Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 222 del 26 novembre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 222/XIII - Interpellanza: "Erogazione di indennizzi per la compensazione dei danni subiti dagli allevatori a seguito dell'indagine avviata dai NAS".

Interpellanza

Premesso che l'indagine avviata dai NAS nel settembre scorso mette quantomeno in discussione la credibilità e l'efficacia del sistema di tutela sanitaria organizzato dalla Regione nonché i programmi annuali di profilassi e risanamento degli allevamenti bovini e ovi-caprini valdostani;

Visto il recente provvedimento adottato dall'esecutivo regionale che, stanziando 700 mila euro, dispone l'erogazione di indennizzi a compensazione dei danni subiti da allevatori a seguito dell'applicazione di provvedimenti dell'autorità sanitaria;

Considerate le ingenti risorse finanziarie - e non solo in termini di contributi - impiegate dalla Regione nel corso degli anni per qualificare gli allevamenti valdostani e i prodotti della filiera zootecnica;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

gli Assessori delegati per sapere:

1) se, dopo diverse settimane dall'avvio dell'indagine dei NAS, sono riusciti a reperire informazioni inerenti la tipologia, i tempi e le modalità dei controlli effettuati nonché quali sono finora gli allevamenti coinvolti;

2) quali ripercussioni sono ipotizzabili sul settore zootecnico e sulla filiera produttiva, con particolare riguardo alla Fontina, formaggio la cui fabbricazione è regolamentata da un rigoroso disciplinare;

3) se con il provvedimento citato in Premessa, intendano indennizzare situazioni di disagio piuttosto che premiare quelle meritevoli, rischiando di alimentare effetti distorsivi nella zootecnia valdostana;

4) vista l'ampia gamma di presupposti sui quali si effettua la valutazione discrezionale degli uffici competenti per stabilire l'intensità dell'aiuto economico, quali sono i valori medi erogati per ogni tipologia di capo macellato.

F.to: Tibaldi

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Un mesetto fa abbiamo proposto una interrogazione sull'argomento relativo alla indagine dei NAS nei confronti di un certo numero di allevamenti bovini e ovicaprini esistenti in Valle. Nell'interrogazione che avevamo proposto si chiedevano anche alcuni dati in merito, ovviamente i dati non sono stati forniti dall'Assessore Lanièce perché c'è un segreto istruttorio comprensibile, di conseguenza non è emerso molto.

Torniamo sull'argomento perché lo spunto stavolta è offerto non tanto dalla indagine che rimane in corso e sulla quale abbiamo comunque formulato dei quesiti, quanto da una deliberazione della Giunta, adottata il 7 novembre 2008, n. 3216, che prevede dei contributi per migliorare lo stato sanitario e il benessere degli animali.

Questa delibera prevede l'opportunità di concedere contributi a parziale compensazione dei danni subiti a seguito dell'applicazione di provvedimenti sanitari, secondo valori stabiliti con una vecchia deliberazione di Giunta che risale al 2002, n. 1067. Allegata alla deliberazione c'era anche la formulazione di criteri sulla base dei quali dovrebbero essere concessi questi contributi e si evince una notevole discrezionalità degli uffici regionali perché devono valutare una serie di condizioni quali lo stato sanitario dell'allevamento, il numero di marca auricolare, la situazione di vincolo sanitario degli animali per i quali si richiede l'abbattimento, la localizzazione attuale degli animali, la situazione relativa ai locali di allevamento e via dicendo.

Abbiamo preso spunto da questa iniziativa perché va ad indennizzare gli allevatori che, ripeto, sono stati soggetti a provvedimenti sanitari e immagino che, fra i provvedimenti sanitari indicati, ci siano anche quelli sanzionatori e restrittivi che derivano dalla indagine dei NAS che ho citato.

Sappiamo che questo provvedimento stanzia 700.000 euro, sappiamo che la Regione ha investito, negli anni, ingenti risorse finanziarie per migliorare - non solo in termini di contributi ma in generale come prevenzione, con studi, interventi di vario tipo - e per qualificare gli allevamenti valdostani e tutti i prodotti della filiera zootecnica che sono molto importanti e che costituiscono uno degli elementi di tipicità della nostra cultura valdostana.

