Oggetto del Consiglio n. 203 del 13 novembre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 203/XIII - Disegno di legge: "Modificazioni alla legge regionale 1° giugno 2007, n. 13 (Nuove disposizioni in materia di obbligo di costruzione del manto di copertura in lose di pietra e disciplina dei relativi benefici economici. Modificazione alla legge regionale 27 maggio 1994, n. 18)".
Articolo 1
(Modificazioni all'articolo 3 della legge regionale 1° giugno 2007, n. 13)
1. Le lettere f) e g) del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 1° giugno 2007, n. 13 (Nuove disposizioni in materia di obbligo di costruzione del manto di copertura in lose di pietra e disciplina dei relativi benefici economici. Modificazione alla legge regionale 27 maggio 1994, n. 18), sono abrogate.
2. Dopo il comma 1 dell'articolo 3 della l.r. 13/2007, come modificato dal comma 1, è inserito il seguente:
"1bis. La Giunta regionale, con propria deliberazione, determina inoltre le caratteristiche dimensionali e le modalità esecutive di posa in opera delle lose; in ogni caso, le lose devono presentare superficie a spacco secondo piani naturali, uniformità di aspetto e contorno irregolare a spacco.".
3. Al comma 3 dell'articolo 3 della l.r. 13/2007, le parole: ", la cui durata è stabilita con deliberazione della Giunta regionale" sono soppresse.
Articolo 2
(Modificazioni all'articolo 10 della l.r. 13/2007)
1. Al comma 1 dell'articolo 10 della l.r. 13/2007, le parole: "trent'anni dalla data di erogazione del contributo precedentemente concesso" sono sostituite dalle seguenti: "vent'anni dalla data di adozione del relativo provvedimento di concessione".
Articolo 3
(Modificazioni all'articolo 11 della l.r. 13/2007)
1. Al comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 13/2007, le parole: "all'articolo 3, comma 1" sono sostituite dalle seguenti: "all'articolo 3, commi 1 e 1bis".
Articolo 4
(Disposizioni transitorie)
1. In sede di prima applicazione, la deliberazione di cui all'articolo 3, comma 1bis, della l.r. 13/2007, come introdotto dall'articolo 1, comma 2, è adottata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
2. I procedimenti relativi alle domande di contributo presentate ai sensi della l.r. 13/2007 non ancora definiti alla data di entrata in vigore della presente legge restano sospesi sino alla data di adozione della deliberazione di cui al comma 1. Per le domande presentate dopo la data di entrata in vigore della presente legge, i termini procedimentali iniziano a decorrere dalla data di adozione della deliberazione di cui al comma 1.
3. Coloro che, in relazione a lavori iniziati anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, non hanno beneficiato del contributo a causa dell'insussistenza di uno dei requisiti di cui all'articolo 3, comma 1, lettere f) e g), della l.r. 13/2007, possono presentare domanda di contributo entro sessanta giorni dalla data di adozione della deliberazione di cui al comma 1.
4. La disposizione di cui all'articolo 10, comma 1, della l.r. 13/2007, come modificato dall'articolo 2, si applica anche ai contributi già concessi, alla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi della l.r. 13/2007.
5. I contributi erogati ai sensi delle leggi regionali 12 dicembre 1986, n. 71 (Norme concernenti l'individuazione degli ambiti territoriali in cui il manto di copertura dei tetti deve essere realizzato in lose di pietra e la disciplina dei relativi benefici economici), e 28 febbraio 1990, n. 10 (Norme concernenti l'obbligo di costruzione del manto di copertura in lose di pietra e la disciplina dei relativi benefici economici. Abrogazione della legge regionale 12 dicembre 1986, n. 71 e successive modificazioni), sono ripetibili, per il medesimo immobile, a condizione che siano decorsi almeno vent'anni dalla data di adozione del precedente provvedimento di concessione. Per i lavori avviati, ancorché ultimati, anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, le domande di contributo possono essere presentate, al ricorrere delle condizioni di cui al primo periodo, entro sessanta giorni dalla data di adozione della deliberazione di cui al comma 1.
Articolo 5
(Dichiarazione d'urgenza)
1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.
Presidente - Il progetto di legge ha avuto parere favorevole a maggioranza della III Commissione e parere favorevole del CPEL. Sono stati presentati tre emendamenti dell'Assessore Viérin Marco e tre sub-emendamenti dai Consiglieri del gruppo PdL.
La parola al relatore, Consigliere Comé.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, quella della realizzazione dei tetti degli edifici della nostra regione in lose di pietra è una caratteristica che abbiamo il dovere di tramandare anche in considerazione del profondo significato storico, culturale, tradizionale che essa trasmette: si tratta infatti di mantenere una tipologia legata all'insediamento umano in Valle d'Aosta che ha il sapore del permanere di usi ancestrali nonostante lo scorrere del tempo. D'altra parte i tetti in lose, che aggiungono valore estetico alle case ed ai villaggi, conferiscono ulteriore valore urbanistico e paesistico ai già straordinariamente affascinanti siti e insediamenti delle nostre vallate, in qualche misura concorrendo anche all'interesse turistico della Regione. E che la difesa di tali coperture fosse comunemente ritenuta importante è attestato dalla legislazione resa in proposito dall'Assemblea regionale in diverse occasioni: basti pensare che si parte dalla legge n. 18/1994 fino alla legge regionale n. 13/2007 che, oltre a fissare le caratteristiche fisico-petrografiche e di posa di tale coperture, hanno disposto l'erogazione di contributi a favore di coloro che scegliessero di avvalersi di tali manufatti nella realizzazione di nuovi edifici o nella ristrutturazione del patrimonio immobiliare già esistente. Tali norme, che rimangono strumenti insostituibili per l'affermazione dei principi di fondo in esse enunciati, necessitano tuttavia di adeguamenti per coordinarne con maggiore efficacia la valenza rispetto ad altre parti dell'ordinamento legislativo valdostano, al fine di superare i limiti che la prima applicazione della legge n. 13/2007 tende a presentare.
In particolare il disegno di legge oggi all'esame del Consiglio si incarica di abrogare le lettere f) e g) del 1° comma dell'articolo 3 della legge n. 13 che, anziché individuare i criteri, introducono disposizioni di dettaglio non funzionali alla determinazione delle caratteristiche di durata del materiale e a coordinare la normativa relativa ai tetti in lose con quella prevista nella legge regionale n. 21/2008 emanante disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia, riducendo da 30 a 20 anni il termine per la ripetibilità del contributo previsto.
In effetti, l'articolo 1 del presente disegno di legge abroga al 1° comma le già citate lettere f) e g) della legge n. 13/2007, mentre il comma 2 inserisce nella legge il comma 1 bis, che attribuisce alla Giunta regionale le determinazioni circa caratteristiche dei materiali e modalità di posa in opera degli stessi.
L'articolo 2, che riduce a vent'anni, dai trenta sinora previsti, la ripetibilità del contributo previsto nell'articolo 10 della legge regionale n. 13/2007, ha la precisa finalità di coordinare gli interventi per il mantenimento dei tetti in lose con la politica di incentivazione del miglioramento del rendimento energetico degli edifici di cui alla legge n. 21. Opportuna pare inoltre la precisazione che i termini sopra ricordati vadano calcolati a far tempo dalla data di adozione del provvedimento di concessione.
I tre articoli successivi si occupano di armonizzare il provvedimento con quanto disposto dalla legge regionale vigente. In particolare l'articolo 5 sancisce l'urgenza del provvedimento in esame.
Il provvedimento nel suo insieme mira dunque a razionalizzare e a rendere ancora più efficiente una normativa che già ha mostrato nel passato la sua validità e mira di essere resa ancora più agevolmente accessibile ai cittadini, soprattutto in momenti di difficoltà economica per le famiglie, quali sono quelli in cui oggi viviamo.
Vorrei aggiungere al Consiglio che in Commissione nell'audizione con il CPEL i rappresentanti stessi degli enti locali avevano sollevato, pur esprimendo un parere favorevole sulle modifiche apportate dal disegno di legge, alcune perplessità e alcune difficoltà, quindi insieme i componenti della Commissione e i rappresentanti avevano concordato che, a seguito di una loro assemblea, il CPEL formalizzasse la richiesta in maniera da poter intervenire su altri articoli della legge. Questo è avvenuto, abbiamo ricevuto la lettera in data 6 novembre da parte del CPEL, gli emendamenti che sono stati già annunciati dal Presidente e firmati dall'Assessore verranno illustrati dall'Assessore, ma sono stati concordati con il CPEL.
Vi ringrazio.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Cerise Giuseppe.
Cerise G. (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Viene portata all'attenzione del Consiglio questa modifica ad una legge sicuramente importante come ha premesso il relatore, vi è una piena condivisione sull'importanza di questa legge e viene portata con carattere d'urgenza. Devo condividere che c'è un aspetto d'urgenza in questa legge, che è riferito sicuramente alla modifica sostanziale proposta, che sancisce le modalità d'uso e l'appezzatura delle lose... che dovrebbe essere portato alla Giunta che va a disciplinare questa materia e credo che "l'ingessatura" che questo paragrafo ha creato era proprio l'interpretazione rigida da parte di chi esercitava i controlli di questa legge su questa rappezzatura di 80 centimetri. Diciamo che nel contesto aveva una sua ragione - credo - di fondo questo, perché avevamo visto e dobbiamo dire... ho voluto fare anche delle verifiche girovagando e guardando i tetti in lose di recente posa... credo che, come è stato formulato questo paragrafo, ha comunque limitato alcuni abusi o, meglio, un non rispetto di una corretta esecuzione di un tetto in lose. Effettivamente con il fatto delle lose, quando c'era l'esclusiva cavatura di lose in Valle, questo non succedeva perché l'appezzatura era di fatto più limitata, ma adesso con le lose che ci arrivano da tutte le parti c'è la tendenza per ragioni di interesse diretto del posatore, perché posando delle lose di una certa dimensione si fa prima e tutta una serie di cose... poi l'altro aspetto è quello di mantenere quella caratteristica decrescente dalla base del tetto verso il colmo, ma questo credo sia indispensabile. Non ci preoccupa se viene riportato alla Giunta questo aspetto, ma credo che vadano mantenuti gli orientamenti, altrimenti si vanifica un ragionamento.
