Oggetto del Consiglio n. 147 del 22 ottobre 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 147/XIII - Interpellanza: "Politica locatizia adottata dalla CVA per le abitazioni di proprietà".
Interpellanza
Visti i risultati del rendiconto consuntivo 2007 di CVA S.p.A., evidenziati dal vertice aziendale e da quello politico nel corso di diverse interviste giornalistiche;
Appreso che l'azienda ha recentemente notificato ai propri dipendenti che abitano nelle ex case Enel, dislocate un po' in tutta la Valle e ora confluite nel patrimonio immobiliare di CVA, il prossimo adeguamento dei fitti ai prezzi di mercato, con aumenti smisurati rispetto ai canoni sociali finora praticati;
Considerato che tali incrementi non sarebbero stati concordati preventivamente tra le parti, bensì decisi unilateralmente dal locatore e poi comunicati agli inquilini, e paiono altresì ignorare le norme fondamentali vigenti in materia locatizia;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione e/o l'Assessore delegato per sapere:
1) se quanto disposto dal vertice di CVA era già nelle intenzioni del precedente Presidente della società ed è quindi conforme a una direttiva aziendale maturata in passato;
2) se l'azienda intende mantenere una politica locatizia che conferma l'applicazione di un canone equo ai dipendenti dimoranti nelle abitazioni di proprietà di CVA, agevolazione vigente sin dai tempi in cui il comparto era sotto l'egida dell'ENEL, oppure se abbia cambiato orientamento;
3) se non ritenga opportuno suggerire al vertice di CVA l'avvio di una fase di confronto reale e corretto tra le parti in merito al rinnovo di tali contratti.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. È vero che la materia appare e, a ragione di competenza, primariamente civilistica, perché qui si tratta di capire delle variazioni significative che intervengono nei canoni di affitto che vengono applicati da un ente a favore di alcuni dei suoi dipendenti. È altrettanto vero che però la materia rientra nella politica locatizia in generale, cioè per capire se certe attenzioni di carattere sociale si intendono mantenere oppure se l'ente in questione preferisca abbandonarle.
L'ente CVA S.p.a., di cui si è parlato nell'interpellanza precedente, è una società emergente nell'ambito della holding della Regione Val d'Aosta e che - non più tardi di qualche mese fa - ci ha di nuovo gratificato con una serie di dati e di numeri su un bilancio che sta producendo utili, che si sta distinguendo per ricavi e che mette in luce una situazione florida di questa s.p.a.; noi siamo assolutamente contenti di quello che sta accadendo, salvo alcune osservazioni che abbiamo già fatto in passato e che continueremo a fare in futuro sulle modalità gestionali, ma che non sono oggetto di questa interpellanza.
L'oggetto di questa interpellanza è molto più specifico e prende spunto dal fatto che l'azienda, questa azienda in ottime condizioni sulla base dei dati divulgati, abbia recentemente notificato ai propri dipendenti che abitano nelle ex case ENEL - che sono dislocate in tutte le vallate valdostane, dove questi dipendenti abitano con le loro famiglie e queste abitazioni fanno parte del patrimonio immobiliare di CVA, che è confluito dall'ENEL nel 2001 alla Giunta regionale e infine a CVA - un adeguamento dei canoni che si discosta decisamente dalla fascia sociale, si adegua ai prezzi di mercato, ma soprattutto propone aumenti smisurati rispetto ai canoni finora praticati. C'è un ulteriore elemento: sembrerebbe, secondo le informazioni che abbiamo acquisito nel predisporre questa interpellanza, che tali incrementi non siano stati concordati preventivamente fra le parti, come avviene fra locatore ed inquilino, ma siano stati decisi e applicati unilateralmente dal padrone di casa - in questo caso CVA - e poi comunicati agli inquilini, e paiono altresì ignorare le norme fondamentali in materia localitizia, in primis vorrei citare l'equo canone. Alla luce di queste considerazioni noi proponiamo con questa interpellanza alcuni quesiti.
Vorremmo sapere anzitutto - immagino che risponda il Presidente della Regione in quanto ha la delega alle partecipazioni regionali - se quanto disposto dal vertice di CVA era già nelle intenzioni della precedente presidenza della società, quindi se il Presidente Rollandin quando era alla guida di CVA aveva ipotizzato un'operazione del genere o se, invece, sia il frutto della fantasia, della decisione del suo successore, Trisoldi; vorremmo quindi sapere se questa decisione recente è conforme a qualcosa che è stato metabolizzato in passato oppure se si tratta di una novità.
La seconda domanda è se CVA intenda mantenere la politica locatizia che è stata applicata per decenni da ENEL, cioè se si ha attenzione nel mantenere questi fitti sociali, con aumenti contenuti, o se si voglia passare a una concezione - per carità, è una libera scelta - del mercato, e quindi sia stato radicalmente cambiato orientamento.
