Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 152 del 22 ottobre 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 152/XIII - Interpellanza: "Invito agli enti pubblici al rispetto dell'obbligo di assunzione di quota di lavoratori invalidi".

Interpellanza

Ricordata la legge regionale 27 maggio 1994, n. 19 "Norme in materia di assistenza economica", che ha come obiettivo di prevenire e rimuovere "le cause di ordine economico che possono provocare situazioni di emarginazione negli ambienti di vita, di studio, di lavoro";

Evidenziato che sono 406 i valdostani iscritti alle liste di collocamento obbligatorio perché invalidi, che non hanno ottenuto un lavoro, anche perché sia alcune amministrazioni pubbliche sia alcune ditte private non rispettano gli obblighi di legge relativamente alla percentuale di personale invalido occupato;

Sottolineato che molti di questi invalidi disoccupati hanno oggettive difficoltà a trovare un lavoro e che quindi sono in una oggettiva condizione di difficoltà economica e sociale;

Valutando positivamente l'estensione delle provvidenze previste dalla legge 19/94, ed in particolare il contributo integrativo al minimo vitale a questa categoria di persone in difficoltà;

la sottoscritta Consigliera

Interpella

l'Assessore competente per conoscere se la Giunta regionale intenda:

1) richiamare tutti gli enti, le aziende e le agenzie pubbliche a rispettare gli obblighi di legge in merito all'assunzione di una quota di lavoratori e lavoratrici invalidi;

2) predisporre opportuni interventi per favorire comunque l'occupazione di questi nostri concittadini;

3) comunque garantire, nel periodo di attesa di una occupazione, il contributo regionale integrativo al minimo vitale agli invalidi iscritti alle liste speciali per il collocamento obbligatorio.

F.to: Fontana Carmela

Président - La parole à la Conseillère Fontana Carmela.

Fontana (PD) - Grazie, Presidente. Siamo tutti consapevoli della crisi economica che ha colpito l'economia mondiale, degli effetti che sta producendo anche nella nostra regione. In tempi difficili, ovviamente sono sempre le persone più deboli che rischiano di pagare più pesantemente i costi della recessione economica.

Con questa interpellanza voglio richiamare l'attenzione su un gruppo di persone particolarmente in difficoltà: gli invalidi iscritti alle liste speciali del collocamento obbligatorio. Sono persone a cui è stata riconosciuta una rilevante invalidità e che sono senza occupazione. La legge prevede per loro una via preferenziale per l'assunzione, imponendo alle aziende private e agli enti pubblici di riservare una piccola quota del proprio organico a queste persone. Purtroppo questa legge non è sempre rispettata e ci sono enti pubblici, statali e regionali, aziende pubbliche e private che non rispettano tali percentuali.

Noi vogliamo anzitutto capire che ruolo la Regione vuole svolgere su questo tema, cioè capire che impegno ci vuole mettere a far rispettare l'assunzione obbligatoria fino al raggiungimento delle quote minime di legge, almeno da parte degli enti pubblici a lei sottoposti. Secondariamente vogliamo capire se la Regione si vuole adoperare per favorire comunque l'assunzione di queste persone che, per le loro condizioni psicofisiche, hanno più difficoltà a trovare lavoro. Infine, vogliamo richiamare l'attenzione sulle difficoltà in cui vivono queste persone e soprattutto le loro famiglie, che se ne assumono il mantenimento nell'attesa che si presentino queste opportunità.

Occorre da subito pensare ad un sostegno per quanto di entità modesta; vista la situazione che dovrebbe essere transitoria, penso che la cosa migliore sarebbe il riconoscimento per questa categoria del diritto automatico all'integrazione del minimo vitale, in modo da garantire, in attesa di un'assunzione definitiva, un sostegno economico che vi garantisco allevierebbe di molto la situazione di tante famiglie e di tante persone.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Ringrazio la collega Fontana per aver voluto, riprendendo una normativa chiara, mettere in evidenza una situazione da monitorare, relativa all'esigenza del rispetto della legge che prevede alcune regole in particolare per l'assunzione degli invalidi. Credo che questo sia non solo corretto, ma necessario, perché ci permette di illustrare la situazione e, nel contempo, di avere delle indicazioni su come poter operare, per meglio intervenire sia a livello preventivo che nel momento in cui vi siano delle situazioni integrative.

