Oggetto del Consiglio n. 4 del 30 gennaio 1953 - Verbale

OGGETTO N. 4/53 - NORME DI ATTUAZIONE DELLO STATUTO SPECIALE DELLA VALLE D'AOSTA. (MOZIONE DEI CONSIGLIERI REGIONALI DEL GRUPPO SOCIAL-COMUNISTA)

Il Presidente, Avv. Dott. BONDAZ, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione dei Consiglieri regionali del gruppo social-comunista, concernente l'oggetto: "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta", mozione di cui copia è stata trasmessa ai Signori Consiglieri, unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:

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Avv. BONDAZ

Presidente del Consiglio regionale

AOSTA

Preghiamo la S.V. di voler portare sull'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio la seguente mozione:

Le Camere dovranno discutere prossimamente il disegno di legge per l'emanazione di norme di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta.

Dovendo le Camere scegliere fra i due disegni di legge (vedi allegato) ed essendo quello proposto dalla prima Commissione (relatore Bergmann) molto più favorevole alla Regione, contemplando una Commissione paritetica del Governo e della Valle, mentre la proposta governativa delega completamente il potere legislativo al potere esecutivo, ciò che costituirebbe una sfacciata abolizione dell'Autonomia regionale, proponiamo al Consiglio l'approvazione della seguente mozione:

"Il Consiglio regionale, nella seduta del ... presa visione dei due disegni di legge per l'emanazione delle norme di attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, proposti rispettivamente dal Governo e dalla prima Commissione permanente del Senato e, scorgendo nel primo una grave minaccia all'Autonomia regionale, invita i parlamentari che rappresentano la Valle d'Aosta a volersi impegnare affinché venga approvato il disegno di legge proposto dalla prima Commissione (relatore il Sen. Bergmann)".

Ossequi.

Aosta, li 15 gennaio 1953.

p. il Gruppo consiliare social-comunista

F.ti: Ronc-Désaymonet Anaide

Claudio Manganoni

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Allegato

DISEGNO DI LEGGE PROPOSTO DALLA Ia COMMISSIONE.

Articolo unico

Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, norme per l'attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, approvato con la legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, secondo i principi ed i criteri direttivi che si desumono dallo Statuto medesimo.

Tali norme saranno elaborate, in accordo con la Giunta regionale, da una Commissione paritetica di quattro membri, nominati dal Governo e dal Consiglio Valle.

BERGMANN - relatore.

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DISEGNO DI LEGGE PROPOSTO DAL GOVERNO

Articolo unico

Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro tre anni dall'entrata in vigore della presente legge, norme per l'attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, approvato con la legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, secondo i principi ed i criteri direttivi che si desumono dallo Statuto medesimo.

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MANGANONI - Io penso che i colleghi, esaminando le due proposte di legge per le norme di attuazione dello Statuto regionale, abbiano avvertito quale grave minaccia per l'autonomia regionale costituisca la proposta di legge presentata dal Governo.

L'applicazione dello Statuto, sancito dalla Costituzione, dipenderebbe interamente dagli umori dei Ministri di Roma.

Dopo cinque anni dall'approvazione dello Statuto della Valle, ci si viene a parlare di "norme di attuazione", quando lo Statuto stesso prevede, ad esempio, per la Zona franca - articolo 14 - che "le modalità di attuazione per la zona franca saranno concordate con la Regione e stabilite con legge dello Stato", il che non è stato fatto; e così per il riparto fiscale l'articolo 50 prevede che "con legge dello Stato, in accordo con la Giunta regionale", riparto che avrebbe dovuto essere approvato entro il 1951. Dicevo, oggi, si parla di norme di attuazione dello Statuto, per l'emanazione delle quali il Governo si vuole auto-delegare, escludendo completamente gli organi regionali.

Invece lo Statuto della Sicilia, per il quale sono previste norme di attuazione dello Statuto, all'articolo 43 prevede: "Una Commissione paritetica di quattro membri, nominati dall'Alto Commissario della Sicilia e dal Governo dello Stato, determinerà le norme di attuazione del presente Statuto".

