Oggetto del Consiglio n. 3428 del 3 aprile 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 3428/XII - Approvazione del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007/2013. (Reiezione di tre ordini del giorno).
Il Consiglio
a. visto il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione che invita gli Stati membri a presentare proposte di programmi operativi (PO) entro cinque mesi dall'adozione degli orientamenti strategici comunitari per la coesione;
b. vista la decisione del Consiglio del 6 ottobre 2006 che adotta gli orientamenti strategici comunitari per la coesione economica, sociale e territoriale come un contesto indicativo per gli Stati membri per l'elaborazione dei quadri strategici di riferimento nazionali ed i programmi operativi per il periodo 2007/2013;
c. atteso che l'intervento del Fondo europeo di sviluppo regionale, nell'ambito della cooperazione territoriale europea, si concentra nelle seguenti priorità:
c.1. realizzazione di attività economiche, sociali e ambientali transfrontaliere mediante strategie Comuni di sviluppo territoriale sostenibile;
c.2. creazione e sviluppo della cooperazione transnazionale inclusa la cooperazione bilaterale tra Regioni marittime non disciplinata dal punto precedente, e tramite il finanziamento di reti ed azioni che favoriscano uno sviluppo territoriale integrato (cooperazione transnazionale);
c.3. rafforzamento dell'efficacia della politica regionale grazie alla promozione:
c.3.1 della cooperazione interregionale su innovazione ed economia della conoscenza e su ambiente e prevenzione dei rischi;
c.3.2 di scambi di esperienze in merito all'individuazione, al trasferimento e alla diffusione delle migliori prassi, compreso lo sviluppo urbano sostenibile;
d. atteso che la priorità della cooperazione transfrontaliera si declina nei seguenti cinque elementi costituenti come riferimento per definire le priorità dei singoli programmi:
d.1. promozione dell'imprenditorialità, segnatamente, sviluppo delle PMI, del turismo, della cultura e del commercio transfrontaliero;
d.2. promozione e miglioramento della protezione e della gestione congiunte delle risorse naturali e culturali nonché della prevenzione dei rischi naturali e tecnologici;
d.3. rafforzamento dei collegamenti tra le zone urbane e rurali;
d.4. riduzione dell'isolamento tramite un migliore accesso alle reti e ai servizi di trasporto, informazione e comunicazione, nonché ai sistemi e agli impianti transfrontalieri di approvvigionamento idrico ed energetico e a quelli di smaltimento dei rifiuti;
d.5. sviluppo della collaborazione, della capacità e dell'utilizzo congiunto di infrastrutture, in particolare in settori come la salute, la cultura, il turismo e l'istruzione;
e. dato atto che, con particolare riguardo alla cooperazione territoriale transfrontaliera, l'ambito territoriale di riferimento è rappresentato dalle zone al livello amministrativo III della nomenclatura delle unità territoriali statistiche (NUTS III) e che, relativamente alla frontiera alpina tra Italia e Svizzera, tali zone comprendono:
e.1. la Regione Autonoma Valle d'Aosta;
e.2. le province di Como, Lecco, Sondrio e Varese (Regione Lombardia);
e.3. le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli (Regione Piemonte);
e.4. la provincia autonoma di Bolzano;
e.5. i cantoni dei Grigioni, Ticino e Vallese;
f. dato atto che la definizione della proposta di programma è avvenuta secondo un rigoroso approccio di partenariato transfrontaliero - sia per quanto attiene agli obiettivi, alle strategie e alle priorità (i contenuti), sia per quanto concerne gli strumenti di attuazione, il piano finanziario, gli organismi di cooperazione e le procedure - che ha coinvolto i rappresentanti istituzionali e, relativamente ai contenuti, i soggetti portatori di interessi socio-economici, ambientali e quelli per la promozione delle pari opportunità;
g. rilevato che, in coerenza con gli obiettivi strategici generali, la proposta di programma di cooperazione transfrontaliera individua come obiettivo strategico quello di "Favorire processi d'integrazione tra i sistemi produttivi sfruttando la centralità geografica e la prossimità tra territori economicamente sviluppati al fine di garantire il rafforzamento del processo di cooperazione tra i due fronti";
h. atteso che tale obiettivo strategico del programma si realizza attraverso i seguenti obiettivi prioritari:
- coniugare lo sviluppo del territorio con la gestione sostenibile dell'ambiente;
- incentivare lo sviluppo di un'economia di sistema basata sull'innovazione e sull'integrazione delle risorse turistiche e delle reti e servizi di trasporto nelle aree transfrontaliere;
- rafforzare i processi di cooperazione in ambito sociale, istituzionale e culturale;
i. considerato che secondo quanto previsto dall'articolo 27 del regolamento generale (CE) 1083/2006 sui Fondi strutturali, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) in data 22 dicembre 2006 ha approvato il quadro strategico nazionale 2007/2013 per la programmazione e l'utilizzo dei fondi strutturali comunitari elaborato secondo il percorso partenariale previsto dalla deliberazione CIPE n. 77 in data 15 luglio 2005 per la sua presentazione alla Commissione europea;
j. considerato che il quadro strategico di cui al punto precedente individua la ripartizione del contributo comunitario del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) assegnato all'Italia, tra gli obiettivi "Convergenza", "Competitività regionale e occupazione" e "Cooperazione territoriale europea" e, all'interno di quest'ultimo, tra le varie aree di cooperazione, comprende lo spazio di confine continentale tra Italia e Svizzera;
k. preso atto della circostanza che il contributo comunitario assegnato alla sola parte italiana del programma in argomento ammonta a 68,8 milioni di euro (Meuro), cui si aggiungono apporti dello Stato Italiano, delle amministrazioni pubbliche e dei beneficiari privati per 46 Meuro che portano ad un investimento complessivo stimato in 115 Meuro, ai quali si aggiungono 9 Meuro di contributi federali e cantonali elvetici;
l. considerato che la Commissione europea ha approvato, con decisione C(2007) n. 6556, del 20 dicembre 2007, il programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007/2013, allegato alla presente e di cui forma parte integrante;
m. considerato che l'allegato programma di cooperazione transfrontaliera risulta conforme agli obiettivi generali, ai principi e alle procedure indicate negli orientamenti stabiliti dalla Commissione europea ed in particolare che le modalità di elaborazione hanno seguito un approccio di forte partenariato transfrontaliero oltreché alla proposta di strategia unitaria regionale;
n. esaminate, inoltre, le risultanze della valutazione ex ante del programma, allegata al medesimo;
o. considerato che la Giunta regionale ha già approvato con propria deliberazione n. 672, in data 15 marzo 2007, la proposta di programma approvato, successivamente alla fase di negoziato, dalla Commissione europea con la decisione di cui al punto l. e che le modifiche apportate hanno mantenuto sostanzialmente invariato il contenuto dello stesso;
p. atteso che la presente deliberazione è finalizzata al conseguimento dell'obiettivo n. 060101 "Programmazione, coordinamento e finanziamento di programmi di cooperazione territoriale";
q. richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 3817 in data 21 dicembre 2007 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2008/2010, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;
r. visto il parere favorevole rilasciato dal Capo del Servizio cooperazione territoriale, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;
Visto il parere della I Commissione consiliare permanente;
Delibera
1) di approvare, per quanto di competenza, il Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007/2013 allegato alla presente deliberazione, di cui forma parte integrante;
2) di dare atto che agli adempimenti necessari per l'attuazione del Programma in Valle d'Aosta, ivi compresa l'adozione della Guida di attuazione, provvederanno, secondo le rispettive competenze, la Giunta regionale o il dirigente della struttura regionale responsabile del Programma stesso.
Allegato
(omissis)
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Molto brevemente, perché questo è un provvedimento su un argomento che è già stato a lungo discusso in questi anni in tutta la fase preparatoria nel periodo di programmazione 2007-2013.
Come sapete, la cooperazione transfrontaliera si è trasformata in cooperazione territoriale, anche se il termine "transfrontaliero" è ancora evocato, in realtà ci troviamo di fronte a un cambiamento culturale importante che investe l'unica frontiera comunitaria che abbiamo, che è quella nei confronti della Svizzera, anche se gli accordi bilaterali hanno molto avvicinato la Svizzera ad una serie di tematiche trattate dall'UE. Questo periodo di programmazione è un periodo molto positivo per la nostra Regione, che riconferma una capacità da parte nostra nella fase di prospettazione dei progetti attinenti i programmi; credo che l'accoglimento di questo documento sia esclusivamente il completamento di un iter che ha avuto il suo momento topico nel momento in cui questo programma è stato accolto dalla Commissione europea il 20 dicembre 2007.
Presidente - Sull'argomento sono stati presentati un ordine del giorno e un emendamento del gruppo del "PD".
È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - È un atto, questo dell'approvazione del programma di cooperazione ancora chiamato "transfrontaliera" - almeno in copertina - fra Italia e Svizzera 2007-2013, un documento molto interessante e noi abbiamo cercato di capirlo e di analizzarlo, perché ci sembra che sia anche uno strumento che ci aiuta a capire la realtà della nostra Regione con un paragone con Regioni che sono simili alla nostra o comunque sono a noi vicine e hanno condiviso con noi in periodi diversi parziali tratti di cammino o di sviluppo.
Cos'è che ci ha colpito molto in questo tipo di analisi? Innanzitutto l'analisi del contesto, che consente di identificare un'area molto vasta: questa collaborazione transfrontaliera non è solo il collegamento fra la Valle d'Aosta e il Canton Vallese, ma è un'ampia area che arriva dalla Val d'Aosta fino alla Provincia di Bolzano, che interessa 3 Cantoni svizzeri (Vallese, Ticino, Grigioni) e che interessa svariate Regioni e Province autonome italiane, in particolare il Piemonte, la Val d'Aosta, la Lombardia, l'Alto Adige Südtirol. È interessante come questa grande area transfrontaliera interessi 4 lingue: il francoprovenzale e il francese nel Vallese e in Val d'Aosta, il tedesco e il walser in Provincia di Bolzano, in Val Venosta, nei Grigioni e nella parte alta del Lys, nonché qualche area del Piemonte Vallese e Ticino per quanto riguarda i Walser, e poi la lingua italiana nel Canton Ticino, in Lombardia, Piemonte e in Provincia di Bolzano, e che è la lingua del Ticino e di una parte dei Grigioni; la quarta lingua è il ladino dei Grigioni.