Farei una breve premessa solo per ricordare che la competenza in materia di collocamento mirato delle persone disabili è stata trasferita dal Ministero competente alla Regione nel 2005. La situazione ereditata comportava l'assoluta assenza di dati informatizzati in merito alle "scoperture" delle aziende sottoposte nonché ai disabili in forza, quindi non c'erano, nell'ambito dell'Agenzia regionale del lavoro, questi dati. Progressivamente il servizio competente si è dotato di un sistema di rilevazione che, facendo uso degli strumenti informatizzati, ha consentito di avere la situazione aggiornata in merito ai disabili assunti, nonché alle eventuali scoperture.

Le strutture del Dipartimento politiche del lavoro e della formazione, che è di ultima istituzione, sono ora impegnate nella definizione di strumenti e procedure che consentano la condivisione delle informazioni con i Centri per l'impiego, in modo da poter conoscere in tempo reale le movimentazioni del personale presso le aziende private e, di conseguenza, eventuali obblighi di assunzione di lavoratori disabili: questo è uno dei punti chiave, perché se non si conosce questo tipo di logica, si arriva sempre fuori tempo massimo!

Venendo poi ai quesiti posti nello specifico, il Centro per il diritto al lavoro dei disabili e degli svantaggiati della Direzione Agenzia regionale del lavoro, ovviamente sta richiamando aziende pubbliche e private al rispetto degli obblighi di cui alla legge n. 68/1999 secondo una logica che ha privilegiato la ricerca di collaborazione e quindi l'individuazione di effettivi posti di lavoro piuttosto che logiche sanzionatorie e repressive, a cui non si è rinunciato, ma si è cominciato ad invitare al rispetto; poi, chiaramente, si è intervenuti. Ciò nondimeno gli uffici hanno provveduto a richiedere all'Ispettorato del lavoro alcuni interventi e verifiche che hanno dato origine anche a sanzioni. In particolare si segnala che ad oggi vi sono 2 enti pubblici che, pur avendo l'obbligo di assunzione, non hanno avviato le dovute procedure: l'Agenzia del territorio (nr. 2 scoperture) e l'Agenzia delle entrate (nr. 4 scoperture).

Per quanto riguarda poi la predisposizione "di opportuni interventi per favorire comunque l'occupazione di questi nostri concittadini", posto che il problema dell'occupazione - come è purtroppo ad evidenza, soprattutto in questo periodo - non riguarda solo le persone disabili... abbiamo appena sentito qual è la situazione dei cassa integrati e altri problemi che purtroppo saranno di attualità, e che esistono numerose iniziative a sostegno dell'inserimento lavorativo dei disabili previste dal Piano regionale di politica del lavoro e dal programma operativo regionale occupazione del Fondo sociale europeo... è necessario precisare che il livello di occupabilità degli iscritti al collocamento mirato è particolarmente basso. Qui si apre una problematica non facile, di possibile coordinamento per abbinare eventuali esigenze con quelle che sono le potenzialità dei cosiddetti "meno abili", cioè coloro che hanno un'invalidità e proporzionalmente possono essere impiegati in modo giusto, perché spesso c'è un rifiuto o un'impossibilità di accedere a questi posti, purtroppo.

Sono convinto... e vengo al problema che è stato sollevato, cioè il fatto di dire: come garantire un minimo vitale finché non c'è questa integrazione... per la gran parte degli interessati ci sarebbe sicuramente la preferenza di trovare il posto di lavoro piuttosto che trovare l'equivalente stando a casa, cioè c'è l'esigenza di uscire da questa situazione e trovare un posto. Quindi mi sembra che siano da valutare situazioni che si possono presentare in termini anche drammatici, perché ci sono dei casi drammatici, ma credo che quello che è da rafforzare è questo sistema di abbinamento fra corso di formazione e posto di lavoro, altrimenti si rischia di fare corsi di formazione che poi non vengono finalizzati. Capisco che si formano dieci persone e non tutte poi hanno il posto di lavoro assicurato, ma è almeno prevedibile che una percentuale alla fine del corso di formazione abbia la possibilità di accedere a questo tipo di logica del posto; oggi... non è sempre così!

