Oggetto del Consiglio n. 3 del 14 gennaio 1972 - Resoconto
OGGETTO N. 3/72 - Piano di sviluppo economico e sociale della Valle d'Aosta per il quinquennio 1971/75. (Approvazione di Mozione)
Dolchi (P.C.I.) - Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la mozione come vedete, data del 27 novembre 1971, e aveva una sua urgenza nel contesto dei problemi sollevati allora dalla crisi occupazionale in Bassa Valle. Non possiamo certo dire che il problema occupazionale della Bassa Valle è stato risolto, anzi approfitto dell'occasione per dire che alune aspettative forse troppo ottimistiche sembra non trovino attualmente concretezza e penso che si voglia ancora tutta la vigile azione del Presidente della Giunta, della Giunta e del Consiglio stesso, affinché le trattative iniziate, le iniziative prospettate possano andare a buon fine, rimane però - anche se il tempo è passato dalla presentazione di questa mozione - il problema del piano di sviluppo, rimane secondo noi la necessità che il Consiglio regionale sia interessato e possa dibattere questo importante documento che è in via di preparazione, che è stato preparato e di cui forse, dobbiamo lamentare il Consiglio regionale, è tenuto all'oscuro e che quindi sia proprio il Consiglio regionale con la sua autorità ad affrontare e dibattere le soluzioni migliori.
Riteniamo anche che la vicinanza della discussione del bilancio 1972 ci possa consigliare di rinviare al dibattito complessivo sulle previsioni del bilancio anche quella delle scelte necessariamente utili e delle scelte che il Consiglio dovrà fare proprio per l'approvazione del bilancio stesso.
Riteniamo infatti che il bilancio del 1972 non potrà non tenere conto di alcune scelte strettamente collegate agli studi di programmazione. Già l'anno scorso in sede di discussione del bilancio per il 1971 si auspicava che con l'abolizione del nuovo riparto fiscale anche il bilancio di previsione della Regione si adeguasse, non solamente alle possibilità date dalle nuove maggiori entrate, ma si adeguasse anche nelle sue scelte agli studi di programmazione.
Pertanto noi non abbiamo nessuna pregiudiziale se il Consiglio ritiene che tale dibattito possa avere luogo in quella sede, cioè in sede di discussione del bilancio preventivo 1972. Dicevo noi non abbiamo nessuna difficoltà a ritirare la mozione stessa, vorremmo ribadire comunque in questa occasione che la necessità che il Consiglio affronti il problema delle scelte globali rimane, rimane la necessità che gli studi del piano e gli studi di programmazione non rimangano patrimonio di alcuni esperti se volete o del ristretto gruppo che procede a questi studi e diventi patrimonio, diventi occasione di dibattito per tutto il Consiglio regionale, diventi quindi la via maestra su cui il bilancio 1972 e i prossimi bilanci si ispirino.
Ecco in questo senso se la Giunta ha qualche cosa da dire noi riteniamo che il Consiglio possa già in questa occasione affrontare questo problema, ma se per una discussione più organica si ritiene che il bilancio sia l'occasione per questo dibattito, noi non abbiamo nulla in contrario a ritirare la mozione.
Tonino (P.S.I.U.P.) - Ma, io vorrei dire che, non avendo firmato la mozione, se è vero che la mozione impegnava la Giunta per il mese di ottobre, non vedo perché non possa essere ancora valida oggi, modificando magari la parte deliberativa, anziché mettere il mese di ottobre, mettere il mese di febbraio; oppure in occasione appunto del bilancio, però la mozione, a me pare che dovrebbe rimanere, proprio perché questo problema a me pare che esiste ancora, non è che sia scomparso e a questo proposito proprio per testimoniare questo vorrei ribadire alcune cose che io ebbi già altre volte occasione di dire sull'urgente necessità di dare alla Regione un quadro generale di programmazione, che sia un quadro indice di sviluppo economico e sociale e democratico della nostra Regione e che segni la fine di certe scelte alla giornata che hanno caratterizzato questo ultimo quinquennio. Se fino a ieri si giustificavano certe moderate scelte dicendo che il bilancio era quello che era - giustificazione per conto mio fin troppo comoda - per coprire certamente la non volontà in passato, di affrontare alcuni grandi problemi, oggi diciamo vi sono le possibilità di guardare al di là dell'attuale situazione, situazione che si è sempre più aggravata, specie nel settore dell'occupazione per non parlare poi di altri settori dove poco si è fatto.
Oggi non solo vi sono gli elementi essenziali per guardare al futuro con serenità. Direi che oltre all'approvazione del nuovo riparto fiscale di cui dò atto all'attuale Giunta della sua manifestata volontà e della sua conclusione positiva, la quale ci dà ampie possibilità di portare avanti un programma avanzato, nel senso di dare uno sviluppo generale della situazione economico-sociale della nostra regione. Direi che vi sono anche nuove prospettive di carattere politico, che certo hanno bisogno di maggiore chiarezza, ma che comunque ci permettono di fare alcune scelte nel senso dei reali bisogni del mondo del lavoro e dell'economia della Regione, prospettive che ci possono permettere d'impostare un'azione programmata di nuove dimensioni e di nuovi indirizzi di sviluppo. Si tratta di buona volontà, di interpretare tutti i bisogni e di sconfinare dai concetti ormai superati e di marca ottocentesca. Si tratta di sconfinare anche se necessario da certe spinte di carattere moderato e ricercare nella collegialità di tutte quelle forze politiche ed autonomistiche che veramente vogliono andare avanti, quell'assieme, quale volontà politica che scongiura qualsiasi rischio di involuzione moderata. Occorre, a mio avviso, una presa di posizione di tutte quelle forze politicamente avanzate e disposte a rompere ogni indugio per valorizzare in meglio l'Istituto regionalistico valdostano, nel senso che diventi sempre più sede di grandi scelte, capaci di portare a sostanziali miglioramenti della vita economica e sociale della nostra Regione.
Infine vorrei affermare che il concetto della parola programmazione non è un prodotto di difficile comprensione se la battaglia per la sua realizzazione viene condotta dalle forze democratiche progressiste. Certo, se per programmazione citiamo l'esperienza che economicamente si è registrata in Italia e che è risultata essere un grande fallimento possiamo dire che un tale esito ha in un certo qual senso compromesso gli ideali programmatori, ma la programmazione in Italia da chi è stata studiata e fatta? È stata studiata e portata avanti dai rappresentanti dei grandi gruppi monopolistici che hanno sconfinato dalle vere esigenze della classe operaia e contadina. Vi è stato sì uno sviluppo in Italia, ma è stato uno sviluppo che ha certamente influito sui problemi sociali ed economici del paese in senso positivo e chi ne ha pagato il prezzo più scottante è stato ancora una volta la classe operaia, i ceti medi. Non si è pensato ad assicurare un adeguato servizio sanitario funzionante, una scuola aperta a tutti, il problema della casa, dell'occupazione e di tutti gli altri problemi che non vi sto ad accennare, ma nella nostra Regione della Valle d'Aosta, se soprattutto si vogliono accogliere le spinte di quelle forze democratiche popolari, può esse la nostra Regione all'avanguardia rispetto alla Nazione. Se soprattutto si vogliono valorizzare la nostra autonomia regionale nel senso di farla diventare espressione di alta democrazia popolare, strumento di istanza democratica, espressione dei bisogni popolari, ecco che allora la programmazione serve. Serve per l'operaio che lavora nella fabbrica, serve per il contadino che lavoro nelle campagne, serve per l'impiegato, serve per tutto il settore produttivo. Certo deve essere però una programmazione che sia espressione della volontà popolare, che si manifesti in Valle d'Aosta.
