Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 56 del 27 febbraio 1973 - Resoconto

OGGETTO N. 56/73 - Situazione della Società Nazionale "Cogne" assorbita nel complesso EGAM. (Approvazione di Mozione)

Manganoni (P.C.I.) - I guai che sta attraversando la Società Montedison a partecipazione statale sono stati portati a conoscenza dell'opinione pubblica dalla stampa italiana.

La Montedison è un colosso con stabilimenti in tutta Italia. È nata dalla fusione della Montecatini e della Edison che ai prodotti chimici e alle fibre sintetiche si interessa di molteplici altre attività, dalla metalmeccanica, all'industria alimentare, dai prodotti farmaceutici ai grandi magazzini di vendita al dettaglio.

Improvvisamente ne viene denunciata la situazione fallimentare che si accumulava da anni, deficit spaventosi, per tirare avanti vengono richiesti i finanziamenti allo Stato ed occorrono 280 miliardi di lire per rimettere in senso la barca.

Lo Stato nicchia, non caccia fuori i miliardi come se si trattasse di noccioline, che cosa fanno i dirigenti della Montedison? Ti preparano un piano di ristrutturazione, questa parola nella bocca degli alti Dirigenti significa chiusura delle fabbriche ed infatti diversi stabilimenti vengono chiusi e migliaia di operai licenziati. Quali sono le ragioni che hanno portato la Montedison in questa situazione disastrosa? Le ragioni sono diverse, ma fra le principali vi sono gli investimenti sbagliati, la cattiva amministrazione, i gravi errori tecnici.

Si citano casi di miliardi investiti in frigoriferi che poi non servono, di macchine smontate a Susa e Rivarolo caricate sui camion, fatte girare per tutto il Piemonte e riportate negli stabilimenti in cui erano state smontate.

Trascuratezze ed incompetenze, madornali errori dei Dirigenti, raccomandati di ferro dei vari Ministri o personalità governative, vengono pagati questi gravi errori come al solito dai lavoratori con i licenziamenti. Loro, i responsabili non pagano, le poltrone continuano a tenersele con relativi e lautissimi stipendi, e se per caso le enormità di cui si sono resi responsabili li costringessero ad andarsene, percepiscono liquidazioni favolose di decine ed anche di centinaia di milioni ed un'altra poltrona verrà loro immancabilmente offerta in qualche altra azienda con finanziamento statale ove indisturbati continueranno a mandare a rotoli le industrie, a percepire stipendi favolosi, a dilapidare il denaro pubblico, a chiudere le fabbriche e a licenziare gli operai.

Questa tragedia della Montedison e di altre aziende, tragedia per gli operai, si intende, dovrebbe far riflettere non solo il lavoratore della Cogne, le solite vittime, ma le autorità regionali, gli esponenti politici. È inutile ripetere che la Cogne costituisce la spina dorsale dell'economia valdostana e che le vicende della Cogne sono simili a quelle della Montedison, fatte naturalmente le dovute proporzioni. La Cogne continua ad accumulare deficit ammontanti a decine di miliardi all'anno dovuti, almeno in parte, ad investimenti sbagliati, incompetenze, errori tecnici da parte dei Dirigenti, vedi le documentate denunce contenute nello studio pubblicato dal Consiglio di Fabbrica sulla smobilitazione industriale in Valle d'Aosta.

Anche la Cogne acquista costosissimi impianti che poi non possono essere utilizzati, od utilizzati solo in parte, anche i Dirigenti mandano a spasso gli acciai sui camions in mezza Italia, ad Aosta o Scafati, vicino a Napoli, poi ritorno da Scafati ad Aosta, da Aosta a Vittuone (Vittuone è nei pressi di Milano), poi da Vittuone di nuovo ad Aosta e poi nuovamente a Vittuone.

Il numero delle assunzioni dei Dirigenti lautamente pagati aumenta; il numero degli operai occupati diminuisce, 1500 operai in meno negli ultimi 15 anni, le promesse di finanziamento da parte del Governo di Roma continuano a rimanere promesse, anche la Cogne è stata assorbita da un nuovo carrozzone del sottobosco governativo denominato EGAM, che dovrebbe interessare solamente le industrie minerarie mentre in realtà ha raggruppato aziende fallimentari conglobanti attività di ogni genere, non escluse le compagnie di turismo con rami di attività in Africa, vedi intervista di Einaudi dall'"Espresso".

C'è da chiedersi fino a quando potrà durare una amministrazione tanto allegra quanto irresponsabile?

Oggi il tracollo della Montedison ha portato i nodi al pettine e i madornali errori di Dirigenti irresponsabili vengono duramente pagati dagli operai.

Chi può escludere che la stessa sorte non sia riservata all'EGAM? di cui fa parte e che naviga sulla rotta del tutto simile a quella percorsa dalla Montedison?

E se domani per sanare le profonde falle dei bilanci dell'EGAM, la Cogne venisse classificata ramo secco da staccare dalla pianta e giacciono manifesti non pochi sintomi che adesso poi vi citerò, come oggi avviene nella Montedison quali terribili responsabilità ricadrebbero sulle spalle non già degli irresponsabili dirigenti dell'Azienda ma dei responsabili politici, amministrativi e sindacali della Regione per non aver aperto gli occhi in tempo anziché aspettare che la crisi galoppante nella sua corsa raggiunga il baratro?

Sarebbe troppo comodo trovare il colpevole identificandolo con il lavoratore che getta, nel gettare sul lastrico! Abbiamo il diritto ed il dovere di chiedere che il denaro dello Stato, cioè i nostri soldi, vengano spesi con più intelligenza, con più oculatezza, con più competenza.

Le tragiche vicende della Montedison devono suonare come campanello di allarme per il futuro della Cogne.

Ho presentato questa mozione circa un mese fa, il 24 gennaio, da allora si sono verificati dei fatti nuovi - e qui riferendosi anche alla relazione del Presidente della Giunta nella seduta del Consiglio del 30 ottobre del 1972, sui finanziamenti all'EGAM - chiedo alla Giunta se non giudica opportuno svolgere i necessari accertamenti ed ottenere sufficienti garanzie affinché non si verifichi per la Cogne ciò che oggi avviene, come ho detto sopra, per gli stabilimenti della Montedison.