Alla data del 17 ottobre 2008, infatti, gli iscritti al collocamento mirato sono 399, di cui 100 hanno attualmente un contratto di lavoro in essere, ma mantengono comunque l'iscrizione perché impiegati a tempo parziale, oppure con contratti a termine o ancora nei lavori di utilità sociale. Dei 399 iscritti, 383 sono invalidi civili, 10 invalidi del lavoro e 6 appartengono alle cosiddette "categorie protette" (orfani e coniugi superstiti di deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio, ovvero in conseguenza dell'aggravarsi dell'invalidità riportata per tali cause, nonché dei coniugi e dei figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, di servizio e di lavoro e dei profughi italiani rimpatriati). Il livello di occupabilità è particolarmente basso, come ho detto, considerando che vi è una forte componente di invalidi con percentuale elevata di invalidità: 15 iscritti hanno percentuale inferiore al 46% (si tratta di invalidi del lavoro, soggetti appartenenti alle cosiddette "categorie protette", sordomuti o ciechi, quindi lavoratori con un sistema di percentualizzazione diversa dal sistema che determina l'invalidità civile); 172 iscritti presentano un'invalidità civile compresa tra il 46% ed il 66%; 41 iscritti presentano un'invalidità civile compresa tra il 67% ed il 73%; 171 iscritti presentano un'invalidità compresa tra il 74% ed il 100%: questa è la realtà, oggi... c'è quasi la metà di quegli iscritti che hanno una percentuale fra il 74 e il 100%! Inoltre, 173 iscritti hanno un'età superiore ai 45 anni e 166 iscritti hanno un'età compresa tra 30 e 45 anni e, considerando il titolo di studio, il 79% degli iscritti ha un titolo di studio pari o inferiore alla licenza media, cioè 310 dei 399 iscritti. Credo che i dati siano molto chiari e non ci sia bisogno di commenti. Infine, considerando il tipo di disabilità, 177 iscritti presentano una difficoltà di tipo psichico, dalla quale ne consegue una scarsa capacità di apprendere mansioni complesse e quindi una ridotta collocabilità. È evidente, pertanto, che tra gli iscritti al collocamento mirato, vi sono dei cittadini che esprimono un bisogno di tipo economico, che deve essere preso in considerazione, ma che difficilmente potrà trovare una risposta con l'inserimento lavorativo. Dobbiamo quindi tener conto che per alcuni pretendere o aspettare l'inserimento lavorativo è irrealistico, e che su questo si dovrà andare con un discorso di tipo prettamente economico.

Venendo infine al terzo quesito, al momento attuale, in base alla normativa vigente, i contributi integrativi al minimo vitale vengono normalmente erogati in base ad un progetto complessivo che il servizio sociale competente per territorio condivide con gli utenti e in particolare, in relazione all'articolo 3 della deliberazione della Giunta regionale n. 25 del 10 gennaio 2005, al "progetto individualizzato dal quale si evinca chiaramente il piano di interventi programmati, concordati tra il Servizio sociale e l'interessato, finalizzati al superamento dello stato di indigenza economica, laddove possibile", che è quel progetto che consente di intervenire caso per caso, tenendo conto dei parametri legati sia alla situazione soggettiva, sia alle condizioni economiche. Rispetto alle situazioni in cui raramente si possono verificare modificazioni sostanziali - adulti con problemi psichiatrici, altre patologie psichiche ed organiche, eccetera - l'intervento può essere ripetuto nel corso dell'anno o si possono prevedere interventi economici per periodi medio-lunghi. Questa impostazione permette di equilibrare le risposte nei confronti di casi in cui la situazione economica è stazionaria - anziani, diversamente abili, eccetera - da quelle in cui si interviene in un'ottica di autonomizzazione e quindi rivolte a nuclei familiari con potenzialità da attivare per l'uscita da una situazione di disagio economico.

In particolare, in riferimento alla tipologia di utenza segnalata nell'interpellanza, non è escluso che la stessa possa accedere alle provvidenze di cui alla legge regionale n. 19/1994, qualora la situazione economica renda necessario un intervento di sostegno per un periodo concordato, attivando, in sinergia con i servizi sociali territoriali, un progetto complessivo che, fra altro, preveda anche un sostegno economico. Al contrario, l'attuale impostazione della legge regionale n. 19/1994 non consente l'erogazione, in forma automatica, di contributi integrativi al minimo vitale per alcuna tipologia di utenza, ad esclusione degli anziani ultrasessantacinquenni, soli, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 392 del 12 febbraio 2008.

