzione di un fabbricato per alloggi impiegati da finanziarsi mediante stipulazione di mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti (vedi contropartita in entrata)

»

30.000.000

Totale

L.

190.000.000

---

PARTITE DI GIRO E CONTABILITA' SPECIALI

Gli stanziamenti per partite di giro e contabilità speciali trovano esatta rispondenza con gli articoli della parte entrata.

RISULTANZE RIASSUNTIVE FINALI

Il progetto di bilancio di previsione dell'esercizio 1954 chiude con le seguenti risultanze riassuntive finali:

ENTRATE

a)

Entrate ordinarie

1)

Rendite patrimoniali

L.

10.581.072

2)

Provento 9/10 dei canoni di concessione sulle acque

»

213.000.000

3)

Proventi diversi

»

36.586.001

4)

Tasse, diritti e imposte

»

149.608.800

5)

Provento quota di riparto entrate erariali

»

1.800.000.000

2.209.775.873

b)

Entrate straordinarie

1)

Entrate straordinarie diverse

L.

801.000

2)

Proventi degli stabilimenti speciali di Saint Vincent

»

950.000.000

950.801.000

Totale entrate effettive

3.160.576.873

c)

Movimento di capitali

1)

Mutui passivi

L.

150.000.000

150.000.000

d)

Contabilità speciali

1)

Partite di giro

L.

438.000.000

2)

Contabilità speciali

»

186.400.000

624.400.000

Totale entrate

3.934.976.873

SPESE EFFETTIVE

A)

Spese obbligatorie ordinarie

1)

Oneri patrimoniali

L.

28.600.000

2)

Spese generali

»

257.710.000

3)

Sanità ed Igiene

»

50.620.001

4)

Lavori Pubblici

»

319.228.000

5)

Istruzione Pubblica

»

523.600.000

6)

Assistenza e Beneficenza

»

118.500.000

7)

Agricoltura

»

165.900.000

8)

Industria e Commercio

»

11.411.000

9)

Turismo e Antichità

»

58.100.000

10)

Sicurezza Pubblica

»

1.115.000

1.534.784.001

B)

Spese obbligatorie straordinarie

1)

Oneri patrimoniali

L.

9.000.000

2)

Spese generali

»

23.652.496

3)

Sanità ed Igiene

»

1.500.000

4)

Lavori Pubblici

»

635.001.000

5)

Istruzione Pubblica

»

17.900.000

6)

Assistenza e Beneficenza

»

1.000.000

7)

Agricoltura

»

388.000.000

8)

Industria e Commercio

»

100.900.000

9)

Turismo e Antichità

»

81.000.000

1.257.953.496

C)

Spese facoltative ordinarie

1)

Spese generali

L.

57.700.000

2)

Sanità ed Igiene

»

1.500.000

3)

Lavori Pubblici

»

55.000.000

4)

Istruzione Pubblica

»

11.840.000

5)

Assistenza e beneficenza

»

35.330.000

6)

Agricoltura

»

2.375.000

7)

Industria e Commercio

»

15.050.000

8)

Turismo e Antichità

»

22.000.000

200.795.000

D)

Spese facoltative straordinarie

1)

Spese generali

L.

22.000.000

2)

Sanità ed Igiene

»

200.000

3)

Lavori Pubblici

»

18.050.000

4)

Istruzione Pubblica

»

13.700.000

5)

Assistenza e beneficenza

»

1.000.000

6)

Agricoltura

»

500.000

7)

Industria e Commercio

»

5.000.000

8)

Turismo e Antichità

»

66.000.000

126.450.000

Totale spese effettive

L.

3.119.982.497

II)

MOVIMENTO DI CAPITALI

1)

Quota ammortamento mutui

L.

594.376

2)

Acquisto di beni e affrancazioni

»

190.000.000

190.594.376

III)

CONTABILITA' SPECIALI

1)

Partite di giro

L.

438.000.000

2)

Gestioni speciali

»

186.400.000

624.400.000

Totale Uscita

L.

3.934.976.873

---

Con riferimento all'allegato progetto di bilancio di previsione predisposto dalla Giunta regionale per l'esercizio finanziario 1954 e alla relativa relazione illustrativa.

SI PROPONE

che il Consiglio regionale,

ritenuta la urgente necessità di provvedere alla approvazione del bilancio di previsione della Regione per l'esercizio finanziario 1954;

considerato che, in relazione al sensibile aumento verificatosi nei prezzi dei materiali e nel costo della mano d'opera e dei lavori, il gettito della quota di ripartizione delle entrate erariali, già assegnata alla Regione per l'esercizio finanziario 1950 (in esecuzione del Decreto del Presidente della Repubblica, n. 1206, in data 28 dicembre 1950), è assolutamente insufficiente per il finanziamento delle spese obbligatorie ordinarie e straordinarie ricorrenti, in rapporto alle necessità attuali dei numerosi ed onerosi servizi di istituto per legge devoluti alla Regione;

tenuto presente l'ammontare annuo delle entrate per tributi riscossi dallo Stato nel territorio della Regione (compreso il provento dei monopoli) nonché l'ammontare annuo delle spese per gli onerosi servizi trasferiti alla competenza amministrativa della Regione e gravanti ora a carico del bilancio regionale;

ritenuto che le spese annue obbligatorie per i soli servizi scolastici, già a carico dello Stato, ammontano a circa Lire 550 milioni;

ritenuto che le entrate locali, ordinarie e straordinarie, sono iscritte in bilancio nelle misure massime prevedibili, mentre le spese previste dai vari Assessorati sono state necessariamente ridotte in misura sensibile per contenerle nei limiti, purtroppo assai ristretti, delle prevedibili entrate, al fine di assicurare il pareggio del bilancio;

ritenuto che, - pur impostando gli stanziamenti passivi del bilancio secondo criteri di economia e pur prevedendo di finanziare le spese straordinarie mediante i proventi straordinari degli stabilimenti speciali di St. Vincent, iscritti nella misura annua massima prevedibile e di non sicura realizzazione, - il gettito annuo della quota di ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione non può essere richiesto e iscritto in misura inferiore a Lire 1 miliardo e 800 milioni, misura già richiesta ed iscritta nel bilancio dell'esercizio finanziario 1953;

considerato che, ai sensi del terzo comma dell'articolo 50 dello Stato regionale, il riparto definitivo delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione e l'ordinamento finanziario definitivo della Regione saranno approvati con legge dello Stato, in accordo con la Giunta regionale;

ritenuto che, con disegno di legge già approvato dal Senato e in corso di esame innanzi alla Camera dei Deputati, è previsto che l'esercizio finanziario statale corrisponda all'anno solare (dal 1° gennaio al 31 dicembre), come previsto per quasi tutti gli altri Enti pubblici;

visto l'articolo 29 dello Statuto speciale della Regione, promulgato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4;

Deliberi

1°) di approvare, in conformità al progetto predisposto dalla Giunta, nei singoli stanziamenti e nel suo complesso, il bilancio di previsione della Regione per l'esercizio finanziario 1954, che prevede, nel complesso ed in pareggio, l'ammontare di Lire 3.934.976.873 per le entrate e di Lire 3.934.976.873 per le uscite, secondo le sottoriportate risultanze finali, riassunte nel riepilogo allegato al bilancio;

2°) di autorizzare, in sede di previsione e salvo successivo accertamento con eventuale modifica di bilancio, la iscrizione in bilancio - parte Entrata - della somma di Lire 1 miliardo e 800 milioni quale ammontare della quota di spettanza della Regione, per l'anno 1954, a titolo di ripartizione delle entrate erariali fra lo Stato e la Regione a' sensi degli articoli 12 e 50 dello Statuto speciale della Regione;

3°) di autorizzare, per l'anno 1954, l'accertamento e la riscossione, secondo le leggi in vigore, delle entrate e dei tributi locali previsti nella parte entrate del bilancio e di spettanza della Regione e degli Enti ed Uffici soppressi, i cui servizi sono stati trasferiti alla Regione e gestiti direttamente dall'Amministrazione regionale, ai sensi di legge;

4°) di autorizzare, per l'anno 1954, l'applicazione al terzo limite delle sovrimposte provinciali sui terreni, sui fabbricati e sui redditi agrari, secondo le leggi in vigore;

5°) di autorizzare, per l'anno 1954, l'applicazione dell'addizionale all'imposta sulle industrie, commerci, arti e professioni, con le aliquote dell'1,75% per i redditi di categoria B e dell'1,40% per i redditi di categoria C1;

6°) di stabilire che gli storni dei fondi fra i vari stanziamenti di bilancio nonché l'approvazione, l'impegno e l'erogazione delle spese non a calcolo siano approvati, nei limiti delle previsioni di bilancio, con deliberazioni del Consiglio o della Giunta, secondo le rispettive competenze di materia approvate con provvedimento consiliare n. 89 in data 28 luglio 1949;

7°) di autorizzare l'Assessore alle Finanze ad ordinare, con ordini di pagamento scritti e motivati, il pagamento delle spese concernenti i salari spettanti a operai e a manovali provvisori, addetti a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di strade, di stabilimenti e di monumenti, il pagamento delle spese concernenti i salari al personale di fatica a paga oraria o giornaliera addetto ai vari servizi regionali, nonché il pagamento delle spese, anche straordinarie, che siano state preventivamente deliberate con autorizzazione esplicita alla liquidazione mediante emissione di ordini di pagamento;

8°) di autorizzare, per l'anno 1954, sull'articolo 177 del bilancio, la spesa di lire trenta milioni per le finalità previste dalla deliberazione consiliare n. 150, in data 29-12-1949, concernente provvedimenti intesi a favorire il miglioramento della edilizia locale, spesa da erogarsi con deliberazioni della Giunta, secondo le modalità previste dalla predetta deliberazione consiliare e successive modificazioni;

9°) di autorizzare, per l'anno 1954, sull'articolo 169 del bilancio, la spesa di lire quaranta milioni per le finalità previste dalla deliberazione consiliare n. 65, in data 3 agosto 1951, concernente provvedimenti intesi a favorire l'acquisto di macchinario da parte di artigiani, piccole aziende artigiane e cooperative di artigiani e di lavoratori, spesa da erogarsi con deliberazioni della Giunta, secondo le modalità previste dalla predetta deliberazione consiliare;

10°) di autorizzare, per l'anno 1954, sull'articolo 165 del bilancio, la spesa di lire cento milioni per le finalità previste dalla deliberazione consiliare n. 51, in data 2 agosto 1951, concernente provvedimenti intesi a favorire la costruzione, la ricostruzione, la sistemazione ed il riattamento di fabbricati rurali, spesa da erogarsi con deliberazioni della Giunta, secondo le modalità previste dalla predetta deliberazione consiliare e successive modificazioni;

