Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 173 del 12 novembre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 173/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in ordine all'adozione di procedure di fusione o di ridimensionamento delle strutture organizzative delle società partecipate dalla Regione".

Interpellanza

La L. 27 dicembre 2006, n. 296, (legge finanziaria 2007), contiene disposizioni di principio finalizzate al contenimento della spesa pubblica regionale fissando (articolo 1, c. 721) un termine di sei mesi affinché le Regioni provvedano ad adottare disposizioni, normative o amministrative, tra l'altro, allo scopo di:

- sopprimere gli enti inutili;

- procedere alla fusione delle società partecipate;

- ridimensionare le strutture organizzative;

Ricordato come alla Regione Valle d'Aosta siano riconducibili quarantotto società direttamente o indirettamente partecipate, collegate e controllate, di cui ben diciotto nel solo settore degli impianti di risalita;

Rilevato come le norme in questione costituiscano, per espressa previsione di legge, "principio fondamentale di coordinamento della finanza pubblica" (articolo 1, c. 722), applicandosi perciò anche alle Regioni ad autonomia speciale, ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119 Cost. e come alle stesse fosse collegato un obiettivo di risparmio quantificato in un miglioramento dei saldi finanziari dei bilanci regionali del 10% rispetto ai saldi dell'anno precedente;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale per sapere se:

1) per quali e quante società partecipate si è dato o si intenda dare corso a procedure di fusione;

2) per quali e quante di esse vi siano state o si intendano attuare iniziative di ridimensionamento nelle loro strutture organizzative.

F.to: Louvin

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - La mappa delle società controllate e partecipate regionali ha preso, in questi ultimi anni, un'ampiezza assolutamente notevole. Abbiamo ormai quasi 50 società che sono fortemente - se non totalmente - condizionate dalla Regione Val d'Aosta che sviluppano un'attività che copre l'insieme dei settori economici della Regione con pochissime eccezioni: dai trasporti all'energia, all'informatica, alla logistica, al settore alberghiero... siamo presenti come Regione per il tramite di queste società a tutto campo.

Abbiamo avuto, proprio in questi ultimi giorni, la possibilità di approfondire con il Presidente di Finaosta anche la rete ulteriore di collegamento, non quella che passa direttamente dalla Regione alle società, ma quella mediata da Finaosta, e di fare in quella sede delle prime valutazioni che ci portano a considerare tutta la necessità di mettere mano ad una riorganizzazione delle partecipazioni regionali. Abbiamo l'impressione che si sia proceduto nel corso del tempo in modo stratificato, abbiamo continuato ad accumulare iniziative e strumenti operativi senza che sia giunto il momento, o che si sia voluto cogliere l'opportunità di un momento di crisi economica per un riordino complessivo del settore. Credo che l'occasione che ci viene da alcune indicazioni prospettiche della finanziaria dello Stato potrebbe essere di qualche interesse, perché abbiamo di fronte a noi una macchina nella quale - come ci diceva il Presidente di Finaosta - non sempre la stessa società controllante ha le opportune informazioni sulle singole controllate. Non vorremmo che tutto questo si trasformasse non solo in un grande dispendio di energie e di soldi, ma anche in una improduttività complessiva di sistema, con un versante particolare che a noi preme mettere in evidenza che è quello del settore funiviario, dove ad oggi operano circa 16 società che hanno nella Regione - tramite Finaosta - il principale azionista o uno dei principali azionisti. Su questo credo sia interessante conoscere l'opinione della Giunta regionale, per sapere come intende muoversi, se segue una politica di quieta non movere oppure se ha intendimenti di razionalizzazione.

