Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 297 del 14 gennaio 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 297/XIII - Interpellanza: "Interventi per la sperimentazione di teleservizi integrati in ambito sanitario e socio-assistenziale".

Interpellanza

Appreso che nel mese di dicembre 2008 è stato sottoscritto un accordo tra l'Azienda USL della Valle d'Aosta e la Vodafone Italia per la sperimentazione del monitoraggio farmacologico della terapia anticoagulante orale sul cellulare (TAO) e di una agenda delle prestazioni infermieristiche;

Ricordato che la Giunta regionale con deliberazione n. 1678 del 30 maggio 2005 ha approvato il progetto sperimentale concernente l'attivazione di una "Centrale operativa telematica unica e sistema di teleservizi integrati - un supporto di assistenza telematica per i cittadini e per l'A.D.I.";

Ricordato inoltre che il Comune di Aosta sta sperimentando il sistema Arianna per automatizzare la gestione dei servizi di assistenza domiciliare e di consegna pasti;

Considerato che le nuove tecnologie informatiche e i prodotti innovativi che ogni giorno vengono introdotti sul mercato ad un ritmo crescente saranno via via uno strumento in grado di migliorare la qualità della vita e rispondere alle esigenze di una popolazione che allunga le proprie aspettative di vita;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per sapere se non ritiene opportuno stabilire delle linee di indirizzo per la sperimentazione di servizi e reti informatiche capaci di applicare modelli organizzativi e di percorsi assistenziali integrati sia tra la componente ospedaliera e la componente distrettuale, sia tra la componente sanitaria e la componente socio-assistenziale.

F.to: Rigo

Presidente - Prima di passare al punto 10, faccio presente che è stato consegnato alla presidenza un ordine del giorno firmato dai colleghi Caveri, Rosset, Crétaz, Impérial, Salzone, Zucchi, in merito al disegno di legge 19, che riguarda le misure straordinarie anticrisi, che adesso faccio distribuire.

La parola al Consigliere Rigo.

Rigo (PD) - Sono fortemente convinto che il valore universale del nostro servizio sanitario nazionale e regionale vada difeso e sostenuto. È anche essenziale però pensare costantemente alla sanità come investimento: investire in sanità significa puntare sulla promozione della qualità della vita dei bambini, delle donne, degli uomini e quindi sullo sviluppo sociale ed economico, oltre che sul benessere e sull'innovazione. Sono altresì convinto che l'ospedale debba essere un luogo di cura a carattere intensivo, con pochi posti letto, ad alta tecnologia, finalizzato al trattamento delle emergenze e degli interventi acuti con metodo multidisciplinare. L'ospedale deve essere anche il luogo dove gli ammalati che non necessitano di assistenza continua e di cure intensive possono essere seguiti in regime di ricovero ospedaliero giornaliero o attraverso un accompagnamento dal territorio in un percorso diagnostico terapeutico. È la direzione che, seppure troppo lentamente, la Regione sta seguendo, ma per condurre questo processo in maniera ottimale e per adattare la nostra rete ospedaliera e distrettuale alle esigenze della medicina moderna è necessaria la pianificazione di investimenti non solo finanziari e strutturali ma, non ultimi, di orientamento e culturali che non esiterei a definire epocali.

Così come sono certo che i cambiamenti demografici, epidemiologici, socio economici, tecnologici in atto impongono di adeguare il nostro servizio sanitario per renderlo coerente con le nuove realtà oggi prevalenti. Parte integrante di questo adeguamento è anche una profonda ristrutturazione della medicina del territorio che stiamo praticando, anche qui però con troppa lentezza e timidezza. Ad essa sono stati affidati nel tempo e lo saranno sempre più i compiti di affrontare e rispondere a una serie numerosa e complessa di funzioni, legate al mantenimento della salute, alla cura delle malattie, all'assistenza complessiva della persona sana e malata. Si tratta di compiti che hanno subito, negli ultimi decenni e in particolare negli ultimi anni, uno straordinario sviluppo in termini di complessità e di assorbimento delle risorse, cui peraltro non ha fatto riscontro parimenti un adeguamento della organizzazione sanitaria e di modelli organizzativi.

I tempi per la presentazione di una interpellanza non mi consentono di approfondire alcuni di questi temi, in particolare la dimissione dall'ospedale di una persona non autosufficiente, ma da quanto premesso devo sottolineare come il miglioramento della sanità passi dunque oggi soprattutto attraverso la riorganizzazione della medicina del territorio. Occorre colmare il fossato che il cittadino troppo spesso riscontra fra l'assistenza ospedaliera e quella erogata a casa da un medico di medicina generale, fossato che si allargherà a causa delle trasformazioni in atto e di quelle future dell'ospedale regionale. È necessario superare pertanto l'isolamento del singolo medico di famiglia molte volte sovraccarico di adempimenti burocratici e spesso senza collegamenti in particolare con i servizi territoriali del distretto o della comunità montana. È questa una strada che si sta praticando anche qui troppo lentamente e con situazioni difformi fra zona e zona e fra medico e medico.

