Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 157 del 23 ottobre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 157/XIII - Interpellanze: "Interventi per il superamento dello stato di crisi in cui versano diverse aziende del comparto industriale della regione".

Interpellanza

Un grave stato di crisi si sta manifestando in numerose aziende del comparto industriale valdostano;

In aggiunta alle difficoltà emerse negli scorsi anni in stabilimenti quali Olivetti I-Jet di Arnad, Set di Issogne, Tecdis-Tectel di Châtillon, Rossignol di Verrayes e Scott di Gignod, sono emerse situazioni di estrema precarietà e di improvvisa riduzione dei posti di lavoro per i dipendenti della Engeneering.it di Pont-Saint-Martin e si affaccia la prospettiva della mobilità per i dipendenti della Tecdis di Châtillon;

La maggioranza regionale ha manifestato, al momento della campagna elettorale, la volontà di dare corpo alle indicazioni contenute nello studio commissionato alla Società Ambrosetti;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

il Presidente della Regione e l'Assessore competente per sapere:

1) quali strategie, progetti o indirizzi si intendevano attuare per superare una crisi che perdura ormai da lungo tempo;

2) quali siano in particolare le linee di azione che intende condurre la Giunta regionale nei confronti delle situazioni di estrema criticità segnalate in premessa e quali siano le prospettive di tali aziende;

3) se si prevedono nuovi insediamenti industriali in Valle, in alternativa a quelli che interromperanno la loro attività, e a quali criteri si intende improntare un eventuale piano di ripresa del settore.

F.to: Louvin

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Interpellanza

Preso atto della drammatica situazione della Engineering.it di Pont-Saint-Martin che colpisce duramente i lavoratori e le loro famiglie;

Appreso di scelte intempestive dei vertici aziendali della Engineering.it che hanno scavalcato la normale prassi di relazioni sindacali;

Constatato che 170 dipendenti della Tecdis di Châtillon non sono ancora stati reimpiegati e la cassa integrazione è in scadenza;

Atteso che i segnali di crisi sono diffusi nel panorama produttivo regionale;

i sottoscritti consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) quali siano le iniziative di breve periodo per ripristinare un clima positivo di relazioni sindacali nell'azienda Engineering.it;

2) come si intenda, magari di concerto con la regione Piemonte, affrontare una situazione che non può essere demandata solo ad un confronto azienda e organizzazioni sindacali nella sede di Roma;

3) cosa si sta facendo per garantire ai dipendenti della Tecdis il rinnovo della cassa integrazione e una soluzione per uscire dal circolo vizioso in cui sono confinati;

4) quali sono le strategie del Governo regionale per dare risposte strutturali al settore industriale della Valle d'Aosta.

F.to: Donzel - Fontana Carmela - Rigo

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Assessore, ci sono due piani sui quali gradiamo interloquire con lei con questa interpellanza e siamo anche contenti che questo avvenga nell'ambito di una richiesta che viene anche dai colleghi del Partito Democratico.

Il primo, più concreto ed immediato, è relativo alla situazione di Engineering.it e agli sviluppi che, credo proprio in questi giorni, dovrebbe aver avuto la questione in relazione agli incontri che sono avvenuti. Ci sono stati degli incontri con lei, altri in sede ministeriale, ci sono delle sollecitazioni a trovare una soluzione a breve per i 52 licenziamenti annunciati dalla società, con una curiosa situazione, anche se nei momenti in cui si rende precaria la disponibilità di posti di lavoro il termine curioso non sembra essere il più calzante.

Ci preme conoscere l'evoluzione concreta di questa situazione dello stabilimento di Pont-Saint-Martin ereditato dalla Atos, e parallelamente ci interessa anche cominciare a sentire qualcosa da parte del suo Assessorato. Abbiamo avuto modo di sentirla in esordio di mandato con dei propositi ampi e conoscitivi rispetto all'ambiente: la luna di miele dovrebbe essere terminata da parte dell'amministrazione, il tempo che vi è dato per prendere contatto e conoscenza. La questione industriale è una questione delicata e di grande importanza.

Ci preme capire intanto se le linee che sono state annunciate anche in sede di campagna elettorale e poi di avvio di legislatura - soprattutto un riferimento allo studio Ambrosetti, che era stato messo in campo dalla Giunta regionale nella scorsa legislatura - se rimangono ferme come punti di riferimento. Non abbiamo intenzione di aprire polemiche: giustamente anche le giunte che si succedono hanno sguardi prospettici lunghi. Il suo predecessore aveva candidato testualmente, nel presentare questo studio che era commissionato dalla Giunta, la Regione a diventare entro il 2015 territorio di elezione per lo sviluppo di tecnologie innovative e sperimentali; non dubito che il proposito in quanto tale sia mantenuto da chi lo ha formulato, né penso che ci siano degli scostamenti, ma alla luce di questi fatti e di queste situazioni ci chiediamo se la volatilità dell'impiego e anche delle risorse umane, delle preparazioni professionali e tecniche che hanno luogo all'interno di questi stabilimento, la loro smobilitazione non possa compromettere questa velleità o questo obiettivo che si era data la Giunta regionale allora.

