Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 221 del 26 novembre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 221/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'applicazione, con norme regionali, di alcune disposizioni contenute nel D.L. n. 133, riguardante il contenimento della spesa per il personale".

Interpellanza

Considerato il D.L. n. 133 del 6 agosto 2008 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria";

Evidenziato il Capo II "Contenimenti della spesa pubblica" e l'articolo 72 e conseguenti articoli 73 e 74 "Personale dipendente prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo";

Preso atto della necessità che anche la Regione Autonoma Valle d'Aosta proceda alla razionalizzazione e al contenimento della spesa per il personale;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione al fine di conoscere gli intendimenti della Regione Autonoma Valle d'Aosta in materia di contenimento della spesa pubblica per il personale e se non ritenga utile una applicazione con norma regionale delle disposizioni contenute nel D.L. 133, Capo II, articoli 72, 73 e 74.

F.to: Lattanzi - Zucchi

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Ho voluto riproporre al Consiglio l'analisi del provvedimento legislativo 133/2008 perché è opportuno che ogni Consigliere possa confrontarsi su quelle che considero delle decisioni molto importanti prese a livello nazionale, non solo sotto l'aspetto delle norme ivi contenute, ma sotto l'aspetto di una direzione che il Governo nazionale ha voluto dare a questo paese in un momento molto difficile. Tra l'altro è di questi giorni il dibattito relativo al fatto se il Governo nazionale sia in anticipo rispetto alle manovre per far fronte alla crisi; l'opposizione di centro sinistra sostiene che il governo nazionale sia in ritardo, mentre io ritengo che con questo decreto si era già in anticipo e che si siano volute anticipare delle decisioni che oggi, alla luce di questa crisi, diventano importanti.

Fra le tante norme che la legge 133/2008 contempla, si è parlato poi del decreto Brunetta, del decreto Gelmini, di cui si è molto discusso e ne parleremo fra qualche istante con l'Assessore alla cultura, c'è il capo II, contenimenti della spesa pubblica, che contiene un articolo interessante, il 72, che mi ha incuriosito perché affronta in maniera creativa un'operazione di riduzione del personale e quindi dei suoi costi partendo da un presupposto che era, fra l'altro, nella relazione fatta al Parlamento sullo stato della pubblica amministrazione dell'anno 2007, dove si diceva che il miglioramento della spesa della pubblica amministrazione è una esigenza sentita dai cittadini, dalle imprese e dai dipendenti pubblici.

I cittadini vogliono servizi di qualità, risposte certe e celeri, trasparenza ed efficacia nella utilizzazione delle risorse. Il governo nazionale vuole disporre di una amministrazione che risponda a questi requisiti e per questo motivo ha avviato una riforma basata sulla competenza, sul premio all'impegno, sulla valutazione della efficacia e sulla responsabilità. Serve un rapido cambio di rotta, la strategia di Lisbona individua le azioni volte al miglioramento della regolamentazione e della riduzione degli oneri amministrativi come gli strumenti di rafforzamento della competitività.

Dicevo che l'articolo 72 affronta in maniera creativa un aspetto importante, quello di rendere più efficace e snella l'amministrazione. L'articolo 72 sostanzialmente dà l'opportunità, a tutti i dipendenti dell'Amministrazione pubblica a cui mancano cinque anni alla maturazione della pensione, di rimanere a casa con il 50% dello stipendio. Se poi questi dipendenti si volessero occupare di sociale, cosa che nella nostra Regione è molto importante perché è un alleggerimento dei costi della struttura sociale di assistenza, anche in quel caso, l'opportunità sarebbe quella di avere in questi ultimi 5 anni, prima di maturare il diritto alla pensione, una retribuzione pari al settanta per cento

Sembra una cosa strana: ma come, uno sta a casa e prende gli stessi soldi, come se andasse a lavorare?

