Oggetto del Consiglio n. 70 del 3 agosto 1950 - Verbale

OGGETTO N. 70/50 - PROPOSTE DI MASSIMA PER L'INTERVENTO DELL'AMMINISTRAZIONE REGIONALE NEL FINANZIAMENTO DI OPERE PUBBLICHE E DI ATTIVITÀ ECONOMICHE LOCALI.

L'Assessore alle Finanze, Ing. FRESIA, riferisce al Consiglio in merito all'opportunità di adottare un nuovo indirizzo, analogo a quello ora seguito dallo Stato, per il finanziamento di opere pubbliche e di attività economiche locali.

Ricorda che, nell'ultima adunanza del Consiglio, esaminando il programma delle opere più urgenti, aveva prospettato la possibilità di modificare le direttive e i programmi finanziari finora adottati e seguiti dall'Amministrazione regionale.

Fa presente che, in particolare, aveva previsto la possibilità di rivedere il sistema ortodosso e più sicuro seguito finora, consistente nel non prendere impegni finanziari a lunga scadenza - cioè nel non prevedere spese - superiori alle disponibilità del bilancio di competenza di ricorrere, invece, al sistema del credito. È sorto, infatti, il problema della convenienza o meno di fare spese maggiori e a lunga scadenza, ricorrendo al sistema dei mutui o ad altra forma di credito, per il finanziamento dei lavori pubblici.

Rileva che, allorquando in una Amministrazione conviene far ricorso agli anticipi di cassa per creare una sorgente di ricchezza o per diminuire oneri di manutenzione o interessi passivi è senz'altro opportuno scontare i redditi futuri.

Questo punto di vista richiede la istituzione di un Ente per i versamenti, Ente che potrebbe essere una banca; ma poiché non è facile né semplice impiantare un Istituto bancario, è forse possibile adottare i seguenti criteri e indirizzi finanziari:

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1) Usufruire al massimo dei sussidi statali per opere pubbliche, concessi a' sensi della legge Tupini o di altre leggi speciali e concorso della Regione nelle spese annue di ammortamento di mutui contratti dai Comuni.

I Comuni e l'Amministrazione regionale debbono assumere obblighi e oneri equivalenti; qualora i Comuni non abbiano la possibilità di far fronte ai propri oneri, è necessario l'intervento finanziario della Regione e, quindi, il concorso regionale nelle spese annue per l'ammortamento dei mutui contratti dai Comuni a' sensi della legge Tupini per il finanziamento di opere pubbliche.

In tal modo la legge 3 agosto 1949, n. 589 (Legge Tupini) dà la possibilità, anche ai Comuni minori, di poter provvedere al finanziamento delle spese per l'esecuzione di opere pubbliche di prima necessità. Lo Stato interviene nella spesa per l'ammortamento dei mutui mediante la concessione di un contributo costante per 35 anni, nella misura fissata dalla stessa legge per ciascuna categoria di opere.

I lavori pubblici che possono essere eseguiti dai Comuni con i benefici della legge Tupini sono quelli che concernono la viabilità minore, le opere igieniche, le scuole, le opere occorrenti per l'illuminazione pubblica, ecc., ecc.

Pertanto, una parte importante di queste opere potrebbe essere finanziata da parte dei Comuni minori mediante la stipulazione di mutui da ammortizzare in parte con il contributo trentacinquennale dello Stato.

L'Amministrazione regionale potrebbe, conseguentemente, destinare ogni anno parte dei fondi stanziati in bilancio per l'esecuzione di opere di pubblica utilità per opere al cui finanziamento non si possa provvedere con i benefici della legge 3-8-1950, n. 589.

Le difficoltà che incontrano i Comuni per il finanziamento delle opere pubbliche necessarie consistono non tanto nella difficoltà di ottenere i mutui e i relativi contributi statali, quanto nella difficoltà di poter fornire agli Istituti di Credito o alla Cassa Depositi e Prestiti garanzie sufficienti ed, inoltre, nella impossibilità, da parte dei bilanci comunali, di sopportare, in tutto o in parte, l'onere per le annue rate di ammortamento dei mutui.

Le spese a carico dei Comuni consistono nella differenza fra le annualità di ammortamento dovute all'Istituto mutuante e le annualità del contributo concesso dallo Stato.

Il concorso o contributo regionale nelle spese a carico dei Comuni può effettuarsi mediante pagamento diretto di tutto o di parte delle spese annue di ammortamento a carico dei Comuni o mediante fideiussione o garanzia regionale presso gli Istituti di credito o mediante versamento ai Comuni di contributi annui da stabilirsi in misura variabile a seconda delle possibilità dei Comuni.