Quando si parla della legge dei tetti in lose... prima c'era la legge del 1990, poi c'era quella del 1993 che non è stata citata dal relatore, poi quella del 1994, per arrivare al... ma c'è un po' la tendenza di andare subito a riportare la riflessione sugli aspetti di natura economica e mi pare anche giustificato il ragionamento, essendoci un obbligo che va ad integrare il maggior costo che questo comporta. Il tutto però dovrebbe essere riferito alla finalità che la legge si pone e che dice: "la presente è considerata di interesse generale della salvaguardia dei valori ambientali e paesistici del territorio regionale". Credo che questa valorizzazione non vada intesa solo in termini quantitativi, ma sicuramente qualitativi e qui avremmo gradito una riflessione più approfondita nell'insieme della legge, perché credo che, nel pieno rispetto dell'autonomia dei comuni che devono andare a definire gli ambiti e gli edifici che devono essere sottoposti a vincolo, una riflessione vada fatta. La legge del 2007 aveva l'obiettivo di andare a limitare fortemente questi ambiti, andare ad individuare quegli edifici e quegli ambiti dove è necessario l'intervento della copertura in lose, perché la copertura in lose su edifici come ad esempio le due palazzine della DEVAL che ci sono all'entrata di Aosta, via Clavalité, credo che su edifici come quelli tranquillamente dare dei contributi per coprire in lose non ha nessun senso, perché qui si investono delle importanti risorse finanziarie su questa legge! Secondo noi, va rivisto tale aspetto e invito l'Assessore ad attivare un'iniziativa che rimetta in discussione il tutto; possiamo capire una ragione d'urgenza che ho detto prima. Questa legge ha altre lacune ed è il compromesso che si era trovato: quello dell'articolo 4 concernente l'installazione di impianti tecnologici, perché dice: "sulle costruzioni soggette all'obbligo dell'articolo 2 è consentita l'installazione di apparecchiature e di impianti tecnologici che utilizzino fonti rinnovabili di energia" e va benissimo, ci mancherebbe che non sia consentito, nel senso che abbiamo anche una legge che promuove l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, ma poi questo va a cozzare con il discorso dell'aspetto ambientale, questo è inevitabile! Si dice che le apparecchiature e gli impianti tecnologici risultano inseriti nella struttura del tetto per quelle che hanno un manto di copertura con il pacchetto di isolamento, dove non è previsto il pacchetto di isolamento i piani di ancoraggio devono essere limitati... insomma c'è un compromesso per cui di fatto si interviene in due sensi sotto il profilo contributivo da parte della Regione, perché si dà un contributo per la tutela ambientale e dall'altra parte si dà un contributo per il discorso dell'utilizzo delle fonti rinnovabili e nessuna delle due ottimizza al 100% il risultato che dovrebbe dare. Questo perché la posa in questo modo dell'impianto tecnologico non avrà un rendimento del 100%, perché per avere un tale rendimento deve essere collocata in una certa disposizione e dall'altra parte sicuramente con tutti gli accorgimenti non potrà dare il risultato neanche sotto il profilo della tutela paesaggistica.
Vi sono poi alcune cosette più marginali che credo debbano essere oggetto di riflessione, anche lì è stato un frutto di compromesso, lo ricordo; quando si parla di piccoli annessi che non superano il 20% dell'edificio di riferimento, può essere derogato il discorso della copertura del tetto in lose, ma questo aveva un senso generale; poi si dice: "se non sono compresi in cartografia del piano regolatore generale comunale", ma che senso ha se un edificio di 200 metri quadri in un centro storico è attualmente a copertura non in lose, sono in tegole nere ormai generalmente, un annesso del 20% farlo coprire in lose? Ci sono evidenti contraddizioni.
Su questa legge ci asterremo, valutiamo positivamente quello che ho citato in premessa, ma invitiamo a fare una riflessione più generale, affinché si rispettino le finalità e si vada a fare un esame corretto in modo da andare a limitare le importanti risorse finanziarie che vengono messe a disposizione, senza poi avere i benefici che si dovrebbero avere.
Presidente - La parola al Presidente del Consiglio, Cerise Alberto.
Cerise A. (UV) - Voglio intervenire su questo disegno di legge per fare alcune considerazioni che possono anche non essere condivise, ma sento il dovere comunque di portare in quest'aula anche il percorso di tale vicenda, nel senso che nel mese di ottobre 2005 portavamo come Giunta regionale all'attenzione del Consiglio, ma anche del CPEL, un disegno di legge che voleva riordinare questa materia e che aveva alcuni obiettivi.
Gli obiettivi fondamentali erano tre: il primo era quello di rendere più coerente l'impegno della Regione, soprattutto in termini di spesa visto che la spesa era rilevante, con la necessità di salvaguardia, quindi ridefinire gli ambiti su cui intervenire, in quanto non aveva senso rifinanziare dei tetti in lose in zone che non avevano qualità paesaggistiche. Il secondo obiettivo era quello di evitare una serie di aberrazioni che si rilevavano - lose segate sui tetti, tetti piastrellati, lose di diverse caratteristiche, tetti molto uniformi -, ossia un tradimento dell'identità dei nostri tetti. Il terzo fondamentale obiettivo era quello di delegare questa materia agli enti locali. Bisogna peraltro tener conto che lo sforzo della Regione era sì di carattere finanziario, ma non era supportato da altrettanta disponibilità in termini burocratici: i tetti in lose erano evasi in termini di contributo ad un anno o a un anno e mezzo di distanza dall'ultimazione dei lavori, perché nelle strutture preposte - ed era una pecca di cui mi faccio carico anch'io nel periodo in cui ho gestito l'Assessorato - c'era pochissimo personale... fra l'altro, questa era una struttura ereditata dall'Assessorato della pubblica istruzione. Questi erano i tre obiettivi.
Questo disegno di legge ci fu chiesto allora da parte degli enti locali che fosse rivisitato, in quanto non aveva il loro gradimento, soprattutto perché lo si riteneva debole in alcuni di questi punti strategici; da qui un gruppo di lavoro diviso fra Regione ed enti locali portò alla legge regionale n. 13/2007 in una condivisione di obiettivi e di articolato che difficilmente avevo riscontrato. È vero che era un processo molto lungo perché era cominciato precedentemente con una rielaborazione di questa legge, ma arrivammo a tale intesa per la quale c'era piena condivisione (e ancora ho il parere degli enti locali). Adesso a poco tempo di distanza vedo che sicuramente nell'applicazione, perché una cosa è ideare le leggi, tradurle in articolato, altra cosa è applicare le leggi, sovente si va incontro a delle applicazioni che sono rigide, incapaci di essere poi applicate con un poco di saggezza, però credo che si sarebbe potuto rimuovere questi ostacoli in modo meno traumatico che attraverso delle modifiche così sostanziali: parlo dell'eliminazione delle lettere f) e g), perché in questo senso si va ad indebolire quegli obiettivi che erano stati largamente condivisi. In questo senso non ho nessun timore di censurare un comportamento un po' lassista da parte degli enti locali, che tanto come usò il pugno duro nel volere certe cose, adesso sembra quasi che queste cose non gli interessino più. Devo riconoscere al collega Cerise, che ha sottolineato come allora ci fu questa presa di posizione tradotta in legge, che adesso sembra che interessi un po' meno, nonostante l'effetto benefico che ebbe la legge, perché effettivamente qualche bruttura non fu più consentita. Adesso c'è un'azione di recupero, nel senso che c'è un rinvio alla Giunta e qui dico che mi piacerà vedere la Giunta che adotterà questo atto amministrativo con cui andrà a definire quelle caratteristiche delle lose, così come erano auspicate nella legge in termini di obiettivi da perseguire, perché non vorrei vedere sostenuti gli interessi di certe lobbies dei venditori di lose o di certi di loro poco scrupolosi, che si preoccupano più di vendere il materiale prima tagliuzzato, poi squadrato, poi opportunamente trattato chimicamente come abbiamo tutti visto fare e poi messo sui tetti e venduto come un arredo di pregio dei nostri tetti. Mi piacerà anche vedere in quella deliberazione di Giunta i contenuti della lettera f) e non solo della lettera g), la quale parlava di una cosa molto importante, ossia del fatto che non si mettessero sui tetti lose di tipologie diverse, perché questo era l'utilizzo degli scarti. C'è una considerazione di tipo politico che mi preme di più fare, naturalmente voterò la legge, perché prendo per buono che questo sia stato fatto nell'ottica di risolvere quei problemi che probabilmente la rigidità della precedente legge aveva introdotto, sperando che questo serva. L'elemento politico che vorrei sottolineare e che vuole essere propedeutico all'incontro che avremo adesso con gli enti locali è questo. Fra gli emendamenti portati dall'Assessore Viérin ne leggo tre che a mio avviso sottolineano un aspetto della vicenda del "sistema Valle d'Aosta", che non è funzionale.
Ogni volta che si fa un'intesa con gli enti locali, si parte con un grande entusiasmo, si fissano delle date e regolarmente dopo un po' gli enti locali dicono che loro non ce la fanno. Questo è successo per almeno dieci anni - se non di più - per quanto riguarda i piani regolatore dove, seduto su quei banchi, mi sono trovato a portare reiteratamente rinvii e rinvii, perché l'adeguamento al PTP pone sempre problemi, facciamo le riunioni e quant'altro e come finisce? Finisce che si viene incontro, si semplifica, ma poi alla fine per qualche motivo le scadenze non sono rispettate. Quando discutemmo la data con cui trasmettere questa competenza, fu individuato il 31 dicembre 2007, perché si disse che in un anno di tempo ci sarebbe stata la possibilità di fare... adesso arriva un emendamento con cui non solo siamo a prorogare di un anno, ma addirittura andiamo al 31 dicembre 2011, ossia quattro anni! Ho mandato come Assessore quattro lettere di sollecito ai comuni, per chiedere di adeguare, in vista delle scadenze, la cartografia delle aree nelle quali si doveva prevedere la copertura con i tetti in lose, solleciti, c'era il Presidente del CELVA che ne può essere buon testimone, ma il risultato è che adesso questa cartografia viene rinviata di 24 mesi! Mi aspetto che fra 24 mesi ci sarà di nuovo la richiesta per un'ulteriore proroga e quant'altro.
