Oggetto del Consiglio n. 181 del 12 novembre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 181/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'applicazione in Valle d'Aosta della legge 133/2008 riguardante disposizioni urgenti per la stabilizzazione della finanza pubblica".
Interpellanza
Evidenziato che il Governo Nazionale ha emanato la legge n. 133 del 6 agosto 2008 recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria";
Preso atto che il Comune di Aosta dopo una prima comunicazione ai dipendenti che annunciava il recepimento di tali norme e in particolare l'attuazione dei dispositivi in materia di "assenze per malattia e per permesso retribuito dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni" ha fatto marcia indietro adducendo la mancanza di una legge regionale di recepimento di tali norme;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale al fine di conoscere:
1) quale parere esprime nei confronti delle decisioni assunte dal Comune di Aosta;
2) se è a conoscenza di applicazioni della legge 133/2008 da parte di altri entri locali;
3) se intende determinare l'approvazione di una legge regionale che faccia proprie in toto tali norme o se ritiene di recepirle parzialmente.
F.to: Lattanzi - Zucchi
Président - Puisque le Président n'est pas présent, on passe au point n° 27 à l'ordre du jour...
Lattanzi (fuori microfono) - ... Presidente, mozione d'ordine...
Presidente - ... prego...
Lattanzi (PdL) - Siamo qui, l'interpellanza è iscritta all'ordine del giorno, puntualmente è arrivato il momento di discuterla, io auspicherei che il Presidente sia nei paraggi, non farei passare in sordina andando avanti con l'ordine del giorno... visto che l'argomento in questione è anche abbastanza delicato e che in merito allo stesso vi sono state alcune polemiche in questi giorni, vorrei comprendere se il Presidente sta per arrivare o se dobbiamo posticipare tale interpellanza fra un'ora o un'ora e mezza, ossia diamoci delle notizie...
Presidente - In ogni caso, siccome c'erano stati anche degli spostamenti che andavano... ecco il Presidente sta arrivando, quindi non c'è problema. Possiamo andare avanti con il punto n. 27 per poi riprendere con il punto n. 26 o discutiamo subito quest'ultimo punto? Bene. Point n° 26 à l'ordre du jour.
La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Il giugno scorso il Governo ha emanato il decreto-legge n. 112, convertito poi dal Parlamento nella famosa legge n. 133 del 6 agosto 2008, che dava disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Comprendiamo tutti l'importanza di un provvedimento di questo genere anche alla luce degli ultimi avvenimenti, quanto il Governo, tutti i Governi internazionali siano in questo momento impegnati a far fronte ad una crisi senza precedenti, che tocca tutti i settori e che impone scelte a volte anche impopolari, ma assolutamente necessarie per mantenere i nostri Stati, le Regioni in condizioni di poter sostenere una crescita che si evidenzia sempre più complessa e difficile. In particolare nel provvedimento n. 133 l'articolo 71 dà disposizioni precise, nuove disposizioni... in Italia storiche disposizioni - mi permetto di usare tale termine - per quanto riguarda il comparto pubblico in riferimento ad una problematica da tutti da sempre conosciuta, ma purtroppo da tutti i Governi sottaciuta: quella delle assenze per malattia nel comparto pubblico e per i permessi retributivi dei dipendenti in fatto di permessi per malattia. Dicevo un articolo molto discusso, molto criticato, ma - chi governa soprattutto lo sa - a volte in momenti di difficoltà si devono attuare provvedimenti anche impopolari, anche se devo dire: impopolari per chi? Per chi probabilmente da questo provvedimento è toccato, ossia quella schiera di dipendenti pubblici non efficienti, non quelli meritevoli, quelli che