Oggetto del Consiglio n. 16 del 12 marzo 1954 - Verbale
OGGETTO N. 16/54 - PROGETTO DI LEGGE REGIONALE RECANTE PROVVEDIMENTI A FAVORE DEGLI AGRICOLTORI - INCARICO DI STUDIO AD APPOSITA COMMISSIONE CONSILIARE.
Il Presidente, Ing. PASQUALI, dichiara aperta la discussione sull'oggetto iscritto al n. 2 dell'ordine del giorno: "Progetto di legge regionale recante provvedimenti a favore degli agricoltori - Nomina di Commissione consiliare" e richiama l'attenzione dei Signori Consiglieri sull'allegato all'oggetto predetto, allegato di cui copia è stata trasmessa ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza e che di seguito si trascrive:
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All'Ill.mo Signor Presidente
del Consiglio regionale
AOSTA
Ai sensi dell'articolo 27 dello Statuto e degli articoli 28 e 29 del Regolamento interno del Consiglio regionale, si trasmette a codesta On. Presidenza del Consiglio l'allegato progetto di legge con relativo memoriale, con preghiera di volerlo iscrivere all'ordine del giorno del Consiglio.
Aosta, lì 13 febbraio 1954
F.ti Elia Page, Giuseppe Ferrein, Dr. Desiderato Norat, Giovanni Marchese.
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MEMORIALE
allegato al progetto di legge regionale sulle agevolazioni per la costruzione, l'acquisto, l'ampliamento e l'attrezzatura di stabilimenti e magazzini per la conservazione, manipolazione e trasformazione di prodotti agricoli e loro valorizzazione, anche con riguardo alle esigenze dell'esportazione.
Le attuali condizioni economiche di tutte le numerose categorie dei produttori agricoli nella Valle d'Aosta sono tali da non poter sfuggire all'attenzione dei sottoscritti.
I contadini valdostani, tutti modesti coltivatori diretti, allevatori di bestiame e produttori in maggior parte di latte e suoi derivati, di frutta e di prodotti secondari del bosco, da qualche anno assistono al fenomeno davvero preoccupante del ribasso graduale ma inesorabile dei prezzi all'ingrasso della loro produzione.
Percorrendo la Regione da Pont St. Martin a Courmayeur a St. Rhémy, è unanime, sulla bocca di questi fedeli lavoratori della terra, il lamento per l'andamento dei prezzi dei prodotti agricoli caduti quest'anno ad un livello veramente bassissimo. Un disagio reale si nota dappertutto, accentuato dal fatto che questa gente non ha la possibilità di orientare la propria attività verso altre produzioni all'infuori di quelle tradizionali, le quali attualmente debbono subire una concorrenza severa ad opera di prodotti similari, talvolta di minor pregio, che si potrebbero chiamare dei veri e propri surrogati dei nostri, come si constata per il nostro formaggio "fontina".
I produttori di burro incontrano le stesse difficoltà in quanto, non esistendo in loco un burrificio idoneo alla manipolazione e confezionamento di tale prodotto per renderlo smerciabile a tenor di legge, queste trasformazioni debbono necessariamente avvenire in stabilimenti siti fuori Valle.
La nostra frutta, pur avendo ancora una certa richiesta per le ben note qualità che la contraddistinguono, è tuttavia ben lontana dai prezzi che dovrebbe spuntare, per il fatto che, mancando totalmente sul posto di magazzini per la raccolta e la conservazione, deve essere tutta venduta al momento del raccolto con compensi equivalenti ad. un terzo circa di quelli che si potrebbero realizzare.
I prodotti secondari del bosco come le castagne -prodotto che interessa in modo particolare le zone più povere della bassa Valle - non trovano addirittura neppur più degli acquirenti sempre perché manca la possibilità di immagazzinamento e cernita per difetto di attrezzature idonee.
La stessa cultura locale della vite potrebbe rifiorire se migliori prospettive arridessero viticoltori e qualche possibilità di valorizzazione di certi vini un tempo molto pregiati e ricercati.
Un attento esame di tutti questi inconvenienti ha rivelato d'altronde che - per quanto riguarda la fontina ed i formaggi magri (prodotti specialmente nella bassa Valle) - una buona parte della nostra produzione presenta una percentuale di scarti paurosa dovuta essenzialmente ai criteri empirici ed artigianali di lavorazione che tolgono ogni possibilità di avere sulla materia prima - il latte - un controllo sicuro. Ne consegue che buona parte dei derivati, in seguito a processi di fermentazione anormali, riescono alterati nelle proprie caratteristiche essenziali e non sono smerciabili che come merce di seconda o terza scelta.
A questo si aggiunga che mancando di magazzini per la maturazione, questa deve avvenire troppo spesso in locali inadatti allo scopo con grave pregiudizio della conservazione del prodotto.
Il problema del latte alimentare per la Città di Aosta e per gli altri centri più importanti è - a quanto si dice - da molti anni allo studio: c'è però veramente da stupirsi come trattandosi oltre tutto di un problema igienico-sanitario non sia ancora stato oggetto di seria iniziativa da parte degli organi competenti. A questo proposito la differenza fra i prezzi di vendita al minuto e quelli pagati alla stalla è constatazione molto amara per le categorie dei produttori.
Tutte le considerazioni di cui sopra portano con molta evidenza a concludere che il problema che si vuole esaminare, se pure è di una certa gravità, presenta tuttavia delle soluzioni sicure.
Tenendo conto che la nostra Valle nel campo lattiero caseario avrà pur sempre a disposizione una materia prima di indiscussa superiorità nei suoi elementi base e che nella produzione frutticola e secondaria del bosco la bontà ed i pregi dei nostri frutti sono universalmente riconosciuti, l'indicazione dei rimedi atti a risolvere le sorti della nostra agricoltura non appare difficile.
- Per quel che riguarda l'attività lattiero-casearia:
la creazione di alcuni stabilimenti di trasformazione nonché di magazzini per la conservazione opportunamente dislocati nella Valle avvierebbe una buona parte della produzione verso quella industrializzazione - che qualche privato ha del resto già intrapreso con palese successo - e che permetterebbe:
1) di offrire al consumo giornaliero, del latte alimentare garantito igienicamente perfetto.
2) di controllare la sanità e le qualità del latte, elemento fondamentale della produzione.
3) di produrre la nostra fontina originale sempre secondo le caratteristiche del suo standard con mezzi idonei ad una perfetta riuscita ed all'eliminazione degli scarti.
4) di utilizzare tutti gli scarti in formaggini fusi in scatola facilmente smerciabili.
5) di indirizzare la produzione nel senso della domanda del mercato con possibilità di offrire prodotti diversi da quelli soliti tradizionali seguendo i gusti e le richieste dei consumatori.
6) di effettuare in loco tutto il ciclo di trasformazione del burro senza dover dipendere da stabilimenti posti fuori Valle.
7) di valorizzare le produzioni dei formaggi magri (tome) della bassa Valle, molto richiesti su certi mercati del Piemonte.
- Per quel che riguarda la frutticoltura ed i prodotti secondari del bosco:
1) la conservazione sul posto in locali adatti permetterebbe lo smaltimento dei prodotti nell'epoca del consumo (inverno e primavera).
2) si potrebbe riprendere la raccolta e la vendita delle castagne specialmente nella bassa Valle.
Tali attrezzature metterebbero i nostri produttori nella condizione di poter conquistare gradualmente i mercati di consumo mediante una organizzazione commerciale di collegamento diretto con i consumatori eliminando i troppi intermediari con la possibilità di migliorare all'origine i prezzi senza aumentare quelli al dettaglio.
