Oggetto del Consiglio n. 206 del 13 novembre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 206/XIII - Reiezione di mozione: "Predisposizione di un nuovo piano di miglioramento della struttura aeroportuale esistente".
Mozione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, con la propria deliberazione n. 1718/XII dell'11 gennaio 2006, ha approvato il primo Piano di interventi per la realizzazione di opere di rilevante interesse regionale.
Tra gli interventi previsti dal Piano figura l'aumento della capacità operativa dell'Aeroporto regionale, con l'ammodernamento delle strutture di volo e delle infrastrutture logistiche connesse.
La realizzazione delle opere in questione, con le modalità e nella misura prevista dal progetto di massima di cui è stato incaricato l'Arch. Gae Aulenti, appare - alla luce di un attento esame delle sue implicazioni economiche, dei suoi futuri oneri gestionali diretti e indiretti, dell'evoluzione complessiva del sistema dei trasporti, dell'impatto ambientale e delle delicate problematiche di sicurezza - oggettivamente sovradimensionato, antieconomico e non funzionale ad uno sviluppo sostenibile delle attività di volo nel contesto regionale valdostano.
Un'attenta considerazione di questi profili ha messo infatti in luce che la costruzione di una grande aerostazione per fare dell'Aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe un aeroporto commerciale di maggiori dimensioni, con traffico di aerei da 80-90 posti su Aosta, rischia di essere un investimento esorbitante rispetto alle esigenze della nostra Regione e difficilmente conciliabile con le esigenze primarie di sicurezza, qualità della vita e dell'ambiente che la Valle d'Aosta deve oggi difendere.
Appare dunque assolutamente necessaria ed urgente una moratoria degli ulteriori sviluppi progettuali dell'opera, prima che si affrontino ulteriori spese e si arrivi ad un punto di non ritorno nella sua realizzazione.
Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale a sospendere la progettazione della nuova aerostazione, limitando il proprio intervento all'allungamento della pista, all'estensione dell'impianto luci e all'ammodernamento degli impianti di assistenza al volo, per garantire un alto livello di sicurezza e mantenere la primaria vocazione dell'Aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe quale aeroporto turistico per velivoli di ridotte dimensioni;
Impegna altresì
l'Assessore al Turismo, Sport e Trasporti a predisporre entro tre mesi un nuovo piano organico di miglioramento qualitativo della struttura aeroportuale esistente, facendone oggetto di un pubblico confronto riguardo a tutte le sue implicazione prima di sottoporlo all'approvazione del Consiglio regionale.
F.to: Louvin - Bertin - Cerise Giuseppe - Chatrian - Morelli Patrizia
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Non è la prima volta che l'argomento approda in aula e ci siamo fatti carico di leggere con attenzione i lunghi ed articolati dibattiti che hanno accompagnato in questi anni la discussione sull'ampliamento delle strutture aeroportuali del Corrado Gex di Aosta. Riteniamo in questo momento assolutamente necessario che questo Consiglio riesca ad avere su questa tematica una fermezza di posizione e ci auguriamo un'apertura di orizzonti che non lo metta su un binario di automatismo, tale da permettere a chi siede in quest'aula di dire che non si può fare niente perché hanno già fatto, hanno già detto, perché ormai siamo già su una certa strada e non possiamo fare diversamente.
Abbiamo preso nota delle informazioni che ha dato in quest'aula poche settimane fa l'Assessore, in ordine agli sviluppi progettuali, realizzativi della struttura. Abbiamo aperto anche un dibattito con la popolazione valdostana, che ha suscitato notevole interesse: per la prima volta sono stati portati all'attenzione del pubblico, fuori da questa sala, elementi, informazioni, valutazioni anche provenienti da personalità esterne alla Valle, che hanno aiutato ad avere un quadro complessivo dello sviluppo aeroportuale, che si presenta oggi, a nostro modo di vedere, sotto una luce alquanto problematica. Su questo tema è doveroso premettere che c'è un atteggiamento non preconcetto né nei confronti delle attività di volo, che sono da noi considerate come attività molto interessanti e degne di sostegno nella misura in cui si integrano bene con lo sforzo di apertura della Regione, e soprattutto rimangono compatibili con il quadro complessivo del nostro sistema, e con la sicurezza dei nostri abitanti. Abbiamo peraltro constatato come nello sviluppo degli ultimi anni di programmazione e progettazione delle strutture ci sia stata una certa sottovalutazione complessiva dell'onere che andiamo a mettere sulle spalle della comunità valdostana per i prossimi anni, non solo e non tanto per la realizzazione di opere in sé per quanto riguarderà poi la loro gestione: già in altri campi dei trasporti abbiamo situazioni aperte alquanto critiche e quella aeroportuale che finora non ha presentato agli occhi della comunità e della stessa Amministrazione regionale profili di grande problematicità, rivela oggi invece un momento di particolare delicatezza. A cosa ci riferiamo? Intanto ci riferiamo ad una situazione nella quale abbiamo una programmazione di ampliamento della nostra struttura aeroportuale che ci porrà nella migliore delle ipotesi in coda ad una classifica di strutture aeroportuali che in Italia sono già di per sé molto numerose. Ci sono oltre 100 aeroporti in Italia, 45 per il traffico commerciale, con una linea di tendenza generale in Europa alla loro riduzione e invece con una controtendenza in Italia che vede, malgrado le difficoltà che sta affrontando questo settore, un loro aumento. Non è l'unico campo nel quale si rischia in generale in Italia di avere una quantità eccessiva di strutture rispetto ad esigenze di semplificazione e di organizzazione.
È vero, dobbiamo guardare prevalentemente alla nostra situazione regionale, ma non possiamo scindere la nostra posizione da una valutazione comparativa con altre realtà, con altre infrastrutture di questa natura. Abbiamo guardato con una certa preoccupazione il numero e i numeri di frequentazione di strutture analoghe; posto che per quanto riguarda l'aeroporto della Valle d'Aosta, le più ottimistiche previsioni, fatte proprie dal masterplan del 2004 portano a una soglia di 45.000 passeggeri circa l'anno, constatiamo che 10 dei 50 aeroporti commerciali italiani non raggiungono le 500.000 unità, ma che ci attesteremmo in fondo a questa classifica e in una compagnia che dal punto di vista economico non ci farebbe grande invidia. L'aeroporto di Ancona Falconara nel 2006 ha accumulato oltre 4 milioni di euro di perdite con circa 500mila viaggiatori, Brescia Montichiari ha superato i 4 milioni di euro di perdita, Parma ha raggiunto nel 2007 4,5 milioni di perdita, Cuneo Levaldigi che è un aeroporto più piccolo ma sta aumentando a vista d'occhio il proprio deficit, si è attestato a 1,5 milioni l'anno. Le stime più ottimistiche indicano per il futuro dell'aeroporto di Aosta e nel caso di questa evoluzione una perdita di 2,5 milioni di euro, ma questo è fare astrazione dei costi sommersi, molto rilevanti, a cui andiamo incontro se questa struttura verrà attivata. Credo che non possiamo nasconderci che ci vorranno circa 48 unità dei vigili del fuoco in più, assunti a tempo pieno, per garantire l'apertura annuale dell'aeroporto e la sua funzionalità come aeroporto commerciale così come previsto. L'onere in questo caso oscillerebbe fra 1,5 e 2 milioni di euro l'anno.
Come non possiamo nasconderci che gli stessi controlli che oggi svolgono nella maggior parte degli aeroporti le forze dell'ordine per quanto riguarda i controlli di sicurezza sui viaggiatori e sulle merci che trasportano stanno passando alle stesse società aeroportuali, quindi andrebbero ad aumentare ulteriormente i costi. A questi poi ne possiamo aggiungere altri, legati anche al contesto ambientale nel quale viviamo, per quanto riguarda le temperature nelle stagioni invernali, le necessità di dégivrage. Stiamo parlando di aspetti economici, vorrei tenere al momento fuori da questa tematica le pur complesse e delicate implicazioni di natura più squisitamente ambientale, legate all'inquinamento sia esso acustico o di altra natura, per che cosa? Cosa abbiamo sull'altro piatto della bilancia? Cosa può spingere a questa scelta di ampliamento dell'aeroporto che porterebbe alla costruzione di un'intera nuova aerostazione alle porte di Aosta?
Essenzialmente come traino, come spinta, l'idea di un incremento turistico legato al volo charter, a quel turismo low cost, ma purtroppo anche low budget, ossia non esattamente di alto livello di disponibilità economica che si troverebbe particolarmente compromesso e ristretto dalle maglie di una modalità tecnica che impedisce ad aerei oltre le 70-80 unità di passeggeri di poter atterrare ad Aosta. Sappiamo che la taglia media dei charter utilizzati dalle compagnie è nell'ordine delle 150-200 unità passeggeri, abbiamo la netta sensazione che il miraggio di un incremento deciso del traffico turistico sulla Valle d'Aosta, per il quale ancora bisognerebbe fare un'intensa attività di promozione economica, per rendere per queste compagnie più interessante atterrare ad Aosta piuttosto che atterrare a Torino Caselle, crediamo sia un miraggio e una prospettiva che rischia di non avverarsi. Non siamo qui per suscitare solo apprensioni, ma per chiedere che ci sia un'attenta rivisitazione anche alla luce di esperienze analoghe. Sono state portate sul tavolo della discussione in queste ultime settimane esperienze simili a quelle della nostra Regione, da tenere presenti, fra queste la vicenda dell'aeroporto di Bolzano. Ci ispiriamo molto spesso a come ci si muove in questa provincia autonoma; l'esperienza di Bolzano, che ha oggi un traffico commerciale dell'ordine di 85.000 passeggeri, è un'esperienza che va guardata con attenzione perché ha cumulato dal 2001 ad oggi circa 18 milioni di euro di perdite, quindi una media di oltre 2,5 milioni di euro e sull'ampliamento di questa struttura ci sono fortissime riserve da parte di chi ha dovuto mettere mano al portafoglio finora, inizialmente anche forze economiche private ma poi sempre più e solo la provincia autonoma per sostenere questi oneri.
