Oggetto del Consiglio n. 265 del 17 dicembre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 265/XIII - Interpellanza: "Iniziative per la realizzazione nella Regione di strutture sanitarie di ricovero per le cure palliative a malati terminali".
Interpellanza
In Italia sono state create negli ultimi anni numerose strutture sanitarie dedicate alle cure palliative e centri residenziali dedicati alle stesse, chiamati "hospice", che rappresentano una possibilità di ricovero temporaneo e di sollievo, quando l'assistenza domiciliare integrata non è più sufficiente.
A quanto risulta, malgrado la presenza in Valle d'Aosta di tre centri presso i quali è possibile richiedere servizi di cure palliative e terapia del dolore (l'Ambulatorio di Terapia Antalgica dell'Ospedale regionale, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e l'Unità Operativa di Oncologia), non vi sarebbe ancora nessun centro con le caratteristiche proprie di un ricovero, temporaneo o permanente, per persone malate che non possano essere più assistite con un programma di assistenza domiciliare specialistica o per le quali il ricovero ospedaliero non sia più sufficiente. Ma nessun hospice risulta essere attualmente operativo nella nostra Regione.
La nostra Regione sarebbe dunque l'unica, insieme all'Abruzzo, a non disporre ancora di simili strutture, di cui ben nove sono invece già presenti nel vicino Piemonte (per un totale di 96 posti letto).
I sottoscritti consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere se:
1) se condivide la valutazione positiva circa l'operato delle strutture denominate "hospice" o 2) se ritenga che vi siano obiezioni di principio alla loro realizzazione;
se siano allo studio iniziative per la costruzione di un "hospice" a gestione pubblica;
3) se siano state avviate azioni per il convenzionamento con soggetti privati in grado di dispensare cure palliative a malati terminali, oncologici e non oncologici.
F.to: Louvin - Patrizia Morelli
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Louvin che ha toccato un punto importante e delicato quello dell'assistenza ai pazienti cronici, in questo caso i pazienti terminali, e anche per l'occasione che mi dà per poter anticipare alcune evoluzioni.
Anzitutto vorrei dire che la palliazione (questo termine non molto bello) dei pazienti terminali è sempre avvenuta nelle nostre strutture ospedaliere, non solo nei reparti di oncologia, ma anche nei reparti che accolgono i pazienti cronici, come la medicina, la geriatria, sul territorio nelle microcomunità e nell'azione dei medici di famiglia, per mezzo anche della possibilità di avere i pazienti in ADI, cioè in assistenza domiciliare integrata. Quindi dal punto di vista delle cure i pazienti non sono stati abbandonati finora, e tanto meno le famiglie, nel loro dolore spirituale e fisico.
L'istituzione dell'hospice va sicuramente nell'ordine di dare un aiuto anche alle famiglie che devono seguire questi pazienti in una situazione così drammatica. L'hospice non ospiterà solo i pazienti oncologici, ma i pazienti terminali anche di altre patologie e questo permetterà di gestire meglio i reparti e di gestire le situazioni terminali in una struttura dedicata, potendo avere a disposizione anche letti ospedalieri per pazienti che possono ancora avere la speranza di usufruire di cure.
Per quanto riguarda in particolare la nostra situazione, devo dire che l'hospice è terminato, i lavori sono conclusi, si trova nella struttura dell'ospedale Beauregard e siamo in fase di collaudo della struttura stessa. Per quanto riguarda i posti - l'altro giorno in un colloquio informale con il collega Louvin sono stato un po' impreciso - ci sono dei parametri precisi che assegnano i posti di hospice. Alcuni dati: nel 2006 abbiamo avuto purtroppo 359 decessi di patologie oncologiche e si ricava una previsione, su 359, da 48 a 81 ricoveri in hospice all'anno, stimando una degenza media di 30 giorni, per un fabbisogno potenziale che risulta essere da 1.440 a 2.340 giornate di degenza all'anno. Tenendo conto di un decreto ministeriale del 22 febbraio 2007 che prevede un posto hospice ogni 56 deceduti di tumore, in valle corrisponde in base ai dati epidemiologici ad un numero almeno di 7 letti, quindi l'hospice partirà con 7 letti. Adesso siamo nella fase di organizzazione per quel che riguarda il personale, infermieri e medici. C'è la struttura semplice di terapia palliativa che è seguita dal dr. Musi e che seguirà il funzionamento dell'hospice.