E così per la Sardegna, l'articolo 46 stabilisce: "Una Commissione paritetica di quattro membri, nominati dal Governo della Repubblica e dall'Alto Commissariato per la Sardegna, sentita la Consulta regionale, proporrà le norme di attuazione del presente Statuto. Tali norme saranno sottoposte al parere della Consulta e del Consiglio regionale e saranno emanate con decreto legislativo".

Per il Trentino-Alto Adige è già stata istituita una Commissione paritetica.

Analogamente dovrebbe essere fatto per la Valle d'Aosta.

Infatti, la prima Commissione permanente del Senato, relatore Bergmann, ha presentato una proposta di legge, per l'emanazione delle norme di attuazione, nella quale prevede una Commissione paritetica di quattro membri nominata dal Governo e dal Consiglio Valle.

Indubbiamente, questo secondo disegno di legge, prevedendo una Commissione paritetica, tutela in un certo senso i legittimi diritti della Regione.

Penso, quindi, che il minimo, il più elementare dovere del Consiglio sia di rivolgersi ai due Parlamentari, che oggi rappresentano a Roma la Valle d'Aosta, invitandoli a volersi seriamente interessare affinché il nostro Statuto non venga ulteriormente svuotato e perché venga approvato, sia alla Camera che al Senato, il disegno di legge presentato dalla prima Commissione.

A tal fine, invito il Consiglio a voler approvare la mozione da noi presentata.

BONDAZ - Presidente: Prima di aprire la discussione sulla mozione, debbo comunicare al Consiglio la seguente lettera, che mi è pervenuta dall'On. Farinet:

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"Roma, 26 gennaio 1953

Ill.mo Signor PRESIDENTE del Consiglio Valle

AOSTA

Nell'ordine del giorno del Consiglio regionale, convocato per. il 30 gennaio, è portata una mozione dei Consiglieri Ronc-Désaymonet Anaide e Claudio Manganoni, per invitare i parlamentari della Valle ad impegnarsi che venga approvato il disegno di legge per le Norme di Attuazione dello Statuto Speciale della Valle di Aosta, secondo la relazione Bergmann, anziché il testo proposto dal Governo.

A nome pure del Senatore Page, ritengo opportuno inviarLe una precisazione al riguardo:

Non appena venne presentata una proposta di legge, con la quale veniva data la delega al Governo per la redazione delle Norme di Attuazione dello Statuto della Valle d'Aosta, il sottoscritto ed il Senatore Page si recarono immediatamente presso il Presidente della I Commissione del Senato - senatore Tupini - e presso il relatore, (nominato di poi nella persona del Senatore Bergmann Giulio), i quali accolsero subito la proposta dei parlamentari valdostani: e cioè che la redazione di tali norme fosse affidata ad una Commissione paritetica (con rappresentanti della Regione) e che tali norme venissero compilate in accordo con la Regione.

Non solo, ma esponemmo pure il nostro punto di vista sui vari titoli che, secondo noi, non richiedono norme di attuazione. E tale punto di vista fu quasi interamente accolto dal Senatore Bergmann nella sua relazione.

Venuto in discussione nello scorso giugno, alla I Commissione del Senato in sede referente, il testo Bergmann fu accolto non solo dalla Commissione, ma dallo stesso Governo e sarà ora sottoposto al voto della Assemblea.

Non è quindi più il caso di parlare di due testi di proposte di legge, - quando tutti, Governo compreso, hanno accolto il testo emendato -, né di invitare i parlamentari valdostani a sostenerlo, quando da oltre otto mesi hanno provveduto nel senso oggi desiderato anche dal gruppo consiliare comunista.

La prego di gradire, Signor Presidente, i miei distinti saluti.

F.to Paolo Farinet"

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CAVERI - Presidente della Giunta: Intendo fare una precisazione a proposito di queste norme di attuazione.

Si sono dette molte cose inesatte a questo proposito e, fra l'altro, che il Presidente della Giunta non si era abbastanza occupato di questo problema e, altresì, che era stato troppo debole al riguardo.