Siamo in una fase di primo contatto con la Giunta regionale: ci preme conoscere qual è il suo orientamento e su quali linee intenda concretamente muoversi. Questo è il senso della nostra interpellanza.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, c'è qualcosa di grave nella situazione dell'Engineering.it, più grave delle normali situazioni di difficoltà occupazionale. Sembra che il sistema delle relazioni industriali sia letteralmente esploso, dopo anni in cui sostanzialmente c'era un rapporto corretto fra le parti, e vorrei precisare che non è che in Valle d'Aosta vi fossero mai state rivolte operaie da suscitare reazioni dure da parte degli imprenditori. Ora si tenta sistematicamente di delegittimare le rappresentanze sindacali, che hanno invece operato con grande serietà nella realtà locale, contribuendo - e faccio il caso Rossignol - a salvare occupazione, dipendenti e impresa stessa. Per questo, al fine di evitare che tali comportamenti che in alcune situazioni particolari hanno interessato anche altre aziende, chiediamo all'Assessore di svolgere una opera di mediazione contro l'imbarbarimento del confronto fra impresa e lavoro.

Salvare l'occupazione ha spesso significato salvare l'impresa: il caso Cogne è emblematico. Quindi per noi non è in questione solo la possibilità di ottenere eventuali ammortizzatori sociali, e qui nella nostra interpellanza ci ricollegavamo anche al caso Tecdis, di cui mi ritengo pienamente soddisfatto del confronto che c'è stato ieri fra l'Assessore e il Consigliere Tibaldi sia per gli impegni presi dall'Assessore rispetto a una volontà di reinsediamento nell'area Tecdis...

Presidente - ...chiedo scusa, Assessore Marco Viérin, potrebbe evitare di voltare la schiena a chi parla? Se vuole parlare con il Presidente, può benissimo venire qui. Grazie.

Donzel (PD) - ...dicevo, ieri rispetto alla questione della Tecdis mi è parso significativo l'impegno dell'Assessore a voler lavorare assiduamente perché ci sia una ricollocazione di attività industriali nell'area ex Tecdis, così come ho condiviso pienamente le considerazioni del collega Tibaldi, che ha detto che bisogna stringere i tempi su questa cosa qui.

Devo dire che, al di là delle difficoltà oggettive che ci sono oggi, come spesso avviene nei paradossi dell'economia, secondo importanti economisti oggi molte piccole imprese italiane sono in gravissima difficoltà proprio perché hanno problemi di accedere al credito. Una situazione di difficoltà economica potrebbe essere l'occasione per la Valle d'Aosta, visto che qui le potenzialità creditizie, stando alle relazioni che ci sono state fatte in commissione, ci sono, per accaparrarsi importanti imprese giovani che hanno difficoltà di accedere al credito. Naturalmente con tutte quelle preoccupazioni che l'Assessore ci faceva notare ieri, quindi di garanzia assoluta della serietà di questo tipo di imprese.

Vorrei ribadire che è assolutamente grave che alla Engineering.it cresca il fatturato e si licenzino i lavoratori, che si licenzino i lavoratori a tempo indeterminato e si facciano assunzioni con altre forme contrattuali precarie, che si licenzi senza nemmeno prendere in considerazione la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali. Qui bisognerà spiegare a qualcuno che non siamo in Indocina, siamo in Europa.

É importante in questo ambito la sinergia con la regione Piemonte. Ieri c'è stata una delegazione sindacale che si è incontrata con il vicesindaco del comune di Torino e c'è stato un impegno delle istituzioni piemontesi ad occuparsi di questa situazione. Perché dico che è importante lavorare con la Regione Piemonte? Perché si parla di 51 dipendenti in meno in uno stabilimento piemontese e 52 in quello valdostano. Quindi sia nel caso della Engineering sia per altre aziende è importante che ci sia condivisione, fra la Valle d'Aosta e il Piemonte, dei piani industriali e si eviti una guerra che mira a salvare una azienda magari a scapito dell'altra tra regioni limitrofe, quando invece deve essere interesse comune lo sviluppo di una vasta regione economica che consenta di essere un polo di interesse internazionale.

Quindi la nostra richiesta più importante è proprio di conoscere quali sono le strategie del governo regionale per dare risposte strutturali al settore industriale in valle. Come è emerso da tutti gli episodi recenti sulla questione del crac della finanza, avere attenzione per l'economia reale deve essere la priorità di qualsiasi governo e di qualsiasi amministrazione.

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives, Pastoret.

Pastoret (UV) - Merci, M. le Président. Chers collègues, tout d'abord permettez-moi de dire que nous vivons dans un temps qui voit de grandes transformations et qu'à l'horizon se manifestent des vents de crise sur le plan mondial. De cette situation nous serons obligés d'en tenir compte dans le futur, même si nous espérons que les effets plus négatifs de ce moment nous soient épargnés.

