Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 239 del 27 novembre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 239/XIII - Reiezione della proposta di legge: "Modificazione alla legge regionale 10 agosto 2004, n. 14 (Nuova disciplina della Fondazione Gran Paradiso-Grand Paradis. Abrogazione delle leggi regionali 14 aprile 1998, n. 14, e 16 novembre 1999, n. 34)".

Articolo 1

(Modificazione all'articolo 7 della legge regionale 10 agosto 2004, n. 14)

1. Il comma 2 dell'articolo 7 della legge regionale 10 agosto 2004, n. 14 (Nuova disciplina della Fondazione Gran Paradiso - Grand Paradis. Abrogazione delle leggi regionali 14 aprile 1998, n. 14, e 16 novembre 1999, n. 34), è sostituito dal seguente:

"2. Il rappresentante della Regione è designato dalla Giunta regionale ai sensi della legge regionale 10 aprile 1997, n. 11 (Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza regionale). Prima della designazione, la Giunta regionale propone i nominativi dei candidati alla Commissione consiliare competente in materia di aree naturali protette, la quale, previa audizione degli stessi, esprime il proprio motivato parere sulle singole candidature.".

Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Cerise Giuseppe.

Cerise G. (VdAV-R) - Merci, M. le Président.

Questo disegno di legge giunge all'attenzione di questa assemblea per decorrenza di termini in seguito alla corale astensione da parte dei componenti la maggioranza della commissione competente. È un disegno di legge molto semplice, consta di un solo articolo ed ha lo scopo di assicurare alla Fondazione Gran Paradiso un'adeguata rappresentanza della Regione Valle d'Aosta che però non coinvolga direttamente soggetti operanti in seno al Consiglio regionale. È oggi, infatti, particolarmente necessario che chi svolge compiti di rappresentanza politica in Consiglio regionale non cumuli con le funzioni di consigliere anche compiti di gestione di enti strumentali della Regione. La norma attualmente in vigore, invece, restringe la possibilità di scelta del delegato regionale in seno alla Fondazione Gran Paradiso a sole sette persone, che sono i componenti della Commissione consiliare competente. È di tutta evidenza che aprire la scelta ad altri soggetti, forniti di specifiche competenze ed esperienze, può garantire migliori condizioni ai fini del perseguimento del pubblico interesse e delle specifiche finalità dell'ente.

Le condizioni di pubblicità della designazione sono ampliate nella proposta dal ricorso ad una pubblica audizione che conferisce maggiore trasparenza alla scelta effettuata. L'obbligo di scelta del delegato regionale in seno al Consiglio di amministrazione della Fondazione Gran Paradiso costituisce un "unicum" ed un caso sicuramente contraddittorio con l'orientamento consolidato della legislazione regionale in materia.

Non si ravvisano infatti altre situazioni in cui la legge imponga di scegliere amministratori di enti o fondazioni fra i componenti del Consiglio regionale. Per quanto riguarda poi le fondazioni la legge regionale n. 20 del 2007 ha stabilito espressamente un caso di ineleggibilità a carico di coloro che ricoprono funzioni di legale rappresentante, amministratore delegato, direttore nominato o designato dalla Regione, in fondazioni le cui entrate siano superiori a 500 mila €.

In tutta evidenza il legislatore regionale aveva così voluto rimarcare una situazione di potenziale conflitto tra le due funzioni, per cui appare necessario rimuovere la rigidità contenuta nella norma di cui si propone l'abrogazione. Dobbiamo evitare in ogni modo che possa sorgere anche soltanto il sospetto che funzioni pubbliche di questo genere possano essere collegate all'azione politica ed elettorale dei componenti l'assemblea regionale.

Come dicevo prima, è una legge che si condensa in un unico articolo che propone la modificazione del comma 2 dell'articolo 7 della legge 14/2004, che dovrebbe essere sostituito dal presente: "Il rappresentante della Regione è designato dalla Giunta regionale ai sensi della legge regionale 10 aprile 1997, n. 11 (Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza regionale). Prima della designazione, la Giunta regionale propone i nominativi dei candidati alla Commissione consiliare competente in materia di aree naturali protette, la quale, previa audizione degli stessi, esprime il proprio motivato parere sulle singole candidature".

Questo è quanto dovevo dire.

Président - J'ouvre la discussion générale.

La parole au Conseiller Comé.

Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Oggi siamo chiamati a valutare ed esprimere il nostro parere su questa proposta di legge n. 4.

La commissione ha richiesto delle audizioni per analizzare il contenuto della proposta presentata ed illustrata adesso dal collega Cerise.

Vorrei presentare al consiglio le valutazioni e le analisi fornite in sede di audizione dal Direttore dell'ente parco, dr. Ottino, che non è una figura politica, non è una figura di parte, ma è una persona che ha avuto grazie alla sua esperienza di poter vivere in questi ultimi anni l'efficienza e l'efficacia della gestione di questa fondazione. Bene, voglio solo riprendere alcuni passaggi forniti dal dr. Ottino. Dice: "Ci pare di cogliere che l'auspicio dei proponenti sia quello di ampliare la scelta della rappresentanza regionale in fondazione a più soggetti, forniti di specifiche competenze ed esperienze, peraltro non così poi ben definite né facilmente esplicitabili secondo noi. Tuttavia ci pare censurabile il rapporto sfiduciale che si vuole instaurare fra la Giunta regionale e il Consigliere di questa commissione, scelto quale rappresentante regionale in fondazione, che consente alla Regione stessa di mantenere e assicurare quella sintonia e celerità di contatto con gli organi e la struttura dell'ente che nella esperienza nostra ha garantito in questi ultimi anni l'efficacia di azione che è nell'interesse della comunità locale e del territorio valdostano, del parco e dell'ente parco stesso, nella misura in cui la fondazione è ente complementare in relazione del parco e non ente concorrente. Abbiamo notato più volte come problemi finanziari e tecnici siano stati affrontati e risolti con sollecitudine e solerzia grazie un po' a questo connubio che non si sarebbe potuto realizzare, se il rappresentante regionale fosse stato un esterno, e questa sinergia è certamente e ulteriormente rafforzata quando lo stesso Consigliere viene anche individuato come Presidente, come del resto è avvenuto due volte su due dalla promulgazione della legge. Riteniamo comunque che la competenza di un membro di questa Commissione, tenuta ad affrontare in ambito legislativo delle tematiche articolate e complesse nel lavoro preparatorio e funzionale ai lavori del Consiglio, sia un elemento assolutamente utile e sufficiente per svolgere il ruolo di Consigliere ancor più di Presidente di fondazione, in misura certamente superiore a quello di un ipotetico concorrente esterno. Del resto, all'incaricato di compiti di rappresentanza di un ente strumentale si richiedono più dei compiti di indirizzo e di controllo che non di gestione puntuale che come sapete, secondo la legislazione nazionale, d.lgs. 165/2001, prescrive un po' il principio di separazione fra funzioni politiche e gestionali, queste ultime proprio del dirigente. Noi siamo invece così certi che il rapporto sfiduciale con gli esterni non possa poi avere qualche ripercussione negativa, nel senso che possa anche aprire la strada a spiacevoli rapporti di tipo clientelare che non sono nell'interesse della pubblica amministrazione, oltre ad essere costosi anche sotto il profilo del costo della politica. Anche da questo punto di vista infatti non bisogna dimenticare che la struttura stessa degli organi di fondazione, di cui fanno parte funzionari e amministratori, non comporta indennità nel gettone di presenza, che invece temo diventerebbe quasi necessario qualora si richiedesse a un esterno un impegno per riunioni e l'attività di rappresentanza forte quanto non poi quelli propri della presidenza, mentre l'incarico di consigliere risolve alla radice questo problema".