In questa area multiculturale questo contesto evidenzia alcune carenze. Abbiamo puntato l'attenzione su un punto solo in pratica, che è il problema dell'accessibilità. Questa analisi è molto chiara quando si vanno ad identificare 3 assi fondamentali di collegamento transfrontaliero nel G.S. Bernardo stradale, nel Sempione stradale, ferroviario tradizionale e combinato, nel Gottardo stradale, ferroviario tradizionale e combinato. Qui emerge subito un'esigenza essenziale: se vogliamo che la collaborazione transfrontaliera fra l'Italia e la Svizzera sia uniforme su tutto l'arco che parte dalla Valle d'Aosta fino alla Provincia di Bozen nel Südtirol, dobbiamo fare in modo che tutti e tre questi assi possano godere dello stesso tipo di infrastruttura. Invece cosa abbiamo? Abbiamo che l'asse del G.S. Bernardo manca di un collegamento ferroviario tradizionale e combinato, quindi questo è il nodo essenziale che manca in tutto questo ed è anche il tema che avevamo posto in Commissione al Presidente Caveri, che ci ha dato una risposta minimalista. Dice: "andate a vedere all'obiettivo 2.3.1, interventi per l'integrazione dei servizi di trasporto sostenibili passeggeri e merci, vedrete che lì c'è forse a possibilità di recuperare qualche soldo per questa questione".
Riprendo l'analisi che è stata fatta dall'UE e che è stata valorizzata dalla Commissione competente il 20 dicembre 2007 e, andando a vedere i collegamenti ferroviari, fa notare come il Piemonte abbia l'asse del Sempione, ma anche la Val Vigezzo, la Lombardia abbia l'asse del Gottardo, la Porlezza Lugano, il Passo Spluga, la Val Chiarella, la Tirana/Poschiavo e il tratto di Livigno, con svariate ferrovie (Gottardo, Luina/Bellinzona, Tirano/Saint-Moritz, Cisati/Estabio in fase di realizzazione), mentre la Val d'Aosta non abbia niente! Questo non è un dato poco rilevante, perché questa osservazione della Commissione è molto precisa, leggo un piccolo passo: "Oggi nell'arco alpino si contano più di una dozzina di valichi strategici che ogni anno, oltre al trasporto dei passeggeri, devono assorbire flussi di merci in costante aumento. Questi spostamenti sono effettuati oggi in maggior parte con i mezzi privati. Per i traffici ferroviari i problemi tecnici e organizzativi che attualmente penalizzano il settore: mancanza di interoperabilità, ridotta capacità dei terminal intermodali a nord e a sud delle Alpi, inefficienza delle procedure transfrontaliere, mancanza di standard e di procedure in Italia per quanto riguarda l'utilizzo di locomotori e macchinisti e non da ultimo il cauto avvio della liberalizzazione dei traffici internazionali, risultano la vera causa dei bassi tassi di sviluppo dei traffici negli ultimi anni". Questa cosa è grave, perché è un collo di bottiglia che blocca i traffici, di conseguenza il commercio e lo sviluppo. Poco più in là, la stessa relazione, dice: "Nonostante la ricchezza pro capite in termini assoluti dell'intera area sia al di sopra dei valori medi europei, quello che emerge da questo quadro è una performance del tasso di crescita del PIL pro capite non del tutto positiva, se paragonata a quanto registrato mediamente nel contesto europeo. Si tratta dunque di un'area con buoni livelli di PIL pro capite, che sta però attraversando una fase di rallentamento economico".
Noi abbiamo due dati evidentissimi da questa ottima relazione: il primo, c'è uno strozzamento dal punto di vista infrastrutturale; abbiamo una disomogeneità dei collegamenti transfrontalieri, che sono efficienti sull'asse fra la Lombardia e il Canton Ticino e che sono meno efficienti sull'asse del Brennero, ma non sono assolutamente efficienti per quanto riguarda la Val d'Aosta... scusate, Sempione e Gottardo, quindi Canton Ticino, Gottardo, Sempione, Vallese, mentre qua siamo estremamente bassi, ma questo non è un dato in assoluto estraneo a tutto il procedimento produttivo, è invece uno degli elementi essenziali - lo dice la relazione - del fatto che il PIL sta agonizzando e in Valle d'Aosta l'Assessore Marguerettaz qualche mese fa ha detto che il PIL lo scorso anno è riuscito ad aumentare dello 0,6%, forse arriverà all'1 e qualcosa quest'anno, ma probabilmente le sue previsioni dovranno essere riviste, dato che sono state riviste anche a livello nazionale e, come si sa, dipendiamo anche dalla parte nazionale.
Il secondo elemento importante è quello che molti di noi hanno detto, ad esempio è una battaglia che hanno portato avanti gli amici del "PdL" e anche il collega Maquignaz in quest'aula, cioè la relazione evidenzia come una delle scelte strategiche su cui bisognerà misurarsi nei prossimi anni come capacità di fare squadra a livello territoriale transfrontaliero è quella del turismo. La vocazione turistica di quest'area è particolarmente importante, ma la relazione mostra come su questo punto si arrivi ad avere dei momenti di debolezza, perché purtroppo queste attività turistiche non sono coordinate, quindi ancora oggi la stazione sciistica valdostana è convinta che la sua concorrente sia quella svizzera e viceversa, mentre tutta quest'area che è intorno al Monte Bianco, al Monte Rosa, allo Stelvio, e comunque alle Alpi occidentali e centrali, dovrebbe capire che in una visione globale deve coordinarsi, distribuirsi i ruoli, in modo da giocare una partita unica di fronte alla globalizzazione, per dare più reddito ai suoi abitanti. Là dove nell'analisi vengono poi definite con più precisione le problematiche vediamo che si evidenziano i punti di debolezza; uno dei principali è gli insufficienti collegamenti ferroviari e viari, lo scarso coordinamento dei servizi di trasporto italiani e svizzeri, e qui aggiunge il nostro studio "provocando dei problemi di accessibilità di alcune aree marginali". Non è che noi, per caso, siamo in questa situazione? Ma certo che siamo in questa situazione, perché stiamo diventando un'area, pur essendo al centro dell'Europa, non avendo questi collegamenti infrastrutturali, poiché in questi anni non si è voluto investire seriamente in una politica delle infrastrutture, marginale dell'Europa e di questo asse transfrontaliero italo-svizzero.
Per ciò che concerne la competitività al sistema economico, dice la relazione, l'analisi presenta quali punti di forza dell'economia dell'area - abbiamo già detto - una generale ricchezza comprovata da buoni livelli di PIL pro capite e dai tassi di disoccupazione tradizionalmente bassi, una significativa vocazione turistica dell'intera area di cooperazione, una discreta capacità dei sistemi economici locali di adattarsi ai cambiamenti congiunturali del mercato, grazie al fatto di essere composta da prevalente dimensione medio-piccola delle imprese; l'altra, un sistema di trasporti con grandi potenziali di sviluppo. Questa che oggi è una debolezza, la mancanza di infrastrutture forti di collegamento fra l'area italiana e l'area svizzera potrebbe diventare uno degli "atout" più fondamentali e importanti, e consentire di far ripartire tutta l'area e di dare lo sviluppo che si aspetta.
Sul fronte opposto l'analisi ha individuato i seguenti punti di debolezza: scarsi investimenti in ricerca e sviluppo, bassi tassi di innovazione del sistema economico produttivo, l'ancora insufficiente collaborazione e la forte concorrenzialità reciproca fra le imprese dei due fronti nel settore turistico, l'insufficienza di alcuni collegamenti ferroviari e stradali fra i due versanti e lo scarso coordinamento fra i servizi di trasporto italiani e svizzeri.
Ci troviamo di fronte ad un'analisi chiarissima, in cui si evidenzia che il nodo fondamentale è l'Aosta/Martigny, è quello di dare uno sviluppo a questa direttiva, e su questo ancora non ci siamo, quindi nella prima parte del mio intervento illustro l'emendamento che abbiamo presentato al testo. Nella parte che accompagna il provvedimento chiediamo che sia aggiunto un terzo punto impegnativo alla fine della predisposizione dell'atto, in cui si decide di impegnare la Giunta a proseguire in modo ancora più determinato nell'azione politica per la realizzazione del traforo ferroviario Aosta/Martigny e del potenziamento tramite elettrificazione e parziale raddoppio della direttrice ferroviaria Aosta/Torino, elementi essenziali dello sviluppo transfrontaliero italo-svizzero. Abbiamo poi proposto anche un ordine del giorno che dice le stesse cose, in cui però l'impegno è che la Giunta regionale utilizzi gli interventi previsti dal punto operativo 2.3.1 per finanziare la messa a punto definitiva del progetto di traforo ferroviario Aosta/Martigny e finanziare uno studio di fattibilità finanziaria che, pur non prevedendo l'intervento della Confederazione svizzera e del Canton Vallese, consenta di reperire le risorse per la realizzazione dell'opera a partire dal 2011. Questo è per la prima parte.
La seconda parte è legata ad alcune questioni che sono assolutamente importanti. Ci sono dei dati che sono abbastanza preoccupanti e dobbiamo dire che possiamo rileggere in questa documentazione tutta una serie di questioni che noi conosciamo bene, che non sono solo una prerogativa della nostra Regione, ma sono anche condivise in altre parti di questo asse transfrontaliero. Prima di tutto i rischi naturali, nel senso che le stesse caratteristiche geomorfologiche che rendono ricca l'area in esame in termini di diversità biologica, ne determinano anche un'elevata pericolosità in termini di rischio idrogeologico, valanghivo e idraulico. Questo è un problema importante, come pure lo è il fatto che dal punto di vista energetico quest'area è forse una delle aree più interessanti per lo sviluppo di energie che siano compatibili e sostenibili, in particolare dal vento, dal sole, dalle biomasse. Questo è particolarmente importante perché dalla relazione si evince, invece, che a livello di consumi energetici questi sono elevati e che questo ha comportato un aumento delle emissioni da quest'area di gas serra dell'ordine del 5-6,5% dal 1990 ad oggi, un dato in controtendenza rispetto agli obiettivi internazionali e nazionali. Da questo punto di vista non è neanche buono il fatto che si sta evidenziando che i gas clima alteranti (ossido di azoto, polveri sottili, ozono troposferico) i limiti medi anni vengono su questa area sistematicamente superati, facendo della qualità dell'aria la questione più diffusa ed emergente sull'intera area di cooperazione.
