Oggetto del Consiglio n. 7 del 30 gennaio 1953 - Verbale

OGGETTO N. 7/53 - NORME DI ATTUAZIONE DELLO STATUTO SPECIALE DELLA VALLE D'AOSTA. APPROVAZIONE DI MOZIONE.

Il Presidente, Avv. Dr. BONDAZ, ricorda che, nell'adunanza del mattino (oggetto n. 4), il Consiglio ha rinviato all'adunanza pomeridiana la decisione in merito alla mozione da approvarsi dal Consiglio in ordine alla questione della emanazione di norme di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, al fine di poter concordare la redazione di un nuovo testo di mozione, in relazione ai rilievi formulati in sede di discussione della mozione presentata dai Consiglieri del gruppo socialcomunista.

Comunica, in proposito, di aver redatto una bozza di mozione, di cui dà lettura, e che è del tenore seguente:

"Il Consiglio regionale, preso atto con soddisfazione dell'interessamento esplicato dai Parlamentari in ordine alla emanazione delle norme di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, li invita a continuare nell'opera volta ad ottenere l'approvazione, da parte delle Camere, del disegno di legge nella formulazione proposta dalla prima Commissione (relatore Senatore Bergmann)".

L'Assessore Prof. DEFFEYES fa presente che della questione concernente le norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta si sono pure interessati sia il Presidente della Giunta, Avv. Caveri, che la Giunta stessa.

Comunica di aver redatto una bozza di mozione che, sostanzialmente, non differisce da quella predisposta dal Presidente del Consiglio, Avv. Dr. Bondaz, ma è più completa, in quanto tiene conto di guanto sopra ed esprime un voto diretto alle Camere.

Dà, quindi, lettura del testo della propria bozza di mozione, che è del seguente tenore:

"Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, nella seduta del 30 gennaio 1953, presa visione dei due disegni di legge per l'emanazione delle norme di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, proposti rispettivamente dal Governo e dalla prima Commissione;

preso atto con soddisfazione dell'attività svolta dai Parlamentari e dal Presidente della Giunta per la redazione del disegno di legge proposto dalla prima Commissione Parlamentare;

mentre fa voti affinché le Camere approvino il disegno stesso;

Invita

i Parlamentari e la Giunta a dare opera affinché il disegno di legge proposto dalla prima Commissione del Senato venga approvato".

ARBANEY - Assessore - Sono d'accordo, ma non sulla prima parte.

DEFFEYES - Assessore - Per la prima parte forse è meglio formulata l'altra mozione.

BONDAZ - Presidente - Ho preso la mozione dei Consiglieri socialcomunisti, i quali facevano riferimento ai parlamentari; è solo per questo: non ci sono più due disegni di legge.

CAVERI - Presidente della Giunta - "proposto dalla prima Commissione" bisognerebbe dire; poi si cancellano le parole "rispettivamente dal Governo".

Sono d'accordo con la formulazione di questa mozione, però un'aggiunta deve essere fatta circa le materie per le quali possono essere emanate le norme di attuazione, perché, se approviamo la mozione così, riconosciamo che debbono essere emanate norme di attuazione anche per le acque e a questo io sono contrario. Quindi, ho pregato il Dr. Brunod di andare a cercare la relazione Bergmann, di modo che si possa esaminarla.

BIONAZ - Assessore - Io sono d'accordo su questo, ma non entro nel merito.

CAVERI - Presidente della Giunta - È pericoloso, perché le relazioni sono un po' le fonti per la interpretazione della legge e, domani, potranno poi dire: il Consiglio della Valle ha fatto un ordine del giorno in questo senso e riconosceva che ci volevano norme di attuazione per le acque, per la zona franca, ecc. ecc..

BONDAZ - Presidente - Non sono a conoscenza della materia, ma vedo qui che il Senatore Bergmann ha proposto il seguente unico articolo: per questo io mi ero indotto a formulare così la mozione (Legge articolo unico):

Art. unico: "Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legare, norme per l'attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, approvato con la legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, secondo i principi ed i criteri direttivi che si desumono dallo Statuto medesimo.

Tali norme saranno elaborate, in accordo con la Giunta regionale, da una Commissione paritetica di quattro membri, nominati dal Governo e dal Consiglio della Valle".

CAVERI - Presidente della Giunta - È vero, ma la relazione è un documento molto importante. Non so perché, nella relazione Bergmann, dopo tutte le spiegazioni che sono state date in merito, si è voluto mettere anche il riferimento al trasferimento del demanio; anche questo trasferimento deve essere tolto, se no, invece di fare dei passi avanti, li facciamo indietro.