J'ai fait cette prémisse parce que c'est aussi pour ces raisons qu'au lieu de répondre tout simplement aux questions qui me sont posées, je chercherai de les placer dans ce contexte duquel il faut tenir compte, et je le dis même si cela c'est un peu risqué, puisque tous les jours de nouvelles surprises et de nouvelles déclarations nous attendent. Nous savons tous que les turbulences financières, la crise et la faillite de certains colosses bancaires, la chute des bourses et les difficultés croissantes du système économique des Pays riches ont eu une conséquence importante, c'est-à-dire l'aggravation et le ralentissement de la consommation: c'est un élément qui est commun désormais à tout le monde. Des secteurs en particulier ont accusé des baisses préoccupantes et elles continueront encore malheureusement à ralentir. Sur ce point maintenant toutes les prévisions et toutes les projections sont unanimes.

Nous ignorons par contre combien de temps cette situation va durer. Ce qui est certain, c'est que la situation actuelle a produit, entre autre, un gel de la consommation et que dans les prochains mois est prévue une chute sensible et ultérieure de la production. Donc l'équation est simple: si personne ou presque n'achète, cela n'a plus aucun sens de continuer à produire conformément aux prévisions établies en des temps meilleurs. Aujourd'hui, la contraction des achats se fait déjà sentir et produit des effets, qui probablement feront chuter encore davantage les commandes, qui ralentiront la production, qui créeront des déséquilibres économiques pour ce qui est des entreprises et aussi de leurs plans d'investissement.

Les signaux d'alarme sont nombreux et inquiétants et si jusqu'à il y a quelque jours tous les spécialistes du secteur ont été prudents dans leurs déclarations sur les effets de cette crise (question là peut-être de ne pas décourager les marchés et les investisseurs), dans les dernier temps presque tous les analystes on commencé à préconiser une période de récession, c'est-à-dire non pas de croissance, non pas de stabilité du rapport économique, mais de décalage. Mardi 21 - cela a été déjà rappelé hier par quelqu'un - le Gouverneur de la Banque d'Italie, M. Draghi, tout en essayant de garder son aplomb et son esprit rassurant, au cours de l'audition au Sénat a dit: "vi sono segnali negativi sul PIL per i prossimi trimestri"; non pas: "nel prossimo trimestre", mais "prossimi trimestri". Donc une déclaration qui laisse de façon indéfinie un signal d'alarme dans l'aire. Il va de soi que cette condition généralisée concerne et pourrait concerner aussi notre région. Nous espérons de pouvoir rester au marge de cette situation, mais il faut quand même être attentifs et préparés.

Pour revenir aux deux thèmes dont a parlé le Conseiller Louvin dans son intervention, commençons donc à parler de certaines entreprises, qui sont citées dans l'initiative qui a été présentée par le conseiller Louvin.

Qu'il me soit permis de rajouter encore une prémisse sur la base de ce que le collègue Donzel a dit quant au rapport entre les entreprises et les organisations des travailleurs. Nous considérons important et fondamental d'entretenir des rapports cordiaux et collaboratifs avec les représentants des entrepreneurs, mais nous estimons également important la collaboration et le rapport avec les forces syndicales et les représentants des travailleurs. C'est pour ces raisons que jusqu'à présent les rapports que nous avons eu l'occasion d'entretenir ont toujours considéré l'une et l'autre question, et nous n'avons jamais caché à une table ce que nous disions sur l'autre, parce que question-là de ne pas entrer dans des contradictions qui pourraient après engendrer des malentendus nuisibles à l'activité que nous avons l'intention de conduire.

Cela dit, pour ce qui est des entreprises dont on nous a questionnés, Olivetti-Jet à Arnad, elle emplie actuellement environ 290 personnes, dont 1 dirigeant, 100 employés et 190 ouvriers. La société Olivetti fait partie du groupe Telecom. Olivetti est en train de présenter et présentera à partir d'aujourd'hui, les lignes d'adresse de son plan de restructuration industrielle. Ce matin à 10 heures est prévue une rencontre avec les organisations syndicales. Cette restructuration industrielle concernera les établissements de Ivrea, Agliè, Scarmagno et Arnad. Comme je l'ai dit, la première rencontre se tiendra aujourd'hui. Nous sommes en contact soit avec l'entreprise soit avec les syndicats: il est correct que l'entreprise présente au préalable aux syndicats ses lignes d'intention, ce que nous avons accepté et nous avons aussi concordé avec les organisations syndicales. Après cette phase s'ouvrira une phase de négociation, comme vous le savez. Ce que je peux dire pour le moment c'est qu'Olivetti considère l'établissement d'Arnad stratégique et donc qu'il ne sera ni abandonné, ni fermé. Comme je le disais, pour ce qui est de la question nous avons des contacts presque journaliers avec les syndicats d'abord et avec l'entreprise.

Pour ce qui est de la société Set s.r.l., ella a demandé un concordat préventif avec la finalité de poursuivre son activité. En dépit de ses difficultés endogènes et exogènes, cette société continuera donc à produire. Cette décision remonte à la semaine passée et donc est extrêmement actuelle.

La situation de SPF de Gignod - d'après ce que l'entreprise nous informe - est stable: de son initiative, cette société a réduit sa production de bâtons de ski de standard, de basse qualité, en faveur de produits de moyenne et de haute qualité, qui devraient dégager des marges de profit plus élevées. La production est calculée sur les nécessités réelles du marché; c'est pourquoi, jusqu'en janvier 2009, elle se limitera aux produits semi-finis, qui seront ensuite complétés selon les exigences de l'entreprise et du marché.