E vi ho detto sopra che già oggi ci sono i sintomi della fine che forse vorrebbero fare alla Cogne, e vi cito alcuni dati:

nella riunione che l'Amministrazione regionale con i Sindacati ha avuto alcuni mesi fa, anzi il 24.3.1972, nell'incontro nel palazzo regionale con l'Avv. Einaudi, Presidente dell'EGAM, alla presenza del Presidente della Giunta, Dujany, dei membri della Commissione regionale dell'Industria e Commercio, dei rappresentanti sindacali del Consiglio di Fabbrica, l'Avv. Einaudi - e qui attiro l'attenzione del Consiglio - attorniato dell'Ing. Rolla e tutti i Dirigenti della Cogne, dichiarava testualmente - osservate: "Se verranno spesi da parte dell'EGAM, dei soldi sugli acciai speciali questi verranno spesi alla Cogne, una cosa è certa in Italia gli acciai speciali li fa la Cogne" - affermazione di Einaudi un anno fa; bene se voi prendete i giornali di questi giorni - e questo mi pare che sia La Stampa, comunque un giornale, accordi per produrre super-leghe in Italia, l'industria italo-americana sorgerà in Campania, in Campania presso Scafati, pare, dove c'è già un piccolo stabilimento Cogne che serve da scusa per portare a spasso gli acciai in Italia, gli acciai della Cogne, io ho citato prima, è prevista l'installazione di un nuovo stabilimento non solo per la produzione delle super-leghe, ma per la produzione di acciai speciali.

Ora, cosa avviene? Lo stabilimento Cogne dispone in genere di attrezzature e impianti superati, il nuovo impianto che, in base a queste dichiarazioni, avverrà a Scafati in Campania, naturalmente sarà dotato di macchinario e di impianti modernissimi, ed allora che cosa succederà? Naturalmente là si producono gli acciai speciali, come si producono qui, il costo sarà naturalmente inferiore per il fatto degli impianti moderni e aggiornati tecnologicamente ecc. ed allora la Cogne di Aosta nel carrozzone dell'EGAM può anche diventare un ramo secco.

Ora io mi chiedo: Einaudi che il 24 marzo del 1972 affermava "gli acciai speciali si faranno alla Cogne e solo alla Cogne" a un anno di distanza l'Avv. Einaudi firma un accordo con delle Società italo-americane per impiantare un nuovo stabilimento di acciai speciali in Campania.

Ora io mi dico: questo Signore prende il Presidente della Giunta, i Consiglieri, gli Amministratori regionali, i Sindacati, Consiglio di Fabbrica ecc. la Valle d'Aosta li prende per che cosa? Ad un anno di distanza non solo dimentica completamente le sue affermazioni ma fa delle affermazioni diametralmente opposte a quelle che aveva fatto allora.

Quindi questo per me è un problema molto grave, vi dirò, il Consiglio di Fabbrica ha cercato degli incontri, senonché l'Avv. Einaudi per il Consiglio di Fabbrica non è reperibile.

Ora io mi chiedo: può l'Amministrazione regionale, anzi, dico, deve l'Amministrazione regionale, la Giunta, il Presidente, il Consiglio, chiedere un incontro con questo Signore? E ricordargli le sue affermazioni del 1972 e le sue dichiarazioni alla stampa, chiedergli, beh qui giochiamo ai birilli? Questa è una domanda che io pongo alla Giunta, non solo una domanda ma io chiedo un impegno in modo che questo incontro avvenga quanto prima e le cose vengano chiarite; questo per quanto riguardava la mia interpellanza, no la mia mozione.

Ora si sono verificati in questi giorni altri fatti nuovi; c'è stato da parte della Cogne, dei Dirigenti della Cogne, delle rappresaglie nei confronti dei lavoratori. Rappresaglie estremamente incresciose, tendenti da parte della Direzione a limitare il diritto di sciopero. Il Presidente della Giunta ha ricevuto una delegazione dei lavoratori della Cogne, ha assicurato il suo intervento e posso dargliene atto, che forse il suo intervento è servito, perché dopo alcuni giorni queste rappresaglie hanno cessato. Non solo, comunque se il Presidente lo giudicherà opportuno fare brevemente una relazione sull'intervento, parliamo di questo fatto no? Io ne sarei ben lieto. Ma vi è un fatto nuovo: il Consiglio di Fabbrica si è riunito - io chiedo scusa se qui tiro assieme tutti questi problemi, comunque sono tutti problemi della Cogne connessi che non ho potuto citare allora sulla mozione, perché non si erano ancora verificati - allora, il Consiglio di Fabbrica della Nazionale Cogne, di cui faccio parte, mi pregava oltre a questi fatti che io ho denunciato, a queste domande che io ho posto, e a questi impegni che io ho chiesto alla Giunta di assumersi. Problemi che ho discusso col Consiglio di Fabbrica che è pienamente d'accordo su questo, anzi, in parte ne sono stato sollecitato dal Consiglio di Fabbrica, che è pienamente d'accordo su questo. Dicevo, il Consiglio mi pregava di presentare questo ordine del giorno che, dato che è stato stilato solamente ieri sera, e non è stato possibile far pervenire ieri da parte del Consiglio di Fabbrica a tutti i Capigruppo. Il Consiglio di Fabbrica mi ha pregato di distribuirlo ai Capigruppo, cioè che ho fatto questa mattina; pertanto io non è che lo presenti a nome mi. Questo ordine del giorno io lo presento a nome del Consiglio di Fabbrica, cioè come Consigliere regionale, facendomi portavoce del Consiglio di Fabbrica. E a questo ordine del giorno, non so se vuol darne lettura il Presidente, io gliel'ho dato, oppure se vuole che ne dia lettura io adesso.

Montesano (P.S.D.I.) - No, lo legge Lei.

Manganoni (P.C.I.) - "Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, riunito in sessione ordinaria nei giorni 27 e 28 febbraio 1973;

A conoscenza della lunga e dura lotta in corso da parte dei lavoratori per ottenere il rinnovo dei loro contratti nazionali di lavoro e delle richieste degli stessi presentate tramite le Organizzazioni Sindacali;

Mentre esprime la propria solidarietà ai Lavoratori ed il proprio consenso alle richieste avanzate in quanto tendenti a migliorare le condizioni di vita e di lavoro della classe lavoratrice;

Condanna il grave atteggiamento del padronato pubblico e privato sia per quanto riguarda la repressione antisindacale all'interno delle aziende che per le contro richieste da esso poste che, se accettate, oltre a metter in forse tutta la politica contrattuale del sindacato e del movimento dei lavoratori, farebbe ricadere sull'intera collettività gli oneri dei rinnovi contrattuali;

(qui è il problema della fiscalizzazione dei contributi)

Auspica che l'intervento del competente Ministero del Lavoro, il quale deve prendere decisa posizione per poter aprire concrete trattative tra le parti, porti alla conclusione delle vertenze in corso;

Impegna la Giunta regionale ad esprimere il pensiero del Consiglio regionale al Governo italiano e a indire a breve scadenza, un incontro del Consiglio regionale con i Sindacati e il movimento dei lavoratori affinché vengano dibattuti i reali motivi delle lotte in corso, affinché tutta l'opinione pubblica sia a conoscenza dei motivi che costringono i lavoratori a dure lotte e sacrifici".