Stante questi presupposti, abbiamo delle doverose domande da porre agli Assessori, immaginando che risponderanno gli Assessori che si occupano di sanità, di agricoltura e di zootecnia.

In primis non so se l'Assessore Lanièce ha nel frattempo acquisito alcune informazioni, ma immaginiamo di sì visto che è stata convocata la III Commissione per venerdì pomeriggio per trattare questo argomento; magari ci può fare qualche anticipo rispondendo ai nostri quesiti, se c'è qualche elemento in più in merito a questa indagine dei NAS che, si vocifera andrà avanti ancora alcune settimane, di conseguenza, per non fermarsi o per non fondare le nostre conoscenze solamente sulle voci o sui singoli fatti che si apprendono a spizzichi e bocconi dall'uno o dall'altro personaggio, magari, dalla voce ufficiale dell'Assessore, sapremo quali sono le informazioni di cui è in possesso inerenti la tipologia, i tempi e le modalità dei controlli effettuati, nonché quali sono finora gli allevamenti coinvolti. Questo anche per avere una idea dimensionale di ciò che accade nella zootecnia valdostana.

La seconda domanda è relativa a quali ripercussioni sono ipotizzabili sul settore zootecnico e sulla filiera produttiva, perché gli allevamenti sottoposti a vincolo sanitario per 15 mesi si vedono bloccati in qualunque tipo di attività ed è naturale che abbiano delle ripercussioni pesanti e stiano valutando se e quanto conviene andare avanti; infatti tutti i prodotti, dal latte in avanti, non sono utilizzabili, c'è un grosso punto interrogativo su ciò che producono, lo stesso smaltimento del liquame è problematico, e quindi chiediamo quali ripercussioni sono ipotizzabili stante la dimensione di cui parlavo prima, perché se gli allevamenti coinvolti sono tanti è naturale che le preoccupazioni aumentino.

Sappiamo che la Regione aveva ottenuto la qualifica di ufficialmente indenne anni fa, qualifica che purtroppo ha perso perché il livello di contagio, la recrudescenza di certe malattie epizootiche è ripartita.

Con la terza domanda, chiediamo se con il provvedimento citato in premessa, ovvero la delibera recentemente adottata dalla Regione, si intendano indennizzare situazioni di disagio piuttosto che premiare quelle meritevoli. Questo è un aspetto importante, in passato è stato utilizzato il criterio di indennizzare gli allevatori che avevano animali malati, criterio che ha creato non pochi problemi anche a livello giudiziario, sollevando una vera e propria bufera su questo meccanismo scelto, paradossale, che venne tosto abbandonato e sostituto con quello di dare incentivi e contributi agli allevatori meritevoli. Adesso sembra che si ritorni al passato, che si faccia qualche passo indietro, e questa delibera di Giunta rischia di alimentare forse effetti distorsivi nella zootecnia valdostana, perché da un lato indennizza coloro che sono stati sottoposti a vincolo sanitario e, dall'altro, non incentiva a mantenere ufficialmente indenni e di qualità anche sanitaria gli allevamenti, non premiando gli allevatori che hanno stalle che invece sono perfettamente in regola.

Quarta domanda: vista l'ampia gamma di presupposti sui quali si effettua la valutazione discrezionale in merito al riconoscimento di questi contributi, fatta dagli uffici, vorremmo sapere come viene stabilita l'intensità dell'aiuto economico e quali saranno, ipotizzando che ci saranno diversi contributi erogati a diversi allevatori, i valori medi erogati per ogni tipologia di capo macellato.

Queste domande consentono agli Assessori di dare risposte che vadano anche oltre il petitum e magari di chiarire alcuni dubbi interpretativi che possono emergere da una lettura nuda e cruda del provvedimento citato e soprattutto di dare qualche informazione sulle ripercussioni della filiera zootecnica e produttiva e sui dati delle indagini che sono in corso da parte del NAS, per quanto riguarda l'Assessore Isabellon.