Direi che il parere espresso dal dr. Ottino non può che rappresentare il parere della maggioranza, pertanto esprimeremo un giudizio negativo su questa proposta di legge.

Président - La parole au Conseiller Prola.

Prola (UV) - Merci, M. le Président. Solo ad integrazione di quello che ha esplicitato il collega Comé della risultanza delle audizioni.

Ho chiesto personalmente io queste audizioni, era una delle prime volte che partecipavo alla III Commissione e ho chiesto di audire il parco e un rappresentante dei sindaci che fanno parte del consiglio di amministrazione del parco, in quanto uno dei miei dubbi è sorto quando ho letto la relazione del collega Cerise: "...con le funzioni di Consigliere anche compiti di gestione di enti strumentali della Regione". Credo che la valenza che ha la fondazione parco non sia esclusivamente una valenza strumentale ma sia soprattutto una valenza politica. Quando parliamo di valorizzazione dei territori e di promozione del turismo naturalistico, quando parliamo di promozione dei territori, credo che questa funzione sia una funzione politica in primo luogo, e poi di programmazione e di controllo. Questa è stata confermata ampiamente dalla audizione del dr. Ottino, e dalla audizione, che parlava a titolo personale bisogna precisare, di Naudin che confermava che la richiesta di collegamento funzionale fra il consiglio regionale e la Fondazione Gran Paradiso era stata richiesta dai sindaci dei territori.

Quindi credo che sia stata sottolineata nelle due audizioni la valenza politica della fondazione e non esclusivamente strumentale.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Riflettendo su questo tema, mi sono chiesto se esistono leggi perfette. Ritengo che questa legge, che gli amici di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau ci propongono non sia una legge perfetta, non credo che esistano leggi perfette. Ieri su proposta della maggioranza ne abbiamo cestinata una, approvata qualche anno fa dalla stessa maggioranza (o quasi stessa maggioranza) e ne abbiamo modificata un'altra che ne cassava a sua volta una imperfetta, quindi come dire: riuscissimo mai a fare quella legge che una volta che è fatta, rimane lì perfetta nel tempo! Vorrei riflettere sul principio che cerca di portare in discussione questa norma ed è il principio per cui dobbiamo deciderci se là dove riteniamo - riprendo le parole del collega Prola che mi sembra aver avuto un atteggiamento franco su questa questione - sia strategico avere una presenza politica in una fondazione o in un consiglio di amministrazione, allora ci mettiamo un politico. Ma questo apre la stura a chissà quanti consigli di amministrazione sono strategici per la politica! Cioè, scherziamo, cominciamo da Finaosta e arriviamo fino in fondo, dappertutto ci mettiamo un Consigliere regionale e quanti soldi risparmiamo, Consigliere Comé, quanti soldi possiamo risparmiare se in tutti i consigli di amministrazione nominiamo qualche Consigliere regionale, che risultava dal dibattito di ieri molto impegnato già a lavorare in Commissioni, quindi di certo non fannullone come invece i dipendenti pubblici. Ma i Consiglieri lavorano tanto..., quindi dovremmo nominare questi Consiglieri che lavorano tanto dappertutto e compiere questo famoso risparmio. Vedremo se nelle proposte che andremo a discutere, dei risparmi, dei costi della politica ci arriverà anche questa dell'affidare dei compiti ai Consiglieri regionali per risparmiare.

Credo che la ragione dell'importanza della Fondazione Grand Paradis del suo ruolo strategico politico, della importanza che ci sia una grande attenzione del Consiglio regionale su questa fondazione è condivisa, su questo sì assolutamente. Riteniamo anche che proprio sulla questione del parco ci voglia una attenzione particolare che questa fondazione svolga un ruolo strategico, lo ripetiamo tutte le volte in quest'aula, il turismo, come va e come non va, svilupparlo; quindi da quel punto di vista lì grandissima attenzione.

Sono certo anche io che i Comuni sollecitano l'attenzione del Consiglio regionale su questi temi. La domanda è se sia o meno opportuno che ad avere il ruolo di presidente sia un Consigliere regionale. Questa è la domanda che pone questa legge e ovviamente così mirata su una fondazione, potrebbe far scaturire le solite querelle di questioni personali. Qui spero, sgombriamo il campo, non c'è nulla di personale, qui non si mette in dubbio la questione della capacità o del merito, nulla di tutto ciò. Quello che si discute è che forse andava formulato non esclusivamente per la Fondazione Grand Paradis, ma per qualsiasi fondazione, per qualsiasi luogo dove ci sia un consiglio di amministrazione se sia o meno opportuno che ad assumere quella carica sia un Consigliere regionale. A nostro avviso, ed ecco perché la nostra intenzione è quella di votare a favore di questa legge, ma non in senso di rigettare le ragioni dell'importanza della fondazione, né di rigettare le ragioni del ruolo politico che questo Consiglio deve esercitare anche di indirizzo rispetto a certe fondazioni, ma per ribadire che dobbiamo stare attenti a non percorrere una strada che può essere molto pericolosa. Tanto più che in attesa di rivedere la legge elettorale per le elezioni regionali, che sappiamo aver creato problemi sulla questione delle nomine in consigli di amministrazione e quant'altro, non vorrei che leggi di questo tipo aprissero la via di fuga per altri tipi di nomine, perché potrebbe finalmente risolvere la questione dell'ineleggibilità: li nomina direttamente il Consiglio regionale e a quel punto viene a cadere ogni problema rispetto alla questione.