Con questo sistema i Comuni non avrebbero oneri particolari che possano pregiudicare la loro futura situazione finanziaria e i loro bilanci futuri e sarebbe possibile di finanziare e di eseguire in un non lungo numero di anni in Valle d'Aosta tutte le opere pubbliche necessarie suscettibili di essere sussidiate a' sensi della legge Tupini o di altre analoghe leggi speciali.

Qualora i Comuni non siano in grado di provvedere sollecitamente all'espletamento delle pratiche da svolgere presso il competente Ministero, la Regione dovrebbe provvedervi direttamente a nome e nell'interesse dei Comuni mediante l'opera dell'Ufficio tecnico regionale. Questo per quanto riguarda i Comuni.

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2) Intervento della Regione per favorire il finanziamento e il credito da parte di Banche ad iniziative e ad attività economiche locali.

Una larga parte dell'economia regionale si manifesta attraverso iniziative private varie senza basi finanziarie sicure. Vi sono in Valle d'Aosta molte opere da eseguire per le quali l'elaborazione dei piani e progetti non comporta difficoltà tecniche particolari; ciò dicasi ad esempio per il problema delle sorgenti termali, la cui soluzione comporta una spesa di lire trecento milioni circa; per il problema delle varie attività turistiche e sportive, quali le seggiovie, la costruzione o il rimodernamento di alberghi, ecc., ecc., e per altre attività economiche, particolarmente nel campo agricolo (miglioramenti fondiari, opere e impianti di irrigazione, di bonifica, ecc. ecc.).

Queste attività sono, in genere, soffocate sul nascere dalla impossibilità di ottenere facilmente dal mercato locale i capitali necessari.

Non vi è ancora in Italia e soprattutto nella nostra Regione, quella mentalità affaristica e creditizia che ha preso un enorme sviluppo altrove, ad esempio in Belgio, in Svizzera ed in Olanda, ove i risparmi dei privati vengono generalmente investiti in iniziative e attività industriali per mezzo di sottoscrizioni azionarie o obbligazionarie. È, quindi, più difficile ottenere crediti dai privati, extra istituti bancari, in Italia che in altre nazioni.

L'Amministrazione regionale ha, in taluni casi, sottoscritto azioni per contribuire alla realizzazione e allo sviluppo di iniziative interessanti lo sviluppo del turismo, ma si è trovata di fronte a difficoltà varie di ordine amministrativo.

D'altra parte, i sussidi rivestono spesso carattere di gratuite elargizioni e creano una mentalità di arrembaggio alle casse regionali; va notato, poi, che l'Amministrazione regionale non può, normalmente, concedere prestiti o mutui.

Recentemente, l'Amministrazione regionale ha depositato in garanzia presso un Istituto bancario dei buoni di debito pubblico dello Stato, consentendo, in tal modo, al Comune di Saint Rhémy di ottenere un prestito bancario ad un tasso inferiore e di finanziare lavori ed opere di bonifica montana in un alpeggio.

Il compito di sussidiare iniziative di tal genere potrebbe essere affidato ad un ente o istituto finanziario locale, ad es. ad una banca, che non abbia però scopo di lucro, come lo sono le Casse di Risparmio, le Casse Depositi e Prestiti, ecc. È auspicabile la creazione di una Banca regionale.

In queste condizioni, dovendosi soprassedere, per ora, alla creazione di un istituto di credito locale, non resta che aiutare le iniziative economiche varie mediante fideiussioni bancarie o mediante assunzione a carico regionale di una parte di quegli oneri (interessi per mutui) che oggi sono troppo rilevanti e che non consentono il sorgere e lo sviluppo di nuove auspicabili attività economiche locali.

La Regione potrebbe annualmente stanziare in bilancio una determinata somma, (di trenta o cinquanta milioni, ad esempio) a titolo di esperimento, per sussidiare le iniziative ed attività economiche locali mediante varie forme di credito; ad esempio mediante :

a) fideiussioni o garanzie regionali di secondo grado, a tempo limitato;

b) contributi - concorsi regionali nel pagamento di interessi dovuti sui mutui concessi da istituti di credito.

Per evitare di regalare denaro alle Banche, bisogna appoggiare queste forme di interventi per mutui da contrarsi presso gli Istituti bancari in grado di praticare i tassi più bassi ed evitare operazioni di credito a breve scadenza.

È, quindi, necessario che queste pratiche siano accuratamente esaminate dalla Giunta o dal Consiglio ed istruite in ogni loro parte per togliere ogni possibilità che queste operazioni si trasformino in lucro per gli Istituti di credito finanziatori.

La Regione potrebbe assumere l'onere di fideiussioni o di garanzie di secondo grado, a tempo limitato, oppure potrebbe concorrere nel pagamento degli interessi su mutui, per le attività economiche o per le iniziative dell'artigianato locale più meritevoli di appoggio.