Noi, tendenzialmente, rispetto alle aree urbane siamo messi meglio, ma è un richiamo alla necessità di vigilare su questi temi che mi sembra importante. Diciamo che rispetto a tutto il resto il dato che più ci ha preoccupato è l'analisi sullo stato delle pari opportunità, questo magari lo lascerò alla collega Squarzino, dirò solo che è un quadro preoccupante per cui vi lascio la curiosità sulla valutazione della collega Squarzino.
Tornando al problema centrale, quello che volevamo evidenziare è che qua in questo testo manca l'Aosta/Martigny; molti sottovalutano questo dato, io sono molto contento che negli ultimi anni con una delle poche attività trasversali fra i Parlamentari e la Giunta regionale, grazie all'impegno che l'Assessore Pastoret ha messo su questo tema, sul collegamento ferroviario Aosta/Torino che noi abbiamo messo in questo ordine del giorno e anche nell'emendamento, perché il potenziamento dell'Aosta/Torino è un'esigenza che rientra perfettamente nell'obiettivo di cooperazione transfrontaliera, in quanto è evidente che una galleria da Aosta/Martigny non potrebbe avere alcun senso, se poi da Aosta a Torino ci si mettono due ore.
È chiaro che i 40 milioni che sono stati stanziati dallo Stato, l'accordo di programma che è stato firmato, mi sembra che oggi siamo in fase di definizione del progetto definitivo, sono tutti segnali importanti, ma noi dobbiamo cominciare ad ipotizzare di sfruttare lo strumento che abbiamo oggi, in approvazione, per farci finanziare anche l'Aosta/Torino, perché nella prospettiva dell'Aosta/Martigny è evidente che questa struttura ha una valenza internazionale. Dall'altra parte però dobbiamo renderci conto che pensare alla Val d'Aosta come a un sistema chiuso è demenziale. Allora chiedo che in questo testo venga immesso come uno degli obiettivi fondamentali, cioè nella parte conclusiva... perché abbiamo posto questo emendamento? Perché venga scritto l'Aosta/Martigny, che è un'esigenza essenziale! Ma se non lo diciamo noi, che siamo gli unici che ne avrebbero un enorme vantaggio, gli Svizzeri a Martigny hanno già una linea ferroviaria internazionale a doppio binario, elettrificata, che funziona benissimo, su cui passano i "TGV" che vanno verso la Francia e verso l'Italia, e passano comunque una serie di traffici passeggeri e merci di grande rilevanza! Chi è tagliato fuori siamo noi e allora noi dobbiamo tornare ad avere un ruolo essenziale nei collegamenti internazionali! Per fare questo, il programma Interreg viene "a fagiolo" e credo che dobbiamo metterci nelle condizioni di mettere questo al primo posto delle nostre esigenze.
L'Aosta/Martigny è un elemento essenziale e, nel momento in cui sappiamo che c'è questa prospettiva, anche tutto quello che dobbiamo andare a fare, dobbiamo rivederlo; pertanto va bene la "Lunetta" di Chivasso, va bene l'elettrificazione Aosta/Ivrea, visto che a Ivrea l'elettrificazione è arrivata, ma occorre capire che è essenziale che la galleria da Chambave a Verrès diventi una galleria a doppio binario. In questo modo sarebbe semplice avere una tratta che va da Chambave fino a Hône a doppio binario, perché da Verrès a Hône il tratto è adattabile, quindi avremmo quei 20 km. di tratto a doppio binario che consentono di avere un ampio interscambio e un potenziamento. Avremmo allora nel breve periodo un vantaggio per la situazione locale - che i Torinesi abbiano facilità a venire in Valle e i Valdostani ad andare a Torino - e nelle prospettive un asse ferroviario all'altezza della situazione internazionale, perché anche il Loetschberg - una stupenda galleria che il Presidente del Consiglio aveva permesso al sottoscritto e a qualche collega del "PdL" di visitare 3 anni fa - ha un tratto a binario unico, e non è un problema. Quello che non va bene è che ci siano 100 km. a binario unico, come adesso.
L'obiettivo che vogliamo porre è che ci sia questo collegamento, ma questo dato è rilevante anche su un'altra questione che sta molto a cuore al Presidente Caveri, che adesso non vedo in aula, ma non è grave. Una delle idee forti che ha presentato il Presidente Caveri a gennaio di quest'anno è quella di prevedere un'area di zona franca produttiva in Valle, collegata con l'area di zona franca produttiva di Martigny. Questa è un'idea veramente importante che condividiamo, cioè l'idea che questa alleanza transfrontaliera anche fisicamente si materializzi con quest'area di produzione a Martigny, che consenta una straordinaria possibilità di scambi di materie, di magazzino, di assemblaggi..., tutto al di fuori dell'area doganale, e la possibilità di far arrivare dei prodotti in Italia e farli ripartire dalla Svizzera e viceversa, e quindi di collegamenti che possono andare in qualunque Paese del mondo extra CE. Queste due aree, come prevedeva il Presidente Caveri, collegate non solo dal punto di vista ideale in un accordo transfrontaliero, ma collegate con una ferrovia di tipo moderno che consenta il passaggio di tipo intermodale, diventerebbe un caso unico nell'arco alpino, è una posizione di estremo interesse. Non so se qualcuno - ma credo di sì - abbia notizia di cosa sta facendo il Dubai, che ha solo un 15% del reddito proveniente dall'energia petrolifera - un po' come noi che abbiamo un 10% del nostro prodotto che viene dalla birra -, ebbene, Dubai sta avendo un enorme successo perché ha realizzato sul proprio territorio un'ampia area di zona franca, dove le società possono modificare i loro prodotti senza fare tutte le trafile doganali.
La restante parte dell'intervento la farò in seconda battuta.
Presidente - La parola alla consigliera Squarzino Secondina.
Si dà atto che, dalle ore 18,41, presiede il Vicepresidente Lanièce.
Squarzino (Arc-VA) - Grazie al collega Sandri, che ha già affrontato una serie di temi che questo documento presenta.
Intanto ci riconosciamo negli obiettivi che sono qui individuati e credo che anche il testo della deliberazione, dove presenta tutto il documento, individui degli obiettivi: sia quelli strategici, sia quelli più puntuali, in cui ci riconosciamo. Li ricordo: l'obiettivo strategico complessivo è quello di favorire processi di integrazione fra sistemi produttivi, sfruttando la centralità geografica e la prossimità fra territorio economicamente sviluppati, al fine di garantire il rafforzamento del processo di cooperazione fra i due fronti; qui la cosa è interessante, anche perché in questo progetto sono presenti anche territori che non appartengono all'UE, come la Svizzera. È quindi importante che vengano favoriti tutti i processi di integrazione; all'interno di questi processi si individuano alcuni obiettivi prioritari:
- 1° obiettivo prioritario: coniugare lo sviluppo del territorio con la gestione sostenibile dell'ambiente; siamo chiaramente d'accordo sul fatto che il territorio vada sviluppato sia dal punto di vista delle attività economiche, sia dal punto di vista della presenza dell'uomo con una gestione sostenibile dell'ambiente. Questo tema viene ripreso più volte nel corso del documento;
- 2° obiettivo: incentivare lo sviluppo di un'economia di un sistema basato sull'innovazione e sull'integrazione delle risorse turistiche e delle reti e servizi di trasporto nelle aree transfrontaliere; qui riteniamo che il concetto di innovazione e di integrazione che va portato avanti nello sviluppo dell'economia, sia un principio da condividere non solo in questo settore;
- 3° obiettivo: rafforzare i processi di cooperazione in ambito sociale, istituzionale e culturale.
Sono obiettivi che potrebbero andare benissimo in un programma dell'"Arcobaleno" perché sono principi che, se applicati in tutti i settori, possono aiutare la nostra Regione a fare un passo avanti rispetto alla situazione in cui è, per potenziare la sua qualità. Vengono individuate una serie di risorse; qui chiederò al Presidente di risolvermi un dubbio, non ho capito bene: nella parte deliberativa del programma si dice che sono stimati complessivamente per questi programmi 115 milioni di euro, ai quali si aggiungono 9 milioni di euro di contributi federali e cantonali elvetici. Poi nella tabella 6.2, là dove vengono riportate tutte le cifre dei contributi, per le risorse elvetiche si individuano solo 8 milioni di euro: vorremmo chiedere al Presidente Caveri come mai questa discrepanza di cifre, se la sottoscritta non ha letto attentamente i documenti, o come mai nella parte deliberativa si fa riferimento a 9 milioni di euro di contributi federali e cantonali elvetici e invece nella tabella 6.2 la cifra è di 8 milioni.