È un problema delicato, noi lo vediamo così. Sappiamo che questa è solo una legge piccola, marginale, però è una questione di principio, noi su questa cosa abbiamo questo atteggiamento su cui vogliamo far riflettere tutto il Consiglio regionale e riteniamo che al di là del fatto che ci sia un riferimento ad una sola fondazione, che come sempre vengano chiamate in causa persone, per quanto ci riguarda non è una questione solo di questa fondazione, non è una questione personale, ma è una questione più generale in cui dobbiamo stare attenti a non percorrere una strada che ci può portare a delle grosse anomalie nei rapporti fra la politica e la gestione di fondazioni e consigli di amministrazione.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Per una breve considerazione su questa proposta di legge che come è stato detto, è stata esaminata e approfondita in III Commissione, anche con l'ausilio di alcune audizioni che sono servite a comprendere meglio la materia. La proposta ha una sua valenza che noi riconosciamo, lo abbiamo anche manifestato in Commissione; la valenza è semplicemente quella di evitare una concentrazione di potere nelle mani di alcuni Consiglieri, che sono funzionali a un disegno di governo. Lo avevamo evidenziato con enfasi anche durante la scorsa legislatura che era assolutamente inopportuno, quando allora venne nominato il collega Borre, che un Presidente della Regione scegliesse a caso o per evidenti motivi di opportunità politica o di lottizzazione politica un Consigliere della propria maggioranza, per dire: tu sarai colui che sarà designato a presiedere la fondazione, così come può accadere in altri enti od organismi sotto il cappello della Giunta regionale. Lo avevamo evidenziato non solo da questa parte politica ma anche dall'altra parte dello schieramento, quindi le due opposizioni già allora sollevarono questa inopportunità. Oggi credo che puntualmente il gruppo consiliare di Vallée d'Aoste Vive - Renouveau faccia una proposta che sia condivisibile. In Commissione avevamo chiesto di avere più coraggio nell'avanzare una proposta di questo tipo, e il coraggio stava nell'attribuire questa competenza al Consiglio regionale, cioè se dobbiamo nominare un Consigliere, che sia il Consiglio a sceglierlo e non la Giunta o il suo Presidente. Questo coraggio purtroppo non c'è stato, di conseguenza rimane la Giunta l'ente che può proporre questo soggetto. L'emendamento che abbiamo suggerito è stato respinto, anche alla luce di considerazioni di segno diverso che sono arrivate dagli organi auditi, noi ci sentiamo di sostenerlo e non faremo mancare l'appoggio e il nostro voto favorevole a questa iniziativa.

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Il tema in discussione, microscopico nella sua entità, è in qualche modo rivelatore di una concezione del rapporto fra la politica e le istituzioni collegate, e soprattutto indicativo di come vogliamo interpretare il nostro lavoro di Consiglieri. Questa è l'unica legge che individua delle modalità così atipiche di scelta di uno dei nostri colleghi di Consiglio alla testa di un organismo che è una istituzione di diritto privato, ma anche luogo di raccordo fra istituzioni regionali, comunali ed altre organizzazioni. Nella formulazione dello statuto e nella legge relativa alla Fondation Grand Paradis è previsto che siano rappresentati i Comuni di queste rappresentanze territoriali e questi Comuni sono rappresentati dai loro esecutivi. Se si tratta di un punto di collegamento fra le istituzioni sul piano degli esecutivi, nessun problema: disponiamo di Assessori al territorio, all'ambiente, alle risorse naturali. Se si tratta di dialogare fra istituzioni e di andare nella linea che ricordava il collega Comé, ispirata dal direttore del parco Gran Paradiso (è singolare peraltro che la politica chieda consiglio e autorevole conferma al direttore di un ente strumentale per trovare il suo giusto rapporto interno per cosa fa un Assessore, cosa fa un Consigliere, se sia opportuno o meno che siamo rappresentati attraverso degli eletti o attraverso dei soggetti esterni) che sia il governo ad occuparsene. Per noi nulla quaestio, nessun problema; ci sono altri organismi, c'è il Conseil de la Plaine, ci sono altre strutture nelle quali siamo rappresentati. C'è l'Università della Valle d'Aosta nella quale è rappresentata la Regione attraverso le due componenti del nostro esecutivo, noi in verità abbiamo qualche riserva anche su questo, ma per altri profili di ruolo. Ma riteniamo che sia improprio giocare la rappresentanza della Regione attraverso i propri Consiglieri regionali. Lo riteniamo un errore di ruolo.

Non abbiamo nessun pregiudizio personale nei confronti del collega che ricopre questo incarico, come non li avevamo in passato per chi ha fatto, credo con correttezza ed impegno, questa attività; ma dobbiamo chiederci cosa vogliamo che siano i Consiglieri regionali e dobbiamo interrogarci, in questo l'apertura del collega Donzel è molto utile, su dove ci può portare questa linea di pensiero. Se accettiamo la logica, che ritengo, collega Comé, perversa delle opinioni che lei ha riportato dalla audizione in questo Consiglio, che per risparmiare dobbiamo far lavorare i Consiglieri regionali, dobbiamo dare loro qualcosa da fare; che per avere un miglior collegamento con la Regione bisogna che siano esponenti del Consiglio o meglio della maggioranza del Consiglio, noi che abbiamo già una parte così ampia della nostra economia gestita attraverso società partecipate regionali, fondazioni, associazioni come il Forte di Bard ed altre, rischiamo di creare una piramide politica di governo attraverso la maggioranza e attraverso i suoi eletti su tutto il territorio regionale, che non può che essere deleteria.