Noi avremmo bisogno per vivere come aeroporto di queste dimensioni di un bacino di utenza che la Regione non ha numericamente né di suo né con il turismo, e dobbiamo fare i conti con questa realtà, non limitarci a guardare solo ai costi edilizi, ma guardare con attenzione alle prospettive che si aprono di fronte a noi nell'arco di 10-15 o 20 anni, senza dimenticare che tutte le stime su cui si sono basati i decisori finora sono state le stime ottimistiche che potevano essere formulate in relazione a un periodo di forte crescita economica. Nell'incontro che il 9 ottobre abbiamo organizzato qui nel salone regionale, un esperto gestionale che ha attentamente studiato queste problematiche ha concluso il proprio intervento dicendo che questo piccolo aeroporto in particolare è un giocattolo di lusso, che non ha nessuna chance di andare in pareggio.
Noi ci accontenteremmo anche di una chance minore, quella di un deficit contenuto, ragionevole e sostenibile, ma temiamo - lo diciamo adesso che siamo ancora nei tempi perché questo possa avere un significato - che questa prospettiva vada diversamente orientata.
È stata chiamata per la progettazione dell'aerostazione una progettista di fama internazionale, di cui abbiamo apprezzato le realizzazioni del Musée d'Orsay e del Palavela, ma non crediamo che si sbagliasse molto l'arch. Gae Aulenti quando, qualche mese fa, dichiarava: "sarà un progetto impossibile ed è per questo che sono qui".
Non so che chiave di lettura si debba dare a questa dichiarazione. So che se non è impossibile tecnicamente, questo è un progetto che è impossibile economicamente. È un progetto non sostenibile per la nostra comunità nelle dimensioni nelle quali si sta sviluppando. Non è per noi questione di disquisire sulle 8 torri, sulle 3 vetrate, sulla grande galleria centrale, sul salone espositivo che dovrebbe accogliere importanti mostre; abbiamo il timore che si continui a correre dietro a realizzazioni di grande ambizione e che questa nostra comunità si ritrovi fragile nell'affrontare i chiari di luna prossimi venturi.
Ci saremmo aspettati che lo stesso Presidente della Regione, che ci aveva anticipato una disponibilità alla revisione di alcune grandi opere quando abbiamo avuto occasione di incontrarci al momento della formazione della Giunta, desse corso a una sterzata in questa direzione. Devo dire che nel mese di agosto abbiamo avuto invece l'impressione che ci fosse un piede più spinto sull'acceleratore in base alle sue dichiarazioni: non c'è alcun ripensamento sull'ampliamento, così è stato dichiarato, sono al più in corso di chiarimento le situazioni eventualmente sottovalutate al momento della predisposizione del progetto. Non so a cosa si riferisse in particolare, ma non abbiamo avuto l'impressione che si stesse aprendo verso una doverosa rimeditazione di questo ampliamento. Venendo al concreto della proposta che sottoponiamo all'attenzione dei colleghi, ritengo necessario dirvi che noi riteniamo necessaria una moratoria, una sospensione dello sviluppo progettuale dell'opera dell'aerostazione. Non chiediamo revisioni dell'intervento relativo all'allungamento della pista e alle misure che riguardano l'impianto di luci, l'ammodernamento degli impianti di assistenza al volo. Noi riteniamo che ci sia da quel punto di vista un percorso già molto avanzato, d'altra parte per il buon coordinamento di queste opere era stata avviata la realizzazione del masterplan, ma riteniamo che si debba ripensare alla primaria vocazione dell'aeroporto Corrado Gex e riaffermarne la natura prioritaria di aeroporto turistico per velivoli di ridotte dimensioni, che avrete visto purtroppo (compreso il volo a vela) diradarsi molto dagli anni '80 in poi.
Riteniamo possibile, e invitiamo la maggioranza e le altre forze del Consiglio a guardare con attenzione a questa proposta, ripensare il piano di miglioramento qualitativo della struttura aeroportuale, che di un miglioramento qualitativo ci sia bisogno è fuori discussione ma che questo avvenga a seguito di una discussione aperta con la comunità regionale interessata (e devo dire al momento anche preoccupata) e che questo ci porti a una strada diversa da quella intrapresa, che vedrebbe consegnati per la fine del 2009 gli elaborati progettuali esecutivi della costruzione della nuova aerostazione e nel giro di pochi anni alla realizzazione dell'intera opera, di cui noi con questa mozione chiediamo che si sospenda lo sviluppo progettuale, in attesa che ci sia un'attenta ponderazione di tutte le conseguenze della trasformazione della struttura aeroportuale nelle direzioni indicate.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (UV) - Sarà naturalmente il Governo ad esprimersi sulla mozione dal punto di vista dei suoi intendimenti e pur tuttavia credo che qualche annotazione vada fatta all'intervento del collega Louvin e anche al testo presentato. Place Emile Chanoux, prima di chiamarsi così si chiamava Piazza Carlo Alberto, il Re Tentenna come era stato chiamato per questa sua capacità di cambiare idea, e devo dire che da questo punto di vista tentennare è la cosa peggiore che c'è. Quando si assumono delle decisioni, queste vanno portate fino in fondo, il che non vuol dire migliorarne i contenuti, contrarne le spese, trovare delle soluzioni se possibili più intelligenti. Ma credo istruttive le cose dette dal collega Louvin e da questa compagnia di giro che si è creata contro l'aeroporto, che vede personalità le più varie: chi ha paura di non poter più volare con il suo aereo turistico, chi ha paura che ci possa essere rumore sopra la propria villa di campagna, chi si dice preoccupatissimo anche di elementi contraddittori. Quando il collega Louvin dice che non verrà nessuno in questo aeroporto e che sarà un deficit spaventoso, poi pochi passaggi dopo si dichiara invece preoccupato per l'inquinamento acustico ambientale; dei due l'uno: o non ci viene nessuno e sarà un disastro, oppure c'è l'inquinamento acustico ambientale causato dalla numerosità di questi voli che però lei sosteneva non ci sarebbe stata. È una sindrome ben nota che è stata studiata, è la sindrome NIMBY (non nel mio cortile) che sembra colpire in particolare le forze di opposizione ogni volta che un'opera pubblica deve essere fatta. E allora come i surfisti si cerca l'onda che può portare qualche consenso e qualche vantaggio.
Vede, la questione dell'aeroporto è una questione antica e non risalirò a 50 anni fa alle idee molto innovative che aveva una personalità che lei conosce bene, come Corrado Gex, che pensava a uno sviluppo vero dell'aeroporto di Aosta, e lo pensava negli anni '50 quando l'evoluzione della tecnica era certamente diversa da quella di oggi e Gex aveva capito non solo l'utilizzo dell'aereo ma poco prima di morire aveva avuto l'intuizione, divenuta poi concreta negli anni successivi, di poter utilizzare l'elicottero in montagna.
Allora per me che mi sono occupato di questa questione l'aspetto più spiacevole di determinate iniziative politiche è quello di essere presi per fessi, ossia l'idea che questo Consiglio regionale nella scorsa legislatura, nell'approvare dopo lunga discussione, il master plan dell'aeroporto lo abbia fatto sulla base di elementi superficiali e senza tener conto di quei suggerimenti che vi sono venuti dai vostri esperti, quelli che avete portato qui sotto per discutere di una problematica che è quella dell'aeroporto di Bolzano, che come lei ha detto, ha delle coloriture completamente diverse dalla situazione nostra.
Nel momento in cui è stato approvato il master plan, questo si rifaceva ai documenti della fine degli anni '90, quando quei governi regionali di cui lei faceva parte hanno approvato il piano territoriale paesistico e il piano dei trasporti che indicavano nello sviluppo che successivamente si è realizzato e si sta realizzando nell'aeroporto, come una delle priorità per la Regione. È vero allora che le operazioni revisionistiche o di tentennamento sono talvolta politicamente brillanti, ma io credo che negli anni si è perseguita con difficoltà di ordine tecnico un'idea, che non vede solo nell'aeroporto un aeroporto commerciale, ma ha bene in testa quello che l'attuale Sottosegretario Guido Bertolaso ha detto, ossia che l'aeroporto è la base ideale della protezione civile. E lo si è dimostrato nell'alluvione del 2000 quando tutte le strutture trasportistiche, la ferrovia, le strade, sono state spazzate via, l'aeroporto è rimasto e l'indomani è arrivato l'aereo da Roma, sono arrivati gli aerei da trasporto con gli aiuti, sono arrivati gli elicotteri.