I contadini non hanno in questo momento la possibilità di creare con i loro mezzi le attrezzature alle quali si è accennato: per questo motivo l'Amministrazione regionale, che non può ignorare le condizioni veramente disastrose in cui si trova la totalità dei coltivatori della Valle, ha l'obbligo di intervenire con tempestività e con mezzi adeguati.
Si chiede perciò che il sussidio venga elevato alla notevole misura del 90% del costo effettivo degli impianti onde rendere possibile la realizzazione di quel complesso di innovazioni destinate a mutare l'aspetto della nostra produzione indirizzandola su quella base moderna ed industriale che sola è ancora capace di salvare la nostra preziosa ma ohimè troppo difficile agricoltura.
Sembra poi superfluo aggiungere che, essendo i sussidi destinati ad agricoltori consociati in Cooperative o Associazioni Agrarie sempre a base cooperativa, i provvedimenti che il Consiglio regionale è chiamato a deliberare porteranno beneficio a tutta la grande massa di contadini della nostra Valle.
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DISEGNO DI LEGGE REGIONALE
AGEVOLAZIONE PER LA COSTRUZIONE, L'ACQUISTO, L'AMPLIAMENTO E L'ATTREZZATURA DI STABILIMENTI E MAGAZZINI PER LA CONSERVAZIONE, MANIPOLAZIONE E TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI E LORO VALORIZZAZIONE, ANCHE CON RIGUARDO ALLE ESIGENZE DELL'ESPORTAZIONE.
Art. 1
La Regione può concedere speciali sussidi al fine di promuovere e favorire la costruzione, l'acquisto, l'ampliamento e l'attrezzatura di stabilimenti e magazzini destinati alla conservazione, manipolazione e trasformazione di prodotti agricoli e prodotti secondari del bosco e loro valorizzazione, anche con riguardo alle esigenze dell'esportazione.
Art. 2
I sussidi di cui all'articolo 1 possono essere concessi ad agricoltori consociati in Cooperative ed Associazioni agrarie, costituite ai sensi delle vigenti Leggi, che abbiano sede legale nel territorio della Regione della Valle d'Aosta ed ivi svolgano la loro attività, purché non siano ammesse a fruire, per le stesse opere, di altri contributi dello Stato o della Regione.
Art. 3
I sussidi possono essere concessi nella misura massima del 90% del costo effettivo delle opere accertate al collaudo, fermo restando il limite massimo della spesa riconosciuta ammissibile al sussidio.
La misura del sussidio verrà stabilita in rapporto alla natura e importanza delle iniziative proposte, ai fini dell'incremento della produzione agricola ed in relazione alle condizioni economico-agrarie delle singole zone, tenuto conto altresì della potenzialità economica dei richiedenti.
I sussidi possono essere assegnati in un'unica soluzione e in più annualità fino ad un massimo di 3 (tre) anni, oppure, in casi eccezionali, come concorso pluriennale nel pagamento degli interessi e nell'ammortamento dei mutui che verranno accesi per far fronte alla spesa delle opere.
La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore all'Agricoltura e Foreste, potrà autorizzare, in via eccezionale, la corresponsione di anticipi in base allo stato di avanzamento dei lavori.
Art. 4
Le domande di sussidio dovranno essere presentate all'Assessorato per l'Agricoltura e Foreste, prima dell'inizio dei lavori e dell'acquisto delle attrezzature, e non oltre il 30 aprile di ogni anno.
Per l'anno in corso il termine scade il 30 giugno.
Alle stesse dovranno allegarsi i documenti atti a provare la sussistenza delle condizioni previste dall'articolo 2 della presente legge, il progetto, il preventivo di spesa ed una relazione tecnico-economica.
La concessione dei sussidi, deliberata dalla Giunta regionale, è disposta con decreto del suo Presidente.
La liquidazione finale verrà fatta in base al costo effettivo delle opere risultante dal collaudo da eseguirsi a cura dell'Assessorato per l'Agricoltura e Foreste, d'intesa con l'Assessorato dei Lavori Pubblici.
Art. 5
Sulle domande di sussidio esprimerà il proprio parere motivato una Commissione regionale, così composta:
a) dall'Assessore all'Agricoltura e Foreste o da un suo delegato, Consigliere regionale, che la presiede;
b) da due Consiglieri regionali designati dal Consiglio regionale;
c) da un membro designato dall'Associazione degli Agricoltori della Valle;
d) da un membro designato dall'Ispettorato regionale dell'Agricoltura.
La Commissione potrà richiedere di volta in volta l'intervento di esperti nelle singole materie.
Detta Commissione è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale e dura in carica un triennio.
Art. 6
Gli Enti ammessi a beneficiare dei sussidi previsti dalla presente legge, devono impegnarsi a non mutare la destinazione delle opere sussidiate, senza preventiva autorizzazione della Giunta regionale.
L'Assessorato per l'Agricoltura e Foreste ha facoltà di disporre, presso gli Enti e le Associazioni, le ispezioni e gli accertamenti intesi ad assicurare l'osservanza dell'impegno.
In caso di inadempienza, la Giunta regionale, con decreto del proprio Presidente, richiederà la restituzione di tutto o di parte del contributo erogato.
Art. 7
Per la concessione dei sussidi previsti dalla presente legge, è autorizzata la spesa complessiva di Lire 500.000.000 da ripartirsi in tre esercizi successivi.
Per l'esercizio 1954 verrà utilizzata la somma di Lire 200 milioni da prelevarsi sui fondi della gestione speciale contingentamento.
Per gli esercizi 1955 e 1956, la relativa spesa verrà stanziata nella parte straordinaria dello stato di previsione delle spese per l'Assessorato all'Agricoltura e Foreste con le quote sottoindicate:
Esercizio 1955 Lire 200.000.000
Esercizio 1956 Lire 100.000.000
Art. 8
La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione.
È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.
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Il Presidente, Ing. PASQUALI, rileva l'opportunità che qualcuno dei Consiglieri, che hanno presentato il progetto di legge regionale, illustri brevemente al Consiglio la portata e gli scopi del provvedimento da essi proposto.
Il Consigliere Sig. PAGE dichiara quanto segue:
"Desidero solo aggiungere qualche dato al memoriale allegato al progetto di legge per la costruzione, l'acquisto, l'ampliamento e la attrezzatura di stabilimenti e magazzini per la conservazione, manipolazione e trasformazione di prodotti agricoli.
Per quanto riguarda la produzione lattiera, un grande caseificio permetterebbe:
1) il controllo del latte;
2) garantirebbe la fabbricazione di qualsiasi tipo di formaggio oltre alla fontina, il rebrochon, lo stracchino, lo jogurt ecc.;
3) garantirebbe uno scarto minimo.
Oggi gli scarti si avvicinano all'80% e anche di più. Nella decorsa stagione estiva, in 22.000 q.li di fontina prodotta negli alpeggi, la percentuale degli scarti era ancora maggiore.
Nel 1877, all'esposizione di Parigi, la fontina della Valle d'Aosta ha ottenuto il primo premio.
Nel 1878, all'esposizione di Portici, presso Napoli, conseguiva lo stesso premio.
Nel 1880, all'esposizione di Aosta, otteneva la medesima premiazione.
Lo scarto, in quell'epoca, era del 15-20%.
Nella Valle d'Aosta vi sono circa 50.000 capi lattiferi, con una produzione di 600.000 q.li di latte all'anno, che viene trasformato in 45-50.000 q.li di fontina e q.li 5.000 di burro di siero; inoltre il latte viene trasformato in 15.000 q.li di formaggio magro e q.li 7.000 di burro di panna.