11°) di autorizzare, per l'anno 1954, sull'articolo 151 del bilancio, la spesa di lire centoventi milioni per le finalità previste dalle deliberazioni consiliari n. 52, in data 2 agosto 1951, e n. 23, in data 7 aprile 1951, concernenti rispettivamente provvedimenti intesi a favorire la costruzione di impianti di irrigazione a pioggia e di fertirrigazione e provvedimenti intesi a favorire la costruzione, il prolungamento, l'ampliamento e la riparazione di canali di irrigazione, spesa da erogarsi con deliberazioni della Giunta, secondo le modalità previste dalle predette deliberazioni consiliari e successive modificazioni;

12°) di autorizzare, per l'anno 1954, sull'articolo 153 del bilancio, la spesa di lire cinque milioni per le finalità previste dalla deliberazione consiliare n. 43, in data 12 aprile 1950, concernente provvedimenti intesi a favorire e ad incrementare la costruzione e l'ampliamento di fabbricati per latterie sociali e turnarie, spesa da erogarsi con deliberazioni della Giunta, secondo le modalità previste dalla predetta deliberazione consiliare e successive modificazioni;

13°) di autorizzare, per l'anno 1954, sull'articolo 163 del bilancio, la spesa di lire dieci milioni per le finalità previste dalla deliberazione consiliare n. 10, in data 3 febbraio 1950, concernente provvedimenti intesi a favorire l'acquisto di macchine e di attrezzi agricoli e a favorire il miglioramento dell'attrezzatura dei caseifici, spesa da erogarsi con deliberazioni della Giunta, secondo le modalità previste dalla predetta deliberazione consiliare e successive modificazioni;

14°) di autorizzare, per l'anno 1954, sull'articolo 159 del bilancio, la spesa di lire otto milioni per le finalità previste dalla deliberazione consiliare n. 82, in data 5 ottobre 1951, concernente provvedimenti intesi a favorire la costruzione ed il riattamento di strade poderali e vicinali, spesa da erogarsi con deliberazioni di Giunta, secondo le modalità previste dalla predetta deliberazione consiliare.

---

RISULTANZE RIASSUNTIVE FINALI DEL BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 1954

ENTRATE

a)

Entrate ordinarie

1)

Rendite patrimoniali

L.

10.581.072

2)

Provento 9/10 dei canoni di concessione sulle acque

»

213.000.000

3)

Proventi diversi

»

36.586.001

4)

Tasse, diritti e imposte

»

149.608.800

5)

Provento quota di riparto entrate erariali

1.800.000.000

2.209.775.873

b)

Entrate straordinarie

1)

Entrate straordinarie diverse

L.

801.000

2)

Proventi degli stabilimenti speciali di Saint Vincent

»

950.000.000

950.801.000

Totale entrate effettive

3.160.576.873

c)

Movimento di capitali

1)

Mutui passivi

L.

150.000.000

150.000.000

d)

Contabilità speciali

1)

Partite di giro

L.

438.000.000

2)

Contabilità speciali

»

186.400.000

624.400.000

Totale entrate

3.934.976.873

SPESE

A)

Spese obbligatorie ordinarie

1)

Oneri patrimoniali

L.

28.600.000

2)

Spese generali

»

257.710.000

3)

Sanità ed Igiene

»

50.620.001

4)

Lavori Pubblici

»

319.228.000

5)

Istruzione Pubblica

»

523.600.000

6)

Assistenza e Beneficenza

»

118.500.000

7)

Agricoltura

»

165.900.000

8)

Industria e Commercio

»

11.411.000

9)

Turismo e Antichità

»

58.100.000

10)

Sicurezza Pubblica

»

1.115.000

1.534.784.001

B)

Spese obbligatorie straordinarie

1)

Oneri patrimoniali

L.

9.000.000

2)

Spese generali

»

23.652.496

3)

Sanità ed Igiene

»

1.500.000

4)

Lavori Pubblici

»

635.001.000

5)

Istruzione Pubblica

»

17.900.000

6)

Assistenza e Beneficenza

»

1.000.000

7)

Agricoltura

»

388.000.000

8)

Industria e Commercio

»

100.900.000

9)

Turismo e Antichità

»

81.000.000

1.257.953.496

C)

Spese facoltative ordinarie

1)

Spese generali

L.

57.700.000

2)

Sanità ed Igiene

»

1.500.000

3)

Lavori Pubblici

»

55.000.000

4)

Istruzione Pubblica

»

11.840.000

5)

Assistenza e beneficenza

»

35.330.000

6)

Agricoltura

»

2.375.000

7)

Industria e Commercio

»

15.050.000

8)

Turismo e Antichità

»

22.000.000

200.795.000

D)

Spese facoltative straordinarie

1)

Spese generali

L.

22.000.000

2)

Sanità ed Igiene

»

200.000

3)

Lavori Pubblici

»

18.050.000

4)

Istruzione Pubblica

»

13.700.000

5)

Assistenza e beneficenza

»

1.000.000

6)

Agricoltura

»

500.000

7)

Industria e Commercio

»

5.000.000

8)

Turismo e Antichità

»

66.000.000

126.450.000

Totale spese effettive

L.

3.119.982.497

II)

MOVIMENTO DI CAPITALI

1)

Quota ammortamento mutui

L.

594.376

2)

Acquisto beni e affrancazioni

»

190.000.000

190.594.376

III)

CONTABILITA' SPECIALI

1)

Partite di giro

L.

438.000.000

2)

Gestioni speciali

»

186.400.000

624.400.000

Totale Spese (Uscita)

L.

3.934.976.873

---

L'Assessore Ing. FRESIA illustra brevemente il progetto del bilancio di previsione della Regione per l'esercizio finanziario 1954 e riferisce quanto segue:

"Mi permetto di riassumere al Consiglio quanto ho già accennato negli anni scorsi a proposito del bilancio.

Il bilancio non costituisce il finanziamento delle spese per un programma di lavoro; il fatto che si scrivano delle cifre per determinati scopi non permette alla Giunta di impegnare le spese automaticamente, senza il Consiglio. In conseguenza, l'esame delle singole voci può essere indicativo qualitativamente ma non quantitativamente.

Le caselle nere entro le quali sono iscritte le cifre sono di natura elastica; si possono fare accertamenti di maggiori o minori entrate; di maggiori o minori spese; si possono fare storni di fondi, sopprimere e cambiare voci.

Se avessimo un bilancio normale - come succede per i Comuni - questo dovrebbe essere esaminato dal punto di vista della pressione fiscale, oltre che dalla convenienza delle spese. Nel nostro caso, la vera discussione sul bilancio dovrebbe consistere piuttosto nello studio delle riduzioni.

In queste circostanze, propongo che la discussione e l'esame del bilancio siano di natura qualitativa, piuttosto che quantitativa e di cifre, e che il Consiglio voglia, piuttosto, prendere in esame i programmi effettivi di lavoro anziché le somme assegnate".

Il Consigliere Signor MANGANONI riferisce quanto segue:

"Colleghi Consiglieri,

In questo mio primo intervento, fatto a nome del mio gruppo, vorrei richiamare la vostra attenzione sull'importanza di questa nostra seduta e sulle conseguenze che ogni nostra decisione può avere nella vita e nello sviluppo della nostra Valle.

Dal modo come sarà varato questo bilancio si potrà capire quali sono gli orientamenti che predominano in questo Consiglio. Se nel nostro bilancio ci preoccuperemo di risolvere i problemi più seri della nostra Valle, particolarmente quelli che riguardano la parte della popolazione più bisognosa e meno abbiente, il giudizio dei Valdostani sarà buono.

Se invece faremo della ordinaria amministrazione, dimostreremo di non essere all'altezza dei compiti che il momento ci impone.

Se ci preoccuperemo di lasciare immutate le sperequazioni esistenti e faremo gli interessi dei più abbienti, tradiremo il nostro mandato e non dovremo stupirci, poi, del giudizio negativo che i cittadini daranno del nostro operato.

Fatta questa premessa, penso sia giusto esprimere il nostro parere sulla relazione che accompagna il bilancio.

Diamo atto alla Giunta della posizione coraggiosa assunta circa la questione del riparto fiscale. Concordiamo con la Giunta nel riconoscere che il non ancora avvenuto riparto (nonostante che l'articolo 50 dello Statuto fissi il termine improrogabile di due anni) è la causa prima della instabilità e delle deficienze che questo bilancio presenta.

Con questo, riteniamo che sia giusto che da parte del Consiglio, all'unanimità, sia votata una protesta per il comportamento dei Governi centrali, i quali, sordi alle esigenze ed alle richieste della Valle d'Aosta, non hanno ancora voluto concedere quanto era nostro diritto ed era sancito nella carta costituzionale.

L'articolo 119 della Costituzione della nostra Repubblica è molto chiaro e precisa che le Regioni hanno autonomia finanziaria, che alle Regioni sono attribuiti tributi propri e quote di tributi erariali, in relazione ai bisogni delle Regioni per le spese necessarie ad adempiere le loro funzioni normali..... che per provvedere a scopi determinati.... lo Stato assegna per legge a singole Regioni contributi speciali.

L'articolo 50 dello Statuto autonomo precisa che il riparto fiscale deve avvenire entro due anni dalle prime elezioni del Consiglio regionale.

Ora, perché questi articoli della Costituzione e dello Statuto regionale della Valle non sono ancora applicati?

Chi sono i responsabili?

La storia ormai è vecchia; tutti conoscono la verità. È necessario, però, ripetere, perché vi è ancora gente che pesca nel torbido e che cerca di ingannare l'opinione pubblica.

La colpa del mancato riparto è dovuta alle manovre ed alle parole mancate dei Governi D.C., succedutisi dal '48 ad oggi.

Questo partito che si è presentato, nel dopoguerra, come il fautore del regionalismo (a parole), nei fatti ha dimostrato, negli anni successivi, di essere il più tenace e pericoloso nemico delle autonomie regionali.

Il Ministro Piccioni, all'Assemblea Costituente, diceva a questo proposito nel 1948:

(Pag. 392) "Noi non vogliamo creare l'Ente Regione perché l'organismo dello Stato continui a vivere così come ha vissuto finora, giacché questo sarebbe assolutamente sterile e fuori di ogni evoluzione storica.

"Noi concepiamo l'Ente Regione come lo strumento determinante per una trasformazione, per una riduzione dei compiti e dei servizi dello Stato, perché lo Stato si snellisca, diventi più agile e più pronto e risponda meglio alle sue specifiche alte funzioni, il cui potenziamento può garantire in maniera veramente seria e concreta l'unità e l'avvenire del Paese".

Queste sono le parole, sante parole; ma, nei fatti, il Ministro Piccioni come si è comportato?

Egli ha sempre fatto parte del Governo. Quale giudizio si può dare di un Governo che, nel 1950, versa alla Regione, come acconto sul riparto fiscale, circa un miliardo (952 milioni, se non vado errato) poi propone, nel 1952, un riparto che avrebbe assegnato alla Valle una cifra di circa 700 milioni, inferiore, cioè, a quale era stato l'acconto per il 1950. Ed, infine, oggi ci ripropone un riparto di 750 milioni, neanche od appena sufficiente a fronteggiare le spese che la Valle deve sostenere, in sostituzione dello Stato, per l'Istruzione Pubblica.