Certo che la relazione Bergmann ha segnato un passo avanti, ma non è perfetta. È necessario circoscrivere le materie per le quali possono essere emanate norme di attuazione.

In attesa che arrivi la relazione Bergmann, per non perdere tempo, chiederei di sospendere per poter fare una dichiarazione al Consiglio in merito all'articolo 12 dello Statuto regionale.

MANGANONI - Se vuole Presidente, io ho la relazione Bergmann.

CAVERI - Presidente della Giunta - Io l'ho in ufficio, ma dovrei andare io a cercarla. Ad ogni modo prendiamo questa.

Non so se i Consiglieri si siano resi conto dell'importanza della questione di questo articolo 12.

Desidererei che la relazione Bergmann fosse letta.

- (Su invito del Presidente, il Dr. Brunod dà lettura della seguente relazione Bergmann):

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"RELAZIONE

Delegazione al Governo della emanazione di norme d'attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, N. 4.

ONOREVOLI SENATORI - Il disegno di legge n. 2276 risponde certamente al precetto dell'articolo 76 della Costituzione, in quanto la delega richiesta dal Governo si riferisce ad un oggetto definito.

Per quanto riguarda la limitazione del tempo, sembra più conforme alla urgenza del provvedimento del quale si tratta, ed al fatto che sono già trascorsi quattro anni dalla pubblicazione dello Statuto speciale, determinare il limite in un solo anno.

Infine, appare dubbio se per la determinazione dei principi e criteri direttivi prescritta pure dal citato articolo 76, basti riferirsi allo Statuto della Regione. Certamente lo Statuto costituisce la garanzia della Valle, ma la stessa necessità di norme di attuazione ed il tempo trascorso dimostrano che sono possibili dissensi e non sarebbe prudente che il potere legislativo venisse delegato all'esecutivo senza adeguata cautela.

Il modo di procedere è suggerito, con l'autorità di precisi precedenti, dalle leggi costituzionali relative ad altre Regioni a Statuto speciale.

Nello Statuto della Sicilia (articolo 43) è stabilito: "Una Commissione paritetica di 4 membri, nominati dall'Alto Commissario della Sicilia e dal Governo dello Stato, determinerà le norme per l'attuazione del presente Statuto".

Lo Statuto della Sardegna (articolo 46) stabilisce: "Una Commissione paritetica di 4 membri, nominati dal Governo della Repubblica e dall'Alto Commissario per la Sardegna, sentita la Consulta regionale, proporrà le norme di attuazione del presente Statuto.

Tali norme saranno sottoposte al parere della Consulta e del Consiglio regionale e saranno emanate con decreto legislativo".

Appena occorre avvertire che l'Alto Commissario della Sicilia e quello della Sardegna, dei quali parlano questi due articoli, erano allora i rappresentanti legali delle due rispettive Regioni, le quali non avevano ancora la rappresentanza elettiva.

Si nota poi che, mentre secondo lo Statuto della Sicilia la Commissione "determinerà le norme", in quello della Sardegna si dice "proporrà", ma si aggiunge che, "tali norme saranno sottoposte al parere della Consulta e del Consiglio regionale". Appare dunque chiaramente, in ambedue gli Statuti, il concetto che l'autonomia da essi garantita non venga vulnerata da disposizioni successive.

Per il Trentino-Alto-Adige la mancanza di analoga norma portò ad una tensione tra la Regione e taluni organi centrali e per l'intervento del Presidente del Consiglio venne istituita una Commissione paritetica. Si deve appunto alla equa e competente opera di tale Commissione (della quale facevano parte per il Governo gli onorevoli Tosato e Lucifredi ed un funzionario del Tesoro) se il dissenso venne superato.

Analogamente per la Valle d'Aosta, i Presidenti del Consiglio regionale e della Giunta regionale presentavano il 28 gennaio 1952 memoriali (lamentando intralci e dilazioni in tema di stato giuridico del personale, trasferimento del demanio, ordinamento finanziario, ecc.) al Presidente del Consiglio, il quale riceveva i detti rappresentanti il 2 febbraio.

Tutto consiglia pertanto che il metodo adottato per le altre tre Regioni venga seguito anche per la Valle d'Aosta.

Si è negata da qualche autorevole collega, durante la discussione in Commissione, la necessità di queste norme di attuazione. Ma la esperienza lo dimostra: con il tempo trascorso, con le difficoltà sorte forse più dalla ben nota complicazione di organi centrali che da una volontà negativa, con lo stesso riconoscimento da parte del Presidente della Giunta regionale che questa è l'unica via d'uscita".