Per colmare il fossato è necessario costruire una rete di servizi territoriali, in grado di dare risposte articolate ai bisogni diversi di salute, garantendo non solo la continuità della assistenza nelle ventiquattro ore, ma anche il collegamento con la rete ospedaliera: questa rete di strutture e di servizi, da realizzare nell'ambito del distretto o meglio del subambito sociale, deve essere in grado di assorbire la domanda di prestazioni urgenti di primo intervento che attualmente troppo spesso affolla il pronto soccorso dell'ospedale. In sostanza si tratta di attivare una rete in grado di connettersi con gli specialisti, i servizi e le strutture sociosanitarie del distretto.

La chiave di volta di questo processo passa attraverso una appropriata informatizzazione del sistema e non si tratta solo di dotare di computer gli studi medici, ma di un percorso di utilizzazione delle nuove tecnologie dell'informazione e della telemedicina. Sempre meno il cittadino dovrà andare a cercarsi da solo le prestazioni e sempre più dovrà essere la rete territoriale ad assisterlo; basti pensare al medico di famiglia di un paese montano che attraverso la rete, le nuove tecnologie, può monitorare la posizione di parametri vitali di un anziano affetto da patologie specifiche.

Se questa è la direzione di marcia, le sperimentazioni in questo campo non possono essere episodiche, frammentate, a macchia di leopardo senza aver prima stabilito un preciso indirizzo. Nell'interpellanza ho richiamato tre momenti diversi di sperimentazione condotti a mio parere senza armonizzazione e coordinamento. A mio avviso è invece necessario sviluppare dei principi guida, che siano in grado di orientare la sperimentazione delle nuove tecnologie, linee guida che devono fare riferimento a buoni criteri di gestione e alla fattibilità economica del modello, tutto ciò perché alla fine la valutazione e la definizione di valore, in termini di impatto organizzativo derivante dalla applicazione sperimentale di nuove tecnologie della telemedicina, dovrebbero essere svolte da un organismo terzo, tecnico-amministrativo. Così non è oggi, o meglio, così mi sembra non essere.

Le iniziative citate nell'interpellanza sperimentano tutte, per esempio fra gli altri, il servizio di rilevazione degli accessi a domicilio degli operatori, servizi con caratteristiche diverse e quindi non compatibili fra loro, e non è certo immaginabile che l'utente debba disporre alla fine di tre strumenti informatici diversi per controllare gli accessi degli operatori della sanità dell'ente gestore, della cooperativa o dello specialista. In questo modo come si può e chi può valutare?

Nel contempo la sperimentazione promossa dalla deliberazione di giunta n. 1678/2005, sperimentazione fortemente voluta dall'assessorato regionale competente, mi sembra sia finita su un binario morto. I tempi si sono allungati a dismisura (2005) e non mi sembra ci sia la volontà (almeno da quello che conosco) da parte della USL di sperimentare a livello operativo la parte dedicata alla telemedicina. Potevamo essere una regione pilota nel campo della telemedicina: ricorderà forse il presidente Rollandin la possibilità offerta alla nostra regione nel 1992-1993 di sperimentare con uno specifico apporto del CNR, attraverso la legge sul sistema di emergenza, le nuove tecnologie. La politica ancora una volta con uno sguardo miope snobbò tale possibilità.

La preoccupazione - ed è questo il senso della interpellanza - è quella di non essere ancora culturalmente pronti ad immaginare un futuro dove le nuove tecnologie nel campo della salute siano al servizio di un sistema, e non di singoli pezzi scollegati fra loro. Occorre però perseguire con lungimiranza questo percorso, ma che vedo ancora lasciato alla autonoma improvvisazione di ogni singolo settore operativo e per questo motivo chiedo lumi all'Assessore competente.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Rigo che mi permette di illustrare l'ambito dei sistemi informativi sul quale stiamo puntando molto. Mi ha spiazzato il preambolo che è stato fatto all'interpellanza, perché meriterebbe un altro tipo di risposta, ma per questioni di tempo non posso affrontarlo e spero che ci sia la possibilità in futuro di rispondere sulla medicina del territorio.

