Oggetto del Consiglio n. 22 del 2 aprile 1953 - Verbale
OGGETTO N. 22/53 - VACCINAZIONE ANTIAFTOSA DEL BESTIAME NELL'ANNO 1953 - ACQUISTO E FORNITURA DI VACCINO ANTIAFTOSO PER LE OPERAZIONI VACCINALI - APPROVAZIONE E FINANZIAMENTO DI SPESA - DELEGA ALLA GIUNTA.
L'Assessore all'Agricoltura e Foreste, Geom. ARBANEY, riferisce al Consiglio in merito alla seguente relazione concernente la proposta di approvazione e di finanziamento di spesa per l'acquisto e la fornitura gratuita del vaccino antiaftoso necessario, nell'anno 1953, per le operazioni vaccinali del bestiame destinato all'alpeggio e di quello per il quale particolari condizioni sanitarie consiglino l'esecuzione della vaccinazione obbligatoria, relazione di cui copia è stata trasmessa ai Signori Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno dell' adunanza:
---
L'epizoozia aftosa che, nell'estate 1952, ha infierito in numerosi Comuni della Regione, non è ancora completamente estinta. Sono, infatti, segnalati focolai aftosi nei Comuni di Gignod, Issogne e Villeneuve. In merito ad altri focolai verificatisi nei Comuni di Aosta, Sarre e St. Christophe, nel gennaio '53, tutti gli animali colpiti hanno ormai raggiunta la completa guarigione. Tali focolai sono dovuti, con ogni probabilità, alla presenza di soggetti eliminatori di virus e gli epitemi aftosi, prelevati nelle zone infette, hanno permesso di accertare che l'infezione era sostenuta dal ceppo A (vallée) variante A/4, ossia la variante che era stata messa in evidenza, durante l'estate 1952, in tutti gli alpeggi colpiti dalla epizoozia.
Appare, pertanto, indispensabile svolgere ogni possibile azione, onde evitare una maggiore e più grave diffusione dei focolai aftosi nella Regione.
A tal fine, si ritiene opportuno di predisporre un piano organico di vaccinazione antiaftose, in armonia con quanto disposto dal Regolamento di Polizia Veterinaria 10-5-1914 e dalle Ordinanze dell'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità Pubblica del 14-2-1951 e del 30-12-1952, che dispongono l'obbligatorietà delle vaccinazioni antiaftose per il bestiame fessipede destinato all'alpeggio.
Si fa, pertanto, presente la necessità dell'assunzione a carico dell'Amministrazione regionale, per l'anno 1953, delle spese per la fornitura gratuita del materiale occorrente per la vaccinazione degli animali monticanti e di quelli per i quali particolari condizioni sanitarie consiglino l'applicazione della vaccinazione obbligatoria, nell'interesse e per la difesa del cospicuo patrimonio zootecnico locale.
Il preventivo di spesa è in diretta proporzione al numero dei capi di bestiame fessipede esistente e può, con sufficiente approssimazione, essere valutato a Lire 28.000.000 (ventotto milioni) con corrispondente consumo di 1.000 litri di materiale immunizzante.
Dai risultati dei decorsi anni si calcola, infatti, che 450 litri di vaccino siano sufficienti per l'immunizzazione del bestiame destinato all'alpeggio. Il consumo dei rimanenti 550 litri è, invece, dipendente da necessità di profilassi che possono consigliare l'impiego del vaccino quando particolari condizioni sanitarie lo esigano.
Nel decorso anno, infatti, il numero dei capi immunizzati fu il seguente:
Tori |
n. |
155 |
Vacche e Manze |
" |
37.940 |
Manzotti |
" |
8.233 |
Vitelli |
" |
3.068 |
Ovini |
" |
3.589 |
Caprini |
" |
2.148 |
con un consumo di cc. 463.320 di vaccino antiaftoso e per un importo di Lire 14.913.714 (quattrodici milioni novecento tredici mila settecento quattordici).
Sono stati, inoltre, impiegati, dall'1-1-1952 al 28-2-1952, cc. 16.000 di vaccino antiaftoso, per fronteggiare l'epizoozia manifestatasi in quel tempo nella Regione.