Crediamo nella libertà di mandato dei Consiglieri regionali; credo che non sia sfuggita a nessuno di voi una critica che c'è già nella popolazione per l'occupazione sistematica delle poltrone delle controllate regionali, degli enti strumentali, degli istituti etc., attraverso ex consiglieri o altri esponenti della politica regionale. La società valdostana si sente governata esclusivamente ormai dalla politica allargata, da questo consiglio che coinvolge, implica costantemente nella gestione di questi organi ed enti i suoi referenti politici più diretti, coloro che sostengono l'azione dei singoli partiti. Crediamo che questo Consiglio almeno debba rimanere immune da questa duplicità e sovrapposizione di ruolo; torneremo su questo tema; sarà per voi forse una noia, ma il tema delle sovrapposizioni di ruolo, dei conflitti di interessi pesanti che ci sono in Val d'Aosta tornerà.

Qui non siamo però in una problematica di conflitto di interesse, siamo di fronte a una istituzione che è stata voluta per trovare l'incontro di volontà fra gli enti. Diciamo in questo momento che si può e si deve scegliere al di fuori di questo Consiglio la rappresentanza della Regione; se poi deve essere la Giunta regionale, perché è un organo di raccordo, svolga questa funzione l'Assessore. Riteniamo che le fondazioni siano uno strumento improprio per questo tipo di lavoro. Ma se deve essere un raccordo con gli enti territoriali o con il parco, è un ruolo che compete all'esecutivo.

Noi l'esecutivo lo dobbiamo controllare, noi non dobbiamo come Consiglieri, esserne il relais, la dipendenza e la discendenza decisionale della Giunta regionale: questo mortifica in prospettiva il ruolo e la libertà di ciascuno di noi anche ogni tanto di alzare il ditino e di dire: "non, M. le Président." Questo è quello che noi dobbiamo conservare: uno spazio di libertà per questo Consiglio e non lo stiamo rivendicando a beneficio di qualcuno in particolare, non ne facciamo in questo caso un problema di spostamento dell'ago della bilancia dalla Giunta al Consiglio, non ci pare il punto focale della nostra questione. In altre tematiche, in altri ambiti possiamo condividere la necessità che sia il Consiglio in sede più allargata a fare queste valutazioni, ma qui la logica è un'altra: si parlino le istituzioni con i loro esecutivi, abbiamo un esecutivo, faccia il governo regionale la sua parte. Se è una fondazione che veramente gioca il ruolo di fondazione, allora sia qualcuno esterno alla Regione in sua rappresentanza. Ma ripetiamo, per noi quanto di più improprio si possa pensare è che questo ruolo venga svolto come collegamento elastico fra la Giunta regionale e la fondazione da uno dei componenti di questo Consiglio, tanto più oltretutto se scelto in modo così singolare, come componente di una singola commissione. È curiosa questa formulazione, è un unicum in tutta la legislazione regionale, non esiste nessun precedente né esistono altri casi di questo genere, da quando si è voluto come Consiglio regionale, proprio per evitare determinate commistioni, stabilire che i Consiglieri regionali non dovevano far arte dei consigli di amministrazione. Chi ha lungo corso nella vita politica di questa Regione ricorda che ci fu un tempo in cui regolarmente i Consiglieri regionali cumulavano incarichi di consigliere di amministrazione, qualcuno è arrivato a distinguersi superando anche la decina di consigli di amministrazione; ci fu un momento nel quale questo venne eliminato come deriva, come forma deteriorata del rapporto politico. Fu una scelta saggia ed è una scelta che, nel ribadire un concetto di ineleggibilità oltre una certa soglia nella posizione di un candidato al Consiglio regionale, si è voluta anche con la legge elettorale rimarcare. Fermiamoci semplicemente a considerare il ruolo puro e semplice del Consigliere regionale e non sminuiamo il nostro ruolo, dicendo: tanto siamo pagati, possiamo farlo. Se accettiamo questo ragionamento, che è di basso profilo e squalificante del ruolo del Consiglio e dei Consiglieri regionali di fronte alla intera popolazione, veniamo meno al prestigio e alla qualità del lavoro che siamo chiamati a fare come legislatori e non come pedine da spendere all'interno di altre organizzazioni.

È questo il pensiero che il nostro gruppo voleva esplicitare nel portare l'invito al Consiglio regionale, a meditare la sua scelta in questo caso e comunque ad aprirsi a una prospettiva seria per quanto riguarda il futuro per ciò che attiene tutte le posizioni che richiedono una maggior chiarezza e trasparenza di ruolo fra istituzione e cittadinanza.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - L'iniziativa dei colleghi ha il merito di sollevare un dibattito che può anche allargarsi oltre alla fondazione, anche se voglio ricordare che noi ancor prima del dibattito sulla rappresentanza della Regione in seno alla Fondazione Gran Paradiso aprimmo il dibattito sulla necessità della fondazione stessa. Ricordo una giornata intera a discutere, con grande vivacità, sulla opportunità economica, gestionale, finanziaria, politica e istituzionale della nascita di quello che cominciavamo ad annunciare come un famigerato ulteriore carrozzone. Dai banchi della maggioranza le argomentazioni a sostegno di questa iniziativa, cioè della nascita della fondazione stessa, erano che la Regione aveva il dovere di intervenire con le economie, con l'organizzazione, con il valore della competenza là dove la territorialità nella sua pochezza non aveva le risorse per poterlo fare. Sulla Fondazione Gran Paradiso, io ricordo che il tema era proprio come cercare di aiutare quella comunità a valorizzare una serie di plus valori, le miniere, il territorio, il turismo, l'economia del turismo di quella economia, quindi la fondazione sembrava uno strumento assolutamente necessario per.

Naturalmente essendoci poche risorse, il territorio chiedeva aiuto alla Regione e la Regione utilizzò lo strumento della fondazione. Il dubbio che questa cosa poteva diventare non totalmente produttiva ci venne proprio quando la delibera arrivò con la costruzione del consiglio di amministrazione di questa fondazione e si evinse che a rappresentare la Regione sarebbe stato un Consigliere regionale. Io voglio ricordare ai colleghi che non c'erano che in quelle ore c'erano state delle spartizioni di poltrone e qualcuno era rimasto senza, allora si parlò di un piccolo assessorato-ombra da dare per accontentare qualcuno che mugugnava perché dopo una lunga carriera di tanto dare, non aveva ancora ricevuto nulla. E noi all'amico Borre chiedemmo di sottrarsi da questa situazione conoscendo la sua onestà intellettuale, conoscendo la sua dedizione al suo partito e alla politica come spirito di servizio. Purtroppo non ci ascoltò e si fece prendere in mezzo da questa situazione perché Presidente di una fondazione era meglio che non farlo. Oggi però Borre non c'è più e siamo a richiederci se è funzionale che un consigliere regionale occupi una poltrona di questo tipo.