Ecco perché la radioassistenza, già realizzata nel rispetto dei tempi dell'accordo di programma quadro, è stata una scelta giusta, perché questo consente ai mezzi di soccorso, agli aerei, di poter operare anche in condizioni diverse dalle attuali, in cui il volo a vista ha una serie di limiti. Non solo, l'allungamento della pista a poco meno di 1500 metri rende più sicuro il volo sul nostro aeroporto e apre delle prospettive interessanti. L'aspetto che trovo negativo è il fatto di pensare che la presentazione del master plan non sia arrivata con degli esperti altrettanto bravi dei vostri, che invece prevedono per un aeroporto come quello di Saint-Christophe, dedicato a Corrado Gex, una prospettiva di sviluppo realistica e non un volo pindarico (visto che siamo in un ambiente aeronautico).
Dobbiamo capire se dobbiamo essere una Regione autonoma o una caricatura di essa: c'è Caselle, c'è Malpensa, c'è Ginevra, ma con la stessa logica non facciamo la ferrovia, perché i soldi investiti nella ferrovia li investiamo addirittura, come lei ha ricordato stamani, in strutture che non sono neppure di nostra proprietà, ma è una scelta strategica nel ritenere che si tratta di qualcosa di utile.
Abbiamo collaborato con l'ANAS per la realizzazione e il miglioramento delle strade statali, perché riteniamo che siano utili, ma tutti i tecnici che ci hanno consentito di approfondire le ragioni dell'aeroporto ci confermano che questo aeroporto ha una ragione di essere. Uno può citare a lungo le esperienze di Parma, di Bolzano, di Forlì, di Albenga, il tentativo che anche Trento ha fatto di avere un proprio aeroporto. È vero, ognuna ha delle proprie tipologie, ma gli studi che sono stati fatti hanno riguardato la realtà della Valle d'Aosta in una logica sempre comparativa che certamente è utile.
Credo quindi, nell'esprimere la posizione del gruppo Union Valdôtaine, che bene si fa a continuare a riflettere, a pensare che ogni progettualità può avere nel tempo dei miglioramenti: il master plan consente di fare delle pianificazioni di lungo periodo che talvolta devono essere corrette, ma mi sembra di cogliere da questa sua idea della moratoria, che è un termine inquietante che viene solitamente adoperato per questioni più importanti, come le moratorie della bomba atomica o cose del genere, una sorta di logica di congelamento dell'esistente, come se poi nel costruire la pista allungata e nel costruire la radioassistenza si debba restare sospesi, per cui l'aerostazione sembra essere una bizzarria. Quando invece è, nell'accordo di programma quadro, una conseguenza di una serie di tappe che possono certamente far raggiungere il risultato di avere un aeroporto che sarà sempre un aeroporto piccolo con dei numeri limitati, con un numero ridotto di aerei. D'altra parte, basta vedere la situazione di Sion che è molto simile, per capire che anche aeroporti di dimensione regionale possono sopravvivere, altrimenti con Ginevra e Zurigo è evidente che i nostri amici del cantone del Valais potrebbero chiudere l'aeroporto, invece hanno saputo svilupparlo con una serie di voli che oggi hanno un significato, in particolare per il turismo.
Credo che l'idea oggi della moratoria sia una rappresentazione quasi caricaturale della realtà, perché non ci sarebbe niente di peggio che fissarci degli obiettivi e poi prima ancora di averli raggiunti, perché in questo momento è in costruzione l'allungamento della pista, precludere lì sì uno sviluppo complessivo dell'area aeroportuale sulla base di una presunzione, che finisce per avere delle logiche esclusivamente ideologiche.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Oggi, dando un'occhiata ai giornali e ad alcuni commentatori di area di centro sinistra, la percezione che c'era di come si stanno affrontando i problemi in Italia e in Valle è quella che facciamo un gran dire che non vogliamo più parlare in termini ideologici, ma poi da una parte e dall'altra la volontà di affrontare i problemi in modo neutro viene meno e generalmente dagli interventi, dalle scelte che vengono fatte, si percepisce che questo paese sta bene con addosso la pelle dell'ideologia, che dà garanzia a qualsiasi intervento sia fatto dalla minoranza o dalla maggioranza. Non c'è la volontà di leggere mai in nessuna riga la possibilità di trovare una soluzione, che possa dare la sensazione ai cittadini che la politica sta dando delle risposte a tutti e non a una parte, non magari alla parte più forte. C'è in questo Paese sempre una voglia, per fortuna solo a parole, di menar le mani quando si tratta di fare politica.
Leggendo la mozione in oggetto, avevo ritenuto fosse stato fatto un significativo passo avanti rispetto a un riconoscimento dell'importanza dell'allungamento della pista, dell'estensione dell'impianto luci e di quella messa in sicurezza di questa struttura aeroportuale. Valuto in modo positivo per aver già in altre sedi sostenuto questa posizione, ossia che avere un aeroporto in cui sia finalmente garantita la possibilità di atterrare di notte in sicurezza sia una condizione minimale perché quell'aeroporto abbia una sua dignità. Quindi inviterei a cogliere in quello che viene scritto non solo ciò che divide, ma anche ciò che può unire e creare un clima più sereno, perché nelle polemiche di questi giorni molte erano relative all'allungamento della pista, che questa mozione sembra in qualche modo superare.
L'altra considerazione è una considerazione che avevo fatto stamani rispetto a quell'ampio documento che avevamo discusso, il PAR (Programma attuativo regionale), rispetto all'analisi di contesto. Già in questo documento era scritto che era necessario allungare la pista, ce lo eravamo detto e lo avevamo discusso ampiamente, quindi il fatto che almeno su qualcosa ci siano dei punti in Comune sarebbe il caso che li sottolineassimo, invece di vedere sempre ciò che divide.
Ritengo che sia - al di là delle terminologie usate - giusto fare una valutazione, per evitare che la politica tentenni; stamani è tornato più volte il tema della politica tentennante quando nelle variazioni di bilancio abbiamo visto i fondi che dal trenino andavano e venivano, ossia è chiaro che la politica tentenna da una parte e dall'altra, non è neanche che buttarsi a capofitto su certe scelte, come alle volte abbiamo rischiato di fare su alcune cose, visto che quello è stato votato una volta, lì continuiamo a metterci i soldi.
Certo, condivido pienamente con il collega Caveri che la politica debba avere il coraggio di fare delle scelte e di farle fino in fondo, credo che il tema di migliorare la struttura dell'aeroporto e di darle una dignità di vero e proprio aeroporto sia un tema importante. In questo senso cogliere nella mozione l'idea di fare chiarezza, perché ho visto dei documenti, adesso non sono riuscito a rintracciarli, scusate la mia imperizia ancora nel recuperare il materiale, ma dove si accennava ad aerei che avrebbero dovuto avere 50-60 passeggeri, adesso circola ultimamente la voce degli 80-90, qualcuno ha messo n giro la voce dei 100 etc., è chiaro che su questo bisogna fare assoluta chiarezza. Se decidiamo di fare un aeroporto dove atterra un aereo da 120 passeggeri, bisogna avere una struttura di accoglienza dei passeggeri che scendono, bagagli etc. che sia strutturata per quella funzione. Se invece decidiamo che ci affidiamo a compagnie aeree più piccole dove facciamo magari tantissimi voli, però con strutture aeree di tipo diverso, con minori passeggeri, può darsi che la struttura debba essere diversa. In questo senso la politica non tentenna, quando fa una scelta che è chiara dall'inizio alla fine, non che costruisce una struttura per la quale poi andremo a cercare qual è l'aereo che atterrerà per poi scoprire che abbiamo costruito una struttura che non è detto che sia quella che si confà al tipo di aereo che deve atterrare. Su questo in questo momento non dico io qual è l'aereo che deve atterrare, ma chiedo: siamo assolutamente certi della tipologia di aereo che deve atterrare? Abbiamo valutato le compagnie che hanno intenzione di atterrare al Corrado Gex, quanti passeggeri portano? E quindi che tipo di struttura di accoglienza andiamo a costruire: se costruiamo una struttura, visto che c'è un turismo di massa, con un tipo di servizi da turismo di massa o se invece è una struttura aeroportuale di un certo altro livello perché arriva un altro tipo di utenza. Queste cose vanno valutate, in questo senso non si vuol dire, almeno noi del PD non diciamo: non facciamo un certo tipo di scelta, ma diciamo: siamo tutti convinti di avere in testa in questo momento qual è la scelta?
Se lo siamo, questa mozione non la prendiamo neanche in considerazione, se invece pensiamo che varrebbe la pena pensare al modello che vogliamo realizzare, naturalmente la maggioranza è convinta sul suo modello, ma se siamo convinti andiamo in quella direzione e la perseguiamo fino in fondo. Con questo spirito non di rottura, né di polemica, sosteniamo pienamente questa mozione perché riteniamo che in questo momento la politica non abbia ancora fatto quella scelta definitiva sulla qualità, sulla tipologia vera e propria della stazione che deve essere realizzata. In questo senso auspichiamo che lo faccia in modo trasparente, ognuno di noi dirà se ritiene di fare tanti servizi per quelli che vengono a fare volo a vela, o altri avranno altre idee. Però ce lo diciamo prima, lo votiamo, così poi sappiamo che non facciamo la fine del trenino di Cogne: non è colpa mia, è colpa tua, e abbiamo buttato soldi per anni senza aver avuto in mente qual era l'obiettivo finale di questo intervento.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi che hanno presentato questa mozione perché ci danno l'opportunità di fare una riflessione su questa importante opera. La mozione affronta due temi. Condanna sostanzialmente il progetto attuale, lo ritiene da rivisitare e chiede tre mesi per poter presentare un nuovo piano di miglioramento qualitativo e quantitativo da discutere con il Consiglio regionale e con le forze attraverso il pubblico confronto.