Infine, ultimo punto, che non va sottovalutato: è naturale che le indagini del NAS abbiano screditato tutto il sistema di prevenzione valdostana, perché il sistema veterinario valdostano, nei confronti del quale nutriamo il massimo rispetto perché la carne che mangiamo è quella valdostana, il latte che beviamo è, penso in buona parte, quello valdostano, sappiamo essere sottoposto a rigorosi controlli, però i NAS sono arrivati come uno tsunami non solo sugli alpeggi dove hanno fatto i loro blitz con atteggiamenti anche discutibili, ma hanno messo sotto ipoteca la valenza di quello che hanno fatto o stanno facendo i veterinari valdostani. Penso che su questo aspetto l'Assessore Lanièce potrà darci qualche elemento in più, per tranquillizzarci come consumatori e per tranquillizzare anche gli allevatori che si sono visti, loro malgrado, soggetti ad indagine e con tutte le ripercussioni di cui parlavo prima.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente. In accordo con il collega Isabellon risponderò al primo punto che interessa l'aspetto sanitario.

Prima di affermare che il sistema veterinario è screditato, aspetterei la conclusione di tutte le indagini dei NAS, per effettuare le necessarie valutazioni.

Per quanto riguarda la tipologia, i tempi e le modalità dei controlli, sono esattamente quelli che hanno messo in atto i NAS in questi mesi e che stanno portando avanti in assoluta autonomia. Si tratta dei NAS del nucleo di Torino e, ad oggi, il nucleo locale dei NAS non è stato coinvolto. Per quanto riguarda le modalità, i NAS del nucleo di Torino hanno un criterio di verifica secondo il quale comunicano, all'ultimo momento, le aziende da sottoporre a controlli e solo in quel dato momento richiedono la presenza di veterinari dell'ASL per effettuare gli accertamenti necessari. La tipologia dei controlli è esattamente quella dei mesi scorsi: fanno verifiche anagrafiche sui bovini, test della tubercolosi con la PPD classica e prelievo di sangue per effettuare i test del gamma interferone.

Per quanto riguarda maggiori dati sulle aziende ispezionate dai NAS, al 20 novembre sono le seguenti: venticinque aziende di piano, dodici alpeggi e una stalla di sosta (quindi da maggio a novembre 2008) e, per quanto riguarda gli esami espletati al gamma interferone, dal 1° gennaio al 14 novembre 2008, sono stati eseguiti 95 esami, 2 a luglio, 31 ad agosto, 410 a settembre e 170 ad ottobre, per un totale di 708 prove.

Per quanto riguarda i controlli necroscopici, per le lesioni che si vedono al macello, sono state evidenziate 2 lesioni su 62 capi macellati; ricordo però che per valutare attentamente se un capo è infetto, bisogna aspettare l'esame colturale che è di 60 giorni (in media) e che in questo periodo può anche essere allungato. Allo stato attuale, per stabilire quanti animali sono risultati positivi, dobbiamo aspettare i dati definitivi. Visto che la maggior parte dei controlli sono stati effettuati fra settembre e ottobre, solo alla fine di novembre o all'inizio di dicembre, saremo in grado di avere una buona quantità di dati relativi alla positività dei capi.

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon, pour compléter la réponse.

Isabellon (UV) - Grazie, Presidente. Risponderò in merito agli altri punti evidenziati nella interpellanza.

Per quel che riguarda le ripercussioni che possono essere ipotizzabili sul settore zootecnico e sulla filiera produttiva, con particolare riguardo alla fontina, si può affermare che il settore zootecnico sta vivendo un momento difficile e molti allevatori si trovano in difficoltà anche in relazione ai vincoli sanitari che incidono sulla possibilità di commercializzazione degli animali e sulla loro movimentazione. Basti pensare al calo dei numeri di bovine che hanno partecipato alle batailles de reines, tanto per citare un aspetto noto. Questi vincoli creano problemi economici agli allevatori dovuti ai mancati introiti delle vendite, nonché problemi logistici, stabulazione dei capi che si pensava di vendere e che sono rimasti in stalla a seguito del blocco sanitario, inoltre la gestione dei vitelli che nascono e che si pensava di mettere in commercio. Queste sono le premesse alla base degli interventi successivi. Questa situazione, se non sostenuta da parte dell'Amministrazione regionale, può portare alla chiusura di attività in quanto il settore è già da qualche tempo in difficoltà e questi ulteriori problemi possono aggravare la situazione di singole aziende.