Non è compreso nei 600.000 q.li il latte consumato per l'allevamento e per l'uso alimentare.
Il caseificio di Variney paga attualmente il latte al produttore L. 39 al litro e lavora giornalmente circa 120 q.li di latte. I foraggi in quest'epoca si pagano sulle 4.000 lire al quintale, prezzo superiore al latte ceduto alla latteria di Variney. Con un quintale di foraggio non si può ricavare un quintale di late.
La centrale del latte di Torino paga oggi il latte alla stalla del produttore L. 48 il litro.
Nel decorso mese di dicembre il grande caseificio Polenghi pagava il latte sino a L. 53 il litro.
Attualmente il burro viene venduto nella bassa Valle d'Aosta circa 600 lire al Kg. e viene portato fuori Valle ai burrifici per la lavorazione, ove probabilmente viene decurtata la percentuale del grasso eccedente la misura prevista dalle norme di legge, aggiungendovi margarina ecc.; in parte viene poi riportato in Valle d'Aosta con la maggiorazione di L. 300-400 il Kg.
Necessita nella bassa Valle la costruzione di un moderno burrificio, per evitare questo grave inconveniente.
Per quanto riguarda la frutta, la maggior parte dei produttori, per mancanza di magazzini, sono costretti di venderla, al momento del raccolto, a prezzi molto bassi. Anche per la frutta necessita la costruzione di magazzini adatti per la conservazione dei prodotti.
I più danneggiati sono i produttori di castagne, i quali non le raccolgono più, salvo piccoli quantitativi che vengono venduti a prezzi irrisori, da L. 15-20 al Kg., mentre sulle piazze i consumatori le pagano a prezzi 4-5 volte superiori a quelli corrisposti al produttore. Questo è causato dalla mancanza di magazzini e di attrezzature per la cernita.
Urge provvedere ad eliminare tutti questi inconvenienti, che vanno sempre più aggravandosi con danno per i produttori".
Il Presidente, Ing. PASQUALI, osserva che, dall'esposizione illustrativa fatta dal Consigliere Sig. Page e dalla lettura dell'oggetto n. 2 dell'ordine del giorno, si rileva che il Consiglio dovrebbe, nell'adunanza odierna, non già esaminare il testo del progetto di legge proposto, anche perché non sarebbe la sede più opportuna trattandosi di un primo esame, ma demandare ad apposita Commissione consiliare lo studio della questione, con invito a riferirne al Consiglio in altra adunanza.
Comunica che tale è il suo parere. Fa presente che è, comunque, necessario che il Consiglio si pronunci sulla procedura da seguire: o demandare lo studio della questione, come già proposto, ad apposita Commissione consiliare oppure procedere senz'altro alla discussione del progetto di legge regionale esaminando, anzitutto, la questione nel suo complesso e passando, quindi, all'esame dei singoli articoli.
Il Consigliere Sig. PAGE si dichiara favorevole alla seconda proposta.
Mr. le Conseiller DAYNÉ fait la déclaration suivante:
"Aussi j'y tiens à exprimer mon point de vue sur cette question.
Premièrement, il convient de faire observer que la présentation de ce projet de loi déroge complètement à la procédure jusqu'ici suivie, car toujours, pour l'étude de quelconque problème ou loi régionale, pendant toute la durée du présent Conseil on a recouru aux Commissions et, en ceci la totalité du Conseil a été toujours concorde.
Va bien que la chose est conforme à l'article 27 du Statut et aux articles 28 et 29 du règlement intérieur, mais si ce système prenait pied, je ne dis pas en le présent Conseil qui est, peut-être, à son échéance, mais dans le prochain, ce serait le départ à une course de la plus insensée démagogie; car si tous les Conseillers prenaient l'initiative de présenter des projets de loi comportant pour la Vallée des dépenses de plusieurs centaines de millions, où irait-on finir?
Tandis que le système des Commissions du Conseil est bien plus pratique.
Mais venons à la substance: sur le mémorial, pour ne pas être trop long, je ne ferais qu'une seule remarque:
à un certain point, il est dit que soit les fromages maigres que la fontine présentent des écarts à faire peur: ceci est parfaitement vrai, mais il semblerait, selon qui a rédigé le dit mémorial, que le seul remède pour éliminer cet inconvénient c'est de travailler le lait par le moyen d'un outillage moderne. A quoi je réponds: quand on faisait la bonne, la vraie, l'exquise fontine, celle que difficilement on en mangera encore, tout ce moderne outillage était encore dans le monde de la lune et même les conditions d'hygiène et de propreté laissaient à désirer bien plus qu'aujourd'hui.
Mais la réalité en est que, pour ce qui regarde la qualité, spécialement pour le façonnement, plus encore que d'équipement c'est question du personnel, soit de fruitiers, car ce sont les bons fruitiers qui de nos jours manquent terriblement et une chose d'extrême urgence ce serait l'institution de cours ultra sérieux pour fruitiers.
Passons à la substance du projet de loi. A l'article 2 il est dit: que les subsides peuvent être accordés aux agriculteurs consorciés en Coopératives ou Associations agraires sans préciser de quelle consistance doivent être ces Coopératives.
Or, que de coopératives fictices n'avons-nous pas de nos jours? Par exemple, quatre ou cinq gros propriétaires s'associent en coopérative et spéculent sur les petits avec l'argent de la Vallée; du reste celle de Variney est bien une coopérative.
A l'article 3 il est dit que les subsides peuvent être accordés en la mesure maxime du 90%; or, je me demande s'il y a du sérieux en cette proposition, car la Vallée devrait construire presque totalement l'œuvre et après ne plus y avoir rien à voir, et on peut bien se demander si, avec les genres de spéculateurs que nous avons de nos jours et qui toujours sont aux aguets, on ne risquerait pas que la Vallée fasse les frais et qu'eux empochent les fruits en bonne partie.
A l'article 5 il est dit comment se composerait la Commission devant décider l'octroi des subsides.
Mais celle-ci est une Commission de clan, presque exclusivement d'un seul courant politique; or quelle confiance peut-elle donner une telle Commission?
Pour ma part, je proposerais que lesdites installations soient construites en localités sérieusement étudiées et à la charge totale de la Vallée, qui en resterait propriétaire, et que la gérance en soit donnée gratuitement à des Consortiums de propriétaires, Consortiums qui devraient être de la forme la plus extensive possible afin que, si les choses ne marchent pas bien, l'Administration régionale puisse intervenir à tout moment.
Et à cet effet, je propose que l'étude de la question soit confiée à la Commission que nous venons tout à l'heure de nommer et qu'à ladite Commission on fixe un délai de temps, le plus bref possible, pour présenter des propositions selon les directives fixées par le Conseil".
Il Consigliere Geom. G. NICCO dichiara di ritenere che tutti i Consiglieri concordino sul carattere d'urgenza della questione di cui si tratta. Esprime, però, la sua meraviglia per il fatto che solo ora, e non prima, sia stata posta nel dovuto rilievo l'urgenza della trattazione della questione.
Dichiara di concordare su quasi tutti i rilievi formulati dal Consigliere Sig. Dayné, ma osserva che non ritiene opportuno di chiedere che il Consiglio discuta, seduta stante, un progetto di legge regionale di una così grande importanza e di una così vasta portata.
Precisa, infatti, che il progetto di legge regionale concerne non soltanto uno dei tanti problemi che sono stati discussi nella adunanza del mattino, e per lo studio dei quali è stata nominata apposita Commissione consiliare, ma investe tutti i problemi interessanti l'agricoltura della Valle d'Aosta.