Vorrei ricordare due aspetti. Ho sentito il tono pacato, cercherò di usare, anche se non ci riuscirò perché sono caratterialmente diverso. un tono il più pacato possibile alla Lattanzi, andando dietro al ragionamento che faceva l'amico Donzel prima. Donzel, voi avete partecipato a queste decisioni, io prendo atto che oggi c'è la volontà da parte vostra di ripensare, ma voi eravate al Governo quando questi progetti sono stati approvati e lì era il momento di pensare, e lì anzi avete detto a noi che eravamo alla opposizione che avevate pensato. Su quei progetti avete votato voi della maggioranza all'epoca di centro sinistra e ci avete convinto che le argomentazioni alla base di quei voti a favore e anche di chi nell'Union era ancora, erano i ragionamenti più giusti e più corretti per avere un aeroporto di quel tipo. Ci avete convinti, avete convinto tutta la Valle d'Aosta su questo processo, avete convinto tutta la Valle d'Aosta che serviva un'infrastruttura di collegamento aereo, per portare la Valle d'Aosta al centro del carrefour del turismo internazionale perché era giusto farlo. Noi contestavamo qualche cifra, esprimevamo una preoccupazione legata alle cifre di cui si parlava, agli investimenti, perché sappiamo che quando un'opera la fa un privato, costa dieci, quando la fa il pubblico costa cinquanta, e su quello abbiamo dibattuto, ma tutti sempre alla unanimità abbiamo condiviso la necessità di dotare la Valle d'Aosta di una stazione aeroportuale per collegarla con il resto del mondo.
Questa mattina - chiedo scusa ai colleghi per la mia assenza che sicuramente non si sarà notata - sono stato a Milano ad un convegno per affrontare l'attuale crisi finanziaria, che è diventata una gravissima crisi economica. Si condivideva tutti stamani, politici, finanzieri, banchieri, industriali, sindacati, che questo momento di crisi economica avrà ancora tutto il suo sfogo nel primo semestre del 2009, per cominciare a vedere qualche raggio di luce per la fine del 2009. Parlo di crisi economica e non finanziaria, perché le crisi finanziarie sono alternative alle crisi economiche, scontano prima sia le crisi che le opportunità. Tutti hanno dato il loro contributo a questa visione del mondo che sta cambiando in maniera epocale perché stiamo vivendo momenti che i nostri figli studieranno sui libri di storia, epocali per l'effetto di questa grande globalizzazione che ha cambiato tutte le strutture e le architetture del commercio, delle istituzioni, della politica, dell'economia e della finanza. Su una cosa tutti erano d'accordo: tutti i paesi devono fare il massimo dello sforzo per iniettare investimenti nelle infrastrutture per far ripartire l'economia. In Cina è di qualche ora fa la decisione di uno stanziamento di 585 miliardi di dollari sulle infrastrutture, treni, ponti, strade, autostrade, per sostenere quella crescita, altrimenti non si riuscirebbe a far rientrare nello sviluppo della ricchezza il 90% della popolazione cinese che ancora è nelle campagne. Ma così stanno facendo tutti i paesi. Gli americani hanno stanziato con Bush prima e Obama ha già dichiarato la sua disponibilità ad ulteriori 600 miliardi di dollari dopo i 750, sempre da iniettare nelle infrastrutture, nell'ammodernamento, nella tecnologia.
Credo che la Valle d'Aosta, che ha degli avanzi di bilancio che non dobbiamo dimenticare sono il frutto delle tasse versate dai valdostani, che non vengono del tutto spesi perché a volte non sappiamo neanche più come spenderli, ci si deve inventare studi dei più pellegrini per poter giustificare la spesa, piani di marketing, ma lasciamo perdere, altrimenti faccio la polemica mentre non vorrei uscire dal canone donzeliano, ma credo che noi abbiamo l'opportunità di avere le risorse da investire nelle infrastrutture. I ragionamenti che sento in questa mozione sono gli stessi, con qualche differenza, che si sentivano quando si parlava di fare l'autostrada Torino/Courmayeur: ripensiamoci, ma se non facciamo l'autostrada forse è meglio, lasciamo la nostra valle come Heidi, con le pecorelle, le mucchette, i bambini che corrono nei prati...
I dibattiti sono già stati fatti, la mozione ripropone lo stesso spirito, ossia la rimessa in discussione di una scelta di investimento di denaro pubblico che avanza e che ci possiamo permettere ancora per poco di far avanzare, per fare un'infrastruttura i cui benefici non conosciamo in toto oggi con tutti gli studi che possiamo fare, anche con altri sei mesi, anzi, se ci rimettiamo a studiare altri sei anni l'aeroporto, nessuno di noi sarà mai in grado di misurare i reali benefici, così come fece l'autostrada Torino/Courmayeur, perché diventa complesso comprendere quali sono gli effetti di un impatto di una struttura come questa. Sappiamo però che in concetti keynesiani gli investimenti producono lavoro e occupazione e che i collegamenti sono sempre cosa buona e giusta.
Io condivido poi che uno può essere più d'accordo sul progetto Aulenti che è al di fuori delle logiche, uno potrebbe essere più sul tradizionalista un altro più sul futurista, ma queste sono decisioni che deve prendere chi ha avuto il mandato di governare, io questo mandato non ce l'ho, altrimenti avrei scelto l'aeroporto che piaceva a me e avrei lasciato un segno nella storia della mia vita. Così non è; chi decide sono quelli che devono governare e assumere delle decisioni per lasciare delle opere che poi verranno ricordate, come il ponte vicino al Buthier, per la storia, e quell'architetto sarà ricordato solo per quella porcheria che ha lasciato lì! Però qualcuno ha deciso.
Io credo quindi che la mozione vada rigettata per una questione di buon senso. Sono stati fatti 15 anni di studi pro e contro l'aeroporto per la Valle d'Aosta, sono stati stanziati danari per le progettazioni, è stato fatto un iter che è durato otto anni per arrivare ad approvare uno studio di progettazione e finalmente l'avvio di questi lavori, se mi permettete ci aspettavamo che già volassero gli aerei, non che ci fermassimo di nuovo a pensare! Poi quanti saranno, tu dici, Donzel, vediamo chi viene e chi non viene... ma come fai a sapere chi viaggerà su questo aeroporto? Intanto comincia ad averlo, altrimenti non puoi neanche sederti al tavolo con le compagnie aeree per le trattative, non puoi neanche andare in Giappone o a Mosca a dire venite in Valle d'Aosta con voli charter: no, tutti in treno o in macchina altrimenti non ce la possiamo fare, altrimenti dobbiamo fare le navette con i pullman. Magari è contento quello della SAVDA, ma le navette da Torino o da Ginevra... perché concordo con le valutazioni fatte dal collega Caveri, non concordavamo sui presupposti di investimento che ritenevamo esagerati, ma concordo sulla necessità di fare! È un po' quello che si dovrebbe fare con il trenino di Cogne, so che stamani ne avete purtroppo riparlato, ma sul trenino di Cogne quello che la gente ci chiede, oltre a condannare gli investimenti che sono andati a mal fine, è: cosa volete fare? Decidete! Qui ci dicono: "andate avanti", perché se rimettiamo di nuovo in discussione il progetto, se sì, se è giusto o sbagliato, perdiamo tempo. Quello che oggi costa dieci, fra dieci anni costerà quindici, venti e trenta, quindi non faremo una cosa buona.
Termino dicendo che questa Regione fa pochi investimenti, siamo concordi che quando discuteremo il bilancio fra qualche giorno, il 60% sono spese correnti, l'altro 25% sono leggi di settore ricorrenti, abbiamo una manovrabilità di investimenti che è di circa il 5-10%. Ora, se su quel poco di investimenti che stanno tentando di fare li fermiamo dicendo: pensiamoci, non andiamo avanti... poi fosse veramente una cosa disumana, se ci dovessero atterrare i Boeing 747 sarei d'accordo con voi, ma queste valutazioni sono già state fatte. Come si dovrà atterrare e decollare in questa valle credo che i piloti lo sappiano e chi dovrà far viaggiare i charter da 80 posti lo saprà fare, sennò non verranno.