prendono tre giorni di assenza per malattia in 15 anni di onorato servizio, oppure quelli che vediamo - la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici di tutte le amministrazioni - lavorare con grande profitto, con grande attenzione e dedizione, ma quella minoranza - ci tengo a sottolinearlo: minoranza, ma molto costosa - che alle amministrazioni pubbliche non rende un buon servizio, ma soprattutto non lo rende ai cittadini, che pagano tasse cospicue, importanti. E le pagano tutti quelli che le tasse le pagano: sia i dipendenti, sia gli autonomi, e qui a volte in questi giorni ho dovuto ricordare ai dipendenti pubblici che sollevavano perplessità legate a tale provvedimento come nella loro busta paga in primis pagassero danari importanti vista la tassazione vigente in Italia. Da qualche giorno è uscito un monitoraggio dell'OCSE che pone il nostro Paese fra i 27 Paesi della CE come sesto per incidenza delle aliquote fiscali sul reddito sia del lavoro dipendente, pubblico e privato, sia del lavoratore autonomo: un record assoluto fra i Paesi più avanzati. Certamente non è un record piacevole, soprattutto quando alla fine del mese la busta paga arriva molto alleggerita di tanti costi che si devono proprio a delle inefficienze che la struttura pubblica, istituzionale a volte produce. Dicevo l'articolo 71 è un articolo che prende in esame alcuni aspetti di questo fenomeno delle assenze per malattie, stabilisce un freno all'abuso di tale diritto conquistato con grande sforzo e grande impegno, io lo considero un diritto sacrosanto quello di potersi assentare, retribuiti, dal proprio lavoro per una malattia vera. Pone alcuni freni: intanto stabilisce che, nel momento in cui un dipendente pubblico che lavora per l'utente cittadino si assenta per malattia dal posto di lavoro, tale dipendente deve essere controllato, come qualunque altro dipendente stipendiato del settore privato, per la sua reale assenza per malattia. Abbiamo assistito in questi ultimi mesi a degli scandali straordinari in questo Paese, di dipendenti che si sono assentati sotto certificazione medica, con certificazioni mediche risultate assolutamente fasulle, di medici che non sono stati poi neanche perseguiti dalla legge, di cui non si è più saputo nulla, scandali che per qualche giorno occupano le pagine dei giornali, ma che poi finiscono nel dimenticatoio, sia i truffati, sia i truffatori. I truffati sono naturalmente i cittadini, i truffatori chi ha abusato della propria professione e della propria attività per creare un danno erariale a tutti i cittadini che pagano le tasse. Anche in Valle d'Aosta non siamo stati esenti da scandali di questo tipo, è dell'inizio di quest'anno lo scandalo di dipendenti regionali che addirittura erano non assenti per malattia, ma in orario di ufficio sciavano, ricordo il fratello del Sindaco di Aosta, di cui non si è mai fatto il nome, ma di cui tutti sapevano, che era beatamente insieme a dei colleghi a Pila a sciare...
(interruzione del Consigliere Agostino, fuori microfono)
... faccio il nome di Grimod, il fratello di Grimod, dipendente regionale, che in orario di ufficio era a sciare a Pila, lo scandalo si è risolto in una bella "bufaletta" mediatica che è durata due giorni, senza naturalmente la citazione del nome prestigioso, ma con un danno straordinario a tutti i cittadini, che hanno guardato sbigottiti l'assenza di provvedimenti disciplinari. Quei dipendenti sono ancora qui, lavorano tranquillamente come se nulla fosse accaduto. In momenti difficili come questi a noi ha fatto molto strano, ma poi conoscendo anche i fatti localistici, il fratello del Sindaco di Aosta... Sindaco di Aosta che, fra l'altro, a settembre fa emanare una circolare... nelle buste paga dei dipendenti del Comune di Aosta... dove dice: "guardate che c'è la norma Brunetta da applicare da giugno di