Le pratiche dovrebbero essere esaminate dalla Giunta regionale ed espletate a cura della Divisione finanziaria dell'Amministrazione regionale.

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Con i succitati interventi finanziari della Regione sarebbe possibile dare un incremento molto notevole alle attività economiche locali ed impostare ed attuare un vasto programma di lavori pubblici, eliminando lo stillicidio dei sussidi regionali, concessi a fondo perduto, sino ad ora verificatosi e che aumenta la errata mentalità di sempre ricorrere alla Regione per ottenere sussidi.

In base al succitato nuovo sistema di intervento finanziario della Regione la spesa annua a carico regionale potrebbe essere limitata, per ora, alla cifra di 30, 40 o, al massimo, di 50 milioni, annuo importo con cui si potrebbe risolvere il problema della viabilità e delle strade regionali e comunali ed affrontare con tranquillità il finanziamento di una importante mole di lavori pubblici.

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Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, in relazione a quanto esposto dall'Assessore alle Finanze, Ing. Fresia, dà lettura della sottoriportata parte di una lettera pervenutagli dal dirigente di una piccola industria locale e che di seguito si trascrive:

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"È abbastanza notorio che nelle banche che hanno sede in Valle di Aosta confluisce una massa notevolissima di risparmio valutata oggi a circa tre miliardi.

Per ragioni complesse soltanto una piccolissima parte di questo denaro (5 o 6 per cento) viene nuovamente utilizzato dalle banche per il reimpiego ed il finanziamento di aziende locali, ciò che a nostro parere arena uno sviluppo sia della piccola industria che dell'agricoltura, attività che oggi sono fortemente legate al problema del credito.

Il costo del denaro e le difficoltà notevolissime per ottenere i prestiti sono gli ostacoli maggiori che si frappongono ad una intensificazione della politica di maggior credito ed è indispensabile attuare nella Valle, se si vuole accompagnare l'opera di sviluppo e di progresso iniziata dall'Amministrazione Autonoma.

Per quanto concerne il costo del denaro siamo oggi ancora ad un prezzo variabile tra il 10 ed il 12 per cento il che rappresenta un gravame non facilmente sopportabile per medie e piccole aziende.

Per quanto concerne invece la concessione del credito occorre sveltire e modernizzare le concessioni sia nel senso di dare un maggior rapporto tra credito concesso e consistenza patrimoniale del richiedente, sia iniziando la politica del credito a media e lunga scadenza per evitare, come spesso avviene, che ad ogni sobbalzo della economia del paese le banche mandino a chiamare il mutuatario per fargli rigurgitare parte o tutto del denaro avuto in prestito, con danni e ripercussioni facilmente immaginabili.

A tutt'oggi le banche sono propense a fare aperture di credito o a concedere prestiti con scadenze di quattro - sei - dodici mesi il che ovviamente non consente assolutamente di compiere nessuna opera di respiro in quanto sia nelle costruzioni industriali, sia nelle migliorie di carattere agricolo, il reddito dei capitali impiegati, difficilmente viene a maturarsi prima che si compia un biennio dal momento dell'investimento, e il ricupero della somma non si ha che a distanza di 8-10 anni.

Tutto ciò che riguarda i prestiti E.R.P. - I.M.I. - F.I.M. ecc. non riescono purtroppo a penetrare in tutti gli strati delle aziende sia per le insormontabili difficoltà frapposte alle concessioni, sia per lo sproporzionato numero di richieste esistenti e sia ancora per la onerosità che deriva alla fine da questi prestiti che costringono a determinati investimenti obbligati (esempio acquisto di macchinario all'estero) e non lasciano libero respiro e facoltà alle ditte di spendere il denaro avuto in prestito secondo i criteri che ritengono più opportuni".

Il Consigliere Geom. G. NICCO dichiara che l'esposizione fatta dall'Assessore alle Finanze, Ing. Fresia, è stata molto interessante e plaude alla iniziativa e alle proposte di massima, a nome anche dei Consiglieri del suo gruppo.

Richiama, peraltro, l'attenzione della Giunta regionale sulla necessità che l'aiuto dell'Amministrazione regionale vada a favore dei Comuni veramente bisognosi, in quanto i Comuni che hanno disponibilità finanziarie possono e debbono provvedere con mezzi propri alla esecuzione di opere di pubblica utilità con i benefici della Legge Tupini.