Ripeto, partiamo da una necessità di ottimizzazione delle risorse finanziarie, di minor dispendio, ma guardiamo soprattutto nella logica di un miglior governo di sistema delle partecipazioni regionali che, a nostro modo di vedere, si sono molto appesantite in questi ultimi anni e che richiedono una strategia di semplificazione e di riordino.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Credo che la questione posta abbia un peso e una rilevanza notevole nell'ambito di quello che è, da un lato, il momento contingente che ha messo in evidenza una serie di possibilità legate al fatto di avere dei mezzi di intervento come quello della Finaosta, che in qualche modo può essere uno strumento operativo di intervento in alcune fasi; dall'altro, credo che al di là di quanto diceva la finanziaria del 2007, quindi datata, ma che andava in una direzione legata ad una semplificazione in alcuni settori di una serie di strumenti generici... chiaramente qui non si parlava, come è stato detto nella "296" del 27 dicembre, cioè la finanziaria 2007, di sopprimere gli enti inutili e procedere alla fusione delle società partecipate e ridimensionare le strutture organizzative... credo che su questo, anche nel momento in cui c'è stata la presentazione degli intenti, si era detto che c'era un'adesione concettuale, nel senso che là dove è possibile, questa operazione va nella direzione condivisa. Tornando alla nostra situazione, stiamo vedendo come la crisi economica abbia accelerato alcuni processi oppure obbligato ad utilizzare la partecipazione in una serie di società in modo più efficace, cioè deve esserci un intervento che non è solo di guardare il bilancio preventivo e vedere se ha perso, come è successo in tante occasioni, dove ci si accorge che la società perde, la società non guadagna come dovrebbe.

Credo che guardando anche quello che sta succedendo soprattutto nel nord Italia, dove le finanziarie hanno un ruolo molto importante, le partecipazioni, qui - è stato ricordato - sono in un numero che è di 50 società partecipate, che è già un numero importante, ma... se guardiamo a quello che succede in Lombardia o in Veneto, vediamo che lo stesso problema ha avuto negli ultimi tempi un'accelerazione e sono aumentate le società partecipate con scopo, cioè giustamente la partecipazione è legata ad una situazione di sostegno ad una serie di difficoltà che le imprese hanno evidenziato, soprattutto negli ultimi tempi, e questo è nella cronaca.

Oggi riteniamo che, soprattutto per quanto riguarda le società di impianti a fune - non so se è stato detto anche da Cilea durante l'audizione -, da parte della Giunta c'è stata la richiesta di un approfondimento su tutte le società per fare il punto della situazione e delle prospettive nei singoli settori, tenendo conto anche di aspetti contingenti, aspetti che - come è stato ricordato in altre occasioni - sono legate anche alle prospettive di alcune situazioni logistiche e climatiche che devono essere prese in considerazione per gli interventi necessari, perché non dimentichiamo che nell'ambito delle società funiviarie ci sono progetti di intervento notevolissimi che devono essere esaminati per vedere qual è il tipo di intervento necessario (di questo parlerà l'Assessore, quando avremo la possibilità di avere collegato lo studio che la Finaosta ci produrrà con le iniziative che a tale scopo verranno intraprese).

Ad oggi non abbiamo ritenuto di provvedere a delle fusioni o incorporazioni delle società partecipate neppure nell'ambito funiviario, dove tengo a precisare che l'unico aspetto che andava un po' nella direzione era la costituzione della SISKI che aveva un ruolo di sostegno dell'insieme, di coordinamento dell'informatizzazione nel sistema di distribuzione di skipass e, anche lì, il ruolo è da verificare con quale attualità si pone nell'ambito delle esigenze del sistema funiviario. Il problema è stato sollevato nel momento in cui... ad esempio, nella zona di Valtournenche abbiamo la società Cervino e la società Cime Bianche; non dimentichiamo che la società Cervino partecipa anche alla società Cime Bianche (sia pure per una parte molto limitata). Il problema in questo ambito a breve si porrà per fare una valutazione se e quando creare le premesse per un intervento che vada in una collaborazione più stretta che possa avere degli esiti da valutare zona per zona; per le altre questo non si è evidenziato. Teniamo conto che è in questi primi mesi che una valutazione è stata fatta, ma possiamo dire che per tutti i Consigli di amministrazione - che è l'altro punto che si voleva evidenziare con l'interpellanza: "si intendano attuare iniziative di ridimensionamento nelle loro strutture organizzative" -, quindi in tutte le società là dove c'è stato negli ultimi mesi un intervento a livello di Consigli di amministrazione, c'è stato un ridimensionamento del numero del Consiglio di amministrazione ed una riorganizzazione conseguente: a partire dall'Autoporto, siamo passati da 8 a 5, nella STV a 3, nella Cervino siamo passati da 11 a 5, Funivie Champorcher da 9 a 5, La Pila a 5 componenti, la SAGIT - che sarà di nomina di questi giorni - passerà da 7 a 5, la Gran Paradiso da 11 a 5.