quest'anno", poi invece ad ottobre fra marcia indietro dicendo: "noi non l'applichiamo..." - guarda caso! - "... perché manca una legge regionale, essendo questo un comparto pubblico regionale, aspettiamo che la Regione legiferi in tal senso". Sappiamo che su questa cosa è già in atto una mezza polemica, perché è proprio il giorno in cui abbiamo presentato tale interpellanza per chiedere conto alla Giunta cosa intendeva fare rispetto all'applicazione di questo provvedimento... ripeto: articolo 71 della legge n. 133, che una circolare ministeriale definisce eseguibile dal 25 giugno, quindi già per le assenze di luglio, agosto e settembre. Abbiamo visto che nella giornata della presentazione di questa interpellanza, nel pomeriggio di venerdì la Giunta ha provveduto a deliberare il disegno di legge n. 13 per creare il "Brunettino" - come è stato citato sui giornali - ossia un "Brunetta" adattato alla realtà valdostana. Non vogliamo entrare nel merito di questa discussione, perché il disegno di legge non è ancora arrivato nelle Commissioni, costituirà momento di discussione nelle Commissioni e poi in Consiglio, su questo "Brunettino alla valdostana" che sembra proporre una situazione più calmierante rispetto invece ai provvedimenti in vigore per tutti gli altri dipendenti pubblici dello Stato, ma ricordo che in Valle d'Aosta, ad esclusione della scuola che è già esente anche a livello statale, per tutto il comparto della sanità invece dovrebbe essere operativo e quindi in vigore. A noi la retromarcia del Comune di Aosta ha fatto specie, pensavamo che una legge dello Stato dovesse essere applicata proprio in assenza della legge regionale, ma quello che in questo momento più ci interessa è comprendere gli intendimenti del Governo regionale. Riteniamo che nel Paese d'Europa più tartassato di tasse si debbano prendere dei provvedimenti; questi provvedimenti, fra l'altro, hanno avuto già avuto una loro efficacia importante, perché le prime rilevazioni del mese di agosto-settembre rivelano come il solo parlare di questo provvedimento abbia portato una riduzione delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici a livello nazionale del 44%, mentre a livello regionale, su dati forniti dall'Amministrazione regionale al Ministero e all'ISTAT, le assenze per malattia sono diminuite drasticamente del 35%. È evidente che qualcuno era a casa e forse a casa non ci doveva stare, proprio il pensiero che si potesse applicare questo provvedimento - che in Valle d'Aosta sembra ancora sconosciuto, sebbene dal 26 giugno sia operativo - aveva già fatto guarire qualche centinaio di dipendenti regionali.
Voglio subito dire che questa è una battaglia politica a favore della maggioranza dei dipendenti pubblici che lavorano con serietà e onestà, che non rubano lo stipendio, che non fanno i fannulloni, che non vanno a sciare durante l'orario di servizio, che non fanno finte malattie, che non si assentano dal posto di lavoro dicendo che hanno male e poi li trovi invece a pedalare in bicicletta lungo la Dora sulle piste ciclabili. Questa è una battaglia che faremo come gruppo affinché anche in Valle d'Aosta venga applicata la "legge Brunetta", non perché lo riteniamo giusto nei confronti di tutti i dipendenti pubblici, ma a maggior ragione a favore di quei bravi dipendenti pubblici che forniscono un grande servizio a questa Comunità. Attendo dal Presidente della Regione di capire quali sono gli intendimenti rispetto a questo fatto.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Merci, M. le Président. Chiedo scusa per il ritardo, comunque ero nella saletta accanto e mi dispiace... ero presente solo che mi hanno chiamato nella saletta accanto, quindi non è che non vi fossi già in precedenza; mi dispiace che ogni motivo per riuscire a dire qualcosa di diverso sia uno spunto di polemica, inutile credo.