Infine - questa è una domanda di intenzioni - se non ritenga il Presidente della Regione opportuno suggerire a CVA che, se vuole intraprendere una linea più penalizzante per i dipendenti elettrici, perlomeno di aprire un confronto in cui locatore e inquilini si trovino attorno a un tavolo e provino a ragionare sulle modalità, le tipologie e l'entità dell'aumento.
La ringraziamo per le risposte che ci vorrà fornire.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Merci, M. le Président. Pour ce qui est des questions qui ont été posées de la part du Conseiller Secrétaire Tibaldi je dois avouer que pour ce qui est de la première question: "se quanto disposto dal vertice di CVA era già nelle intenzioni del precedente Presidente della società ed è quindi conforme a una direttiva aziendale maturata in passato", devo dire che nell'ambito dell'acquisizione della Giunta regionale del ramo di azienda, che contemplava tutte le centrali presenti in Valle d'Aosta da parte di ENEL, è subentrata la CVA senza soluzione di continuità in tutti i rapporti giuridici trasferiti alla stessa da ENEL S.p.a., e collegati alle operazioni societarie che hanno portato alla costituzione dell'attuale CVA, e ha mantenuto quindi in essere i contratti con i dipendenti che usufruivano degli alloggi diventati di proprietà della società, mantenendo gli schemi contrattuali in essere che, tra l'altro, prevedevano una durata annuale prorogabile di anno in anno. I dipendenti che usufruivano di alloggi di CVA al 1° gennaio 2008 erano 10 su 330.
Nell'ottica di riorganizzare la gestione del patrimonio immobiliare, il Consiglio di amministrazione di CVA, in data 21 febbraio 2008, ha deliberato di ridefinire lo schema contrattuale fino a quel momento utilizzato per permettere ai dipendenti l'utilizzo degli alloggi, adeguando la durata dei contratti di locazione ad uso abitativo alle vigenti leggi in materia ed i canoni ai prezzi di mercato, tenendo comunque conto dell'ubicazione e dello stato di fatto degli alloggi stessi. Questa decisione - io non ero più Presidente, però ero nel Consiglio di amministrazione, quindi avevo seguito questa parte - era nata essenzialmente per un rilievo del Collegio sindacale che aveva evidenziato l'obbligo di adeguare i contratti che non potevano più essere prorogati di anno in anno, ma dovevano adeguarsi alla normativa per la locazione. A questo punto è emerso anche il quantum dell'affitto: si è fatta un'indagine di mercato interpellando le principali agenzie interessate e individuando, zona per zona, i prezzi di affitto e, nel proporre quella che poi è stata la soluzione adottata il 27 maggio 2008, quindi alla fine, si è tenuto conto dei prezzi più bassi di tutta questa indagine che si è fatta. A quel momento si è presa questa decisione che riguardava, al 1° gennaio, 10 dipendenti e che a seguito della formulazione che ho detto e della comunicazione che conseguentemente a questa decisione è stata notificata agli interessati, 3 dipendenti hanno inviato formale disdetta; pertanto il problema riguarda 7 dipendenti, dei quali uno ha formulato una richiesta di acquisto dell'alloggio.
Fatta questa premessa, è anche opportuno ricordare che l'assegnazione degli alloggi rispondeva, in passato, ad esigenze di presidio e guardiania degli impianti e delle opere di captazione. Questa esigenza è da lungo tempo venuta meno e, pertanto, non sussiste più alcun collegamento tra occupazione dell'immobile e servizio ad esso collegato. Su questi presupposti ed anche in ottica di parità e trasparenza di trattamento tra tutti i dipendenti, il Consiglio aveva operato come ho appena detto. Voglio ancora precisare che c'era un problema di equità di trattamento fra inquilini nello stesso stabile... proprio perché per questi immobili acquisiti da ENEL c'era la disponibilità di locazione, alcuni sono stati affittati liberamente a gente che ha chiesto, nei Comuni, di utilizzare parte di questi locali, quindi c'era nello stesso immobile magari il dipendente CVA e altri inquilini che occupavano spazi analoghi e pertanto c'era un problema che si poneva anche di queste dimensioni... solo per dire che era piuttosto complesso...
Per rispondere in particolare al problema sociale che credo fosse nelle preoccupazioni dell'interpellante, posso dire che, rispetto già solo ad alcuni anni fa, è completamente cambiato il modo di intervento dei gruppi che sono preposti al controllo. Ad esempio, anche per le guardianie delle dighe, mentre prima si prevedeva di andare con una turnazione molto accelerata, adesso si fanno a settimane, di modo che chi va su rimane - ad esempio le guardianie per i bacini, che sono quelle rimaste - e poi si alternano con altre squadre, proprio per limitare le difficoltà di trasferimento e utilizzo di queste strutture. Per il resto non c'è più l'obbligo di rimanere in zona per intervenire nei settori, perché ormai ci sono le squadre di intervento che sono collegate naturalmente via radio e che possono sopperire a quella che una volta era un'esigenza forte, tanto che se guardiamo le strutture ereditate a livello di Châtillon - che il collega conosce bene - c'erano tutta una serie di alloggi... tutti i dirigenti avevano il proprio alloggio, che utilizzavano, perché rimanevano sul posto. Oggi questa necessità, tranne in casi sporadici, anche per la dirigenza non esiste più perché molti viaggiano e molti sono del posto.