Evidentemente non sono d'accordo sui termini usati, come binario morto, lentezza, timidezza, dove si dà la sensazione di una anarchia ad applicare i sistemi in questione, che invece sono stabiliti dall'obiettivo 26, un obiettivo preciso del Piano socio-sanitario 2006-2008, dove ci sono due punti che servono da linee guida per tutto lo sviluppo del sistema informativo socio-sanitario della Regione. In particolare richiamo il punto a), dove viene indicata l'estensione della rete dei sistemi informativi sanitari e sociali regionali, al fine di favorire l'accesso ai servizi da parte del cittadino all'attività di comunicazione, e il punto b), relativo allo sviluppo della rete dei sistemi informativi sanitari e sociali regionali al fine di sostenere i processi di programmazione e di controllo delle risorse umane, economiche e tecnologiche in ambito socio sanitario.

Per quanto riguarda il punto a), in relazione all'integrazione tra ospedale e territorio, si evidenzia che la Regione in collaborazione con l'Azienda USL, ha messo in atto fin dal 2004 un progetto innovativo di integrazione della cartella clinica fra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, ed il sistema formativo aziendale, con l'obiettivo da un lato di garantire la completezza e continuità assistenziale ai cittadini che esprimono un bisogno di salute, dall'altro di creare i presupposti tecnologici e culturali per attuare una semplificazione dei processi e di servizi nell'ambito del servizio sociosanitario regionale. Allo stato attuale il 90 percento dei medici di famiglia (e ancora di più in questi ultimi mesi) e di medicina generale, ed il 100 percento dei pediatri utilizzano un sistema integrato con l'Azienda USL interscambiandosi le informazioni. Grazie al progetto sopra esposto lo scorso aprile 2008 la Regione è stata fra le prime in ambito nazionale ad entrare a regime con il sistema della tessera sanitaria, che prevede la trasmissione telematica delle ricette al Ministero dell'economia e delle finanze. Non condivido dunque i termini "lentezza" e "timidezza" utilizzati nell'interpellanza. Giornalmente i medici di famiglia possono vedere i dati in tempo reale di tutti gli esami che vengono effettuati dai loro pazienti, poichè collegati con il laboratorio centrale. Attualmente è in corso l'evoluzione del sistema esistente, anche in base a quanto richiesto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che prevede in una prima fase l'invio dei dati prescritti dai medici di famiglia e dai pediatri sul ricettario rosso e l'introduzione del flusso informativo legato alle certificazioni di malattia, e in una seconda fase la gestione elettronica delle prescrizioni e conseguente invio al centro.

Considerato il livello di informazione del sistema sanitario regionale, la nostra regione è stata individuata a livello nazionale come una delle tre regioni in cui verrà avviata la sperimentazione in ambito ospedaliero, per l'introduzione della "ricetta elettronica", cioè una ricetta virtuale in sostituzione di quella cartacea. Poi ci sono i due progetti, che sono stati appena avviati e che sono stati ricordati nell'interpellanza, cioè quello della terapia anticoagulante che permette ai pazienti scoagulati di avere in tempo reale sul cellulare i dati, e si potranno poi collegare con il proprio medico di famiglia in tempo reale, e l'agenda elettronica per le infermiere sul territorio.

In merito al punto b), nell'ambito della assistenza sociale nei correlativi sistemi informatici, oltre al mantenimento e allo sviluppo di sistemi informativi di supporto alla attività svolta dall'Amministrazione regionale, ricordo il sistema di gestione delle informazioni relative ai servizi per gli anziani (ITACA), l'anagrafe regionale per le persone disabili (ARDI), il sistema di gestione e provvidenze per invalidi civili ed ex combattenti (SANI), il sistema di gestione del servizio per il superamento del disagio evolutivo in ambito scolastico (DEAS), il sistema di gestione del servizio per l'assistenza domiciliare educativa (ADE), il sistema di gestione del servizio per l'inserimento lavorativo delle persone disabili (HALPI), e per quanto riguarda il sistema cartella sociale, che permette la gestione elettronica da parte degli assistenti sociali degli utenti presi in carico, si intende promuovere lo sviluppo di sistemi informativi di programmazione e di controllo del sistema sanitario regionale, mediante l'adeguamento di sistemi informativi esistenti o la progettazione di sistemi e adempimenti che scaturiscono dalla conclusione del progetto del servizio sanitario nazionale, strettamente correlato al nuovo sistema informatico sanitario.

In questa logica si evidenzia che recentemente sono stati approvati in Conferenza Stato Regioni due decreti per l'attivazione di flussi per l'assistenza domiciliare integrata e le prestazioni in strutture residenziali e semiresidenziali territoriali, che verranno recepite dalla Regione e pertanto attuate a livello regionale. In tal senso si evidenzia che nel 2009 sono stati previsti progetti per la realizzazione di sistemi informativi, per la gestione dei servizi territoriali in favore di disabili e anziani.

