Oggetto del Consiglio n. 58 del 27 febbraio 1973 - Resoconto
OGGETTO N. 58/73 - Situazione sulla "Centrale del latte" di Aosta. (Interpellanza)
Montesano (P.S.D.I.) - Vuol illustrare l'interpellanza Rag. Dolchi?
La parola al Rag. Dolchi.
Dolchi (P.C.I.) - Brevissimamente. Questo Consiglio ha già avuto occasione di interessarsi di questo problema che è un problema che non è mai stato definito. Io non vorrei ricordare delle cose che sono note, ma sappiamo come ancora, per iniziativa della Giunta Bondaz, sono stati costruiti dei stabili, magazzini generali e Centrale del Latte. Due stabili che avrebbero dovuto ospitare due attività che al momento della costruzione non si sapeva ancora come avrebbero potuto funzionare, e sotto quali caratteristiche. Per quanto riguarda la Centrale del Latte, successivamente si è addivenuti alla costituzione di una Società per azioni composta, che avrebbe dovuto essere composta da Regione, Comune, Produttori e rivenditori. Le vicende sono note, malgrado le proroghe che sono state date ai produttori e ai rivenditori, questi non hanno ritenuto di acquistare le azioni che sono state a loro destinate. È subentrato l'Istituto S. Paolo come anticipatore di queste quote azionarie, la Centrale del Latte ha iniziato la sua attività, dal punto di vista finanziario è intervenuta l'Amministrazione regionale. Attualmente accantonata alla fase, mi sembra della partecipazione dei rivenditori e dei produttori, le azioni dopo la rivalutazione del capitale azionario sono il 95% alla Regione e per il 5% al Comune di Aosta, quindi due Enti pubblici responsabili dell'attività.
Mi sembra di dover dare atto anche che l'Amministrazione e la sua azione si è inserita positivamente, anche se forse avvicinandosi a quella liberalizzazione delle attività, che al 1° aprile dovrà avvenire per gli accordi comunitari, la Regione non abbia proceduto nei confronti della Centrale del Latte con una programmazione, o con una visione che inserisse questo organismo nella più vasta azione per la zootecnia e per la produzione del latte in Valle d'Aosta.
Infatti, possiamo constatare che la Centrale del Latte sta assolvendo ai suoi compiti strettamente legati al prodotto, cioè garantisce un prodotto igienico, genuino, ma nei confronti dei produttori possiamo dire che risente delle norme che regolano la sua vita e cioè quelle di una legge fascista del 1938, la quale appunto stabilisce, come compiti essenziali e fondamentali, solamente quella della raccolta, dell'imbottigliamento e quindi della garanzia nel confronti del cittadino, delle genuinità del latte.
Su questo non ci sono dubbi. Ecco, mi sembra però che in una prospettiva, se la Regione deve intervenire ogni anno come è intervenuta, versando alcune decine di milioni per sanare il deficit, bisogna risalire a monte di questo deficit che è di varie componenti. È composto da vari elementi, ma soprattutto è composto dalla notevole differenza che viene corrisposta sul prezzo del latte, che viene corrisposto fra quello che potrebbe essere il mercato libero al di fuori della Valle d'Aosta e il prezzo che viene pagato ai produttori.
Noi siamo perfettamente d'accordo che le 115 lire al chilo pagate ai produttori, sono il frutto di una scelta e di un orientamento in questo settore, quindi, non mettiamo minimamente in dubbio la validità del prezzo concordato con i produttori, però riteniamo che nel quadro delle ricerche che vengono fatte, - e la nostra interpellanza si richiama ad una Commissione che avrebbe, per conto della Giunta, fatto degli studi in proposito -, ecco la nostra interpellanza, - oltre a voler conoscere, se è possibile, i risultati del lavoro della Commissione e quelli che sono gli orientamenti della Giunta, in conseguenza a questi studi fatti dalla Commissione , avanzare anche una nostra prospettiva, una nostra richiesta, una nostra visione del problema, che è quello di mantenere alla Centrale del Latte la sua funzione specifica di garantire un prodotto genuino, controllato, ad un determinato prezzo, ma anche quello, proprio perché l'Amministrazione regionale interviene con dei propri fondi per sanare il deficit dovuto in gran parte al prezzo concordato con i produttori. Vedere come si colloca, che posizione occupa la Centrale in questa politica, che riguarda la zootecnia e la produzione lattiera, affinché non sia solo un organismo amministrativo che recepisce, che ottiene dei fondi dalla Regione, e che fa da trait d'union tra il produttore che viene ad essere beneficiato nei confronti di altri produttori da questo prezzo concordato, e il consumatore che ha un prodotto genuino, ma essere un elemento di stimolo, un elemento importante in una politica nei confronti della produzione lattiera e della zootecnia in Valle d'Aosta.
Quindi se ci vanno dei soldi, se la Centrale del Latte svolge una determinata funzione nei confronti del cittadino che acquista e beve il latte, sia, anche al di là della legge fascista che ne limita le possibilità, uno strumento di promozione, uno strumento inserito in una politica nei confronti della produzione lattiera e della zootecnia in Valle d'Aosta.
Quindi se ci vanno dei soldi, se la Centrale del Latte svolge una determinata funzione nei confronti del cittadino che acquista e beve il latte, sia, anche al di là della legge fascista che ne limita le possibilità, uno strumento di promozione, uno strumento inserito in una politica che riguarda l'agricoltura in generale e la produzione lattiero-zootecnico in particolare.
Ecco, se questo è possibile, noi riteniamo che la nostra mozione abbia avuto lo scopo di sollevare il problema, dicevo, se questo discorso è possibile, vediamo come portarlo poi in avanti. Grazie.
