Oggetto del Consiglio n. 158 del 23 ottobre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 158/XIII - Interpellanza: "Iniziative per trasmettere ai giovani il valore del rispetto della dignità umana".
Interpellanza
Ritenuto che la nostra sia una società complicata ed inquieta, ma che non possa essere definita razzista;
Preoccupati del pesante clima di intolleranza che si sta diffondendo nel Paese e dei numerosi episodi di violenza, di xenofobia e di razzismo;
Considerato che sia il Papa, Benedetto XVI sia il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso del recente incontro del 5 ottobre 2008, hanno parlato di "un'emergenza educativa" da considerare come capacità di trasmettere alle nuove generazioni valori positivi come quello dell'accoglienza, del dialogo, della solidarietà dell'attenzione all'altro;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Assessore regionale all'educazione e alla cultura per conoscere:
1) se non ritiene opportuno prendere in considerazione specifiche iniziative per trasmettere alle giovani generazioni il valore del rispetto della dignità umana come conquista per il superamento del razzismo;
2) se questo tema di grande rilevanza educativa, di impegno concreto e di battaglia culturale può essere terreno di impegno comune tra le istituzioni scolastiche e le realtà e movimenti di credenti e non credenti impegnati nel sociale e nel volontariato.
F.to: Rigo
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Cari colleghe e cari colleghi, è di 70 anni fa in questi giorni la pubblicazione del Manifesto della razza, di Interlandi, Landra, Cipriani e Pende: un documento in cui viene esplicitata l'elaborazione del razzismo biologico, piuttosto che quello spirituale. Il manifesto è stato uno degli strumenti di propaganda della campagna svolta dalla politica per bonificare la razza, contro i pericoli di degenerazione che sarebbero venuti dalla mescolanza soprattutto con gli ebrei o i negri.
Ricordare questo pezzo di storia è importante per riconoscere che in una società complicata ed inquieta come la nostra non è il razzismo, categoria che rischia l'astrattezza, che va enfatizzato, ma è la diffusione crescente di atti di razzismo, che va considerato come una minaccia e risolutamente contrastata. Non la teoria, quindi, ma la pratica.
Del resto, alla domanda "sei razzista?", pochi per ora rispondono di sì. Il tema non è ancora oggi e speriamo non lo sia mai l'odio razziale; può peggiorare, ci sono tutti i sintomi, ma la questione adesso è l'assuefazione ad un linguaggio e ad un comportamento spesso violento, sciattamente violento e gradasso che si fonda sulla paura dell'invasore straniero, quello che ti toglie il lavoro, che ti ruba in casa, che si prostituisce sul tuo marciapiede e diminuisce così il valore dell'immobile di cui sei proprietario e in cui vivi, ed a volte lo dicono anche i sindaci di sinistra.
Ma vedete, chiunque dentro a se stesso e partecipi alla vita pubblica, non può fare a meno di notare atteggiamenti, comportamenti e parole o pensieri che tradiscono le difficoltà del rapporto con l'altro, con il diverso, perfino al di là delle intenzioni. Oggi il sentimento prevalente della società occidentale è la paura - ce lo diceva prima l'Assessore Pastoret - paura della globalizzazione, della crisi economica, della catastrofe ambientale, del terrorismo, delle idee degli altri, ed è anche per questo che prosperano certe idee politiche piuttosto di altre, che invece si alimentano della grande speranza e non della paura. Tutto questo ha orientato in senso egoistico lo spirito del nostro tempo.