Penso che l'ultimo comma, forse, ha bisogno di una piccola spiegazione. Noi vediamo nelle altre Regioni d'Italia, che quando vi sono dei problemi gravi che sorgono in seno a degli stabilimenti che costituiscono gran parte delle attività o dell'economia della Regione o della Provincia o del Comune gli Amministratori sia comunali, sia provinciali che regionali, si incontrano con i rappresentanti dei lavoratori per esaminare assieme le possibilità o le vie da seguire per risolvere questi problemi. Pertanto, la richiesta del Consiglio regionale, comunque non ha importanza, con i Sindacati e il movimento dei lavoratori dovrebbero avere il carattere che rivestono questi incontri che avvengono nel resto dell'Italia. E questa è una precisazione dell'ultimo comma.

Quindi io chiederei, oltre al fatto che io aspetto una risposta su tutti i punti che io ho posto alla Giunta sul grave problema, sulla situazione che sta attraverso la Cogne, sulla posizione dell'EGAM, ecc. dopo la valutazione di questo ordine del giorno.

Montesano (P.S.D.I.) - C'è prima la mozione da votare.

Manganoni (P.C.I.) - Sì prima votiamo la mozione.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Andrione.

Andrione (U.V.) - Devo dichiarare anche a nome del mio Gruppo, che nella sostanza concordiamo pienamente con quanto Manganoni ha detto e che siamo coscienti che da qualche tempo a questa parte c'è una precisa politica per ridurre la Cogne al rango di ferriera. Ferriera che deve servire all'EGAM come ricatto per continuare ad ottenere dei finanziamenti pubblici con il sistema del fondo di rotazione che è stato giustamente definito da Zaffulli sul Corriere della Sera "Produzione di fumo", produzione di fumo che però produce denaro per certi amministratori in un giro in cui gli attivi non vengono mai denunciati e vengono denunciati soltanto i passivi che devono poi essere pagati dallo Stato o da altri Enti Pubblici.

Evidentemente siamo favorevoli alla sostanza di quanto ha detto Manganoni, ma su quanto riguarda questo ordine del giorno io vorrei chiedere a Manganoni, per andare più a fondo nella discussione e per mettere anche altre cose che non siano semplicemente queste affermazioni di pura natura sindacale, se è possibile, se lui è d'accordo, che si studi un testo comune e che possa essere accettato da tutti, perché secondo noi questo ordine del giorno concerne soltanto un aspetto della vicenda, un aspetto che è di estrema importanza ma che in realtà serve ad un certo momento certe posizioni di amministratori di beni pubblici che sfruttano la forza sindacale per mantenere i livelli occupazionali che sono produttori di passivi che poi devono essere pagati dall'operatore pubblico, per cui io farei questa proposta, anche per il fatto che chiedendo scusa ai Presidenti e colleghi mi devo assentare per qualche tempo, farei la proposta che questo ordine del giorno venga discusso dai vari Gruppi e che gli vengano apportate quelle correzioni che permettano questo studio, una votazione unanime.

Pedrini (P.L.I.) - Io vorrei soltanto associarmi in pieno a quanto ha detto il Consigliere Andrione.

Montesano (P.S.D.I.) - Altri che chiedono la parola? Assessore Chantel.

Chantel (P.S.I.) - Quale Capogruppo del Partito Socialista aderiamo a quest'ordine del giorno, chiedendo eventualmente che venga allargato, vero, a difesa ulteriore dei lavoratori. Siamo tutti d'accordo oramai del problema della Cogne. In questo Consiglio credo che dai dieci anni a questa parte non si è fatto altro che votazioni. Votazioni che purtroppo che hanno ottenuto un esito molto relativo in quanto, ripeto, l'emorragia permanente della Nazionale Cogne la conosciamo tutti, basterebbe portare i dati della diminuzione progressiva dei lavoratori per cui le poche assunzioni avvenute non compensano, non hanno certamente compensato l'emorragia rappresentata dai vecchi, dagli anziani e dai malati che se ne vanno dalla Cogne.

Né la costituzione a Verrès dei nuovi impianti sono in grado di pagare l'emorragia che viene ad Aosta nello Stabilimento, perciò una posizione, io ritengo che il Consiglio Valle debba prenderla, sia verso la Società Cogne e sia in appoggio dei lavoratori, ma in modo particolare tutta la Valle d'Aosta. Perché bisogna che un certo ceto, che non è quello dei lavoratori, non dimentichino che il giorno che dovessero ulteriormente diminuire le buste-paga, pagheranno i lavoratori. Ma prima di pagare saranno proprio quelli che hanno attività terziarie perché i lavoratori, bene o male, o qui o altrove, del lavoro riuscirebbero a trovarne. Le attività terziarie e l'economia della Valle andrebbe a catafascio per tutti, e questo credo sia un argomento, oltre alla posizione umana di chi ha del lavoro, una famiglia, che ha diritto di mantenerla e farla vivere, sia proprio questa condizione per cui, purtroppo, i rappresentanti di questo ceto terziario ci pensano troppo poco a questa situazione.

Ad ogni modo noi socialisti, siamo pronti ad appoggiare quanto portato all'ordine del giorno dei Comunisti e siamo pronti ad appoggiarlo e a fare, accettare, questo ordine del giorno e caso mai ampliarlo.

Mappelli (D.C.) - È evidente che il problema della Nazionale Cogne è un problema che ha più sfumature ed è pur vero che in questo momento i lavoratori si stanno battendo qui ad Aosta nel settore siderurgico per il rinnovo contrattuale, però è altrettanto vero che questo problema, e specificatamente il problema della siderurgia di Aosta non può essere nel modo più assoluto, non può essere staccato da quella che è l'attività mineraria della Valle d'Aosta.

Pertanto concordo in pieno con quanto ha detto l'amico Andrione quando invita a voler esaminare nella sua globalità questo problema. È evidente che le cifre sono purtroppo quelle che sono e ci danno ragione. Abbiamo una notevole diminuzione di posti di lavoro in questi ultimi due anni; abbiamo se pur con qualche sforzo, da parte dell'EGAM, qualche sforzo in prospettiva per le ricerche minerarie in base ai nuovi finanziamenti che dovranno venire in questo senso. Ci sono delle garanzie, ma purtroppo fino ad oggi non abbiamo ancora avuto una certezza di iniziativa in questo senso.

È evidente che solo nella misura in cui l'EGAM riesce ad instaurare un tipo di ricerca serio, solo in quella misura, almeno io così ritengo, potremmo programmare l'avvenire dello Stabilimento Siderurgico Cogne di Aosta.