Per quanto riguarda il secondo quesito, CVA per il 2009 stipulerà con i dipendenti interessati nuovi contratti di locazione con durata 4+4 anni a canoni di mercato, precisando che per la determinazione degli stessi si terrà conto dell'ubicazione e dello stato di fatto degli immobili.
Per quanto riguarda infine il terzo quesito, la CVA ha sempre ritenuto che il confronto con i propri dipendenti e con le rispettive rappresentanze sindacali sia un elemento imprescindibile per garantire il buon andamento aziendale. Per quanto concerne l'argomento in questione, CVA, nella persona del Direttore generale, in data 5 maggio 2008 ha informato i dipendenti interessati della nuova gestione degli immobili concessi ai dipendenti. In data 16 maggio 2008 si è tenuto un incontro, sollecitato dalle organizzazioni sindacali e accolto da CVA per recepire alcune proposte relativamente ai canoni di locazione. A seguito di tale confronto, il Consiglio, pur ribadendo l'indirizzo preso, che era stato sollecitato anche dal Collegio sindacale, ha ritenuto possibile esaminare un'eventuale riduzione del canoni per gli immobili siti - come ricordava il collega - in località industriali, cioè non prettamente abitative, e adiacenti agli impianti idroelettrici, là dove ci potevano essere anche questioni legate ad alcune situazioni non proprio ideali per quanto riguarda l'abitazione, ma che una volta erano indubbiamente invece una posizione di forza. Sperando di aver risposto alle tre domande, sono a disposizione per eventuali chiarimenti.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. Innanzitutto si prende atto di quello che lei, oggi, ci offre come risposta, in parte già conosciuto sulla base di informazioni da noi acquisite, ma intendiamo fare alcune precisazioni. La prima: da Consigliere di CVA, lei dice che prese parte a questa decisione su una richiesta di conformità fatta dal Collegio sindacale per adeguare i contratti; va bene, l'adeguamento dei contratti crediamo che possa essere effettuato con una certa gradualità. I prezzi sono stati fatti i più bassi sul mercato dopo un'indagine che avete svolto di carattere preventivo... mi risulta che alcuni aumenti di fitti siano stati (per dare un ordine di grandezza) sei volte tanto rispetto a quello iniziale...
Rollandin (fuori microfono) ...dell'ordine di grandezza di partenza che era 40 o 30 euro...
Tibaldi (PdL) - ...sto parlando di canoni di fitti bassi, addirittura 100-120 euro di partenza, però quando un fitto passa da 100-120 euro a 600-650...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...io le dico: abbiamo allora informazioni che non sono perfettamente collimanti... lei capisce che qualche preoccupazione e perplessità in un dipendente elettrico può sopraggiungere... ce ne sono anche di quella entità, ma ce ne sono anche di 100-120 euro!
Lei poi ha conosciuto, in qualità di vertice di CVA, anche lo status di questo patrimonio immobiliare che necessita di qualche intervento di ristrutturazione in parte, anche perché è vero che sono una dozzina, oggi, le persone interessate in quanto tre hanno dato disdetta, ma questa è una prassi diffusa, lei sa benissimo, e comunque sarebbe opportuno forse mandarla in via di estinzione senza andare a dare dei colpi di acceleratore, creando anche quelle "frizioni" che si sono generate e che hanno sollecitato anche i sindacati, lei lo sa meglio di me! Non sono io, qui, a sostituirmi né agli avvocati, né ai sindacati, ma sta di fatto che anche quella revisione al ribasso è intervenuta recentemente dopo che un tavolo chiamiamolo "di concertazione" ha fatto riavvicinare le posizioni delle parti.
Noi la ringraziamo per la risposta, volevamo segnalare questo disagio che non ci pare del tutto sopito, come lei sa meglio di noi, e non ci sarebbe dispiaciuto che, trattandosi di fenomeni analoghi a quelli che si sono verificati nel Quartiere Cogne, dove le abitazioni sono state cedute a prezzi convenzionati, altrettanto si poteva fare nella blasonata CVA, la società elettrica valdostana che vanta profitti, ricavi di tutto rispetto. Di fronte a questi risultati magnifici si poteva, magari per una decina di persone, avere quell'attenzione nel lasciare che una prassi cinquantennale o forse più andasse verso una naturale estinzione, o se si doveva procedere ad un adeguamento a prezzo di mercato, prima di tutto con una concertazione e non a posteriori e poi, magari, con un criterio di gradualità, che ci è sembrato mancare.