Si tratta quindi di buona volontà, di interpretare le attese del momento. La grave crisi economica e sociale che attraversa la nostra Regione non ci permette di attendere ancora. Vi sono problemi sul tappeto come la situazione drammatica della Bassa Valle che a troppo tempo subisce un'azione a rientro, mentre deve e può essere risolta subito. A me pare che tale proposito vi sia stata una riunione a Roma a cui io non ho partecipato, ma che comunque non ha dato delle serie prospettive. Quindi nel ribadire il mio consenso, direi alla mozione perché sussista ancora in questo caso sì, si abbia di corrente di responsabilità il Consiglio, esprimo quindi a nome mio personale e del mio partito, e prego coloro che sono investiti di responsabilità di volere al più presto portare la discussione generale, lo strumento di una programmazione quinquennale o qualsivoglia, purché sia e dimostri di essere una scelta indirizzata su obiettivi rassicuranti, che garantiscono alla nostra Regione un progresso economico sociale e democratico che veda partecipi in primo luogo il mondo del lavoro.
Caveri (U.V.) - Mais, je suis d'accord avec une chose qu'a dit Tonino, c'est-à-dire je ne sais pas pourquoi on veut renvoyer la votation de cette motion. Ce serait mieux de la voter parce que au fond elle a encore toute son actualité et peut-être on pourrait enlever une phrase, là où on dit: "Entro il mese di ottobre di impegnare la Giunta Regionale a presentare alla discussione consiliare il progetto del piano di sviluppo per il quinquennio 71-75", en enlevant "entro il mese di ottobre", phrase qu'évidemment est amplement dépassée et sur la nécessité de présenter ce fameux plan, et fameuses recherches économiques et sociales, nous nous sommes bien d'accord aussi parce que nous voyons tous les jours, que naturellement que dans l'absence d'un plan et dans l'absence des conclusions des recherches économiques et sociales de la programmation ont continué à aller en avant en base à une espèce d'empirisme, nous nous sommes favorables à l'empirisme, mais il ne doit pas être excessif.
L'autre jour à la Commission aux Affaires Générales nous avons fait une grande discussion sur trois propositions de loi sur l'agriculture mais cependant, en définitive, encore cette occasion-là, en discutant ces propositions de loi, nous nous avons vu qui faut, certains problèmes généraux, il faut les affronter dans une discussion générale de programmation, parce que autrement un jour on fait une proposition dans un sens, un autre jour on fait une proposition de loi dans un autre sens opposé et on vit un peu trop au petit bonheur et alors qu'elle arrive cette bonne programmation dans laquelle, presque, presque nous n'y croyons plus, mais nous espérons que finalement un beau jour ça arrive ou pour le moins, si pas la programmation, qu'on établisse des règles prioritaires sur l'intervention financière de la Région en certains secteurs plutôt qu'en d'autres. Est-ce qu'on veut favoriser les grands propriétaires agraires comme il nous semble qu'on veuille faire à travers certaines propositions? Va bien, alors qu'on sache dans ce Conseil quels sont les groupes qui appuient les grands propriétaires agraires et qui sont contraires au lieu aux interventions des petits paysans. Qu'on le sache une bonne fois, mais alors qu'on établisse des principes prioritaires dans l'intervention financière, dans les différents domaines de l'Administration.
Andrione (U.V.) - L'Avocat Caveri m'a précédé en large partie sur ce que je voulais dire, je crois également qui est nécessaire que nous discutions de la planification à part, c'est-à-dire au moment de la discussion du budget qui présente déjà de très grosses difficultés en soi-même et qui a un côté technique qui doit être discuté avec une certaine profondeur seulement en dédiant la journée, ou les journées nécessaires des travaux du Conseil au problème du budget.
M. Dolchi je crois, si j'avais bien compris, avait fait des propositions dans le sens qu'il avait dit, nous pourrions nous ou bien retirer la motion, ou bien accepter de la discuter.
En autre sens il serait bien qu'on la discute et que dans un prochain Conseil, la Junte s'engage à présenter au Conseil une discussion - évidemment se sera une discussion théorique, une discussion de préparation aux futurs engagements du budget en matière d'aménagement du territoire, en matière de planification et d'intervention dans la Région, dans les différents domaines - si nous ne faisons pas une discussion de ce genre préalable, au moment de la discussion du budget, évidemment nous serons submergés par les chiffres, par les côtés et les aspects positifs, par le fait que pratiquement le budget - telle que soit la distribution de ceux qui voteront contre ou à faveur - il est très difficile de se déclarer sur le budget, quand on parle de planification, alors nous nous voulons connaître un type de planification à part et d'une façon prioritaire.
Je crois par conséquent, j'invite ceux qui ont présenté cette motion, à la maintenir de façon que la Junte puisse s'engager à présenter peut-être, même à dédier une journée entières des travaux du Conseil à une discussion générale sur la planification et l'aménagement du territoire.
Manganoni (P.C.I.) - Io concordo sia con la proposta di Dolchi di ritirare la mozione o anche con quella di spostargli la data, io penso che non abbiamo delle difficoltà, però io volevo fare osservare una cosa. Ecco gli inconvenienti del regolamento. Se il regolamento prevedesse che tutti gli argomenti all'ordine del giorno e non discussi in una riunione, mozioni comprese, fossero riportate ai primi punti dell'ordine del giorno, noi l'avremmo discussi in tempo.
Montesano (P.S.D.I.) - No! Adesso poi le dirò io...
Manganoni (P.C.I.) - Comunque ma non è su quello che io voglio insistere. La mia preoccupazione è un'altra ed è questa: parla la mozione di crisi economica che investe la Regione ecc., lavoratori di industria che hanno perso lavoro ecc., ed è qui che voglio centrare il mio intervento.
Noi abbiamo avuto a Roma delle proposte da parte della Cogne, io penso che il Consiglio ne debba essere informato e debba anche esprimere il suo parere su queste proposte che a mio parere personale, non sono assolutamente soddisfacenti. Vi è il problema degli stabilimenti per la mano d'opera femminile - perché questo della Cogne sarebbe particolarmente per la mano d'opera maschile, anche se prevede un certo numero di quella femminile, però i tempi lunghi, lunghissimi - poi vi è un altro problema che è serio forse altrettanto di quello della Bassa Valle e che noi non ce ne accorgiamo, che l'opinione pubblica non ne è al corrente. Ebbene di questo ve ne voglio informare io. La Cogne ad Aosta, gli stabilimenti Sider, dal mese di maggio non assumono, hanno chiuso le assunzioni. Conseguenze: da maggio a dicembre 196 dipendenti fra decessi, dimissioni o licenziamenti, pensionamenti, sono diminuiti i posti di 196 e quindi è quasi come uno stabilimento della Bassa Valle che abbia chiuso.
Prospettive per il 1972: dice la Direzione Cogne non parlateci di assunzione perché dovete già essere, rimanere, stare bravi se noi non vi mettiamo in cassa integrazione. Ora di questo passo, nel '72 sempre fra licenziamenti, decessi e pensionamenti ecc., saranno altri 300 circa posti di lavoro in meno. 300 nel '72, 196 - 300 prevedibili - 196 di fatto già avvenuti nel '71, sono 500 posti di lavoro in meno alla Cogne che se li sommiamo ai 500 e rotti della Bassa Valle, noi alla fine dell'anno in corso, avremo oltre 1.000 posti lavoro in meno in Valle d'Aosta.