Infatti, se noi riteniamo che ad un determinato momento il giacimento della magnetite di Cogne possa determinare una quantità maggiore delle attuali 4 milioni di tonnellate, su questa base potremmo evidentemente fare un determinato tipo di discorso per la continuità dello Stabilimento di Aosta. Diversamente, se l'attuale giacimento, purtroppo non avessimo altre risorse, orbene, anche qui bisognerà assieme vedere e indicare a coloro che hanno in mano le redini della Società, un programma diverso, sia di sfruttamento della miniera e conseguenze e lavorazioni in Aosta.

Pertanto, io non desidero in questo momento andare nei particolari, però ritengo che sia, da parte nostra doveroso, innanzitutto, la nostra piena disponibilità e il nostro senso di responsabilità nel sostenere, nel portare avanti, oggi come oggi, moralmente sul piano economico, i lavoratori con la nostra adesione e la nostra sollecitazione. Ma nello stesso tempo, con senso di responsabilità, esaminare quelle che sono in prospettiva, le nuove possibilità e di sfruttamento delle miniere di Cogne e della continuità di produzione per l'azienda siderurgica in Aosta.

Ramera (D.C.) - Riteniamo che sia effettivamente necessaria una riunione a parte per stilare un documento preciso, perché siamo d'accordo su quanto è stato detto nella mozione, e siamo anche d'accordo sullo spirito di questo ordine del giorno, che però si limita esclusivamente all'azione sindacale attualmente in corso. Quindi non so neanche poi, perché poi la situazione sindacale, l'azione sindacale in corso, non è una cosa a sé stante, ma fa parte del piano nazionale del contratto nazionale di lavoro. Per cui bisognerebbe cercare di unire in un documento unico queste considerazioni che vengono fatte, e d'altra parte fissare alcuni punti che mettano in luce la preoccupazione del Consiglio regionale per le sorti della Nazionale Cogne, e delle altre attività che fanno parte della Nazionale Cogne, tipo miniere, anche gli stabilimenti vicini, nella nuova struttura dell'EGAM, dopodomani quasi certamente la Camera dei Deputati, almeno dovrebbe essere per dopodomani, dovrebbe passare definitivamente la legge sul fondo di dotazione che, cioè il Senato, che era già stato approvato dalla Camera dei Deputati, se la legge passerà da quel momento questo nuovo Ente entra in funzione. Quindi è appunto in questo documento, che è nella preoccupazione di tutti i Gruppi, in cui si devono fissare talune richieste, taluni punti chiari, in maniera che noi mettiamo le mani avanti su quella che sarà l'azione dell'EGAM, perché se passa la legge definitivamente dopodomani, giovedì 1° marzo, dovrebbe essere all'ordine del giorno. Da quel momento entra in funzione questo Ente che, molto probabilmente, su taluni aspetti, ha ragione l'amico Manganoni. Però quando il Ministero ci mette dentro certe cose, non so come si possa rifiutare quando si pensa che talune preoccupazioni, che furono nostre in questi periodi, sono state anche di altri; la perdita del posto di lavoro e cose del genere. Quindi bisognerebbe analizzare anche qui il perché e come certe aziendine sono andate a finire in questo Ente. Comunque questo Ente è nato esclusivamente e per le miniere e per la conglobazione, diciamo l'unificazione, da parte di acciai speciali, Cogne-Breda e per la parte macchine tessili Imola-S. Giorgio ecc.

Quindi anche la preoccupazione di Manganoni in questo caso deve essere fatta, nostra dal Consiglio regionale, fissando taluni punti che salvaguardino la natura della Nazionale Cogne, l'avvenire della Nazionale Cogne in questo programma dell'EGAM.

Quindi sarà bene, appunto, vedere in una Commissione dei rappresentanti dei Gruppi, come stilare questo documento in maniera chiara, perché come dicevo, tutto questo ordine del giorno che riguarda la parte del contratto nazionale di lavoro, ha sì importanza, ma ha meno importanza di quello che dobbiamo chiedere come Consiglio regionale per le finalità dell'EGAM, e di quello che farà in futuro per la Nazionale Cogne.

Pollicini (D.P.) - Qui abbiamo due documenti, la mozione e l'ordine del giorno. Incominciamo a vedere la mozione per ordine di presentazione. Mi pare che il dispositivo di delibera sia la cosa che tutto il Consiglio possa sottoscrivere, cioè che la Giunta regionale faccia i passi necessari presso l'EGAM per ottenere garanzie sul futuro della Cogne.

Mi pare importante anche perché noi ricordiamo che avevamo espresso tutti, quanti in quest'aula, allorquando si è formata la famosa SIAS, cioè la Società commerciale di vendita fra acciai Breda e acciai Cogne, che quello non fosse un primo passo per l'assorbimento della Cogne in un Ente in cui la Cogne avesse poi perduta la sua fisionomia di autonoma scelta di programmi, di attività e di sviluppo.

Mi ricordo in quest'aula, tutti, anch'io, abbiamo espresso questa grossa preoccupazione, che questo fosse solo il primo passo per arrivare a snaturare quella che era praticamente, direi, una componente dell'autonomia valdostana, perché era l'unica azienda di Stato non legata all'IRI, non legata alla Finsider. E quindi direi che faceva parte proprio dello spirito nazionale di vedere l'autonomia concessa alla Valle d'Aosta anche attraverso questa forma di attività industriale dello Stato che non dipendesse che direttamente dal Ministero delle Partecipazioni statali, anziché ad una "hold" in siderurgica come è la Finsider.

E quindi questa componente autonomistica noi la vogliamo difendere, cioè l'autonomia della Cogne, per cui l'occhio del ciclone fosse qui in Aosta, le scelte operate in Aosta, secondo una visione che era quella dell'interesse della nostra comunità intera; e questa preoccupazione di allora, in effetti non era vana. Oggi abbiamo visto che questo primo passo del collegamento Cogne-Breda, attraverso una Società comune commerciale, la SIAS, che si è man mano sviluppata ed è diventata l'EGAM, l'EGAM che oggi raggruppa 16-17-18 Società, non so, un certo numero di Società circa, che vanno dalle miniere, vanno al turismo in Africa, non lo so, comunque da una serie di attività le più disparate.

Però questo è un discorso che può anche interessarci relativamente, quello che a noi interessa fondamentalmente è questo: ci è stato assicurato, di fronte alle preoccupazioni che avevamo espresso, che comunque la Cogne era e sarebbe rimasta la Capogruppo dell'EGAM nel settore siderurgico. Noi vogliamo che sia riaffermata questa funzione della Cogne; cioè che rimanga capogruppo dell'industria siderurgica e mineraria dell'EGAM. Che cosa vuol dire rimanere la capogruppo? Secondo noi vuol dire che da qui dovrebbero partire i programmi siderurgici; da qui dovrebbero partire i programmi minerari, in modo che il punto di riferimento e il punto così, diciamo, di maggior sviluppo, il polo di sviluppo siderurgico, chiamiamolo così, con un termine corrente, sia la Valle d'Aosta, sia la sede della Cogne, sia l'origine dell'EGAM, perché la Cogne è indubbiamente l'origine dell'EGAM attuale.