La société Ski Poles de Verrayes - le collègue Donzel l'a rappelée en passant - a relevé l'activité de la précédente société. Elle travaille actuellement à l'optimisation des processus de production et de qualité. Entre temps elle est en train de négocier des accords avec le groupe Rossignol pour de nouvelles fournitures de matériels, ainsi qu'avec des nouveaux réseaux de clients: Rossignol était là avant, alors... La propriété assure sa confiance dans le fait de pouvoir saisir un marché qu'elle considère avec optimisme. Les employés sont actuellement 38.

Pour ce qui est de Engineering.it, le problème est plus complexe et dont on a parlé davantage en dehors et dans cette salle. J'ajouterai quelques considérations supplémentaires, profitant aussi pour donner des réponses plus ponctuelles au collègue Donzel qui a posé des questions spécifiques sur ce thème. La situation de la société Engineering.it démontre qu'il existe un facteur lié aux choix des entrepreneurs privés, qui, dans ce cas, ne dérive pas du contexte économique difficile que j'ai rappelée tout à l'heure; c'est une autre question: ça relève de la capacité et de la volonté desdits entrepreneurs d'être compétitifs. En fait le marché des services technologiques, qui est celui qu'Engineering.it traite et met à la disposition de ses clients, en ce moment ne connaît pas de difficultés, mais il est au contraire en pleine phase de croissance depuis quelques années. Le problème dans ce cas et d'autre genre: il est relatif au passage de l'entreprise italienne Atos Origin sous le contrôle d'un nouvel actionnaire, le groupe Engineering, leader italien de ce secteur, qui a lancé un plan de restructuration de l'entreprise dérivant de Atos Origin.

Au mois de février 2008 s'est avéré l'achat de Atos Origin de la part de Engineering: Atos Origin était déjà Schlumbeger et déjà Sema group, il y a eu déjà différents passages. Actuellement le groupe Engineering est leader en Italie dans le secteur et il est le fruit du regroupement de huit sociétés et il emploie maintenant plus de 6000 personnes. La société a annoncé la volonté de réduire le nombre se ses employés dans l'établissement de Assago (Milan) 55, Pont-Saint-Martin 52, Pozzuoli (Naples)12, Rome 66, Turin 51. Il s'agit donc là d'un total de 236 personne sur les 2177 rapportées à l'ex Atos Origin qui était inséré dans Engineering dans son ensemble.

La procédure a été annoncée par la société Engineering à CGIL, CISL et UIL à Rome. Le rapport de l'entreprise n'a pas pris en charge les organisations syndicales de la Vallée d'Aoste ni celles du Piémont et je crois même pas celles de la Lombardie, à l'exception faite des représentants syndicales de base à l'intérieur de l'entreprise. Ce qui a été dit aux syndicats m'a été répété par le responsable de l'établissement de Pont-Saint-Martin (M. Donzel l'a dit tout à l'heure): aucune intention à ce moment de faire recours a la CIGS ou à la caisse ordinaire, pas d'emploi en part-time, pas de prévision de parcours de rattrapage ou de re-qualification. Question pour l'entreprise - ce sont leurs mots qui ont été suivis par une communication formelle qui a été rendue publique - de rationaliser ultérieurement la partie de l'entreprise venant de Atos Origin.

Engineering a affirmé de vouloir maintenir sa présence au Val d'Aoste. Ils considèrent l'établissement de Pont-Saint-Martin comme l'un des data center plus évolué en Europe. Ils le disent d'ailleurs sur leur site Web, où ils présentent cet établissement comme un exemple de qualité très élevée de l'entreprise. Actuellement Engineering a un contrat de location avec VdA Structure pour 6 ans; la redevance qu'ils payent chaque année est de 360.000 euros par an de loyer. Enginering de Pont-Saint-Martin emploie 337 personnes dont un peu moins de 50 sont résidentes en Vallée d'Aoste: c'est une entreprise qui génère une forte mobilité de l'extérieur vers la Vallée d'Aoste.

Comme j'ai déjà dit, les rapports et les négociations syndicales se tiennent malheureusement sur le plan romain. Comme vous le savez, parce que cela a été nouvelle courante, j'ai rencontré les syndicats et nous avons échangé nos informations. Nous avons défini la nécessité de activer des contacts avec la Région Piémont, pour essayer de pouvoir faire parvenir sur la table négociable de Rome un avis partagé et conjoint entre nous et nos voisins. L'engagement de la Région Piémont a été aussi celui d'entendre la Région Lombardie, parce qu'évidemment plus il y a des forces, majeure est la possibilité de succès.