Per quanto riguarda la fontina, la sua produzione non dovrebbe subire contraccolpi salvo forse una diminuzione quantitativa, se le stalle prive di qualifica dovessero ancora aumentare. Infatti, per ottemperare a quanto previsto dai regolamenti comunitari e dal disciplinare di protezione del prodotto DOP, il latte destinato alla produzione di fontina deve provenire solo da stalle ufficialmente indenni da TBC in quanto la lavorazione non prevede un trattamento termico del latte equiparabile al processo di pastorizzazione, essendo un prodotto a latte crudo. Il latte proveniente da bovine sane di allevamenti non ufficialmente indenni può comunque essere destinato al consumo e alla trasformazione in formaggio, ma solo dopo un trattamento termico che consenta il raggiungimento di temperature di pastorizzazione. Pertanto si possono produrre formaggi e altri prodotti il cui processo di lavorazione prevede un trattamento termico del latte assimilabile alla pastorizzazione: 57,8 gradi C per 30 minuti, 72,8 gradi C per 5 secondi, oppure 66 gradi C per 1 minuto. Questi sono dati tecnici che è importante rendere noti. Naturalmente la temperatura aumenta in maniera inversamente proporzionale al tempo di trattamento, questo vale per il latte proveniente da bovine sane in caso di allevamenti non ufficialmente indenni, fuori dal circuito della produzione della fontina.

Per quanto riguarda il punto 3 "se con il provvedimento citato in premessa, si intendano indennizzare situazioni di disagio piuttosto che premiare quelle meritevoli, rischiando di alimentare effetti distorsivi nella zootecnia valdostana" si può sicuramente affermare che la deliberazione 3216/2008 che stanzia una prima somma di 700.000 euro, intende venire incontro ad allevatori che a causa della situazione creatasi hanno difficoltà a ricoverare gli animali per insufficienza di spazi o per evitare il contatto fra capi in vincolo sanitario dagli altri con qualifica sanitaria, perché ci sono anche situazioni di questo tipo. Questo fa riferimento al cosiddetto benessere animale che viene regolarmente citato quando si parla di trattamento degli animali per quel che riguarda la loro gestione.

Le principali situazioni evidenziabili sono così riassumibili: allevamenti che a causa del blocco sanitario di tutto l'allevamento e che tradizionalmente immettevano sul mercato in autunno del bestiame e che con il vincolo sanitario non possono liberarsi di tali capi e non dispongono di sufficienti spazi - questo perché siamo in un periodo in cui si ha l'obbligo di ricoverare, per il loro benessere, gli animali presenti presso l'azienda e quindi si vanno a considerare quelle eccedenze; poi gli allevamenti con una parte di animali in vincolo sanitario e altri in qualifica - ci sono infatti situazioni in cui, nell'ambito della stessa gestione aziendale, sono separati dei gruppi di animali che dal punto di vista sanitario non hanno problematiche di contatto - con quello che ne può conseguire - e allevamenti che non dispongono di locali e di personale per garantire la separazione dei capi.

C'è da dire che la situazione che è stata considerata è una situazione di carattere straordinario, perché si considera un periodo dell'anno particolare e una situazione in essere, ancora da definire. La delibera 3216 in cui si ipotizza una eventuale discrezionalità, non è così alla sua lettura dettagliata, nel senso che la valutazione della situazione per andare ad individuare queste tipologie di realtà da valutare azienda per azienda, proprio perché si valutano aspetti che possono essere diversi, è il lavoro che deve fare una Commissione composta dal Capo servizio del servizio igiene e sanità pubblica veterinaria e degli ambienti di lavoro, dall'Istruttore tecnico dell'ufficio servizi zootecnici, che gestisce tutta la parte relativa all'anagrafe delle aziende al massimo della chiarezza e precisione e dal Direttore della associazione regionale Eleveurs valdôtains, in sigla AREV, che rappresenta la parte degli allevatori.