Questo è vero che, perché solo così possiamo garantire il futuro della siderurgia valdostana, e non dico il futuro delle miniere, perché non dipende da noi, ma dipende da quello che c'è nelle lenti di Cogne. Però è fuori dubbio che questo è uno dei punti fondamentali, e ci preoccupa anche il fatto che il centro gravitazionale dell'EGAM si sia spostato da Torino a Roma; si sia allontanato da una sede regionale ad una sede nazionale, per cui più facili sono le pressioni, più pesanti sono le spinte per dare una valutazione di ordine pratico che è quella di garantire il futuro alla Valle d'Aosta, per quanto riguarda l'occupazione operaia, sia per quanto concerne la siderurgia, sia per quanto concerne la metalmeccanica, attraverso la Sadea e attraverso il nuovo PRS, cioè pezzi speciali, che sta sorgendo alla Cogne.

Ora, con molta obiettività, ritengo doveroso dire che stanno facendo degli sforzi in questo senso ad Aosta per alcuni sviluppi, vedi PRS, vedi nuovo laminatoio, che sta per essere concluso adesso un accordo per il potenziamento del .... È vero, però, noi non vogliamo assolutamente che queste due cose che vanno bene, così come va la SADEA, siano le cose sufficienti a garantire il futuro. Noi non vogliamo perché non ci crediamo, perché non le riteniamo sufficienti, perché vogliamo uno sviluppo, proprio perché la meccanizzazione, l'automazione, porta alla riduzione dell'impiego di manodopera. È necessario un notevole potenziamento degli impianti per aumentare la manodopera, per aumentare la possibilità di accesso al lavoro, poiché oggi si soffre di una crisi di sottoccupazione. La chiamerei così, per dirla in termini corretti, e cioè vi sono occupazioni in Valle d'Aosta che sono stagionali, ed è sufficiente soltanto per un periodo in cui esistono queste occupazioni. Però vi sono lunghi periodi vuoti e quindi sono grossi problemi, e indubbiamente dobbiamo metterci con cura alla ricerca di una soluzione definitiva. Quale? L'occupazione stabile. Le industrie sono fortunatamente ancora, almeno nei limiti cui non sono interessate da una crisi, di struttura, congiunturale o di altro ordine, sono ancora uno dei posti che garantisce la stabilità nel tempo del proprio lavoro.

Ora noi vogliamo, chiediamo che la Cogne conservi la sua figura di capogruppo dell'EGAM, ma nella funzione di centro di sviluppo della siderurgia della Cogne, dicendo di sviluppo della metalmeccanica della Cogne, in modo che siano attuati quegli impegni presi in sede anche regionale, di ampliare il tipo di lavorazione Cogne. Cioè lavorando a valle gli attuali semi-lavorati che vengono inviati da altre parti, creando strutture nuove qui in Valle, da consentire l'impiego di manodopera, perché noi sappiamo che un posto di lavoro in siderurgia viene a costare circa 100-150 milioni ogni operaio. Sappiamo invece che un posto di lavoro nell'industria metalmeccanica viene a costare 15-20 milioni ogni operaio; c'è un rapporto di uno a sei, uno a sette, quindi sarà bene che in quella direzione si sviluppi la Cogne, cioè l'industria manifatturiera, l'industria di lavorazione di terzi, per poter consentire un maggior impiego di manodopera. Perché fra l'altro è una manodopera maggiormente specializzata, per cui viene messo a frutto l'impegno che la Regione oggi profonde nell'istruzione pubblica, per preparare giovani diplomati, che se vanno in una industria siderurgica, fatalmente hanno poco posto disponibile, e quei pochi sono di manovalanza o di semi-manovalanza. Mentre se vanno in una industria manifatturiera i posti sono maggiormente specializzati, e quindi più adeguati alla preparazione tecnica che le nostre scuole hanno dato a questi giovani.

Sotto questo aspetto quindi che cosa debbo dire?

Preoccupazioni valide che la Giunta deve far proprie e, così, con degli impegni, direi, abbastanza non dico rigidi, perché il termine "rigido" non si può attuare, ma abbastanza tranquilli, per poter essere certi che viene recepito questo discorso, con una volontà dei valdostani di ritenere ancora una volta, che la Cogne fa parte del contesto della autonomia regionale. Noi non intendiamo, e d'altra parte il Governo italiano, fino a quando è sorto l'EGAM, ne aveva dato praticamente una specie di accettazione di considerare la Cogne una componente dell'autonomia valdostana, in quanto l'aveva sottratta alla "hold" sua nazionale, l'IRI o la Finsider come avevo detto prima.

Detto questo, e quindi aderisco in pieno per quanto riguarda il mio gruppo alla mozione. Per quanto riguarda l'ordine del giorno penso anch'io che necessiti alcune delle modifiche già suggerite da altri colleghi, ad esempio io mi permetterei, al terzo capoverso, di sostituire "condanna il grave atteggiamento del padronato pubblico", proprio per quel senso di preoccupazione, e darà maggior valore sicuramente al documento, dicendo: "preoccupati per taluni atteggiamenti". Cioè noi non facciamo di ogni erba un fascio, sappiamo riconoscere il bene e il male, e diciamo "preoccupati di taluni atteggiamenti del patronato italiano". Poi parlerei nell'ultimo capoverso "incontro fra Amministrazione regionale e Sindacali", il che vuol dire che cosa? La Giunta e i Capigruppo, cioè per non convocare tutto il Consiglio, - oddio se tutto il Consiglio vuol venire è lo stesso -, ma per non vincolare tutto il Consiglio, cioè la Giunta e i Capigruppo, e poi ci sono alcune forme che "Sindacato e movimento dei lavoratori" a me pare siano la stessa cosa, quindi non capisco la differenza, se c'è, gradirei mi fosse spiegato.

In linea di massima anche sull'ordine del giorno, seppure emendato come poi vedremo, ma comunque in questo spirito noi siamo d'accordo.