Fa presente che il progetto di legge regionale prevede norme recanti agevolazioni particolari per l'agricoltura, alcune delle quali sono importantissime e di carattere straordinario; cita, in proposito, il primo comma dell'articolo 3, che stabilisce: "I sussidi possono essere concessi nella misura massima del 90% del costo effettivo delle opere accertate al collaudo, fermo restando il limite massimo della spesa riconosciuta ammissibile al sussidio".
Osserva che l'Amministrazione regionale non è un Istituto od un ospizio di carità e che, a parte tale fatto, di detta carità - eccessivamente abbondante - verrebbero a beneficiare essenzialmente coloro che già si trovano in buone condizioni economiche.
Rileva che all'articolo 2 del progetto è detto: "I sussidi di cui all'articolo 1 possono essere concessi ad agricoltori consociati in cooperative ed associazioni agrarie costituite ai sensi delle vigenti leggi, ecc."; si dichiara certo che, se il Consiglio approvasse la legge nel testo formulato, le cooperative ed associazioni agrarie nascerebbero e pullulerebbero come i funghi dopo una pioggia estiva e si assisterebbe a una continua caccia e rincorsa ai sussidi regionali.
Fa presente che i fondi della Regione non debbono essere erogati tutti in sussidi ma debbono, invece, essere impiegati per il finanziamento di opere che rimangano di proprietà dell'Amministrazione regionale, onde si abbia la garanzia che saranno amministrate con senso di equità e di giustizia.
Rileva che tutti i Consiglieri concordano sulla urgenza della esecuzione di opere che servano a migliorare le condizioni di vita dei contadini.
Ritiene, però, indispensabile, per le ragioni esposte, che si demandi ad apposita Commissione consiliare l'esame e lo studio approfondito dei vari problemi contemplati nel progetto di legge regionale, con invito alla Commissione stessa a formulare proposte concrete, entro il più breve termine possibile, per la loro soluzione.
Il Consigliere Sig. MANGANONI comunica di concordare con il Presidente, Ing. Pasquali, e con i Consiglieri Sig. Dayné e Geom. G. Nicco sull'opportunità di demandare ad apposita Commissione consiliare l'esame e lo studio del progetto di legge regionale.
Dichiara di essere, però, dell'avviso che ogni Consigliere dovrebbe, senza entrare nei dettagli, esprimere il proprio parere su detto progetto di legge regionale, affinché la Commissione consiliare conosca l'orientamento di massima del Consiglio.
Ritiene lodevole la proposta di regolamentare con legge regionale l'erogazione dei sussidi per il finanziamento di iniziative interessanti l'agricoltura.
Rileva che la concessione di sussidi nella misura del 90% del costo dell'opera serve, praticamente, a finanziare l'intera spesa allorché i preventivi sono redatti con criteri di larghezza.
Osserva, peraltro, che, se i preventivi sono redatti con esattezza, il 10% della spesa deve essere finanziato dal contadino e fa presente che tale onere, se pure esiguo, è sempre molto gravoso per il contadino povero.
Esprime, pertanto, parere che l'Amministrazione regionale dovrebbe assumere a suo totale carico la spesa necessaria per la esecuzione delle opere previste nel progetto di legge regionale (caseifici, magazzini per il deposito e la conservazione della fontina, ecc.).
Rileva che, dette opere, da costruirsi nelle località ritenute più indicate in relazione alle necessità locali, dovrebbero, però, rimanere di proprietà dell'Amministrazione regionale, la quale potrebbe cederle in affitto, mediante pagamento di un canone esiguo o simbolico, a cooperative o ad associazioni agrarie che diano garanzia di serietà e di onestà.
Aggiunge che la gestione di detti enti e associazioni dovrebbe essere posta sotto la sorveglianza e il controllo dell'Amministrazione regionale.
Precisa che l'Amministrazione regionale avrebbe, in tale modo, la possibilità di controllare l'attività di detti enti, onde assicurarsi che gli edifici costruiti servano per la collettività e non per interessi privati di una o poche persone.
Conclude, proponendo che lo studio del progetto di legge regionale sia demandato alla Commissione consiliare nominata nell'adunanza del mattino (oggetto n. 15) e rilevando l'opportunità che sia stabilito un termine, relativamente breve, entro il quale la Commissione dovrà ultimare i lavori e formulare proposte conclusive da sottoporre all'esame del Consiglio, per i provvedimenti di sua competenza.
Il Consigliere Dr. DUJANY dichiara di non essere a conoscenza del parere dei presentatori della mozione e, - pur riconoscendo che il progetto di legge regionale in questione costituisca un passo avanti in confronto alle varie proposte generiche formulate in materia fino ad oggi, - ritiene che il progetto stesso non possa essere esaminato subito, nell'adunanza odierna, dal Consiglio.
Fa presente di avere, personalmente, rilievi da fare in ordine a tale progetto e ritiene che anche gli altri Consiglieri abbiano rilievi ed osservazioni da fare ed riguardo.
Ritiene che, - trattandosi di una questione molto vasta e molto complessa -, sia necessario che il problema venga prima approfondito da una Commissione, la quale potrebbe servirsi, come base di studio, del progetto di legge regionale e dovrebbe riferire al Consiglio sulle sue conclusioni entro il più breve termine possibile.
Il Consigliere Dr. NORAT informa che i Consiglieri presentatori della mozione non sono affatto contrari che una apposita Commissione, che potrebbe essere quella nominata nell'adunanza del mattino, sia incaricata dello studio della questione, purché la Commissione concluda i suoi lavori entro breve termine, data l'urgenza dell'adozione dei provvedimenti contemplati nel progetto di legge regionale.
L'Assessore Geom. BIONAZ premette che non è sua intenzione fare della polemica e ricorda che da parte dei Consiglieri è stata posta in rilievo l'urgenza di venire in aiuto agli agricoltori, studiando e risolvendo i vari problemi che interessano l'agricoltura.
Concorda con il Consigliere Dr. Dujany, il quale ha affermato che il progetto di legge regionale costituisce un passo avanti verso la soluzione del problema, pur riconoscendo che tale progetto di legge deve essere riveduto, in quanto non è perfetto.
In merito ai rilievi concernenti la misura percentuale del sussidio proposto (90% del costo dell'opera), osserva che compete al Consiglio ogni decisione al riguardo.
Per quanto concerne le lamentate accuse nei confronti dell'Amministrazione regionale, rileva che l'Amministrazione, pur avendo sempre fatto tutto il possibile per venire incontro alle varie necessità della popolazione è stata sempre ugualmente fatta oggetto di accuse.
Dichiara di condividere il parere di quei Consiglieri i quali hanno rilevato l'opportunità che i problemi contemplati dal progetto di legge regionale siano preventivamente studiati e approfonditi da una Commissione consiliare.
Osserva che l'essenziale è che la questione sia affrontata coraggiosamente e risolta e ritiene che il progetto di legge regionale servirà ad accelerare i tempi.
Rileva che, con il concorso finanziario dell'Amministrazione regionale, sono state già realizzate molte opere per migliorare le condizioni di vita degli agricoltori, ad esempio, acquedotti, strade, canali di irrigazione, telefoni, luce elettrica, ecc.
Informa che, durante le visite effettuate nei vari Comuni della Valle, i contadini, pur esprimendogli la loro riconoscenza verso la Amministrazione regionale, hanno dichiarato che tutto quanto è stato fatto non è sufficiente, ma che occorre ancora provvedere alla risoluzione di altri problemi affinché le popolazioni della montagna non siano costrette ad abbandonare i loro villaggi.
Precisa che lo studio del progetto di legge è della massima urgenza e ritiene che potrebbe essere demandato alla Commissione consiliare nominata nell'adunanza del mattino.