Venendo al discorso dell'interpellanza, essa interviene su di un argomento sul quale, sin dall'entrata in vigore delle nuove norme sulle assenze per malattia e sul collocamento a riposo, introdotte con il decreto sopraccitato e poi confermate, sia pure con alcune modificazioni, dalla legge di conversione n. 133 del 6 agosto 2008, l'Amministrazione regionale ha avviato un tavolo di approfondimento tecnico per valutarne l'impatto sull'ordinamento regionale. La considerazione dell'ampiezza delle competenze statutarie ha, in ultimo, avvalorato la tesi della non diretta ed immediata applicabilità delle nuove disposizioni ai dipendenti del comparto unico regionale, sul cui stato giuridico ed economico appunto insistono le competenze legislative regionali costituzionalmente sancite. Questo peraltro non poteva significare il disinteresse da parte della Regione rispetto ad una nuova disciplina che, quand'anche non direttamente applicabile, ha segnato una svolta nella regolamentazione di istituti fondamentali del rapporto di impiego alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, finalizzata a rendere più efficiente la macchina amministrativa, incidendo sul fenomeno dell'assenteismo. Ciò ha determinato l'avvio di un percorso, condiviso in linea generale con le parti sociali, scaturito nell'approvazione, da parte della Giunta regionale, di un disegno di legge, attualmente all'esame della competente Commissione consiliare, che, come detto nella relazione illustrativa, intende riaffermare le competenze statutarie della nostra Regione, adeguando la normativa statale al contesto di riferimento e salvaguardando la contrattazione collettiva che nel nostro sistema è sganciata dal piano nazionale, posto che opera in Valle d'Aosta un'Agenzia autonoma di relazioni sindacali che dialoga contrattualmente con le organizzazioni presenti sul territorio in rappresentanza della Regione e degli altri enti del comparto. Per l'esame puntuale del provvedimento legislativo, che si occupa anche degli istituti del collocamento a riposo e del trattamento di servizio, si ritiene opportuno rinviare l'approfondimento all'esame che sarà condotto dapprima dalla Commissione competente e successivamente da questo Consiglio. Si può tuttavia dire che l'intento della Regione è quello di assicurare un equilibrato bilanciamento tra l'esigenza di migliorare l'azione degli enti pubblici locali e di ridurre gli sprechi con quella di salvaguardare il diritto alla salute, che deve essere tutelato e garantito senza discriminazioni anche per i lavoratori del comparto pubblico e di non svuotare, come invece sembra voler fare il legislatore nazionale, i contenuti e il senso della contrattazione che negli anni ha dato prova di funzionamento efficiente nella regolazione dei rapporti di lavoro con gli enti del comparto regionale.
Quanto all'applicazione da parte del Comune di Aosta delle norme del "decreto Brunetta", va detto anzitutto che si tratta di scelte autonome dell'ente, probabilmente conseguenti ai primi dubbi interpretativi ed applicativi emersi in merito ad una riforma operata a livello nazionale. In ogni caso, effettuata la scelta, alla luce delle valutazioni tecniche condotte, di procedere all'adattamento della normativa statale nell'esercizio delle competenze regionali in materia, la Giunta ha condiviso con gli enti locali il percorso conclusosi con l'approvazione del disegno di legge regionale, il cui ambito di applicazione si prevede esteso anche agli enti locali, onde assicurare all'intero comparto regionale del pubblico impiego uniformità di regole e di trattamento. Questo mi sembra un fatto importante, altrimenti si rischiava di avere una dicotomia fra quello che è pur nel comparto unico la parte regionale rispetto a quella degli enti locali.
Merita un cenno la posizione assunta, a cui si faceva riferimento, con dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa, dal Ministro Brunetta sulla scelta della Regione di esercitare le proprie competenze e regolare in maniera autonoma la materia sulla quale è intervenuto il legislatore statale. Al di là della considerazione di merito, spetterà poi all'intero Governo decidere sull'eventuale intervento nei confronti della norma, che poi verrà portata all'attenzione del Consiglio e si vedrà la portata e il perché è stato predisposto. Credo sia importante rilevare che l'adattamento a livello locale delle norme statali si rende necessario anzitutto dal punto di vista tecnico in quanto la Valle d'Aosta, come ricordato, proprio in virtù della competenza in materia di stato giuridico del proprio personale, ha una propria Agenzia di relazioni sindacali e propri contratti significativamente diversi da quelli operanti a livello nazionale e nelle restanti pubbliche amministrazioni. Differenziazioni che riguardano anzitutto i trattamenti economici, legati alle particolarità valdostane, e alle indennità accessorie di cui la normativa statale prevede la decurtazione nei primi dieci giorni di assenza per ridurre l'assenteismo e per risparmiare sulla spesa pubblica. Il fatto è però che nell'attuale sistema di contrattazione locale, rispetto alle previsioni dei contratti nazionali, le indennità accessorie nel nostro contratto sono più limitate nel numero: la diretta applicabilità della norma statale risulterebbe scarsamente efficace proprio sul fronte dei risparmi a meno che, come è previsto nel disegno di legge regionale, non si intervenga sui contratti regionali per individuare puntualmente le voci retributive oggetto di decurtazione nei casi di assenza.