Attualmente c'è una struttura che funge da hospice ed è all'interno del G.B. Festaz, dove ci sono 6 letti disponibili per degenza, dedicati a questo settore. Devo ricordare l'azione lodevole della Lega italiana per la lotta contro i tumori, che sta portando avanti in collaborazione con l'unità di oncologia e con i medici di famiglia tutta una serie di importanti iniziative di aiuti sul territorio per le famiglie. Inoltre da tre anni c'è la presenza del medico "palliatore", che è in continuo contatto con i medici di famiglia, proprio per gestire i casi più particolari: nel momento in cui vengono dimessi dal reparto, il medico "palliatore" è in contatto sul territorio con i medici di famiglia, si concordano le terapie e per mezzo dell'assistenza ADI a domicilio vengono erogate una serie di possibilità, che permettono una cura - e come medico ho potuto appurarlo - degna per queste situazioni disperate.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Il fatto che siano proceduti rapidamente i lavori di ultimazione della struttura, ci fa sicuramente piacere: in questo momento le cure che pure vengono dispensate hanno un carattere abbastanza dispersivo per il numero di strutture e per le condizioni nelle quali queste vengono praticate. Ma crediamo che l'ultimazione dei lavori edilizi non sia ancora una condizione definitiva, perché la struttura possa decollare.
L'Assessore ha messo in evidenza la disponibilità del personale medico. Su questo non abbiamo certezza che ci sia già una disponibilità di personale strutturato e con carattere continuativo che possa farsi carico di questa struttura, ma penso che il nodo decisivo per quanto ho potuto appurare in questi ultimi mesi riguardi un aspetto che non è stato toccato, che è quello del personale infermieristico. L'attivazione di questa struttura drena una quantità molto rilevante di personale infermieristico, che può pregiudicare o comunque ritardare richieste e sollecitazioni di altre strutture dell'ospedale regionale, quindi la nostra richiesta è che ci sia in questo una forte volontà di indirizzo e che questo assuma carattere di priorità, perché lo riteniamo un rischio questo, che si attivi una logistica di qualità, che ci siano locali idonei, che ci sia tutto quanto è necessario e poi non si possa decollare con personale adeguatamente preparato e in numero sufficiente all'effettuazione di questi interventi.
Quanto poi ai letti che attualmente sono disponibili, alla struttura del G.B. Festaz, non abbiamo chiaro se questi verranno lasciati o se verranno mantenuti in caso di apertura dell'hospice, perché è vero che statisticamente questo rapporto tiene, quindi il numero di 7 posti letto che dovrebbero coprire un fabbisogno annuo di una ottantina di persone se non ho capito male, può sembrare sufficiente, ma credo che i rischi di trovarci in condizioni difficili ci siano. Ci sono famiglie benestanti che possono permettersi una assistenza domiciliare, in ambito ovviamente di ben altra qualità anche sul piano affettivo, ma ci sono moltissime famiglie che per le condizioni in cui vivono, per la dispersione sul territorio, per l'assenza di familiari o altro non sono in grado di assicurare questo tipo di assistenza. Quindi la nostra sollecitazione come gruppo è che ci sia una decisa spinta al completamento dell'opera e all'attivazione di questo servizio.
Spiace, ma glielo segnalo perché sarebbe un punto d'onore per l'Amministrazione recuperare questo gap in questo momento: sul sito Internet che reperisce le strutture di cure palliative figuriamo noi Val d'Aosta e Abruzzo come le due sole regioni sprovviste di strutture di questo tipo, e per quanto non manchino altre forme di intervento, dispiace vedere questo neo nella sanità regionale.