Durante l'estate 1952, in diversi Comuni della Regione, bestiame regolarmente vaccinato, fu ugualmente colpito dall'infezione e il fatto poté apparire come un completo fallimento della profilassi vaccinale.
A questo proposito occorre, tuttavia, tener presente alcuni fatti di fondamentale importanza: nel novembre 1951, l'epizoozia aftosa di origine Olandese che infieriva in tutta l'Italia settentrionale, e in molti Stati di Europa, fece la sua comparsa in Valle d'Aosta; dagli epiteli boccali prelevati nei vari focolai, fu messo in evidenza, quale causa dell'infezione, il ceppo aftoso A (vallée), variante Olanda (A 7).
In considerazione di ciò, l'Istituto Zooprofilattico, di Torino, provvide a preparare, per la campagna vaccinale primaverile 1952, un vaccino a particolare potere immunizzante nei confronti della variante A 7 che era in quel momento l'unica presente in Valle.
Nella primavera 1952, la variante A 7 scomparve però completamente e, nel giugno, si verificarono i primi casi di afta epizootica sostenuti ora da un'altra variante del ceppo A, e precisamente dalla A 4.
I primi casi furono accertati nel villaggio di Ville sur Sarre (Comune di Sarre) nel giugno 1952; qui l'infezione era presente da circa 40 giorni e tutti gli allevatori avevano omesso di denunciare la cosa alle autorità competenti, inviando inoltre nei Comuni di La Thuile, Courmayeur, Valsavaranche, Morgex e Doues, numerosi capi infetti, che determinarono, in tal modo, un rapido diffondersi della malattia; un fatto del tutto analogo successe nel villaggio di Promiod (Comune di Châtillon), da dove, essendo stata omessa ogni denuncia, il bestiame infetto, condotto abusivamente nei Comuni di La Magdeleine e Chamois, vi diffuse il contagio.
La diffusione della epizoozia, in numerosi alpeggi della Valle, ebbe quindi a verificarsi:
1) per il fatto che la variante A 7 - che aveva da sola sostenuto l'epizoozia dell'inverno 51-52, e nei confronti della quale gli animali, al momento della monticazione possedevano una solida immunità, - nella tarda primavera, contro ogni logica previsione, scomparve completamente per essere sostituita dalla nuova variante A 4, verso la quale agli animali non era stata conferita una immunità specifica, non essendo stato possibile prevedere la sua comparsa.
2) a causa dello scarso senso di responsabilità di alcuni allevatori (villaggi di Ville sur Sarre e di Promiod) che, tenendo occultata per lungo tempo la malattia che si era manifestata nei loro allevamenti, non solo impedirono l'applicazione di quelle severe misure di polizia veterinaria che, tempestivamente adottate, avrebbero permesso di circoscrivere tali focolai, ma trasferendo abusivamente bestiame infetto in zone indenni, furono la causa della rapida diffusione del contagio.
Se tali allevatori avessero sentito il dovere di denunciare tempestivamente i primi casi di malattia, la presenza della variante A 4 avrebbe, inoltre, potuto essere messa in evidenza, anziché al principio del giugno 1952, fin dalla metà dell'aprile 1952, epoca in cui si manifestarono i primi focolai nei villaggi suddetti; sarebbe stata, inoltre, possibile, un mese prima del periodo di monticazione, la sostituzione dei vaccini A 7 con vaccini polivalenti ad alto potere immunizzante nei confronti della variante A 4 e i vantaggi che tale provvedimento avrebbe potuto arrecare sono evidenti. Infatti, in quei Comuni (valli di Gressoney, Ayas, Champorcher, Cogne, Rhêmes ecc.) dove, al principio del giugno 1952, il contagio non era ancora largamente diffuso e dove fu, quindi, possibile intervenire con vaccini A 4, l'infezione poté essere arrestata fin dall'inizio.
Non devesi, poi, dimenticare che, al momento della demonticazione, nessuno degli animali, che all'alpeggio erano stati colpiti dall'afta epizootica, presentava quelle affezioni postume della malattia che ne scemano notevolmente il valore economico e possono spesso portare a morte i soggetti colpiti (diminuzione durevole del latte, affezioni croniche ai piedi, pelo lungo e arruffato, disturbi respiratori, battiti cardiaci accelerati), e ciò grazie a una buona resistenza basale conferita agli animali con le vaccinazioni.