Avrete occasione di esaminare il disegno di legge e credo che risulti abbastanza evidente nell'ambito della regolamentazione dell'articolo 71, perché, come correttamente ha detto il collega Lattanzi, qui, rispetto alla legge n. 133, quindi la modifica del decreto-legge n. 112, che crea uno stravolgimento in tanti settori e che sicuramente nell'ambito del risparmio non si limita al discorso del pubblico impiego, ma va a toccare un'altra serie di interventi... ma solo riferendosi all'articolo 71 noi abbiamo modificato sostanzialmente due cose: la prima è il problema delle visite, l'orario delle visite mediche, l'orario entro cui questo deve essere fatto, seguendo un aspetto di buon senso e una logica che vuol dire dare la possibilità a chi è nella situazione di malattia di poter avere comunque quell'orario... non solo un'ora per poter accedere ai servizi. Per il resto le valutazioni sono sulla parte accessoria, quindi intervenendo nella stessa direzione che si voleva attuare da parte del legislatore, ma intervenendo tenendo conto del nostro comparto. In poche parole la chiave di lettura che qualcuno ha voluto dare: "bene, si proteggono i fannulloni" credo non stia in piedi e lo vedremo nel momento in cui analizzeremo il disegno di legge, perché esso è stato oggetto di un approfondito esame prima che la Giunta potesse approvarlo: è stato esaminato con le forze sindacali, con gli enti locali, con tutti quelli che erano interessati. Vi è stata anche una sollecitazione per far sì che lo stesso trattamento, come abbiamo fatto nell'ambito del comparto unico fra la parte regionale e la parte degli enti locali, potesse estendersi... quindi dare un indirizzo di estenderlo anche al sistema scolastico e al sistema sanitario, altrimenti si creerebbe una disparità di trattamento. Se ci deve essere correttezza nell'intervento e se si deve - come riteniamo sia giusto - far sì che adeguatamente si possa evitare che vi sia da parte di qualcuno una situazione di utilizzo della struttura pubblica, o comunque della sua presenza o non presenza nell'ambito lavorativo, crediamo che vada esteso a tutti. Abbiamo detto di più, in accordo con le forze sindacali, perché quando vedrete la legge... la legge può solo essere applicata al personale del comparto unico, perché quello è il limite della competenza; per quanto riguarda la scuola e la sanità, non va a toccare questi due reparti...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... nemmeno la sanità. L'indirizzo allora è quello che si applichi anche a questi due settori, perché hanno un contratto che non è quello del comparto unico. Questo per dire che l'indirizzo va sicuramente nell'ambito di un controllo, un monitoraggio, un'attenzione a far sì che non vi siano episodi strani o di malcostume. A questo proposito lo abbiamo detto anche in tempi non sospetti che sul problema del controllo delle presenze si stanno attuando tutti i meccanismi e fra poco verranno messi in atto da parte dell'Amministrazione: i badge famosi per il controllo della presenza e quello che è necessario. L'indirizzo che l'Amministrazione regionale ha preso è stato di attivare dei meccanismi di giusto adeguamento nelle proposte, tenendo conto dei meccanismi del comparto unico a livello regionale, che ha la competenza specifica nell'ambito dell'ordinamento statutario. Queste sono le proposte che andremo a discutere fra poco e che vanno nella direzione di evitare che succedano certi episodi.