Condividiamo anche a pagina 81 quello che è l'approccio all'ambiente, nel senso che viene individuato l'ambiente non come un tema a sé, che si contrappone a tutti gli altri, ma viene affrontato il concetto di sviluppo sostenibile attraverso un approccio di "mainstreaming", che è lo stesso concetto che è stato elaborato nella famosa conferenza delle donne a Pechino, ispiratore di tutta la politica europea in questi ultimi anni relativamente alla politica di genere, cioè un concetto che deve non essere affrontato solo con iniziative esplicite, ma che deve essere affrontato all'interno di tutti i settori che vengono esaminati. Noi, dicevo, questo tipo di approccio al modo di concepire lo sviluppo sostenibile lo condividiamo, come pure condividiamo che vengano previsti degli incentivi per rafforzare le iniziative di integrazione, di informazione e comunicazione ai cittadini e incentivare maggiormente tutte le tecnologie informatiche di comunicazione. Qui credo che ci sia molto da fare anche in Valle d'Aosta, lo diremo affrontando il discorso del telelavoro, nel senso che nel telelavoro noi prevediamo - giustamente, secondo noi - che si consenta ai dipendenti regionali che devono svolgere un compito preciso, di fare tale lavoro a casa loro, in modo che non siano costretti a fare un lungo percorso per raggiungere il posto di lavoro e sia loro consentita la possibilità di meglio seguire la propria famiglia o per la cura dei minori o per la cura degli anziani... Questo è possibile - lo dico rivolgendomi al collega Lanièce - relatore di questa legge, che in occasione di questo Consiglio spiegherà le motivazioni di questa legge, se sono diffuse le tecnologie informatiche, perché qualcuno mi diceva: "sì, io volentieri vi seguo, vorrei usare nelle zone periferiche dove vivo i sistemi informatici di comunicazione per essere collegati con l'informazione, ma per accendere il computer e accedere a "Google" impiego 1/4 d'ora di orologio, perché non c'è la banda larga, non c'è la possibilità di accedere a queste tecnologie informatiche.
Allora per tutte le azioni che vengono previste qui nell'asse 3.2 - rafforzare le iniziative integrate di informazione e comunicazione ai cittadini e incentivare una maggiore diffusione delle tecnologie di comunicazione - si legge a pagina 72 che si intende garantire, e io spero che su questo asse vengano previsti molti progetti anche per la Regione, una maggiore accessibilità ai servizi avanzati anche nelle aree più marginali e periferiche del territorio, permettendo di ridurre i costi legati alla situazione di marginalità geografica. Credo che questo sia un obiettivo da raggiungere tipico della nostra Regione e, se si riesce a portare avanti queste iniziative, credo che si potrà fare un passo qualitativo non solo nello sviluppo economico, ma anche nella qualità di vita degli abitanti della Valle.
Vedo con piacere che nel momento in cui si individuano i progetti relativamente a questo asse, addirittura si prevedono 15 progetti volti a ridurre l'isolamento, il miglioramento, l'accessibilità ai trasporti e alle infrastrutture di comunicazione telematica. Allora, 15 progetti bisogna vedere come sono distribuiti: speriamo che anche la Regione rientri in questi progetti. Ho apprezzato anch'io il fatto che si mettano a confronto fra loro le caratteristiche occupazionali ed economiche delle varie zone, ma avrei un'osservazione da fare, se fosse possibile nella prossima edizione o anche nei momenti in cui saranno riviste queste tipologie di comunicazione, là dove per esempio si analizzano i principali indicatori nel settore turistico - pagina 16 - e si prende come indicatore turistico il numero dei posti letto, le presenze totali, il numero di esercizi turistici, perché qui sono solo indicati i numeri globali: sarebbe utile almeno presentare una percentuale. Questa è un'osservazione che avevo fatto anche al documento dell'Osservatorio epidemiologico, nel senso che nel rapporto si mettono giustamente i dati globali, ma io non capisco né credo l'Assessore Pastoret - a meno che non abbia in mente una calcolatrice - se nel caso della nostra Regione - che ha 919 esercizi turistici complessivi con 49.838 posti letto, 3.188.648 presenze totali - la percentuale è inferiore o superiore al Ticino, con 423 esercizi turistici, 18.000 posti letto, 2.538.996 presenze totali. Se si facesse una traduzione in percentuale di questi dati, sarebbero subito leggibili, come d'altra parte si verifica per i tassi di disoccupazione: qui chiaramente la tabella è sui tassi di disoccupazione, quindi ci sono queste percentuali che sono molto interessanti e ci danno una conferma dei dati relativamente alla disoccupazione nella nostra Regione che sono alti rispetto ad altre Regioni, tranne Bolzano. Qui però c'è da fare il discorso che ci ha visti più volte chiederci come mai, di fronte a tassi così bassi di disoccupazione, ci sia nella popolazione valdostana una sensazione che il problema dell'occupazione sia ancora un problema reale, il più difficile da affrontare e che costituisce una preoccupazione per i Valdostani.
Vorrei affrontare per ultimo l'argomento con il quale avevo interrotto il collega Sandri, e che riguarda la questione delle pari opportunità, perché è un tema a cui sono più sensibile e a cui dedico una grande attenzione. È utile ripercorrere lo stato delle pari opportunità in questi territori, intanto solo in pochi casi fa emergere una differenziazione fra questi vari territori, ma direi che nel complesso in questi territori si raggiungono dati che si avvicinano ai dati di Lisbona, che prevedono entro il 2010 il raggiungimento di una percentuale di occupazione femminile pari al 60%. Diciamo che ci si avvicina pian piano a questi dati, quindi rispetto ai dati fissati da Lisbona in questi territori ci si sta avvicinando, ma anche in presenza di questo "trend" che è interessante permangono - sottolinea il documento - divari significativi in termini di differenza fra i tassi di occupazione maschile e femminile, che si mantiene sistematicamente superiore al dato relativo alla media europea. Mentre complessivamente questi dati si avvicinano a quelli indicati da Lisbona, permane all'interno dell'occupazione un divario molto forte tra l'occupazione maschile e quella femminile; anche qui, rispetto alla tipologia di occupazione a pagina 21 si ricorda come la presenza femminile nel sistema produttivo sia più accentuata nel settore dei servizi, dove raggiunge e nella maggior parte dei casi supera la metà degli occupati complessivi. Diciamo che ci sono alcuni settori più legati ai servizi in cui è maggiormente presente l'occupazione femminile.
Su entrambi i versanti della frontiera, quindi neanche la Svizzera che per molti aspetti può apparire come un modello significativo per noi, per tanti elementi, riesce a superare il divario salariale che c'è fra uomini e donne: mediamente i salari delle donne sono più bassi rispetto a quelli degli uomini, anche a parità di livello. E questo divario diventa più rilevante con il crescere del livello di competenze richieste, cioè qui paradossalmente fra uomo e donna che svolgono un lavoro nei servizi il livello di salario è più o meno uguale, ma man mano che sono più pregnanti le competenze che vengono chieste, il salario delle donne diventa percentualmente più basso rispetto a quello dei colleghi uomini. Questo è un problema che non può essere sottaciuto, a meno che non riteniamo che le donne abbiano di per sé, per il fatto che sono donne, degli handicap tali per cui qualunque lavoro svolgono, anzi, più sono alte le competenze richieste, meno capacità hanno di svolgerle perché le si paga di meno. È come se in questo Consiglio si decidesse che alle donne Consigliere si dà meno che agli uomini Consiglieri.
Si evidenzia inoltre come l'occupazione femminile sia interessata dal fenomeno del part-time in misura molto superiore a quella maschile: questo è un dato di fatto dovuto al ruolo preponderante delle donne nella gestione dei lavori domestici e nei compiti di assistenza familiare. E qui credo che non vengano dette delle cose in positivo della Valle d'Aosta, ma vengono dette indirettamente parlando di elementi negativi in altre Regioni, nel senso che si ricorda che la situazione delle donne è aggravata in alcune Regioni come Lombardia e Piemonte perché sono insufficienti le strutture di servizi alla prima infanzia e agli anziani; qui non si parla in modo specifico della Val d'Aosta, ma il fatto che si sottolinei l'insufficienza di servizi all'infanzia e agli anziani in due Regioni come la Lombardia e il Piemonte, indica in modo sottinteso che in Valle ci sono questi servizi.
L'ultimo concetto su cui volevo soffermarmi riguarda un passaggio, sempre a pagina 21, sempre sullo stato delle pari opportunità: "Va considerato infine, che le donne faticano molto ad occupare posizioni professionali di tipo direttivo, sia nel settore privato che in quello pubblico, ambiti altrettanto ostici per l'occupazione femminile risultano essere quelli della ricerca e della politica". Mi sono soffermata su queste osservazioni, andando a vedere nelle varie iniziative se c'era qualcosa di specifico rispetto a questo tema; abbiamo visto che questo tema viene affrontato in quello che viene chiamato l'asse 3, qualità della vita. Qui si parla, nella tabella che raccoglie i progetti di un piano di azione per le pari opportunità, quando poi andiamo a vedere quali sono questi interventi, vediamo che a pagina 84 sono indicati in: interventi per la promozione della parità di genere, volti a sostenere l'associazionismo transfrontaliero e le azioni di cooperazione che mirano a rafforzare, realizzare servizi rivolti alle donne lavoratrici, oltre che studi e interventi specifici sulla tematica della conciliazione. Noi non riusciamo ad individuare alcun altro intervento specifico che riguardi delle azioni che riescano a colmare quel divario così ben descritto nel paragrafo che presenta lo stato delle pari opportunità, cioè non sono previste azioni che superino quei punti di debolezza che vediamo a pagina 23, come minor mobilità da parte delle donne e scarsa attenzione alla parità di genere. Rispetto a questi punti di debolezza e rispetto alla descrizione del contesto fatto, noi non vediamo degli interventi precisi, per questo obiettivo abbiamo presentato un ordine del giorno, in cui cerchiamo di sollevare questo problema, chiedendo che si intervenga in questo senso.
Mi riservo di illustrare successivamente l'ordine del giorno.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per secondo intervento.
Sandri (PD) - Abbiamo iniziato una parte delle nostre osservazioni nel primo intervento, adesso volevamo focalizzare due problemi e poi dedicare un po' di tempo a richiamare alcune questioni legate all'Aosta/Martigny.