In relazione a quanto sopra esposto, si ritiene necessario predisporre un piano organico di vaccinazione antiaftosa, per il 1953, nell'interesse e per la tutela dell'importantissimo patrimonio zootecnico della Regione.
Quanto sopra esposto, si propone che il Consiglio regionale
Deliberi
1) di approvare l'acquisto e la fornitura gratuita del vaccino antiaftoso necessario, nell'anno 1953, per le operazioni vaccinali del bestiame destinato all'alpeggio e di quello per il quale particolari condizioni sanitarie consiglino l'applicazione della vaccinazione obbligatoria.
2) di approvare e di impegnare, a tale scopo, per l'esercizio finanziario 1953, la spesa complessiva di Lire 28.000.000 (ventotto milioni), da finanziarsi con imputazione al seguente articolo del bilancio corrente esercizio finanziario: "Spese per la vaccinazione antiaftosa obbligatoria del bestiame".
3) di delegare alla Giunta regionale l'adozione di ogni provvedimento deliberativo di esecuzione della presente deliberazione, per l'acquisto del vaccino antiaftoso, per l'approvazione ed il pagamento delle relative spese, nonché per la fornitura e la distribuzione gratuita del vaccino stesso.
---
L'Assessore Geom. ARBANEY illustra brevemente la relazione soprariportata e pone in rilievo gli ottimi risultati ottenuti negli scorsi anni con le operazioni di vaccinazione antiaftosa del bestiame.
Riferisce che se, nonostante i provvedimenti adottati, vi fu diffusione di afta, in alcune località della Valle, tale fatto fu dovuto a colpa e a negligenza degli allevatori di bestiame delle zone ove si manifestarono i primi focolai di afta.
Informa che gli allevatori del villaggio di Ville sur Sarre (Comune di Sarre) e del villaggio di Promiod (Comune di Châtillon), ove si verificarono i primi casi di afta, omisero di farne denuncia alle autorità competenti e condussero il bestiame infetto negli alpeggi di altri Comuni, favorendo, in tale modo, la diffusione del contagio.
Riferisce che l'infezione fu, invece, subito circoscritta ed eliminata nei Comuni ove è stato possibile intervenire tempestivamente, in seguito alle regolari denunce.
Fa presente che, nel novembre 1951, fu messo in evidenza in Valle d'Aosta, quale causa di infezione, il ceppo aftoso A (vallée), variante Olanda (A 7), per cui l'Istituto Zooprofilattico di Torino preparò, per le operazioni vaccinali della primavera 1952, un vaccino avente particolare potere immunizzante nei confronti di tale variante. Informa che, successivamente, essendosi constatata la comparsa di un'altra variante del ceppo A, cioè la A 4, l'Istituto predetto preparò vaccini polivalenti ad alto potere immunizzante nei confronti di tale nuova variante (A 4).
Per quanto concerne l'obbligatorietà delle vaccinazioni antiaftose per il bestiame fessipede destinato all'alpeggio, richiama le ordinanze emanate dall'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità Pubblica, in data 14-2-1951 e in data 30-12-1952.
Rileva che tali ordinanze dispongono, fra altro, che i Veterinari debbono effettuare prelievi di epiteli aftosi, ogni qualvolta si manifestino focolai, ed inviarli all'Istituto Zooprofilattico per gli esami necessari ai fini dell'accertamento del ceppo aftoso, onde l'Istituto possa preparare un vaccino che abbia poteri immunizzanti nei confronti della variante accertata.
Informa che focolai di afta sono stati denunciati ultimamente nelle vicinanze di Ivrea (Borgofranco, Settimo Tavagnasco, ecc.) e che, quindi, si rende necessario, nell'interesse e per la tutela del patrimonio zootecnico della Regione, che le operazioni vaccinali antiaftose siano eseguite al più presto e entro il più breve tempo possibile.
Il Consigliere Geom. G. NICCO esprime il suo più vivo rammarico per il fatto che, anche nella sua zona (Châtillon - villaggio di Promiod), vi siano stati allevatori i quali non solo non hanno denunciato alle autorità i focolai d'afta ma hanno, altresì, condotto il bestiame infetto negli alpeggi, provocare io la diffusione del contagio.