Voglio sottolineare che, per quanto riguarda l'applicazione, alcune Regioni a statuto speciale, rispetto alla percentuale di assenze non hanno nemmeno risposto al Ministero, noi su questo non abbiamo avuto dubbi, abbiamo risposto, quindi abbiamo dato puntualmente gli accertamenti ad oggi. Abbiamo già predisposto la stessa scheda anche per altri enti, in modo che sia possibile fare la verifica di tutto quanto accade in Valle d'Aosta, mi sembra che vi sia un comportamento di leale collaborazione, come dovrebbe esserci fra Stato e Regione, nell'ambito di un concetto che in questo caso va a toccare per una parte anche la contrattazione che dovrebbe essere vista in un'altra sede. Per quanto riguarda le competenze, le abbiamo esercitate tutte e le porteremo all'attenzione. Il tutto va nella direzione auspicata di una maggiore attenzione al funzionamento della macchina pubblica.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Intanto volevo solo chiarire che la richiesta di chiarimento rispetto alla sua presenza o meno era solo per l'organizzazione dei lavori, la facevo al Presidente del Consiglio.
Altra questione di premessa: anche se vi rubo qualche secondo, vorrei dire al collega Agostino che se ho detto delle inesattezze rispetto al fratello assente di Guido Grimod, dipendente regionale che sciava durante l'orario di lavoro, se ha qualcosa da dire, si alzi e lo dica, se non è vero, lo dica! Mi risulta che invece è vero e ci sono delle denunce alla Procura della Repubblica. Dopodiché andiamo avanti, perché questo è stato uno dei casi di malcostume, purtroppo non è l'unico e non è il solo ed è di questo che stiamo parlando.
Stiamo vivendo momenti difficili, momenti nei quali le persone, le famiglie, quelle normali, il famoso ceto medio fa fatica ad arrivare alla fine del mese - non i ceti bassi, ma i ceti medi - e, quando guarda alla propria busta paga, vede che il 43% del proprio stipendio va in trattenute affinché l'apparato pubblico funzioni e poi va agli enti pubblici e le cose non funzionano. È chiaro che, quando c'è "la trippa per i gatti", tutti sono contenti, ma, quando c'è un momento di crisi e bisogna "tirare la cinghia", le persone sono meno disponibili agli sprechi; questo è un fatto che si sta rilevando anche - ne parlavamo a pranzo - con tutte le industrie. In tutte le industrie, quando le "vacche grasse" ci sono, si divide, magari si è più larghi con i cordoni delle borse, quando i momenti sono di crisi, si tende a rendere più efficiente la macchina e a ridurre gli sprechi ed è quello che questo Governo nazionale ha fatto.