Infine c'è un emendamento all'articolo 3 che trovo una sottigliezza, ma una sottigliezza che risottolinea una certa deresponsabilizzazione degli enti locali. C'è ancora una volta il vizio della democrazia di prossimità, per cui, laddove è una grande opportunità per il cittadino e non solo, diventa anche penalizzante per la democrazia, ossia c'è la tendenza a dire: "noi siamo vicini al cittadino, al cittadino diciamo sempre "sì"", facciamo dire che le cose non vanno bene ai cattivi della Regione... ecco perché questo emendamento... Ripeto: leggo tutto nell'ottica di andare avanti e quindi aderirò a queste proposte, ma laddove era scritto che ad un certo punto la Regione "poteva" con i suoi funzionari fare dei controlli... cosa che mi sembrava logica, c'era infatti una ragione, perché si voleva non eccessivamente coinvolgere la Regione e non sottovalutatelo questo aspetto dove voi avete detto "devono" adesso, perché qui è materia che riguarda il paesaggio e come tale materia penale, allora quel "poteva" voleva dire che la Regione faceva un'azione di sollecito nei confronti dei responsabili primi che erano i direttori dei lavori, gli esecutori, i progettisti e via dicendo, a fare in modo che le cose si facessero bene. Mettere "devono" qui, secondo me, non è un'operazione che va nella direzione di semplificare i processi, ma potrebbe significare che i processi li complichi, perché questo "devono" significa che quegli altri sono meno responsabilizzati, in quanto si dice: "ferma restando la responsabilità del direttore dei lavori..." - poi si fa astrazione degli altri, perché prima si chiamavano in causa i comuni, invece qui i comuni scompaiono... - "... le strutture regionali competenti in materia di edilizia residenziale e di tutela del paesaggio devono effettuare...", come dire che i comuni si sottraggono a tale genere di responsabilità. Questa lo ritengo un'operazione discutibile sul piano della responsabilizzazione e delle logiche di sussidiarietà, dove ognuno deve occuparsi del proprio ambito di competenza ma, se così è, in una direzione positiva lo deve essere anche in fatto di responsabilità e l'averlo tolto ai comuni credo che complichi la vita alla Regione, che si trova con poco personale e, se il personale regionale deve fare i controlli, i controlli saranno conseguenti.
Mi sono permesso di esprimere tali perplessità, avevo già avuto modo di farlo, voterò le proposte fatte dalla Giunta e gli intendimenti della maggioranza, m credo che questa materia si sarebbe dovuta affrontare con più coerenza con quello che era stato fatto prima e maggiore determinazione per quanto riguarda la responsabilità dei soggetti protagonisti di questa azione amministrativa.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. Se uno ascolta la relazione del collega Comé e guarda gli articoli di legge come sono proposti in versione originale, in linea di massima non può non condividere, perché è un disegno di legge che va a migliorare una recente normativa: la legge n. 13/2007, va a inserire alcuni elementi di chiarezza - in particolare: le caratteristiche di durata del materiale, la ripetibilità del contributo dai 30 ai 20 anni - e alcune altre norme di razionalizzazione della materia nel suo insieme. Il problema è che questa iniziativa legislativa sta a dimostrare la debolezza di un sistema che si sta verificando in Valle, debolezza già evidenziata in parte da chi mi ha preceduto, ma io vorrei aggiungere ulteriori elementi di riflessione. È la debolezza di un sistema regionale unito a quello degli enti locali, dove la Regione tende a legiferare e quando può delega competenze e i comuni dicono in prima istanza "sì", ma in realtà non sono in grado di esercitare queste competenze. Crediamo allora che questo disegno di legge, così come formulato, sia un timido tentativo di voler mettere un piccolo "rattoppo" ad una materia che invece deve essere rivista in maniera più completa, bisogna avere coraggio.
Se uno guarda le modifiche, al di là degli emendamenti presentati, di questo disegno di legge vede che intervengono su articoli sì tecnicamente importanti, ma ignorano un articolo fondamentale della legge n. 13/1997: l'articolo 7, che dal 1° gennaio 2009 a legge invariata trasferisce tout court ai comuni tutte le competenze in materia di istruttoria e di erogazione dei contributi per i tetti in lose. In III Commissione abbiamo audito diversi soggetti che sono destinatari di questa norma, fra cui anche la delegazione dei sindaci, che era rappresentata dal Sindaco di Brissogne, Italo Cerise, e al quale abbiamo formulato determinate domande...
(ilarità dell'Assemblea)
... il Consiglio regionale è pieno di Cerise, evidentemente non solo il Consiglio regionale, ma anche la Regione, casualmente la delegazione era capeggiata dal Sindaco di Brissogne, mi permetto di ricordarlo...
Caveri (fuori microfono) - ... una cerise tira l'altra...
Tibaldi (PdL) - ... una cerise tira l'altra... grazie, Consigliere Caveri, del suggerimento...
Questa delegazione, a fronte di alcune domande che sono state formulate, non ha celato un evidente imbarazzo di fronte al fatto che fra 50-60 giorni dovranno essere titolari di queste funzioni, che sono tutt'altro che leggere, perché bisogna avere del personale nei singoli comuni o nelle associazioni dei comuni, comunità montane, visto che la legge prevede delle deleghe anche in forma associativa, che siano capaci di ricevere le domande, capaci di istruirle ai sensi di una normativa che dovrebbe essere applicata più o meno in forma coerente in tutta la regione, quindi in tutti i 74 comuni e poi distribuire le risorse che vengono loro cedute dalla Regione. L'imbarazzo era evidente e penso che non solo il sottoscritto, ma anche i colleghi lo abbiano colto ed è paradossale - questa è una prima nota che ci sentiamo di sottolineare - che il CPEL, nonostante tutto quel lavoro d'intesa che c'è stato dal 2005 in avanti, ricordato dall'ex Assessore Cerise, e nonostante formuli talvolta con un'eccessiva leggerezza dei pareri scritti con cui dice: "sì, va bene, avis favorable, tutto bene", poi, una volta avute le competenze, dica: "aspettate un attimo, perché forse non siamo del tutto pronti".
La prima riflessione la facciamo sugli enti locali valdostani che, nonostante straripino di personale, abbiano come la Regione amministratori pagati per svolgere il loro ruolo, di fronte ad un processo federalista di sussidiarietà come è stato ricordato... ossia in sede elettorale urlano alla richiesta di competenze e sono contro il centralismo ma, quando hanno le competenze, si spaventano nel gestirle! Questo è il primo ragionamento: il CPEL deve attrezzarsi ed essere più organizzato nell'affrontare le materie, perché, anche se per tutta questa materia normativa - io dico purtroppo - dobbiamo sentire il parere del CPEL - che è una sorta di senato, se questa è la camera, il CPEL è diventato il senato valdostano -, tale organo sovente non riesce ad esprimere dei pareri conformi alle reali esigenze degli enti locali valdostani. Se i senatori nei vari enti locali di questa Regione devono fornire dei pareri che diventano sempre più vincolanti, non sono in grado di soppesare le loro future funzioni, questa è una prima debolezza del sistema, per cui ripensiamolo un attimo, perché ogni volta sottoporre al CPEL l'esame di norme che nel giro di tre anni sono state completamente sconfessate... e non hanno avuto il coraggio di dirlo Cerise e il suo collega che hanno partecipato in delegazione, ma erano notevolmente spaventati dell'arrivo del Capodanno 2009.
Seconda cosa: l'aspetto regionale di una Regione che legifera - siamo alla metà del 2007 la legge porta il n. 13, quindi l'intervento normativo è recentissimo, naturalmente prevedeva anche una serie di fasi applicative che non si sono completate, ieri l'Assessore rispondendo ad una nostra interrogazione lo ha confermato - e dopo un anno deve già reintervenire su quelle stesse norme perché non funzionano. È l'articolo 7 quello che doveva essere il cardine dell'intervento normativo, ma è stato ignorato, l'Assessore se n'è accorto e alcuni emendamenti anche lui intende portarli proprio su questo articolo.