J'ai entendu le collègue Bairati, Assesseur de la Région Piémont et Mme Cinzia Condello Assesseur de la Provincia de Turin. Juste hier une réunion a été convoquée à Turin - comme M. Donzel a rappelé - pour faire le point de la situation. Je n'ai eu que quelques informations partielles et je viens de recevoir un communiqué pouvant me donner davantage d'infos, mais dans la substance on dit qu'avec l'accord de la région Vallée d'Aoste on essaiera de faire tout le possible, comme cela est d'ailleurs dans les formules liturgiques des communiqués qu'on dresse après des réunions. Mais ce que nous estimons important c'est d'avoir mis sur pied un rapport de collaboration. Ces rapports avec le Piémont sont important et ils nous intéressent, mais il faut aussi que nous soyons francs en nous disant que dans ces moments tous peuvent risquer d'avoir la tendance à garder chez eux toute opportunité, car il faudra dire que dans le passé il y a eu une tentative de transférer entièrement Engineering dans le Piémont. Là, donc, il faudra aussi se bouger avec une certaine précaution, parce qu'en tenant compte des temps qui nous attendent, chacun essaiera de faire davantage le mieux chez lui.

D'ailleurs nous le comprenons et je veux employer le Piémont pour dresser quelques exemples. Ils ont à ce moment des problèmes nombreux, étant beaucoup plus grande la région et plus nombreuses et diversifiées les entreprises qui s'y trouvent, quelques-unes très importantes. Secteur automobile, Fiat: imaginons donc si General Motors a annoncé de falloir réduire 35% de sa production, qu'est-ce que pourrait en chute continuelle s'avérer aussi chez nous. Au Piémont, 89% des entrepreneurs considèrent que la crise durera au moins un an et 60% d'entre eux ont prévu pour octobre une diminution des commandes, du chiffre d'affaires et de la production. Le nombre des entreprises qui ont eu recours à la mobilité et au chômage technique s'est élevé à 25%, soit 140% de plus que pendant les mois précédents (sources des industriels du Piémont).

C'est là la version des entrepreneurs, mais j'ai voulu, pour confronter le tout et par souci d'équité, entendre aussi celle des syndicats. Le secrétaire de la FIOM du Piémont Airaudo a récemment déclaré: "la crisi non è solo finanziaria, ma industriale... Questa volta non si parla solo dell'auto: è ferma la produzione dei veicoli industriali e quella delle macchiane movimento terra, ma è ferma anche quella degli stampaggi e della siderurgia... Anche aziende come l'Engineering o la Berco o ancora chi produce cartelloni pubblicitari e altro sono in crisi e chiedono la cassa..."

J'ai dit ça pour rappeler que celle-ci est la situation dont nous devons tenir compte, sans oublier que la Vallée d'Aoste n'est pas épargnée par les problèmes et les dynamiques économiques nationales et internationales. L'industrie valdôtaine a déjà subi dans le passé les conséquences d'une certaine évolution de certains états de crise.

Pour ce qui est des requêtes plus spécifiques, quant aux points 1 du conseiller Louvin et 4 du conseiller Donzel, nous entrons donc dans la deuxième phase: en ayant parlé des entreprises, maintenant nous parlons un peu de ce que pourrait être l'organisation du système.

Nous n'ignorons pas qu'il faudra entreprendre des actions immédiates et d'autres à plus longue échéance en réponse aux requêtes qui ont été présentées. Nous sommes confrontés à des dynamiques très différentes, qui demandent des stratégies et des actions différenciées. Il est évident que l'Administration régionale ne peut pas se substituer aux entreprises et se lancer dans les affaires à leur place. Elle doit cependant mettre en place tous les supports possibles pour permettre auxdites entreprises de surmonter les périodes de crise, d'accompagner les travailleurs, de prévoir et de favoriser le développement futur d'un tissu industriel plus compétitif et qualifié mais, en même temps, moins dépendant des processus de mondialisation.

En ce qui concerne la crise des entreprises dans des secteurs mûrs, déjà touchés précédemment, la Région ne peut à court terme que mettre en place, d'une part, les instruments de soutien dont elle dispose déjà (la loi régionale n° 17 de 2007 sur les entreprises en difficulté, les plans négociés de réorganisation des entreprises) et, d'autre part, les amortisseurs sociaux traditionnels destinés à soutenir l'emploi. À moyen et à long terme, il s'agira de favoriser la reconversion des entreprises ou d'une partie de celles-ci dans des secteurs innovants - tel est le cas de Tecdis, dont on a parlé hier - des secteurs qui puissent être compétitifs sur un marché important. Certaines de ces actions étaient d'ores et déjà prévues; d'autres sont le fruit des contingences actuelles. C'est le cas d'une première réponse que le Gouvernement a tenté d'apporter en proposant un parcours - je viens de le lire sur les journaux - que la Région Piémont a d'ailleurs repris il y a peu de jours. Je parle de la réunion du 10 octobre entre notre Gouvernement et les représentants des organismes de crédit valdôtain. Il ne s'agissait pas seulement d'une rencontre formelle, mais aussi d'une occasion pour faire le point de la situation, de comprendre comment aider adéquatement les entreprises pour leur permettre de faire face à la crise, et de mettre sur pied un rapport de collaboration qui pour le futur devra nous voir organiser des mesures si le cas nous demandera de le faire.