Queste accuse - non mosse da qui, ma da fuori - collimano poco con altri appunti che mi sono stati fatti da altre parti e, cioè, che non si decideva l'adozione delle norme di attuazione.

Tre anni fa mi si faceva una interpellanza chiedendo queste norme, di attuazione.

Evidentemente, tutti noi ci rendiamo conto del pericolo rappresentato dalle norme di attuazione, perché da parte di alcuni uffici centrali si tende a derogare a una parte dello Statuto attraverso le norme di attuazione.

Due anni fa ci era stato proposto un testo di norme di attuazione per la questione delle acque. L'Assessore Bionaz ed io - e forse qualche altro che adesso dimentico - abbiamo trascorso tre giorni ad esaminare il testo di norme di attuazione proposto per le acque pubbliche e ci siamo convinti che, se fossero state approvate tali norme di attuazione, quelle disposizioni dello Statuto che concernono le acque pubbliche sarebbero state in parte abrogate.

Ecco perché ci siamo opposti alla approvazione di norme di attuazione per le acque.

Anzi, io ritengo che, in materia di acque, non si debbano fare norme di attuazione, perché lo Statuto è già abbastanza chiaro.

Per questo, al Senatore Bergmann - (col quale- ho parlato molte volte: egli è uno strenuo difensore delle autonomie regionali, non è uno degli elementi già sostenitori delle autonomie in sede di Assemblea Costituente, i quali, da allora, hanno messo molta acqua nel loro vino) - ho chiesto di togliere quello che c'era nella relazione in materia di acque. Il Senatore Bergmann dice che, in materia di acque e in materia di poteri del Presidente della Giunta regionale - (e non ne parlo per motivi personali, ma per motivi di principio) - non dovrebbero essere emanate norme di attuazione.

Norme di attuazione dovrebbero, invece, essere emanate per queste materie:

a) ordinamento finanziario, al quale da parecchio tempo vorremmo arrivare e che ha richiesto più di un anno di lunghissime e faticosissime trattative; comunico che l'Ing. Fresia oggi non è in Consiglio, perché ha dovuto recarsi a Roma per questo ordinamento finanziario;

b) attuazione della Zona franca stabilita dall'articolo 14.

Per le altre questioni non vedo la necessità di norme di attuazione.

Coloro che vogliono fare norme di attuazione per altre materie hanno degli intenti nascosti, che non si possono confessare, cioè far modificare norme dello Statuto troppo favorevoli all'autonomia.

Molte volte ci sentiamo dire: "Il vostro Statuto non è chiaro, è fatto male, non si capisce bene, è fatto con. i piedi; coloro che hanno fatto questo Statuto erano degli incompetenti, bisogna perfezionarlo e curarlo di più dal punto di vista giuridico".

Noi sentiamo tutte queste critiche, ma sappiamo, invece, che l'intento è un altro: quello di abrogare, attraverso le norme di attuazione, disposizioni del nostro Statuto.

Ma il Consiglio può essere tranquillo che la Giunta ed i Parlamentari sapranno difendere lo Statuto.

Se si debbono fare delle norme di attuazione, saranno disposizioni che debbono chiarire alcune norme dello Statuto; ad esempio quelle per la zona franca, che ci spetta sacrosantamente e che ci dovrà essere concessa attraverso trattative oppure la questione dovrà essere portata alla Corte Costituzionale; perché non intendiamo assolutamente considerare il sistema provvisorio del contingentamento come un sistema definitivo di zona franca.

Per quanto riguarda la mozione devo precisare ancora questo: prima che quella tal Commissione del Senato si occupasse della questione, io ne avevo parlato col Senatore Page, al quale avevo detto che conveniva cambiare il testo e che competente a fare questo doveva essere una Commissione paritetica, d'accordo con la Giunta. Il Senatore Page ha fatto il suo dovere, ha parlato con il Senatore Bergmann e - attraverso a questi colloqui ed al suo intervento personale - è riuscito a far cambiare questo testo.