Crediamo anzitutto che i comuni debbano adempiere ai compiti che vengono loro delegati, anche perché lo hanno accettato. Su 74 comuni solo 57 hanno al 5 novembre trasmesso le indicazioni cartografiche sulle aree incluse o escluse dal vincolo. Direi che dopo un anno e mezzo abbondante ci rendiamo conto che i comuni sono lenti; nonostante tutta questa burocrazia farraginosa, io cito Châtillon per dire che solo tale Comune ha 63 dipendenti, ma ci sono altri comuni che sono zeppi di personale, non è possibile che dopo un anno e mezzo siano ancora lì a dover o confermare una cartografia del passato, non è difficile farlo, perché la legge sulle lose esiste dal 1990... o perlomeno fare delle piccole modifiche. Evidentemente anche loro si sono impantanati in quella melma burocratica amministrativa che coinvolge la Regione e che ha contaminato anche loro. "Solo 19 comuni..." - rispondeva ieri l'Assessore Viérin alla nostra interrogazione - "... hanno adempiuto nel termine di legge, ovvero entro il 30 giugno 2008 nel consegnare queste indicazioni cartografiche", per cui la prima nota di biasimo, Assessore, deve pervenire agli enti locali che non sono in grado di svolgere i loro compiti per tempo. Il termine sarà ordinatorio, perché va di moda fissare dei termini che poi sono derogabili, però comunque non è stato osservato... a maggior ragione sapendo i comuni che diventavano titolari di competenze istruttorie e rogatorie di contributi. L'ex Assessore Cerise dice: "li ho sollecitati 4 volte". Grave! Sollecitati 4 volte e non hanno nemmeno completato il loro dovere! Eppure il potere sanzionatorio della Regione previsto in legge non è stato utilizzato. Bisogna allora rimodulare questo rapporto fra la Regione e gli enti locali, perché se vogliono essere sussidiati di competenze in ossequio a quel principio della sussidiarietà tanto decantato, devono essere in grado di farlo. La Regione interviene oggi con un riassetto normativo che non è assolutamente completo e coerente - in questo siamo d'accordo con quanto detto dal Presidente Cerise - e deve decidere, perché è di fronte ad un bivio, se completare il trasferimento di competenze ai comuni, "tirandoli per le orecchie" e mettendoli di fronte alle loro responsabilità, oppure trattenersi lei stessa quelle competenze. Se le trattenesse la Regione, costerebbero di meno: tre dipendenti di cui un dirigente a livello aostano per istruire le pratiche sono più che sufficienti per far fronte a tutte le domande che pervengono dalle varie zone valdostane. Se immaginiamo di trasferire questa competenza a 74 comuni, che singolarmente o associati gestiscono tali funzioni, dobbiamo o formare in fretta alcuni dipendenti già reclutati presso le singole amministrazioni, oppure dobbiamo assumere nuovo personale e si aumenta la spesa pubblica. Se federalismo e sussidiarietà significa questo, ammesso e concesso che siano in grado di gestire in maniera coerente, perché non so se il Comune di Châtillon e il Comune di Fénis hanno gli stessi criteri nel delimitare le zone, se sono solo centri storici, cito Fénis, ma potrei citare Pontboset o qualunque altro comune valdostano... dicevo, se sono in grado di delimitare in maniera coerente, secondo i principi voluti dal legislatore, tali cartografie e poi anche applicarle... oppure se ci sono disparità di trattamento che vedono cittadini di un comune avvantaggiati rispetto a cittadini di un altro comune che si trovano in difficoltà perché c'è il burocrate o funzionario di turno che "fa le pulci" su ogni "virgola" della richiesta. Questa è una riflessione che dovete fare voi che avete la responsabilità esecutiva in Regione e possiamo farlo anche noi come Consiglio, che oggi siamo chiamati a modificare questa norma.
Tra l'altro, vorrei evidenziare una lettera che è stata pubblicata due giorni fa su "La Stampa", dal titolo: "La riscossa di Chambave". Un cittadino, immagino residente a Chambave, esalta l'attività deliberativa del Comune con queste parole: "è stata approvata una deliberazione che stabilisce la possibilità di utilizzare nel borgo le tegole scure al posto delle lose..." - ed è tutto contento per questo... - "... grazie Comune, grazie Amministratori comunali, perché nel centro storico, invece di fare le coperture in lose, possiamo farle con tegole scure e ciò permette a proprietari di case fatiscenti di poter ristrutturare i tetti a costi minori, senza sobbarcarsi l'enorme costo di una maggiore struttura portante...". Il cittadino auspica infine che tale possibilità venga estesa subito alle frazioni di Chambave, area ad alto rischio di spopolamento, dovuto agli alti costi per il recupero edilizio. Questo è un esempio della confusione in cui vivono gli enti locali nonostante la normativa regionale. I cittadini che però sono contenti perché per percepire i contributi devono fare delle peripezie non indifferenti e noi stiamo pensando in formula federalista e sussidiata di trasferire loro competenze che loro non sono in grado di gestire. Questa lettera mi ha fatto riflettere e "cade proprio a fagiolo" sulla norma sulla quale stiamo intervenendo, così com'è tale norma potrebbe essere anche approvata, ma è come l'acqua sulla roccia: scivola senza colpo ferire.
I suoi emendamenti, Assessore, vanno a dilatare i tempi del problema perché l'emendamento che porta al 31 dicembre 2011 la possibilità di aggiustare le cose in casa - "in casa" per significare fra enti locali e Regione - credo indichi la difficoltà della Regione di scegliere e di mettere un punto fermo, per cui o le istruttorie e le erogazioni le fa la struttura regionale competente, o le trasferiamo ai comuni. Ripeto: siamo di fronte ad un bivio e dire: "andiamo fino al 31 dicembre 2011" è una soluzione di ripiego all'italiana, che può soddisfare le esigenze di chi ha scritto questa legge per dire che è passata, è passata magari all'unanimità, ma, di fatto, "non toglie le castagne dal fuoco". Fra l'altro, è una legge che deve vedere ancora un cospicuo impegno di fondi, perché l'Assessore ci ha portato in Commissione un riepilogo dei fondi ancora necessari e servono ben altri 8 milioni di euro per finanziare le domande e che dovranno essere inseriti nel bilancio previsionale del 2009, così abbiamo capito, se poi non è così...
Assessore, adesso lei ha il "boccino" in mano, è da poco su quella poltrona, naturalmente avrà ereditato una situazione del passato che non era così chiara, era una fase interlocutoria forse, ma i comuni si erano proposti in una certa maniera e oggi hanno fatto non uno, ma due passi indietro, le soluzioni non sono quelle della dilazione a tre anni. Una dilazione si fa a 6 mesi, 1 anno al massimo, oppure non si dà nessuna delega sussidiata ai comuni, tanto anche la legge n. 1/2002, che prevede il trasferimento di funzioni ai comuni, trova applicazione tramite deliberazioni di Giunta regionale. Questa legge del 2002 non ha visto nessuna deliberazione applicativa in materia di tetti in lose, quindi la materia è sostanzialmente ancora nelle mani della Regione; pertanto o avete il coraggio di trattenere questa materia nelle vostre mani, perché sarebbe un'iattura un trasferimento tout court ai comuni, ma non dilatate di tre anni per lasciar passare altri tre anni in maniera indifferente e di ulteriore lassismo senza trovare una soluzione concreta!
Come gruppo abbiamo proposto alcuni sub-emendamenti, in particolare i sub-emendamenti agli emendamenti proposti dall'Assessore, che focalizzano la nostra attenzione su quell'articolo 7 che è la chiave di volta di tutto l'impianto legislativo, ma di questi mi riservo di fare un'illustrazione dettagliata in seguito.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Ad un anno dalla votazione sulla legge in materia di obbligo di costruzione del manto di copertura di lose in pietra e disciplina dei relativi benefici economici torniamo in aula per approvare una legge che modifica in modo non marginale - qui devo dare atto al Presidente Cerise, effettivamente non si tratta di modifiche marginali - la norma precedente. Qualcosa non ha funzionato, io dico hanno fatto bene l'Assessore Viérin e la maggioranza ad ammettere che qualcosa non va, a correggere alcune norme che erano diventate ingestibili. Un gesto di intelligenza riconoscere che ci sono delle difficoltà e questo lo dico anche per la parte politica che rappresento, che in parte votò e in parte si astenne su tale provvedimento che condivideva nella sostanza, ma auspicando già allora un emendamento come quello n. 2 presentato dall'Assessore Viérin in questa occasione. Le leggi anche ottime nello spirito legislativo, ma troppo rigide mal si adattano alla realtà e non consentono un'efficace applicazione. Lo dico sempre, per fortuna, la realtà è sempre più ricca di quanto le norme possano disciplinare; la norma deve assolvere alla sua naturale funzione di indirizzo e di guida, senza spingersi alla definizione ossessiva di parametri che con sarcasmo ieri Gramellini riferendosi all'UE denunciava nella sua rubrica su "La Stampa". Nel nostro caso non erano tanto le misure dei fagiolini, mi riferisco alla misura dell'appezzatura, non superiore ad 80 centimetri, introdotta al punto g) dell'articolo 3 della legge n. 13/2007. Certo lo spirito con cui la misura è stata introdotta è condivisibile, ossia la qualità del tetto, ma la misura in sé ha determinato poi enormi difficoltà nell'applicazione della norma. Eppure varrebbe la pena per il futuro riflettere sulla possibilità di avere un occhio di riguardo per gli edifici di alto valore storico e di grande pregio architettonico, dove il rigore e l'incidenza del provvedimento potrebbero anche essere maggiori, distinguendo dallo spirito generale della legge, indicato bene dal relatore Comé, ampiamente condivisibile, di mantenere una caratteristica peculiare dei nostri villaggi, un po' trascurata negli anni del boom economico ma, per fortuna, grazie alla maturazione di una nuova coscienza civile della nostra Regione e alla riappropriazione del valore della nostra cultura materiale, ha consentito di recuperare, salvaguardando così un elemento strutturale dell'architettura del nostro tradizionale paesaggio valdostano.
Ora, una sollecitazione in tal senso la faccio alla Giunta e all'Assessore che, nel caso in cui venga approvata la norma, avrà il compito, ai sensi dell'articolo 2, che modifica l'articolo 3 della legge n. 13/2007, introducendo il comma 1bis, di determinare quanto prima disciplinato dal punto g) soppresso... di non sottovalutare l'importanza del criterio per esempio della decrescenza o perlomeno di una disomogeneità non in contrasto con la decrescenza dimensionale dalla base del tetto verso...
Per quanto riguarda poi la criticità della valutazione che è stata richiamata anche oggi e il timore legittimo e anche giusto che devono avere gli amministratori di non avere omogeneità nel trattamento dei soggetti che richiedono il contributo, dando giudizio positivo per la fine delle misurazioni - che, a mio avviso, aveva anche implicanze pericolose rispetto ai rischi di quelle persone che poi salivano sui tetti a fare queste misurazioni alle volte senza i ponteggi, quindi ben venga la fine delle misurazioni - e con l'invito di non reintrodurre rigide misurazioni, ritengo però importante segnalare che o abbiamo funzionari in grado di capire se un tetto è tipico e distinguerlo da come diremmo in patois: l'è eunna meurdzie - traduzione letterale delle parole in patois: "è un accumulo di pietre" - o a delle lose di smisurata grandezza che alterano completamente il disegno del tetto, oppure davvero, se non siamo in grado di fare questa valutazione di qualità, si aprirebbe un'insensata e dannosa deregulation. Questo lo dico anche per salvaguardare la professionalità dei nostri posatori ed evitare che chiunque dotato di un trapano e di un martello si metta a fare tetti in lose. Certo, dare un giudizio di qualità non è semplice, ma in ogni campo della vita umana: dalla scuola all'arte, esistono persone che eseguono perizie, bisogna in qualche modo assumersi delle responsabilità.