Una cosa che manca fra gli obiettivi che sono stati messi in piedi, o almeno che non è precisata con chiarezza, è la questione delle energie rinnovabili che è invece un settore in cui si può fare molto; viene descritto nella parte iniziale della relazione questo fatto che è una zona che consuma molta energia, che produce molto gas serra, che ha delle grosse potenzialità di energia rinnovabile, ma in termini di progetti operativi tutto ciò non porta da alcuna parte. E invece chiunque di voi, sicuramente il Presidente lo avrà fatto, ha percorso l'autostrada "A 9" fra Martigny e il lago Lemano, avrà visto sicuramente les "Liens de Collonge", che è quasi diventato un monumento all'ecoenergia, questa grossa pala molto alta che funziona tutto l'anno che è stata realizzata qualche anno fa da un consorzio di comunità locali. Questo credo sia uno di quei settori in cui è possibile mettere in rete, ovviamente non gli impianti perché questi sono solitari, ma mettere in rete le competenze per fare cose simili, tenendo conto che dal punto di vista orografico il vallone che porta da Martigny al lago Lemano è molto simile come orientamento e posizione geomorfologica a quello della Val d'Aosta. Come lei ben sa, Presidente, perché credo sia originario di quelle parti, a Verrès esiste un vento costante che soffia da marzo a novembre dalle 11 alle 19, che ha le caratteristiche di vento costante che sono state sfruttate a Collonge; quindi questo piano avrebbe potuto dare delle indicazioni più precise da questo punto di vista.
L'altra questione è quella riguardo alla "information technology": giustamente la collega Squarzino ha evidenziato con precisione un "gap" valdostano, il fallimento del progetto "Valle d'Aosta cablata" - e quindi ancora oggi le scarse risorse dei Valdostani per poter accedere alla rete in tempi accettabili - è ben documentato a pagina 14 della relazione. Leggo: "Fra le barriere più forti allo sviluppo, accanto a quella relativa alla dotazione di infrastrutture, è possibile individuare quella culturale connessa a un problema molto evidente nelle aree di montagna, di scarsa alfabetizzazione informatica e tecnologica dei soggetti che operano sul territorio, siano essi imprese, cittadini che pubbliche amministrazioni. In questo caso il problema è evidente nel momento in cui si vanno ad analizzare le tipologie di applicazioni e di servizi che gli utenti fanno delle nuove tecnologie e del Web, cioè la rete ("la toile" come si dice in francese). Si tratta, nella maggioranza dei casi, di utilizzi di base, non evoluti, cioè la posta elettronica, l'utilizzo dei siti Web per leggere notizie... mentre l'utilizzo di servizi evoluti, quale l'e-banking, l'e-commerce, eccetera, interessa quote assolutamente marginali e minoritarie della popolazione e delle imprese". Credo che questo sia un punto che è stato messo con particolare evidenza in rilievo da questo documento e su questo dovremo essere capaci di lavorare seriamente.
Riprendo la questione dell'Aosta/Martigny, perché è un elemento determinante per il futuro della Regione. Richiamo in particolare la conferenza transfrontaliera franco-italiana delle Province, Dipartimenti e Regioni autonome delle Alpi occidentali del 21 aprile 1999, una data che a qualcuno ricorderà qualcosa, perché questa conferenza fu messa in piedi per dare delle risposte alla chiusura del traforo del Monte Bianco dopo la tragedia del marzo precedente. Le collettività aderenti alla conferenza delle Alpi occidentali, verificata la convergenza su temi strategici, si impegnarono allora - tutte le comunità, ve le leggo, per avere una chiarezza di chi sono: la Provincia di Torino, la Provincia di Cuneo, la Provincia di Imperia, le Département de la Haute Savoie, le Département de la Savoie, le Département de la Isère, le Département des Hautes Alpes, le Département des Alpes maritimes, la Région autonome Vallée d'Aoste, la Regione autonoma Valle d'Aosta - su tutta una serie di questioni, in particolare nel breve termine (9 anni fa!) a proseguire e sostenere gli studi di fattibilità e dare avvio a conseguenti decisioni per la realizzazione di nuovi collegamenti. I collegamenti sono: la linea ferroviaria Briançon/Torino, infrastruttura complementare alla linea Lione/Torino, attraverso un traforo al Monginevro, e il traforo ferroviario Aosta/Martigny, il traforo della Lombarda, Mercantour, il nuovo tunnel del Col di Tenda... quindi questo fu un impegno nel breve periodo molto forte in materia; da questo punto di vista abbiamo preso dei contatti tempo fa con la "SNCF" nella sua divisione "Fret", cioè la divisione merci delle ferrovie francesi, che ci hanno spiegato che una delle loro esigenze fondamentali è quella di riattivare le rail du Tonkin, cioè quella tratta ferroviaria che va da Annemasse a Martigny attraverso le città di Thonon e Evian/Les Bains in funzione merci. È una linea a binario unico, ma che potrebbe, secondo il progetto "Fret" francese assorbire qualche milione di tonnellate di merci l'anno.
Qual è il problema di questo collegamento? Il problema è che a Martigny si arriva all'imbuto, nel senso che il proseguimento verso il Loetschberg porta al Sempione, che è uno di questi collegamenti transfrontalieri di cui stiamo parlando, ma che oggi, con l'apertura del Loetschberg, è intasato a tutto un assorbimento già programmato, quindi questo ulteriore apporto di merci non potrebbe scaricarsi da quella parte. Invece l'apertura dell'Aosta/Martigny consentirebbe a una larga area francese, che si può identificare da Digione a Briançon, di poter usufruire di questo collegamento e di non intasarsi nel Sempione e non dover dipendere dalle bizze di qualche comitato "No TAV" dell'Alta Val di Susa che sta bloccando l'asse Torino/Lione. Qui siamo nel 1999; qualche tempo dopo, nel 2003, abbiamo che il Presidente della Regione Louvin, l'Assessore ai trasporti Cerise con il Presidente della Commissione per la politica regionale dei trasporti del Parlamento europeo, Caveri, hanno incontrato, oggi - dice un comitato stampa della Regione - martedì 11 febbraio 2003 presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, il Commissario dei trasporti nonché Vicepresidente della Commissione dell'UE Loyola de Palacio... qui abbiamo dei testimoni dell'epoca che ci potranno eventualmente dire.
Il Presidente Louvin e l'Assessore Cerise commentano: il commissario ha sottolineato come la soluzione definitiva del trasporto merci dipenda necessariamente dal rafforzamento della rete ferroviaria europea, nello specifico della costruzione della linea ferroviaria Torino/Lione, rispetto alla quale l'Aosta/Martigny deve essere complementare. L'apertura dei cantieri ferroviari deve avere la massima priorità rispetto ad altri investimenti, pur necessari per l'ammodernamento e la messa in sicurezza dei trafori stradali. Allora abbiamo che il commissario europeo ha preso atto con interesse del progetto ferroviario Aosta/Martigny e che evidentemente per questo ha dato il proprio appoggio. Ancora dopo, nel momento in cui abbiamo una serie di questioni della TAV, alla Commissione europea - in particolare al Direttore generale di energia e trasporti - è arrivata una relazione italiana, in cui si evidenzia come nelle ultime finanziarie statali siano stati stanziati i fondi per l'aggiornamento del progetto dell'Aosta/Martigny e che questa direttrice è stata inserita fra quelle di rilevanza per la CE.
Credo che l'Onorevole Caveri si ricorderà che lui, assieme al Senatore Dondeynaz, aveva inserito un emendamento in una finanziaria... non ricordo di che anno... 2000 o 2001...
Caveri (fuori microfono) - ... grandi Parlamentari, quelli di allora...
Sandri (PD) - ... si va sempre nel peggio, su questo non c'è dubbio, però pensi lei come saranno peggio quelli che ci saranno al prossimo giro, visto che la discesa è sempre nella stessa direzione!
Dondeynaz e Caveri avevano però ottenuto credo 1,5 miliardi di euro per l'aggiornamento del progetto, quindi è un progetto che è stato finanziato dalle finanziarie statali, che è stato inserito fra quelli di rilevanza per la CE, e come ha giustamente sottolineato Antonio Di Pietro, Ministro dei trasporti nel "Governo Prodi", nella sua visita lo scorso anno in Val d'Aosta, l'Aosta/Martigny è anche stata inserita a pieno titolo con uno dei sistemi ferroviari fondamentali; leggo dal contratto fra lo Stato e l'ANAS per quanto riguarda il periodo 2007-2011: "Il progetto della direttrice ferroviaria del G.S. Bernardo è stato presentato in data 10 marzo 2003 con progetto a firma della Regione Valle d'Aosta, d'intesa con il Canton du Valais, al Ministero delle infrastrutture, secondo le procedure del d.lgs. 190/02, legge obiettivo; la documentazione è in via di perfezionamento perché deve avere una procedura di impatto ambientale".
Le nostre informazioni sono che il Loetschberg è stato terminato, il Gottardo è in via di realizzazione, credo che la Svizzera sia pronta a fare quel che deve fare per consentire la realizzazione di questa opera; quello che deve cambiare è la nostra mentalità. Dobbiamo renderci conto che questa è una via essenziale di sviluppo della Regione e la nostra Regione si deve prendere l'impegno di prevedere un proprio piano di finanziamento, ovviamente con dei partner anche privati, perché l'unico ostacolo che è rimasto alla sua realizzazione è il reperimento dei 4 miliardi di euro in 10 anni, che sono necessari al suo completamento, ma di questo parlerò nell'illustrazione dell'emendamento e dell'ordine del giorno.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Ho ascoltato il dibattito che si è svolto su questo atto amministrativo fin dall'inizio, sentendo la sintetica relazione del Presidente Caveri; non so se la relazione sintetica sia frutto di una certa stanchezza rispetto all'andamento dei lavori o se sia il frutto di un certo disagio nel presentare questo tipo di documento. Ora, questo documento, che è il programma operativo 2007-2013, sappiamo che non è frutto della visione della Regione, ma è frutto della visione collegiale dei soggetti coinvolti nel programma operativo di cooperazione transfrontaliera, che sono: la Lombardia, il Piemonte, la nostra Regione, la Provincia di Bolzano e i 3 Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese, per cui non può essere imputato se non in maniera parziale alla visione della Giunta o della maggioranza, ma noi riteniamo che di questa mini relazione che lei ha fatto manchi la parte più importante, che è capire come si è tradotto il precedente programma operativo di cooperazione transfrontaliera...
Caveri (fuori microfono) - ... se me lo chiedeva in Commissione ero documentatissimo...