Ricorda che, nell'adunanza predetta, si è parlato del Consorzio produttori fontina, del Consorzio Agrario, di Società varie e di avere sentito, fra altro, fare confronti non simpatici e muovere accuse contro i dirigenti della Società Casearia.
Precisa che non è sua intenzione di rinvangare il passato, ma intende, però, rilevare che, mentre la Società Casearia era una Società anonima di cui facevano parte i soli soci, i Consorzi, invece, sono aperti a tutti e chiunque può aderirvi. Aggiunge che le Amministrazioni dei Consorzi, se non funzionano regolarmente, possono essere sostituite.
Accennando, quindi, al Consorzio produttori fontina, fa presente che, chiunque lo desideri, può farne parte.
Passando poi all'esame della questione del. Consorzio Agrario e del problema dei magazzini, ricorda che, nell'adunanza del mattino, il Presidente della Giunta, Avv. Caveri, ha osservato che la lettera in data 28 febbraio 1954, inviata all'Amministrazione regionale dal Presidente del Consorzio Agrario Cooperativo di Aosta-Ivrea, non è stata stilata in termini molto chiari, ciò che può essere vero.
Informa di essere al corrente della questione avendo fatto parte a suo tempo, come pure il Consigliere Sig. Cuaz, del Consiglio di Amministrazione del predetto Consorzio e comunica che, allora, si esaminò la possibilità di formare un Consorzio Agrario della Valle d'Aosta. Fa presente che ciò, però, non è stato possibile perché il Consorzio Agrario Cooperativo di Aosta-Ivrea espletava, in quel tempo, anche funzioni di approvvigionamento e perché tutte le proprietà del Consorzio (stabili e terreni) sono situate nella zona del canavese.
Riferisce che i dirigenti valdostani in seno al Consorzio, dopo ponderato esame della questione, hanno rilevato l'opportunità di costruire un fabbricato in Aosta e, in tal senso, hanno fatto forti pressioni in seno al Consiglio di Amministrazione del Consorzio, che ha finito per approvare la loro proposta; fabbricato che sarebbe rimasto di proprietà del costituendo Consorzio Agrario di Aosta.
Informa che, per il finanziamento dell'opera, è stata richiesta ad un Istituto finanziario, la concessione di un mutuo di Lire 70 milioni, che veniva concesso alla espressa condizione che servisse per la costruzione di magazzini; contemporaneamente veniva richiesto il concorso finanziario dell'Amministrazione regionale. Ricorda che l'Amministrazione regionale, in sede di trattative con l'Amministrazione del Consorzio, aveva comunicato che avrebbe concesso l'aiuto finanziario richiesto (Lire 50 milioni), a condizione che la parte di fabbricato adibita a magazzino passasse di sua proprietà, condizione che veniva a pregiudicare la concessione del mutuo.
Rammenta che, allorquando la questione è stata discussa dal Consiglio, egli ha rilevato la non opportunità di porre determinate condizioni per il fatto che i rappresentanti del Canavese in seno all'Amministrazione del Consorzio erano contrari alla concessione di un mutuo da garantirsi mediante ipoteca sugli immobili di proprietà del Consorzio (che, come già detto, sono tutti situati nella zona del Canavese) per la costruzione di un fabbricato in Aosta.
Fa presente di aver già fatto notare al Consiglio di ritenere opportuno di mettere il Consorzio in grado di costruire il fabbricato e di chiedere solo ad avvenuta esecuzione dell'opera, in relazione all'apporto finanziario regionale (50 milioni), la divisione dell'immobile, con assegnazione alla Regione della proprietà dei magazzini, onde non pregiudicare la concessione del mutuo.
Comunica che i rappresentanti del Canavese, allorquando capirono che i dirigenti aostani prevedevano di addivenire alla separazione del Consorzio, frapposero ostacoli.
Aggiunge che la riserva della proprietà regionale dei magazzini ha creato difficoltà per la questione del mutuo e ritiene che sia quella la ragione per la quale, a tutt'oggi, i fondi richiesti non sono ancora stati concessi.
Per quanto concerne l'appunto mosso ai dirigenti della Associazione agricoltori di fare della propaganda, precisa che non si tratta di propaganda politica, ma semplicemente di propaganda per organizzare i contadini, a meno che, osserva, la propaganda venga intesa come avente carattere politico perché i dirigenti che la fanno hanno un determinato orientamento politico. Precisa che, in tal caso, analogo appunto potrebbe essere mosso nei confronti delle persone che appartengono ad altre correnti e che fanno propaganda nei vari Comuni della Valle.
In merito al rilievo secondo il quale non verrebbe riconosciuta l'attività svolta dalla Regione e verrebbero ignorati i provvedimenti adottati dall'Amministrazione regionale, osserva che il fatto non è eccessivamente grave poiché ha dato origine a una polemica che è servita a porre in risalto l'urgenza della soluzione dei vari problemi interessanti l'agricoltura locale.
Mr. le Conseiller CHEILLON rappelle d'avoir déjà présenté, en janvier 1952, une motion par laquelle il demandait qu'on étudiât, avec l'aide d'une Commission nommée par le Conseil, les mesures nécessaires pour protéger les produits locaux, particulièrement dans le secteur des laitages.
Il remarque que cette motion a été discutée dans la séance du 14 mai 1952 et que le Conseil n'a pas approuvé alors sa proposition de nommer une Commission pour l'étude de ce problème.
Il estime que le projet de loi ait été rédigé après que les Conseillers ont eu connaissance de la motion présentée par lui et par Messieurs les Conseillers Perron, Mathamel et Bottel.
Il Consigliere Dr. DUJANY esprime parere che la Commissione consiliare nominata nell'adunanza del mattino e incaricata di studiare il progetto di legge regionale dovrebbe, altresì, riprendere in esame la questione interessante il Consorzio Agrario Cooperativo e concernente l'apporto finanziario della Regione per la costruzione di un fabbricato in Aosta, onde vedere se non sia opportuno, - nell'interesse dell'Amministrazione regionale e della categoria degli agricoltori, - che il Consiglio modifichi la sua precedente decisione.
Il Consigliere Sig. CUAZ rileva che, subito dopo la liberazione, quando vi erano i primi fermenti per le rivendicazioni dei diritti alla Autonomia per la Valle d'Aosta, erano stati prospettati i vari problemi interessanti l'agricoltura.
Fa presente che, unitamente ad altri agricoltori, accompagnati dall'Assessore Geom. Arbaney, si recò in Svizzera e nel Trentino a visitare le organizzazioni private e cooperativistiche colà istituite e funzionanti per la trasformazione dei prodotti agricoli.
Ritiene che il migliore e il più democratico sistema di organizzazione sia quello esistente nel Cantone Vallese, ove tutte le organizzazioni per la trasformazione dei prodotti agricoli sono raggruppate in due o tre grandi Federazioni, che comprendono tutti gli interessi agricoli e che sono poste sotto il diretto controllo del Cantone. Precisa che trattasi di organizzazioni economiche dalle quali è esclusa in modo tassativo qualsiasi ingerenza politica.
Fa presente che vi sono, ad esempio, la Federazione dei produttori di latte, la Federazione dei produttori di vino, ecc., le quali raggruppano tutte le Consorterie e Cooperative di produttori di tali generi.
Osserva che in nessun caso è permesso a quelle Consorterie e Cooperative di creare dei privilegi o dei piccoli monopoli e ritiene che ciò sia dovuto all'educazione democratica dei produttori e alla sorveglianza esercitata dal Cantone, sorveglianza che non permette il verificarsi di abusi.