Rispetto ad altre modifiche introdotte dall'articolo 2 rispetto alla riduzione del tempo necessario per fare richiesta del contributo da 30 a 20 anni, ritengo che questa norma sia sensata se tale intervento risponde all'esigenza di un certificato migliore isolamento finalizzato al risparmio energetico e/o all'installazione di apparecchiature di impianti tecnologici che utilizzino fonti rinnovabili di energia; allora in quel caso davvero è opportuno intervenire. Rispetto alla norma, va rilevato quanto già altri prima hanno fatto segnalare: una certa marcia indietro rispetto al provvedimento del 2007, rispetto alle competenze dei comuni, che nella relazione che portò all'approvazione della legge precedente era un punto qualificante. Anche qui - lo dico con serenità - è importante il fatto di recepire le nuove indicazioni che vengono dal CPEL, non possiamo dire che i comuni della Valle d'Aosta sono i più bravi del mondo a gestire i servizi e il giorno dopo dire che gli stessi comuni hanno bisogno di essere bacchettati perché non si muovono.
Vorrei richiamare tutti allo spirito della legge n. 54, certamente è importante lavorare per far crescere le competenze dei comuni non in un atteggiamento impositivo, ma in un atteggiamento in cui insieme si vanno a costruire gli strumenti affinché tali competenze crescano. Questo lo ritengo opportuno, quindi ritengo che non sia lo spirito del legislatore una prassi dilatoria, ma sia la prassi volta a costruire insieme le condizioni affinché tali competenze siano assunte a pieno titolo dai comuni insieme ai comuni.
L'astensione del nostro gruppo su tale tema pertanto non è un voto contrario. Valutiamo positive alcune novità, anche se abbiamo ritenuto opportuno in questa breve relazione fare delle precisazioni che siamo convinti possono essere ancora colte nella deliberazione di Giunta ed è questo che noi caldamente auspichiamo.
Presidente - La parola al Consigliere Prola.
Prola (UV) - Grazie, Presidente. All'interno della Commissione quando abbiamo iniziato ad esaminare questo disegno di legge, eravamo tutti concordi su quanto ci veniva proposto nel provvedimento perché è sicuramente migliorativo. Nel corso della discussione poi ci siamo soffermati su altri articoli che imponevano l'obbligo dei Comuni ad adempiere ad una serie di fatti. Bisogna precisare alcune cose, le avevamo già precisate allora in Commissione, ma anche nell'audizione, ad esempio, del Dirigente Salussolia erano emerse alcune criticità nel definire le cartografie. Le criticità sono dovute al fatto che comunque i comuni sono diversi uno dall'altro, abbiamo dei comuni che hanno subito delle espansioni urbanistiche negli ultimi anni in maniera pesante e altri meno. Io mi ricordo che il Dirigente Salussolia disse:
è semplice nelle vallate, nei comuni di media montagna, dove praticamente contorniamo con una linea i piani regolatori della zona A e diciamo: "questi sono gli edifici che devono essere coperti con una copertura di tetti in lose", mentre in altre situazioni - mi riferisco ad esempio alle difficoltà che personalmente ho avuto nel mio Comune - di espansioni urbanistiche bisogna valutare in maniera precisa edificio per edificio, il pregio architettonico dell'edificio, la staticità dell'edificio e la necessità di intervenire sull'edificio, se è il caso o meno di dare un obbligo".
Qui noi imponiamo un obbligo ai cittadini di coprire i tetti con le lose e gli diamo un contributo che è - poi le cifre le darà l'Assessore - minimo, ma altrettanto ci corre anche a noi l'obbligo di agire in maniera seria e coscienziosa. Il fatto che i comuni abbiano ricevuto 4 solleciti nell'arco dei diversi anni evidentemente testimonia le difficoltà che hanno nel definire le cartografie, questo è il principale problema, ci sono problemi di tale natura.
Altro aspetto: è vero che i comuni allora avevano siglato un'intesa, questo sulla base di un principio che tutti condividiamo, ma dalla fase in cui abbiamo siglato l'intesa alla fase di applicazione ci sono tutta una serie di problemi. L'intesa prevede il trasferimento di risorse, il trasferimento di personale, tre aspetti... l'applicazione di questo onere ai comuni cosa comporta? Comporta un'applicazione che sul territorio deve essere omogenea, ma non deve essere solo omogenea nella fase di istruttoria, che è forse la più semplice, ma deve essere omogenea nella fase dei controlli: non possiamo avere 74 comuni, 74 uffici tecnici che si attivano e partono a fare i controlli sulle misure ai tetti in lose. Questo è il ripensamento che gli enti locali in questo momento, attraverso la loro lettera, hanno chiesto: un ripensamento su tali aspetti ed è chiaro che ci dobbiamo di nuovo confrontare con gli enti locali per definire quale può essere il percorso di attribuzione di queste competenze. Dobbiamo fare nuove riflessioni su come gestire le risorse sui 74 comuni, su un fondo unico o non su un fondo unico, come gestirle, perché il rischio è che ad un certo punto restiamo senza soldi per dare i contributi nei vari comuni. Se c'è un'applicazione a macchia di leopardo, deve essere fatto un ripensamento... e dobbiamo fare un ripensamento tutti insieme e, quando abbiamo siglato l'intesa, esisteva anche un discorso di trasferimento di personale e di risorse economiche. Secondo me, quindi gli emendamenti che in questo momento l'Assessore ci sta proponendo vanno nella direzione di dare comunque ancora qualche mese agli enti locali per definire la cartografia e per le problematicità che hanno incontrato nel loro percorso e fare "un ripensamento..." - ripeto le parole che hanno impiegato gli enti locali nella loro lettera - "... sulla sostenibilità organizzativa", che deriva dall'intesa che avevamo siglato al momento della scrittura di questa legge.
Presidente - Se nessun altro chiede di intervenire in discussione generale, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Viérin Marco.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare la Commissione competente per il lavoro che è stato svolto e soprattutto per la celerità. Ho partecipato volentieri all'audizione, ho preso alla Commissione qualche minuto in più rispetto al tempo che mi era stato programmato - e ringrazio anche per questo -, ma ho cercato anche subito in Commissione di elencare alcuni dati che ci avessero messo nella condizione di sbagliare di meno, perché oggi il problema è sbagliare di meno, cercare di essere realisti e andare a fare delle correzioni se vediamo che le cose non funzionano. Gli interventi che ho sentito oggi in aula vanno tutti in questa direzione: da quello del Presidente Cerise che si è prodigato anni fa per creare tale innovazione, che è anche una filosofia quasi totalmente, poi però c'è la pratica. Ognuno di noi ha avuto un ruolo ed è giusto che questo ruolo ci sia, perché più teste permettono di produrre un prodotto migliore. Quando si è lavorato su questo argomento, si è proceduto con il metodo di ascoltare tutti, ma poi decidere, perché la cosa più grave è che si parli e alla fine non si decida.
Dicevo, sempre con l'obiettivo della concretezza, ma se possibile abbinando le varie necessità, perché qui ci sono necessità di gestione negli enti locali, ci sono necessità dei cittadini che io metto al primo posto, ci sono le necessità degli uffici della Regione che ha illustrato il collega Cerise. Per mettere insieme queste necessità bisogna anche capire quali sono quelle prioritarie, ritengo che prioritarie siano le risposte da dare ai cittadini e il Consigliere Prola ha fatto bene a dire - sintetizzo il suo pensiero - che qualche mese si è voluto dare ai comuni per adeguarsi alle cartografie, perché anche qui - rispondo al Consigliere Tibaldi - avremmo potuto prendere in giro tutti voi e i comuni, perché la legge attualmente ancora in vigore ad oggi prevede che sì, si poteva fare una deliberazione di Giunta dando ai comuni un certo tempo con un minimo di 60 giorni, avrei potuto proporre alla Giunta di fare un'indicazione ai comuni di 720 giorni, nessuno avrebbe detto niente perché è previsto dalla legge attuale. Qui invece dobbiamo parlarci chiaro e non giocare a fare i percorsi di tipo burocratico o di legittimità che ci permette di fare l'attuale legge, perché l'articolo prevede la possibilità per la Giunta di indicare con una deliberazione ai comuni di adempiere entro un certo tempo sul discorso delle cartografie, la legge dice: "dando a livello minimo 60 giorni", quindi si poteva dare anche 720 giorni, ma non era serio né nei nostri confronti, né nei confronti dei comuni.