È ben vero che si parla di una quota variabile che ci costringerebbe a trasformarci in mendicanti che battono alle porte dei Ministeri romani per chiedere una elemosina, che potrebbe essere negata.

È questo un Governo che difende l'autonomia regionale o un Governo che coscientemente, pentito di essere stato costretto a concedere quanto spettava di diritto alla popolazione valdostana, agisce in modo cosi subdolo per liquidare la nostra autonomia, per renderla inoperante?

Non vi può essere regime di autonomia se non vi è autonomia finanziaria.

Per questo noi sosteniamo che il nemico numero uno della nostra autonomia è il Governo D.C., Governo che vuole accentrare, contrariamente allo spirito della Costituzione, che prevede invece il decentramento.

Detto questo, però, noi crediamo sia giusto esaminare qual è stato il comportamento della Giunta su questo fondamentale problema della vita autonoma della nostra Valle.

Come sono state condotte queste trattative?

Come sono stati informati i Valdostani delle diverse situazioni?

Dobbiamo subito constatare che tutte queste trattative sono state sempre condotte in gran segreto o quasi; solo la Giunta sapeva, solo il Consiglio molto raramente veniva informato; è questo un metodo democratico?

È questo il metodo migliore? Evidentemente no! Democrazia vuol dire governo di popolo.

Il popolo, attraverso i suoi rappresentanti, deve governare.

Il popolo, però, non può essere chiamato solo una volta ogni 4 o 5 anni ad esprimere la sua opinione, votando, a volte senza sapere bene, per una determinata lista di candidati.

Il popolo deve essere chiamato ogni qualvolta sia necessario ed utile esprimere la sua opinione.

Un grande italiano, Pier Capponi, uno dei primi assertori delle libertà e delle autonomie comunali, quando l'ora del pericolo si era avvicinata al suo Comune, alle ingiunzioni di un assolutista, che minacciava con il suo esercito di liquidare il suo Comune e le sue autonomie, rispose fieramente: "Se voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane". Rispose nel modo più giusto: "Se voi vorrete togliere al popolo la libertà, noi chiameremo il nostro popolo a difendere la sua libertà".

Ha seguito questo esempio la nostra Giunta? A me pare di no.

Noi marxisti sappiamo che non sono gli eroi a fare la storia, ma sono i popoli, sono i lavoratori quelli che creano, che modificano gli avvenimenti storici.

Per questo, pure essendo del parere che la colpa maggiore della mancata realizzazione della nostra autonomia è del Governo D.C., critichiamo la Giunta regionale per il modo, per il sistema con il quale si sono condotte queste trattative.

Se vogliamo che, nel futuro, queste trattative entrino in porto, sarà necessario cambiare metodo.

Noi non condividiamo l'opinione di alcuni Monsignori, i quali sostengono che il nostro popolo, che noi Valdostani, siamo "faibles". Noi siamo certi, invece, che i Valdostani sono forti e contano qualcosa.

Sono forti perché sempre si sono comportati nella loro storia come uomini forti. Sono forti soprattutto perché sono dalla parte della ragione. Chiamiamo i Valdostani alla lotta e la nostra autonomia finanziaria verrà realizzata.

Detto questo, - che credo dovrà essere motivo di meditazione per tutti i Consiglieri onesti, indipendentemente dalla loro posizione politica, ma che siano preoccupati dell'avvenire della nostra Valle - passiamo ad esaminare la nostra situazione finanziaria.

Quali sono i rapporti finanziari tra Regione e Stato? Lo Stato ci deve:

per il 1951

Lire

1.500.000.000

per il 1952

Lire

1.500.000.000

per il 1953

Lire

1.800.000.000

Totale

Lire

4.800.000.000

Di queste somme, a tutt'oggi, non una lira è giunta nelle casse della Regione. La Valle, da parte sua, ha dovuto contrarre debiti che superano oggi il miliardo, pagando un tasso di interesse dell'8 %, il che equivale a più di 80 milioni annui.

Il Governo ci deve inviare un acconto per il 1951-52-53 di un miliardo e mezzo, che, quando giungerà, sarà appena sufficiente a pagare i debiti, e poi.....

Quali sono le prospettive che abbiamo? Ricominceremo a fare debiti.

Se aggiungiamo, poi, alla cifra di 4.800.000.000 la somma in bilancio per il 1954, e cioè 1.800.000.000, il nostro credito verso il Governo, a tutt'oggi, è di Lire 6.600.000.000.

Con questa cifra sarebbe possibile iniziare e risolvere gran parte delle richieste immediate e di più gran urgenza, inoltrate dai Comuni e necessarie per la popolazione.

A questo proposito, per l'ennesima volta, voglio insistere sulla necessità che l'Assessore Bionaz presenti in Consiglio un piano di opere pubbliche in ordine di urgenza ed importanza, affinché vi sia un piano organico dei lavori e, a mano a mano che disponiamo di mezzi finanziari, si dia corso alle opere.

Voglio ora accennare ad alcune opere pubbliche necessarie ed urgenti, che non abbiamo ancora potuto realizzare per mancanza di fondi, ma che devono essere realizzate nel più breve tempo possibile:

- Ultimare l'allargamento e la bitumatura della strada per Gressoney.

- Rimediare ai danni dell'alluvione ad Issime e costruire le opere necessarie per evitare il ripetersi di questi disastri.

- A Pont St. Martin - strada per Ivery, asfalto strada per l'Ilssa, percorsa giornalmente da migliaia di operai; la polvere oltre a deliziare i loro polmoni, danneggia le coltivazioni e le case lungo la strada stessa.

- L'ampliamento o la costruzione di un edificio per le Scuole Medie, per evitare che i bambini di Pont St. Martin, debbano recarsi a Verrès o ad Ivrea per frequentare la Scuola Media.

- A Donnas parte delle case del Capoluogo sono collegate alla strada nazionale da una pessima carreggiata; è necessaria la costruzione di una carrozzabile.

- A Hône, vi è il tratto di strada, che dal ponte attraversa il paese, da allargare e l'edificio scolastico da costruire. La strada di Champorcher da portare a termine.

- L'indigamento della Dora ad Issogne, ove le acque stanno asportando quel poco di terreno fertile, minacciando la strada comunale ed il canale d'irrigazione. Sempre in quel Comune, vi è la fognatura da ultimare, la strada per Sommet de Villes. L'edificio scolastico a Favà.

- A Champdepraz, abbiamo la frazione di Chevrère, con una ventina di famiglie, sprovvista di luce elettrica. Tipico esempio degli stridenti contrasti della montagna; mentre ai montanari vengono sottratte, senza indennizzo, le loro acque che poi fruttano lauti dividendi agli azionisti dei trust idroelettrici, loro, i montanari, devono trascorrere le lunghe veglie invernali con i lumicini a petrolio. Ho segnalato in questa sede, a più riprese, le necessità della frazione Chevrère. Ho ricevuto delle assicurazioni ma tutto è ancora da fare. Voglio augurarmi di non dover intervenire ancora su questo problema.

Sempre a Champdepraz, vi è la assoluta necessità di costruire un edificio per le Scuole e per l'Asilo, per le frazioni di Viérin e Fabbrica; vi è il muro del cimitero che minaccia di crollare.

- Anche Verrès abbisogna di un edificio scolastico.

- Valle d'Ayas. Dobbiamo proseguire l'allargamento e la bitumatura della strada. La collina di Brusson, colle numerose frazioni, è completamente sprovvista di vie di comunicazioni; vi è anche il problema del collegamento del Colle di Joux e Brusson. A Challant, le frazioni di Allesaz devono essere collegate con la carrozzabile e così Orbeillaz e Peisan, la cui strada non può essere iniziata per la testardaggine del Parroco locale, il quale, purtroppo, è l'unico a fare opposizione al progetto.

- Emarèse ed Eresa devono pure essere allacciate con una carrozzabile.

- Montjovet, oltre a Staod, vi sono le frazioni della collina fornite solo di pessime mulattiere; vi è la fognatura del Capoluogo, l'edificio scolastico e l'Asilo, il cimitero di S. Germain da costruire a nuovo.

Vorrei anche ricordare al Consiglio il canale del Colle di Joux, di cui si parla da anni e che interessa oltre ad Ayas e Brusson, in modo particolare le assetate campagne delle colline di St. Vincent, di Emarèse e di Arbaz a Challant. Se non vogliamo costringere queste popolazioni ad abbandonare i loro villaggi, bisognerà non solo discutere, ma anche risolvere questo annoso problema; vorrei pregare l'Assessore Arbaney di voler informare il Consiglio a che punto sono i progetti.

- Anche i contadini di Ussel (Châtillon) aspettano la loro strada. E cosi gli abitanti dei villaggi di Verrayes, a monte di Diemoz, aspettano il proseguimento della loro carrozzabile. E voglio qui compiacermi dello spirito di comprensione dimostrato dai miei colleghi nel venire incontro agli utenti del costruendo canale di Joux, a Verrayes.

- Pontey, Fenis, St. Marcel, Brissogne, Pollein, Gressan, Jovençan ed Aymavilles: quando vedranno ultimata la strada sulla sponda destra della Dora, che li dovrebbe collegare?

- Occorre un ponte sulla Dora fra Sarre e Gressan - Jovençan.

- Occorre la strada per la collina di St. Marcel, ove 400 abitanti aspettano invano la realizzazione del progetto, preparato dall'Amministrazione comunale fin dal 1948. Sempre a St. Marcel, alla frazione Prarayer, una vasta estensione di terreno, un tempo fertile, - reso paludoso dalla costruzione della diga per la presa d'acqua degli stabilimenti Montecatini, - si potrebbe riportare alla coltura con la scavo di un canale di scolo.

- E la strada di Brissogne, quando ci si deciderà a farla proseguire?

- E cosi quella per il Gran Pollein e per Trois Villes a Quart?

- Il cimitero di St. Christophe, la strada Sorreley-Cretallaz (Quart), la Porossan-Roisan, Allain, il cui Capoluogo è collegato da una mulattiera e, cosi, la collina di Etroubles.

- Abbiamo la strada di Gignod-Excenex da rendere transitabile, come giustamente accennava la Sig.ra Ronc-Désaymonet nella sua interpellanza.

- Le assetate campagne della collina di St. Martin di Corléans e di Chezallet, aspettano invano il promesso canale d'irrigazione, per la cui costruzione, fin dal 1949, 5 anni fa, il Consiglio ha stanziato 12 milioni. Le frazioni delle colline di Chezallet, Sarre, St. Pierre sono sprovviste di strada, e cosi Ozein e Pondel di Aymavilles.