Manganoni (P.C.I.) - Dunque qui forse la colpa è mia che si sono collegati due problemi che effettivamente hanno una certa indipendenza. Cioè l'ordine del giorno del Consiglio di Fabbrica, che riguarda una questione esclusivamente sindacale, e la mia mozione, che invece riguarda la situazione della Cogne e la preoccupazione non per le lotte sindacali, ma per l'avvenire della Cogne. Ed allora io farei questa proposta, che d'altronde hanno già proposta; che d'altronde hanno già proposto altri interventi, mi sembra Ramera, Pollicini, ecc. Noi votiamo questo ordine del giorno accettando, io sono d'accordo, di accettare quelle proposte che ha fatto Pollicini, anziché "condanna" "preoccupati di tale atteggiamento", pienamente d'accordo, no? Che è una questione attinente esclusivamente alle lotte sindacali attuali, no? Ordine del giorno da votare e poi da trasmettere al Governo come è richiesto qui. Poi viene il problema della mozione in sé, cioè l'avvenire, la situazione attuale e l'avvenire della Cogne; quello che ha trattato anche Pollicini, che io aggiungerei, oltre al fatto della, che dice la mozione di chiedere alla Giunta "di invitare la Giunta regionale a compiere i necessari passi presso la Direzione dell'EGAM e della Cogne allo scopo di ottenere le garanzie sul futuro della Nazionale Cogne". Io chiederei, proporrei comunque, di aggiungere qui "e di provocare un incontro ad un termine breve fra Amministrazione regionale e rappresentanti dei lavoratori", dal quale incontro poi dovrebbe uscire il documento, che qui dovrebbe essere compreso in queste due righe. Dicevo di demandare alla Giunta di fare i passi necessari, ma se quando la Giunta fa questi passi necessari, non ha il mandato solamente del Consiglio regionale, ma ha il mandato del Consiglio regionale e delle Organizzazioni dei Lavoratori, del Consiglio di Fabbrica, dei Sindacati, ecc., che penso che questo non solo abbia un altro valore, ma in questo caso la Giunta, la Presidenza della Giunta, si faccia portavoce non solo del Consiglio, ma di tutti gli interessati. Non so se ho reso l'idea.

Allora, scindendo il problema in due, questo ordine del giorno con delle modifiche, piccole modifiche da proporre, - premetto che questo mi è stato passato dal Consiglio di Fabbrica, non l'ho stilato io -, da votare ed è una cosa a parte, e poi, in base alla mozione, convocare, convocare questa Assemblea di lavoratori e di Consiglio di Fabbrica.

Diceva, mi sembra, Pollicini, che questo incontro dovrebbe, da parte dell'Amministrazione regionale, essere rappresentato dalla Giunta e dai Capigruppo. Io sarei un po' di un altro parere. Innanzitutto io non sono sempre del parere dei Capigruppo, che siano sempre i Capigruppo, i quali loro - chiedo scusa ai Capigruppo - devono sapere tutto, devono fare tutto. Ora io sono della tesi che in certi rami, magari un Consigliere di categoria B o C, come è diviso qui il Consiglio attualmente, ci sono quelli di categoria A, i bi, poi B e C, magari quelli di categoria C su certi argomenti si mettono in tasca tutti i Capigruppo. Con questo io non voglio mortificare i Capigruppo, ma non possono essere delle scelte i Capigruppo che capiscono tutti i problemi della Valle e tutti gli altri Consiglieri sono di categoria B e non capiscono niente!

Io, in questo Consiglio, ho avuto occasione di lamentare più volte questo, perché noi, con la storia dei Capigruppo presto manderemo i non Capigruppo in vacanza a casa, statevene a casa perché tanto fanno tutto i Capigruppo, chiedo di nuovo scusa ai Capigruppo.

Comunque questo è il mio pensiero che io esprimo pubblicamente e non solo privatamente.

Allora: di invitare dunque la Giunta, i Capigruppo ed i Consiglieri; chi vuol partecipare no? Allora ogni Capogruppo parteciperà, oltre il suo Gruppo alcuni, chiunque, non è che qui ci possiamo focalizzare, in modo che in questo incontro ci siano le rappresentanze politiche del Consiglio regionale, oltre alla Giunta, e naturalmente coi lavoratori.

Sarà una riunione pubblica, naturalmente, non fatta qui in Consiglio, logico. Si può fare nel salone sotto, ecc. da dove scaturisce questo documento sull'avvenire della Cogne e che costituirà il documento col quale la Giunta dovrà discutere i problemi della Cogne. Ecco, queste sarebbero le due proposte che io faccio; cioè di non mettere tutto assieme, di fare un calderone. La questione sindacale è un conto, e la questione futuro della Cogne è un altro.

Montesano (P.S.D.I.) - Scusi, Consigliere Manganoni, prima che si segga, l'aggiunta che ha fatto all'ultimo comma della mozione.

Manganoni (P.C.I.) - Sì che sarebbe quella contenuta nell'ordine del giorno, cioè di "invitare", cioè qui verrebbe un po' modificato di "invitare la Giunta regionale ad indire a brevissima scadenza un incontro del Consiglio regionale con i Sindacati ed il movimento dei lavoratori, affinché vengano dibattuti", no "e del movimento dei lavoratori" "per esaminare il problema della Cogne".

Montesano (P.S.D.I.) - "di invitare la Giunta regionale ad indire a brevissima scadenza un incontro con il Consiglio regionale".

Manganoni (P.C.I.) - "un incontro del Consiglio regionale".

Montesano (P.S.D.I.) - La Giunta non può indire un incontro di questo genere.

Manganoni (P.C.I.) - "promuovere un incontro di questo genere", "promuovere un incontro".

Montesano (P.S.D.I.) - ...è naturale, bisogna trovare la forma.

Manganoni (P.C.I.) - Ecco la formula "promuovere".

Montesano (P.S.D.I.) - Perché, cosa intende per Consiglio regionale? Intende i Consiglieri?

Manganoni (P.C.I.) - ...invitare a farli venire.

Montesano (P.S.D.I.) - Ecco, benissimo, trovare la forma, perché altrimenti è equivoco l'incontro, Lei un momento fa ... "indire a brevissima scadenza un incontro..."

Manganoni (P.C.I.) - No, e poi non escludiamo i Capigruppo.

Montesano (P.S.D.I) - Scusi Consigliere Manganoni, io proporrei: "un incontro fra i Consiglieri" così sono comprensivi tutti.

Manganoni (P.C.I.) - La Giunta no? Dicendo Consiglieri, ma gli Assessori non si sentono poi menomati?

Montesano (P.S.D.I.) - "fra la Giunta, i Consiglieri e" ..."la Giunta, i Consiglieri".

Manganoni (P.C.I.) - Ricordate questa è una richiesta del Consiglio di Fabbrica di cui io mi faccio portavoce.

Montesano (P.S.D.I.) - I Sindacati ha detto?

Manganoni (P.C.I.) - Qui dice "coi Sindacati ed i lavoratori", perché c'è il Consiglio di Fabbrica anche, oltre ai Sindacati. Allora mettiamo "ed il Consiglio di Fabbrica".

Montesano (P.S.D.I.) - Va bene, i Sindacati ed il Consiglio di Fabbrica.