Io credo che noi adesso abbiamo un dovere; quello che deve fare l'opposizione in questo momento non è quello di frenare quelle poche opere che la maggioranza vuole portare avanti, ma è di spingere perché le cose vadano avanti! Ci pensano già loro a frenarsi! Sono già molto bravi loro a ripensare ogni tre minuti chi deve fare il progetto, a chi dare l'incarico, ci mettono già loro 15 anni per fare un progetto, se noi ancora presentiamo delle mozioni per frenare quel poco che stanno facendo, loro avranno l'alibi per dire: "ma l'opposizione ha sempre cercato di frenare tutte le azioni...". Non diamogli questo alibi, sono già bravi da soli. Diamogli invece il nostro contributo a un voto favorevole perché questa cosa venga fatta subito. Fate una mozione perché vengano accorciati i tempi, non allungati; non che si rimetta in discussione la decisione; la decisione è presa.
Siamo indietro come Valle d'Aosta di 10 anni sulle infrastrutture, sul turismo, Agostino ha fatto l'Assessore al turismo del Comune di Aosta, si stufa a sentir parlare di turismo; Agostino, dovresti essere tu che parli di turismo, dovresti essere tu a portare iniziative sul turismo! Capisco che non è facile soprattutto per uno che il turismo non lo ha mai fatto, ne ha sempre solo sentito parlare e ha gestito per conto degli altri, ma fare turismo vuol dire fare gli imprenditori. Tu sai cosa vuol dire mettere dei soldi, 2 milioni di euro su un albergo, e dover pagare le rate a Finaosta? Se vieni a casa mia, ti faccio vedere cosa vuol dire. In Valle d'Aosta aprire oggi un albergo è praticamente impossibile perché le norme non ti permettono in questa regione di aprire un albergo!
Rivolgo quindi un invito all'opposizione, ma lo dico da opposizione a opposizione pur comprendendo la necessità di porre dei temi: le decisioni sono state prese, andiamo avanti, non fermiamoci neanche più un secondo a pensare se l'aeroporto sì, se l'aeroporto no, 60 posti, 50 posti. Facciamo in modo che questa maggioranza abbia tutte le opportunità per chiudere un progetto che i valdostani a questo punto aspettano, perché lì c'è un'autostrada che passa a fianco all'aeroporto e tutte le volte che ognuno di noi passa di lì, la domanda che ha nel cuore è: ma quando aprirà questo aeroporto? Le luci sono lì, ogni tanto le accendono qualche volta le spengono, ogni tanto si legge sui giornali che c'è qualcosa che blocca i lavori, l'ENAC... ma quando aprirà questo aeroporto? Questo dobbiamo fare noi!
Quindi vi chiedo di non farvi votare contro. Ritiratela con l'impegno a presentarne una, dove chiedete di accorciare i tempi. Se non lo farete voi, lo faremo noi, ma questo vale per questo, vale per l'ospedale, per il trenino di Cogne: facciamogli fare queste benedette opere pubbliche! Ci hanno pensato 15 anni, ci avete pensato 15 anni perché c'eravate tutti voi in maggioranza, non è che potete cominciare a dire ora ripensiamoci, altrimenti ci fermiamo qui.
Lo avete già fatto con l'autostrada questo errore, non commettetelo sull'aeroporto!
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie, Presidente. Sicuramente questo è un argomento molto impegnativo e interessante. Non vorrei che questo argomento diventasse un argomento frivolo, sui cui esprimere delle opinioni in base alla propria sensibilità e a degli elementi effimeri. Assistiamo oggi a un dibattito che si sta diffondendo, viene coinvolta la comunità alla quale si chiede: siete a favore o contrari all'aeroporto, e alla fine rischiamo di vedere una serie di persone che si coinvolgono in buona fede, ma che non hanno gli elementi per poter valutare.
Vorrei dire, mantenendo questa pacatezza che credo sia solo proficua, nella mozione, al di là di una serie di osservazioni che sono state fatte dal collega Caveri, c'è un ragionamento di fondo che, mi perdonino i proponenti, non riesco a capire, nel senso che questo ragionamento, peraltro apprezzato dal Consigliere Donzel, dice: "è stato fatto un passo avanti, è stato considerato in modo positivo l'allungamento della pista, è stata valutata positivamente l'illuminazione, la radioassistenza, queste sono per la sicurezza, blocchiamoci per l'aerostazione". Non riesco a scindere questi due ragionamenti, per il semplice motivo che l'illuminazione e la radioassistenza non sono delle cose che ti piovono dall'alto, non c'è un robot. Perché questa pista e questo aeroporto siano radioassistiti, c'è la necessità di fare una serie di attività; non c'è la necessità di avere una torre di controllo, ma bisogna che lo spazio aereo sia presidiato. Allora le possibilità sono tante, o meglio, sono tre: la radioassistenza viene fatta dall'esercito, se è un aeroporto che ha un interesse militare, viene fatta dall'ENAC dove c'è un interesse da parte dell'ente nazionale, viene fatta dalla società che gestisce e che deve strutturarsi e assumere personale, oppure può esserci un mix fra queste due, nel senso che la società fa una convenzione con ENAC e paga. I nostri esperti dicono che in alcune situazioni simili per avere la radioassistenza e quindi per poter atterrare di notte e fare queste cose, l'ENAC potrebbe chiedere centinaia di migliaia di euro (5-6-700mila euro l'anno), pertanto la radioassistenza di per sé, se non si fanno determinate attività, è un investimento buttato via. Non possiamo dire: abbiamo allungato la pista, da 120 metri siamo arrivati a 1500, della radioassistenza ne beneficiano tutti, perché non è così, non ne beneficia nessuno, e sarebbe sciocco prevedere la radioassistenza per far circolare gli aeromobili da traino per gli alianti, sarebbe improponibile. Quindi dal punto di vista della sicurezza valutiamo positivamente la radioassistenza, ma se ne blocchiamo lo sviluppo, di fatto bocciamo anche la radioassistenza, non serve a niente.
Io me ne occupo oggi in modo continuativo, nel senso che ho partecipato ai lavori, ma sicuramente i miei predecessori, qui è stato ricordato correttamente negli ultimi dieci anni l'approvazione del PTP nel 1998, l'approvazione del piano di bacino di traffico del 1999, abbiamo avuto il piano di sviluppo aeroportuale masterplan nel 2004 con la Giunta Perrin e poi abbiamo avuto il programma degli investimenti di sviluppo dell'aeroporto regionale Corrado Gex nel 2006, quindi abbiamo una sequenza di atti che hanno coinvolto tanti soggetti. Quando abbiamo trasmesso il masterplan e la Regione il 13 aprile 2005 ha trasmesso all'ENAC lo studio, questo progetto si articolava su questi tre aspetti che fra di loro sono inscindibili, perché l'allungamento della pista, la radioassistenza, la radiostazione fra di loro sono inscindibili. Rispetto a questa trasmissione ci sono state una serie di valutazioni, che hanno poi trovato un momento di sintesi quando lo Stato ha firmato gli accordi di programma quadro. Allora nel momento in cui c'è la firma dell'accordo di programma, non c'è solo una pacca sulla spalla, ma c'è la contribuzione con del denaro, però questo denaro non viene dato a babbo morto, viene dato sulla base di cronoprogrammi. Quindi rispetto a questo tema, perché oggi ci concentriamo sull'aerostazione, abbiamo un accordo di programma quadro firmato a luglio, e se i lavori non vengono appaltati entro la fine del 2009, noi perdiamo la quota che lo Stato ha messo a disposizione, che è di 3,2 milioni. Questo per dare contezza di quanto è l'investimento, perché le previsioni sono 13,8 milioni, di cui 3,2 milioni vengono finanziati all'interno di quell'accordo di programma quadro. È chiaro che, rispetto a questo tema, nessuno si vuole sottrarre a delle valutazioni, ma queste valutazioni possono riguardare - posso anche essere d'accordo - la sobrietà dell'aerostazione, possiamo fare dei ragionamenti, ma noi dobbiamo fare comunque delle valutazioni.
Oggi, dal punto di vista del turismo invernale, i due Paesi che sono ai vertici per la promozione che facciamo, sono Russia e Gran Bretagna, questi sciatori vengono in aereo! Per darvi anche i numeri, dal Regno Unito abbiamo 52.000 arrivi, dalla Russia 7.000 arrivi circa, in crescita; quindi semplicemente per queste due località abbiamo questi numeri. Ci sono anche inglesi che vengono con il pullman, ma generalmente questo è il dato. Cosa voglio dire allora? Credo che il Governo e io personalmente siamo disposti a fare un confronto e a fare tutte le analisi scientifiche - per quanto possano essere scientifiche delle previsioni - nell'ambito di un confronto serio in Commissione, dove andiamo ad analizzare tutti i documenti, che sono abbastanza consistenti. Vede, qui mi sono fatto dare l'ultima che è stata fatta da Jarach, che è uno studio che è stato commissionato dalla società mista, l'AVDA, dove vengono presi in esame, ed è recente perché si fonda e fa una serie di ragionamenti proprio sul 2007, prendendo i dati del 2007, e fa un'analisi comparativa fra punti di forza e punti di debolezza, con una serie di aeroporti che sono vicini a noi, partendo da Torino, Ginevra, ma facendo anche dei paralleli con Innsbruck, con Sion, con Cannes, con una serie di aeroporti che hanno delle similitudini, hanno dei punti di forza e dei punti di debolezza.