- Per la strada di Cogne, mi rimetto al collega Dayné.

- Che dire di Valsavaranche, la Valle cenerentola?

Se andiamo di questo passo, avrà la sua strada forse, dico forse, fra dieci anni.

- Ed i famosi "pontons" del Norat, ad Introd, che impediscono il passaggio dei grossi automezzi diretti a Rhêmes e Valsavaranche; quando si deciderà l'Assessore ai Lavori Pubblici a farli rialzare?

- Il canale "Ru pan perdu", a Introd - Arvier permetterebbe l'irrigazione di vaste zone, che di anno in anno vengono abbandonate e fra non molto saranno l'incontrastato regno di tisici rovi e di cespugli.

- C'è la strada per Grand-Haury, ad Arvier.

- Occorre il sifone per l'irrigazione a La Salle ed il proseguimento della strada per la collina.

E l'elenco potrebbe continuare, con le necessità di tutti i Comuni della Valle.

In questo breve elenco di opere indispensabili ed urgenti da iniziare, se effettivamente vogliamo venire incontro alle giuste necessità dei nostri Comuni, mi sono limitato a citare le principali; ho sorvolato Aosta, con i suoi problemi urbanistici; non ho citato le opere minori, come gli acquedotti frazionali per i quali molto si è già fatto, ma molto rimane ancora da fare, gli ambulatori medici, di cui la maggior parte dei nostri Comuni sono ancora sprovvisti, la ristrettezza di aule scolastiche e municipi, l'illuminazione pubblica, la sistemazione di canali irrigui, la bitumatura di strade, il collegamento telefonico di frazioni o gruppi di frazioni disagiate e lontane dai centri, gli impianti di fertirrigazione ed una infinità di altre opere che non hanno provveduto a fare eseguire i Governi, fascisti o no, che si sono succeduti in Italia, preoccupati solo di spogliare i nostri Comuni, di sfruttare i montanari.

È si vero che parte di queste opere sono state già deliberate dal Consiglio, ma non ancora realizzate.

Concludendo, questa prima parte, ritengo sia necessario far presente a Roma l'improrogabilità della definizione del riparto fiscale, in modo onesto e costituzionale, e che ci vengano versati i nostri soldi, affinché si possano eseguire al più presto queste opere la cui mancata attuazione contribuisce largamente ad aggravare la crisi economica della montagna che affligge la nostra Valle.

È vero che parte di queste opere erano state promesse in tempi non molto lontano dagli On. Page e Farinet; ma questi due parlamentari, che, non hanno il coraggio di presentarsi in Consiglio regionale, sebbene più volte invitati, per rendere conto della loro attività a Roma, questi parlamentari avevano promesso ai valdostani anche il traforo del Monte Bianco!!!

Altro problema, legato alla crisi della montagna, è quello della assistenza materiale per i vecchi bisognosi e dell'assistenza medica, farmaceutica, ostetrica ed ospedaliera per i nostri contadini.

Per la prima questione, cioè la pensione ai vecchi contadini, un primo passo si è fatto con l'approvazione della proposta della Commissione consiliare, nominata in seguito alla nostra mozione, proposta che prevede lo stanziamento delle 2.500 lire mensili da corrispondere ai vecchi di ambo i sessi, che hanno superato il 65° anno di età, si trovano sprovvisti di mezzi di sostentamento e che non fruiscono di altra pensione.

Diritto che, secondo noi, dovrà venire, comunque, esteso ad altre categorie, anche se non iscritte sull'elenco comunale dei poveri e la cifra dovrà essere aumentata.

Lo stanziamento a questo scopo lo vediamo, con piacere, nel bilancio in discussione, all'art. 22 B.

Per la seconda questione, cioè l'assistenza sanitaria ai contadini o, per essere più precisi, l'istituzione di una mutua malattia regionale per i contadini, sebbene sia stata a suo tempo nominata un'apposita Commissione consiliare, in seguito alla mozione presentata dal Consigliere Perron ed altri, non risultano previsti stanziamenti sul bilancio 1954.

Legandomi all'affermazione dell'Assessore Arbaney, - che le iniziative e le proposte non devono venire solo dagli Assessori, ma anche dai Consiglieri -, mi permetto perciò di entrare direttamente io in argomento, anche come membro dalla Commissione stessa, richiamando l'attenzione del Consiglio della Valle sulla necessità che la nostra Regione Autonoma si ponga all'avanguardia nella soluzione dei problemi sociali che il Governo non dimostra di voler risolvere.

La Regione autonoma, affrontando concretamente e risolvendo, perché ne ha la possibilità, un problema cosi sentito e discusso non solamente nella nostra Valle e in Italia ma nel mondo intero, porterebbe un raggio di speranza e di sollievo nelle baite sparse sui nostri monti, ove, non pochi ammalati languono consumati dalle malattie; perché, affrontare le rilevanti spese mediche, farmaceutiche, ospedaliere, vorrebbe dire vendere l'unico capo di bestiame od un appezzamento della loro poca e magra terra.

Si porrebbe, così, termine ad uno dei tanti capitoli che suona vergogna per un paese civile e si metterebbe in grado il povero montanaro di godere non solo dei conforti e delle conquiste del progresso, ma anche dei benefici che apportano gli ultimi ritrovati della scienza e della chirurgia, strumenti formidabili per alleviare le sofferenze fisiche di tutta l'umanità.

Oltre a questi motivi, che si potrebbero definire di ordine morale, vi è un formale impegno della Costituzione della nostra Repubblica, che, all'articolo 32, dice testualmente:

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e l'interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti".

Ma non solamente la Costituzione repubblicana, anche il nostro Statuto regionale prevede, all'articolo 3 - comma h - i - l -, la Previdenza e Assicurazioni Sociali - l'Assistenza e Beneficenza pubblica - l'igiene - sanità. Assistenza ospedaliera e profilattica, quali precisi doveri e potestà integrative della Regione.

Verremmo meno al nostro dovere di coscienti Amministratori se non tenessimo nel giusto conto queste considerazioni e queste norme ben, precise.

Per scendere su un piano più concreto e immediato, informo il Consiglio che ho preso a cuore questo problema, in seguito ad attento studio, alle informazioni richieste ed ottenute da Vercelli, Perugia, San Marino ed altri Comuni ove, già esistendo tali forme assistenziali a favore dei contadini, vi sono, di conseguenza, esperienze utili per noi e, in base a contatti avuti con tecnici della materia, posso affermare che con una cifra aggirantesi sui 150.000.000 annui è possibile garantire un'assistenza medica, farmaceutica, ostetrica e ospedaliera, a circa 25.000 contadini della nostra Valle. Ma c'è di più, con solamente altri 15.000.000 all'anno è possibile estendere questa mutua ai 3.000 circa artigiani della Valle.

Circa i dettagli ed i particolari organizzativi, mi riservo di riferire più ampiamente in Commissione.

È necessario, però, e questa è la sede opportuna, giungere ad una definizione, direi meglio, alla deliberazione.

Tenuto conto che l'istituzione della mutua potrebbe entrare già in funzione per gli ultimi sei mesi del 1954, cioè a partire dal 1° luglio, e che quindi la somma annua occorrente di 165.000.000 circa, per contadini e artigiani, verrebbe ad essere dimezzata, a 82.500.000, propongo che venga inserita sul bilancio preventivo 1954, fra le spese relative all'assistenza e beneficenza, la voce: Mutua regionale contadini ed artigiani Lire 82.500.000.

In conseguenza di questa nostra proposta si rende, quindi, necessario il reperimento di questa somma mediante opportuni storni.

Non ritengo sia difficile, su un bilancio complessivo che prevede entrate e uscite per Lire 3.934.976.873, trovare la suddetta cifra di Lire 82.500.000.

Sugli storni necessari, pur lasciando ampia facoltà ai colleghi di suggerire o modificare le mie proposte, darei il seguente orientamento:

storno di Lire 30.000.000 dalla voce: Sussidi per miglioramento della attrezzatura alberghiera che dai proposti 50.000.000 si ridurrebbe alla cifra comunque sufficiente di 20.000.000;

storno di Lire 20.000.000 dalle due voci: Spese per la pubblicità e propaganda turistica che dai proposti totali 32.000.000 si ridurrebbe alla cifra di 12.000.000 comunque sufficiente;

storno di Lire 30.000.000 dalla voce: Spese per il funzionamento e l'attrezzatura della Scuola regionale di Agricoltura di Aosta che dai proposti 44.250.000 si ridurrebbe alla cifra di Lire 14 milioni 250.000 più che sufficiente, se si tien conto che solo per attrezzatura e costruzione locali di detta scuola sono già stati stanziati e spese tra il 1952-1953 Lire 39.966.745 (1. 2. 7. 162);

storno di Lire 2.500.000 dalla voce: Spese per la costruzione di casermette forestali che dai proposti 24.000.000 si ridurrebbe a 21.500.000 cifra comunque sufficiente.

Signori Consiglieri,

La proposta che vi ho illustrato è il frutto di una attenta e approfondita analisi compiuta dal mio gruppo. Comprendo che alcuni Assessori dovranno fare alcuni sacrifici a causa degli storni proposti; inviterei, però, tutti i Colleghi a meditare attentamente prima di esprimere il loro giudizio e il loro voto.

Con questo atto, concedendo cioè la assistenza mutualistica ai contadini e agli artigiani, noi risolveremo uno dei problemi più spinosi e più sentiti dalle genti della montagna e della Valle, che noi qui rappresentiamo.

Immaginate quale sollievo questa notizia porterebbe in ogni angolo della nostra "Petite Patrie", quante mamme che non hanno i mezzi per curare i loro figli, quanti contadini che hanno consumato la loro vita nel duro lavoro dei campi, avrebbero una ragione per apprezzare ancora di più la nostra autonomia che, con forza e sacrificio, hanno voluto e conquistato; avrebbero una ragione di più per amare la nostra terra, la nostra Valle.

Concludo, riservandomi di intervenire in seguito nuovamente nei dettagli, in sede di discussione particolare delle voci di bilancio, e ancora una volta, Signori Consiglieri, vi esorto ad accogliere, unanimi, questa mia proposta, che chiedo sia messa ai "voti".

Mr le conseiller PERRON relate ce qui suit:

Dans la relation financière annexée au projet du Bilan de prévision du 1954, on peut relever une phrase qui est désormais devenue traditionnelle, puisqu'elle figurait déjà dans toutes les relations financières de 1951 - 1952 - 1953, qui furent jointes aux Bilans de prévision des années correspondantes.

Cette phrase est la suivante: "La loi sur le règlement financier de la Région, prévue par l'art. 50 (3ème alinéa) du Statut spécial de la Vallée d'Aoste, n'a pas encore été émanée et sont encore en cours les pourparlers en mérite à la répartition des entrées du Trésor public entre l'Etat et la Région prévue par l'article 12 du Statut régional".