Vedete, ho avuto nel passato come tanti giovani della mia generazione esperienze ed impegno in movimenti e gruppi extraparlamentari (allora si diceva così); adesso sono un riformista, un convinto assertore del confronto, del dialogo, non dico cose estremiste, metto in guardia perché quello che vedo mi preoccupa. Ecco perché di questo tema non ho voluto farne una mozione. Non mi interessa coinvolgere il Consiglio in un dibattito accademico o, peggio, demagogico; mi interessa invece costruire un progetto, un percorso in particolare con il mondo della scuola. É importante ricordare e salvaguardare la memoria storica, perché nella storia della società moderna ogni volta che si intreccia una crisi sociale, una rottura della convivenza civile con una crisi delle istituzioni, si sono vissuti sempre i tempi più bui. Prendo spunto da quanto dichiarato in queste settimane dall'arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, a proposito dell'episodio capitato a quella ragazzina immigrata di Varese sull'autobus. Dice: "La discriminazione esiste e quando colpisce i giovani nella loro età più fragile, le conseguenze non sono solo per loro, ma per l'intera società possono essere devastanti". Intervenendo criticandola, a proposito della mozione approvata dalla Camera dei deputati sulle classi separate per gli alunni stranieri, il prelato ha auspicato invece adeguate politiche per la integrazione dicendo: "Un indicatore molto importante del grado di inserimento dei giovani, è la loro integrazione nel sistema formativo del paese di residenza". Ma, ahimè, quello che ci viene proposto sono la classi-ponte del Carroccio: esistevano già qualche anno fa nel Sudafrica delle discriminazioni, la stessa parola apartheid significa in lingua boera sviluppo separato.
Ma torniamo all'interpellanza. Ci sono momenti in cui il mondo della cultura, della scuola, deve far sentire la sua voce forte e unanime. Bisogna, a nostro avviso in ogni dove, anche se non ci vivesse neppure un immigrato, lanciare dalla politica, dalle istituzioni un grande segnale di rifiuto della violenza e dell'aggressione al diverso che stanno inquinando la nostra convivenza civile. Da sempre la Valle d'Aosta si è distinta per un approccio innovativo verso l'educazione degli studenti migranti, seguendo la strada dell'intercultura, a partire proprio dagli asili nido, e mi piace per esempio ricordare il Progetto Cavanh, strada che va ancora incentivata di fronte all'aumento costante della presenza di studenti migranti nelle scuole. Ma nell'interpellanza vorrei, a nome del gruppo del Partito Democratico, chiedere all'Assessore Viérin di andare oltre: lo impongono i valori in gioco. L'Assessore, ne sono certo, ne è cosciente e consapevole. Ho apprezzato il fatto - e glielo ho anche detto - che la piccola Valle d'Aosta si fosse ricordata, attraverso una mostra fotografica ed una conferenza, dell'anniversario della tragedia delle torri gemelle. La nostra regione, seppure piccolissima, non può infatti chiudere gli occhi di fronte a tragedie dell'umanità, e allora di fronte a un avvelenamento profondo della nostra società l'appello contenuto nell'interpellanza è rivolto a chi, proprio all'Assessore in primis, sta operando nella cultura, nell'arte, nell'educazione dei giovani e combatte quotidianamente per la crescita spirituale di tutti. Il razzismo trova proprio nella cultura, nell'educazione, nella scuola, il suo più naturale antidoto. Ai giovani, agli adolescenti, attraverso e con la scuola, bisogna restituire l'utopia e la speranza del futuro. Ecco perché in questo 2008, che è l'anno europeo del dialogo interculturale, chiediamo attraverso il suo Assessorato una riflessione sui temi legati alla lotta contro ogni forma di discriminazione e di razzismo, e di costruire insieme ad altri soggetti, credenti e non credenti, occasioni di formazione e di approfondimento per chi opera nella cultura e nell'educazione.
Le forme di discriminazione sono spesso sostenute dal pregiudizio che le culture, soprattutto quelle degli altri, siano immutabili, ereditarie, chiuse in se stesse, cioè entità coincidenti con le etnie o le razze. É una idea di cultura che separa, impedisce la comunicazione, favorisce la divisione gerarchica del mondo e serve a giustificare le ingiustizie e le discriminazioni. Rispondendo a una lettera sugli episodi di razzismo, la direttrice della Unità, Concita De Gregorio, ha scritto: "Il futuro è la condivisione. Le genti si mescolano: aiutiamo a separare il bene dal male, non il bianco dal nero, proviamo ad esercitare il pensiero, persino il pensiero complesso. É un buon esercizio in sé oltretutto. I bambini sanno farlo, è crescendo che si sciupano. Aiutiamoli, è meglio e per giunta doveroso. Non c'è alternativa". Grazie.
Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Laurent Viérin.
Viérin L. (UV) - Merci, M. le Président. Avant tout je voudrais dire que nous partageons entièrement ce que M. Rigo a dit; entre autre ce qu'il expose aujourd'hui s'insère parfaitement non seulement dans le sillon de ce qui a été fait en Vallée d'Aoste depuis toujours, car notre région a depuis toujours été une terre d'intégration, mais aussi sur les lignes et les politiques de cette année et des années futures, qui distinguent l'Assessorat à l'éducation et à la culture.
Nous avons présenté dernièrement la saison culturelle, nous avons présenté la saison des expositions, nous avons présenté une initiative qui s'appelle "Ottobre piovono libri", où nous avons parlé des plus petits, du rôle du livre et de la lecture de 0 à 15 ans. Le fil rouge qui unit toutes ces initiatives et qui est le fil rouge de l'Assessorat pour cette année, mais aussi pour l'avenir et surtout pour l'année 2008-2009, est justement l'union de l'élément local avec l'élément universel, c'est-à-dire préparer des jeunes ouverts vers l'Europe et vers le monde, mais profondément enracinés à notre histoire et à nos traditions.
Voilà pourquoi l'année passée - nous avons déjà abordé ce thème dans le dernier Conseil - nous avons abordé le thème de la civilisation valdôtaine, mais pas comme un thème de fermeture. Nous avons utilisé comme sous-titre "culture et diversité", et là pendant les réunions moi j'avais proposé d'ajouter la "s" à diversité: culture et diversités. C'est-à-dire de photographier la société valdôtaine et de voir la civilisation valdôtaine et son évolution par rapport à l'évolution aussi justement de la société. Voilà pourquoi les initiatives que je vous citerai, s'insèrent dans le sillon que souhaite l'interpellation en question. Une interpellation qui met en valeur aussi le travail qui quotidiennement vient effectué par ceux qui, à travers l'Assessorat directement et indirectement, travaillent en silence sur ce thème. Ce sont des thèmes qui ne font pas de bruit, qui ne sont pas à la une des journaux, sinon quand il y a des problèmes, mais nous avons toute une série de gens à l'intérieur du monde de l'école en général qui travaillent sur ce thème et du monde de la culture aussi.
Par cette interpellation on donne la possibilité à toute l'assemblée de se pencher sur la haute valeur morale du message qu'ont lancé conjointement le Souverain Pontife et le Président de la République le 5 octobre dernier, non seulement au monde de l'école, mais aussi à la société italienne et je crois du monde dans son ensemble. Comme l'affirmait le Pape, "l'une des grandes conquêtes de l'humanité réside précisément dans le dépassement du racisme. Malheureusement, l'on observe dans divers pays de nouvelles résurgences préoccupantes de ce dernier, manifestations qui sont souvent liées à des problèmes sociaux et économiques, mais ne sauraient toutefois justifier le mépris et la discrimination raciale". Ce discours réaffirme le message social pour ce qui est de la tentation, toujours latente, de réhabiliter le racisme, dans la mesure où celui-ci constituerait une réaction face à des comportements déviants et à des menaces réelles ou présumées, comme vous le citiez.
Si l'imaginaire collectif devait parvenir à contourner les mécanismes qui interdisent toute forme de discrimination sociale, le racisme risquerait de passer pour une pratique qui ne serait plus condamnable et de prendre l'apparence d'un "ordre nouveau" et donc voilà le risque. Cette question est d'une actualité brûlante, surtout si l'on considère l'impérieux besoin de légalité qui se fait lui aussi sentir de nos jours. Et c'est précisément pour cette raison que les institutions doivent - et je crois justement l'Assessorat à l'éducation a un rôle de premier plan sur ce thème - en débattre, dans le respect de la dignité humaine, afin de conjurer définitivement le risque de voir ce problème ébranler les fondements mêmes de la cohabitation civile.