Ora io penso che una Regione come la nostra, con 110 mila, - se ci arriviamo - abitanti, alla cui economia vengono sottratti circa 1.000 posti di lavoro nell'industria, io mi chiedo quali saranno le conseguenze ed osservate mentre la chiusura degli stabilimenti della Basse Valle ha creato un allarme nell'opinione pubblica perché ci sono stati dei licenziamenti, l'azione che svolge la Cogne ad Aosta, senza licenziamenti ma con l'eliminazione come io vi ho detto pensionamenti ecc., passa quasi silenziosa, l'opinione pubblica non ne è informata, non si allarma e questa operazione potrebbe anche passare liscia.
Ora io penso che benissimo programmazioni, tutto, pienamente d'accordo su tutto, ma questi sono dei fatti immediati di cui una parte sono già avvenuti ed un'altra parte sono in corso. Vi ho parlato dei 300 posti lavoro nel 1972, ora noi - non voglio fare qui tutto un esame della situazione economica della Valle che sarebbe lungo ne accenno solamente - noi sappiamo a che punto è l'agricoltura in Valle d'Aosta.
Il turismo non è che vada a passi, che vada avanti a passi di cavallo da corsa, in secondo luogo il turismo presenta questo inconveniente, che procura dei posti di lavoro per un limitato numero di mesi all'anno, cioè nelle stagioni di punta poi in periodi di morta in cui buona parte dei dipendenti dell'industria turistica se ne devono rimanere a casa. L'industria vi ho detto è in una regressione preoccupante, ribadisco sui circa 1.000 posti di lavoro in meno, ed allora dove va questa Valle d'Aosta? Io mi chiedo cosa ne pensi il Consiglio, pensa che non sia suo dovere esaminare profondamente e seriamente il problema? Io non dico di risolverlo perché non sarà né il Consiglio né la Giunta che con una bacchetta magica lo risolverà, però fare i passi necessari per tentare di arginare questa diminuzione continua dei posti di lavoro e se il Consiglio giudica necessario di esaminare questo problema lo esaminiamo quando? Alla fine dell'anno in corso quando sarà troppo tardi?
Io penso che sia una questione di estrema importanza perché qui ci va di mezzo lo sconquasso della nostra autonomia regionale, ma con estrema sincerità dicevo e poi con la tempestività dovuta, questa è la domanda che io pongo alla Giunta.
Caveri (U.V.) - Je voulais dire deux mots aussi à propos des industries de Verrès; malheureusement les évènements nous donnent raison, parce que nous avons dit et on a dit que nous n'étions pas sincères parce que nous racontions des histoires, mais les évènements nous donnent raison et confirment ce que nous avons toujours dit que pour les industries de Verrès, de la Basse Vallée, on faisait des grands mots, on faisait de grandes promesses, on faisait de la démagogie, on faisait de la polémique, naturellement contre l'Union Valdôtaine bien entendu, mais en définitive il n'y avait rien de sérieux, il n'y avait pas des engagements précis et les dernières nouvelles que nous avons eu à propos de la dernière rencontre à Rome confirment qu'il n'y a aucun engagement sérieux à propos des industries de la Basse Vallée et de Verrès, alors raison en plus de discuter et de voter cette motion, parce que ce n'est pas avec des mots qu'on résoudre les problèmes, il faut des faits, naturellement c'est plus difficile créer des faits, pour seulement fabriquer des mots nous sommes tous très in gamba à fabriquer des mots.
Fosson (U.V.) - Io non avrei voluto prendere la parola su questo argomento, concordo con gli altri dell'Union Valdôtaine che hanno detto che non dovrebbero abbinare la discussione della programmazione con il bilancio e, d'altra parte, quello che viene, che ha detto un momento fa il Consigliere Manganoni ci trova consenzienti, ma ci trova consenzienti non da oggi, perché noi questo problema anche della Cogne e della programmazione della Cogne rispetto a quelle che dovrebbe essere la programmazione regionale non abbiamo aspettato oggi di dirlo perché sono anni che diciamo che la Cogne ha fatto un programma per conto suo senza tenere conto assolutamente di quelle che erano le esigenze regionali e certamente, io non vorrei qui risollevare delle discussioni o ripetere cose che abbiamo detto e che sono sancite anche in quel libro bianco, ma noi abbiamo ad un certo momento da questi banchi, questi banchi qui del Consiglio Regionale, avevamo sentito che erano nominati dei Consiglieri di Amministrazione che avevano detto: allora la Cogne è una cosa nostra e noi cosa facciamo? Noi, come Amministrazione regionale, la prima cosa non sono stati eletti dall'Amministrazione regionale, però attraverso certi Partiti sono stati inseriti dei Consiglieri d'Amministrazione della Cogne, noi abbiamo il diritto di chiedere ad un certo momento a questi signori che rispondono un po' di cosa si faccia alla Cogne e cosa loro pensano di fare, di intervenire per risolvere questi problemi e per evitare quell'andazzo che c'è qui ad Aosta.
C'è una mozione dopo anche per la questione del pubblico impiego dei concorsi, dove noi siamo perfettamente d'accordo, ma io desidererei far parlare anche di quelli che sono gli impieghi per gli impiegati alla Cogne, senza... lì non c'è la questione dei concorsi, ma cosa si fa? Da quando noi abbiamo cinque Consiglieri di Amministrazione nella Cogne impiegati valdostani alla Cogne non ce ne sono più, perché arrivano da Taranto, arrivano da Cornigliano, arrivano da Bagnoli, tutta gente che arriva qui senza esperienza e che è messa ai posti di comando in maniera che oggi c'è un caos completo e io l'altro giorno, non so se voi avete letto l'articolo del Prof. Jemolo, l'articolo di fondo della "Stampa", mi sembra di due o tre giorni fa, e diceva delle grandi verità sulla questione delle partecipazioni statali e sulla questione, effettivamente come si può richiedere ad un certo momento agli operai che debbano dare un maggior apporto o di non richiedere degli aumenti salariali quando nelle altre sfere si assiste a quelle enormità a cui si assiste.
Quindi queste cose qui bisognerebbe ad un certo momento trovare anche il sistema, parlando forse della programmazione, di richiamare i responsabili, quelli che almeno hanno detto che rappresentavano la Valle d'Aosta in questo, nel Consiglio di Amministrazione della Cogne.
Quindi io dico: si faccia pure al più presto una discussione sulla programmazione e allora parleremo anche di questi problemi. Io non voglio adesso parlare della Bassa Valle, ne parlerà forse il Presidente, quello che avevamo da dire l'abbiamo detto direttamente al sottosegretario delle Partecipazioni Statali, l'abbiamo detto direttamente al responsabile dell'EGAM, perché noi ci siamo trovati in quella riunione al Ministero delle Partecipazioni Statali non più con i rappresentanti della Cogne ma con i rappresentanti di quell'altro organismo, più grande, l'EGAM, e abbiamo sentito dalle parole del sottosegretario alle Partecipazioni Statali l'illustrazione dei vantaggi che ne trarrà la Valle d'Aosta con questa nuova organizzazione.
Noi abbiamo detto direttamente al sottosegretario che siamo ancora scettici come lo eravamo prima e che solo al momento in cui vedremo i frutti potremo anche ricrederci e saremo ben contenti di poterci ricredere, ma prima vogliamo vedere i fatti, per intanto i fatti non sono in appoggio a darci delle speranze ma sono lì a confermare che tutte le paure che noi abbiamo espresso da tre anni a questa parte in questo Consiglio si stanno verificando.
Quindi io dico discutiamo pure ad un certo momento della programmazione ma dovremo affrontare anche questo problema a fondo e vedere quello che si potrà fare.