Si rivela inoltre l'avvio di una serie di iniziative per favorire la diffusione dell'uso di servizi a banda larga sul territorio, con finanziamento di fondo aree sottoutilizzate per la realizzazione dei seguenti servizi:

· la teleassistenza, volta a fornire assistenza al paziente attraverso il telemonitoraggio di parametri clinici sia dalle ambulanze in mobilità sia dal domicilio del paziente presso strutture presidiate, tipo microcomunità; l'accesso alla cartella radiologica, referti immagini via Internet, con l'obiettivo di garantire al cittadino l'accesso alla propria cartella radiologica elettronica consultabile da qualsiasi struttura del sistema sanitario nazionale fornito di un accesso Internet (permette al medico di medicina generale di accedere online alle immagini radiografiche e alle prestazioni effettuate ai propri assistiti e permette al medico radiologo di richiedere un secondo consulto allo specialista in modalità online).

· La trasmissione immagini video telepresenza: il progetto si propone di creare una rete di esecuzioni e trasmissioni in tempo reale di archiviazione e di ripresa attraverso videocamere portatili e fisse sui mezzi di soccorso terrestri e volanti, per permettere una valutazione continua da parte di un centro risponditore qualificato, 118, centrale unica, della scena dove operano i soccorritori al fine di meglio rispondere alle necessità organizzative.

· e Refuge: il progetto si propone di dotare i rifugi alpini della valle di un sistema di trasmissione dati e immagini (computer, webcam) corredato da una minima dotazione tecnologica sanitaria standardizzata in linea: apparecchiature elettroniche per la misurazione della pressione arteriosa, elettrocardiografo, saturimetro, apparecchio per la regolazione della glicemia che permette la trasmissione in tempo reale a un centro risponditore qualificato (pronto soccorso, cardiologia, UTIC, 118) dei parametri raccolti in caso di malore o incidente presso il rifugio e di effettuare in contemporanea un teleconsulto.

· Il telelavoro: refertazione domiciliare. Il progetto di refertazione domiciliare prevede l'attivazione della procedura di refertazione da remoto per il radiologo reperibile, mediante l'utilizzo di una stazione mobile di refertazione, opportunamente configurata.

· Trasmissione scheda soccorso: il progetto si propone di creare una rete che permetta l'esecuzione informatizzata della scheda di soccorso, attualmente redatta manualmente e consegnata solo al momento dell'arrivo, in uso su ambulanze ed elicotteri e la sua trasmissione in tempo reale al sistema di accettazione e la sua contemporanea archiviazione. Tale progetto consente inoltre di sperimentare l'efficacia dell'utilizzo della banda larga in condizioni di immobilità.

Sono stato il più rapido possibile, perché ci sono tanti altri progetti che quest'anno verranno attuati. Volevo solo concludere dicendo che la qualità principale, fermo restando che le conoscenze informatiche sono fondamentali per gli operatori sociosanitari, è l'umanità e la competenza professionale.

Presidente - La parola al Consigliere Rigo.

Rigo (PD) - Sono d'accordo con l'Assessore: fondamentale è la competenza professionale e l'umanità, in tutti i campi e in particolare questo che riguarda il diretto contatto con le persone.

Non discuto che siano stati fatti passi avanti, ci sono molte innovazioni nel settore dei sistemi informatici, ma più che altro nel sistema burocratico, cioè i rapporti amministrativi fra i servizi più che fra i servizi e le persone. Ma credo che questi siano sistemi innovativi di secondo livello rispetto al sistema più complessivo che è quello che mi interessa: il sistema salute. L'utilizzazione di questi apparati avviene tra i servizi stessi e con scarsi protocolli operativi rispetto alla gestione dei servizi direttamente collegati alla persona.

Ha ricordato l'Assessore l'obiettivo preciso del piano della salute e del benessere sociale che è ancora in atto: è sintetico, ma esplicito. Ecco, ci sono indicazioni precise in quel piano, ma non credo ci sia un sufficiente coordinamento nella sperimentazione, cioè in quell'obiettivo finale a cui dobbiamo mirare in particolare, fra la casa del malato e i servizi distrettuali e sociali del distretto o dell'ospedale stesso. Credo che su questo ci sia scarso coordinamento e ogni settore vada avanti con le proprie metodologie e indicazioni che vengono dalle proposte introdotte a un ritmo crescente sul mercato. Diversi settori dell'Amministrazione regionale, quasi ogni comune, stanno facendo delle sperimentazioni: il problema è coordinarle e che le stesse abbiano un contenuto valutativo, cioè che ci sia un organismo terzo che abbia la capacità di valutare la bontà, l'efficacia e il risultato delle sperimentazioni. Credo che in questo campo ci sia da rimettere un po' di ordine e non sono convinto che tutto stia procedendo nel verso giusto; per questo abbiamo sollecitato e solleciteremo ancora qui in Consiglio, per far sì che l'Amministrazione regionale assuma un vero controllo operativo rispetto ai tentativi di sperimentazioni in atto.