Qual è la nostra preoccupazione, Presidente? Intanto prendo atto che è in itinere un disegno di legge regionale sulla cui legittimità, come lei giustamente ha premesso, ci saranno momenti e tempi diversi per discuterne anche con il Governo, con la Presidenza del Consiglio dei ministri, ma lei ha parlato di due aspetti: quello di forma e quello di sostanza. Sulla forma mi fermerei alla valutazione della legge n. 13 che faremo in Commissione e poi in Consiglio, ma sulla sostanza, Sant'Iddio, ogni volta che parliamo di una legge nazionale, perdiamo un'occasione come Regione per fare una legge migliore di quella che lo Stato fa. Intanto arriviamo dopo, è un dato di fatto che arriviamo dopo, perché, in merito al controllo delle assenze per malattia, la Regione Valle d'Aosta - che lei dice avere prerogativa e autonomia legislativa - non ha ancora fatto il provvedimento e siamo l'11 novembre. Lo ha fatto il famigerato Stato-Governo, che ha emanato una legge che è in vigore dal 25 giugno e, in assenza di legge regionale, bisognerebbe spiegare agli enti locali che è in vigore una legge nazionale, dal 25 giugno, che in questa Regione non è stata applicata da nessuno! Non mi venga a raccontare che il Comune di Aosta ha la sua autonomia, tale Comune, come tutti gli enti, la Regione compresa, non ha autonomia se non c'è una legge di rango regionale, ma si deve allineare alla legge nazionale che è in vigore dal 25 giugno, ma ci torneremo su questo, perché, come dice lei, è ancora forma, anche se io la considero già sostanza. Infatti se avessimo veramente utilizzato la nostra autonomia per legiferare su questo specifico argomento: l'efficienza dei dipendenti pubblici, avremmo meno gente che va a sciare a Pila durante l'orario di lavoro e meno gente che si fa finti certificati per starsene a casa 10-15 giorni per andare a fare le vigne, piuttosto che il fieno o altre cose che noi sappiamo in questa Regione succedono. Infatti, come si è appena parlato che si doveva forse applicare in Valle d'Aosta il "decreto Brunetta", 35 su 100 che erano in malattia sono rientrati a lavorare in tempo zero, quindi vuol dire che stavamo pagando della gente che era inopportunamente a casa, ma questo il cittadino valdostano lo sa quando viene in Regione a chiedere dei certificati, quando va nei Comuni piuttosto che nelle comunità montane, quando va negli enti pubblici e le pratiche ci mettono delle settimane se non dei mesi prima che gli arrivi una risposta! Il cittadino sull'inefficienza della macchina pubblica lo sa che funziona così e poi carica di reclami quel 70% di gente che in queste amministrazioni lavora tanto e che purtroppo è lì e si prende i rimbrotti per colpa di quelli che sono a casa a farsi gli affaracci propri!
Noi cosa auspichiamo, Presidente? Che questa Regione faccia uno scatto avanti, superi il Ministro Brunetta, dica: "va bene, in Valle d'Aosta non solo applichiamo questo, ma magari lo estendiamo a tutti quei comparti come scuola, sanità, che non sono compresi in questo articolo 71" e magari anche ai dirigenti della Regione, perché no? Visto che Brunetta non ha avuto il coraggio di mettere i dirigenti dei Ministeri, perché non andiamo ad allargare "il Brunetta" a tutti i dirigenti della Regione, che c'è gente che lavora due giorni e tre giorni non c'è, non timbra, va e viene, fanno i consulenti esterni e prendono stipendi da dirigenti regionali tutti i giorni dal mattino alla sera con tanto di straordinari quando gli straordinari non li fanno? Questo ci aspettiamo dalla Regione autonoma Valle d'Aosta, questo vorremmo orgogliosamente dire a quelli che abitano da Pont-Saint-Martin in giù: che la Valle d'Aosta è più avanti del Ministro Brunetta, è più efficiente di lui, manda a casa quelli che vanno a sciare durante l'orario di lavoro, manda a casa quelli che producono falsi certificati e vengono scoperti in bicicletta, mentre dovrebbero essere a casa! Lei poi entra nel merito e dice: "noi in realtà recepiamo questo decreto, lo faremo alla valdostana", ma poi cosa facciamo? Cambiamo poco, diamo un'ora in più di aria all'ammalato per accedere ai servizi, non rendiamo obbligatoria la visita - questo lei non lo ha detto, lo dico io -: nel vostro disegno di legge non è più obbligatoria la visita al primo giorno del medico, perché costa troppo la visita del medico, non è efficiente... ma cosa c'entra se costa troppo o costa poco? Lo vedremo quando discuteremo la legge! Intanto chi è ammalato a casa, le do una bella notizia, non esce! Non ha bisogno di una o due ore, se è ammalato, è a casa...
un Consigliere (fuori microfono): ... allora perché gli togli lo stipendio...