Ainsi, après plusieurs années de pourparlers interminables et d'innombrables voyages à Rome pour obtenir la restitution partielle de tous les impôts et taxes que la Vallée paie et verse à l'Etat, il n'a pas encore été possible d'aboutir à un accord qui tienne compte des nécessités vitales et des droits de la Vallée d'Aoste.

Que la responsabilité de cette situation retombe exclusivement sur le Gouvernement de Rome est plus qu'évident, si on continue la lecture de la relation financière qui est, en effet, assez explicite.

A la quatrième page on lit donc: "Les pourparlers au sujet de la répartition des entrées du Trésor public n'ont pas encore pu être conclus, n'ayant pas encore été possible d'arriver à un accord sur des bases équitables".

Dans la réunion extraordinaire du 28 juin 1952, la Junte régionale, le Président du Conseil, le Député et le Sénateur ont, à l'unanimité, reconnu et établi que les propositions faites par les Bureaux gouvernementaux centraux ne pouvaient pas être acceptées, étant donné que le montant de la quote fixe annuelle attribuée à la Région était trop inférieur au montant des dépenses obligatoires ordinaires de la Région.

En acceptant les propositions gouvernementales, la Région ne pourrait pas pourvoir, avec ses propres entrées, locales ordinaires et extraordinaires, au financement total des autres dépenses restant à sa charge.

A la page 9 de la relation on voit encore que le projet de règlement financier et de répartition des entrées du Trésor, preparé par les Bureaux gouvernementaux centraux et basé sur un système de répartition valide pour une période de temps limité (du 1 janvier 1951 au 31 décembre 1955) et sur deux pourcentages de répartition (un fixe et l'autre variable et à déterminer chaque année) n'apparait certainement pas inspiré aux conceptions et aux buts discutés et approuvés par l'Assemblée Constituante en janvier 1948.

A la page 10 de ladite relation on lit, enfin, que l'Etat a continué, dépuis 1948, de percevoir en Vallée d'Aoste les entrées inhérentes aux produits des monopoles (part fiscale) des impôts de fabrication et des tributs douaniers à cause du fait que le régime de zone franche n'a pas encore été appliqué et à cause du retard apporté à l'application des relatifs bénéfices fiscaux, auxquels la population de la Vallée d'Aoste a droit d'après l'article 14 du Statut.

On constate ainsi que l'Etat non seulement ne verse pas ce qui est dû à la Vallée, mais s'approprie encore de ce qu'il n'aurait pas le droit d'avoir, tels que les produits des entrées du monopole et d'autres taxes douanières.

La relation financière qui a été envoyée aux Conseillers est très claire et documentée. J'estime même qu'elle devrait être publiée sur tous les journaux locaux, afin de démolir les échafaudages branlants de mensonges et de balivernes qui ont été montés ces mois passés pour tromper l'opinion publique valdôtaine, en falsifiant sans pudeur la vérité des faits.

Il est clair que le Gouvernement de Rome n'a pas essayé d'appliquer intégralement, loyalement et sans tergiversations le Statut spécial d'autonomie.

Il est clair que sa politique n'est pas une politique de compréhension et de collaboration avec la Vallée d'Aoste mais qu'elle a toujours été, tantôt sournoisement, tantôt ouvertement, une politique de sabotage systématique et continuelle de l'Autonomie Valdôtaine.

Non seulement on assiste ainsi aux violations du Statut qui attend encore d'être appliqué dans ses points fondamentaux, mais aussi à celles de la Constitution, dont l'article 119 établit que les Régions doivent avoir une autonomie financière, qui leur permette d'accomplir leurs fonctions normales, et la Cour Constitutionnelle prévue par l'article 135 à laquelle la Région pourrait et devrait recourir pour obtenir la zone franche totale qui lui est niée, mais à laquelle elle ne peut pas s'adresser pour la bonne raison que cette Cour n'est pas encore formée, malgré que la Constitution soit entrée en vigueur depuis le 1er janvier 1948.

L'année dernière, dans la séance du Conseil du 2 avril, lors de la discussion du Bilan de prévision de 1953, j'avais fait la déclaration suivante:

"Il ne s'agit pas de critiquer le Gouvernement de Rome, parce qu'il est dirigé par De Gasperi, car avec un Gouvernement Togliatti ça n'irait pas mieux. Peut être même pire. On sait très bien qu'avec n'importe quel Gouvernement, qu'il soit de droite ou de gauche, Rome sera toujours contraire à une véritable autonomie de la Vallée d'Aoste. Je pense tout simplement que le Conseil régional doit protester contre cette façon d'agir et exiger que le Statut soit respecté".

Aujourd'hui, comme hier, je répète et je confirme cette déclaration.

Il serait absurde, en effet, d'attaquer le Gouvernement simplement parce qu'il est démo-chrétien ou bien parce qu'il est présidé par Pella, Fanfani ou Scelba.

Mais il est évident: si le Statut est violé, comme il l'est, c'est le devoir du Conseil de la Vallée d'Aoste de le faire respecter et de dénoncer ces violations au peuple valdôtain.

Quiconque, indépendamment de sa couleur politique, est sincèrement attaché à l'autonomie ne peut rester passif et conserver le silente au sujet de l'attitude, carrément anti-autonomiste, du Gouvernement, qui constitue un danger mortel pour l'autonomie, puisqu'elle menace de la faire effondrer, en la privant des moyens fìnanciers nécessaires pour vivre.

Il ne s'agit pas d'être trop pessimiste, mais rien d'autre ne peut réserver le comportement négatif et néfaste du Pouvoir central, qui continue de mettre l'Administration régionale dans l'impossibilité absolue de pouvoir établir un budget définitif et cela six ans après l'entrée en vigueur du Statut.

Or, on en a la preuve sous les yeux puisque dans le bilan de prévision de cette année la somme de un milliard huit cents millions a été inscrite dans le chapitre des entrées comme quote de répartition fiscale entre l'Etat et la Région sans que l'on ait la moindre certitude que cette somme puisse finir un jour dans les caisses de la Région et qu'elle ne soit pas réduite. A continuer du train que nous allons, il est probable, en tous cas, que l'autonomie se trouvera toujours plus étranglée.

Faudra-t-il continuer de faire un milliard et plus de dettes par an pour éviter la paralysie de l'Administration régionale et la suspension de l'exécution des travaux publics delibérés par le Conseil et payer, ainsi, plus de 80 millions d'intérêts annuels, alors qu'avec ces 80 millions on pourrait entièrement construire une route comme celle d'Arvier à Introd, tant pour citer un exemple.

Les difficultés financières qui obligent inévitablement de réduire le programme des travaux publics plus urgents signifient que la Région devra construire moins de routes, moins des lignes téléphoniques, moins d'aqueducs, moins d'écoles, moins de canaux d'irrigation et donner moins de subsides aux agriculteurs pour la construction des maisons rurales et pour d'autres initiatives.

De cela on peut remercier Rome qui, avec sa politique anti-autonomiste, frappe directement les populations valdôtaines principalement des campagnes, qui se trouvent déjà gravement atteintes par la crise agricole.

Entre parenthèses, je constate qu'aucun fond n'a été inscrit dans le chapitre de l'Agriculture pour la Caisse d'assurance mutuelle des paysans contre les maladies.

Quant à ce fameux acompte de un milliard et demi, qui est encore à venir et qui à été présenté par certains journaux comme un atte de générosité de Rome envers notre Région, il serait temps d'en finir avec les blagues! Car, en définitive, la somme de cinq cents millions pour chacune des année 1951 - 1952 - 1953 n'est pas même suffisante pour payer chaque année les dépenses de l'Instruction Publique, qui s'élèvént à 534 millions pour 1953.

D'autre part, cet acompte de 1 milliard cinq cents millions représente la somme qui est dûe à la Région pour l'année 1951 seulement. Peut-on savoir quand le Gouvernement se décidera à payer les autres 3 milliards et 300 millions qui sont dûs à la Vallée pour les années 1952 - 1953?

Comme l'on peut se rendre compte, cette somme de un milliard et demi est loin d'être un acte de générosité, car elle représente à peine le 32% de ce qui aurait dû être restitué à la Vallée pour les trois années écoulées.

Une fois pour toutes il serait bien que le Gouvernement de Rome se rappelle que l'Etat perçoit de la Vallée près de cinq milliard par an, avec les impôts payées hors de la Vallée par les Sociétés qui exploitent les ressources naturelles de la Région, desquels 600 millions environs proviennent seulement des Monopoles qui devraient rester entièrement à la Région, selon l'article 14 du Statut.

La Vallée d'Aoste, ne demande donc pas la lune mais seulement ce qui est dû, quand elle réclame un pourcentage fixe et suffisant sur toutes les éntrées. La demande de 1 milliard cinq cents millions pour chacune des années 1951 - 1952 et 1 milliard 800 millions pour chacune des années 1953 - 1954 est plus que raisonnable.

Enfin, la Vallée d'Aoste et les Valdôtains ne demandent rien d'extraordinaire. Ils demandent, et ils ont le droit de l'exiger, que sur ce point, comme sur tous les autres, les lois de l'autonomie, qui sont des lois reconnues et sanctionnées par la Constitution de la République, soient appliquées et mises en vigueur dans toute leur intégrité.

Du temps qu'une autonomie financière n'aura pas été assurée à la Région, Rome ne pourra jamais soutenir que la Vallée d'Aoste a obtenu une véritable autonomie digne de ce nom. Ce sera tout au plus une caricature d'autonomie, destinée à tromper le peuple valdôtain.

Il Consigliere Sig. BREAN rileva che, per quanto riguarda l'impostazione generale del bilancio 1954, il complesso delle previsioni di entrata e di spesa non è adeguato alle aumentate necessità ed esigenze regionali.

Dichiara, infatti, che il bilancio 1954 e le relative previsioni ripetono, in complesso, il bilancio 1953 e le previsioni dell'anno scorso, "nonostante l'aumentato costo di tutti i servizi trasferiti alla Regione, e che la stessa gestisce con uffici e personale propri, dalle spese generali per l'applicazione, a favore del personale dipendente e del personale insegnante, dei miglioramenti economici previsti a favore del personale dello Stato e degli altri Enti Pubblici, alle spese per l'assistenza, per il necessario e dovuto incremento assistenziale, oltre al continuo e generale aumento delle rette dei ricoverati a carico della Regione e alle aumentate esigenze di tutti i dicasteri, tra i quali principalmente:

a) Lavori Pubblici, per le enormi e sempre più pressanti necessità che si impongono ogni giorno di più e che non si dovrebbero e non si possono dilazionare;

b) Agricoltura - Zootecnia e Foreste, per l'assoluta necessità di finanziare altri lavori ed iniziative tendenti all'incremento ed al miglioramento della produzione agricola (le lunghe discussioni succedutesi nelle sedute consiliari del giorno 11 e 12 hanno una volta di più confermato questa necessità) oltre quelli riferentisi all'incremento zootecnico, nonché quei lavori inerenti alla tutela e all'incremento del patrimonio forestale;

c) Turismo, per altrettanta assoluta necessità di potenziare maggiormente una fonte che tutti, a parole, vorrebbero valorizzare, ma ben pochi sono disposti ad approvare stanziamenti di fondi adeguati perché la fonte diventi veramente quella sorgente di ricchezza che dovrebbe e potrebbe essere per la Valle d'Aosta.