Capisco che siamo in un momento di una crisi economica che è generale ma facciamo attenzione che a forza di parole non ci continuino a menare per il naso perché da una parte c'è una crisi della Bassa Valle e ci sarebbe da creare dei posti di lavoro e si continua a rimandare alle calende greche, questi posti di lavoro non si creano, di qui si dice: siamo disposti a mantenere l'occupazione attuale, di non aumentarla, però in base a quello che ha detto Manganoni, che è purtroppo verità, noi stiamo diminuendo i posti di lavoro e praticamente noi dobbiamo qualche volta assistere a certi giochetti di prestigio che con chi non è addentro in queste cose possono anche riuscire, ma che ad un certo momento si dica: noi a Verrès metteremo la lavorazione dei tondelli, è logico che la lavorazione dei tondelli attualmente si fa ad Aosta e quindi se si deve creare questo affare a Verrès non crea qualche cosa di nuovo, ma non fa altro che spostare una lavorazione che è qui, già con l'arrière-pensée, perché è la stessa caro Manganoni, è la stessa come quella della conto terzi, sapendo che ci sono quegli operai addetti a questa lavorazione che non vogliono assolutamente spostarsi a Verrès e quindi si avrà buon gioco fra un anno di dire: noi avevamo intenzione di creare quella lavorazione a Verrès, però i Sindacati che appoggiano gli operai che sono ad Aosta e che non vogliono trasferirsi automaticamente non vogliono andare e quindi noi non possiamo fare niente e fra un anno ci troveremo dinanzi a questa soluzione.
Quindi io sono dell'avviso che noi dobbiamo affrontare al più presto questo problema della programmazione, almeno per quello che interessa l'Amministrazione regionale e la Regione, e poi vedremo quello che si potrà fare con queste industrie che sono a partecipazione statale che prima avevano ancora un interlocutore un po' più valido, perché erano ben delineate nel loro quadro, oggi l'interlocutore viene sempre meno valido perché si è ampliato nel quadro dell'EGAM, e quindi ad un certo momento sentiamo è compito della Cogne o è compito dell'EGAM?
Ma la Cogne fa parte dell'EGAM e ci sarà sempre un rinvio di responsabilità e di cose che si sposteranno la palla come in una prima linea che sia molto ben inquadrata e noi dovremmo vedere come farà la palla!
Io non volevo dire altro in questo momento, tanto su questo argomento ci ritroveremo a discutere e ne discuteremo a lungo, e bisognerà unire gli sforzi di tutti per poter smascherare quelle che sono delle prese in giro puramente per l'Amministrazione Regionale e per la popolazione della Valle d'Aosta.
Dujany (D.P.) - Vorrei rispondere brevemente ai vari interventi e mi permetterò di rispondere in modo globale e non personale.
Mi pare che questa mozione tende a far sì che venga discusso il progetto di piano per il quinquennio 1971/75, che oggi potremmo spostare al 1972/1976, e mi pare che in questi ultimi mesi è stata costituito da parte dell'Amministrazione regionale l'Ufficio di Piano il quale ha iniziato il suo lavoro in questo ultimo anno 1970, attraverso la pubblicazione, attraverso diciamo l'iniziativa e la pubblicazione di una serie di documenti sulla conoscenza della realtà socio-economica della Valle d'Aosta, questa realtà è stata pubblicata in 13 volumi che sono stati distribuiti a tutti i Consiglieri, io spero che tutti i Consiglieri li abbiano ricevuti e spero anche che tutti i Consiglieri li abbiano letti.
Circa un paio di mesi fa ancora la Giunta mi pare abbia distribuito ai Consiglieri una proposta di piano urbanistico, alcune idee indicative su un piano urbanistico regionale, una pubblicazione mi pare di una cinquantina di pagine e che naturalmente faceva intravedere su un quadro generale questo problema e che io spero che anche questo sia stato ricevuto dai Consiglieri perché se non, naturalmente, prendiamo conoscenza di questi aspetti informativi e conoscitivi della realtà rischiamo di venire poi in Consiglio a discutere il piano in base a delle opinioni personali improvvisate che potrebbero solo dar luogo a perdita di tempo e non a serie proposte.
L'Ufficio di programmazione in questo momento sta lavorando nei vari settori, nei settori - direi che sta concludendo questo lavoro - della Sanità e della Scuola, dell'Industria e dell'Agricoltura. Oramai è nella fase conclusiva di questo lavoro preparatorio e inizieranno le riunioni delle Commissioni consuntive previste dalla legge della programmazione con il 22 di questo mese, quindi si darà inizio ad un primo dibattito previsto da questo Organo della Programmazione più ampio, costituito naturalmente dalle organizzazioni sindacali e dai rappresentanti delle Amministrazioni comunali e dal rappresentante delle varie categorie in cui si cominceranno naturalmente a dibattere questi problemi e si incominceranno diciamo ad apportare altre proposte più concrete a quelle direi così lanciate dall'Ufficio di programmazione a nome della Giunta, su indicazione della Giunta regionale, successivamente questo problema verrà portato in Consiglio. Quindi grosso modo potremmo prevedere entro lo spazio di un paio di mesi, che questo problema possa essere discusso in Consiglio già col parere anche delle categorie interessate in modo che il Consiglio successivamente possa già definire delle priorità, possa fare delle scelte politiche su cui deve basarsi poi il nostro nuovo bilancio regionale e il bilancio futuro.
Questo per quanto attiene al problema del piano di sviluppo del quinquennio 1972-1976. Vi dirò anche questo, si parla molto di piano di sviluppo, mi pare che il Ministero della programmazione aveva parlato del piano di sviluppo 1965-1970 e finito il quinquennio 1965-1970 e il piano di programmazione sul piano nazionale non ha avuto nessun esito positivo. Si è incominciato a parlare del 1971-1975, il '71 è passato e non si è arrivati a nessun risultato.
Spesse volte il Ministero della programmazione aveva iniziato quest'anno un dialogo con i rappresentanti delle Regioni sul problema della programmazione in quanto era avvenuto in questo ordine di idee che una programmazione non può essere una programmazione seria, reale e concreta, non può scendere dall'alto, ma deve bensì salire dal basso, cioè è dalle Regioni che debbono essere prospettate le varie realtà concrete poi attraverso naturalmente a queste varie realtà concrete si può costruire naturalmente una programmazione più generale, mentre non si può far l'inverso, partire solo ed esclusivamente da enunciazioni astratte di carattere generale e poi senza calarle in una realtà o perlomeno senza conoscere questa realtà. Quindi diremmo il discorso credo, della programmazione che anche per noi è un discorso oramai iniziato fino dal 1960-61-62, dovrebbe iniziare ad arrivare ad alcune delineazioni, ad alcune indicazioni concrete grazie naturalmente al lavoro iniziato in questi ultimi tempi.
In occasione di questo oggetto, molti Consiglieri hanno sollevato il problema occupazionale, è una realtà nostra, è una realtà nazionale ancora peggiore in alcune zone di quanto non si prospetti da noi, è una realtà ancora più ampia naturalmente che quella nazionale. È una crisi, direi, economica dell'Italia, i cui motivi sono molteplici ed è inutile enunciarli in questa sede.
Basta aprire la Stampa quotidiana di questi tempi e naturalmente vediamo questi problemi svilupparsi in un modo sufficientemente esteso.
Per quanto riguarda il nostro problema, vorrei dire questo: per quanto riguarda la Bassa Valle e per quanto riguarda l'industrializzazione della Valle d'Aosta, questo lo potremo vedere discutendo meglio e approfondendo il problema dell'occupazione in sede di programmazione, la conclusione a cui siamo arrivati è la conseguenza naturalmente di tutto un tipo di politica fatta in questi ultimi 20-25 anni perché la casa crolla dopo una serie di anni di mancata manutenzione o di mancato intervento.