CAVERI - Presidente della Giunta - Rilegga un po' quella frase.

BRUNOD - (Rilegge la frase):

"Si è negata, da qualche autorevole collega, durante la discussione in Commissione, la necessità di queste norme di attuazione. Ma la esperienza lo dimostra: con il tempo trascorso, con le difficoltà sorte forse più dalla ben nota complicazione di organi centrali che da una volontà negativa, con lo stesso riconoscimento da parte del Presidente della Giunta regionale che questa è l'unica via d'uscita".

CAVERI - Presidente della Giunta - Questo non è esatto; voglio vedere quella frase, non capisco. (Il Presidente Caveri esamina tale punto della relazione Bergmann) - Non capisco questa frase. Però il Consiglio non deve esprimersi su questa frase. Io, personalmente, ho sempre avuto la più grande repulsione per le norme di attuazione.

BRUNOD - (Continua a leggere la relazione):

"Riservare al Parlamento la emanazione di leggi ordinarie per questa materia significherebbe imporre, nella illusoria ricerca di perfezione, un procedimento assai più lungo e complesso, dato il cumulo di lavoro che grava sulle Camere e considerata la natura prevalentemente tecnica ed amministrativa degli oggetti da regolare. Si è osservato che non tutte le materie elencate nella relazione governativa che accompagna il disegno di legge richiedono una norma di attuazione".

CAVERI - Presidente della Giunta - Con quel memoriale del 28 gennaio 1952 abbiamo chiesto l'applicazione dello Statuto, che potrebbe benissimo essere applicato senza l'emanazione di tante norme di attuazione.

BRUNOD - (Continua a leggere):

"L'osservazione appare esatta ed è anzi doveroso darne atto in questo documento che, accompagnando il testo emendato dalla Commissione, può costituire una delle "fonti" per la retta applicazione della presente legge, particolarmente delicata in quanto implica delega di poteri. Ad esempio nessuna norma di attuazione si ritiene occorrere per la "definizione delle potestà legislative di cui agli articoli 2 e 3 dello Statuto", potestà che costituiscono l'oggetto stesso, la sostanza dello Statuto. Necessari saranno invece, ad evidenza, norme concordate tra Stato e Regione per il trasferimento di beni, per le acque pubbliche, per la zona franca, per il riparto finanziario, ecc.".

CAVERI - Presidente della Giunta - Non occorrono norme di attuazione per il trasferimento di beni, per le acque pubbliche, per i poteri del Presidente della Giunta regionale, ecc.

BRUNOD - (Continua a leggere):

"Ma tutto deve essere regolato in libero accordo e non stabilito con atti di imperio.

Invero, già gli articoli 14 e 50 dello Statuto per la Valle d'Aosta, riferentisi l'uno alla zona franca e l'altro al riparto finanziario, prescrivono che le norme relative abbiano a determinarsi in accordo con la Regione.

La soluzione che si propone, pertanto, con la Commissione paritetica e con la espressa disposizione che le norme dovranno essere elaborate in accordo con la Giunta regionale, costituirà, in linea di diritto e con la necessaria aderenza alle esigenze pratiche, la cautela che lo Statuto speciale venga osservato nella lettera e nello spirito, evitando i contrasti che potrebbero determinarsi; nello stesso tempo offrirà, alla popolazione della Valle di Aosta, motivo di tranquillità ed allo stesso governo la certezza che l'opera legislativa, così delegata e preceduta dal lavoro della Commissione, verrà accolta con la dovuta fiducia. Nel non creduto caso di mancato accordo, rimarrebbe ferma la competenza del Parlamento.

Si propone quindi che la delega venga approvata nel testo seguente:

"Articolo unico"

"Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, norme per l'attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, approvato con la Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, secondo i principi ed i criteri direttivi che si desumono dallo Statuto medesimo.

"Tali norme saranno elaborate, in accordo con la Giunta regionale, da una Commissione paritetica di quattro membri, nominati dal Governo e dal Consiglio della Valle.

BERGMANN, relatore".

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CAVERI - Presidente della Giunta - Allora io chiederei che a questa bozza di ordine del giorno si aggiunga la seguente frase: "conchè sia stabilito chiaramente che le norme di attuazione non debbano statuire né in materia di trasferimento di beni demaniali e patrimoniali, né in materia di acque pubbliche, né in materia di poteri ed attribuzioni del Presidente della Giunta regionale".