Nonostante tutte queste aumentate esigenze, constato che il bilancio preventivo per l'anno 1954 è stato impostato senza tenerne conto.

Al contrario, benché nelle spese obbligatorie ordinarie, impostate con criteri di massima economia, risultino esclusivamente quelle necessarie per il normale espletamento dei servizi trasferiti alla Regione e quindi non dilazionabili; benché le spese obbligatorie straordinarie siano inadeguate rispetto alle grandi necessità e assolutamente non riducibili senza recare gravissimo danno alla economia locale; benché i proventi della Casa da Gioco, inscritti in bilancio con la somma di 950 milioni, entrate straordinarie, che per la loro stessa natura dovrebbero, nella quasi totalità, finanziare delle spese facoltative straordinarie (che invece figurano nel bilancio nella ridotta cifra di L. 126 milioni), benché, dicevo, le entrate straordinarie della Casa da gioco servano a finanziare le spese ordinarie, anche quest'anno, come i decorsi, il pareggio si ottiene con una ipotetica e contestata entrata di Lire 1.800.000.000, quale provento del riparto erariale fra lo Stato e la Regione.

La relazione allegata al bilancio preventivo per l'anno 1954 è esauriente e completa, come d'altronde lo sono state quelle degli scorsi anni. Dalla relazione stessa si constata dolorosamente come al centro siano state sinora ignorate le esigenze della Valle d'Aosta e i diritti alla vita della nostra Regione, diritti che sono stati sacrosantamente sanciti in uno Statuto Speciale, parte integrante di quella Costituzione repubblicana che, sgorgata al momento della Liberazione dal cuore di tutti gli Italiani, decisi a darsi un nuovo e libero patto, purtroppo viene ancora considerata, da coloro stessi che l'hanno fatta, come uno espediente che si può, alla prima occasione, adattare ai propri comodi.

Ammoniva, tempo addietro, Filippo Sacchi, dalle colonne della Stampa, che "si illudono coloro che pensano che la Costituzione repubblicana sia una artificiale combinazione giuridica escogitata dai Partiti per loro comodo e che un semplice soffio elettorale può mandare all'aria da un momento all'altro come un giochetto di carta. Appunto perché non è nata da una improvvisazione arbitraria, ma da una necessità comune, da un profondo moto della coscienza popolare, e non come espressione di una esigenza isolata, ma in corrispondenza a tutta una nuova orientazione che si era aperta nel mondo, la nostra Costituzione è una potente realtà della quale ormai non si può più astrarre.

Lentamente, ma inesorabilmente, finirà per emergere come l'unica guida sicura per l'Italia nell'incerto cammino del Secolo. Verrà il giorno che la Costituzione avrà sempre ragione".

Da questa aula, quali rappresentanti del popolo valdostano, ammoniamo anche noi che si illudono coloro che pensano che lo Statuto della Regione Autonoma della Valle d'Aosta sia una artificiale combinazione giuridica escogitata dai Partiti per loro comodo e che una qualsiasi corrente politica al potere, la buona o cattiva disposizione della burocrazia, può mandare all'aria da un momento all'altro. Anche il nostro Statuto non è nato da una improvvisazione arbitraria, ma è nato da innegabili diritti che, purtroppo, ad un determinato momento erano stati ingiustamente tolti al popolo valdostano. Il nostro Statuto fa parte integrante della Costituzione repubblicana (Art. 116) ed anche il Nostro Statuto dovrà pure un giorno avere applicazione.

A questo scopo, occorre impostare una più energica azione al centro e con ogni mezzo e da parte di tutti, a cominciare dalla sede più qualificata, che è il Consiglio regionale, alla cui azione dovrebbe concordemente seguire, con cognizione di causa, quella dei rappresentanti della Regione al Parlamento ed al Senato, e, con lealtà di intenti, da tutta la stampa, e non per chiedere privilegi, come erroneamente o volutamente vengono classificati i nostri sacrosanti diritti, ma per farli valere questi nostri diritti, che hanno tutti i titoli più qualificati per essere riconosciuti tali. In tale senso devono impostare la loro azione alle Camere i Parlamentari.

Come Consiglio regionale abbiamo, nella seduta di venerdì 12, respinto all'unanimità il progetto di legge governativo per il riparto fiscale che i passati governi avevano elaborato per scardinare l'autonomia valdostana.

Ritengo, ora, più che mai necessario inviare un energico invito al rinnovato Governo che nei giorni scorsi ha ottenuto la fiducia delle Camere, perché, nello spirito di giustizia sociale che dovrebbe caratterizzarlo, riesamini e risolva quanto i passati Governi hanno lasciato insoluto a danno di una Regione che per i suoi 2/3 è costituita da laboriose popolazioni di montagna, in condizioni di vita penose, dal punto di vista sociale, economico, igienico e sanitario.

Con l'augurio che abbia a valere anche per i rappresentanti della Giunta regionale, ambasciatori delle aspirazioni del popolo valdostano, quanto il nuovo Presidente del Consiglio On. Scelba ha precisato, in un discorso pronunciato venerdì 13, ai Direttori generali dei Ministeri, presenti i rispettivi Ministri e, cioè, che "il cittadino che si rivolge alla pubblica amministrazione per una legittima aspirazione non deve porsi in uno stato di soggezione e non deve togliersi il cappello per ottenere come un favore ciò che è un suo diritto".

I nostri diritti, come dicevo prima, hanno tutti i titoli più qualificati per essere tali e sono:

1) minoranza etnica e linguistica;

2) sette secoli di autogoverno;

3) regione con un numeroso complesso di Comuni di alta montagna, che costituiscono ancora una area particolarmente depressa;

4) cinque miliardi annui di tributi versati nelle casse dello Stato, dei quali chiediamo solo circa 1/3 in restituzione, per gestire i servizi di istituto trasferiti dallo Stato alla Regione".

Il Consigliere Signora RONC-DESAYMONET dichiara di associarsi alla proposta del Consigliere Sig. Manganoni concernente l'iscrizione nel bilancio preventivo 1954, fra gli articoli relativi alle spese per l'assistenza e beneficenza, della voce: "Mutua regionale contadini e artigiani" con lo stanziamento di un fondo di Lire 82.500.000, per la prestazione dell'assistenza medica, ostetrica, farmaceutica ed ospedaliera ad artigiani e a contadini.

Informa, a tale proposito, di essere venuta a conoscenza, giorni or sono, di un episodio molto triste, cioè di avere appreso che una contadina, colpita improvvisamente da una malattia non molto grave di cui sarebbe guarita se fosse stata curata tempestivamente, è deceduta perché il marito, essendo privo di mezzi, non ha potuto procurarle le cure necessarie.

Rileva che, in Valle d'Aosta, gli artigiani (falegnami, fabbri, carradori, ecc.) vanno sempre più scomparendo, con grave danno per la popolazione, ed osserva che ciò è dovuto al fatto che gli artigiani debbono sostenere oneri troppo gravosi per tasse, imposte ed altri tributi.

Ritiene che l'Amministrazione regionale, se venisse in aiuto a tale categoria di lavoratori, compirebbe un'opera di giustizia che avrebbe riflessi favorevoli per la popolazione.

L'Assessore Geom. BIONAZ premette che, sebbene il Consigliere Sig. Bréan abbia già risposto, nel suo intervento, al Consigliere Sig. Manganoni, intende egli pure fare alcune precisazioni al riguardo.

Constata, anzitutto, che da parte di un gruppo consiliare non viene tralasciata occasione per elevare proteste contro il Governo. Ricorda che, nell'adunanza di ieri, il Consiglio ha respinto all'unanimità, cioè anche con il voto favorevole dei Consiglieri democristiani, il progetto governativo di legge concernente l'ordinamento finanziario della Regione.

Fa presente che in detta adunanza, ed anche oggi, non è mancato il solito ritornello: "questo capita perché vi è un Governo democristiano" ed osserva che non viene mai posta, da parte di quel tale gruppo consiliare, la domanda: cosa succederebbe se il Governo fosse composto di elementi di altro colore politico?

Rileva che se vi fosse un altro Governo verrebbero, forse, elevati osanna, perché nessuno oserebbe fare altrimenti.

In riferimento a tale sua osservazione, cita la risposta data da una personalità valdostana, nel periodo del regime fascista, a chi gli aveva chiesto come andavano le cose in Valle d'Aosta: "on ne peut pas se plaindre", ciò che, nello spirito, voleva significare "è pericoloso lagnarsi".

Sottolinea che il Governo democristiano, in questi pochi anni, ha fatto molto di più di quanto non sia stato fatto nell'ultimo cinquantennio, quando il Governo era costituito di elementi non democristiani.

Osserva che il lungo elenco di opere di pubblica utilità, di cui ha dato lettura il Consigliere Signor Manganoni, potrebbe essere ancora completato, perché sono innumerevoli le opere pubbliche di cui è necessaria l'esecuzione, ma fa presente che non si può pretendere che tutto possa essere realizzato, con una bacchetta magica, in pochi anni.

In merito al rilievo del Consigliere Sig. Manganoni, - concernente la mancata presentazione di un piano organico dei lavori di pubblica utilità, da attuarsi in un determinato periodo di anni, secondo il maggiore o minore carattere di urgenza delle varie opere -, comunica di aver già detto altre volte che, all'atto in cui ha assunto la direzione dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, ha diramato una circolare a tutti i Comuni, invitandoli a segnalare le opere di più urgente necessità e quelle meno urgenti.

Sottolinea che, se si fosse predisposto il piano organico dei lavori in base agli elementi allora pervenuti, tutto sarebbe ora da rifare, in quanto molte delle nuove richieste, pervenute successivamente dai Comuni, concernono l'esecuzione di lavori che hanno carattere di maggiore urgenza di quelli segnalati in precedenza.

Precisa che, in seguito alla costruzione di strade e di altre opere di pubblica utilità, sono sorti nuovi problemi ed osserva che, data l'esperienza acquisita, sarebbe più facile oggi, che non anni addietro, elaborare un piano organico di lavori. Rileva che non vi è alcun dubbio sulla necessità dell'esecuzione di tutte le opere richieste dai Comuni.

Osserva che non bisogna dare sempre colpa di tutto al Governo e, a questo proposito, dichiara di condividere il parere espresso dal Consigliere Sig. Perron.

Conclude, dichiarandosi certo che si giungerà ad una definizione per quanto concerne l'ordinamento finanziario della Regione e tutti gli altri importanti problemi che interessano la Valle di Aosta.