Frassy (PdL) - ... sono convinto che lei sia documentatissimo... il problema è che non tutti hanno accesso alle fonti di cui che lei, per motivi istituzionali, dispone, per cui sarebbe opportuno che qualche ragguaglio venisse dato, perché la sensazione dopo aver letto l'insieme di queste 135 pagine, è che sia difficile trovare qualcosa su cui non ci sia la condivisione, ma è altrettanto difficile trovare in queste 135 pagine qualcosa che sia un po' più concreto rispetto a ragionamenti, affermazioni di principio, prospettive e una serie di dati statistici. Quando arriviamo alla fine di questo documento, il dato più significativo è proprio quello che sta nell'ultima pagina, cioè il dato economico, in quanto è l'unico elemento che dà concretezza a quello che potrebbe sembrare se non un best-seller, un saggio su prospettive da percorrere. Alla fine, invece, scopriamo che ci sono delle risorse finanziarie ripartite sui 4 assi, e complessivamente vengono impiegati qualcosa come oltre 91 milioni di euro, una cifra di tutto rispetto.
Dalla lettura, sicuramente la Lombardia ha un peso significativo, non solo in quanto Regione importante, ma in riferimento alle Province lombarde che sono coinvolte: Varese, Sondrio, Lecco, Como, che sono realtà importanti nell'ambito del progetto da un punto di vista demografico e della loro capacità produttiva. Non ho capito leggendo il documento se, al di là del contributo comunitario, la cosiddetta controparte nazionale sia derivata esclusivamente da fondi dello Stato o se veda a sua volta una compartecipazione regionale che mi sembra di capire che lei escluda; perciò prendiamo atto che l'insieme di questa programmazione per la Regione è a costo zero, nel senso che non c'è alcun costo emotivo al di là dell'approfondimento...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... però non c'è nell'ambito della programmazione un impegno finanziario dell'Amministrazione regionale.
Sorprende che nell'andare ad approvare un programma operativo di cooperazione transfrontaliera fra Italia e Svizzera, a fronte di 91 milioni di euro, di cui 23 milioni li mette lo Stato italiano, solo 8 milioni siano le risorse elvetiche, dal momento che parliamo non dello Zimbawue, che è altra cosa rispetto alla cooperazione internazionale... qui stiamo parlando di "cooperazione transfrontaliera" con uno Stato importante che, pur non facendo parte dell'UE, è sicuramente dal punto di vista economico finanziario uno Stato che è secondo a pochi altri nel panorama europeo per benessere, per ricchezza, per capacità imprenditoriale e anche per maturità del suo sistema istituzionale e democratico.
A noi sarebbe allora piaciuto capire quali siano, alla fine, le azioni che nel concreto porteranno questi assi a vantaggio della nostra Regione. Immaginiamo che le 137 pagine qui scritte abbiano visto il coinvolgimento della struttura politica e degli uffici; non riusciamo però a capire, dalla lettura del documento, in quali tipi di ricadute poi si concretizzi il documento di programmazione operativa rispetto alle tante aspettative che, come Regione, abbiamo e che abbiamo a maggior ragione rispetto ad altre Province che qui sono citate, alcune delle quali, da un punto di vista geografico, con la Svizzera non confinano: Vercelli, Biella, Novara...
Caveri (fuori microfono) - ... Monte Rosa Vercelli...
Frassy (PdL) - ... la Provincia di Vercelli, Presidente, non mi risulta...
Caveri (fuori microfono) - ... sono tutte confinanti, altrimenti non potrebbero far parte...
Frassy (PdL) - ... o la cartina geografica è sbagliata o le mie nozioni geografiche sono ancora peggiori della cartina qui indicata, ma con l'ausilio del collega Salzone diventa difficile capire come Vercelli possa confinare...
Caveri (fuori microfono) - ...attraverso la vetta del Monte Rosa...
Frassy (PdL) - ... sì, attraverso la vetta del Monte Rosa, ma non ha un confine antropizzato. Qui stiamo parlando in termini di vie di comunicazione...
(interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)
... è interessante come riflessione... poco pertinente, ma interessante. Sì, il Cervino ha due proprietari: i Maquignaz e i Frassy... Ciò detto, è evidente che la nostra Regione ha delle aspettative di un certo tipo rispetto a una serie di cooperazioni che sono rimaste impresse nei tempi in cui forse non c'erano i fondi comunitari, ma c'erano una serie di iniziative che, a partire da quei giochi che venivano organizzati - mi viene in mente le "Triangle de l'amitié" - davano il senso del coinvolgimento delle comunità.
Dalla lettura del documento, ripeto, non si capisce invece quale sia l'apporto e la ricaduta sul territorio valdostano; se apro la sintesi delle misure dell'asse competitività o se vado a vedere i riepiloghi di pagina 96-97 dove si fa riferimento all'integrazione dell'area turistica transfrontaliera e all'individuazione di una immagine univoca e a un unico sistema di offerta, mi domando se è quello che cerchiamo. Perché siamo consapevoli che molte volte siamo in concorrenza con le stazioni invernali transalpine, in questo caso stiamo parlando della Svizzera, ma potremmo anche parlare della Francia, però l'idea di una integrazione dell'area turistica transfrontaliera penso che sia un concetto difficile da far passare, in quanto un concetto di questo tipo vorrebbe dire non sottrarsi quote di mercato, ma avere la capacità di creare un progetto che dia un'offerta globale: il turista russo o il turista giapponese che nel suo percorso turistico tocca le località coinvolte nel progetto operativo. Questo, è vero, è stato fatto, ma i dati purtroppo non sono entusiasmanti, nel senso che sono dati a livello pionieristico, sono dati cioè che non fanno volano economico, sono dati che forse non sono stati coltivati perché forse quegli esperimenti avevano dei pregi da approfondire. La stessa cosa dicasi per quanto riguarda altri aspetti che qui sono indicati, sulle analisi socio-economiche contenute invece parecchie pagine prima, a partire da pagina 24 in avanti, rispetto all'insufficiente collaborazione e la forte concorrenzialità fra le imprese dei due fronti. Pertanto questa analisi conferma quanto andavo prima sostenendo, perché qui stiamo parlando di cooperazione, ma nei fatti i nostri primi antagonisti, soprattutto sul versante turistico che è o che dovrebbe essere la prima attività imprenditoriale e produttiva di questa Regione, non sono altre località che stanno al di fuori di questo progetto di cooperazione, ma sono le stesse località che sono all'interno del progetto di cooperazione. La prima valutazione politica che vorrei perciò fare è di capire se davvero crediamo che l'insieme di queste misure siano migliorative della situazione difficile di crisi che la Regione vive. Il rischio di fondo è che alla fine questo percorso di collaborazione, è vero che non investiamo risorse perché sono risorse comunitarie, integrate da fondi dello Stato, non sia un percorso poco virtuoso per la nostra Regione.
Penso che in tema di turismo - ed è questo l'elemento centrale rispetto a delle prospettive di crescita e di sviluppo - il programma operativo di cooperazione transfrontaliera rischi di penalizzare la crescita auspicata dal sistema turistico Valle d'Aosta. Un sistema turistico che si perde nei mille rivoli di una burocrazia del turismo, come è quella delle AIAT, e qui devo dire che il fallimento non è solo il fallimento dell'Assessore Pastoret, ma è il fallimento del suo predecessore Caveri, è il fallimento di una forza politica che aveva investito nella riforma delle AIAT fatta a fine della scorsa legislatura, la "Fédération" attraverso l'Assessore Lavoyer, aveva scommesso sul fatto che quello era l'elemento risolutivo per rilanciare il turismo in Valle. Penso che oggi tutti siamo consapevoli del fatto che non ha più senso tenere un numero spropositato di AIAT che non servono a nulla, se non a collocare e a dare spazio politico clientelare agli uomini della quinta o settima fila di quell'area politica che da troppo tempo sta egemonizzando la scena pubblica di questa Regione!
Pertanto noi, come area politica, prendiamo le distanze da questo progetto di collaborazione, perché riteniamo che il ruolo svolto dalla classe politica della Regione in questa vicenda sia marginale. Siamo convinti, Presidente Caveri - e lei avrà buon gioco a dimostrarci il contrario - che la sua relazione sia stata di una pochezza che rasentava il non classificabile, volendo esprimerci in termini scolastici, la sua relazione non ha detto nulla! Lei ha fatto l'autocelebrazione del fatto che la sua Presidenza ha portato a casa questo documento, che la sua Presidenza ha condiviso questo documento, ma non ci ha detto in cosa si è concretizzato il programma operativo del sessennio precedente, e non ci ha detto in cosa si concretizza, in quali ricadute concrete per la comunità valdostana si concretizza questo tipo di progetto!
È ovvio che siamo tutti per potenziare le vie di comunicazione o per rilanciare il turismo o per una qualità di vita migliore, sono ovvietà! Ma noi vorremmo capire quali sono i ruoli che gioca la Regione; quali sono i ruoli che vengono offerti a quella poca imprenditoria valdostana, Assessore La Torre, che ancora ha voglia di mettersi in gioco, quali sono gli strumenti e le opportunità che le vengono date, perché ogni volta che accade qualcosa, si violano le norme della concorrenza. Qui sicuramente non si viola nessuna norma della concorrenza, ma non vorremmo che, alla fine, il ventre molle di questo progetto di cooperazione sia la Valle d'Aosta, non vorremmo che alla fine il marketing turistico finisse a beneficio degli altri partner penalizzando la Valle d'Aosta! Ma li avete visti i numeri che sono indicati a pagina 16? La Valle d'Aosta è la "Cenerentola" in termini turistici! La Valle d'Aosta mette assieme 3.188.648 presenze ed è il dato più basso, se escludiamo il Ticino...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... Presidente, questi sono i dati scritti! Questi dati - lei ci correggerà, ma la sua relazione ci può anche indurre in errore - riteniamo che siano riferiti e riferibili alle Province lombarde che qui sono indicate, e non siano estensibili all'intera Lombardia; se così non è, ne prendiamo atto. Comunque è evidente che la posizione di debolezza della nostra Regione nel contesto turistico di questo programma operativo è di tutta evidenza. Allora le chiediamo quali sono le certezze e le garanzie affinché questo programma possa innescare quei fenomeni virtuosi che dovrebbe innescare la cooperazione transfrontaliera fra tutti i suoi partner.