Questa è la proposta che faccio io.

MANGANONI - Noi possiamo essere d'accordo per l'aggiunta di questo punto all'ordine del giorno; però, è sull'inizio dell'ordine del giorno che non siamo d'accordo: "Il Consiglio preso atto...".

BONDAZ - Presidente - Non si parla più di quell'ordine del giorno: adesso si parla della nuova proposta di mozione presentata dall'Assessore Deffeyes e completata con la proposta del Presidente della Giunta.

DEFFEYES - Assessore - (Dà lettura della nuova proposta di mozione):

"Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, nella seduta del 30 gennaio 1953, presa visione del disegno di legge per l'emanazione delle norme di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, proposto dalla prima Commissione;

preso atto con soddisfazione dell'attività svolta dai Parlamentari e dal Presidente della Giunta per la redazione del disegno di legge proposto dalla prima Commissione parlamentare;

mentre fa voti perché le Camere approvino il disegno stesso;

invita

i Parlamentari e la Giunta a dare opera perché il disegno di legge proposto dalla prima Commissione venga approvato conchè sia stabilito chiaramente che le norme di attuazione non debbano statuire né in materia di trasferimento di beni demaniali e patrimoniali, né in materia di acque pubbliche, né in materia di poteri ed attribuzioni del Presidente della Giunta regionale".

CAVERI - Presidente della Giunta - Proporrei la soppressione di una frase. No, no, va bene, perché noi parliamo sempre del disegno di legge Bergmann.

MANGANONI - Noi non siamo d'accordo su questo punto: "preso atto con soddisfazione dell'attività svolta dai Parlamentari".

Va bene che noi ci troviamo di fronte ad una lettera, d'accordo; ma mi si scusi se diffido delle lettere: ne abbiamo viste tante lettere sul "Pays d'Aoste", per anni e anni, in merito alla questione del traforo del Monte Bianco, ma siamo sempre al punto di partenza.

Quindi, io direi: "preso atto dell'interessamento dei Parlamentari per le norme di attuazione".

ARBANEY - Assessore - Vuoi proprio essere San Tommaso!

CAVERI - Presidente della Giunta - Devo fare una precisazione: ci sono dei testimoni.

Io dico questo, se mi si vuole credere.

Ho parlato di un Parlamentare; da parte nostra si è detto al Senatore che sarebbe stato opportuno di modificare in quel determinato senso quell'articolo e, cioè, secondo questa proposta: che competente a formulare le norme di attuazione fosse una Commissione paritetica e che ci doveva essere accordo fra il Governo e la Giunta.

Che ci sia stata attività successiva è dimostrato dal fatto che è venuta fuori questa relazione Bergmann.

Il Senatore Page ne ha parlato con il Senatore Bergmann, che si è interessato; questo non può essere dubbio.

Quindi, è giusto che ci sia questa frase nella mozione.

MANGANONI - Il Presidente ha parlato con diversi Parlamentari e noi ringraziamo i Parlamentari valdostani.

BIONAZ - Assessore - Mi pare che questa sia una discussione un po' inutile.

Io, stamattina, non ho letto una lettera né del Senatore né del Deputato, ma ho dato lettura di una lettera autografa del Senatore Bergmann, con la quale si fa riferimento alla relazione.

Quindi non si tratta più del Senatore o del Deputato, è il Senatore Bergmann; naturalmente, se non si vuole capire...

Ad ogni modo, da tutta la relazione si comprende che il Sen. Bergmann è stato messo al corrente delle varie questioni particolari della Valle.

Per scrivere tutte queste cose sulla Valle di Aosta, mi pare chiaro ed evidente che il Senatore Bergmann ha dovuto essere informato molto bene, con documenti molto buoni, e da parte di chi? Non voler riconoscere questo mi sembra un po' esagerato.

CAVERI - Presidente della Giunta - È giusto quanto detto dall'Assessore Bionaz: chi legge questa relazione, con tutti i punti che contiene, vede chiaramente che è stata ispirata. E da chi è stata ispirata? È chiaro anche questo, perché il Senatore Bergmann non poteva sapere che abbiamo mandato un memoriale, ecc. ecc..

MANGANONI - Ma il Presidente della Giunta ha detto che ha avuto contatti più volte col Senatore Tupini e col Senatore Bergmann e, quindi, noi siamo autorizzati a credere.

CAVERI - Presidente della Giunta - Non facciamo confusioni.