Manganoni (P.C.I.) - Io metterei con le Organizzazioni Sindacali, nel senso che noi includiamo anche il Consiglio di Fabbrica.

Montesano (P.S.D.I.) - Benissimo, e poi "e a voler compiere i passi necessari..."

Manganoni (P.C.I.) - Dopo l'incontro, in base al documento che ne uscirà da questo dibattito, la Giunta compirà i passi necessari presso la Direzione dell'EGAM. Io penso che così possa andare.

Montesano (P.S.D.I.) - D'accordo. Allora la parola al Presidente della Giunta.

Dujany (D.P.) - ... mi pare che l'argomento sollevato dalla mozione sia stato svolto dal Consiglio regionale in termini molto più ampi di quanto fosse il contenuto della deliberazione oggetto di proposta all'origine. Mi pare che è stato allargato lo sguardo sull'importanza della Cogne, inserita in questo grosso organismo dell'EGAM.

Per quanto riguarda il contenuto del deliberato, la Giunta non ha nulla in contrario ad accettare il contenuto della deliberazione, e di accettare questo mandato di indire riunione e di prendere contatti con il Presidente dell'EGAM per favorire l'incontro richiesto.

Però mi pare che da questo Consiglio non sia emerso un aspetto molto più importante, ed è la discussione che in questo momento ha luogo in sede parlamentare, relativa alla legge di finanziamento dell'EGAM.

Ed è proprio in occasione di questa legge in campo nazionale che la Regione si è inserita per chiedere la presenza delle Regioni in sede di programmi ed in sede di verifica dei programmi delle varie industrie appartenenti all'EGAM.

Altrimenti noi Consiglieri regionali, qualunque sia la composizione fisica, saremmo sempre costretti a chiedere cortesemente al Presidente dell'EGAM o all'Amministratore Delegato della Cogne, di voler sentire le opinioni del Consiglio senza esserne investiti politicamente, ed in modo chiaro, attraversi uno strumento legislativo che sia una conseguenza di una volontà politica.

Ed è proprio in questa prospettiva che nell'ottobre scorso avevo chiesto alla Commissione Finanze e Tesoro, che stava riesaminando i vari progetti di legge di finanziamento dell'EGAM, di cui uno di iniziativa governativa, uno di iniziativa, mi pare, del Partito Comunista e un altro di iniziativa del Partito Socialista, che cercavano di evitare che il contenuto di queste leggi consistesse solo nell'assegnare all'EGAM una certa quantità di denaro senza stabilire direttive circa il funzionamento di questo EGAM. Ed è proprio in quella sede in cui abbiamo insistito a che in questo disegno di legge fosse recepito il principio della partecipazione delle Regioni, dei piani di programmazione, e fosse accettata la partecipazione delle Regioni, maggiormente interessate dall'EGAM, come sedi di localizzazione naturalmente di fabbriche, di membri che rappresentino le varie Regioni in sede di Consiglio di Amministrazione e dell'EGAM e delle varie Società esistenti nelle varie Regioni.

Ora, questa è stata una sollecitazione avanzata in modo particolare, sentita in modo particolare dalla Regione Valle d'Aosta, dalla Sicilia - mi pare - e dalla Sardegna, e sentita molto meno da altre Regioni, perché il problema dell'EGAM non era un problema che rappresentasse un interesse vitale nell'ambito di quelle popolazioni.

Successivamente, il problema è stato rivisto dalla Commissione Parlamentare, e mi pare che la Camera abbia approvato definitivamente la legge di finanziamento all'EGAM entro un certo importo, e credo, - adesso non ho ancora avuto il testo di approvazione della Camera, che dovrà essere rivisto dal Senato -, sia stato recepito in parte minima questo principio della presenza delle Regioni, perché solo in quel momento, quando le Regioni siano riconosciute e debbano essere riconosciute come organo partecipe delle vicende di una industria che ha tanta importanza nella propria Regione, solo in quel momento, noi possiamo partecipare in un modo decisionale e in un modo naturalmente che apporti un contributo concreto.

Quindi, io direi sarebbe opportuno che in questo ordine del giorno venisse recepito anche questo concetto, cioè il concetto della presenza della Regione sulla definizione dei programmi che il Consiglio di Amministrazione o lo Stato ritiene di dover svolgere in seno ai vari stabilimenti dipendenti da questo Ente EGAM, perché altrimenti noi continueremo ad avere dei contatti così, a livello di richiesta di subordinati, gentilmente concessi dal Presidente dell'EGAM o dal suo Amministratore Delegato, ma senza esserne partecipi e senza essere determinanti anche nelle scelte e nella verifica, soprattutto di questi programmi di sviluppo dell'industria.

È chiaro che se il problema è preso a monte, naturalmente tutti i problemi vengono risolti in un modo diverso, e vengono posti in una posizione diversa, rispetto a quella dinanzi alla quale ci troviamo oggi, in cui il Consiglio deve dare il mandato al Presidente della Giunta, di chiedere cortesemente al Presidente della Cogne di voler, o all'Amministratore Delegato, meglio, dell'EGAM, di volerci sentire, di voler sentire le Organizzazioni sindacali, senza essere noi partecipi.

Perché insisto su questa necessità, che il Consiglio esprima un suo parere attraverso un ordine del giorno, sulla partecipazione delle Regioni in sede di Consiglio di Amministrazione, in sede di verifica dei programmi di queste Aziende? Perché in sede di discussione di legge, alcuni Deputati hanno manifestato chiaramente la loro posizione contraria, perché hanno sostenuto che la presenza delle Regioni, è solo un perditempo per lo sviluppo dell'Azienda. Quindi, mi pare che non ci sia una volontà politica, in sede parlamentare, da parte di tutti i Gruppi politici, appartenenti al Parlamento, per l'inserimento di queste Regioni sulla conduzione dell'azienda EGAM, onde evitare che il provvedimento parlamentare non diventi esclusivamente un provvedimento di immissione di denaro, senza regolamentarne la sua utilizzazione, e senza, naturalmente, cercare di raggiungere determinate finalità.

Ora, dunque, d'accordo su questo ordine del giorno, d'accordo sull'importanza del problema, rinvio dell'ordine del giorno all'esame di una Commissione o dei Capigruppo consiliari, affinché accanto ai concetti espressi che dovrebbero essere opportunamente, direi, riveduti e sistemati se venga anche accolto questo concetto della partecipazione delle Regioni.

Vorrei ancora ricordare al Consiglio che questo argomento è un argomento estremamente importante, e ha costituito in questi ultimi giorni, oggetto di attenzione da parte della stampa nazionale, con delle parole abbastanza di fuoco, e con delle parole, direi, che ci debbono anche abbastanza preoccupare. Quindi direi che è un argomento naturalmente che dobbiamo seguire con molta attenzione, soprattutto per i riflessi che può avere per l'azienda che ha una enorme importanza sul piano dell'occupazione nella nostra Regione.