Lei ha spiegato - rispondendo al collega Sandri - che non esiste, qui, riferimento al collegamento ferroviario con Martigny perché è la fotografia dell'esistente, ne prendiamo atto; ma quando era Assessore al turismo - poi ne ha parlato di meno dopo, perché aveva più argomenti per comunicare e poteva scegliere gli argomenti che più potevano essere verosimili - ne ha spese di parole sull'Aosta/Martigny... ah, se ne ha spese! È arrivato a dire che certe scelte vanno coltivate partendo da lontano, e anche se il progetto è un progetto del futuro, deve essere un progetto in cui bisogna credere, altrimenti se non si fanno certe battaglie quel progetto non decollerà mai!
Lei ha detto alcune cose, oggi, rispondendo ad una interrogazione dei colleghi dell'"Arcobaleno" sui buoni benzina, che noi condividiamo: la distrazione del "Governo Prodi"; ha dimenticato di aggiungere che la distrazione del "Governo Prodi" sommata alla distrazione del Governo regionale ci ha portato nella situazione che tutti conosciamo rispetto al problema dei buoni benzina! Non vorremmo che il fatto di sapere di avere delle "partnership" forti come sono quelle della Regione Lombardia soprattutto, abbia fatto giocare un ruolo minore e di fanalino alla fantasia e all'interesse della Regione Valle d'Aosta! Non vado oltre, Presidente, perché le sue espressioni sono eloquenti, nel senso che lei non condivide nulla di quello che abbiamo detto, lo abbiamo capito; ma auspicheremmo che al di là di queste espressioni, che possono essere interpretate in varia maniera, ci desse qualche elemento a dimostrazione che abbiamo frainteso la lettura di questo documento, perché in assenza di precisazioni sue, rimaniamo convinti che questo documento sia poco utile - per usare un'espressione gentile - alla crescita della Valle d'Aosta!
Presidente - La parola alla consigliera Squarzino Secondina, per secondo intervento.
Squarzino (Arc-VA) - C'era un punto che avevo dimenticato...
Caveri (fuori microfono) - ... i costi della politica....
Squarzino (Arc-VA) - ... avevo apprezzato nella precedente esposizione del mio pensiero che, pur essendoci disattenzione, almeno non c'era nessuno che faceva le solite battute ridicole... preferisco la disattenzione sonnacchiosa precedente che non l'attenzione maldicente attuale! Non sto a rispondere alle battutacce del Presidente Caveri, perché non vale la pena...
Caveri (fuori microfono) - ... lei fa ostruzionismo e io faccio le battute...
Squarzino (Arc-VA) - ... io sto facendo il lavoro dell'opposizione, Presidente, e quando avremo modo di parlare con calma, forse si capiranno le ragioni degli uni e degli altri, perché non si può imporre a un Consiglio regionale 8 giorni, notti comprese, sabato e domenica... questo è imposto dalla maggioranza e pretendere che l'opposizione stia qui, buona-buona, ad ubbidire ai "diktat" della maggioranza! Questo atteggiamento è vergognoso! Ma chiedo scusa di questa interruzione a me stessa.
C'era un tema di cui volevo parlare precedentemente, che riguarda una specificità della nostra Regione. C'è, all'interno di questo documento di programmazione, una serie di interventi e di priorità specifiche di ogni Regione, cosa che trovo molto interessante, perché si cerca di individuare per ogni Regione qual è la priorità che questo progetto porta avanti. Per esempio, è interessante che sia la Regione Lombardia che preveda il sostegno al collegamento fra aree urbane e rurali, perché sente maggiormente questo problema di collegare la città con la campagna, la nostra Regione non ha questi problemi, ma quali sono i problemi della Val d'Aosta verso cui devono andare tutte le azioni previste in questo programma e finanziate con quelle risorse che sono decisamente alte... si arriva a 115 milioni di euro... cifre consistenti.
In Valle d'Aosta, a pagina 53, si dice: " bisogna sottolineare l'esigenza di una gestione politica di insieme della cooperazione territoriale: ". Credo che moltissime volte anche in questo Consiglio abbiamo sottolineato come qui si agisca in modo settoriale, ciascun Assessorato, ogni lobby affronta il problema che lo riguarda, senza preoccuparsi se questo problema è collegato ad altri settori. Invece qui non è la sottoscritta, non è il nostro gruppo che lo ha scritto, ma è questo gruppo che ha lavorato sulla proposta di programma... quali sono gli obiettivi prioritari che la Valle d'Aosta deve tenere presente nel programmare questi interventi? Primo: deve cercare di adottare una visione di insieme nel momento in cui affronta i problemi della cooperazione territoriale, nel senso che bisogna definire quali sono le visioni strategiche, quali sono le priorità che vanno condivise anche dal basso. Questa è una delle preoccupazioni che avevamo visto anche in altre analisi, cioè che si rischia molte volte che questi piani, queste decisioni vengono prese ad alto livello, ma poi la gente normale non ha avuto modo di condividere queste priorità; per cui, anche quando cercano di essere realizzate, non c'è la condivisione di chi invece dovrebbe coglierle e tradurle in pratica.
Credo che l'esperienza dell'"Espace Mont Blanc" fatta dal collega Cesal dimostri come, mentre era più facile mettersi d'accordo sugli obiettivi da raggiungere a livello di Sindaci e di gruppo dirigente, nel momento in cui questi obiettivi vanno tradotti e accolti dall'intera popolazione, c'è ancora un "gap". Pertanto si chiede di trovare strategie, per cui le scelte fatte siano anche condivise dal basso. C'è un problema, che però non dipende dalla volontà politica, quanto dal contesto di dimensioni ridotte della nostra Regione, nel senso che c'è la difficoltà di integrare le politiche con gli strumenti da attuare, perché essendoci un deficit di massa critica nella realtà regionale, è difficile riuscire ad individuare per ogni problema lo strumento adatto, in quanto il problema in genere riguarda un settore molto piccolo, esiguo di persone a cui si riferisce. È una sfida, questa, sicuramente, a cui saranno chiamati tutti coloro che devono attuare questo piano e tradurre in pratica gli obiettivi, sia quelli strategici, sia quelli relativi ai vari assi individuati.
Quali sono le priorità tematiche che sono qui indicate? E credo che nel momento in cui si voterà questo programma operativo, si dirà di sì anche a queste priorità, e noi queste priorità le condividiamo perché ci sembrano importanti da seguire. Prima priorità per i progetti di cooperazione territoriale: l'innovazione tecnologica, la ricerca, lo sviluppo ad alto valore aggiunto, mi sembrano queste le stesse parole che più volte l'Assessore La Torre ha detto in aula, quando sono state approvate le varie leggi che riguardano il sostegno all'innovazione, il sostegno alla ricerca, il sostegno all'imprenditoria. La logica è: non diamo soldi a tutti, ma diamo soldi finalizzati a progetti di innovazione tecnologica di ricerca che individuino dei prodotti o dei processi ad alto valore aggiunto. È chiaro che il mettere l'accento su questi temi significa mettere l'accento sullo sviluppo della qualità, sviluppo che può essere raggiunto se si diffondono le nuove tecnologie.
L'Assessore Marguerettaz non era presente, prima, quando ho sottolineato con convinzione uno dei punti fondamentali di questo programma, cioè lo sviluppo di tecnologie di informazione e di comunicazione con la finalità - si dice - "di garantire una maggiore accessibilità ai servizi avanzati anche nelle aree più marginali e periferiche del territorio, permettendo di ridurre i costi legati alla situazione di marginalità geografica". Spero, non ho visto come sono collocate le risorse previste nel programma, abbiamo visto che sono 15 i progetti e spero che almeno alcuni di questi riguardino la Regione, perché condivido l'interesse e l'obiettivo che ha l'Assessore Marguerettaz di portare queste tecnologie in tutta la Regione; poi magari non condividiamo il modo, i tempi con cui questo viene fatto, ma l'obiettivo fondamentale è condivisibile.
Una terza priorità che ci trova d'accordo è quella che punta al turismo e alla qualità dell'ambiente, cioè il collegare le attività turistiche con la qualità dell'ambiente credo che individui una traccia di azione, che non sempre ci ha visti d'accordo con le scelte di questa maggioranza. Spero che tutte le iniziative che vanno in questa ottica di collegare e coniugare turismo e qualità dell'ambiente siano condivisibili.
L'altra priorità tematica - anche se non credo che siano messi in ordine primo, secondo, terzo, quarto - è indicata al quarto punto, ma è una priorità indispensabile per realizzare anche le altre priorità ed è lo sviluppo del capitale umano, perché questo consente di raggiungere il quinto obiettivo che è lo sviluppo rurale e lo sviluppo delle aree produttive alpine.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Annuncio che è stato depositato un altro ordine del giorno a firma del gruppo del "PD".
Vista l'ora, dichiaro sospesi i lavori del Consiglio, riprenderanno alle ore 21.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 20,00 alle ore 21,08.
Presidente - Riprendiamo i lavori del Consiglio regionale. Siamo al punto 29.1 dell'ordine del giorno, la discussione è stata chiusa.
Si passa all'esame degli ordini del giorno. Sono stati 3 gli ordini del giorno consegnati: il primo presentato dal gruppo del "PD", il secondo dalla collega Squarzino, il terzo sempre dal gruppo del "PD".
La parola al Consigliere Sandri, sul primo ordine del giorno presentato dal gruppo del "PD".