Je viens aux réponses. Au nombre des initiatives spécifiques à caractère strictement scolaire, je voudrais signaler l'accord signé au printemps dernier entre l'Assessorat et les organisations syndicales scolaires. Dans le cadre de ce dernier, les écoles secondaires du premier degré ont pu - après les écoles primaires et sur la base des dispositions de l'article 5 de la loi régionale n° 18/2005 - mettre en place des mesures en vue de la pleine intégration des élèves d'origine étrangère. Je rappelle que 12 enseignants ont été spécifiquement recrutés à cet effet. Là aussi nous sommes en contretendance par rapport à l'échelon national: on parle de couper sur le personnel scolaire, nous n'avons pas coupé, au contraire nous avons embauché des enseignants non seulement sur l'intégration, mais aussi sur la question du soutien (i cosiddetti sostegni), car la diversité n'est pas seulement du point de vue de la race, mais c'est une diversité qui est dans son sens général.
A l'échelle régionale, la Surintendance des écoles a proposé aux écoles autonomes diverses activités sur ce thème pour l'année scolaire 2008/2009. Je pense notamment (nous avons approuvé la délibération la semaine dernière) au projet "Connaître pour agir, agir pour former" qui propose à la fois de soutenir et de superviser un modèle pour l'accueil des élèves d'origine étrangère, et d'assurer le suivi, la validation et la diffusion de ce dernier. Je souligne que plusieurs de nos écoles secondaires du deuxième degré expérimentent ledit modèle depuis la rentrée de cette année.
Par ailleurs, nous avons la collaboration des chercheurs de l'association FIERI (Forum International et Européen de Recherches sur l'Immigration) - voilà pourquoi de nouveau nous misons sur l'échelon national et international, c'est-à-dire notre expérience, locale mais toujours rapportée à l'échelon national et international - qui a déjà travaillé avec nous l'an dernier à la mise au point du vademecum destiné à chaque nouvel élève d'origine étrangère et à sa famille. Cette année nous avons même la nouveauté - nous en avons parlé avec la Conseillère Impérial - qu'on a traduit dans toutes les langues, même en patois, ce vademecum, c'est-à-dire donner la possibilité à ceux qui arrivent de s'intégrer pleinement, même d'un point de vue linguistique; pas seulement de ce point de vue, mais aussi d'un point de vue linguistique. Nous avons ajouté à la possibilité de choisir, parmi les différents idiomes, aussi celle de s'approcher à la Vallée d'Aoste à travers cette langue et nous allons étudier les autres modèles qui sont utilisés en Italie et dans certains pays francophones (en France et en Suisse). Voilà les éléments dont je vous parlais.
La phase suivante consistera à dispenser une brève formation aux enseignants des écoles de la Vallée qui ont adhéré à ce projet expérimental, suivie d'une visite d'étude à Turin, afin de vérifier sur le terrain (et pas seulement d'un point de vue théorique) comment se déroule la mise en œuvre des autres modèles. Voilà la confrontation des autres réalités. Après quoi, nous ferons le point sur notre expérience, en nous appuyant sur des observations directes, sur l'interview des différents acteurs et sur les réunions de coordination des enseignants et des différents sujets concernés. Parallèlement, un séminaire d'étude d'une journée sera organisé (au mois de mai 2009) pour tous les enseignants et dirigeants des écoles secondaires de deuxième degré de la région. C'est dans ce cadre que seront présentés les différents modèles d'accueil et de gestion des élèves d'origine étrangère: voilà donc un moment de recueil des informations, de visites sur le champ et puis aussi un moment de confrontation pour pouvoir choisir, donc, Turin, France et Suisse comme modèle d'accueil et de gestion des élèves d'origine étrangère, ainsi que - bien entendu - le modèle expérimenté en Vallée d'Aoste par l'ISIP d'Aoste, l'ISITIP de Verrès, l'École normale et l'Institut géomètres d'Aoste en liaison internet avec le CTP (Centre Territorial Permanent pour l'éducation des adultes). La caractéristique de ce projet tient au fait qu'en vue de l'insertion de l'élève, il prévoit de fournir à ce dernier les outils linguistiques qui lui permettront de suivre son cursus scolaire dans les meilleures conditions et d'en retirer un maximum de bénéfices.