Noi rimaniamo della stessa idea: se deve nascere un organismo per valorizzare un territorio (oggi parliamo del Gran Paradiso, domani potrebbe essere Cervinia o altre vallate che hanno bisogno dell'impegno della Regione per promuovere delle territorialità), auspicheremmo che si parlasse di competenze e non solo di appartenenze, sebbene importanti: sappiamo quanto la fiducia a volte sia più importante della capacità, tanto che si dice, meglio uno fedele che uno capace che magari non ti è fedele e fa quel che vuole. In realtà auspicheremmo che ci fossero entrambi i requisiti, che ci sia magari la fiduciarietà di chi deve decidere di investire delle risorse e chiede forse anche giustamente di rappresentare il capitale all'interno di un organismo, e dall'altra che ci sia un minimo di valutazione sul criterio della competenza.

Questo vale, a noi i cittadini ce lo chiedono quando si fanno le nomine degli Assessori, si dice: ma come, si mette un Assessore che di quella materia non ne capisce assolutamente nulla? Ma sai, la politica...poi imparerà, perché c'è la logica del consenso e chi ha ricevuto il consenso ha il dovere e il diritto di governare... Però la mediazione fra la necessità della rappresentanza democratica in organi di efficienza e la opportunità di avere la competenza per gestire un certo organo, è una questione che sta diventando sempre più pressante, quando in particolare i cittadini ci chiedono i risultati.

Noi non vogliamo riproporre l'argomento trito del carrozzone, partiamo da un presupposto: quella comunità ha bisogno di un organismo che promuova quel territorio; allora mettiamo le migliori risorse umane, professionali, perché quell'obiettivo per cui nasce quella fondazione possa essere raggiunto.

Credo che sull'aspetto della fiduciarietà il problema si possa risolvere, non essendo necessario che ci sia un Consigliere regionale di maggioranza magari con la scusa che risparmiamo qualche lira perché lui lo fa nell'ambito delle sue attività; se questa competenza nel Consiglio non c'è, si può trovare una persona competente in marketing, in promozione turistica, in sviluppo della economia di un territorio e che abbia a livello professionale svolto quella attività e possa rappresentare fiduciariamente la maggioranza e la Regione che mette il capitale. Questo è l'invito.

Perché poi la politica inciampa in queste cose qua, quando i cittadini ci guardano e dicono: "Ma avete messo quello in quella fondazione perché appoggia la maggioranza, la Giunta, il Presidente", diventiamo poco credibili quando a rappresentare il denaro di tutti ci sono delle persone semplicemente incompetenti che hanno un unico valore, quello della fiduciarietà politica. Noi condividiamo che ci sono tempi in cui abbiamo bisogno delle competenze e delle persone giuste al posto giusto. La proposta di legge ci dà l'occasione per iniziare un percorso, che però non dovrebbe essere limitato alla Gran Paradiso, ma dovrebbe essere limitato concettualmente a tutti gli organi strumentali che la Giunta regionale, la maggioranza e a volte questo Consiglio devono indicare per rappresentare il denaro dei cittadini, la maggioranza che governa la Regione o il Consiglio che deve esprimere una professionalità.

Dobbiamo partire dal criterio di competenza che è una parola che in politica nella prima repubblica è totalmente sconosciuta! La prima repubblica se ha avuto un danno è che ha tenuto come unico valore di rappresentanza del potere politico la fedeltà politica, e poi abbiamo visto i disastri! Le persone che vengono messe nei consigli di amministrazione non sono capaci e fanno i buchi di bilancio, le Province, le Regioni devono pagare perché la persona che rappresenta il capitale pubblico non è in grado neanche di dare una idea di come si possa gestire un ente strumentale. Sono enti strumentali, cioè devono perseguire obiettivi e definire strategie, dov'è la competenza?

Ho in mano due elenchi che ho chiesto all'Amministrazione regionale, che sono le 200 nomine (quasi tutte di maggioranza) fra rappresentanti in consigli di amministrazione, sindaci effettivi e supplenti, centinaia di persone che a nome della maggioranza o della giunta o del consiglio, rappresentano il capitale della Regione, cioè dei cittadini, dando la loro disponibilità. Vi invito a guardare questo elenco e a fare l'analisi individuale, soggettiva, non obiettiva per dire se secondo voi le competenze di quelle persone sono adatte alle finalità di quell'organo strumentale. Ci faremo delle risate!

Se la politica vuole riconquistare un minimo di credibilità anche da queste piccole cose si può cominciare a dare dei segnali fuori: alla Fondazione Gran Paradiso ci deve andare una persona competente. Dice: allora può essere anche un Consigliere regionale; sì, se il Consiglio ha la fortuna di avere una persona competente. Ma se questo poi viene concepito come l'assessoratino ombra per accontentare qualcuno che non ha ricevuto la poltrona da Presidente di Commissione piuttosto che di Assessore, è un danno decisamente più grave che facciamo alla credibilità della istituzione rispetto all'obiettivo che poi non si raggiunge.

Sollevo solo questo tema, che dovremo affrontare con grande bipartisanità, Raimondo, fattene una ragione, prima o poi dobbiamo smettere di far finta di dialogare e cominciare a dialogare veramente: i tempi sono di cambiamento, o cambiamo le menti o i cambiamenti ci travolgono. O riusciamo a dare al cittadino l'impressione che vogliamo governare la cosa pubblica nella direzione della efficacia, della efficienza e del risultato, o noi verremo travolti dalla protesta di persone che sono stufe di pagare tasse per vedere amici degli amici incompetenti piazzati nei consigli di amministrazione solo per la logica della spartizione della lottizzazione politica!

La festa è finita, facciamocene una ragione.

Président - Pas d'autres en discussion générale? Je ferme la discussion générale.

La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Credo che l'argomento in discussione sia la richiesta di modificare la legge regionale 10 agosto 2004, n. 14 che è stata proposta e voluta allora dal Presidente Perrin, credo che sia un tempo non biblico: sono passati quattro anni.