Manganoni (P.C.I.) - Allora, primo, quell'ordine del giorno proposto dal Consiglio di Fabbrica che è una questione esclusivamente sindacale. Secondo, io sono d'accordo con la proposta del Presidente, di fare un secondo ordine del giorno, per non mescolare le questioni sindacali con la questione dell'inserimento delle Regioni. Fare un ordine del giorno in cui si chiede l'inserimento delle Regioni, come ha esposto il Presidente; non voglio ripetere. Poi rimane il problema della mozione, con l'impegno di convocare questa Assemblea tra Consiglio regionale e rappresentanti dei lavoratori, le organizzazioni sindacali. Io penso che così possa andare.

Montesano (P.S.D.I.) - Ora io, se non ci sono altri interventi, io proporrei questo. Cioè, ribadisco le proposte dei Consiglieri, e porterei alla votazione, intanto, la mozione che viene modificata in questo senso, nella parte deliberante: "delibera di invitare la Giunta regionale a voler indire a brevissima scadenza un incontro tra la Giunta, i Consiglieri e le Organizzazioni sindacali e a voler compiere i passi necessari, ecc.", così come era questa mozione andrebbe adesso ai voti. Per quello che riguarda l'ordine del giorno, esso dovrà essere rivisto per poter formulare poi anche nella dovuta susseguenza di forma le diverse proposte, le diverse osservazioni fatte dai Consiglieri. Va all'esame dei Capigruppo e ai Consiglieri interessati a voler partecipare a questa riunione, che sia di categoria A, B, C, ad ogni modo non soltanto dei Capigruppo.

Ecco una riunione che può essere fatta o contemporaneamente al Consiglio o subito prima della riunione pomeridiana, in modo da portare l'ordine del giorno alla votazione, all'apertura della seduta pomeridiana.

Allora il Consiglio è chiamato a votare, se non ci sono dichiarazioni di voto, prego.

Pollicini (D.P.) - Io mi chiedo se non sia opportuno inserire nel dispositivo di delibera quanto proposto dal Presidente della Giunta, cioè ad esempio "invitare la Giunta di operare affinché il Parlamento recepisca la volontà del Consiglio regionale unanime di partecipare, attraverso un suo rappresentante, alla stesura dei programmi di sviluppo delle aziende EGAM operanti in Valle". Adesso va poi messo nel modo dovuto, io domando se non è opportuno inserire nel dispositivo.

Dujany (D.P.) - Nell'ordine del giorno del Consiglio.

Pollicini (D.P.) - È meglio l'ordine del giorno? Va bene.

Montesano (P.S.D.I.) - Ora Lei vuole la parola Consigliere Ramera? Oppure, sì dica.

Ramera (D.C.) - Volevo chiedere una cosa. Dato che in tutti e due, nella mozione e nell'ordine del giorno, si chiedono incontri dei rappresentanti della Regione e delle Organizzazioni Sindacali, io riterrei opportuno, proprio perché sono due cose distinte, che gli incontri anche fossero due, perché va a finire che poi mescoliamo la storia sindacale e la storia dell'EGAM e viene fuori una riunione poco organizzata direi. Mentre per l'altra proposta del Presidente, parliamoci chiaro, dico, non facciamo delle cose che non servono; facciamo delle cose che servono, perché un ordine del giorno votato oggi per quello, il Parlamento vota dopodomani la legge definitiva, quindi non arriva praticamente a fare niente questo ordine del giorno. Io direi che quanto ha detto il Presidente è giusto, ma allora va studiato un qualche cosa, perché praticamente la legge o passa, o altrimenti pone la Nazionale Cogne in situazione disastrosa, perché noi abbiamo dovuto e spostato l'esercizio finanziario di quattro mesi. Lo sapete tutti, se non passa la legge dell'EGAM, non passa il bilancio. Il bilancio è passivo, con tutte le conseguenze che sono previste, quindi il discorso fatto dal Presidente è giusto, e bisognerebbe articolarlo, almeno secondo il mio parere. In questo modo, che venga poi recepito anche dopo dal Parlamento: che tutti i programmi dell'EGAM debbono essere discussi alla presenza dei rappresentanti delle singole Regioni, perché altrimenti oggi l'EGAM tocca, non so, 15 regioni. È impensabile che si possano mettere i rappresentanti di 15 Regioni nel Consiglio di Amministrazione dell'EGAM. Oltretutto è previsto, per esempio, la stessa forma del Consiglio dei Ministri, che chiama il Presidente della Regione per la materia che interessa la Regione. Quindi fare un qualche cosa per cui i programmi dell'EGAM, che interessano la Valle d'Aosta, per esempio, debbano essere discussi dall'EGAM con, alla presenza, con la partecipazione dei rappresentanti della Regione. Noi interessiamoci per noi. Se poi non andrà bene, faremo poi lega con tutte le Regioni interessate, ma è chiaro che quanto dice il Presidente è giusto. La Regione non può essere avulsa o ignorata da questo Ente che si è creato. Perciò l'ordine del giorno dovrebbe stabilire un qualche cosa che noi portiamo avanti anche successivamente, lasciare perdere la storia del Parlamento perché se dopodomani vota il Senato, praticamente questo foglio rimane lì. Una pia illusione nostra e non viene neanche recepito dopodomani, mentre invece noi dobbiamo fare un qualche cosa che venga recepito anche subito dopo, ma che impegni il Ministero competente delle Partecipazioni, il Presidente del Consiglio dei Ministri a far sì che i programmi dell'EGAM siano discussi dai rappresentanti della nostra Regione.

Montesano (P.S.D.I.) - È un discorso, Consigliere Ramera, che deve essere ripreso poi in quell'incontro che devono avere i Consiglieri per formulare proprio gli ordini del giorno.

Ramera (D.C.) - Io ho approfittato anche di chiedere questo: che l'incontro avvenga separato però.

Montesano (P.S.D.I.) - Sì, benissimo. Allora il Consiglio è d'accordo sulla votazione per la mozione così come io l'ho letta?

Allora chi è favorevole alzi la mano. Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva all'unanimità.

E allora i Signori Capigruppo, i Presidente della Giunta e gli altri Consiglieri che ne hanno interesse e tempo, esamineranno l'ordine del giorno proposto dal Consigliere Manganoni con le relative modifiche, e l'ordine del giorno proposto dal Presidente della Giunta.

Allora si passa all'oggetto n. 7.

Manganone (D.C.) - L'8?

Montesano (P.S.D.I.) - Perché l'8? Perché Pedrini non c'è.

Montesano (P.S.D.I.) - Ah non c'è Pedrini, giusto, giusto, eccolo qui! C'è la Sua interrogazione Consigliere Pedrini.