Rileva, poi, che i risparmi della popolazione valdostana vengono depositati, in genere, presso Banche od Istituti bancari che li investono in attività e in iniziative varie fuori della Valle ed estranee all'economia della Valle. Fa, quindi, viva raccomandazione all'Assessore Ing. Fresia affinché, con la sua nota competenza in materia finanziaria, esamini e studi la possibilità di creare al più presto un Istituto di credito valdostano, avente per scopo di finanziare opere pubbliche ed attività ed iniziative economiche in Valle d'Aosta, Istituto al quale i valligiani possano affidare con fiducia i loro risparmi.

Aggiunge che sarebbe, inoltre, molto opportuno che le esattorie e gli uffici daziarii (per la riscossione delle imposte comunali di consumo), anziché essere appaltati a società, a ditte e ad istituti bancari aventi sede fuori della Valle, fossero gestiti dall'auspicato Istituto di credito valdostano. In tal modo rilevanti capitali verrebbero totalmente impiegati per il finanziamento di lavori pubblici e di iniziative ed attività economiche in Valle d'Aosta.

L'Assessore alle Finanze, Ing. FRESIA, dichiara di concordare, in linea di massima, con quanto esposto dal Consigliere Geom. G. Nicco. Informa che saranno interpellati i Comuni per indurli ad unirsi in Consorzio per la gestione non appaltata ma consorziata del servizio di riscossione delle imposte comunali di consumo, mentre, per quanto concerne le esattorie, nel 1948 si era chiesto che potesse la Regione assumere direttamente la gestione delle Esattorie.

Esprime il dubbio che la Regione possa, in quanto Amministrazione pubblica, concorrere a tali appalti.

Per quanto concerne l'auspicata creazione di un Istituto di credito valdostano, rileva che occorre appoggiarsi ad Enti pubblici, in quanto i privati non sono inclini a promuovere la creazione di un istituto bancario, analogo alla Cassa di Risparmio o alla cassa Depositi e Prestiti, non avente per scopo una attività di lucro. Rileva che occorre esaminare se, dal punto vista legale-amministrativo, l'Amministrazione regionale possa gestire o stanziare fondi per la creazione di un Istituto di credito del genere.

L'Assessore Per. Ind. FOSSON concorda sulle proposte e programmi finanziari dell'Assessore alle Finanze, programmi di cui auspica la sollecita realizzazione al fine di poter finanziare ed incrementare le attività artigiane e quelle delle piccole e medie industrie.

Ritiene, a tal proposito, che un primo intervento a favore dell'artigianato e delle piccole industrie possa farsi mediante norme analoghe a quelle in vigore sul credito agrario. Cita il caso del Consorzio agrario, che ha potuto potenziare la sua attività beneficiando di un contributo dello Stato e di fideiussione presso un Istituto bancario. Osserva che è stato rilevato che i prestiti E.R.P. vengono quasi esclusivamente concessi a favore di grandi industrie per l'acquisto di materiale e di macchinario proveniente dall'estero, mentre non ne possono beneficiare le piccole industrie che abbisognano non tanto di macchinari, quanto di capitale liquido (denaro) per l'incremento delle loro attività.

Data la urgente necessità di trovare i capitali occorrenti per finanziare l'artigianato e la piccola e media industria e date le difficoltà inerenti alla creazione di un Istituto bancario valdostano, l'Assessore Per. Ind. Fosson, chiede che il Consiglio si orienti, in un primo tempo, verso la forma di intervento mediante fideiussioni.

Prendono, altresì, parte alla discussione il Vice-Presidente del Consiglio, Ing. PASQUALI, l'Assessore alle Finanze, Ing. FRESIA, ed i Consiglieri Sigg. MANGANONI, Col. FERREIN e Geom. Giulio NICCO, il quale ultimo dichiara che i Consiglieri del gruppo social-comunista concordano, in via di massima, sulle proposte formulate dall'Assessore Ing. Fresia e chiedono che siano elaborate proposte concrete da sottoporre all'esame ed all'approvazione del Consiglio.

Il Presidente della Giunta, Avv. CAVERI, osserva che l'Assessore alle Finanze, Ing. FRESIA, ha esposto al Consiglio proposte di larga massima per conoscere il parere del Consiglio in merito alle eventuali nuove forme di intervento dell'Amministrazione regionale nel finanziamento di opere di pubbliche e di attività economiche locali. Comunica che, preso atto che i Consiglieri concordano in via di massima, su tali proposte, la Giunta regionale si riserva di esaminare attentamente il problema e di sottoporre, non appena possibile, proposte concrete e un dettagliato programma all'esame ed all'approvazione del Consiglio.

IL CONSIGLIO

unanime,

prende favorevole atto, approvando, in linea di massima, la relazione e le proposte dell'Assessore Ing. Fresia e con incarico alla Giunta di sottoporre un preciso programma e concrete proposte in merito.

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