Du point de vue des stratégies, il nous faut prévoir pour la région des cycles de développement économique et industriel, en nous basant sur la recherche appliquée et sur la haute formation, afin que notre industrie soit caractérisée par un haut niveau d'innovation. Nous devons donc axer nos actions en faveur du secteur industriel, selon les critères suivants: favoriser la valorisation des spécificités du territoire valdôtain, par la recherche de cohérence entre l'industrie et le territoire environnant; encourager, par exemple, le développement de secteurs liés aux énergies renouvelables et à l'économie d'énergie, un secteur auquel nous tenons beaucoup, mais aussi d'applications reliées au suivi et à la sécurité du territoire, du point de vue environnemental et anthropique; des synergies entre l'industrie et les secteurs agroalimentaire, médical et touristique, et ce en essayant d'abandonner le caractère généraliste qui est encore actuel; privilégier les activités de recherche industrielle, de transfert technologique, de développement de centres de compétence, ainsi que les relations avec les universités; il faut, notamment, renforcer la collaboration entre les entreprises valdôtaines et le monde de l'université et de la recherche dans les secteurs transversaux (électronique, micro-électronique, micro-robotique, mécatronique), qui pourraient dynamiser tout le tissu industriel valdôtain.

Je vous ai ennoyé un peu avec ces citations, mais j'ai voulu préciser le fait qu'elles font référence à une réflexion qui est en cours et elles résument, quoique en manière très réduite, une série de points stratégiques du plan Ambrosetti. J'ai voulu arriver à ça parce que vous nous en avez demandé raison. Et par rapport auquel nous entendons saisir les aspects importants et stratégiques. Donc c'est une adresse que nous n'avons pas abandonné à partir des déclarations générales de principes qui ont été faites dans le plan: nous sommes maintenant en train de chercher les points immédiatement applicables à notre réalité, pour donner suite à ce qui a été énoncé dans ce plan.

Du point de vue des instruments et des actions concrètes, l'Administration régionale entend: soutenir les entreprises en crise par le biais des instruments mis à sa disposition surtout par la loi n° 17 de 2007 sur les entreprises en difficulté, comme j'ai déjà dit; suivre attentivement les situations de difficulté, en dialoguant avec les dirigeants des entreprises et les représentants syndicaux, ce que nous avons fait; promouvoir le développement à venir, par de nouveaux instruments, comme la publication d'avis pour soutenir le transfert technologique entre les universités et les entreprises, en sus des subventions à la recherche déjà existantes. Dans sa dernière séance le Gouvernement valdôtain a approuvé une mesure de ce genre: il s'agit de la déliberation n. 2979 du 17 octobre 2008, portant: "Approvazione di un bando a favore di imprese per la realizzazione di progetti di innovazione". Cela dérive un peu de la philosophie du plan Ambrosetti, avec une recette de 1.450.000 euros, visant notamment aux secteurs dont j'ai parlé tout à l'heure (énergies renouvelables, synergies entre l'industrie et les secteurs agroalimentaire, médical et touristique, électronique, microélectronique, micro robotique, mécatronique). Nous donnons donc concrètement parcours à ce que j'ai énoncé tout à l'heure.

Toujours pour ce qui est des initiatives il y a lieu de signaler que merci à ce Conseil nous disposons à présent de quelques instruments significatifs pour attirer les entreprises: la loi n° 84 sur le développement de la recherche est un bon outil, susceptible d'être renforcé par d'ultérieures ressources; la nouvelle loi sur l'entreprenariat des jeunes, que le Gouvernement vient d'approuver et qui sera d'ici peu soumise à l'attention du Conseil, pourra elle aussi contribuer à rendre ce secteur plus dynamique.

Certes, face à des situations difficiles comme celles qui s'annoncent, le risque est que n'importe quelle stratégie et n'importe quel instrument pourraient s'avérer insuffisant du tout. Quoi faire? Celle-ci est la grande question d'aujourd'hui. Le président des entrepreneurs italiens, Emma Marcegaglia, a fixé en quatre points les nécessités des entreprises que les entrepreneurs demandent à l'Etat de satisfaire: aiuti alla capitalizzazione delle imprese, aliquote agevolate per gli utili reinvestiti, un piano di risparmio energetico, flessibilità temporanea della deducibilità degli oneri passivi. Nous nous souhaitons que cela s'avère possible; a l'heure actuelle il est difficile de faire des prévisions ponctuelles. Nous avons vu que le Président du Conseil italien s'est prononcé explicitement pour l'octroi d'aides publiques aux entreprises, ce que dans ce moment n'est pas possible. Aussi le Chancelier allemand semble être du même avis. Alors il est évident qu'il s'agit là de déclarations qui en ce moment sont conflictuelles avec les règles actuelles, en ce qui est des aides et des rapports de concurrence dans l'Union européenne. C'est pourquoi moi j'ai énoncé ce que nous sommes en train de faire, ce que nous voudrions faire, mais c'est de toute évidence que le futur ne nous appartient pas, car sur la base de ces déclarations le président Sarkozy aussi est allé un peu dans une certaine direction: il ne peut pas le faire de façon nette aujourd'hui car il est président de l'Union européenne, mais tous cherchent à envisager d'autres possibilités. Il est sûr que si certains parcours s'ouvriront, nous ferons notre part et nous essayerons de mettre en place des instruments différents de ceux que nous pouvons avoir en disponibilité actuellement.

J'arrive à la conclusion, mais ayant dit tout cela, il faut distinguer dans l'analyse du contexte industriel valdôtain des typologies et des problèmes très différents, pour ce qui est tant de l'approche des cas spécifiques d'entreprises en crise que de nouvelles mesures dont a besoin le système industriel.