Quindi, effettivamente, ritengo anch'io che una mozione in questo senso sia inutile, perché quello che doveva essere fatto è già stato fatto.

La mozione potrebbe aver efficacia per l'avvenire, quale raccomandazione.

BIONAZ - Assessore: A conferma di quanto detto, comunico che il Senatore Page mi ha lasciato dei documenti: vi leggo solo una lettera, in data 11 giugno 1952, che il Senatore Bergmann ha scritto al Senatore Page:

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"Roma, 11 giugno 1952

Caro Page,

Prima di tutto voglio esprimerti la mia affettuosa solidarietà con la Valle e in ispecie con i montanari colpiti dalla frana di Valpelline.

Poi ti informo della legge per le norme di attuazione, perché la settimana prossima non potrò recarmi a Roma.

Ho redatto la relazione tenendo conto dei criteri espressi da te e dall'amico Farinet (e anche dalla tua ultima) e te ne unisco una copia.

Ieri ho parlato con il Sottosegretario Andreotti, il quale accetta la Commissione paritetica. Non ho pensato di parlargli del termine di un anno, ma questo lo accetterà ... in Commissione.

- omissis -

F.to G. Bergmann"

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Perciò, anche il Governo ha accettato il criterio proposto dall'emendamento e, quindi, ritengo superfluo interessare i Parlamentari per un lavoro già tutto eseguito in precedenza.

RONC-DESAYMONET - Come interpellante, approvo le precisazioni fatte; però mi permetto di mettere in evidenza questo fatto: se i nostri Parlamentari avessero accolto il nostro invito, di venire qualche volta alle nostre riunioni e di comunicarci l'attività da essi svolta al Senato e alla Camera a favore della Regione, avrebbero evitato al Consigliere Manganoni e alla sottoscritta di fare questa mozione.

CAVERI - Presidente della Giunta - Volevo solo aggiungere una osservazione per guanto riguarda il Senatore Bergmann e, cioè: se al Senato è stata approvata la relazione per la legge sull'ordinamento regionale, il primo merito spetta al Senatore Bergmann, che si è battuto strenuamente per le autonomie regionali in tutta Italia.

Avevo passato il testo di un bel discorso del Sen. Bergmann al Direttore di un giornale di Aosta e si potrebbe darlo a tutti i giornali, perché è un discorso in cui vi sono osservazioni che demoliscono le tesi degli anti-autonomisti e gli appunti mossi dagli avversari del regionalismo.

MANGANONI - Di quanto detto dal Presidente Caveri noi prendiamo atto; prendiamo atto di quanto è stato fatto nella materia delle norme di attuazione e della posizione che ha preso il Presidente; prendiamo atto anche del fatto che il Senatore Bergmann si è battuto per questa questione e ci dispiace che a fianco del Senatore Bergmann non ci sia stato anche il Senatore Page. Le precauzioni non sono mai troppe, quando si tratta di difendere lo Statuto, che deve essere la nostra prima preoccupazione, la preoccupazione numero uno.

Io penso che, votando questo ordine del giorno, i nostri Parlamentari non abbiano a risentirsene. Essi hanno inviato una lettera in cui hanno precisato l'attività svolta affinché, per le norme di attuazione, sia adottata la proposta Bergmann e sia accantonata la proposta governativa; ciò non toglie che possiamo votare questa mozione. Votando questa mozione non si può provocare il loro risentimento; anzi, se loro ormai sono sicuri che la proposta governativa sarà accantonata e che passerà, invece, la proposta Bergmann, benissimo.

Io non vedo la ragione per cui noi dovremmo votare questa mozione, questo invito ai Parlamentari affinché intervengano attivamente: l'hanno già fatto? Bene, continuino a farlo.

Noi possiamo prendere atto della loro lettera e li invitiamo a continuare nel loro lavoro.

I pericoli sono gravi e vi ha accennato adesso il Presidente; non so come osano certe persone dire che il nostro Statuto è fatto con i piedi, che coloro che hanno fatto questo Statuto sono degli incompetenti.