Non è che crolli, difficilmente crolla appena è costruita.
Quindi, questo ci impone di esaminare questa realtà in rapporto all'esigenza della popolazione della Valle d'Aosta, in rapporto alla sua preparazione culturale, in rapporto alla sua ubicazione, in rapporto a determinati indirizzi che vogliamo dare all'occupazione e allo sviluppo del nostro Paese, in modo da creare una struttura industriale che sia più adeguata alla realtà del momento.
Quindi, direi questo: per quanto riguarda Verrès, l'unico lato positivo acquisito in questo ultimo mese, è la non chiusura dello stabilimento Brambilla Costruzioni, non chiusura che è stata evitata attraverso l'acquisto dello stabilimento da parte della Cogne di continuare questa lavorazione, in attesa naturalmente della presentazione di un programma di strutturazione nuova di quell'azienda per creare nuovi posti di lavoro del prossimo futuro.
Il 17 settembre, se non vado errato, il Ministero delle Partecipazioni, aveva presentato questo programma.
Non ho voluto presentare questo programma in Consiglio, in questo momento, perché volevo sentire il parere della programmazione, d'altra parte noi lo porteremo in questo Consiglio, in occasione della liquidazione dell'eventuale contributo alla Società Cogne, il quale contributo deciso dal Consiglio è subordinato all'approvazione del programma che la Cogne intende eseguire in quella zona.
Quindi la Giunta è vincolata, direi, da questo impegno, stabilito nella legge che ha deliberato il contributo dei 350 milioni alla Cogne, previo, naturalmente esame e approvazione del programma che intende realizzare in quella zona.
Per quando riguarda l'occupazione femminile, continuano dei contatti, l'azienda che avrebbe dovuto rilevare lo stabilimento di Arnaz, direi che oramai riposa tranquilla sull'Aventino, in quanto la situazione sindacale del momento non gli permette di spostarsi dalla zona di Genova perché in questi ultimi anni, in questa zona, che era uno dei tre centri del triangolo con eccessiva quantità di posti lavoro, in questi ultimi anni si sono trovati dinanzi ad una decurtazione di lavoro per la chiusura o il ridimensionamento di altre industrie e quindi le organizzazioni sindacali in questo momento in quella zona sono strettamente vigili affinché le industrie esistenti non se ne vadano via e naturalmente non diminuiscano i posti occupazionali, quindi questa ditta, teme, in caso di spostamento nella nostra zona, l'occupazione dello stabilimento e la sua immobilità.
Ecco il motivo, per cui in questo momento non ritiene di spostarsi in Valle d'Aosta.
Per quanto riguarda invece altre iniziative sono in corso altre iniziative con altre industrie, non voglio dirvi di più perché non vorrei naturalmente domani, non essere in condizioni di poter portare delle proposte concrete al Consiglio in modo da creare veramente dei posti di lavoro sul piano concreto. Però, iniziative ce ne sono, contatti ce ne sono.
Spero solo che queste iniziative, questi contatti possano arrivare a dei risultati effettivi per creare veramente dei nuovi posti di lavoro, e soprattutto iniziative serie perché oggi quando si parla di iniziative serie è sempre un problema estremamente difficile.
Chi avrebbe detto che lo stabilimento di Arnaz sarebbe stato chiuso, con un potenziale economico e finanziario di estrema solidità, con una organizzazione diciamo, quale si pensava che ci fosse, nessuno riteneva naturalmente di trovarsi dinanzi alla realtà innanzi alla quale ci siamo trovati.
E direi che le iniziative serie saranno anche in rapporto agli interventi dell'Amministrazione regionale.
Ecco questo sarà il modo, diciamo, saranno i criteri che dovrà esprimere il Consiglio regionale.
Ritengo che il nostro intervento finora attuato di contributi di questo tipo siano stati degli interventi che non abbiano favorito un'industrializzazione valida in prospettiva di tempo, a favore della nostra Regione, quindi dovremmo assolutamente trovare degli strumenti di natura diversa, oppure accanto a quegli strumenti ne dovremmo trovare degli altri che cautelino gli interessi dell'Amministrazione regionale e che non ci facciano trovare di fronte all'amara constatazione che dopo avere concesso contributi di decine di milioni a determinate attività industriali ci troviamo dinnanzi allo stabilimento chiuso e alla popolazione disoccupata.
Questo è quanto volevo dirvi per quanto riguarda il problema della Bassa Valle e per quanto riguarda il problema della Cogne, sul piano occupazionale e quanto è stato affermato dal Consigliere Manganoni, risponde alla verità.
Questo è stato naturalmente sottolineato all'amministratore della Cogne, il quale mi dice, il quale ha risposto, non solo a me, anche ad altri membri della Commissione e questo è il minor dei mali, in rapporto ai momenti che viviamo.
Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Caveri, è già intervenuto due volte Lei. Va beh.
Caveri (U.V.) - Le seul qui a eu le courage de dire la vérité sur la programmation en Italie, a été M. Fanfani, qui a dit: "la programmazione in Italia è il libro dei sogni", en effet c'est vrai, parce que le plan qui a été fait par le Gouvernement Central sur la programmation en Italie a été démenti par les évènements qui ont subi.
On avait prévu des grandes augmentations et au lieu il y a eu des diminutions de revenus national.
L'unique qui a su faire en Italie, jusqu'à présent une programmation sérieuse c'est Monsieur Gianni Agnelli, le Patron de la FIAT et les ministres lisent sur le journal, apprennent de la lecture du journal la fusion de la... quand il y a eu la fusion de la FIAT et la CITROEN, les ministres, le matin après, comme nous autres, ont lu sur le journal qu'il y avait eu la fusion de ces deux sociétés.
Pour ce qui concerne la programmation en Vallée d'Aoste, il y a eu l'intention précise de la part de la Junte précédente d'exclure de la préparation de la programmation les représentants des groupes politiques conciliaires, comme dans la question du biennio plus tard, la Junte actuelle a voulu exclure, on avait mis cinq ou six syndic naturellement n'étaient pas taillés pour s'occuper de ces problèmes, représentants des syndicats, etc. nous sommes pas contraires à ce qu'il u ait des représentants des syndicats soit pour étudier le biennio, soit pour étudier la programmation d'autres mois, mais, cependant, en parlant de la Junte précédente on avait voulu exclure les représentants politiques des Groupes conciliaires et les résultats on le voit maintenant, parce qu'on est en train de faire de la grande théorie, mais de pratique - pour le moment - ont bien peu de choses.
Je dis encore un mot: pour ce qui concerne la Basse Vallée, malheureusement les informations directes que nous avons sur les derniers pourparlers de Rome sont des renseignements que nous avons, sont des renseignements négatifs pour le moment il n'y a rien de concret, il n'y a rien de sérieux et l'unique chose sérieuse qui a été dite, a été dite par M. Einaudi parce qu'il a été obligé de le dire, devant 40-50 personnes qui faisaient du grand "bla-bla-bla-bla" qui ne sert à rien. J'ai demandé à M. Einaudi s'il avait la volonté, s'il avait la possibilité de créer une industrie à Verrès, M. Einaudi devant 40 personnes, il m'a répondu textuelle qu'il avait ni la volonté, ni la possibilité de fonder une industrie à Verrès.
Ça c'est la vérité, tout le reste c'est blanc-manger, tout le reste c'est une tentative de tromper l'opinion publique et c'est comme une, encore là, il y la fameuse "elettoranite acuta" et on croit, qu'en faisant de grandes promesses et des représentations roses de la réalité, on s'attire la sympathie des gens, et des gens sont des saint-bénis (?) tant des fois, et puis il vient le moment qu'ils ouvrent les yeux et ils s'aperçoivent qu'on les a bonnement trompées.
Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Tonino.
Tonino (P.S.I.U.P.) - Vorrei approfittare brevemente di quanto è stato detto dal Presidente della Giunta, quando ha parlato dell'industria della Bassa Valle, ricordare questo: mi pare che siano trascorsi ormai due mesi o forse tre da quell'incontro avuto con il Ministro della Compartecipazioni Statali, Piccoli, il quale aveva detto: "cercatevi un industriale serio, tessile che è capace di rilevare, o impiantare un nuovo stabilimento tessile in Bassa Valle, che il Ministero avrebbe compartecipato con il 30-40%", quindi un affare che noi abbiamo giudicato molto buono.
Vorrei sapere se questo industriale serio, bravo si è cercato, si è trovato.
Noi avevamo avuto contatti con la Commissione Industria e Commercio, con un certo industriale, il quale pareva che poteva corrispondere alle nostre aspettative.
Ora, però, non abbiamo più saputo niente, i contatti come sono stati portati avanti con questo industriale.
Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Manganoni, cerchiamo di non uscire dall'argomento, vero, perché, altrimenti...
Manganoni (P.C.I.) - A parte che le raccomandazioni del Presidente del Consiglio, sia sul numero degli interventi che sul contenuto, si rivolgono quasi sempre a me, o no? Io le accetto, però lo inviterei ad essere molto imparziale, da rivolgerle a tutti quelli ...
Montesano (P.S.D.I.) - La ringrazio di questo rilievo.
Manganoni (P.C.I.) - Io concludo solo con questo: è vero, inizio del dibattito, dice il Presidente, degli organi della programmazione, dei piani di sviluppo, fra alcuni mesi si porteranno in Consiglio, tutto lì...
Noi da dieci anni che ci riempiamo la bocca della programmazione, dei piani di sviluppo, che portiamo in Consiglio, stampiamo tonnellate di carta, tutto bene ... tutto utile, tutto quanto, no?
Io non mi auguro di non continuare per altri dieci anni su questa via, cioè lassù quando la realtà è quella che vi ho detto.
Oggi 700 posti di lavoro in meno alla fine del 1972, almeno 1.000 posti di lavoro in meno, questa è la realtà, non sono delle chiacchiere, sono fatti reali.
Secondo me, è questo che deve preoccuparci, ma ci deve allarmare, perché io mi chiedo di questo passo dove va a finire l'economia della Regione e penso che non so, non è che io voglia giudicare male i miei colleghi, ma ho l'impressione che questa situazione, per me disastrosa, specialmente poni in prospettiva, non so, non interessi sufficientemente, non colpisca sufficientemente i miei colleghi.
Non so, io forse vedrò tutto nero, io forse sarò un pessimista, ma io mi baso su delle cifre, non su delle chiacchiere, su dei dati.
Montesano (P.S.D.I.) - Il Consiglio è d'accordo nel chiudere la discussione sulla mozione? Bene. La parola all'Assessore Chantel.
Chantel (P.S.I.) - Io ripigliando una parte del discorso del Presidente, che quando una casa crolla, non crolla quando è nuova, ma crolla perché per anni e anni nessuno ha pensato di fare le riparazioni necessarie, trovo strano una parte dei discorsi che ci sono oggi in questo Consiglio, perché mi sembra che al periodo delle vacche grasse, mi sembra che al periodo in cui gli industriali volevano le espansioni, non tutti quelli qui presenti, che oggi protestano, e dicono: "stufate l'opinione pubblica, state raccontando delle balle, ecc. ecc.", a loro tempo si siano preoccupati di questi problemi non solo, ma per una strana ragione, che io non voglio discutere qui in Consiglio, ogni qualvolta ci sia stato un tentativo di iniziativa seria, di industrializzazione della Valle, mi riferisco anche al tentativo dell'Olivetti, è stato regolarmente repoussé e purtroppo oggi, forse, si pagano le spese di una politica assurda, fatta nel 1918, quando l'Ansaldo Cogne portatosi ad Aosta - non è bene ricordarle queste cose e non parlo specificatamente dell'uno più dell'altro, - invece di aver trovato un'amministrazione anche allora comunale, perché non esisteva un'Autonomia, ecc. che avesse cercato di contrattare con questa società, dei miglioramenti e delle condizioni, abbia detto perfettamente il contrario, abbia invitato allora i valdostani a non entrare nello stabilimento, e di accettare di andare a lavorare all'estero, questa è la verità perché una buona parte della manodopera comune ce la siamo portata, a suo tempo addirittura complete dello stesso paese, e parlo dei primi veneti che sono venuti qui, hanno fatto bene a venire, ma ad ogni modo non è che allora si siano preoccupati che i valdostani avessero una trattazione o un possibilità di entrare nell'industria.
Non solo, ma dovrei dire anche che dal 1947 in poi con una politica di previsione industriale, una politica che prevedesse a un bel momento, la calata di reddito già esistente allora, perché non è da oggi che l'agricoltura è nelle condizioni in cui è.
Io mi ricordo 50 anni fa, e anche oltre, si diceva: Oue, le campagnard dei betti de part le sous pe pay le taille, d'atro en secotze, la pà, questa è la realtà.
E noi questa realtà l'abbiamo dimenticata, l'abbiamo dimenticata nel '47, nel '48, nel '49 e via di seguito, dimenticando che il passaggio sfarzoso (?) tra un'agricoltura che impegnava il 30-33% della popolazione valdostana non era sufficiente nelle condizioni economiche per mantenere questi valdostani, noi ci siamo preoccupati già da allora di creare un posto di lavoro per queste persone.
È logico che oggi in tempo di crisi ci troviamo nelle situazioni in cui ci siamo, ed è logico che oggi è altrettanto difficile dal lato industriale sistemare la questione della Valle d'Aosta, quando prima di noi, anni indietro i Comuni e le Provincie... gratuitamente i terreni per poter importare un'industria e un lavoro.
Oggi naturalmente queste sono le verità, a cui molti in questo momento qua, passano sopra così allegramente perché probabilmente a queste cose o non ci hanno pensato o non hanno voluto portarle avanti.
Non voglio saperne le ragioni, potrebbero anche essere politiche, non voglio saperne, io cito solo dei dati di fatto.
Il dato di fatto è questo, l'Amministrazione, è inutile, deve mettersi in testa che se gli indizi (?) li vuole sul posto dovrà marciare con quell'apporto di capitale di legge finanziaria come marciano le altre regioni e come marciano le altre provincie e gli altri Comuni.
Questa non è una novità, bisognerà aver pazienza se si vuol risolvere il problema, di metterselo in testa e se sarà necessario, bisognerà spendere i 300 milioni, eventualmente anche il miliardo per arrivare allo scopo.
Dolchi (P.C.I.) - Il Signor Presidente diceva che la discussione era conclusa, io non avevo ben capito se il Presidente della Giunta...
Montesano (P.S.D.I.) - Permette Consigliere Dolchi, è chiusa la discussione; il regolamento permette di avere la parola uno per gruppo, quindi perciò, quando ci siamo messi d'accordo di chiudere la discussione... (Voce) ...ma ne ha fatti tre Lei, eh! Già, dopo la chiusura di discussione ci sarà l'intervento per gruppo.
Lei, può senz'altro... la parola al Consigliere Dolchi.