Esprime parere che i valdostani si trovino pressappoco nella stessa condizione in cui si trovava cinquanta anni or sono il Cantone del Vallese.
Pone in rilievo che da vari anni viene prospettata in Valle d'Aosta la necessità della soluzione di alcuni dei problemi interessanti l'agricoltura ma che poco ancora è stato fatto.
Fa presente che i Consiglieri debbono compiacersi per l'avvenuta presentazione del progetto di legge regionale in questione perché, con il progetto stesso, sono stati finalmente portati sul tappeto i predetti problemi.
Osserva che, per la realizzazione di organizzazioni economiche che provvedano alla trasformazione dei prodotti agricoli della Valle, occorreranno centinaia di milioni e ritiene che il Consiglio debba preoccuparsi che le istituende organizzazioni economiche siano e rimangano sane.
Rileva che nel progetto di legge vi sono molte lacune che si astiene, però, dall'illustrare, dato che lo studio di tale progetto sarà demandato a una Commissione consiliare. Ritiene, peraltro, opportuno sottolineare la necessità che le costituende Cooperative e Associazioni agrarie mantengano rapporti diretti per impedire eventuali accaparramenti di benefici da parte di alcuni produttori.
Fa presente che il sistema migliore, per eliminare la possibilità di abusi, consiste nella creazione, in tutto il territorio della Regione, di organizzazioni economiche controllate.
Precisa che, con l'approvazione e l'emanazione della legge in questione, avrà termine il criterio alquanto empirico seguito a tutt'oggi, per la concessione di sussidi interessanti le varie iniziative agricole.
Si dichiara certo che, raggruppando tutte le attività agricole in organizzazioni economiche, sarà possibile provvedere alle necessità degli agricoltori in modo più efficace e più organico.
Ritiene che sia opportuno fare un piano generale di tutti gli edifici da costruirsi e un preventivo delle spese per la attrezzatura occorrente, prima di approvare la legge regionale in questione. Aggiunge che la Commissione consiliare, nell'espletamento del suo lavoro, dovrà essere affiancata da tecnici particolarmente competenti in materia.
Conclude, precisando che, allorquando si avrà un quadro generale delle necessità della Valle nel campo agricolo, rispondente completamente alle esigenze della trasformazione dei prodotti agricoli e si sarà studiata la possibilità di smerciare i prodotti, si potranno raggruppare tutte le varie organizzazioni economiche agricole locali in una grande organizzazione a base regionale da porsi sotto il controllo dell'Amministrazione regionale.
Il Presidente, Ing. PASQUALI, chiarisce che è già un fatto acquisito la partecipazione dei tecnici ai lavori delle Commissioni consiliari, ogni qualvolta se ne riscontri la necessità.
L'Assessore Geom. ARBANEY premette che, fino ad oggi, gli agricoltori si preoccupavano, più che altro, della raccolta dei prodotti e aspettavano, per la vendita dei prodotti stessi, che si presentassero i commercianti.
Informa che le attuali organizzazioni agricole funzionano abbastanza bene e si occupano di consorterie boschive e di latterie per la lavorazione del latte.
Precisa che oggi il sistema di piccola lavorazione non risponde più alle esigenze attuali, in quanto il consumatore ha maggiori pretese ed in quanto la lavorazione del latte è diventata più difficile in questi ultimi anni non solo in Valle ma anche in altre Regioni, per varie ragioni; fa presente che una ragione è la minore bontà del latte a causa della diversa qualità del foraggio o perché viene richiesto alle bovine il massimo rendimento lattifero, il che rende il bestiame più soggetto alle malattie.
Informa che nelle grandi aziende, di 30-40-50 capi di bestiame, si è constatato che una grande percentuale del bestiame stesso è ammalato di tubercolosi e che una forte percentuale delle bovine provenienti dall'Olanda e dal Belgio, paesi con clima umido, si ammalano di mastite.
Fa presente che le varie latterie della Valle d'Aosta non hanno attualmente la possibilità di analizzare il latte per accertare se abbia i requisiti voluti. Riferisce, in proposito, che l'Amministrazione regionale ha istituito, proprio di recente, un servizio di controllo igienico del latte e che è stato chiesto alle Amministrazioni delle latterie il permesso di analizzare il latte e la fontina prodotta.
Comunica che le Amministrazioni predette si sono dimostrate alquanto reticenti e ciò per la naturale diffidenza dei contadini di montagna.
Informa che con il latte di bovine ammalate e con il latte non avente una percentuale sufficiente di grasso non è possibile produrre buona fontina.
Ritiene, quindi, necessario addivenire alla costruzione di grandi caseifici bene attrezzati per la lavorazione del latte, lavorazione che deve essere preceduta dalle analisi necessarie per accertare che il latte abbia le caratteristiche organolettiche prescritte.
Riconosce che la costruzione di grandi caseifici non potrà avvenire che gradualmente e in un certo periodo di anni e si dichiara certo che, con l'impianto di grandi e moderni caseifici, si migliorerà la produzione lattiero-casearia nel territorio della Valle.
Fa presente che anche la lavorazione del burro deve essere migliorata, perché gran parte della produzione contiene troppo siero o troppa acqua. Osserva, però, che vi sono zone della Valle, ad esempio Donnaz, ove il burro prodotto ha una alta percentuale di grasso. Precisa che la costruzione di un burrificio nella bassa Valle si rende indispensabile, anche perché, attualmente, il burro prodotto nella Valle di Champorcher viene venduto a circa seicento lire al chilogrammo ai raccoglitori i quali, dopo averlo manipolato, lo rivendono in Valle d'Aosta al prezzo di mille lire al chilogrammo.
Passando al problema della frutticoltura, rileva che è necessaria la costruzione di magazzini per la raccolta e la conservazione della frutta, in quanto, all'epoca della raccolta, la frutta viene venduta a prezzi minimi, mentre, invece, se potesse essere conservata potrebbe essere venduta a prezzi più elevati. Cita, ad esempio, le mele renette che, in autunno, vengono pagate al produttore non più di 40-45 lire al chilo, o al massimo 60 lire quelle di qualità scelta, mentre, più tardi, vengono pagate 100 e più lire al chilo.
Osserva che i problemi della frutticoltura, della produzione, della raccolta e della conservazione della frutta, sono della massima importanza e devono essere affrontati e risolti.
Fa presente che la crisi verificatasi nel settore agricolo ha servito a far sentire ai contadini la necessità di organizzarsi. Rileva che, per la cura delle piante da frutto, occorre disporre di una particolare attrezzatura che il singolo contadino non è in grado di avere.
Precisa che è stata ottima l'iniziativa assunta dai Consiglieri che hanno presentato il progetto di legge regionale in esame, in guanto detto progetto di legge ha richiamato l'attenzione dei signori Consiglieri sui vari problemi interessanti l'agricoltura locale, problemi che debbono essere risolti al più presto.
Osserva che una legge regionale ha maggiore importanza che non un provvedimento deliberativo del Consiglio o della Giunta regionale, ha effetto più duraturo e può essere più efficacemente portata a conoscenza della popolazione interessata.
Fa presente che il progetto di legge regionale, anche se contiene manchevolezze, costituisce senz'altro un passo avanti, poiché prevede provvedimenti atti a promuovere la realizzazione di opere per la conservazione, la manipolazione e la trasformazione dei prodotti agricoli, mediante la concessione di sussidi regionali e mediante il "concorso pluriennale (della Regione) nel pagamento degli interessi e nell'ammortamento dei mutui che verranno accesi per far fronte alle spese delle opere".