L'altro è il discorso del tempo minimo di riflessione agli enti locali per capire se ci si può riorganizzare meglio per garantire un servizio migliore, perché la cosa peggiore era andare con gli enti locali... e qui condivido la lettera che gli enti locali ci hanno fatto, per quello ho presentato l'emendamento, ma pensate un po'... oggi abbiamo dei ritardi di quasi due anni nel pagare quanto richiesto dal momento della domanda dei cittadini e se questo discorso andasse per la sua strada, quindi dal 1° gennaio ai comuni, l'arretrato potremmo affrontarlo noi e non c'è problema, ma qui subentrano tutti altri aspetti di personale perché, come qualcuno ha detto, ci sono comuni con 60 dipendenti, ma ce ne sono che ne hanno 13, oppure 8. Non è quindi un ragionamento così predefinito, se qui si prendono a riferimento solo le punte degli iceberg, non va bene! Ci potremmo poi trovare di fronte a comuni viciniori, dove un comune potrebbe dare risposta entro tre anni e un altro entro sei mesi, quindi non omogeneità di trattamento ai cittadini valdostani, perché sapete perfettamente che poi queste cose potrebbero succedere, quasi certamente: ecco un'altra riflessione alla quale bisogna dedicare del tempo. Detto questo, si è agito facendo un ragionamento molto diretto, credo che alla fine sia la cosa più saggia e corretta. Con l'approvazione di questo disegno di legge il Consiglio fa il primo e importante passo, per rispondere alle suggestioni di alcuni colleghi, nella direzione della semplificazione delle procedure per la liquidazione dei contributi sui tetti in lose. Infatti, grazie alle modifiche proposte, se approvate, sarà possibile nell'ordine espletare in senso pratico i seguenti sei punti, per praticità per chi ci ascolta, soprattutto i cittadini: primo punto, consentire entro 30 giorni alla Giunta regionale di rivedere le prescrizioni che hanno creato difficoltà burocratiche di interpretazione delle norme, spesso incomprensibili ai cittadini, quali in particolare gli obblighi delle caratteristiche dimensionali, delle modalità esecutive di posa in opera delle lose e qui rispondo a certe suggestioni che sono venute dal Presidente Cerise come dai colleghi Giuseppe Cerise e Donzel. È chiaro che la Giunta farà delle riflessioni e non consentirà di poter fare quello che si vuole, anche perché si sono tolti solo i punti f) e g) e si sono mantenuti tutti gli altri sulle caratteristiche, sulle lose a spacco, sui bordi regolari, sono rimasti tutti nella legge. Si sono tolti solo due punti, che hanno creato criticità e disomogeneità di valutazione verso i cittadini, perché, quando mi trovo delle domande di contributo che arrivano dai cittadini e, a seconda di quale soggetto che va a fare il controllo, queste siano ammesse a contributo o meno, qualcosa mi viene da pensare, perché se c'è un diritto per i cittadini, questo diritto deve essere sancito in maniera chiara, non essere basato sulla soggettività, perché è Tizio che va a fare il sopralluogo, piuttosto che Zeta o Emme, perché se il parere è legato alla soggettività, creiamo dei grossi problemi. Stesso discorso sugli 80 centimetri perché abbiamo dei casi che qualcuno ha tirato almeno 80,5, 79,4... allora queste cose vanno ridimensionate, la filosofia che era di una volta la condividiamo e ancora adesso, quindi è giusto anche l'intervento del Presidente Cerise, per cui il problema sarà di trovare un termine che non sia 80 spaccato, altrimenti, come diceva qualcuno, la rigidità crea poi l'incomprensibilità e dei torti alle visioni o il pensiero di vedersi una legge approvata da parte dei cittadini.
Secondo punto: eliminare la determinazione sulla durata della garanzia delle lose, qui il ragionamento è molto semplice, ossia ad oggi si obbligava a garantire per un discorso burocratico, ma se il contributo è ripetibile - questo è un argomento che ha toccato il Consigliere Prola -, dobbiamo tenere conto che tali contributi a stento coprono la differenza fra un tetto normale e un tetto in lose e il contributo alla fine varia dall'8 al 9% sul costo di un tetto. Non ho mai visto nessuno dire: "rifaccio il tetto perché prendo il contributo della Regione, perché nessuno è matto!", ma chi è che va a mettere delle risorse finanziarie di un certo livello per prendere l'8-9% di contributo dalla Regione? Questi interventi, se andiamo a vedere nel passato, sono stati fatti se necessari; andiamo a vedere tutte le domande indietro se vogliamo, quindi non c'è nessuna problematica rispetto a questo.
Terzo punto: prolungare per i comuni al mese di giugno 2009 il termine per l'approvazione delle cartografie, quello che ha detto prima il collega Prola, ad oggi ne sono rimaste 17, un bel passo avanti lo abbiamo fatto a prescindere da quello che dice il Consigliere Tibaldi, sia grazie alle lettere che l'Assessore che mi ha preceduto ha fatto, sia perché sono stati sensibilizzati -visto che abbiamo audito il CPEL - alcuni comuni e sono arrivati anche all'ultimo minuto, ma sono arrivati.
Quarto punto: mantenere la competenza alla Regione, ho detto prima, sempre condividendo la considerazione del collega Prola, il discorso è poter valutare in un periodo più lungo quelli che possono essere gli effetti realistici sulla gente.
Quinto punto: ridurre da 30 a 20 anni i tempi prescritti per la ripetibilità del contributo, è scritto perfettamente in relazione, per far sì che non ci siano incongruenze con le altre leggi regionali che danno indicazione per maggiori interventi sul contenimento dei costi energetici e quindi delle spese di riscaldamento...
Sesto punto: semplificazione di alcune procedure di controllo per dimezzare i tempi di risposta al cittadino e questa è una cosa molto importante, perché attualmente sono circa due anni, siamo ad un anno e venti mesi, abbiamo quasi 1.500 domande giacenti, ma il peggio è che abbiamo le risorse! Il Consigliere Tibaldi ha detto 8 milioni di euro, quelle erano le risorse che erano necessarie per far fronte ad un discorso di accelerazione dei tempi e dimezzamento dei tempi di attesa per la gente. Gli 8 milioni ci sono, perché ce ne sono 4 circa sul 2007 già impegnati e 4 nel 2008 e nella variazione al bilancio che abbiamo approvato mezz'ora fa c'è 1,7 milioni che vanno ancora sulla vecchia legge, altrimenti non potremmo far fronte alle richieste dei cittadini fatte nel primo quadrimestre gennaio-aprile 2007. Abbiamo quindi voluto fare un ragionamento totale su questo problema, perché la cosa più antipatica è che come amministrazione stiamo fermi quando abbiamo le risorse e abbiamo i tempi di attesa; se qualcosa non funziona nella macchina dedicata a dare risposta al diritto che il cittadino ha rispetto da una legge, è lì che sta la voglia e anche il lavoro che un amministratore deve fare e noi abbiamo fatto questo ragionamento: ci sono le risorse, ci sono le risorse anche per dimezzare i tempi di attesa del cittadino e non solo per dimezzarli. Credo che se riusciremo a fare anche su questo termine... in base alla modifica dell'articolo 11, dovremo riportare qualcosa dopo, ma mi sembra che sia il collega Albert Cerise che ha messo l'accento sul quel "devono"... certo dobbiamo caricarci anche noi di responsabilità e non darle solo ai comuni o ad altri, è giusta una corresponsabilità, ma quel "devono" ci permette di fare come adesso i controlli a tutti e un domani sarà la base per arrivare a fare un controllo a campione con la responsabilità del proprietario, con la responsabilità del progettista, del direttore dei lavori, dei comuni, senza alcun problema. Questo è un argomento sulla semplificazione che andremo a toccare.
Tutto ciò costituisce il punto di partenza per lavorare nei prossimi mesi ad una maggiore modernizzazione, però bisognerà porre le basi per poter iniziare ad affrontare questa situazione, del sistema di erogazione dei contributi che consenta un'ulteriore riduzione non solo dei tempi di risposta, ma anche dei costi e degli adempimenti a carico dei cittadini o dell'ente pubblico ed è quello che porterò all'inizio del prossimo anno. Non è solo un discorso di celerità verso i cittadini, è anche un discorso di costi! Perché se un cittadino deve spendere 5-600 euro per istruire la pratica da portare all'Amministrazione regionale o al comune, poi ci sono i costi degli uffici comunali che devono farsi due o tre lettere fra di loro, sono costi in termini di personale, lettere e varie e poi ci sono i costi dei comuni. Se andiamo a fare un ragionamento di questo tipo - e ve lo porterò in maniera più puntuale -, arriviamo vicino ai 1.000 euro a pratica! Questo è il secondo argomento che porterò all'attenzione del Consiglio, sulla semplificazione più pertinente grazie a quella modifica all'articolo 11. Questo è il ragionamento che ci ha portato ad affrontare tale tema che, se vogliamo, è collegato a quello che viene dopo, perché questi sono temi delicati: pensate che 1.500 persone, oggi abbiamo 143 domande su 1.486 in attesa ad oggi e vuol dire che il 10% di persone ha delle domande ferme di cui non sa bene quale sarà il futuro; quindi delle risposte, positive o negative, bisogna darle!
Con questo spirito si sta lavorando e questa legge è indispensabile per fare un cammino verso tali obiettivi.
Presidente - Si passa all'esame dell'articolato.
La parola al Consigliere Cerise Giuseppe sull'articolo 1.
Cerise G. (VdAV-R) - Avevo detto che ci saremmo astenuti su questo disegno di legge, ma su questo articolo votiamo a favore, perché va a sbloccare una situazione di "ingessatura" che non permette l'erogazione dei contributi per l'eccessiva rigidità di chi fa i controlli, ma parallelamente faccio una raccomandazione alla Giunta che non vada troppo "annacquato" l'orientamento che questo paragrafo andava a definire. Auspicheremmo poi che questa determinazione assunta dalla Giunta, se fosse possibile, venisse presentata in Commissione.
Presidente - Si passa all'esame dell'articolato.
Pongo in votazione l'articolo 1:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 29
Astenuti: 3 (Benin, Tibaldi, Zucchi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Passiamo all'esame dell'articolo 1bis, che è quello previsto dall'emendamento presentato dall'Assessore.
La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Viérin Marco.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Solo per ricordare, perché mi sembra che il collega Albert abbia detto 24 mesi, i 24 mesi sono solo perché riportato alla data della vecchia legge, ma tecnicamente scadrebbe a giugno 2009.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Una tattica dilatoria che già si evince da questa proposta emendativa, raddoppia il termine ai comuni per poter presentare gli obblighi cartografici. È auspicabile che gli enti locali vengano non solo sollecitati, ma adempiano ai loro compiti. Noi su questo emendamento ci asterremo.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Come PD, come avevo segnalato nell'intervento precedente, rispetto a queste indicazioni che accolgono le istanze presentate dal CPEL, voteremo a favore.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 presentato dall'Assessore Viérin Marco, che recita:
Emendamento
Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente:
"Art. 1bis
(Modificazione all'articolo 6 della l.r. 13/2007)
1. Al comma 1 dell'articolo 6 della l.r. 13/2007, le parole: "dodici mesi" sono sostituite dalle seguenti: "ventiquattro mesi".".
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 24
Astenuti: 8 (Benin, Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Louvin, Morelli Patrizia, Tibaldi, Zucchi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Passiamo all'esame del sub-emendamento n. 1 presentato dai colleghi Tibaldi, Benin e Zucchi.