J'ai déjà parlé des secteurs qui sont liés à la crise, qui sont des secteurs mûrs - l'informatique, l'électronique en quelque cas, le secteur automobile va nous dire quelque chose dans le futur - mais nous ne pouvons pas oublier que dans la même période d'autres secteurs et d'autres entrepreneurs valdôtains ont développé des activités réalisant un fort taux de croissance et de résultats économiques positifs, en compensant ceci en partie la faiblesse des entreprises en crise du secteur industriel valdôtain. C'est ainsi que certaines entreprises valdôtaines ont atteint des niveaux d'excellence à l'échelon national et international. Je les cite, en espérant de n'être pas démenti dans le futur, car je pense que méritent d'être citées celles qui ont travaillé avec des bons résultats: GPS Standard, Grivel, Cas, CVA, Dora, Thermoplay, Laservall, Gruppo Eltek, Bertolin, MDM Châtillon, pour n'en citer que quelques unes. La preuve en est que même en 2007, les principaux indicateurs macro-économiques régionaux (croissance du PIL, PIL par personne, taux d'emploi) sont restés parmi les meilleurs du pays. Bien sûr, nous ne pouvons pas ignorer qu'aujourd'hui, même si les meilleures conditions étaient réunies, cela ne suffira pas à garantir la croissance et l'équilibre atteints durant les moments de stabilité.

Les répercussions de la crise actuelle nous en avons parlé, je laisse tomber. Nous avons aussi quelque nouveauté importante. Il y a un certain intérêt de la part d'entreprises qui travaillent dans le secteur de la novation énergétique qui commencent à s'approcher à la Vallée d'Aoste. Tel est le cas de la Electro Power Systems qui a récemment été autorisée à passer un contrat de location pour la mise en piste de la production de générateurs d'hydrogènes, développant de systèmes fuel cell, produisant de l'énergie propre et contribuant à abattre jusqu'à 95% d'oxyde de carbone qui se produit par l'utilisation des piles traditionnelles au plomb. Nous avons aidé cette entreprise sur la base de la loi n° 84, mais déjà ils ont demandé et nous avons passé il y a peu de jours le contrat de location pour un immeuble, pour commencer la production de ce système très novateur et pour lequel s'annonce un marché important.

Ce sont d'autres aussi les entreprises qui ont manifesté leur intérêt pour la Vallée d'Aoste: plusieurs contacts ont été pris, nous espérons que cela puisse conduire à quelque bon résultat.

Pour conclure, j'aimerais bien consacrer quelques mots aux travailleurs qui, eux représentent notre premier souci, même si nous avons parlé d'entreprises, nous les avons toujours eus à l'esprit. La crise économique dont tous parlent touche surtout, avec des effets dramatiques les secteurs plus faibles de notre société qui voit, elle, un appauvrissement progressif des travailleurs et des foyers. Le vent de la crise pour le moment nous effleure, mais il y aura des moments difficiles. Lorsque nous disons de vouloir mettre en place toutes les énergies possibles pour assurer la tenue et le développement du secteur industriel, nous le faisons en pensant aussi et surtout aux femmes et aux homme qui travaillent dans ces secteurs et aux jeunes qui s'attendent un futur d'emploi et de travail et non pas de chômeurs.

Je vous remercie pour avoir eu la patience de m'écouter jusqu'à présent. J'espère d'avoir fourni la réponse à quelques-uns des thèmes que vous m'aviez soumis.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Ringrazio l'Assessore per l'ampia e puntuale risposta. Valuto estremamente positivo il fatto che comunque una strategia ci sia, soprattutto una strategia che non mira soltanto a rispondere alle situazioni di emergenza, ma che guarda con interesse al rilancio e al potenziamento di alcuni settori che giudico strategici, come quello energetico, come quello elettronico e microelettronico, l'agroalimentare collegato al turismo. Giudico soprattutto positivo, anche se per adesso mi pare solo nelle buone intenzioni, ma che andrà sicuramente costruita, l'intenzione di avere un sempre più stretto rapporto con l'università e la formazione di qualità. Credo che sia la strada giusta e soprattutto un altro punto giudico molto positivo, quello che riguarda la sovvenzione alla ricerca: solo attraverso la ricerca sarà possibile avere quei progetti innovativi che consentiranno anche alla Valle d'Aosta di competere sui mercati internazionali.

Rispetto alla questione dell'importanza di avere un sistema creditizio che dà attenzione alle imprese in questo momento particolare, anche questo lo giudico un elemento decisivo, perché sarà proprio questo uno degli elementi più difficili che le imprese dovranno affrontare.

L'aver poi posto l'attenzione all'importanza del lavoro, che è fondamentale nella costruzione della ricchezza anche delle imprese: l'idea che negli anni '80 aveva solleticato qualcuno di liberare le imprese dal lavoro, di avere imprese tutte robotizzate senza lavoro, si è rivelata fallace nel tempo. I lavoratori sono indispensabili alle imprese, quindi questa attenzione al lavoro la giudico molto importante.