Ieri si faceva molta ironia sul fatto che a quattro anni si cambia il Prefin, che a quattro anni si hanno idee diverse sul turismo e oggi con la massima naturalezza si porta una modifica di una legge che è voluta da chi oggi non è più collegabile con la maggioranza, ma che credo sia una persona che ha ricoperto un ruolo e che ancora oggi ricopre un ruolo all'interno di forze politiche che sono... a meno che ci siano notizie dell'ultima ora che dicono che Carlo Perrin è fuori da tutti gli schemi, ma non mi risulta...Voglio dire questo perché a volte le situazioni che andavano bene, come qui, quattro anni fa, di colpo diventano lesa maestà, un crimine, una valutazione di un becero qualunquismo, di qualcosa che non se ne può più di questo atteggiamento, ma come, si voleva dare un contentino a qualcuno... A me risulta che la scelta di Borre sia stata una scelta oculata, Borre è stato un Presidente di questa fondazione molto apprezzato, ha fatto un ottimo lavoro dando una idea di come poteva funzionare partendo da zero, creando le premesse per un buon lavoro con le collettività locali che hanno collaborato efficacemente con le iniziative portate avanti per la promozione del territorio, per iniziative interessanti sia da un punto di vista culturale che ambientale, ha creato le premesse per una serie di attività che hanno dato lustro a questa zona entrando nel merito dei problemi dei singoli Comuni, perché anche in questa fondazione sono i Comuni ad essere rappresentati.

Di colpo, non va più bene la scelta del Consigliere che rappresenti all'interno della fondazione l'Amministrazione regionale.

Non ho né pregiudizi né preconcetti né il fatto che sia l'ideale, credo che sia giusto mantenere questo indirizzo perché ha funzionato bene e credo che le osservazioni che sono state fatte, a partire da Dario Comé, rileggendo anche quello che ha detto il Presidente del parco, che non lo ha detto in funzione del ruolo che esercita come direttore del parco, Ottino, ma lo ha detto in funzione del rapporto del parco che si ricollega a una attività piemontese e valdostana. Comprendendo bene qual è l'attività e cosa succede per quanto riguarda l'attenzione del parco nei confronti delle collettività locali dell'altra parte, cioè in Piemonte, e vedendo qual è la differenza di funzionamento e di raccordo delle attività che sono state e stanno per essere messe in piedi a livello valdostano, si capisce qual è l'importanza della fondazione e l'importanza di avere questo soggetto che ha svolto un ruolo importante. Nella sostanza credo che la fondation sia una realtà che funziona.

Oggi di colpo ci troviamo a dire, per carità; tutto si gioca sul ruolo che ha uno dei componenti rappresentante l'Amministrazione regionale. Mi sembra che ci sia qualche esagerazione su questo; non credo che sia da mettere in dubbio il collegamento necessario fra l'Amministrazione regionale di concerto con i Comuni e l'attività del parco, perché la fondation si pone con questi obiettivi, come è stato richiamato quando si è presentata, e questo mi fa capire che l'Union è proprio una casa aperta perché certi ammennicoli li conosce meglio Lattanzi di quelli che fanno parte dell'Union, a me non risulta che aver affidato a Borre questa carica fosse perché non aveva avuto altri incarichi più prestigiosi. A me risulta che invece fosse funzionale a un collegamento con il territorio, perché è una chiave di lettura che francamente...

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

...anch'io c'ero e ci sono ancora, e credo di aver seguito... allora in più ho collaborato con Borre sotto un'altra veste proprio in funzione dei raccordi con il parco e posso dire che non c'era né la frustrazione o l'interesse di Borre di far parte di questa fondazione per avere una contropartita, perché poi che contropartita dava?

(nuova interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

...non ho detto per caso, ma fra per caso e dare come contentino c'è una diversità. Il problema è che funzionalmente si riteneva in quel momento che il Consigliere Borre potesse svolgere questo ruolo in un modo operativo ed è stato così. È questo che vorrei sottolineare. La critica che oggi ho sentito è su tutta una serie di metodi, di designazioni, tutti discorsi legittimi che affronteremo perché tanto su questi temi ci torneremo, e non ci dispiace tornare perché il discorso sul ruolo del Consigliere, anche qui sarebbe tutto da riscrivere perché molte volte si mitizza, si dice, primo ragionamento, Consiglieri a tempo pieno, a tempo parziale, c'è chi continua a fare il suo lavoro direttamente o indirettamente o in collegamento, e chi invece è a tempo pieno Consigliere. Anche questa è una osservazione da fare. È un punto su cui riflettere: c'è il Consigliere che dedica più tempo alla sua attività di eletto e c'è chi invece lo fa quando non fa altro. Allora ragioniamo anche su questo, c'è chi è disponibile a dedicarsi a situazioni come quella del parco, interpretando un ruolo che la legge gli dà. Questa credo che sia un'altra delle precisazioni da fare. Molte volte guardiamo alla Svizzera per dire: ma cosa succede là? Mi risulta che gli eletti a diversi livelli partecipino ai consigli di amministrazione, addirittura nei consigli di amministrazione di fondazioni, ai consigli di amministrazione di banche, etc.

Credo che il discorso del Consigliere e del fatto che o mitizziamo il lavoro del Consigliere full time qui e allora attrezziamoci per dare lavoro, al di là delle Commissioni. Noi, ad esempio, riteniamo, come maggioranza, che ci sia una integrazione sempre maggiore fra il lavoro dell'Esecutivo e dei Consiglieri, e crediamo anche su questo che ci sia un collegamento, perché riteniamo giusto su tutto un lavoro di rappresentanza non solo, ma di collegamento, di verifica sul territorio, credo che sia possibile utilizzare anche la disponibilità dei Consiglieri, chi lo vuole fare. La stessa cosa credo possa essere fatta nell'ambito di quella che è una possibilità di tutto il Consiglio, perché non esclude mica che su una serie di temi ci possa essere coinvolgimento. Su questo apprezzo, la competenza è un elemento valido e di prim'ordine, ma vorrei dire che adesso stiamo ragionando su un piccolo problema, come è stato detto da qualcuno, abbiamo fatto un ragionamento ad ampio raggio, perché se guardiamo a livello nazionale sono stati sei mesi fermi sul discorso della nomina o non nomina di Orlando al comitato RAI, se andiamo sul livello di competenze mi dovete spiegare qual è la competenza specifica. Ma può darsi che mi sfugga, può darsi che non capisca bene le regole... Se andiamo poi a dire sulle elezioni e sulla rappresentatività, qui abbiamo ancora un discorso di rappresentatività che i Consiglieri rappresentano ancora qualcuno perché sono eletti e ci sono le preferenze; a livello nazionale gli eletti sono eletti perché qualcuno ha deciso che dovevano essere eletti. C'è gente che non conosce neppure la faccia dell'eletto! Questa è la verità, altro che rappresentatività!