Nessuno si sottrae al confronto, ma ritengo sia un po' una speculazione politica quella di portare questo dibattito nella piazza, non perché questa non sia idonea o adeguata, ma perché forse la piazza tutta una serie di elementi non li ha, tutta una serie di documenti non li ha. Ecco perché nessuno ha una posizione preconcetta per affermare che tutto quello che è stato fatto, è stato fatto in modo giusto, dimostriamo ma arriviamo con degli elementi scientifici e non ideologici, ed evitiamo di sprecare delle risorse.
Ripeto, la radioassistenza se non è presidiata, non serve a nulla, buttiamo via dei soldi. Se non appaltiamo entro il 31 dicembre 2009 l'aerostazione, perdiamo 3,2 milioni. Ora non credo che possa essere accettata l'idea della moratoria nel senso di dire smettiamo tutto, credo che si possa proficuamente confrontarsi per mettere a disposizione di tutti, quindi vedere e se ci sono dei correttivi li facciamo ben volentieri. I documenti sono a disposizione e rispetto a questo se c'è la possibilità di stabilire un programma di lavori e nel frattempo chiedere al gruppo di non proseguire nella proposizione di questa mozione, sicuramente sarebbe preferibile; in caso contrario ci sarà un confronto sulla mozione per valutare se ci sono delle possibilità di emendarla o di modificarla, ma radicalmente.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Devo dire che il modo con il quale abbiamo introdotto questa problematica faceva sperare in una maggiore apertura e in una maggiore disponibilità, tenendo presente anche i fatti recenti di sviluppo dell'economia, a cui invece qualche collega dà una lettura e rispetto ai quali ritiene di trarre conclusioni diametralmente opposte alle nostre. Parto però dall'osservazione conclusiva dell'Assessore, che chiama fuori dal dibattito la piazza perché non competente, non informata, non documentata da potersi esprimere e valutare. Non sono un assemblearista per vocazione, ma credo che i tempi moderni ci portino a doverci misurare come istituzioni politiche, come istituzioni rappresentative e voi come Governo con chi sta fuori da questo palazzo.
Quando abbiamo portato la questione fuori da queste mura e non in modo preconcetto, dando spazio ad opinioni, a personalità diverse, abbiamo ricavato l'impressione che le persone fossero in grado di farsi un'idea, di partecipare attentamente alla scelta e che questo dibattito fosse tutt'altro che una speculazione politica. È certo poi che la politica segue il suo corso, ma credo che non solo i partiti stiano attenti a questa problematica, ma vi stia attenta anche molta parte della nostra comunità, magari silenziosamente e magari non sempre alzando il tono della voce o scrivendo lettere ai giornali, ma con modo molto partecipe sta interrogandosi sulle scelte di questi giorni. Delle scelte che risentono sì di un iter lungo, di una catena di atti programmatori, ma credo che bisogna sottrarsi al fatalismo dell'inevitabile, dell'ineluttabile e trovare il momento per fare il punto e riorientare le proprie scelte.
È stato indicato questo atteggiamento come un atteggiamento tentennante, evocando anche una grande personalità della storia, che è vero è stato dileggiato per le sue incertezze, in un momento che credo legittimasse anche qualche incertezza, perché i moti risorgimentali non erano del tutto scontati nel loro esito. Ma devo dire che quel tentennante monarca fece anche qualche scelta abbastanza avveduta e fu se non altro aperto nei confronti della modernità e introdusse per primo uno statuto che durò un secolo dal punto di vista della validità dei suoi principi fondatori. Non credo quindi che tutti i tentennamenti e tutte le esitazioni siano di per sé da condannare, ma tanto meno lo sono - collega Caveri - quando traggono origine dalla necessità di non considerare determinate opere necessarie anche per un orgoglio di classe politica, e dico di classe politica e non di personaggi della politica, ma in qualche modo delle scelte appartenute ad un momento, ad una particolare tipologia di persone che devono forse associare grandi realizzazioni al loro nome.
Noi crediamo che qui ci sia la necessità di rivedere queste grandi realizzazioni, lo abbiamo detto con molta pacatezza in campagna elettorale, che avremmo ritenuto da rivedere alcune grandi opere, questa prima di tutte, e i dati che abbiamo acquisito nel corso di questi ultimi mesi ci confortano e ci hanno confortati nel porre, con il modo pacato che è stato ricordato, alla vostra attenzione questo problema.
Perché, vedete, si parte sempre dal mattone, in questa valle si parte sempre prima dalla decisione di costruire qualcosa e poi si va a vedere come funzionerà questa cosa, se funzionerà, se costerà e quanto costerà.
Noi non siamo così keynesiani, collega Lattanzi, e devo dire che il ragionamento (sintetizzo all'estremo il suo pensiero) "abbiamo i soldi, forza, dai, spendiamo, diamoci dentro" non mi pare calzante in questo momento. Condivido la necessità di non deprimere l'economia sicuramente, ma non per questo tutto quanto abbiamo sul tavolo deve essere accelerato.
Non siamo neanche all'estremo opposto per una politica di Valle d'Aosta da cartolina, che non accetti le infrastrutture quelle necessarie, nella misura in cui devono essere realizzate che lo siano e lo siano con decisione e rapidità. Ma su questa e sulla funzionalità futura dell'aeroporto della regione credo che la rivisitazione che chiedevamo all'Assessore di fare in tempi molto rapidi, aprendosi ad una discussione che non c'è stata prima e che oggi non si vuole tenere, sia un'opportunità che abbiamo messo sul tavolo alla Giunta e che riterremo di dover perseverare, questo sì, nel mantenere e cercheremo di sostenere in ogni modo perché non si vada avanti in modo cieco.
Vede, Assessore, lei ha citato poco fa quello che è uno dei grandi specchietti per le allodole di questa vicenda, che è il mercato turistico di alcuni paesi come la Gran Bretagna e la Russia. Ora, si dà il caso che la Russia si trovi al di fuori di una gittata di aerei che possano favorire, rispetto alle possibilità di atterraggio in Valle, un flusso sostenibile e che i numeri che lei ha fornito per la Gran Bretagna sono quasi esclusivamente riferiti ad un turismo very low cost, che poggia per scelte - ed è una scelta ribadita dagli stessi operatori - necessariamente su gomma per il costo e per la tipologia di turismo che sta portando.
Continuare ad illudere il mondo turistico valdostano sui benefici miracolosi dell'aerostazione come veicolo per portare più turisti e turisti di migliore livello in Valle, crediamo che non sia sostenibile. Ripeto, dagli stessi studi che sono contenuti nel masterplan abbiamo un'indicazione ottimale di 45mila passeggeri all'anno a regime, vuol dire 120 persone al giorno. Questi sono i dati del masterplan approvato nel 2004 e non sono dei dati che rendono a nostro avviso percorribile la via di questo ampliamento.
Noi chiediamo che si ripensi bene questa scelta e non la riteniamo contraddittoria con le valutazioni positive che abbiamo dato sugli investimenti finora fatti. Dalla sua concatenazione, Assessore, sembra di capire che siccome abbiamo fatto la radioassistenza, siccome siamo venuti fin qui, abbiamo fatto 30 come dice il popolo, facciamo 31!
Non è esattamente questo. Condivido e apprezzo il passaggio di sottolineatura del collega Caveri sulla funzionalità dell'aeroporto Corrado Gex in funzione di protezione civile e piattaforma operativa, di collegamento e di intervento, su questo non ci sono ripensamenti e fraintendimenti. Noi abbiamo proposto di scindere le due strade, di procedere da un lato negli investimenti di allungamento della pista e di sicurezza, e di dare un colpo di freno sulla costruzione dell'aerostazione, di tornare su questa decisione non perché non ci piaccia avere un bell'aeroporto, ma il salto di qualità che è previsto in questa operazione con il passaggio a livello commerciale, sicuramente non lo riteniamo confacente alla Valle d'Aosta in questo momento.
Saremo una caricatura di autonomisti, ognuno ha le ambizioni che gli sono proprie, ma a volte l'eccesso di ambizione, come insegnava anche La Fontaine, può essere foriero di qualche esagerazione e di qualche crescita eccessiva e non vorremmo che fosse questo il nostro destino. Un'ultima parola, ma perché sia chiaro che la proposta è una proposta di carattere sospensivo in attesa di un approfondimento e che il termine moratoria non ha niente a che vedere con le bombe atomiche - devo dire ho una formazione diversa, la moratoria mi è stato insegnato essere una sospensione sul pagamento degli interessi -, vorrei solo che l'interesse, la nota molto salata che spetta alla nostra Regione portare in futuro sia per il momento sospesa e se possiamo anche annullata.
In ogni caso questo è l'intendimento, spero di averlo ribadito con la necessaria chiarezza, anche se con rammarico prendo atto che non c'è l'apertura e non c'è l'interesse a perseguire una decisione più meditata su questo tema in questo particolare momento in quest'aula.
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Semplicemente per dire che è un'interpretazione del collega Louvin, quella di indicare le forze di maggioranza come forze non disponibili ad un confronto e a voler valutare anche le nuove situazioni che vengono a proporsi, tant'è che siamo sensibili, faremo tutte le valutazioni del caso, se il Presidente della Commissione competente lo riterrà opportuno, sono disponibile a un confronto portando eventualmente anche tutti i documenti. Perché vede, Louvin, se c'è una volta che non è stato anteposto il mattone al progetto, è proprio questo. Prima di arrivare a dei lavori, c'è stato un lavoro di approfondimento e degli studi da riempire una stanza, parte di quegli studi lei li conosce molto bene, ha partecipato, così come negli anni tutti coloro che si sono occupati di aeroporto.