La tematica dell'assistenza economica è comunque all'attenzione dell'Assessorato sanità, salute e politiche sociali, anche in termini di confronto con le parti sociali, in un'ottica di ridefinizione di tutta la normativa - quindi venendo incontro alle sollecitazioni che abbiamo detto - in base alle nuove situazioni di povertà, su cui credo che sia importante far emergere la verità, cioè grazie anche alla collaborazione con associazioni di volontariato e altre associazioni che collaborano con l'Assessorato competente deve emergere questa situazione. Nel corso del 2008, con la deliberazione della Giunta regionale del 12 febbraio 2008, è stato previsto un ulteriore criterio per gli utenti ultrasessantacinquenni relativo all'erogazione del contributo integrativo al minimo vitale. Nel caso in cui il nucleo sia composto da un anziano solo o da un nucleo in cui oltre all'anziano siano presenti adulti totalmente inabili al lavoro, l'integrazione al minimo vitale viene garantita per tutto l'anno in corso.

Si precisa infine che, nell'ambito del gruppo "Patto per lo sviluppo" si sta procedendo ad un'analisi di tutte le provvidenze economiche erogate dalla Regione per poi procedere eventualmente, di concerto con i sindacati e le altre strutture interessate dell'Amministrazione regionale, ad una integrazione della legge regionale n. 19/1994, cioè quella che prevede queste integrazioni proprio per avere un aggiornamento della situazione e vedere se ci sono strumenti più opportuni che possano rimediare a quelle situazioni che sono state qui evocate e che sono, purtroppo, un caso emblematico di difficoltà di intervento, o almeno di non una facile integrazione, perché molte volte deve essere di fatto personalizzata. Deve esserci cioè una norma di riferimento con la possibilità di intervento che sia la più larga possibile.

Président - La parole à la Conseillère Fontana Carmela.

Fontana (PD) - Ringrazio il Presidente per la risposta molto puntuale che ci ha fornito.

Voglio puntualizzare intanto che non è solo l'Agenzia delle entrate che ha 4 posti a disposizione e non l'ha rispettato; avevo fatto la richiesta di un "116" che mi è arrivata il 7 agosto 2008 che dice che all'Agenzia del territorio ci sono 2 posti, all'Agenzia delle entrate ce ne sono 4, la Casa di riposo G.B. Festaz ne ha 2, il Ministero della giustizia ne ha 3, il Ministero dell'economia e finanze ne ha 1... sarebbero 11 posti; comunque questo è un documento ufficiale che avevo sottomano, volevo solo fare un chiarimento. Capisco quello che vuole dire il Presidente, che queste persone vogliono lavorare; lo capisco anch'io, ma sappiamo che è una presa in giro, questa! Ci sono tutti questi corsi, ma poi alla fine queste persone sono iscritte all'Ufficio di collocamento!

La mia proposta era questa... capisco che ce ne sono tanti in questa situazione di disagio, ma si potrebbe cominciare con una fascia che mi sembra quella più debole, che in questo momento comprende persone che cercano lavoro, sono a carico delle proprie famiglie e hanno perso la loro dignità. È vero che ce ne sono tanti e che c'è la legge n. 19 sugli anziani, ma mi sembra un modo di affrontare... poi capisco che ci sono i disabili, tutto quello che volete, sono d'accordo; io direi: "facciamo un tavolo di lavoro", non è che si farebbe solo così, ma mi sembrava una responsabilità sia per il Governo che per tutti noi Consiglieri. Siamo stati eletti per dare questa dignità morale a questi cittadini, si spendono tanti soldi per altre cose, mi sembrava una iniziativa interessante per la motivazione che hanno queste persone.

Mi auguro che il Presidente ci rifletta, visto che è una fascia così particolarmente disagiata e che si possa aprire un tavolo di confronto con i sindacati - io l'ho buttata lì - e si possa lavorare per dare questo contributo. So che in Francia e in altri posti viene dato questo minimo vitale: vista la povertà che abbiamo nella nostra regione, sarebbe un primo passo per poter lavorare per queste persone, sarebbe un auspicio che il Partito del gruppo del PD si aspetta dal Governo regionale.