In realtà, a questa norma se ne aggiunge un'altra che dice che ogni tre persone che fanno questa scelta potrebbe essere stabilizzato un precario e, nel contesto, con tre persone che vanno in prepensionamento con queste cifre, l'assunzione di una persona porterebbe un bilancio finanziario positivo alle casse della amministrazione pubblica.

A me è sembrato interessante, da un lato perché mira a una razionalizzazione della spesa, che è poi la direzione che i cittadini ci chiedono, cioè abbassare le tasse e i costi della pubblica amministrazione, dall'altro perché permette alle persone di occuparsi di sociale, di incentivare la rete dell'assistenza sociale, e noi sappiamo quanto nella nostra Regione questo sia importante. Nonostante abbiamo ancora una struttura sociale che fonda la propria assistenza sociale sulle famiglie, sappiamo quanto sia importante che il volontariato sostenga l'azione della pubblica amministrazione, in questo senso e anche gli investimenti vanno in quella direzione, e perché abbiamo in Amministrazione regionale molti giovani che scalpitano per poter dare la loro professionalità e magari hanno dei contratti da precari.

Quindi si riuscirebbe in questo caso ad avere tre sì: il sì dei cittadini che avrebbero delle persone qualificate che si dedicano alla assistenza sociale, il sì delle casse dell'amministrazione pubblica perché avrebbero un risparmio delle finanze, il sì dei giovani lavoratori che troverebbero spazi in una pubblica amministrazione a volte fin troppo piena. Ogni tre che vanno a casa, uno potrebbe essere stabilizzato.

Mi è sembrato interessante, quindi ho voluto chiedere al Presidente della Giunta se l'Amministrazione regionale ha valutato questo decreto specifico, naturalmente l'articolo 72 e quelli conseguenti che rendono attuabile questo tipo di processo e cosa ne pensa l'Amministrazione regionale.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Merci, M. le Président. Pour ce qui est de...

Lattanzi (fuori microfono) ...parlare in italiano...

Rollandin (UV) - ...je crois qu'on peut choisir ou non...

Lattanzi (fuori microfono) ...sì, una cortesia...

Rollandin (UV) - ...bon, oui, d'accord, je croyais qu'on pouvait justement répondre aussi en français, tout de même je n'ai pas de difficulté à accepter le fait de répondre en italien...

La questione della applicazione della 133, come ha detto bene il Consigliere Lattanzi, ha una serie di implicazioni, in effetti il decreto legge 112 (poi diventato legge 133) contiene una serie di interventi legati alla politica di finanza pubblica, fra cui è inserito anche il discorso di possibili risparmi sul personale.

Il collega ha letto la relazione, fatta al 2007 in Parlamento, che si riferisce al contenimento della spesa, alla qualificazione degli interventi e al premio alla qualità delle cose, cosa che, se ci è concesso, abbiamo puntualmente ripreso nel programma che avevamo sottoposto, in quanto il fatto di rivedere le procedure e di premiare l'impegno da parte dei responsabili dell'Amministrazione regionale è un aspetto condiviso, quindi non possiamo che dire che sotto questo profilo la cosa è vista con molta attenzione e seguita anche per quanto riguarda le procedure da attivare. Infatti, il discorso di verificare i singoli interventi e quindi di premiare chi dà dei risultati maggiori non è così semplice nelle pubbliche amministrazioni perché dipende da una serie di possibilità operative che non sempre sono così lineari.

Comunque l'interpellanza riguarda materie la cui disciplina, almeno in parte, è contenuta nel disegno di legge presentato dalla Giunta regionale in data 3 novembre ed attualmente all'esame delle Commissioni consiliari mentre è già stata oggetto di discussione la parte relativa alle assenze per malattie. Dicevo questo solo perché il riferimento e la risposta tengono conto di questo tema, che è già stato affrontato nel merito, perché nell'interpellanza si chiede se non si ritenga utile una applicazione con norma regionale delle disposizioni contenute nella legge 133, Capo II, articoli 72, 73 e 74.