Quindi credo in tutti i discorsi che sono stati fatti, ci sono state osservazioni rispettabilissime che faranno oggetto di approfondimento, anche sui costi della politica torneremo, e voglio tranquillizzare chi ha detto: ma se la mettiamo tutto sul costo...non è quello il problema, sicuramente non è per un problema di risparmio, di costi di uno che partecipa. Se fosse questa motivazione, sarebbe da respingere. Ritengo invece corretto il fatto che il collegamento del Consigliere che viene proposto all'interno della fondazione può svolgere un ruolo ottimale nella sostanza. Non è tanto il metodo con cui arriviamo ad eleggerlo, io posso anche condividere che ci possono essere altri sistemi, ma questo ha funzionato, per quanto ci riguarda la valutazione di questo breve periodo - sono passati solo 4 anni - è buona, è stato fatto un buon lavoro, i sindaci sono soddisfatti di questo meccanismo e del collegamento che c'è attraverso un sistema che porta ad avere un raccordo con la Giunta. Non credo quindi che ci siano logiche perverse in questo funzionamento, credo che ci sia invece da prendere atto che in quel momento è stata fatta una scelta di un certo tipo che crediamo di mantenere, e crediamo soprattutto di insistere su un aspetto, oggi, che la fondazione funzioni. Cioè crediamo che ci sia da sperare, come è stato, che anche oggi la fondazione possa svolgere un ruolo importante nell'ambito della collettività, dove c'è bisogno di attivare una serie di meccanismi legati alla programmazione nell'ambito territoriale con difficoltà di rapporto con il parco, ci auguriamo che anche questo venga risolto. Come pure venga risolto il problema dei confini, non dimentichiamo che finalmente si dovrebbe arrivare alla riperimetrazione del parco, abbiamo dato l'assenso insieme al Piemonte, quindi finalmente dovrebbe chiudersi questa annosa vertenza; speriamo che questo rimetta all'interno del parco la disponibilità di tutte le collettività a creare le premesse per uno sviluppo legato al problema del parco e con una logica giusta di rispetto dell'ambiente e di tener conto che ci sono le collettività locali che vogliono vivere all'interno del parco. Non voglio qui affrontare temi che affronteremo in altre sedute rispetto ad altre situazioni a livello di rappresentanza nell'ambito dei consigli di amministrazione, come è giusto fare; la nostra posizione è di mantenere la legge com'è pertanto siamo contrari a questa modifica.

Président - La parole au Conseiller Cerise Giuseppe.

Cerise G. (VdAV-R) - Merci, M. le Président.

Solo per dire che la nostra proposta non voleva mettere in discussione la validità della fondazione e il ruolo che svolge nella comunità locale, men che meno delle persone che la rappresentano oggi e che l'hanno rappresentata in passato: aveva una filosofia tutta diversa che è stata espressa chiaramente da tutti coloro che sono intervenuti a sostegno di questa nostra proposta. Devo dire che a parte il presidente, avevamo messo in conto che una delle argomentazioni che sarebbero state addotte a sostegno di mantenere lo status quo di questa normativa, era quello legato al risparmio che sarebbe stato rappresentato rispetto all'eventuale attribuzione di un compenso a un presidente esterno. Mi fa piacere che il Presidente abbia respinto questa logica, perché come è stato detto da diversi colleghi con questa logica dovremmo nominare Consiglieri in tutte le nostre partecipate, però poi visto l'elenco che ci ha proposto il collega Lattanzi sarebbe difficile reperire le risorse interne necessarie per completare il quadro di questa situazione. Se fosse stata quella l'argomentazione non ci saremmo sentiti di escludere a priori che ci potessero essere delle persone con delle professionalità disponibili a mettere a disposizione la loro professionalità per questo nobile fine gratuitamente; si poteva prevedere e avremmo accolto tranquillamente un emendamento che avesse detto che nulla era dovuto come compenso di questa funzione. Ma ripeto che non era questa la precisazione del presidente, perché ieri sotto questo profilo saremmo stati rassicurati, abbiamo visto che ci sono delle persone capaci di slanci di generosità come quelle appartenenti all'ordine degli avvocati, me ne scusi il collega Louvin, che sanno fornire le loro prestazioni gratuitamente. Dunque non volevamo mettere dei limiti alla provvidenza.

Credo che forse sia stato sottovalutato un aspetto, cioè l'audizione pubblica che proponevamo, che aveva una sua valenza. Quello che possiamo dire è che sicuramente su questo argomento torneremo e condividiamo con chi è intervenuto e ha detto che questa logica dovrebbe essere ripresa in tutte le nomine, non solo nella Fondazione Grand Paradis, ma poiché c'era stata questa nomina in questo momento, avevamo voluto anticipare l'argomentazione in questo contesto. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Louvin pour déclaration de vote.

Louvin (VdAV-R) - Riprendo la parola per esprimere il convinto sostegno e il voto del gruppo di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau alla proposta di legge che abbiamo sottoposto all'attenzione dei colleghi. I tempi e le occasioni non mancheranno per approfondire ancora questo dibattito, perché credo che sia di spessore, al di là della questione molto limitata che ci ha occupato stamani.

Al Presidente Rollandin vorrei dire, con molta chiarezza, che non trovo che sia sempre buon gioco richiamare presunte incoerenze rispetto all'operato di chi è stato con impegno e serietà alla testa della Regione, di chi ha operato scelte politiche significative e alla luce del sole e si è portato candidato pubblicamente ad una elezione nel 2006 alla testa di uno schieramento politico che ha fatto del ripensamento stesso del ruolo della politica in questa regione, del ritrovare un senso diverso delle regole la sua ragione d'essere. È inutile la querelle sul senso del voto del 2006 e di una svolta che ha avuto comunque delle significative ripercussioni sul quadro politico di questa regione. Credo che in questo il senso di marcia che il nostro gruppo consiliare, ma anche altri gruppi consiliari indicano per una più nitida presenza di una politica libera e responsabile qui dentro rispetto alle questioni di rappresentanza, di competenza, di azione all'interno delle controllate, partecipate, fondazioni, associazioni, debba essere centrale. Abbiamo posto con forza questa questione in un momento in cui tutto sembrava andare nella normalità, c'è stata una nomina nel corso dell'estate, si seguiva una legge vigente, noi abbiamo, tra le prime proposte sottoposte a questo Consiglio, voluto far ripensare queste logiche, perché - lo ha detto bene il collega Lattanzi - saranno il tema dei prossimi anni. Siamo una regione pervasa dalla presenza della politica, siamo una regione oppressa da una eccessiva invadenza della politica; mettere qualche piccola barriera per noi è vitale in questo momento. Iniziare a ragionare in questi termini, riportarci e riportare la Regione su un ruolo che più le compete.