Montesano (P.S.D.I.) - È un'interpellanza, Consigliere Dolchi, non una mozione.
Allora la parola all'Assessore Maquignaz.
Maquignaz (D.P.) - Il Consigliere Dolchi ha voluto affrontare il problema e andare oltre a quello che era il contenuto dell'interpellanza. Naturalmente il problema sussiste, perché noi sappiamo che in base alle disposizioni comunitarie, e dall'aprile 1973, non potremo più corrispondere alcun contributo alla Centrale del Latte per come è costituita in questo momento.
Infatti la lettera di approvazione degli ultimi contributi dei 140 milioni di lire, che è arrivata, finalmente dice: "La Commissione informa il Governo italiano di avere esaminato il disegno di legge, ecc. e di non avere osservazioni particolari da formulare, ma richiama la sua attenzione sul fatto che la validità di tale posizione è limitata al 31 marzo 1973, data di scadenza del regime eccezionale autorizzato in favore delle Centrali del Latte italiane".
Quindi noi sappiamo che questo è l'ultimo contributo che verrà approvato da parte della Comunità Europea per quanto riguarda gli interventi per la copertura delle passività alla Centrale del Latte.
Perciò la Giunta si è preoccupata di questo problema, e nell'agosto del 1972 ha nominato una Commissione, proprio per studiare qual è la nuova impostazione che noi dobbiamo dare, perché sia mantenuto, e si possa continuare a fare questo servizio importante per la popolazione di Aosta.
Direi, in questo momento importante per la popolazione di Aosta, e non più importante per gli agricoltori, perché gli agricoltori, il latte alla Centrale, non lo portano quasi più, cioè riescono, con una utilizzazione attraverso i Caseifici, di avere un reddito superiore a quello che può pagare la Centrale del Latte, per il fatto che il prezzo alla vendita è bloccato e quindi è normale che la Centrale, più di quel tanto non può arrivare. E se la Regione non può più pagare queste passività, ad un certo momento è normale che c'è la chiusura della Centrale.
Quindi, la preoccupazione della Giunta era quella proprio di esaminare che cosa si poteva fare e quale impostazione si poteva dare alla Centrale per poter superare "l'impasse", diciamo, della difficoltà dei contributi da parte della Regione.
La Commissione era composta da un rappresentante dell'Assessorato all'Agricoltura, l'Ispettore Agrario Dr. Reggio, uno della Centrale del Latte, l'Amministratore Delegato. Qui mi permetterei di dire che non è esatto affermare che ha svolto il suo compito all'insaputa e al di fuori del Consiglio di Amministrazione, perché nella Commissione c'era l'Amministratore Delegato, il Geom. Coquillard, un rappresentante per i conferitori, il Can. Vaudan, ed un Commercialista per tutti i problemi che riguardavano la sua materia, il Dr. Laurencet.
Questa Commissione ha terminato lo studio, ha presentato alla Giunta la relazione conclusiva. La Giunta non ha ancora avuto il tempo, in questo momento, di esaminarlo, però evidentemente lo faremo quanto prima, perché per la verità, la scadenza è ormai prossima.
Volevo solo precisare che non è che al 1° aprile la Centrale del Latte dovrà chiudere i battenti; al 1° aprile scade invece la zona bianca, cioè la legge del 1938 e quindi chiunque può venire in Valle a vendere del latte.
Quindi questa è la prima preoccupazione. La seconda è che la Regione non potrà più intervenire con questa forma di società. Accenno brevemente che le proposte avanzate dalla Commissione sono: la prima, per una eventuale regionalizzazione o municipalizzazione della Centrale; la seconda è, invece, di mantenere la forma attuale, naturalmente con notevole aumento di capitale, per far fronte attraverso questa forma; la terza soluzione era quella invece di darla o ad una Cooperativa o ad un Consorzio.
Quindi, le tre soluzioni che noi dovremo esaminare prima come Giunta e poi come Consiglio, perché è un problema che interessa il Consiglio regionale, non solo la Giunta, verrà presentato appena la Giunta lo avrà esaminato e avrà fatto uno studio più attento, e questo naturalmente insieme al Consiglio di Amministrazione.
Quindi è tutto ancora in fase di studio. La relazione è presentata ma non ancora esaminata da parte della Giunta. La Giunta però si preoccupa di questo problema, ed è per questo che aveva nominato a suo tempo questa Commissione.
Dolchi (P.C.I.) - D'accordo, forse l'insaputa del Consiglio di Amministrazione non è che, se c'è stata questa omissione, non è colpa della Giunta. Mi risulta che l'incaricato, il Commissario nominato dalla Giunta, incaricato dalla Giunta per questo esame, non ne aveva informato, direi, nella sua collegialità, il Consiglio di Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione nei suoi singoli componenti, riteneva che forse un esame di questo problema a livello di discussione collegiale, in Consiglio, prima che l'Amministratore Delegato portasse il suo contributo nell'ambito della Commissione, sarebbe stato positivo.
Ma mi sembra che il problema è complesso. Noi, come dicevo nell'interpellanza, abbiamo ritenuto di attirare l'attenzione della Giunta sulla necessità che sia eventualmente allargato il dibattito alle componenti del Consiglio regionale. Si è pronunciato l'Assessore, ritengo che i tempi stringono e se prima del 1° aprile, proprio per le prospettive che si sono legate alle nuove disposizioni comunitarie, si dovrà adottare qualche decisione, se il Consiglio sarà interpellato in quella sede ci sarà la discussione. Grazie.