Rispetto a questo tema quindi, perlomeno dal punto di vista metodologico, non ha detto una cosa vera. Prima di arrivare al mattone, prima di vedere gli scavatori in azione, c'è stata una produzione importante di documenti e non di documenti costruiti in solitudine, ma sottoposti allo Stato, che di fatto ha condiviso e sottoscritto degli accordi mettendo a disposizione delle risorse. Io non voglio polemizzare, abbiamo anche un certo rapporto, ma non è che non c'è stata la provocazione. Per impressionare le persone, perché ovviamente ognuno ha un certo livello, nel salone regionale che sta sotto di noi, è stato riprodotto in un ambiente chiuso il rumore di un aereo per dire che l'inquinamento acustico avrebbe turbato la quiete della nostra Regione. Allora lei, siccome c'era, avrà potuto constatare che il rumore era probabilmente insopportabile, ma da dire che quel rumore sarà il rumore che udiranno i nostri concittadini, mi pare che sia un po' esagerato. Così come credo sia esagerato dire che un aereo che è in difficoltà cosa farà? Cercando di atterrare, centrerà uno degli edifici che sono prossimi all'aeroporto. Allora o abbiamo dei piloti che hanno una vocazione suicida, ma normalmente un pilota che vuole fare un atterraggio di emergenza, cercherà di indirizzarsi verso località dove non ci sono dei condomini e questo perlomeno dovrà dare atto che rispetto ai piani di rischio che ogni Comune dovrà recepire per condizionare l'edificabilità delle aree vicine, ci sono delle indicazioni molto rigorose. Avvocato Louvin, da quel punto di vista i raggi e le altezze sono disciplinate in modo rigoroso, eppure io ho sentito dire: ma questi sono matti, vogliono fare un aeroporto per farci piombare gli aerei in soggiorno! Di fronte a queste cose immagino che una persona che non ha avuto modo di seguire questo iter, possa preoccuparsi, però non credo che sia corretto. Mi pare che coloro che danno delle informazioni del genere siano un po' tendenziosi (cerco di essere gentile).
Ecco perché probabilmente nel fare un ragionamento puntuale, potendoci confrontare su questi elementi, credo che si possano dare degli elementi di tranquillità.
Dopodiché ribadisco che, se ci sono delle correzioni da fare, saremo i primi a farle e a farle molto volentieri. Nessuno vuole dilapidare delle risorse, ma siamo nella condizione di avere una serie di attività che non possono essere proprio ridicolizzate come viene fatto.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - A parte il piacere che ho di sentire citato Keynes che mi sto ristudiando, citato anche da chi mi sta di fronte: investiamo, buttiamo i denari, basta muovere l'economia...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
scusa, tu parli probabilmente non ti ascolti, ti invito a risentirti in video, nel senso che denaro pubblico avanti investimenti... per rimettere in piedi l'economia...ricordo che andando a rileggere, sto scoprendo con mia sorpresa, perché me lo ero completamente scordato, che Keynes fa spesso riferimento a progetti di razionalizzazione e usa il termine programmazione, che era stato pressoché bandito dalla politica che voleva prendere le distanze dal modello di programmazione di molti paesi socialdemocratici. A parte questa piccola questione, ho ritrovato il dato che mi mancava nel piano che è stato votato dalla maggioranza questa mattina. Si fa riferimento nel PAR (Programma attuativo regionale) alla necessità di potenziare l'operatività dell'aeroporto di Saint-Christophe e per questo si fa riferimento che il miglioramento dell'affidabilità del servizio in generale deve essere fatto anche in relazione alle attività della protezione civile, del soccorso alpino, di lavoro degli elicotteri e degli aerotaxi, per dire, una struttura che deve immaginarsi di essere fruibile da più soggetti.
Non voglio far perdere tempo, è tardi, siamo tutti stanchi, però ho ritrovato quel famoso dato che dicevo. Ci siamo messi tutti a parlare di aerei da 80-90 posti, ma ripeto che la maggioranza lo ha votato questo documento; qui c'è scritto: "inoltre in questo aeroporto che va implementato... sarà possibile accogliere nuove categorie di aeromobili fino a 70 posti".
È solo questo che voglio capire: allora, quello che dicevo io, siamo sicuri tutti che andiamo a progettare un'aerostazione che accoglierà aerei fino a un massimo di 70 posti, e quindi andiamo...
(interruzione dell'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz)
mi fa piacere, Assessore, vuol dire che sto imparando a leggere i documenti, e quindi so che faremo sale dove si potranno sedere persone ragionevolmente legate a questo tipo di utenza e l'aerostazione, quella che dicevamo noi, è progettata in funzione di questa pluralità di servizi. Sono d'accordo anch'io sull'importanza del soccorso alpino, dell'aerotaxi. Qui c'è scritto (votato dalla maggioranza) fino a 70 posti, poi decidiamo, ma intendiamoci, la maggioranza decide: no, vogliamo gli aerei da 120 posti. L'importante è che si decida, lo si dica a chiare lettere, e non che ci ritroviamo con le variazioni etc.
Questo è stato votato oggi, a questo mi richiamavo, se poi mi si rassicura che andiamo in questa direzione sono più sereno, ma l'intendimento del PD rispetto a questa mozione è solo rispetto a una politica che sia chiara, condivisa e quindi non all'intendimento di rallentare, ostacolare, falsare la possibilità di chi, ma di avere una politica che fa delle scelte che sono chiare e che non sono continuamente rettificate, perché è lì che il denaro pubblico viene sciupato. Su questo sono d'accordo con il Consigliere Lattanzi, poi le opere pubbliche finiscono per costare a dismisura perché ci sono varianti, contro varianti, modifiche... e lì gettiamo i denari. La scelta quindi è chiara, è votato il progetto e sappiamo in che direzione andiamo.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Raimondo, presentarsi ad un dibattito con la bandiera bianca, il guanto di velluto e la pistola dietro la schiena non è corretto; o fai quello che vuole dialogare e imposti un dialogo leale e corretto intellettualmente, oppure non ci siamo. Perché tu non puoi fare l'interpretazione autentica del mio pensiero, cosa che peraltro ti diventa difficile perché io sono di centro-destra tu sei di centro-sinistra, a volte non riesco neanch'io a fare l'autentica del mio pensiero, figuriamoci se puoi farlo tu.
Bisogna però essere leali. Non ho detto che bisogna buttare via i soldi, mi pare di aver sviluppato un ragionamento che può essere più o meno compreso alla luce di quanto io possa essere bravo a comunicare, ma certo non ho detto che sono qui per far buttare via i soldi solo perché ci sono! Ho detto che abbiamo l'opportunità di avere le risorse, che non so ancora per quanti anni ci saranno, che sono state prese una serie di decisioni politiche alle quali voi avete partecipato e oggi andare a disquisire se l'aereo è da 70 posti, da 60 o da 80 non è più un fatto nostro, è un fatto tecnico perché in base a quegli accordi di programma che hanno utilizzato quella scelta politica (ossia avere un aeroporto) è diventato un fatto tecnico: di quanti metri può essere l'aeroporto, quanti aerei ci possono atterrare, con quale velocità, con quali misure di sicurezza, a quali altezze, in quali condomini devono andare a picchiare... non è più un fatto politico, è una scelta puramente tecnica.
Se voi - mi pare che è quello che vogliate - volete rimettere in discussione la scelta politica che anche voi avete deciso, credo che sia corretto cambiare idea, mi permetto solo di ricordare al collega Louvin che le assemblee popolari che hanno voluto rivedere decisioni politiche prese da questo Consiglio, che si davano per preparate e poi anche per rispettabili e maggioritarie, allo scorso referendum sull'ospedale hanno preso solo delle legnate. Perché alla fine o sono loro che governano, quelli delle piazze, o sono quelli che sono qui. Ci siete già voi a rappresentare quella parte di popolazione che non vuole l'ospedale, che non vuole l'aeroporto, che non voleva le autostrade, che non vuole fare le opere pubbliche perché si parte sempre dal mattone e dal cemento e chissà mai da cos'altro dovremmo partire, perché non ho mai sentito da queste popolazioni minoritarie - perché i referendum hanno dimostrato che erano minoritarie - delle proposte, ma sempre solo delle proteste! Un po' come quella minoranza di studenti che in questo momento, insieme a una minoranza di privilegiati docenti, stanno protestando, proposte però su come se ne viene fuori non ne ho mai sentite!
Il tutto subito in questo mondo è molto difficile da raggiungere, chiedo invece alla Giunta di andare avanti il più velocemente possibile e di far volare quanto prima gli aerei che potranno volare in quella situazione, per dare alla Regione una carta in più, non la carta, perché con l'aeroporto non abbiamo risolto i nostri problemi. I russi per venire qui devono conoscerci, devono avere dei servizi, lo stesso vale per i giapponesi e per gli inglesi, magari la parte più qualificata degli inglesi e non quella che distrugge gli alberghi in cui va, che va bene anche quella quando non c'è altro - fra l'altro, negli ultimi anni sono migliorati rispetto alle prime frequentazioni -, e certamente, se vogliamo la parte più qualificata del turismo mondiale, non possiamo non pensare di non avere gli strumenti e le carte per poterci almeno giocare la sfida che noi affrontiamo già in ritardo con altri competitor già molto più avanti. Credo che se Chamonix potesse dotarsi di un aeroporto come noi stiamo ragionando di fare, lo farebbe in tempo zero, noi ci abbiamo messo già 15 anni, spero che nei prossimi 15 mesi si possa sentire quel famoso rumore di decollo o di atterraggio di un aereo che arriva e che ci porta un po' di soldi!