Il pericolo c'è e, quindi, nessuna opera è superflua e, per questo, noi insistiamo sulla proposta che si approvi questa mozione.

CAVERI - Presidente della Giunta - Allora si potrebbe modificare la mozione in questo senso: "Preso atto dei chiarimenti dati dal Presidente del Consiglio, dal Presidente della Giunta, dall'Assessore Bionaz e della attività svolta dai Parlamentari, si invitano gli stessi a continuare ad interessarsi, ecc. ecc.", una frase del genere.

MANGANONI - Approvo.

BIONAZ - Assessore - Vorrei solo dire due parole. Si dice: prendiamo atto che il Senatore Bergmann ha preso posizione in difesa dell'autonomia.

Io dico che l'opera di un Parlamentare non. può misurarsi solo in relazione ad un discorso, perché l'opera di un Parlamentare è molto complessa e si estrinseca in interventi e contatti personali vari, in trattative, in interessamento; ecc.

Noi abbiamo visto come il Senatore Bergmann ha agito in questa materia, cioè nei confronti di questa proposta di legge; ma, dalla lettera di cui vi ho dato lettura, si vede che anche un nostro Parlamentare si è interessato della questione. Non si può giudicare e dire "deploriamo" perché non si è fatto un discorso. Come ho già detto, l'opera di un Parlamentare non si può misurare da un discorso.

Per quanto riguarda la mozione, il dire: "invitiamo i Parlamentari a fare", quando abbiamo la prova che tutto è già stato fatto, è, per lo meno, non approvare ciò che è stato fatto. Se noi riconosciamo che tutto è stato fatto, è inutile ed assurdo invitare a fare.

BONDAZ - Presidente: Vorrei precisare, a questo proposito, che non si può ormai più parlare di due disegni di legge; infatti, sappiamo, dai Parlamentari e dal Presidente della Giunta, che non si può più parlare di due disegni di legge, ma di uno solo.

Si potrebbe, pertanto, emendare questa mozione nel senso che si prende atto di quanto fatto dai Parlamentari e, come raccomandazione, invitarli a continuare nel loro lavoro.

Non possiamo più parlare di due disegni di legge.

MANGANONI - Anzitutto non ho "deplorato" che al Senato ci sia stato solo Bergmann a parlare, ho detto solo "mi dispiace" che con Bergmann non ci sia stato anche Page.

Si dice: abbiamo le prove di ciò che è stato fatto. Nonostante la fiducia che abbiamo nei nostri Parlamentari (lontano da me lo spirito polemico), abbiamo visto tante lettere scritte dai Parlamentari che poi non hanno avuto seguito; quindi, alle lettere dobbiamo dare un valore relativo.

Io mi auguro che i fatti non smentiscano quanto hanno detto Page e Farinet; ma sta di fatto che questo disegno di legge deve ancora passare alla Camera e al Senato e chi ci assicura che qualcuno, di quelli a cui ha accennato il Presidente della Giunta, non presenti, poi, alla Camera emendamenti o controproposte che vengano a modificare o ad annullare questo disegno di legge? La questione non è ancora risolta: ecco perché, - pure prendendo atto di quanto precisato nella predetta lettera circa l'interessamento dei due Parlamentari e circa la modifica del disegno di legge, - vedo la necessità di invitare i Parlamentari ad interessarsi affinché la legge Bergmann passi per quanto riguarda la Commissione paritetica. Quante volte abbiamo visto che un Senatore dice, riferisce e fa, e poi avviene tutto il contrario.

BIONAZ - Assessore - Non per fare della polemica, ma vorrei aggiungere qualcosa.

Dice Manganoni: "abbiamo delle lettere dei parlamentari". Io rispondo che abbiamo anche di più; abbiamo una lettera inviata dal Sen. Bergmann a Page e un verbale del 26 giugno 1952 della prima Commissione permanente del Senato - presente il Sottosegretario Bubbio e presieduta da Tupini -, in cui si afferma (legge dal verbale della Commissione) che il testo dell'articolo del disegno di legge è stato approvato con due emendamenti suggeriti dal relatore Senatore Bergmann.