Il Consigliere Sig. MANGANONI precisa che accusa il Governo attuale, che è democristiano, e rileva che non può, evidentemente, criticare un altro Governo, che non esiste, in quanto egli giudica i fatti e non le intenzioni.

Informa che la stessa critica farebbe nei confronti di altri Governi, ad esempio, anche nei confronti di un Governo presieduto dall'On. Togliatti, se, come detto dal Consigliere Sig. Perron, detto Governo non facesse nulla o agisse male nei riguardi della Valle d'Aosta. Ribadisce che oggi le accuse possono essere rivolte soltanto a coloro che tengono le redini dell'attuale Governo.

Si dichiara d'accordo con l'Assessore Geom. Bionaz che in Valle d'Aosta molte opere sono state realizzate da quando è stata concessa l'autonomia alla Regione. Osserva, però, che il merito di tali realizzazioni non è del Governo, ma della Assemblea Costituente, che ha concesso l'autonomia alla Valle d'Aosta, e della Regione stessa.

Riconosce che i problemi non possono essere risolti con una bacchetta magica, ma fa presente che, se l'Amministrazione regionale disponesse dei sei miliardi e più che lo Stato deve darle, gran parte dei problemi potrebbero essere risolti.

Concorda con l'Assessore Geom. Bionaz sul fatto che, se si fosse predisposto e approvato, a suo tempo, un piano organico dei lavori di pubblica utilità, detto piano organico avrebbe dovuto essere successivamente modificato.

Fa, però, presente che il Consiglio avrebbe potuto, su segnalazione dell'Assessore ai Lavori Pubblici, prendere in esame le nuove opere segnalate dai Comuni e deliberarne l'inclusione nel piano organico a seconda della loro minore o maggiore urgenza.

Il Consigliere Sig. BREAN osserva che la proposta di prelievo di somme, mediante operazioni di storno da alcune voci di bilancio, per lo stanziamento di apposito fondo circa la istituenda Cassa mutua regionale assistenza malattia per i contadini, avrebbe dovuto essere formulata dal Consigliere Sig. Manganoni in sede di Commissione consiliare, tanto più che l'ultima riunione della Commissione ha avuto luogo pochi giorni or sono.

L'Assessore Geom. ARBANEY rispondendo ad alcuni rilievi del Consigliere Sig. Manganoni, precisa che, per quanto riguarda il Canale Colle di Joux (Courthoud), si è già provveduto a prendere in esame i relativi atti ed è già stato inoltrato un progetto di massima, allo scopo di ottenere la concessione del necessario quantitativo di acqua. Fa presente che, non appena si avrà la certezza di ottenere la predetta concessione, saranno espletati gli atti per la concessione del contributo e per la realizzazione dell'opera.

Per quanto concerne il canale-sifone di La Salle, precisa che gli atti non sono ancora stati definiti, pur essendo già intervenuto un accordo con la Società idroelettrica Ovesticino, per la cessione di un sufficiente quantitativo di acqua al Consorzio.

Rileva che tale Consorzio non funziona a causa di opposizioni locali. Precisa che, da diversi anni, è stato allestito il progetto esecutivo dell'opera e che è stata già presentata la domanda per l'ammissione al contributo.

Fa presente che, ai fini della concessione dei contributi, occorre impegnare fondi solo per quelle opere di cui è prevista l'esecuzione entro l'anno, allo scopo di non iscrivere, per molti anni, ingenti fondi a residui passivi.

In merito al Canale della Collina di Aosta, fa presente che tale canale dovrebbe essere costruito quanto prima e che, durante i lavori dell'Assemblea degli utenti, tenutasi in Aosta, per decidere in merito alla esecuzione dei lavori, vi è stata una corrente contraria alla esecuzione dell'impianto di irrigazione a pioggia.

Per quanto concerne la spesa annua per l'assistenza di malattia ai lavoratori dell'agricoltura, informa che occorrono cinque mila lire per la sola assistenza ospedaliera di ogni persona assicurata e che l'assistenza completa (ospedaliera, medica, ostetrica e farmaceutica) comporta una somma molto forte.

Comunica che la Commissione consiliare ha stabilito di raccogliere gli elementi necessari onde potere calcolare, per approssimazione, l'ammontare della spesa occorrente e che, in un secondo tempo, studierà le modalità per il finanziamento di tale spesa.

Fa presente che la Commissione ha ritenuto che la spesa non possa essere posta a totale carico della Regione, ma che alla spesa stessa debbano anche contribuire in parte gli interessati. Aggiunge che è stata già presa in considerazione la possibilità di estendere l'assistenza di malattia, oltre che ai coltivatori diretti, anche agli artigiani, ai piccoli commercianti e ai professionisti che non abbiano un grande giro di affari.

In merito alla proposta di iscrizione di una voce apposita nel bilancio con lo stanziamento di Lire 82.500.000, osserva che la Commissione non ha ancora stabilito nè le modalità di finanziamento della spesa nè l'ammontare annuo della somma occorrente per l'assistenza di cui si tratta.

Ritiene, pertanto, che il Consiglio debba soprassedere ad ogni decisione in merito sino a quando la Commissione non abbia ultimato i suoi lavori e non abbia formulato proposte concrete al Consiglio.

Rileva che, secondo quanto proposto dal Consigliere Sig. Manganoni, parte della somma occorrente per lo stanziamento del fondo per l'assistenza di malattia ai lavoratori dell'agricoltura dovrebbe essere stornata dalla voce "Spese per la costruzione di casermette forestali" e dalla voce "Spese per il funzionamento e l'attrezzatura della Scuola regionale di Agricoltura di Aosta".

Comunica, in proposito, che sono già in corso i lavori di costruzione di due casermette forestali e che, quindi, non possono essere stornati fondi dallo stanziamento relativo.

Per quanto concerne le spese per la Scuola regionale di Agricoltura di Aosta, informa che le previsioni sono già assai limitate e che, comunque, per sapere se vi saranno disponibilità di fondi, occorre aspettare che sia chiuso l'esercizio finanziario.

Il Consigliere Sig. MANGANONI esprime il suo compiacimento per la risposta avuta dall'Assessore Geom. Arbaney in merito ai canali di irrigazione e chiarisce che egli ha inteso sottolineare che se l'Amministrazione disponesse di fondi, tali opere potrebbero essere realizzate.

Per quanto concerne la proposta di istituire apposita voce in bilancio per l'assistenza di malattia ai lavoratori dell'agricoltura, fa presente che la iscrizione in bilancio di un fondo per tale assistenza costituirebbe già un passo avanti nei lavori ed aggiunge che non ha inteso di chiedere che il Consiglio discuta i problemi che debbono essere studiati ed approfonditi dalla apposita Commissione consiliare.

In merito alla richiesta di storno della somma di Lire 2.500.000 dallo stanziamento previsto per la costruzione di casermette forestali, fa presente che, - pur avendo considerato che una tale detrazione non fosse eccessiva su uno stanziamento di Lire 24 milioni, - non insiste nella sua richiesta, ma ritiene, però, che la somma di Lire 2.500.000 possa, comunque, essere stornata da altro articolo di spesa.

L'Assessore Ing. FRESIA conferma quanto detto dall'Assessore Geom. Arbaney e, cioè, che è opportuno aspettare che la Commissione consiliare abbia concluso i lavori, prima di inserire nel bilancio lo stanziamento proposto dal Consigliere Sig. Manganoni.

Il Consigliere Sig. MANGANONI insiste per l'inserzione nel bilancio, fra le spese relative all'assistenza e beneficenza, dello stanziamento per la "Mutua regionale contadini e artigiani: con Lire 82.500.000"; propone il prelievo di tale somma da altri articoli di bilancio.

L'Assessore Ing. FRESIA comunica che lo stanziamento di cui si tratta potrebbe essere fatto nel corso dell'esercizio, contemporaneamente allo storno di altri fondi molto più rilevanti e ribadisce le ragioni già esposte in precedenza.

L'Assessore Geom. ARBANEY informa che è attualmente allo studio, presso la Camera dei Deputati, la proposta di legge Bonomi, già presentata a suo tempo alla Camera precedente, - concernente l'estensione dell'assistenza di malattia ai coltivatori diretti e comunica che, in tale disegno di legge, si prevede di far fronte alla spesa mediante applicazione di un tributo (sovraprezzo) sullo zucchero.

Il Consigliere Sig. MANGANONI rileva che, oltre alla proposta di legge Bonomi, vi è pure un disegno di legge degli On.li Longo e Pertini e osserva che la Commissione, considerando che molto tempo possa ancora trascorrere prima che tali disegni di legge siano approvati dal Parlamento, ha ritenuto opportuno di realizzare almeno qualcosa in campo regionale.

Dichiara che l'approvazione, da parte del Consiglio regionale, di un provvedimento concernente la assicurazione contro le malattie dei lavoratori dell'agricoltura in campo regionale, costituirebbe un incitamento per gli organi centrali ad emanare al più presto un provvedimento legislativo per la estensione, in campo nazionale, della assistenza di malattia ai coltivatori diretti.

Per quanto concerne la questione del finanziamento delle spese previste per la assicurazione di cui si tratta, osserva che la Commissione consiliare potrà soltanto indicare la somma che dovrebbe essere stanziata sul bilancio regionale, in quanto l'approvazione, lo stanziamento in bilancio della spesa occorrente e le eventuali operazioni di storno sono di competenza del Consiglio regionale.

Il Consigliere Sig. BREAN comunica che, potrebbe concordare sullo stanziamento della somma proposta dal Consigliere Sig. Manganoni, ma non sul proposto prelievo o storno di somme da altri articoli del bilancio.

Il Consigliere Sig. VACHER propone che il Consiglio stabilisca se, in linea di principio, sia favorevole alla proposta di stanziamento di fondi formulata dal Consigliere Sig. Manganoni.

Il Consigliere Sig. BREAN fa presente che il Consiglio si è già pronunciato favorevolmente sulla questione di principio, in quanto ha appunto nominato una apposita Commissione di studio incaricata di formulare proposte al riguardo.

Il Consigliere Dott. NORAT ritiene che tutti i Consiglieri riconoscano che sarebbe ottima cosa di poter stanziare in bilancio le somme occorrenti per la prestazione dell'assistenza di malattia ai lavoratori dell'agricoltura e agli artigiani.

Pone, peraltro, in rilievo che i Signori Consiglieri sono al corrente che le possibilità finanziarie attuali della Amministrazione regionale sono molto limitate; ritiene, pertanto, non opportuno di illudere i contadini lasciando credere che la Cassa mutua regionale di assicurazione contro le malattie possa essere attuata presto.

Considerato che è già stato presentato al Parlamento un progetto di legge per la estensione dell'assistenza di malattia ai coltivatori diretti, esprime parere che convenga aspettare l'approvazione e la emanazione di tale legge in campo nazionale, legge che potrebbe essere, eventualmente, modificata, adattata e migliorata in campo regionale, in relazione alle particolari necessità della popolazione della Valle d'Aosta.