Sempre sulla parte relativa al personale, gli articoli 3 e 4 del disegno di legge che è all'attenzione del Consiglio dispongono in ordine al collocamento a riposo dei dipendenti del comparto unico regionale, tale essendo l'ambito di applicazione della nuova disciplina. Si tratta di disciplina conseguente alle novità introdotte dal decreto legge 112/2008, convertito in legge 133, e in parte ricompreso nell'articolo 72 che è oggetto delle richieste di chiarimento poste dal collega, il quale articolo 72, al comma 11, prevede per tutte le amministrazioni pubbliche la facoltà di risolvere i rapporti di lavoro con un preavviso di almeno sei mesi dei dipendenti che abbiano raggiunto l'anzianità contributiva massima di 40 anni e, al comma 7, modifica l'articolo 16 del decreto 503 del 1992, rendendo non più automatico il trattenimento in servizio a domanda del dipendente interessato.

Il disegno di legge regionale ridefinisce, nell'esercizio delle competenze statutarie in materia di stato giuridico del personale, le regole sul collocamento a riposo, in armonia con la disciplina pensionistica, riordinando le norme regionali ad oggi vigenti, contenute nelle fonti che si sono succedute nel tempo. I contenuti, illustrati nella relazione possono così sintetizzarsi: il collocamento a riposo d'ufficio per i dipendenti che compiono i sessantacinque anni di età o maturano i quarant'anni di anzianità contributiva, in analogia a quanto già disposto dall'articolo 177 della legge regionale 3 del 1956; la possibilità per gli enti datori di lavoro e per i dipendenti di differire il collocamento a riposo d'ufficio, mediante il trattenimento in servizio, da disporsi comunque non oltre il compimento del 67° anno di età o del 65°, nel caso di anzianità contributiva massima di 40 anni; la facoltà per gli enti di accogliere la richiesta di trattenimento in servizio formulata dal dipendente in base alle proprie esigenze organizzative, in relazione alla professionalità acquisita dal dipendente stesso e l'assenso del dipendente nel caso di trattenimento in servizio su iniziativa dell'ente. Questa è la parte che si riferisce sempre agli stessi soggetti, quindi all'articolo 72.

Si tratta quindi di una disciplina che ricalca - questa era una parte della domanda a cui si riferiva il collega - aggiornandola, quella contenuta già nelle norme regionali vigenti, le quali dispongono in automatico e fatto salvo il raggiungimento dei requisiti contributivi minimi per il diritto a pensione, la risoluzione del rapporto di lavoro per i dipendenti che compiono i sessantacinque anni di età o che maturano i quarant'anni di anzianità contributiva. La novità, contenuta a livello statale nel comma 7 dell'articolo 72 del decreto 112, e recepita nell'articolo 4 del disegno di legge regionale, sta invece nell'esclusione di un automatismo in merito al trattenimento in servizio.

Nella sostanza, mentre secondo la disciplina previgente in caso di domanda del dipendente l'amministrazione era priva di discrezionalità nel disporre il trattenimento, dovendolo in ogni caso accordare in base al nuovo regime, la domanda di trattenimento è soggetta a valutazione discrezionale, potendo l'ente non accogliere la richiesta di cui all'oggetto. Tale valutazione discrezionale assume particolare importanza allorquando si intendano avviare processi di riorganizzazione delle strutture dirigenziali, in riferimento ai progetti di innovazione tecnologica e ammodernamento, all'utilizzo di nuove professionalità, alla rideterminazione dei fabbisogni di personale o alla razionalizzazione degli assetti organizzativi, per finalità di contenimento della spesa pubblica e di maggiore efficienza nei servizi.

Il disegno di legge non reca invece disposizioni per quanto riguarda la disciplina recata dagli articoli, anch'essi indicati nell'interpellanza, 73 e 74, in quanto l'articolo 73 riguarda il part-time che ha in ambito regionale una sua specifica e puntuale disciplina contrattuale, mentre l'articolo 74 interviene con disposizioni relative agli assetti organizzativi delle pubbliche amministrazioni.