Inoltre, dall'esame della relazione Bergmann alla prima Commissione permanente appare chiaro che il Sen. Bergmann fu messo al corrente, dai Parlamentari e dal Presidente della Giunta, delle varie questioni particolari concernenti la Regione Valle d'Aosta, questioni che sono citate nella predetta relazione.

NICCO Giulio - In sede referente.

MANGANONI - Noi vediamo, dalla relazione della prima Commissione permanente, che vi è anche il disegno di legge proposto dal Governo. Quindi, le proposte di legge sono due.

BONDAZ - Presidente - Risulta, però, che il Governo ha accettato l'emendamento Bergmann.

MANGANONI - Questo si potrà dire quando la legge sarà passata al Senato e alla Camera.

DEFFEYES - Assessore - Dalla discussione che si è fatta risulta chiaramente che, attraverso l'opera dei Parlamentari, del Presidente della Giunta e di chi si è interessato di questo problema, effettivamente si è fatto un passo avanti: quindi, di questo lavoro si deve dare atto.

Naturalmente queste proposte debbono ancora essere approvate da altri organi; quindi è logico e certo che queste stesse persone - che hanno ottenuto questo - daranno ancora la loro opera per ottenere completamente lo scopo.

Perciò, direi di prendere atto di tutto quello che è stato fatto da queste varie persone e di rivolgere un invito, che non sia però perentorio, un incoraggiamento a continuare su questa via. Questa sarebbe una bella cosa e su questo tutti potrebbero essere d'accordo.

BONDAZ - Presidente - Allora bisognerebbe presentare e discutere un altro testo di mozione modificata in questo senso, a meno che non siamo tutti d'accordo.

MANGANONI - Noi facciamo questa dichiarazione: "se volete precisare che noi prendiamo atto di quanto fatto dai Parlamentari, siamo perfettamente d'accordo; però, noi insistiamo affinché rimanga l'invito, nessun mandato, ma l'invito preciso, e non solo generico, a continuare a svolgere la loro opera - preciso ancora - affinché sia approvata la proposta di legge della prima Commissione permanente del Senato".

CAVERI - Presidente della Giunta - Secondo questa affermazione, sarebbe bene precisare, (- io parlo a titolo personale, ma non per questioni personali -); credo che l'ordine del giorno dovrebbe essere preciso su questo punto. Sono d'accordo sulla relazione Bergmann, ma non su tutto; non sono perfettamente d'accordo sull'affermazione che occorra fare approvare norme di attuazione per quanto riguarda le acque ed i poteri del Presidente della Giunta.

Io proporrei di rinviare al pomeriggio la decisione e, intanto, si potrà preparare un nuovo testo di mozione, dato che sulla sostanza siamo d'accordo.

MANGANONI - Quando parlavo del disegno di legge Bergmann, mi riferivo solo al disegno di legge e non alla relazione della Commissione senatoriale al disegno stesso, perché sono perfettamente d'accordo col Presidente che nella predetta relazione ci sono certi punti che sarebbe bene modificare.

BONDAZ - Presidente - Allora, rinviamo al pomeriggio.

CAVERI - Presidente della Giunta - È molto bene quanto detto nella relazione Bergmann, - che su alcune materie non si ammettono norme di attuazione, - ma occorre fare riserve anche per altre materie.

BONDAZ - Presidente: Rinviamo al pomeriggio; presenteremo un nuovo testo di mozione.

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SI DÀ ATTO che il Consiglio, concordando sulla proposta del Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, approva il rinvio, all'adunanza pomeridiana, della decisione in merito all'argomento in discussione, al fine di poter concordare la redazione di un nuovo testo di mozione, in relazione alle comunicazioni fatte dal Presidente del Consiglio, Avv. Dott. Bondaz, ed ai rilievi formulati dal Presidente della Giunta, Avv. Caveri, dall'Assessore ai Lavori Pubblici, Geom. Bionaz, e da alcuni Consiglieri in sede di discussione della mozione presentata dai Consiglieri del gruppo social-comunista.

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