La seconde initiative, vous en avez sûrement entendu parler, nous l'avons présenté la semaine dernière, c'est le "parcours de légalité", qui est le fruit - car les thèmes que vous avez abordés ont des nuances importantes, même sur des retombées sociales qui directement parfois sont moins perçus, mais le thème de la légalité est profondément ancré dans le thème que vous avez soulevé - de la directive ministérielle n° 5843 du 16 octobre 2006, qui trace les grands axes de la formation en matière de citoyenneté démocratique et de légalité. Cette année encore, au mois de juin, nous avons approuvé l'élaboration d'un programme d'initiatives propres à favoriser la maturation démocratique individuelle et collective des élèves, le retour au sens profond de la vie en société et l'établissement d'un rapport positif entre le citoyen et les institutions, par le biais d'une meilleure compréhension des règles et du système démocratique. Ce projet est réalisé par l'Assessorat avec le Syndicat autonome de la police avec la Présidence du Conseil régional, la Questure, la Commune d'Aoste et la Conférence des élèves et il est destiné aux élèves des classes de 3e et de 4e des écoles secondaires du deuxième degré et comporte six différentes étapes. Dans le cadre desquelles une s'est déjà déroulée, la deuxième se déroulera, mais il y a eu 300 jeunes issus de toutes les écoles secondaires du deuxième degré et la prochaine rencontre sera le 20 novembre 2008, au théâtre Giacosa, gracieusement mis à notre disposition par la Commune et sera animée par Davide Mattiello et Maria Josè Fava, qui sont les responsables nationaux de l'association Libera, et il y aura les associations "No pizzo" et tout ce qui est le thème qui dans le Sud de l'Italie représente un problème, qui doit être un problème de tout le monde et pas seulement d'un point de vue géographique ou mental ou social, vu loin de la part de nos élèves. Donc ce sont des rencontres axées sur l'idée d'apprendre à connaître l'autre et partagées par les associations qui travaillent à ce dossier et qui abordent ces thèmes sociaux très importants.
Il me semble essentiel de souligner que la question du racisme n'affecte pas seulement l'école et les jeunes générations, mais c'est un problème qui affecte toute la société. C'est pour cela que si on a parlé de l'éducation - et vous l'avez cité - il y a le volet culture, et alors vous avez cité l'Anno internazionale del dialogo interculturale. Personnellement l'année passée je m'étais engagé, en regardant les thèmes qui étaient proposés pour les années à venir, tant il est vrai que nous irons inaugurer la semaine prochaine une exposition comme Assessorat à l'éducation sur ce thème, et nous l'avons présentée dans le calendrier dans son ensemble, mais l'exposition sera inaugurée la semaine prochaine, place Hôtel des Etats, donc nous avons choisi la place principale d'Aoste. C'est une exposition qui s'appelle: "Fotografie senza confini" de Francisco De Souza et Stefano Sarti: un projet réalisé à l'occasion de cette année du dialogue interculturel, lancée par le Parlement européen. Il s'agit là d'une initiative de premier plan, qui offre un temps de réflexion et d'approfondissement sur notre société contemporaine, au sein de laquelle le contact entre les cultures doit devenir source d'une richesse et d'un patrimoine communs. Il y aura exposé les photographies d'une grande partie de gens qui sont venus vivre au Val d'Aoste, qui ont marié des valdôtains, donc il y aura les couples valdôtaines entre valdôtains d'origine ou d'adoption, et de dernière origine comme adoption, donc, des pays de l'Amérique du Sud plutôt que de l'Est, et puis toute une série, par contre, sur la deuxième partie du photographe De Souza, sur les extracommunautaires qui vivent en Vallée d'Aoste. Une exposition très intéressante qui lance un message d'intégration, un message sur la Vallée d'Aoste que nous voulons, de justement donner la possibilité à tout le monde de s'insérer dans notre tissu social, d'aimer notre région et de pouvoir partager avec nous ses idéaux aussi.