Mi sembra però che la richiesta puntuale del collega fosse, io ho ripreso questa parte per dire come il 72 aveva diverse implicazioni, legata al problema dell'applicazione, in merito a quella impostazione c'è un approfondimento in corso, noi crediamo che sia una indicazione importante e siamo dell'idea che questo è un riferimento da tenere nella dovuta considerazione, soprattutto per gli effetti che sono stati spiegati sulla possibilità di andare nella riduzione da tre a uno e la possibilità di stabilizzazione. Questa è una indicazione che abbiamo apprezzato e su cui stiamo lavorando.

Ho ripreso la parte più importante, sull'altra parte del 72, perché è direttamente collegato per il discorso dell'anzianità e dei 40 anni, credo comunque di aver risposto sulla parte che, ho capito, era la preminente nella richiesta di chiarimento.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Voglio rendere merito alla onestà intellettuale del Presidente che alla fine ha compreso che stavamo discutendo di cose che purtroppo nel provvedimento regionale, che è alla valutazione delle Commissioni, ancora non ci sono.

Il Presidente ha giustamente evidenziato, fra l'altro credo che leggesse una nota degli uffici e quindi do anche atto che essere Presidente della Giunta con tutta la responsabilità sulla organizzazione del personale non sia cosa facile, quando uno deve dare risposte di questo tipo è chiaro che si fa riferimento ai dirigenti che dovrebbero conoscere di cosa stiamo parlando. Quindi prendo atto che il Presidente in maniera molto intelligente ha capito che la normativa regionale che è in iter di approvazione nelle Commissioni non contempla questa opportunità di cui abbiamo parlato all'articolo 72 della legge nazionale, che ha sei commi che parlano proprio della possibilità di mandare a casa ogni tre persone in prepensionamento (chiamiamolo così) una persona stabilizzata, portando a casa un vantaggio economico. Questa disposizione nel disegno di legge regionale non c'è ancora, giustamente lui ha fatto riferimento al comma 7 dell'articolo 72 che invece parla del contrario, cioè della possibilità di trattenere quelle che consideriamo qualità professionali utili, ma noi sappiamo che in questa Regione non abbiamo tanto l'esigenza di trattenere le professionalità, quanto di dare sfogo alle giovani professionalità che scalpitano per poter dare il loro contributo.

Io poi in Commissione darò il mio contributo per aggiungere, ne ho già parlato anche con il collega Caveri, per capire se, con questo disegno di legge n. 13, la Regione può fare sue anche queste disposizioni.

Prendo atto della intelligente disponibilità del Presidente della Giunta che ha capito che nel disegno in itinere questa materia non c'è.

Credo, come diceva lui, che sia una proposta interessante che va approfondita, mi farò insieme al Presidente portatore in commissione della modifica al disegno di legge n. 13, in modo che anche in questa Regione i dipendenti pubblici possano dare un beneficio alle casse regionali e alla comunità valdostana occupandosi di sociale e ottenendo così anche il 70% della retribuzione nelle more dei cinque anni in attesa di pensionamento e, anche alle giovani leve professionali che vogliono entrare a Palazzo regionale e che molte volte non possono entrarvi a causa di dipendenti con esperienza che, non solo non vanno in pensione ma ottengono consulenze, mantengono gli incarichi... in questa Regione si sta alzando la vita media del dipendente regionale, noi vorremmo abbassarla perché, al di là di quelle professionalità che sono veramente difficili da sostituire, là dove ci sono professionalità normali, che uno a 65 anni chieda di rimanere perché non sa cosa fare a casa e ce lo abbiamo ancora qua a 66, 67 e68 anni - poi ci arriveremo tutti noi e sarà anche il nostro problema - ma evidentemente l'Amministrazione può creare la condizione di risparmio, competenza e sblocco dei precari, che è una situazione che in questa Regione va concretizzandosi.

Ringrazio il Presidente per la disponibilità e per l'intelligenza e mi farò latore di queste proposte nella modifica del disegno di legge 13 che è all'analisi delle Commissioni.