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Il dibattito di questa sera ha sicuramente un limite, che è quello di intervenire in un momento e in un discorso che è stato avviato da molto tempo. Da quando si è parlato di aeroporto, ci si è subito accorti che se si pensava all'aeroporto in un tempo non sospetto, probabilmente alcune opere vicine sarebbero state pensate in modo diverso. Parlo della distanza dell'autostrada dall'aeroporto, parlo di alcune infrastrutture che se fossero state dimensionate in modo diverso, sicuramente avrebbero dato un'altra possibilità di pista con un certo asse, con una certa metratura, con tutta una serie di difficoltà su cui c'è stato un confronto molto serrato per addivenire a una proposta che è quella che oggi. Abbiamo cercato di discutere di un progetto più ampio, di cui si dà atto, per il quale sono in corso i lavori: l'allungamento della pista, l'illuminazione, il sistema di radioassistenza.
Dico questo perché è vero che si sta facendo un ragionamento serio sull'economicità dei cosiddetti "aeroporti di seconda fascia", perché è un momento particolare e inoltre si è aggiunta la crisi, che sicuramente insiste nel far notare alcune difficoltà nel mantenere gli aeroporti.
Ma noi abbiamo qui oggi il problema che si discute e che dice: facciamo una moratoria sull'aerostazione. Ora dobbiamo intenderci su cosa significa questo tipo di discorso, il fatto di sospendere questo tipo di ragionamento non è un atteggiamento che credo possa essere recepito in questo modo.
Credo che l'osservazione sia quella di dire: sicuramente l'aerostazione rappresenta un punto di impatto nell'insieme, su cui si può ragionare. I progettisti stanno lavorando, stanno presentando una prima bozza (fra l'altro, non c'è solo Gae Aulenti, ci sono altri studi associati che stanno lavorando per una serie di documentazione tecnica per la predisposizione di questo intervento) e il fatto di avere un'aerostazione di un tipo piuttosto che di un altro non è ininfluente rispetto ai ragionamenti che ho sentito anche qui su quello che sarà il flusso di traffico, che dai masterplan non era previsto sui 45.000 come è stato detto, ma era previsto sui 24.000 per raggiungere un obiettivo possibile anche per l'aeroporto di Aosta.
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
Credo che nell'insieme o si prevede di attivare dei meccanismi di consultazione, legittimi, che si possono fare, però a questi bisogna dare tutti i documenti necessari. Se è necessario il confronto, non ci sottrarremo, ci sono tutti i documenti in modo che ci possa essere un confronto serio su dati oggettivi, perché alcune delle delucidazioni che sono state date, secondo me sono fuorvianti. Una delle preoccupazioni a cui qui si è solo accennato, è che molti dicono: ma se l'aeroporto ha questa connotazione futura, noi dobbiamo eliminare tutte le attività complementari, le attività degli aeroclub, le attività secondarie? Ma questo non corrisponde al vero in base alle note predisposte dai programmi che sono stati presentati!
Non voglio ripetere quello che molto brillantemente qualcuno ha già detto prima di me, pertanto dico solo che l'atteggiamento della Giunta non è dilatorio né accetta moratorie, non è quello di pensare che si vuole guadagnare tempo. È quello di fare una riflessione giusta, di richiedere un confronto serrato con chi progetta l'aerostazione, per tener conto di una serie di variabili nell'ambito della progressione del possibile utilizzo dell'aeroporto. Perché notiamo una cosa a cui nessuno ha accennato: oggi noi abbiamo una compagnia regionale o a partecipazione regionale, l'AVDA, che ha la gestione dell'aeroporto attuale, dove in questo momento c'è stato un cambio dell'azionista di riferimento con in particolare quello che è l'atteggiamento (di cui dovremmo qui discutere) per quanto riguarda il volo di linea Aosta Roma o altri, su cui si è impostato all'inizio il tutto per arrivare a un aeroporto commerciale. Anche questo è un motivo di riflessione per la successiva valutazione del progetto di aerostazione.
Credo che, sapendo che questa riflessione la vogliamo fare, ma non intesa come moratoria bensì intesa come approfondimento, e tenuto conto che nelle premesse della discussione e della stessa mozione si possa dire: fatti salvi tutti i lavori che sono stati fatti, e che questo è un lavoro in corso, riteniamo sia giusto che questa riflessione venga fatta, ma la facciamo nei modi e nei tempi che riteniamo più consoni, per evitare di perdere tempo rispetto a una riflessione che va fatta.
Nell'insieme quindi ci asteniamo su questa mozione, ma riconfermiamo la volontà di fare tale approfondimento e di portare le riflessioni di questo ulteriore approfondimento anche alla Commissione nel momento in cui vorrà essere investita.
Crediamo con questo di aver dato una risposta che non è dilatoria, che non è di cambiamento di rotta, ma è un approfondimento giusto e corretto su un tema che merita tutta l'attenzione necessaria, in una fase che è ancora progettuale proprio per non sprecare fondi a disposizione, per non disperdere soldi che potrebbero essere mal spesi, ma riteniamo giusto che questa riflessione venga fatta.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin, per dichiarazione di voto.
Louvin (VdAV-R) - Una dichiarazione di voto nei suoi contenuti abbastanza scontata, Presidente, dopo quanto ci siamo detti e che vuole semplicemente riprendere due questioni che sono state evocate in quest'ultima tornata di interventi.
Abbiamo volutamente tenuto fuori, Assessore Marguerettaz, dalla porta le problematiche di impatto sulla città e di sicurezza legate al volo, non perché non siano importanti - credo che anzi dovrebbero essere molto attentamente meditate, perché tutte le attività umane hanno delle componenti di rischio, si tratta di valutare sempre in che misura questo rischio sia sostenibile e quali precauzioni possono essere prese, ma abbiamo voluto tenere fuori dalla porta di questo dibattito le problematiche che lei ha buttato sul tavolo in modo abbastanza grossolano, questioni legate al rumore, alle difficoltà in cui possono trovarsi velivoli in avvicinamento o in partenza. Non le sottovaluterei comunque, non le metterei su un piano di leggerezza come lei ha fatto, ma stanno, rispetto al discorso che abbiamo fatto oggi che ha una valenza tutta economica e prospettica per questa Regione, fuori dalla porta.
Il secondo aspetto sul quale chiedo mezzo minuto per puntualizzare la nostra posizione è che comprendiamo la volontà di non alzare il muro in modo brutale da parte del Governo regionale, è una posizione intelligente e abile quella di non sottrarsi alla discussione e al confronto, ma ci sono discussioni e confronti che avvengono "a babbo morto", quando ormai, in francese si direbbe les carottes sont cuites o se si preferisce: "i buoi sono usciti".
È un modo elegante, Presidente Rollandin, ne diamo atto, è un modo abile di chiudere la discussione in termini non polemici e non risolutivi, ma qui riteniamo che i tempi siano quelli di una decisione di carattere sospensivo rispetto alle attività di progettazione e non di aprire semplicemente un dialogo, un confronto, ma nei modi e nei tempi consoni, quando ormai sarà già tutto fatto, per evitare di non perdere tempo come lei ha detto, quasi questo riflettere seriamente sulle conseguenze economico-gestionali dell'investimento che stiamo facendo fosse un'inutile perdita di tempo. Non adottiamo noi del nostro gruppo e non adotta la parte che sostiene questa mozione un tono polemico, non riprendiamo neanche in tono polemico delle osservazioni che ha sviluppato il collega Lattanzi, non penso che gli aerei con il loro rombo felice e progressivo porteranno vagonate di euro o di altre monete alla Regione. Noi crediamo in uno sviluppo più equilibrato e più sostenibile della nostra economia, non necessariamente passante attraverso la quantità massiccia di afflusso aereo.
Prendiamo atto di questa posizione che è della maggioranza e che è probabilmente sostenuta da altra parte di questo Consiglio, ma per noi il confronto esterno a quest'aula non è tempo perso, la sospensione che chiedevamo e che chiediamo con forza non è un tentennamento, non è un'esitazione, ma è un giusto approfondimento di problematiche sulle quali ho l'impressione che questa comunità ritornerà presto e intensamente ad occuparsi.
Il nostro voto naturalmente sarà favorevole alla mozione.
Presidente - Pongo in votazione la mozione:
Consiglieri presenti: 32
Votanti: 11
Favorevoli: 8
Contrari: 3
Astenuti: 21 (Agostino, Bieler, Caveri, Comé, Crétaz, Empereur, Impérial Hélène, Isabellon, André Lanièce, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Rini Emily, Rollandin, Rosset, Salzone, Viérin Laurent, Viérin Marco, Zublena Manuela)
Il Consiglio non approva.