Les institutions communautaires entendent focaliser l'attention sur le potentiel accru d'une société multiethnique, qui doit être solidaire et dynamique, mais aussi respecter ces valeurs que tous partagent, à savoir l'égalité et la démocratie. Durant ces dernières décennies, la Vallée d'Aoste a accueilli bon nombre de personnes d'origine étrangère issues non seulement des autres pays d'Europe, mais aussi du reste du monde. Beaucoup d'entre eux se sont intégrés à la société, dont ils font aujourd'hui pleinement partie. Justement ces portraits photographiques réalisés et exposés décrivent efficacement cette réalité aux multiples facettes, qui évolue constamment - voilà pourquoi, culture et diversité qu'on retrouve dans les journées de la civilisation - et donnent aux personnes d'origine étrangère qui vivent et travaillent dans notre région la possibilité de s'exprimer, ce qui est souvent quelque chose de très important.
Pour ce qui est de la deuxième réponse: depuis toujours, les écoles autonomes de la région sont attentives et sensibles à ce problème. Témoin leurs initiatives en ce sens, dont je peux vous donner un bref aperçu - je vous ai envoyé par e-mail tout à l'heure copie de la réponse comme ça vous aurez aussi cette liste - et qui figurent dans les plans de l'offre de formation de toutes les écoles: École de base Valdigne Mont-Blanc, "Per crescere solidali" (grâce à l'apport des élèves et de leurs familles, cette année encore il a été possible de réaliser l'adoption à distance d'enfants de l'Inde, par l'intermédiaire de la Fondation Alessi); École de la place Saint-François, à Aoste, projet de médiation interculturelle "Le culture si incontrano"; École normale d'Aoste, projet "Studenti stranieri"; Lycée classique d'Aoste, réalisation de l'Observatoire citoyen, un site coopératif de formation civile et solidaire réalisé par la section bilingue.
Compte tenu de l'importance et de l'envergure du thème et du débat qui suivra, car nous aurons occasion d'en parler même en commission et pas seulement au Conseil, je ne peux vous citer que ces quelques exemples sur ce qui a été fait et sur ce qu'on est en train de faire et sur ce que nous ferons, car les écoles autonomes sont fortes de leur expérience et de leur capacité de conception. Je suis sûr qu'en Vallée d'Aoste - nous pouvons répondre heureusement pour la situation de la Vallée d'Aoste - les écoles sauront réagir en fonction de l'actualité et des mouvements qui existent et œuvrent sur le territoire valdôtain, indépendamment des idées qui nous viennent de Rome ou d'ailleurs.
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Tre brevissime considerazioni. La prima, ringrazio l'Assessore per le informazioni e gli elementi di conoscenza che ha fornito a tutto il Consiglio, ma anche e non ultimo per la sua vera attenzione e anche la sua passione ai temi dell'intercultura: lo ha dimostrato oggi, ma lo ha già dimostrato in commissione.
La seconda, è che sono d'accordo con quanto ha affermato l'Assessore sulla capacità e direi anche sulla volontà della nostra regione, delle istituzioni valdostane, della scuola, dell'articolazione della scuola valdostana, di essere terra attenta alle diversità, qualsiasi diversità.
Terzo, certo, gli insegnanti, tanti insegnanti e la sovrintendenza lavorano come hanno lavorato in questi anni su questi temi in silenzio, come ha detto l'Assessore. Credo che qualche volta bisognerebbe fare anche un po' di rumore positivo e quei bambocci, quelle figure che hanno disegnato i ragazzi in una città della Lombardia e che sono stati poi ridipinti hanno creato all'interno della città motivo di dialogo e di confronto. Credo che qualche volta anche noi qualche piccolo rumore dovremmo farlo.