Il nucleo del suo ragionamento, Presidente, è: "la Giunta regionale e i Consiglieri della sua maggioranza, ovviamente, sono un corpo unico e in questo devono operare su tutta la rete regionale". Noi crediamo invece in un rapporto diverso fra il Consiglio e i Consiglieri di maggioranza e la sua Giunta e crediamo fortemente nella libertà dei singoli Consiglieri, nel fatto di non essere legati da questo genere di rapporto. Lei ha citato, Presidente, il caso della Svizzera, dove i cumuli di funzioni sono all'ordine del giorno; ma non sono cumuli di incarico che vengono dalla presidenza o dal ministero del cantone, e lì il ruolo del singolo deputato è completamente diverso! Ma c'è un altro piccolo dettaglio che Lei dimentica: questi eletti nel sistema svizzero sono pagati infinitamente di meno di quanto siamo pagati noi e non dipendono, nella loro quotidianità, da un ruolo, da una investitura che hanno per un lavoro a tempo pieno nella politica e nell'attività consiliare, per cui non sono due situazioni che possono essere assimilate perché sono profondamente diverse. Crediamo che il sistema che si è voluto dare questa Regione sia quello di avere dei Consiglieri ben pagati per fare i Consiglieri della Regione Autonoma Valle d'Aosta, e crediamo che il loro ruolo sia anche nel controllare lei, Presidente, e tutti gli Assessori. Questo non può avvenire nel momento in cui gli stessi Consiglieri, sono collegati funzionalmente nello svolgere per conto della Regione ruoli di rappresentanza e di coinvolgimento fuori da quest'aula.

Crediamo in questa condizione di libertà. È venuta alla luce in un contesto particolare, lo segnaliamo con tranquillità, è la nostra visione delle cose ed è una visione sulla quale insisteremo ancora e fortemente nel prossimo futuro.

Annunciamo, Presidente del Consiglio, un voto favorevole.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Già nel primo intervento abbiamo cercato di evitare di personalizzare la questione. Ringraziamo tutti quelli che hanno voluto ricostruire con nomi e cognomi i fatti che hanno portato a questa legge perché la conoscenza di questi fatti è importante, anche se eravamo pienamente informati della questione. Ripeto, ci fosse la legge perfetta avremmo risolto i problemi, adottiamo quella. Il nostro segnale, la nostra volontà, rispetto a queste questioni è che si apra un dibattito vero fra le forze di maggioranza e quelle di minoranza su queste questioni che riteniamo cruciali per la Valle d'Aosta. Non abbiamo minimamente messo in discussione il fatto che le persone che hanno lavorato presso quella fondazione abbiano operato per il bene della Regione e anche in modo corretto; mettiamo in discussione il modello che la politica della Valle d'Aosta si vuole dare per gestire i suoi enti strumentali. Da una serie di documenti promozionali viene fuori che c'è uno stretto rapporto molto positivo fra la fondazione del Forte di Bard e la fondazione del parco, e qui ci chiediamo quante altre fondazioni andremo a costruire per poi fare dei lavori in cui queste fondazioni si raccordano fra di loro, ma anche qui dobbiamo interrogarci quante fondazioni servono alla Valle d'Aosta per far funzionare le cose che ci sono. Quello che dobbiamo chiederci, condivido l'atteggiamento di altre forze politiche, è se la popolazione valdostana si chiede: ma cosa stanno creando, quanti organismi stanno inventando per sistemare le cose invece di farle funzionare?

In questo senso spero che si apra un dibattito e che questa legge che di per sé è mirata alla fondazione, apra una discussione vera rispetto agli enti strumentali della Regione che vengono creati a dismisura, senza che ci siano regole chiare. In questo caso c'è una regola chiara sulla nomina del presidente, ma è una regola che non condividiamo perché nel dibattito che seguirà ci porremo il problema per cui alcuni non hanno diritto a sedere in consigli di amministrazione ed altri invece siedono in quei consigli di amministrazione direttamente nominati da noi; sono incongruenze queste anche forti! Dobbiamo cercare di chiarirci perché in alcuni enti invece siamo noi che li nominiamo, anzi in questo caso è la Presidenza della Giunta, e in altri imponiamo dei rigidi divieti.

Ci sono delle fondazioni in questa regione che non sono meno importanti della fondazione del parco, che non sono meno strategiche per gli interessi della popolazione valdostana, quindi o facciamo un ragionamento generale cercando di risolvere in termini generali questo problema, altrimenti rischiamo di concentrare l'attenzione con quella cosa sempre antipatica quando bisogna fare una norma, di riferirsi alle competenze o meno che ha una persona piuttosto che un'altra, che è sempre una cosa antipatica. Perché è chiaro che se decidiamo che il controllo deve essere politico, ahimè la questione delle competenze lascia il tempo che trova, se invece vogliamo che ci siano dei tecnici, lì apriamo un altro campo di discussione. Questo la legge non lo definisce, ma mi pare chiaro che si tratta di una azione di tipo politico, che è legittima e ha un suo senso, ma che non condividiamo perché si comincia con una legge sbagliata nel 2004 e poi ne possono seguire altre, perché di enti e fondazioni che sono strategiche per il funzionamento della Valle d'Aosta ce ne sono ben altre anche più importanti. Quindi o cominciamo a dire adesso che abbiamo dei dubbi rispetto a questo percorso, oppure ci troveremo in una strada che ci porta in una direzione sbagliata. Per questo voteremo a favore di questa legge.

Président - Je soumets au vote la proposition de loi; je vous rappelle qu'il s'agit d'une votation finale parce que la loi est composée par un seul article:

Conseillers présents et votants: 33

Pour: 11

Contre: 22

Le Conseil n'approuve pas.