Dichiara di non essere del tutto favorevole alla proposta formulata da alcuni Consiglieri secondo i quali i costruendi stabili dovrebbero rimanere di proprietà dell'Amministrazione regionale ed essere dati in gestione a terzi, perché gli affittuari hanno minore cura del proprietario alla conservazione e alla manutenzione degli immobili.
Precisa, per contro, di essere più favorevole alla proposta di concorrere annualmente nel pagamento degli interessi e nell'ammortamento dei mutui da stipularsi per finanziare le spese delle opere, anziché alla proposta di concedere sussidi in misura percentuale, anche al fine di non impegnare troppi fondi sui bilanci annui della Regione.
Conclude, facendo presente che lo studio della questione potrebbe essere demandato alla Commissione consiliare nominata nell'adunanza del mattino e aggiunge che detta Commissione, dopo approfondito esame del progetto di legge regionale, dovrebbe formulare le proposte concernenti le modificazioni che riterrà opportuno di apportare alla legge stessa e sulle quali deciderà il Consiglio.
Mr. le Président de la Junte, Avt. CAVERI, déclare que ce n'est pas son intention de répéter ce qu'il a dit dans la séance du matin, tout en étant vrai que, selon un vieux proverbe, "repetita iuvant".
Il attire l'attention de Messieurs les Conseillers sur un certain Goundvayer, personnalité de la Suisse allemande qui, pendant la guerre, avait eu une idée tout à fait géniale (géniale pour lui, bien entendu), car il avait créé une infinité de coopératives dans toutes les villes de la Suisse, coopératives qui étaient reliées entr'elles par une grande organisation.
Il observe que, naturellement, il n'avait pas été difficile pour ce Monsieur Goundvayer de trouver des têtes de turc qui se sont prêtés pour ses manœuvres très habiles, de manière que, à un moment donné, il est arrivé qu'une grande partie du commerce en Suisse était dans les mains de ce Monsieur Goundvayer.
Il informe que des polémiques sans fin eurent lieu sur les journaux, tellement que le Conseil national suisse et le Gouvernement fédéral dûrent s'occuper de la question, qui était devenue, à un certain moment, une question politique, économique et financière.
Il remarque ancien a dit: "quidam commune vinculum", c'est-à-dire y a un lien entre toutes les choses de ce monde.
Or, poursuit-il, si Mr. Goundvayer venait en Vallée d'Aoste, ou bien s'il y a en Vallée d'Aoste quelqu'un (un individu ou un groupe d'individus) semblable à Mr. Goundvayer, et s'il y avait une loi régionale de ce genre, ce groupe d'individus camouflés en coopératives ou d'autres manières - tous les camouflages sont possibles, soit dans le domaine politique que dans le domaine juridique - ces Messieurs spéculateurs un beau jour se présenteraient à l'Administration régionale et diraient: "Vous avez voté une loi qui accorde des subsides à fonds perdu dans le pourcentage du 90% pour la construction d'immeubles pour la conservation et la transformation des produits agricoles. Nous avons un projet pour la construction d'une fabrique de fromage qui coûtera environ 100 millions de lires. Veuillez donc accorder les 9/10 de la dépense selon votre loi".
Il observe que l'exemple qu'il a porté donne à penser au Conseil et doit donner à penser à la Commission qui sera chargée d'examiner le projet de loi régionale.
Il constate, à ce propos, que tous les Conseillers sont maintenant d'accord, ainsi que lui-même, de passer l'examen de ce problème à la Commission qui a été nommée par le Conseil dans la séance du matin.
Il déclare d'être aussi d'accord sur les opinions qui ont été exposées par les Assesseurs et les Conseillers de tous les groupes et de toutes les couleurs.
Il souligne que la Commission devra se souvenir qu'une loi est une chose très délicate, car, si une délibération a une certaine force d'exécution, une loi a une force bien supérieure.
Il rappelle que le Conseiller Mr. Page a fait noter la nécessité "di un grande caseificio", dévoilant ainsi la vérité, c'est-à-dire le but de la proposition de cette loi régionale.
Il estime que les Conseillers qui ont présenté ce projet de loi n'ont peut-être pas pensé aux conséquences qui dériveraient d'une loi de ce genre; en tout cas, dit-il, nous ne le savons pas et, par conséquent, ou ceux qui ont rédigé ce projet n'ont pas prévu les conséquences d'une loi de ce genre ou bien il y a eu quelqu'un, une espèce de ce Mr. Goundvayer, qui les a vues très bien, en a parlé avec les campagnards et a pensé de faire un coup de maitre par le moyen de cette loi.
Il remarque que tous les Conseillers sont favorables à l'approbation d'une loi concernant les subsides à accorder aux campagnards qui désirent faire quelque chose, afin de les aider à surmonter la crise agricole.
D'ailleurs, ajoute-t-il, qu'il soit nécessaire aujourd'hui de faire quelque chose en grand, il est certain.
Nous sommes passés des chemins muletiers aux routes pour automobiles et bientôt on arrivera à Perloz et à Ville sur Nus avec la "topolino" ou la "Cadillac", selon nos possibilités financières. Nous pouvons dire que les chemins muletiers, vis-à-vis des routes pour automobiles - ainsi que celles-ci demain vis-à-vis des hélicoptères -, sont dans la même proportion que les laiteries sociales de hier vis-à-vis des grandes organisations économiques d'aujourd'hui.
Celui qui s'arrête dans l'évolution économique et sociale est un faible, parce que, dans une société moderne, qui se développe très rapidement, il faut marcher en avant et nous ne serons certainement pas nous à dire de ne pas le faire.
Marchons en avant dans l'organisation sociale et économique des campagnards, comme déjà nous avons fait dans le domaine des travaux publics, mais faisons attention de ne pas étudier précipitamment les projets de loi, car, - rappelons-nous, - il y a un proverbe italien qui dit: "La gatta frettolosa fa i gattini ciechi". Io ritengo che questo progetto di legge sia una gatta che fa i gattini ciechi, perché non si prevedono le conseguenze aberranti che deriverebbero da una legge di tale genere.
Mr. le Président de la Junte, Avt. Caveri, continuant son exposé, remarque que la Commission devrait plutôt étudier d'autres formules, par exemple une espèce de "scala mobile"; établir que, pour les petits établissements et pour les petites initiatives - jusqu'à une somme X - il y ait un pourcentage assez fort et que l'on donne, dans ces cas, des subsides à fonds perdu.
Par contre, s'il s'agit de grands établissements, d'initiatives remarquables, par exemple du grand "caseificio", dont a parlé Mr. le Conseiller Page, il est d'avis que la Commission doive étudier une formule qui permette à l'Administration régionale d'allouer des fonds et d'accorder des subsides, même importants, pour la réalisation de ces oeuvres, mais non la surenchère des pourcentages des subsides, ni la concession de subsides à fonds perdu, comme prévu dans le projet de loi. Car il pourrait arriver qu'un jour les Goundvayer de la Vallée d'Aoste, après avoir reçu l'argent de l'Administration régionale, s'envolent.
Voilà, dit-il, ma préoccupation, mais ce n'est pas la seule; on parle de coopératives et de consortiums, mais il ne suffit pas que l'on mette le nom de coopérative à une quelconque initiative de spéculateurs pour que l'on y croie, car il faut regarder le fond des choses.
Il rappelle que le Conseiller Mr. Cuaz a dit, très justement, que dans le Canton du Valais le contrôle des organisations économiques est exercé par le Canton même.
Mais, - remarque-t-il - comment l'Administration régionale pourrait-elle exercer ce contrôle sur les organismes qui surgiraient en Vallée d'Aoste à la suite de l'approbation d'une loi de ce genre?