Dolchi (P.C.I.) - Quindi, indipendentemente dalla possibilità di parlare ancora come gruppo, io come primo presentatore se volete, volevo, siccome il Presidente della Giunta ha riconfermato direi così, l'intenzione di presentare con sollecitudine all'esame del Consiglio il piano, riaffermare che condivido le opinioni che sono state espresse dal Consigliere Caveri, Andrione, e Manganoni, dicendo forse sarebbe opportuno dedicare una giornata intera del Consiglio regionale all'esame del piano.
Ricordo per inciso al Consiglio che il nostro gruppo è escluso dagli organismi che stanno, è ancora escluso dagli organismi che stanno elaborando il piano e quindi l'unica possibilità di intervenire nel dibattito è quella della discussione consiliare.
Infatti nel Comitato tecnico noi siamo presenti, saremo indirettamente presenti come forza politica nei comitati consuntivi.
Ecco, questo per dire, che forse si rende necessario anche se non definitiva la discussione nel Consiglio, affinché le forze che non hanno rappresentanti o non sono rappresentate negli organismi che elaborano la documentazione e il piano, possano non solo pronunciarsi in sede definitiva accettare o non accettare ma anche, così in una fase intermedia, esprimere la loro opinione sull'elaborazione del piano, pertanto se il Consiglio è d'accordo, io manterrei la mozione a nome del gruppo comunista, togliendo solo "entro il mese di ottobre" che effettivamente sarebbe anacronistico, mantenendo però la richiesta di impegno alla Giunta di presentare per il dibattito consiliare il piano, sarà da discutere poi fra i Capi gruppo, e l'Ufficio di presidenza, con una apposita discussione.
Quindi conclusione per quanto riguarda il gruppo comunista, mantenimento della mozione con l'abolizione "entro il mese di ottobre".
Montesano (P.S.D.I.) - Modifica anche gli anni, però, 1972-1973.
Dolchi (P.C.I.) - Quello direi che va oltre il nostro potere, direi che è chiaro, automatico, anche gli anni, in modo, che, io vorrei però questa raccomandazione alla Giunta, anche se è terminato tutto il lavoro di preparazione, anche se non è terminato da parte dell'ufficio del piano, tutta quell'azione di ricerca, di consigli, di dibattito a livello consultivo con le altre forze sociali, economiche della Regione, forse non sarebbe male che il Consiglio, anche in questa fase interlocutoria, di studio, fosse interessato al piano e non solamente in sede decisionale.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora, prima di chiudere la discussione generale, diamo la parola al Vice Presidente Fosson, dopo di che ci saranno le dichiarazioni di voto.
Fosson (U.V.) - Io non avrei più preso la parola, ma dopo l'intervento dell'Assessore Chantel, mi sento in dovere di fare una garbata polemica sull'Assessore Chantel, perché a un certo momento si sentono fare delle affermazioni in quest'aula, l'altro giorno sentivo fare delle affermazioni categoriche sulla questione che non avevamo mai sanato la questione del football della società Aosta, e io mi ero permesso di dire: "guardate che l'abbiamo già sanata una volta", qualcuno dai banchi, allora, della sinistra, ha detto: "no, non l'abbiamo mai fatto".
Io ho fatto che cercare tutti i documenti, e ho potuto dimostrare che la mia memoria non mi aveva tradito e quindi quello che avevo detto era logico, era giusto.
Adesso ho sentito dall'Assessore Chantel che andando al 1918, si capisce che nessuno si ricorda del 1918, ha fatto un'altra affermazione categorica che è completamente sbagliata e io sarò lieto di dare al Consiglio o direttamente al Sig. Chantel, all'Assessore Chantel, un documento in cui il Comune di Aosta, con la Cogne, aveva richiesto per chiedere alcune cose, che ci fosse la priorità dell'impiego per la manodopera locale, nella Cogne, quindi una cosa totalmente diversa dall'affermazione che ha fatto in questo momento l'Assessore Chantel e questo documento io l'ho fatto presente e mi sono fatto forte di questo documento quando ero nella Commissione interna della Cogne, dopo la Liberazione, quando certe persone non volevano assumere la manodopera valdostana e ho fatto presente proprio, ho tirato fuori questo documento della Città di Aosta, e mi è servito almeno in quel momento come appoggio.
Quindi andiamo adagio a fare, a dire certe affermazioni perché noi dovremmo ricordare tante cose e anche quando si dice: non si è mai intervenuti in passato per la questione dell'industrializzazione, o per la programmazione della Cogne, ma noi non abbiamo aspettato nel 1972 di parlare, di sollevare certi argomenti sulla questione Cogne, ad esempio, perché non andiamo adesso qui a fare tante storie, rivangare tutto, però abbiamo discusso nel 1954, in questo Consiglio, abbiamo più volte, quando eravamo ancora nell'Amministrazione regionale, nella Giunta, abbiamo più volte richiesto che la Cogne seguisse certe linee, si sono sempre disinteressati completamente di quello che diceva l'Amministrazione regionale, ma questo allora Assessore Chantel, non bisogna dare una colpa al Consiglio regionale, bisogna eventualmente dare la colpa a chi stava più in alto e a chi dirigeva, eventualmente individuare le responsabilità politiche di chi ha diretto la Cogne in un dato senso piuttosto che in un altro, perché la questione, ad esempio che la Cogne, doveva dare la possibilità di vita a delle industrie satelliti nella Regione. È una cosa che è stata richiesta subito, al momento della Liberazione e qualche industria era sorta lì in Valle d'Aosta per lavorare gli acciai e portare a finitura gli acciai della Cogne, ma cosa è capitato? Che per gli interessi non certamente sollevati dall'Amministrazione regionale, queste industrie locali sono state boicottate, a queste industrie gli si faceva aspettare il materiale, sei-sette mesi, in maniera che pur lavorando per l'estero, a un certo momento non potevano far fronte alle loro promesse, e questo stesso materiale che veniva negato a delle industrie locali, veniva spedito, in quel momento che c'era carenza di materiale, a delle industrie fuori valle che avevano certamente dei collegamenti con certi interessi della Cogne; quindi questo, da parte dell'Amministrazione regionale è stato fatto presente molte volte, perché l'Amministrazione regionale è intervenuta in appoggio di questi piccoli industriali, ma ha sempre trovato un muro di incomprensioni in quel senso. Non veniamo alla storia più recente, perché la storia più recente l'abbiamo discussa qui, quando abbiamo discusso del problema della Cogne ed eravamo in diversi che eravamo consenzienti dicendo e mettendo a raffronto quella che era la programmazione, l'indirizzo indicato dalla società in un certo momento con la Commissione di programmazione e quello che è stato invece l'indirizzo applicato immediatamente dopo sei mesi, dopo, senza assolutamente interessare gli organi della programmazione regionale, facendo una scelta completamente diversa da quella che era stata fatta insieme con gli organi di programmazione regionale e questo parlo di tre-quattro anni fa, cinque anni fa, quindi in questo campo. In certe altre cose siamo perfettamente d'accordo, si sono fatte anche delle scelte sbagliate, la questione, adesso non vogliamo fare qui una discussione sull'economia generale, io l'ho anticipato anch'io, e concordo con quanto ha detto il Presidente della Giunta, c'è un momento di crisi generale che automaticamente si fa sentire, in altre zone dove avevano fatto delle scelte migliori che le nostre e si fa sentire anche qui, e basterebbe citare il caso della SIRCA-DAVIT, dove praticamente c'era un'industria che dava tutti gli affidamenti, era quella invece, anche quella, per delle ragioni contingenti si è trovata in crisi.