Io ho parlato e ho avuto contatti col Senatore Tupini in relazione alla questione sull'articolo 12 dello Statuto, non per questo.

Con il Senatore Bergmann ho parlato della questione delle norme di attuazione che forma oggetto della mozione Manganoni, trasformata dal Presidente del Consiglio e dall'Assessore Deffeyes. Di questo ho parlato con Bergmann.

I colloqui che ho avuto con il Senatore Tupini e con il Senatore Page sono in relazione alla nota questione dell'articolo 12.

Dunque, sono due cose diverse.

MANGANONI - Noi saremmo disposti a ritirare la nostra mozione se, anziché fare i ringraziamenti, si dicesse: "preso atto dell'interessamento svolto...".

BONDAZ - Presidente - Io faccio osservare al Consigliere Manganoni che, in questa discussione, il Consiglio non ha preso atto solo della lettera scritta dall'On. Farinet, ma ha preso atto anche di altri documenti, che sono costituiti essenzialmente dalla lettera del Senatore Bergmann, dalla relazione al disegno di legge e dalle precisazioni del Presidente della Giunta.

CAVERI - Presidente della Giunta - E ho dimostrato di essere sempre obiettivo.

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Il Presidente, Avv. Dr. BONDAZ, constatato che i Consiglieri del gruppo social-comunista non concordano in merito al testo della mozione redatta dall'Assessore Prof. Deffeyes, invita il Consiglio a votare sulla mozione presentata dai Consiglieri del predetto gruppo.

Procedutosi alla votazione per alzata di mano, il Presidente Avv. Dr. Bondaz, accerta e comunica il seguente risultato:

- Consiglieri presenti e votanti n. 25 (venticinque);

- Consiglieri favorevoli all'approvazione n. 3 (tre);

- Consiglieri contrari n. 22 (ventidue). Il Presidente dichiara, quindi, che il Consiglio ha respinto la mozione presentata dai Consiglieri del gruppo social-comunista. Il Consiglio prende atto.

DEFFEYES - Assessore - Volevo far presente questo: non siamo qui per ringraziare; non siamo poi tanto abituati a ringraziare.

Si dice: "preso atto con soddisfazione".

Quando si raggiunge uno scopo, noi siamo al disopra di tutte le questioni; siamo tutti soddisfatti e questo deve essere riconosciuto da tutti.

BIONAZ - Assessore - Non è un ringraziamento che è stato chiesto.

MANGANONI - Per essere noi soddisfatti, i due Parlamentari avrebbero dovuto accettare il nostro invito, fatto sei mesi fa, di partecipare alle nostre sedute; invece non si sono mai fatti vedere.

BONDAZ - Presidente - Quella è un'altra questione.

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Il Presidente, Avv. Dr. BONDAZ, pone ai voti la mozione presentata dall'Assessore Prof. Deffeyes, modificata in relazione ai rilievi e ai suggerimenti fatti nel corso della discussione.

Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente accerta e comunica il seguente risultato:

- Consiglieri presenti n. 25 (venticinque);

- Consiglieri astenutisi dalla votazione n. 3 (tre);

- Consiglieri votanti n. 22 (ventidue);

- Consiglieri favorevoli all'approvazione n. 22 (ventidue).

Il Presidente, Avv. Dr. BONDAZ, dichiara, quindi, che il Consiglio, astenutisi dalla votazione n. 3 consiglieri, ha approvato, ad unanimità di voti, la mozione proposta dell'Assessore Prof. Deffeyes, modificata e completata nel testo sottoriportato, in relazione alle proposte ed ai rilievi formulati nel corso della discussione.

"IL CONSIGLIO REGIONALE

DELLA VALLE D'AOSTA

- nella seduta del 30 gennaio 1953 -

Presa visione del disegno di legge per l'emanazione delle norme di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, proposto dalla prima Commissione legislativa permanente del Senato;

preso atto con soddisfazione dell'attività svolta dai Parlamentari e dal Presidente della Giunta per la redazione del disegno di legge proposto dalla predetta prima Commissione parlamentare;

mentre fa voti che le Camere approvino il disegno di legge stesso;

Invita

i Parlamentari e la Giunta regionale a continuare la loro opera intesa ad ottenere che il disegno di legge proposto dalla predetta prima Commissione Parlamentare venga approvato e che sia stabilito chiaramente che le norme di attuazione non debbano statuire né in materia di trasferimento di beni demaniali e patrimoniali, né in materia di acque pubbliche, né in materia di poteri ed attribuzioni del Presidente della Giunta regionale".

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