Il déclare que c'est pour cette raison qu'il affirme que le projet de loi en question doit être médité sérieusement et non seulement modifié mais complètement supplanté si l'on ne veut pas faire un saut dans le vide.
Il observe, d'ailleurs, d'avoir vu très bien, n'ayant pas les yeux bandés, que la Commission qui devrait, selon le projet de loi, exprimer son avis sur les subsides à accorder, est une Commission savamment étudiée, parce que ce serait une Commission "monocolore".
Il estime que, si le Conseil venait dans l'ordre d'idées de faire une loi à ce propos, ce serait le Conseil ou la Junte qui devrait, en collaboration avec la Commission, décider sur la question des subsides et sur la question du financement.
Il fait noter que la somme nécessaire, prévue dans le projet de loi, est de 500 millions de lires et de savoir par avance que certains propagandistes parleront aux campagnards de cette somme, mais il remarque que l'Administration régionale devra bien étudier pour trouver ces 500 millions.
On parle, dit-il, de financer la dépense "sugli esercizi 1954-1955-1956", mais aujourd'hui le Conseil devra s'occuper d'une lettre de la Commission de Coordination, qui a boulé (renvoyé sans visa) une délibération concernant des travaux publics, entre autres les travaux pour la construction de la route Arvier-Introd.
Si l'on ne peut - remarque-t-il - mettre sur les fonds de l'exercice 1954 la dépense relative aux travaux de la route Arvier-Introd, comment peut-on financer sur le bilan de cet exercice la somme de 200 millions de lires et sur les bilans des exercices 1955 et 1956 les autres 300 millions pour les subsides à accorder?
Il souligne que ce sera la Commission qui - selon le projet de loi devra - étudier la question du financement.
Je ne voudrais pas, continue-t-il, que quelqu'un ne comprenne pas, ou fasse semblant de ne pas comprendre et dise que nous mettons des bâtons dans les roues, c'est-à-dire, que nous faisons des oppositions, ce qui n'est pas vrai, car nous sommes parfaitement de l'avis que l'Administration régionale aide les organismes qui sont nécessaires. Cependant nous retenons que la Commission ne doit pas créer quelque chose de semblable au projet de loi qui a été présenté, mais qu'elle doit élaborer un projet de loi qui permette de créer les organisations économiques dont il s'agit.
Mr. le Président de la Junte, Avt. Caveri, rappelle que Mr. l'Assesseur Géom. Bionaz est retourné, dans la séance de cet après-midi, sur la question du Consorzio Agrario et a déclaré, entr'autre, que des difficultés ont été soulevées par les représentants d'Ivrée pour ce qui concerne l'emprunt.
Nous en prenons acte, dit-il, et alors il est clair que les difficultés ne proviennent pas de l'Administration régionale comme on a voulu faire croire.
Il répète que l'Administration régionale est favorable à ce que le partage de l'édifice se fasse à construction terminée. Il ajoute que, si le Consortium ne pourra obtenir l'emprunt, la Junte examinera et proposera au Conseil une autre solution, par exemple, la construction de tout l'édifice aux frais de la Administration régionale. Il conclut en soulignant qu'ainsi on ne dira plus que l'Administration régionale met le bâton dans les roues à ce sujet.
Mr. l'Assesseur Expert FOSSON rappelle d'avoir parlé dans la matinée, lors de la discussion de la motion, des problèmes intéressant l'agriculture et déclare d'être favorable à ce que la Commission nommée dans la matinée soit chargée d'examiner et d'étudier le projet de loi en question.
Il informe qu'il n'entend pas entrer dans les détails de ce projet de loi, mais qu'il désire, cependant, exprimer son avis à propos du financement et connaître celui du Conseil afin que la Commission mit une base d'orientation.
Il remarque que la proposition concernant, la concession de subsides à fonds perdu, en certains cas, c'est-à-dire, pour les petites organisations économiques, pourrait être prise en considération; mais il estime que ce soit préférable, dans ces cas, que l'Administration régionale prenne entièrement à sa charge les frais pour la construction des édifices qui devraient, à la suite, être loués aux Consortiums ou aux Coopératives.
Pour les grandes organisations économiques, et pour les Coopératives et Consortiums qui voudraient construire à leur charge les édifices, il est d'avis que, selon la proposition de Mr. l'Assesseur Géom. Arbaney, l'on devrait étudier la possibilité de leur venir en aide moyennant le paiement des intérêts sur les sommes à emprunter pour faire face à la dépense.
Mr. le Conseiller CHEILLON remarque d'avoir déjà dit, dans la séance du 14 mars 1952, que les campagnards n'avaient confiance que dans le Conseil de la Vallée et dans les organisations constituées et contrôlées par l'Administration régionale.
Il Presidente, Ing. PASQUALI, osserva che dalla discussione è emersa l'unanimità di vedute del Consiglio per quanto concerne la nomina di una Commissione consiliare incaricata di esaminare il progetto di legge regionale e di riferire al Consiglio entro il più breve termine possibile.
Chiede se si ritenga di affidare tale compito alla Commissione nominata nell'adunanza del mattino o se si intenda nominare altra apposita Commissione.
Il Consigliere Dott. NORAT ricorda di aver già dichiarato che i presentatori del progetto di legge regionale sono favorevoli ad affidare alla Commissione nominata nell'adunanza del mattino lo studio del predetto progetto di legge.
Il Consigliere Dott. DUJANY richiama nuovamente l'attenzione del Consiglio sull'opportunità che la Commissione consiliare esamini anche la questione del Consorzio Agrario.
Il Presidente, Ing. PASQUALI, fa presente che la Commissione, nominata nell'adunanza del mattino, ha avuto un mandato molto vasto e che, quindi, la Commissione stessa potrà prendere in esame anche la questione del Consorzio Agrario.
Assicura che detta Commissione sarà insediata al più presto dal Presidente del Consiglio e propone che il Consiglio stabilisca un periodo di tempo, relativamente breve, per l'espletamento dei lavori da parte della Commissione.
Aggiunge dì ritenere che non si possa stabilire un periodo inferiore ad un mese.
Il Consigliere Geom. G. NICCO esprime parere che il periodo di un mese sia troppo breve, tenuto presente che la Commissione dovrà studiare attentamente il problema prima di formulare le sue conclusioni. Ritiene che, tutt'al più, la Commissione potrebbe presentare le sue proposte in una delle adunanze della prossima sessione primaverile.
Il Presidente, Ing. PASQUALI, concordando con il Consigliere Geom. G. NICCO, propone di fissare il termine del 30 aprile per la presentazione delle proposte conclusive da parte della Commissione consiliare.
IL CONSIGLIO
veduto il progetto di legge regionale recante provvedimenti a favore degli agricoltori e la proposta di nomina di una Commissione consiliare per lo studio del predetto progetto, presentato dai Consiglieri regionali Signori Page Elia, Col. Giuseppe Ferrein, Dr. Desiderato Norat e Giovanni Marchese;
ritenuta la necessità e l'urgenza dello studio e dell'attuazione di provvedimenti a favore degli agricoltori, in considerazione della crisi generale dell'agricoltura in campo regionale e in campo nazionale;
ad unanimità di voti;
Delibera
di demandare alla Commissione consiliare, nominata nell'adunanza odierna (deliberazione n. 15), lo studio del progetto di legge regionale di cui alle premesse, in relazione ai vari e complessi problemi interessanti l'agricoltura della Valle d'Aosta ed ai provvedimenti da adottarsi per il miglioramento dell'economia agricola nella Regione, con invito alla Commissione predetta a concludere i suoi lavori e a trasmettere al Consiglio la propria relazione, entro la fine del mese di aprile 1954.
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