Lattanzi (PdL) - ... non gli togliamo lo stipendio, gli togliamo gli accessori, che è diverso, e anche qui voi della Sinistra state facendo demagogia! Siccome non avete avuto il coraggio di fare la riforma del pubblico impiego e la dobbiamo fare noi, perché è impopolare, perché i fannulloni che vi votano non vi avrebbero votato più, invece noi non ci votano e ci va bene che i fannulloni continuino a non votarci, perché le persone che votano noi sono quelle che lavorano, si "tirano su le maniche" e si "incavolano" quando il loro compagno di scrivania è assente per finta malattia e tutti lo sanno, sanno anche dov'è, in quale vigna, in quale collina... ecco la differenza fra noi del Centro-Destra e voi del Centro-Sinistra che difendete i fannulloni! Perché ormai voi siete diventati il partito della difesa della casta dei privilegiati, di quelli che non lavorano, di quelli che rubano lo stipendio, di quelli che, avendo acquisito i diritti, non hanno nessun dovere, sono pagati e non hanno nessun dovere! Noi immaginiamo un mondo diverso, un mondo dove chi prende lo stipendio non lo ruba e lavora per le ore che è pagato e rende efficace questa macchina, altrimenti se non rendiamo competitiva la macchina della burocrazia, non possiamo rendere competitivo il mercato del lavoro, non possiamo essere efficienti per i cittadini che pagano un servizio, non riusciremo mai a ridurre le tasse che è la prima cosa che i cittadini chiedono. Ridurre le tasse negli stipendi, nelle pensioni e nel lavoro autonomo, perché solo così possiamo rimettere in moto il famoso motore economico di questa Regione, che è inferiore al più basso PIL d'Europa: quello italiano. L'Italia è agli ultimi posti del PIL e la Valle d'Aosta è al di sotto addirittura dell'Italia, ma noi paghiamo tasse come la gente di Torino e di Milano, ma i servizi che hanno là noi qui non ce li abbiamo! Abbiamo molte cose che vanno bene, ma abbiamo una spesa noi cittadini valdostani, abbiamo un impatto del numero di dipendenti pubblici sui cittadini che lavorano che non esiste in Europa! Altro che modello da portare ad esempio per il federalismo fiscale! Ma se qui facciamo il federalismo fiscale di venti Valle d'Aosta, l'Italia cappotta in un mese, perché non avremo neanche i soldi per pagare le tredicesime, altro che modello economico fiscale!
Auspichiamo allora, Presidente, visto che il disegno di legge è in itinere, che lei non faccia un brodino del "Brunetta", lei faccia un "Brunettone", un bel "decreto Rollandin" che dice non solo che il "Brunetta" è da applicare in toto, ma che lo amplia a tutti i comparti dell'amministrazione pubblica, a tutti quelli che prendono stipendi pagati dalle tasse dei cittadini, perché noi dei fannulloni siamo veramente stufi! E quelle 14.000 preferenze che lei ha preso qualche mese fa le ha prese, si ricordi, sulla stanchezza della gente che vedeva amministrare questa casta di politici, una casta di privilegiati! Non si faccia portatore della casta dei privilegi, si faccia portatore della stragrande maggioranza, che è il 70% di questa popolazione che lavora e "si tira su le maniche" nel pubblico e nel privato, nel lavoro autonomo e nella libera professione. Questo lei ha detto in campagna elettorale, lei proponeva un cambiamento, lei ha preso 14.000 preferenze, perché è l'uomo del cambiamento; non si allinei ai suoi predecessori, faccia un cambiamento, abbia il coraggio e noi saremo con lei!
Président - Le Conseiller Agostino a demandé la parole, mais je voudrais savoir pour quelle raison.
Agostino (UV) - Per mozione d'ordine su quanto ha detto il collega Lattanzi, trovo che non sia proprio tutto giusto quello che ha affermato, quindi vorrei correggere alcune cose dette.
Presidente - Credo non sia il caso andare ad aprire una discussione che... procediamo con l'ordine del giorno. Non facciamo diventare questo il luogo di diatribe personali, ognuno è responsabile di quello che dice...
Agostino (UV) - ... devi dire tutto, non solo il Sindaco... per screditare... non è corretto!