La valutazione deve tener conto della verifica della rispondenza delle informazioni contenute in una apposita domanda, domanda che deve contenere lo stato sanitario dell'allevamento, sospeso, revocato parzialmente o totalmente, il numero di marca auricolare dei capi in eccesso per cui si chiede l'abbattimento, la localizzazione attuale degli animali, la situazione relativa ai locali di allevamento e il numero di vitelli la cui nascita è prevista fino al 31 gennaio 2009. Quindi questa valutazione verifica: la rispondenza, le situazioni in soprannumero di animali dovute al divieto di vendita, le situazioni particolari in cui si evidenzia la necessità di separare animali appartenenti a categorie sanitarie differenti rispetto alla qualifica e il caso di allevamenti con gruppi di animali con qualifica sanitaria diversa, il numero di nascite dei vitelli previste nel periodo invernale e le date di macellazione dei capi adulti che deve essere anteriore al 31 gennaio 2009. Quindi non si tratta di discrezionalità ma di verifica di dati oggettivi e riscontrabili con sopralluoghi mirati presso le aziende e con verifica per quanto riguarda i dati dell'anagrafe e delle verifiche sanitarie.

Per quanto richiesto al punto quattro, vista l'ampia gamma di presupposti sui quali si effettua la valutazione discrezionale - ancora riemerge questo termine utilizzato nella fase della illustrazione della interpellanza - degli uffici competenti per stabilire l'intensità dell'aiuto economico, quali sono i valori medi erogati per ogni tipologia di capo macellato, qui si fa riferimento a una delibera del 2002. La discrezionalità della Commissione competente non è prevista relativamente al valore degli animali, che sono indennizzati in relazione alla categoria di appartenenza e secondo quanto stabilito da quella deliberazione n. 1067/2002, e corrispondenti agli stessi valori attribuiti per gli animali dichiarati inguaribili per tubercolosi.

L'intensità dell'aiuto è variabile: per la categoria "vacca" da 500 a 830 euro, per la categoria "manza" da 400 a 790 euro, per la categoria "vitello" da 150 a 350 euro. A tali somme bisogna aggiungere il valore di recupero delle carni pagate dal macellatore, che purtroppo è molto basso ed è uno dei nervi scoperti che nel settore zootecnico ancora abbiamo, cioè lo scarso valore della carne al macello. Questo dipende da tanti fattori, si sta operando anche per una rivalorizzazione delle carni perché questo è uno dei punti importanti della politica agricola che si intende sviluppare proprio in relazione alla valorizzazione del settore zootecnico, però allo stato attuale la situazione è questa. I dati sono questi.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Alcune considerazioni. Anzitutto grazie agli Assessori per le risposte fornite, che apportano qualche elemento in più e, rispetto alle indagini del NAS, alla risposta odierna dell'Assessore Lanièce.

Abbiamo ora una prima fotografia della quantità delle aziende coinvolte, e non sono poche, tant'è che lo stesso Assessore Isabellon ha anche detto che oltre al momento di difficoltà adesso c'è anche un rischio oggettivo di chiusura. D'altronde è naturale che quando sono sotto vincolo sanitario per 15 mesi certe aziende si trovino nella impossibilità di andare avanti e trovare una soluzione economicamente sostenibile per la loro attività.

Abbiamo una prima fotografia delle situazioni in essere, ma io tornerei sull'aspetto del sistema di controlli, di profilassi e di risanamento degli allevamenti valdostani.

Credo che una delle domande più diffuse oggi da parte di coloro che sono stati destinatari di indagini e di sanzioni o provvedimenti restrittivi da parte delle autorità, nella fattispecie i NAS, sia: "come mai, se il sistema veterinario valdostano ha accertato la mia conformità alle norme previste ieri, oggi i NAS invece mi hanno castigato?"