Ritiene che, nei confronti di tali allevatori, la cui testardaggine ed incoscienza sono state causa di sì gravi danni, debbano essere applicate le sanzioni di legge e chiede se e quali provvedimenti siano stati adottati a loro carico.
Analoga richiesta fa il Consigliere Col. FERREIN.
Il Consigliere Sig. FOSSERET dichiara di concordare con il Consigliere Geom. G. Nicco.
Il Consigliere Sig. CUAZ, - a dimostrazione della grandissima importanza e necessità che si adottino misure sanitarie tempestive per combattere i focolai in sul loro nascere -, fa presente che, in Svizzera, gli interventi sanitari sono immediati e comprendono, fra l'altro, l'abbattimento del bestiame infetto.
L'Assessore Geom. ARBANEY fa presente che gli allevatori di bestiame contravventori alle ordinanze dell'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità, in materia di polizia veterinaria, sono stati denunciati all'autorità giudiziaria, per l'applicazione delle sanzioni penali previste dalle leggi vigenti.
L'Assessore Geom. BIONAZ osserva che, mentre anni addietro i contadini erano restii, per la loro innata diffidenza, a sottoporre il loro bestiame alle operazioni vaccinali antiaftose, la maggior parte di essi, ora, non frappone più difficoltà alcuna all'esecuzione di tali operazioni, in quanto ha avuto modo di constatare i benefici risultati.
Fa presente di avere sentito, però, taluni di essi lamentare che il loro bestiame sia stato contagiato nonostante che al bestiame stesso fosse stato preventivamente inoculato il vaccino antiaftoso.
Ad evitare che si diffonda l'opinione che la vaccinazione non dia risultati positivi, ritiene sia opportuno di fare rendere edotti i contadini che esistono molte forme di afta e che per ognuna di esse va preparato un determinato vaccino.
Il Consigliere Geom. G. NICCO richiama l'attenzione del Consiglio sul modo inumano con cui viene effettuato il trasporto del bestiame da una località all'altra; precisa che, molto spesso, il bestiame viene caricato e pigiato in modo inverosimile sugli automezzi, talché si verifica che i singoli capi di bestiame vengono ad essere sovrapposti gli uni agli altri. Ritiene che dovrebbero essere fatti frequenti controlli sui trasporti, da parte degli agenti, onde porre fine a tale deplorevole stato di cose.
L'Assessore Geom. ARBANEY rileva che il trasporto del bestiame è regolato e disciplinato da una precisa norma di una Ordinanza dell'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità Pubblica, norma di cui dà lettura.
Prendono pure parte alla discussione Consiglieri Dott. DUJANY, Dott. NORAT e Signor VUILLERMOZ.
Il Presidente, Ing. PASQUALI, rilevato che la discussione è stata assai esauriente, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione delle proposte formulate dalla Giunta e precisate nella relazione soprariportata.
IL CONSIGLIO
ritenuta la necessità di predisporre un piano organico di vaccinazioni antiaftose del bestiame, per l'anno 1953, e di approvare la relativa spesa, nell'interesse e per la tutela dell'importante patrimonio zootecnico della Valle d'Aosta;
ad unanimità di voti;
Delibera
1) di approvare l'acquisto e la fornitura gratuita del vaccino antiaftoso necessario, nell'anno 1953, per le operazioni vaccinali del bestiame destinato all'alpeggio e di quello per il quale particolari condizioni sanitarie consiglino l'applicazione della vaccinazione obbligatoria;
2) di approvare e di impegnare, a tale scopo, per l'esercizio finanziario 1953, la spesa complessiva di Lire 28.000.000 (ventotto milioni), da finanziarsi con imputazione all'articolo 87 del bilancio corrente esercizio finanziario: "Spese per la vaccinazione antiaftosa obbligatoria del bestiame".
3) di delegare alla Giunta regionale l'adozione di ogni provvedimento deliberativo di esecuzione della presente deliberazione per l'acquisto del vaccino antiaftoso, per l'approvazione ed il pagamento delle relative spese, nonché per la fornitura e la distribuzione gratuita del vaccino stesso.
______