La parola al Consigliere Segretario Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Così come è concepito e così come è mantenuto l'articolo 7 della legge n. 13/2007, è assolutamente ininfluente, è praticamente un insieme di frasi che rimangono scritte e che non dispiegano alcuna efficacia, perché questo articolo, in particolare al comma 1, trasferisce formalmente le funzioni dalla Regione ai comuni. Tale articolo è stato vanificato dal tempo finora trascorso e dalle volontà di dilatare ulteriormente questo tempo con un emendamento successivo che verrà sottoposto all'esame dell'Assemblea.
Proponiamo un sub-emendamento, ovvero l'articolo 7, se deve esistere, è bene che esista e dispieghi la sua efficacia e la sua efficacia può dispiegarla in due direzioni, in questo caso propendiamo per la prima delle due direzioni, ovvero che la Regione attualmente continui a mantenere le funzioni esercitate dalla struttura regionale competente in materia di edilizia residenziale e di distribuzione delle risorse necessarie a finanziare i contributi ai soggetti richiedenti. Questo praticamente non senz'altro in spregio ad un principio federalista e di sussidiarietà nel quale crediamo, ma ci crediamo a condizione che venga attuato e applicato. Noi pensiamo attraverso tale sub-emendamento di evitare anzitutto una difficoltà dei comuni che, secondo le previsioni originarie di questa legge, dovrebbero diventare titolari delle funzioni dal 1° gennaio del prossimo anno. Soprattutto questo sub-emendamento permette una coerenza e una correttezza applicativa da parte di un unico ufficio a beneficio dei soggetti richiedenti i contributi per il rifacimento dei tetti in lose.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Non vorrei che su questo articolo si aprisse un dibattito ideologico sulla maggiore o minore propensione al decentramento o al federalismo, ho ascoltato insieme ai colleghi con molta preoccupazione quanto ha detto poco fa l'Assessore Viérin circa i costi di queste pratiche e il numero delle pratiche giacenti, perché il fatto che i nostri cittadini avessero periodi molto lunghi di attesa - credo che molti anche di noi possono avere sperimentato questa situazione - è già noto. L'impressione che discende dall'andamento sinuoso - come dice Camilleri - di questa legge e delle sue modifiche, con l'aver proposto anche allungamenti ulteriori della fase di trasferimento della competenza agli enti locali, ci fa propendere per una soluzione più lineare nel quadro attuale come quella suggerita dai colleghi del PdL. Il mantenimento dell'esercizio in capo in questo momento alla struttura regionale ci pare oggettivamente meno complesso e meno oneroso della procedura a più tempi e alquanto contorta che si sta avviando. Ripeto: non è un tema di dibattito ideologico, ma strettamente funzionale ad un assetto economico meno gravoso sulle spalle dei nostri concittadini. Mille euro a pratica vuol dire un milione di euro circa per la gestione di queste pratiche annualmente, poi parleremo più avanti del costo complessivo, lo ha accennato l'Assessore, ma è un peso non indifferente che abbiamo sulle spalle sul bilancio regionale, crediamo che in questo momento la soluzione suggerita dai colleghi sia meno gravosa di quella prospettata dalla Giunta.
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo ed edilizia residenziale pubblica, Viérin Marco.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Solo per dire al collega Tibaldi, e indirettamente rispondere anche al collega Louvin, che non possiamo accettare questi emendamenti, ci asterremo. Credo che, se votiamo il nostro, decadono automaticamente, ma è giusto dare una risposta, perché ne abbiamo parlato in Commissione e il concetto è molto semplice. I vostri emendamenti sono collegati uno all'altro, ognuno per conto proprio, ma il discorso è uguale perché, quando abbiamo fatto un ragionamento, ripreso anche dall'intervento del collega Prola... ossia, da una parte, dare sei mesi per adeguarsi alle cartografie; dall'altra, fare un ragionamento di buon senso senza andare a prevaricare l'autonomia dei comuni e tutto il ragionamento del federalismo, ma di avere un po' di tempo di riflessione e iniziare da noi a cercare di semplificare l'attuale situazione burocratica e di lentezza... e poi se andremo a regime scaricare ad altri, perché il fatto di scaricare ad altri, oppure decidere di tenerla noi è bene deciderlo quando siamo a regime, perché è facile poi fare dei pensieri diversi su certe situazioni.
Riprendendo l'intervento del Consigliere Louvin, sono sempre disponibile a dare tutti i dati, anche se non richiesti, perché più teste permettono di fare ragionamenti più compiuti e di sbagliare di meno. Il concetto è che gli 800mila euro sono calcolati subito, perché lei sa perfettamente che quando... e qui ci saranno degli atti che presenterò alla Giunta ed eventualmente al Consiglio che andranno in questo senso, perché oggi un cittadino per presentare una domanda deve prendersi un professionista e i professionisti costano da 400 a 600 euro, gli altri 2-300 euro sono i costi per marche da bollo, lettere, invii, costi per l'amministrazione pubblica locale e regionale. È una sommatoria quindi, non è che quel dato è il costo dell'Amministrazione regionale, ma è un dato del costo che grava sul cittadino, questo sarà il secondo aspetto che affronteremo a seguito della modifica dell'articolo 11.
Presidente - Pongo in votazione il sub-emendamento n. 1 dei Consiglieri Tibaldi, Benin e Zucchi, che recita:
Sub-emendamento
Dopo l'articolo 1bis come inserito dall'emendamento n. 1 dell'Assessore è inserito il seguente:
"Art. 1ter
(Sostituzione dell'articolo 7)
1. L'articolo 7 della l.r. 13/2007 è sostituito dal seguente:
"Art. 7
(Contributi. Esercizio delle relative funzioni)
1. La Regione concede, ai soggetti tenuti all'obbligo di cui all'articolo 2, comma 1, i contributi a fondo perduto determinati con le modalità di cui all'articolo 8. Le relative funzioni sono esercitate dalla struttura regionale competente in materia di edilizia residenziale e le risorse finanziarie occorrenti sono poste a carico del bilancio regionale."."
Consiglieri presenti: 33
Votanti e favorevoli: 8
Astenuti: 25 (Agostino, Bieler, Caveri, Cerise Alberto, Comé, Crétaz, Donzel, Empereur, Fontana Carmela, Impérial Hélène, Isabellon, La Torre, Lanièce André, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Rigo, Rini Emily, Rollandin, Rosset, Salzone, Viérin Laurent, Viérin Marco, Zublena Manuela)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Passiamo all'esame del sub-emendamento n. 2 presentato dai colleghi Tibaldi, Benin e Zucchi.
La parola al Consigliere Segretario Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Per economia di tempo illustro il secondo e il terzo sub-emendamento insieme, anche perché sono connessi. In breve il primo riduce da 3 a 1 anno il tempo necessario per ingranare questo processo decentrativo che non è partito come previsto dalla legge n. 13/2007, ovvero i comuni diventeranno titolari delle competenze non dal 1° gennaio del prossimo anno, ma dal 1° gennaio del 2010: questo per evitare quella dilazione triennale che ci sembra uno scempio.
Il terzo sub-emendamento invece va, sempre modificando l'articolo 7, a riconoscere ai comuni la capacità di erogare le risorse finanziarie loro trasferite a condizione che abbiano completato l'adempimento di quanto disposto dall'articolo 6, ovvero delle indicazioni cartografiche, quindi un minimo onere per poter poi essere titolari di una funzione sostanziale completa.
Presidente - Pongo in votazione il sub-emendamento n. 2 presentato dai Consiglieri Tibaldi, Benin e Zucchi, che recita:
Sub-emendamento
L'emendamento n. 2 dell'Assessore è sostituito dal seguente:
"Art. 1ter
(Modificazione all'articolo 7 della l.r. 13/2007)
1. Al comma 3 dell'articolo 7 della l.r. 13/2007, le parole "fino al 31 dicembre 2008" sono sostituite dalle parole "fino al 31 dicembre 2009".
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 3
Astenuti: 29 (Agostino, Bertin, Bieler, Caveri, Cerise Alberto, Cerise Giuseppe, Chatrian, Comé, Crétaz, Donzel, Empereur, Fontana Carmela, Impérial Hélène, Isabellon, La Torre, Lanièce André, Louvin, Maquignaz, Marguerettaz, Morelli Patrizia, Pastoret, Prola, Rigo, Rini Emily, Rollandin, Rosset, Viérin Laurent, Viérin Marco, Zublena Manuela)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 2 presentato dall'Assessore Viérin Marco, che recita:
Emendamento
Dopo l'articolo 1bis è inserito il seguente:
"Art. 1ter
(Modificazione all'articolo 7 della l.r. 13/2007)
1. Al comma 3 dell'articolo 7 della l.r. 13/2007, le parole: "fino al 31 dicembre 2008" sono sostituite dalle seguenti: "fino al 31 dicembre 2011".".
Consiglieri presenti: 32
Votanti: 27
Favorevoli: 24
Contrari: 3
Astenuti: 5 (Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Louvin, Morelli Patrizia)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione il sub-emendamento n. 3 presentato dai colleghi Tibaldi, Benin e Zucchi, che recita:
Sub-emendamento
Dopo l'articolo 1bis come inserito dall'emendamento n. 1 dell'Assessore è inserito il seguente:
"Art. 1ter
(Modificazione all'articolo 7 della l.r. 13/2007)
1. Al quarto comma dell'articolo 7 della l.r. 13/2007, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "ed è subordinata al completo adempimento, da parte degli enti interessati, di quanto disposto dall'articolo 6".".
Consiglieri presenti: 32
Votanti: 16
Favorevoli: 3
Contrari: 13
Astenuti: 16 (Bertin, Bieler, Caveri, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Fontana Carmela, Impérial Hélène, La Torre, Louvin, Maquignaz, Morelli Patrizia, Pastoret, Rigo, Viérin Marco, Zublena Manuela)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 24
Astenuti: 8 (Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Fontana Carmela, Louvin, Morelli Patrizia, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3 emendato dall'emendamento sostitutivo dell'Assessore Viérin Marco, che recita:
Emendamento
L'articolo 3 è sostituito dal seguente:
"Art. 3
(Modificazione all'articolo 11 della l.r. 13/2007)
1. Il comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 13/2007 è sostituito dal seguente:
"1. Ferma restando la responsabilità del direttore dei lavori, le strutture regionali competenti in materia di edilizia residenziale e di tutela del paesaggio devono effettuare controlli a campione sui materiali utilizzati e sulle modalità di esecuzione dei manti di copertura dei tetti con lose di pietra, anche attraverso l'ausilio di soggetti esterni qualificati, al fine di verificarne la rispondenza alle caratteristiche di cui all'articolo 3, commi 1 e 1 bis, nel rispetto delle modalità di prelievo stabilite dal medesimo articolo 3, comma 2."."