Il Consigliere Sig. VACHER dichiara di non concordare con il Consigliere Dott. Norat, ed insiste affinché il Consiglio si pronunci oggi sulla proposta di stanziamento di fondi in bilancio per l'assistenza di cui si tratta.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, comunica che il Consiglio si è già dichiarato favorevole allo stanziamento di fondi per la realizzazione di una cassa mutua regionale di assicurazione dei contadini contro le malattie, allorquando ha nominato la apposita Commissione consiliare, che è stata appunto incaricata di studiare la questione.

Rileva che tutti i Consiglieri sono favorevoli, in linea di principio, ma ritiene che, non avendo ancora la predetta Commissione formulato le sue conclusioni e proposte, il Consiglio non possa deliberare, nell'adunanza odierna, circa lo stanziamento di fondi proposto dal Consigliere Sig. Manganoni.

Dichiara di non condividere il parere del Consigliere Dott. Norat, secondo il quale occorrerebbe aspettare l'emanazione della legge statale attualmente all'esame del Parlamento.

Ritiene, invece, che la Commissione consiliare debba continuare i suoi lavori e trasmettere al più presto al Consiglio le sue proposte.

Precisa di concordare sulla proposta, fatta dall'Assessore Geom. Arbaney, di estendere l'assicurazione malattie agli artigiani, ai piccoli commercianti e ai professionisti.

Il Consigliere Sig. MANGANONI fa presente di non concordare con il Consigliere Dott. Norat, rilevando che non si tratta di "illudere i contadini", perché la Commissione consiliare si è accinta con serietà di intenti allo studio del problema, che era stato preso nella dovuta considerazione dal Consiglio regionale.

Precisa che, - come già detto dal Presidente della Giunta regionale e, in sede di Commissione Consiliare, dal Consigliere sig. Perron -, non si può attendere l'emanazione della legge dello Stato per la risoluzione del problema in campo nazionale, perché tre anni sono già quasi trascorsi dalla data di presentazione al Parlamento del noto progetto di legge e nulla è stato fatto a tutt'oggi.

In merito al rilievo concernente la non possibilità, per mancanza di fondi, di stanziare apposita somma in bilancio nell'adunanza odierna, osserva che tale rilievo non regge, perché se vi sono fondi per le varie voci iscritte nella parte passiva del bilancio, deve pure esservi la possibilità di stanziare una somma per la realizzazione della cassa mutua di cui si tratta, sia pure con eventuali storni da altri articoli di spesa.

Ricorda, in proposito, che lo Stato, deve dare alla Regione quanto le spetta per diritto, perché, in caso contrario, i valdostani saranno capaci di fare valere le loro ragioni, come hanno già fatto altre volte.

Non si deve più - egli dichiara - parlare di cifre che non abbiamo, ma bensì di cifre che dobbiamo avere ed i Consiglieri dovrebbero gridarlo ben forte questo.

Rileva che, con la realizzazione della cassa mutua regionale di assicurazione contro le malattie, il Consiglio regionale dimostrerà il suo interessamento per i problemi sociali, il che costituirà un incitamento per il Governo ad affrettare l'emanazione di disposizioni legislative per la soluzione del problema in campo nazionale.

L'Assessore Per. Ind. FOSSON, pur condividendo in parte quanto detto dal Consigliere Sig. Manganoni, ritiene che, - non avendo ancora la Commissione consiliare ultimato i suoi lavori e formulato le sue proposte, - il Consiglio non possa, nell'adunanza odierna, inscrivere in bilancio lo stanziamento proposto dal Consigliere Sig. Manganoni, in lire 82 milioni, non potendosi ora sapere quale sarà l'entità della spesa occorrente.

Pone in rilievo che il Consiglio, nominando la Commissione consiliare che è stata incaricata di studiare il problema, ha già dimostrato di riconoscere la necessità di una sollecita soluzione del problema stesso.

Concorda con il Presidente della Giunta, Avv. Caveri, e con il Consigliere Sig. Manganoni sulla non opportunità di attendere l'emanazione della legge statale allo studio presso il Parlamento e dichiara che la Regione dovrebbe al più presto approvare l'istituzione di una cassa mutua regionale di assicurazione contro le malattie dei lavoratori dell'agricoltura nonché degli artigiani e dei piccoli commercianti.

Per quanto concerne il finanziamento della spesa occorrente, ritiene che, - allorquando la Commissione avrà formulato le sue proposte, - il Consiglio potrà approvare e stanziare la somma occorrente mediante operazioni di storno di somme da altri stanziamenti del bilancio già segnalati dal Consigliere Sig. Manganoni e sui quali non si faranno molti impegni di spesa.

Mr le Conseiller PERRON estime que, ayant présenté la motion concernant l'institution d'une caisse mutuelle régionale d'assistance pour les campagnard, aucun Conseiller ne soit intéressé autant que lui à la réalisation de sette iniziative.

Il observe qu'il ne retient cependant pas que ce soit nécessaire d'inscrire aujourd'hui au bilan 1954 une somme à cet effet, d'autant plus que les Conseillers du groupe social-communiste, lors de la présentation de la motion concernant la concession d'une pension ou d'un subside aux campagnards âgés de 65 ans, n'ont pas demandé l'inscription de la somme nécessaire dans le bilan de l'année.

Il déclare de ne pas partager l'avis de Mr le Conseiller Doct. Norat, qui a dit qu'il conviendrait, peut-être, de se mettre à la remorque de Rome, c'est-à-dire, d'attendre 1'émanation d'une loi nationale, parce que il y a presque deux ans que le projet de loi Bonomi a été présenté au Parlement et encore rien n'a été fait.

Il Consigliere Sig. MANGANONI rileva che le due mozioni sono state presentate all'incirca nello stesso periodo e che per la concessione di sussidi ai vecchi bisognosi, che hanno superato il 65° anno di età, vi è in bilancio la corrispondente voce con il relativo stanziamento (lire 40 milioni). Precisa che non vi è, quindi, ragione alcuna per cui non si debba, altresì, inserire in bilancio la voce: "Mutua regionale contadini ed artigiani: lire 82 milioni 500.000".

Si potrà obiettare, egli osserva, che la prima Commissione consiliare ha già ultimato i lavori e l'altra no; ma, aggiunge, la cifra che ho proposto (lire 82.500.000) non è stata detta a caso, è stata calcolata con molta approssimazione, anche se non è esatta.

Insiste, per la istituzione della apposita voce in bilancio e per lo stanziamento di almeno 50 milioni.

Il Consigliere Sig. BREAN rileva che le due Commissioni consiliari hanno lavorato contemporaneamente, ma che solo la prima delle due Commissioni ha adempiuto il suo mandato.

Informa che i membri della Commissione, incaricata dello studio della possibilità di istituire una Cassa mutua regionale di assicurazione dei contadini contro le malattie, ritenevano che il progetto di legge Bonomi sarebbe stato approvato presto dal Parlamento e che subito dopo sarebbe stata emanata la legge statale di cui si tratta.

Il Presidente, Avv. Dott. BONDAZ, pone in rilievo che dalla discussione è emerso che il Consiglio è d'accordo sulla questione di principio.

Per quanto concerne la proposta di iscrizione, in data odierna, di apposito stanziamento nel bilancio 1954, fa presente che l'accettazione di tale proposta comporta non soltanto l'iscrizione in bilancio della voce stessa e della relativa spesa, ma anche il prelievo della somma occorrente da alcune altre voci del bilancio mediante operazioni di storno, ciò che richiede un'attento esame dei vari stanziamenti del bilancio.

Segue, in merito, discussione alla quale prendono parte il Presidente Avv. Dott. BONDAZ, il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, gli Assessori Ing. FRESIA, Geom. ARBANEY, Per. Ind. FOSSON e il Consigliere Sig. MANGANONI, il quale insiste sulla sua proposta.

Il Presidente, Avv. Dott. BONDAZ, constatato che il Consigliere Sig. Manganoni insiste sulla richiesta di inscrizione, in data odierna, nel bilancio di previsione 1954 di apposito nuovo articolo con lo stanziamento di lire 82.500.000, pone ai voti la proposta stessa.

Il Consigliere Sig. MANGANONI fa la seguente dichiarazione di voto: "Premetto che, come ho già detto, non mi irrigidisco sull'importo della cifra da iscrivere nel bilancio; però chiedo che sul bilancio sia inserita la nuova voce: "mutua regionale contadini e artigiani: L. 82.500.000", oppure che la voce: "per assistenza vecchiaia bisognosa: L. 40 milioni" dell'art. 22 lett. B - della categoria II - Spese generali - sia completata con l'aggiunta delle parole: "e per mutua regionale contadini e artigiani", portando a L. 122.500.000 lo stanziamento e prelevando la somma occorrente dalle voci di bilancio segnalate nella mia relazione o da altre voci. Ribadisco che non mi irrigidisco sulla cifra di lire 82.500.000".

L'Assessore Per. Ind. FOSSON, a nome dei Consiglieri del gruppo dell'Union Valdôtaine, fa la seguente dichiarazione di voto: "Noi votiamo contro la proposta del Consigliere Sig. Manganoni, non perché non siamo favorevoli alla istituzione della cassa mutua regionale di assicurazione dei contadini contro le malattie - e lo abbiamo dimostrato: quando il Consiglio ha nominato la Commissione consiliare - ma per un semplice motivo di ordine tecnico e perché pensiamo che non si può stabilire e iscrivere la cifra occorrente non disponendo di dati, in quanto la Commissione consiliare non ha ancora ultimato i suoi lavori. D'altra parte non riteniamo che la non iscrizione in bilancio, nell'adunanza odierna, di uno stanziamento apposito possa compromettere la realizzazione della cassa mutua".

Mr le Conseiller PERRON fait la déclaration suivante: "Pour les mêmes raisons exposées par Mr l'Assesseur Fosson et aussi parce que c'est moi même qui a présenté la motion, je m'abstiens de voter".

L'Assessore Geom. BIONAZ, a nome dei Consiglieri del gruppo della Democrazia Cristiana, fa la seguente dichiarazione di voto: "Per le stesse ragioni esposte dall'Assessore Per. Ind. Fosson, che ribadiamo, noi votiamo contro la proposta del Consigliere Sig. Manganoni".

Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente, Avv. Dr. BONDAZ, accerta e comunica il risultato della votazione (Consiglieri presenti n. 24, Consiglieri astenutisi dalla votazione n. 1, Consiglieri votanti n. 23, Consiglieri favorevoli n. 4, Consiglieri contrari n. 19) e dichiara che il Consiglio ha respinto la proposta del Consigliere Sig. Manganoni.

IL CONSIGLIO

prende atto.

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Si dà atto che l'adunanza viene sospesa alle ore tredici e minuti venticinque e rinviata alle ore quindici e minuti trenta.

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