Ci sono altri esempi, forse meno probanti che non potete fare carico, certamente a quella parte a cui si era rivolto l'Assessore Chantel, perché a un certo momento, se noi parliamo di altri stabilimenti che sono stati creati a St. Vincent, stabilimenti industriali, non parlo di quelli turistici, praticamente c'era già da pensare fin dall'inizio e si era detto in quest'aula quali erano le condizioni di questo... quindi a un certo momento io dico: dovremo studiare tutto questo, ma facciamo solamente attenzione - è questa la conclusione di tutto - facciamo solo attenzione, cerchiamo pure delle industrie serie, ma non facciamo un'equazione che si tende un po' a fare, industria seria = intervento regionale di una certa, molto importante, perché probabilmente ci sono delle industrie che vogliono esclusivamente approfittare del momento e fanno delle richieste che sono pazze, quindi abbiamo tutto il dovere di vagliare queste richieste e se sono industrie serie, ci troveremo tutti concordi, ma facciamo attenzione di non farci bidonare, perché c'è un sacco di gente in giro che cerca solo di tirare il massimo profitto per poi fregarci a un certo momento come già capitato per altre volte.
Questa è la conclusione.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora chiusa la discussione generale, potrete parlare poi dopo, cioè io leggo, insomma perché tutti siano al corrente, dopo la chiusura di discussione sono ammessi a parlare un oratore per ciascun gruppo, gli Assessori competenti e infine il Presidente della Giunta, quindi tu hai la possibilità di parlare Chantel.
Allora chi chiede la parola in rappresentanza dei gruppi? Assessore Chantel.
Chantel (P.S.I.) - Io non voglio fare della polemica, non ho voglia nemmanco che si interpelli ad uso e consumo personale, o si interpreti i miei discorsi su una sola strada.
Io ho affermato che nel periodo delle vacche grasse, per l'industria, c'era la possibilità di portare delle industrie in Valle d'Aosta al di fuori della Cogne, non ho mai discusso di industrie che dovessero essere legate alla Cogne, anzi, la prospettiva era proprio diversa, portare in Valle d'Aosta un'industria che non fosse legata alla Cogne. Questa era proprio la prospettiva.
Ripeto ancora una volta, senza scendere nei particolari che se effettivamente le Amministrazioni precedenti lo avessero voluto fare avevano la possibilità di farlo.
Alla risposta di quel documento che Fosson vuole sottomettermi della deliberazione comunale, qualcosa forse mi potrei ricordare anch'io.
Io so un fatto solo che qualunque valdostano allora avesse voluto entrare alla Cogne, aveva la possibilità perché prima di Fosson e di qualcheduno altro, alla Cogne ci ho lavorato anch'io.
Chiaro come il sole e non ho avuto nessuna difficoltà ad entrarci, assoluto, domanda: il giorno dopo occupato, perciò continuo ad affermare quello che ho affermato prima che se anche ci fosse o non ci fosse questo documento, all'inizio quando è venuto l'Ansaldo Cogne ad Aosta la possibilità di impiego di manodopera per i valdostani esisteva, bastava che l'avessero voluto.
Questo è solo un... (voce) ...in quanto può confondere quel (?) che io ho detto che c'era la possibilità di procurare del lavoro industriale diminuendo quella quota che si era dimostrata in diminuzione perché allora gravava sull'agricoltura il 33% della popolazione, oggi da sola, questa percentuale è diminuita, vero, è a dimostrazione che prevedendolo fin dal principio si sarebbe già potuto allora dare il via ad altre industrie che non avevano niente a che vedere con la Cogne e questa è un'affermazione che credo sarà molto difficile confutare sia da parte di Fosson che di chiunque altro.
Sono d'accordo anch'io che i responsabili della politica della Cogne, allora, avrebbero dovuto fare qualcosa di più per la Valle d'Aosta, tutto quelle che ha detto Fosson sulla lavorazione degli acciai, sulla produzione di ghisa, superiore al necessario, perché la ghisa poi fosse passata ad altri stabilimenti per la lavorazione degli acciai sono cose che credo che chiunque si fosse occupato dell'economia della Valle d'Aosta e dei lavoratori sappia a memoria, di tutto quello che è capitato nella Cogne, nelle vecchie amministrazioni. Questa è un'altra cosa non confutabile.
Ma io ribadisco ancora una volta che se si fosse voluto, a un dato periodo c'era la possibilità di portare altre industrie serie in Valle d'Aosta e di preoccuparsi di dare un lavoro a tutti e probabilmente di dare questo lavoro anche a quelli emigrati che probabilmente si trovavano meglio in Valle d'Aosta che fuori della Valle d'Aosta.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora la parola al Consigliere Caveri per l'Union Valdôtaine.
Caveri (U.V.) - Per me l'intervento, o meglio gli interventi, un po' più chiaro il secondo, ma il primo intervento dell'Assessore Chantel è stato assolutamente incomprensibile. Non ho capito se parlava in esperanto o se parlava in volapük, comunque era molto scuro il suo discorso.
Ho capito una cosa: che lui, Chantel, appartiene al periodo delle vacche grasse, lo ha detto un momento fa.
Purtroppo dissento da molte cose dette da lui, quando invoca l'esempio delle altre Provincie, ma, in altre provincie la crisi industriale è altrettanto grave, anzi ancora più grave che in Valle d'Aosta, ha fatto un accenno, ha fatto parecchi accenni più o meno velati alla Cogne, accennando a presunte responsabilità, non si è capito di chi, certamente non responsabilità da parte nostra perché noi non abbiamo mai amministrato la Cogne. Noi siamo stati i primi, con altri partiti già nel 1953 a denunciare la mala amministrazione della Cogne, con il risultato che alcuni aderenti sono stati cacciati dalla Cogne e altri trasferiti, traslocati, e allora nel 1953, quindi 19 anni fa, noi denunciavamo i sistemi di cattiva amministrazione della Cogne, che con l'aiuto di altre cause nazionali e internazionali, hanno portato alla disastrosa situazione attuale.
Quindi non so a chi ha voluto alludere Chantel quando ha parlato di responsabilità per quanto riguarda la Cogne.
Chantel ha voluto parlare, ha fatto un accenno molto scuro alla questione della cessione dei terreni gratuiti, la cessione dei terreni gratuiti è stata fatta proprio quando eravamo all'Amministrazione noi, quando erano all'Amministrazione altre Giunte. I Comuni hanno ceduto terreni gratuiti a iosa in Valle d'Aosta. Vi sono stati altri interventi a favore delle industrie, con quale risultato? Con il bel risultato di trasformare la Valle d'Aosta in una specie di cottolengo di bru-bru e di falliti - le varie Fera - si direbbe invece che Chantel voglia continuare in quei modi sbagliati della concessione dei terreni.
Evidentemente il problema dell'industria deve essere studiato con maggiore serietà e non serve a niente parlare con il tono dell'oratore da comizio, parlando persino troppo vicino al microfono, in modo che anche per quella ragione non c'è nessuno che capisca niente di quello che dice il Dr. Chantel.
Ad ogni modo noi votiamo a favore della mozione Dolchi per le ragioni che già abbiamo detto nei nostri troppo numerosi interventi.
Montesano (P.S.D.I.) - Altre dichiarazioni di voto?
Allora chiudiamo passando alla votazione. Chi approva la mozione alzi la mano.
Vuol rispondere? Ah! Va beh.
Chi è contrario? Astenuti? Il Consiglio approva all'unanimità, mi pare.
Ora sono le 12,10. Cosa vogliamo fare, facciamo un'altra mozione? Cosa dice il Presidente? Ecco, il Presidente mi dice che aveva un appuntamento a mezzogiorno.
Se mai, possiamo cominciare alle sedici.
Allora la seduta è tolta e il Consiglio è convocato per le ore 16.
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La seduta è tolta alle ore 12,10.
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