Quello che vogliamo però sollecitare è questo sforzo di contribuire a creare un clima positivo in regione di relazioni sindacali fra imprese e sindacati. L'Assessore ha detto: noi siamo corretti, incontriamo le imprese, poi incontriamo i lavoratori, non abbiamo posizioni diverse su un tavolo o sull'altro. Però credo che sia compito della politica, quando si inceppa un meccanismo, vedere di trovare delle soluzioni, perché è fondamentale questo per affrontare i momenti, come quello che abbiamo davanti, di crisi economica.

Quello che sollecitiamo infine è che questa relazione, che assolutamente ci trova concordi su una serie di linee, faccia seguire delle azioni concrete in tempi brevi rispetto a questi impegni, che mi sembrano molto importanti.

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Ringrazio anche io l'Assessore per il suo intervento ampio. D'altra parte era attesa una prospezione che andasse al di là delle situazioni contingenti che hanno dato origine a queste nostre interpellanze.

L'Assessore dice che l'avenir ne nous appartient pas. Qualche anno fa Denis de Rougement si esprimeva in altri termini, dicendo l'avenir est notre affaire, quindi un approccio volontaristico ci può essere, naturalmente tenendo presente che non viviamo avendo in disponibilità né le nostre ore né il nostro futuro, però qualcosa possiamo fare e giustamente mi pare che qualcosa si stia cercando di fare in questa direzione.

Siamo tutti consapevoli che abbiamo di fronte un grande freddo che colpirà tutta l'economia mondiale, in relazione anche a degli eccessi di entusiasmo finanziario che abbiamo vissuto su scala planetaria in questi anni. La finanza è quella splendida arte di passare il denaro di mano in mano, fino a farlo sparire, e con le illusioni che ha creato nel tempo ha generato anche dei contraccolpi che purtroppo adesso vanno a pagare l'economia reale, la produzione, i servizi. Noi siamo un microscopico angolo di un quadro molto più vasto. Quando vediamo poi sovvertirsi i principi fondamentali ispiratori ideologici di tutto l'occidente e diventare di colpo interventisti anche i più accesi sostenitori del libero mercato, quando vediamo addirittura i vicini svizzeri intervenire con la Confederazione elvetica che si inserisce in prima persona sul sistema bancario, rilevando quote importanti dell'UBS, ci rendiamo conto che una pagina enorme si sta girando in questo momento. Quindi noi viviamo delle ricadute anche di questo sistema. Ma noi siamo un contesto molto particolare, sul quale abbiamo detto in campagna elettorale e continuiamo a considerare che sia fondamentale avere un nostro modello particolare, una nostra idea di come vogliamo che evolva la Valle d'Aosta. Vorremmo nei prossimi mesi confrontarci con lei, con il Consiglio e con la comunità valdostana tutta intera su quale modello di sviluppo vogliamo darci.

Lo studio Ambrosetti, a cui la Giunta fa riferimento, è sicuramente pieno di grandi idee, ma non siamo convinti che sia la panacea di tutti i mali. Pensiamo invece che sia necessario cominciare a gestire una fase di trasformazione che vedrà forse qualche entusiasmo in meno, ma qualche concretezza in più anche sul piano industriale.

Sicuramente le piste che sono state indicate, dall'agroalimentare, all'energetico e alla microtecnologia, sono quelle che nei piani sessennali dell'Unione europea ci vengono già indicate come piste di lavoro da qualche anno, non sono delle novità particolari per il nostro contesto. A noi interessa vedere però come questo viene tradotto nell'azione di governo. Abbiamo fretta di vedere le linee di bilancio della Regione: spero che avremo modo di confrontarci molto presto su questo, perché al di là di iniziative puntuali, di bandi sulla innovazione e degli interventi,che doverosamente si fanno anche in termini di sostegno della occupazione - su questo spendo una parola in positivo, perché vedo che c'è un atteggiamento di assoluta attenzione e di impegno da parte sua per un ruolo inevitabile e delicato che deve svolgere l'Assessore all'industria in questo momento - ci preme di sapere come si tradurrà poi anche in termini di allocazione di risorse questa linea strategica. Il bilancio regionale è una realtà complessa, dalla quale forse possiamo trarre nei prossimi mesi qualche indicazione maggiore, per vedere se sono solo idee generali queste che lei ci ha esposto, o se si traducono in un'azione concreta.

Crediamo in una economia anche produttiva che sia a dimensione di questa regione, che ci metta come lei dice al sicuro, ma non creando delle frontiere, perché nell'economia globalizzata questo non è più possibile.

Sulle questioni specifiche, la ringrazio anche delle informazioni che ha dato rispetto ad altre situazioni industriali. L'invito è a mantenere per quanto è possibile alta la guardia e a predisporre anche strumenti che consentano delle riconversioni del personale, qualora vi fossero esuberi, che non siano massicciamente orientati verso attività che si trasformano a loro volta in attività finanziate dall'ente pubblico e che anche la formazione professionale, Assessore, non diventi un circuito di parcheggio di tempi troppo lunghi.

Noi andremo nei prossimi mesi a seguirla con attenzione, glielo annunciamo già: non avremo necessità di fare delle panoramiche così vaste, ma su iniziative più concrete saremo certamente presenti. Grazie.