Voglio sottolineare che è necessario per altre società, sempre partecipate, un intervento anche legislativo, perché era in legge il numero dei componenti, quindi deve essere modificato, per ridurlo, facendo ricorso alla legge. Questo per dire che condividiamo il fatto che ci sia a questo livello una semplificazione del quadro, una riduzione dei Consigli di amministrazione con conseguente ritocco degli emolumenti e un miglior collegamento parlando delle società funiviarie fra di loro, quindi sul sistema nel suo insieme con le valutazioni che abbiamo detto. Sulle altre società partecipate in settori produttivi o in settori energetici, anche lì dobbiamo dire che nei settori energetici abbiamo diverse partecipazioni con quote di minoranza, molte legate ai Comuni, quindi la cosa va vista con le collettività locali per vedere come è da intendersi. Voglio ricordare il teleriscaldamento a Morgex, là dove il problema è particolarmente delicato, per cui va valutato caso per caso per analizzare le singole situazioni e vedere come intervenire.

Credo, nell'insieme, che l'indirizzo sia quello prospettato e credo che le richieste di chiarimento intendessero vedere se era condiviso questo intento, quindi non possiamo che ribadire che su questa linea si andrà, ma con un minimo di ragionamento e con una possibilità di un confronto sia con Finaosta, da cui attendiamo alcune relazioni, sia con gli enti locali, con cui molte sono coinvolte, sia con le imprese interessate che dovranno dare dei chiarimenti nell'ambito della modalità di affrontare, con questo tipo di partecipazione, la crisi; per sapere, cioè, se questo è utile e come, oppure se ci sono altri strumenti che saranno posti alla valutazione del Consiglio, perché per quanto riguarda il comitato di crisi c'è questo doppio tavolo politico e tecnico che dovrebbe essere la base per sviluppare gli strumenti da portare all'attenzione di tutte le forze politiche.

Sperando di aver risposto almeno sugli indirizzi, ringrazio.

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Questo è un nodo che abbiamo di fronte e che ci imporrà nei prossimi mesi e nei prossimi anni di tornare sull'argomento del riordino delle controllate regionali. Non dubitavo che ci sarebbe stata quella che il Presidente ha chiamato "un'adesione concettuale", non solo per le dichiarazioni che ha fatto in aula al momento della presentazione della sua Giunta, quanto perché sarebbe difficile e forse improponibile in questo momento dire l'opposto... sa di scontato e di lapalissiano.

Quello che non ci è ancora chiaro - perché forse non c'è ancora - è l'indirizzo preciso che prenderà la Giunta regionale che mi sembra voler agire più per singoli casi, in relazione a singole situazioni, che non con un disegno chiaro, condiviso con questo Consiglio. Nei momenti di avvio della legislatura si era riparlato, era ritornato in auge il discorso della holding delle società funiviarie, cosa che sembra porre anche delle difficoltà, non sembra essere una soluzione di facile praticabilità. Nondimeno credo che sia sotto gli occhi di tutti che abbiamo un frazionamento che non solo aumenta i costi, e qui fare la potatura di qualche posto nei Consigli di amministrazione, per quanto doveroso e necessario, non risulta risolutivo, risulta penalizzante per la Regione nel suo complesso avere una situazione nella quale si moltiplicano i centri decisionali organizzativi e si perde una visione di insieme.

Non conoscevamo la questione di una rivisitazione dell'assetto della SISKI, come è stato annunciato, e non ne ho esattamente contezza, ma credo che di questa e di altre questioni dovremmo farci carico per un approfondimento ulteriore. Qui è in gioco l'efficienza e l'efficacia della nostra azione in campo economico; al momento la percezione che abbiamo è di inadeguatezza del sistema nel suo complesso e ancora di provvisorietà, di precarietà delle risposte che ci ha dato il Presidente, che dà conto della percezione della situazione, ma non ancora di un indirizzo a noi particolarmente chiaro; per cui, sulla questione, sicuramente nei prossimi mesi ritorneremo.