Lei, Assessore, dice: "non vogliamo mettere in discussione la credibilità di questo sistema". Lungi da noi farlo, però è legittimo chiedersi se gli strumenti e le strategie finora adottate siano conformi a quei parametri che purtroppo hanno utilizzato i NAS facendo quei blitz in alpeggio e costringendo molte attività, non solo di alpeggio ma anche di piano, come lei ci ha detto, a una restrizione e forse addirittura a una chiusura.

Credo che, anche come politici, in particolare lei che ha la responsabilità del settore, si debba ragionare su questa programmazione di profilassi di risanamento, come viene condotta, come viene organizzata, come è stata effettuata, senza nulla togliere ai veterinari valdostani che sappiamo fare professionalmente il loro mestiere, ma delle due l'una: o hanno esagerato i NAS o hanno peccato i veterinari valdostani o ci sono delle situazioni di effettivo illecito che per colpa di alcuni, anche altri allevatori rischiano di pagare pesantemente.

Per venire alla risposta dell'Assessore Isabellon, lei dice che il provvedimento non è discrezionale. Il provvedimento che avete adottato è un provvedimento da un lato comprensibile perché cerca di venire incontro alle difficoltà che stanno patendo persone che sono state coinvolte dall'indagine, speriamo che questo provvedimento venga interpretato in questo senso, ovvero che l'aiuto sia finalizzato non a indennizzare chi è caduto nell'illecito, ma a venire incontro a chi sta subendo questi gravi disagi, di localizzazione, di spostamento, di ricovero, eccetera, visto che il provvedimento va in due direzioni indennizza i capi macellati, dà dei sussidi per sistemare meglio quelli che devono essere separati da quelli infetti. Queste sono le due linee di fondo del provvedimento n. 3216/2008.

C'è una commissione di valutazione, che lei ha citato riprendendo un passaggio della deliberazione, che dovrà tenere conto nella sua valutazione di sei presupposti, che adesso non sto a ripetere, però questi sei presupposti sono lasciati alla ampia, non voglio dire arbitraria, valutazione del Caposervizio igiene e sanità pubblica, dell'Istruttore tecnico degli uffici servizi zootecnici, del direttore dell'AREV. Naturalmente dovranno valutare le situazioni di soprannumero animali, situazioni particolari in cui si verifica la necessità di separarli, casi di allevamenti con gruppi di animali aventi qualifiche sanitarie diverse, eccetera. È naturale che se non ci sono indicazioni precise, ma non possiamo nemmeno entrare in una formulazione molto capillare e addirittura borbonica, queste persone hanno sì un indirizzo ma anche una notevole facoltà operativa. È auspicabile che questa facoltà operativa venga dispiegata nella direzione che lei ha citato e che non diventi una formula indennitaria per alleviare il peso a persone che invece hanno commesso un illecito, perché la salute dei consumatori rimane una costante fondamentale, fermo restando anche la tutela di quegli allevatori che sono rimasti impigliati in questa rete.

È poi auspicabile, Assessore Lanièce, e forse questo tema lo approfondiremo in III Commissione venerdì pomeriggio, che si faccia una analisi più attenta e profonda delle strategie finora seguite di profilassi e risanamento della zootecnia valdostana e di quelle che dovranno esserci in futuro, perché qualcosa qui non ha funzionato. Da che parte non abbia funzionato lo sapremo dopo, a bocce ferme o, come lei ha detto, a cose definite. Però sarebbe drammatico, che se solamente due di quei sessantadue capi finora macellati sono lesi da qualche malattia epizootica grave anche per l'uomo, non solo per gli animali, rimanessero tali; vorrebbe dire che sono state macellate delle bestie che alla fine erano sane e la loro macellazione e il blitz del NAS rischia di aver causato solo un polverone e nulla più. A bocce ferme questi ragionamenti saranno più semplici da fare, oggi possiamo solo fare ipotesi, l'esame in Commissione ci darà ulteriori occasioni di approfondimento e naturalmente per ora prendiamo atto di quanto ci avete risposto e vi ringraziamo all'uopo.