Consiglieri presenti: 33
Votanti e favorevoli: 22
Astenuti: 11 (Benin, Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Fontana Carmela, Louvin, Morelli Patrizia, Rigo, Tibaldi, Zucchi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:
Consiglieri presenti: 33
Votanti e favorevoli: 22
Astenuti: 11 (Benin, Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Fontana Carmela, Louvin, Morelli Patrizia, Rigo, Tibaldi, Zucchi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5:
Consiglieri presenti: 33
Votanti e favorevoli: 22
Astenuti: 11 (Benin, Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Fontana Carmela, Louvin, Morelli Patrizia, Rigo, Tibaldi, Zucchi)
Il Consiglio approva.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin, per dichiarazione di voto.
Louvin (VdAV-R) - Sarò molto breve, rassicuro i colleghi, ma non possiamo chiudere la disamina di un disegno di legge, un atto sull'urgenza di eliminare delle "strozzature" ad un'erogazione di contributi che hanno un loro significato storico in Valle, perché nati trenta anni fa a sostegno di una politica di paesaggio, ma che sono diventati strutturalmente più duri della losa dal punto di vista gestionale. Credo che, al di là delle urgenze e dei ripensamenti rispetto ad un dibattito che c'era stato in quest'aula, noi assenti, poco più di un anno fa, manchi al momento da parte del Governo regionale l'idea di imboccare strade diverse da quelle che hanno portato negli anni a riversare risorse crescenti sulla copertura dei tetti delle case della Valle. Non credo che ci siano ripensamenti sull'attenzione che portiamo all'identità paesaggistica, quella identità che il Presidente Cerise ha definito stamani un'identità tradita; certamente il mantenimento di un alto livello qualitativo del paesaggio in Valle ha un suo significato, ma credo che in questo momento dovrebbe accelerarsi la riflessione sul modo di coniugare il mantenimento del cachet ambientale con le esigenze di risparmio energetico, con una politica che ci consenta di rivedere il modo di costruire in Valle d'Aosta e di contenerne i relativi costi. Ci preoccupa in questa lettura storica del sostegno che è stato dato ai tetti in lose valdostani un andamento fortemente crescente del sostegno economico che si è riversato in buona misura nelle casse di chi opera nell'importazione di tali prodotti. Abbiamo erogato tra il 2003 e il 2007 compresi oltre 32 milioni di euro per pagare contributi ai tetti in lose, abbiamo quindi riversato l'equivalente di 60 miliardi solo per delle compensazioni economiche a fronte di un obbligo sui cui contorni si sta giocando in termini di cartografia. Credo che ci debba essere molto rapidamente tale ripensamento, lo pensa il nostro gruppo che non ha dubbi in merito alla necessità di mantenere alto il livello qualitativo del paesaggio in questa Regione, ma che intravede come una via senza sbocco il continuare a tempo indeterminato e abbiamo allungato con le votazioni appena fatte ancora di tre anni l'orizzonte quasi cieco di questo modo di erogare i contributi. Per noi urge un ripensamento, non sarebbe male che anche questo Consiglio riuscisse ad esprimere un modo diverso di intervenire in tale tematica. La continuità e la tradizione sono una bella cosa ma, a fronte dei momenti di crisi e a fronte anche di un appesantimento burocratico notevole che si è registrato in questo campo, reso complicato da un rapporto altalenante con gli enti locali, credo che un "colpo d'ala" da parte della Regione non sarebbe mal visto. A fronte di tutto questo, avendo dato un voto favorevole solo all'articolo che ha consentito il superamento di una "strozzatura" che impediva in questa fase l'erogazione di tali contributi, permane il giudizio critico del nostro gruppo che si esprimerà con un'astensione sul disegno di legge nel suo complesso.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Molto brevemente solo per due note in relazione a quello che è stato detto nel dibattito sulla parte più politica dell'intervento. Credo che, al di là delle misure da mettere in opera, vi siano due considerazioni: la prima è che il rapporto e l'identificazione della gestione con gli enti locali passa attraverso un dialogo che è importante, ma tiene conto dei momenti in cui questo avviene. Credo sia giusto che gli enti locali facciano presente alcune difficoltà operative, che spesso vengono sottostimate nel momento in cui si parla di operatività da un punto di vista ideale. Con questo ritengo che sia esagerato parlare degli enti locali come senato, ma che si debba trattarlo come un giusto collegamento con quell'organo Stato-Regioni per quanto riguarda il Parlamento: c'è un ente di consultazione che è collegato con una realtà che è sicuramente funzionale alle decisioni, il Parlamento decide e l'organo Stato-Regioni sente, dà dei pareri su quello che avviene. Questa è la funzione importante degli enti locali, che deve essere tenuta nella giusta considerazione. Non è che vi sia una volontà dilatoria su un tema così delicato come quello delle lose o, meglio, dell'identificazione delle zone che sono interessate, perché su queste va fatto sì un ripensamento, ma va fatto dai comuni con la collaborazione della Sovrintendenza, perché il discorso dell'identità e della valutazione della vera esigenza di mantenere quelle caratteristiche ha un significato se è legato a qualcosa che già lo aveva e che va mantenuto, altrimenti rischiamo - e lo vediamo in alcune realtà dove non c'è mai stata la losa - di mettere l'obbligo della losa e capiamo anche noi che era già prima uno spreco e oggi lo è doppiamente. Credo quindi sia corretto fare un ripensamento anche dei modi con cui si raggiunge la caratterizzazione, che oggi è affidata ai comuni come è giusto, ma bisogna tener conto anche di cosa succede.
La lettera emblematica di Chambave che ha letto prima, non voglio considerarla come un fatto a sé, perché il Comune di Chambave interloquirà con gli organi come la Sovrintendenza, che tiene conto delle caratteristiche anche di Chambave come degli altri comuni, quindi non fa specie. Soprattutto credo che il discorso non sia tanto di quanto si spende per questo intervento se è finalizzato ad un processo reale di mantenimento delle caratteristiche che noi vogliamo, perché quando si è discusso e si discute molto sulla misura, che adesso è delegato alla Giunta... la misura comporta automaticamente una questione di controllo che deve essere fatto sul tetto, 80 centimetri, noi dobbiamo aver gente che va sul tetto a misurare se sono 80 o 82. Voi mi dite con quale sistema di sicurezza manderemo qualcuno a prendere le misure sul tetto? Questa è la logica con cui andiamo a volte a pensare a qualcosa che è giusto, ma che poi nella pratica mi chiedo come è possibile! Sono delle situazioni che dobbiamo gestire oggettivamente, allora se andate a vedere alcuni tetti di monumenti dal Forte di Bard in su, vedete qual è la situazione, è stato rifatto poco tempo fa. Qual è allora il problema vero della losa? E ha ragione il Consigliere Louvin a dire che si sono spesi 60 milioni di euro e per la gran parte sono andati fuori, perché abbiamo delle bellissime lose, delle cave di lose tutte bloccate, non possiamo più utilizzarle; le più belle lose le abbiamo in Valle, ma non si possono più utilizzare, non fatemi dire perché, comunque non si possono più utilizzare.
C'è stata l'auge di Bergamo che ci ha mandato in Valle tutto quello che non mandava in Francia e noi abbiamo visto che la durata dei tetti in lose era drammaticamente ridotta, poi qualcuno si è fatto furbo e ha detto: "ma perché devo pensare... solo perché all'inizio prendevo il sussidio che magari pagava meglio la differenza...", poi si è visto che dopo 12 anni doveva rifare il tetto e il discorso è cambiato. Oggi sicuramente un ripensamento nel senso più generale deve essere fatto, ma non nella situazione di dire di non dare più il contributo all'intervento, ma di darlo coinvolgendo i comuni per quello che è possibile.
In questa operazione posso dirvi francamente che l'operazione comune rispetto a quello che viene fatto in Regione è limitatissima e doveva essere fatta in aiuto all'attività di controllo che viene svolta dalla Regione. È giusto quindi questo tempo per ripensare le cose, per fare il punto e oggettivamente, come ha detto l'Assessore, riportare il tutto ad una dimensione gestibile, ossia che non vi sia un sovraccarico di costi solo per le autorizzazioni, per le verifiche e noi dobbiamo mandare gente sui tetti per dimostrare che la losa era 80 e non 82! E questo quando nell'economia già una volta... perché alcuni tetti nella parte apicale erano più piccoli? Evidentemente per economia, perché utilizzavano la parte di scarto, quello che non potevano mettere nella parte bassa lo utilizzavano nella parte alta: questa era la ragione per cui succedeva questo in ambito naturale. Ora tutto questo noi lo sappiamo, credo che tali cose vadano riportate alla realtà tenendo conto che un'economia è giusto farla, ma senza esasperare la parte dei controlli. I controlli vanno bene per il tipo di losa, ma non esageriamo sulla misura sui centimetri, altrimenti andiamo oltre tutte le buone pratiche da sempre attuate in Valle, anche nelle zone walser.
Presidente - Pongo in votazione il disegno di legge nel suo complesso:
Consiglieri presenti: 33
Votanti e favorevoli: 22
Astenuti: 11 (Benin, Bertin, Cerise Giuseppe, Chatrian, Donzel, Fontana Carmela, Louvin, Morelli Patrizia, Rigo, Tibaldi, Zucchi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Cari colleghi, vista l'ora, dichiaro conclusi per questa mattina i lavori dell'odierna adunanza del Consiglio, i lavori riprenderanno alle ore 15,30 con la discussione del punto n. 42.1.
La seduta è tolta.
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La séance se termine à 13 heures 11.