Ordine del giorno
Tenuto conto che il collegamento ferroviario Aosta-Martigny rientra in modo non chiaramente definito nell'obiettivo II.3.1 Interventi per l'integrazione dei servizi di trasporto sostenibili, passeggeri e merci del Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013;
Considerato che tale collegamento ferroviario è strategico per lo sviluppo durevole e sostenibile della nostra Regione;
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Impegna
la Giunta regionale a prevedere l'utilizzo degli interventi previsti al sopraddetto punto del Programma Operativo per finanziare la messa a punto definitiva del progetto di traforo ferroviario Aosta-Martigny e per finanziare uno studio di fattibilità finanziaria che, pur non prevedendo l'intervento della Confederazione Svizzera e del Canton Vallese, consenta di reperire le risorse per la realizzazione dell'opera a partire dall'anno 2011.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Sandri (PD) - Come avevamo già evidenziato nella discussione generale, l'ordine del giorno che presentiamo è un ordine del giorno che dà forza all'idea del concetto dell'Aosta/Martigny. Abbiamo portato avanti questo progetto perché riteniamo che l'Aosta/Martigny debba essere considerata una delle direttrici fondamentali di questo accordo transfrontaliero. Avevo già evidenziato nella discussione generale come il fronte alpino analizzato da questo provvedimento abbia messo in luce come l'unico buco dal punto di vista ferroviario, intermodale nell'arco alpino del collegamento italo-svizzero era quello della direttrice Aosta/Martigny.
Allora chiediamo, con questo ordine del giorno, un impegno chiaro della Giunta regionale a prevedere di utilizzare questi fondi, anche perché c'è un passaggio all'interno del programma molto interessante, che dice come, analizzando i progetti del settennio 2000-2006, si è visto che erano tanti progetti di piccole dimensioni, che non hanno poi avuto quei grandi risultati, perché andavano a dare un po' di contentini qua e là, ma senza esercitare una forza rinnovatrice; quindi nel programma è chiaramente indicata la necessità di avere delle dimensioni molto più grandi, di avere dei progetti più robusti su cui incanalare le risorse, per evitare che ci sia una parcellizzazione del finanziamento che non porti a niente. Allora dicevo: predisporre un intervento in attuazione del programma operativo, per finanziare la messa a punto definitiva del progetto di traforo ferroviario di Aosta/Martigny, e questo legato alle osservazioni che ci aveva fatto il Presidente Caveri, credo che sia molto importante perché, nel momento in cui il progetto di Aosta/Martigny esce da quei deliri degli anni '90, in cui si prevedeva fra le 4 varianti una a 300 km/h che attraversava con una enorme sinusoide che distruggeva la Valle con una rigidità di percorso impressionante, poi c'era la variante a 250, a 200 e a 160 km/h. Ovviamente questi sono dei progetti del passato, che non stanno ormai più nella sensibilità di oggi; è evidente che dobbiamo predisporre un progetto che rientri nella compatibilità ambientale e io penso che prevedere una struttura simile a quella che è stata fatta a Loetschberg, in cui quasi metà...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... guarda, a pagina... intanto, come punto di debolezza a pagina 23, dicevo, il Loetschberg si è dimostrato un progetto interessante, perché quasi la metà dello smarino prodotto non è neanche uscito dalla galleria, perché riutilizzato con delle apposite macchine che lavorano all'interno della galleria per la produzione di cemento armato e di altri derivati utilizzati poi nei manufatti interni, in modo che l'impatto esterno della galleria del Loetschberg è stato la metà di quello che si poteva immaginare. Del restante smarino è stato fatto un lavoro di organizzazione territoriale, per cui l'impatto ambientale esterno è stato molto basso. Questo, però, a fronte di una velocità di esercizio che è inferiore ai 200 km/h, quindi dobbiamo mettere a punto questo progetto nell'idea di predisporre una ferrovia che consenta di viaggiare attorno ai 150, massimo 180 km/h tra Aosta/Martigny, il che significherebbe che in 19 minuti da Aosta si potrebbe raggiungere l'importante cittadina del basso Vallese.
Noi abbiamo però aggiunto in questo ordine del giorno una seconda parte, che riteniamo politicamente molto più rilevante. Conosciamo bene gli Svizzeri, sappiamo che hanno un senso dei soldi preciso, hanno fatto una serie di interventi per attraversare le Alpi su ferrovia e non su strada, che hanno permesso in questi anni un contenimento della produzione di CO2 e comunque dell'inquinamento da traffico su gomma molto più rilevante di quanto non siamo riusciti a fare noi in Italia e in Valle, e questo è stato possibile perché "AlpTransit" e tutte le altre iniziative approvate dal popolo svizzero, hanno permesso di tassare i TIR e di costruire le grandi trasversali: il Loetschberg che è finito, il Gottardo che sta avanzando con qualche difficoltà tecnica.
Noi non possiamo pensare, visto che l'interesse è al 99% nostro, che la Confederazione svizzera si assuma anche solo una parte del costo dell'opera infrastrutturale, se vogliamo che questa sia realizzata in tempi decenti; se vogliamo avere la loro partecipazione significa che rinviamo di 10-20 anni la realizzazione di questa struttura. Allora, con questi soldi del programma operativo di cooperazione transfrontaliera italo-svizzera 2007-2013, chiediamo che si faccia un'ipotesi finanziaria per reperire le risorse per la realizzazione dell'opera a partire dal 2011; quindi un piano finanziario che consenta fra il 2011 e il 2020, quando l'opera potrebbe essere completata, di recuperare quei 300 milioni di euro all'anno che consentano la realizzazione dell'opera; non è una cifra impressionante, credo che facendo un'analisi finanziaria corretta e andando a identificare dei partners privati, pubblici... si possano ottenere.
Credo sia molto interessante che non con questo programma operativo, ma nell'ambito della collaborazione di queste 5 grandi euroregioni (Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Provence-Alpes maritimes-Côte d'Azur, e Région Rhône-Alpes) si possa fare qualche passo in avanti. Tengo solo ad evidenziare i discorsi fatti recentemente dal Governatore della Liguria che, grazie a un reparto fiscale favorevole sull'attività del porto, ha deciso di investire sul terzo valico ferroviario dell'Appennino ligure una notevole quantità di soldi. Allora questo si congiunge a valle al progetto transfrontaliero che stiamo qua analizzando, cioè uno dei partners finanziari di questo progetto potrebbe essere la Regione Liguria, l'autorità del porto di Genova e tutti gli operatori commerciali che in quel capoluogo svolgono la loro attività. Pensiamo che possano essere reperiti i soldi, perché si possa non solo mettere in campo un progetto di massima ormai definito compatibile con l'ambiente, ma anche un progetto finanziario per cui si possa andare a Berna a dire: "dateci l'autorizzazione, poi l'opera la facciamo noi". Questa, credo, sia l'unica strada per riuscire a vedere la realizzazione di tale opera nel giro di un decennio e non tanto di più.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Siamo contrari a questo ordine del giorno, noi questo ordine del giorno non lo votiamo assolutamente. Non abbiamo mai condiviso questa enfasi sul collegamento ferroviario Aosta/Martigny, ricordo che abbiamo sempre posto due domande: a chi serve effettivamente, dove si colloca questo collegamento: si sovrappone all'attuale asse ferroviario oppure lo affianca? Ancora: il progetto che è stato più volte presentato a nostro avviso anche rispetto ad Aosta, taglia fuori Aosta da questo collegamento ferroviario, quindi non capiamo il senso di questo collegamento.
Crediamo che occorra per ora almeno potenziare fortemente l'asse ferroviario Pré-Saint-Didier/Chivasso, che consente alla Regione di arrivare in tempi brevi a Chivasso, a Torino e Milano, a collegarsi con la linea ferroviaria nazionale e internazionale, ma questo collegamento per ora non è affatto sostenuto dal punto di vista politico ed economico dalla parte svizzera, pertanto riteniamo che chiedere, oggi, che venga finanziato questo collegamento, che vengano finanziati ulteriori progetti, significhi sperperare denaro pubblico per progetti faraonici che non sono né dietro l'angolo, né realizzabili e che non sono collegati in modo chiaro con un progetto di sviluppo della Regione.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - È un po' buffa questa situazione, perché il Presidente Caveri si è rimangiato tutto quanto ha detto in questi ultimi dieci anni; l'"Union Valdôtaine" ha rinunciato a uno dei suoi principali "atout" e noi ne siamo contenti, perché da oggi possiamo dire che l'Aosta/Martigny non è più un interesse dell'"Union", ma è solo un interesse del "Partito Democratico". Credo che da questo punto di vista ci siano delle interessanti conseguenze: voi non eravate gli assertori della francofonia, del "Triangle de l'amitié", dei popoli fratelli? Ho già notato da qualche tempo che i vostri rapporti con il Vallese sono diventati molto freddi, l'ultima volta che sono stato a pranzo con le autorità del Vallese, mi hanno chiesto come sta andando la politica in Val d'Aosta, ho citato alcuni nomi, non ne conoscevano neanche uno, l'unico conosciuto è quello di Charbonnier, come di quello che, lui sì, amava il popolo vallesano e con il quale si potevano fare dei ragionamenti.
Evidentemente il progetto di avere un collegamento diretto fra la Valle d'Aosta e il Vallese, che ci metta in venti minuti nella possibilità dei Vallesani di venire a far compere e di divertirsi ad Aosta oppure noi andare a vedere una mostra di Gianadda, non entra più negli obiettivi. Tenete conto di cosa vuol dire questo: avere la possibilità di scambi molto più ravvicinati con un Paese francofono, significherebbe rafforzare la nostra francofonia, rivitalizzare la nostra francofonia, pensare a quanto sarebbe più facile per degli studenti universitari vallesani di poter venire a studiare in Valle, e magari di portarci quel po' di cultura mitteleuropea di cui loro godono, visto che sono una Regione bilingue franco-tedesca e che poco più sopra di Sion si parla tedesco nella stessa maniera con cui si parla a Gressoney. Ci rendiamo conto che erano baggianate quelle del Presidente Caveri, quando ipotizzava un'area di zona franca ad Aosta collegata con una zona franca già attiva di Martigny, che andrò a visitare il prossimo 15 aprile per capire come l'hanno realizzata, quali sono le prospettive che loro intendono conseguire, quali sono i risultati che hanno già ottenuto. Allora penso che tutto questo era solo propaganda elettorale, che ha lo stesso peso del mitico progetto delle barchette sul lago di Place Moulin, annunciato dall'allora Assessore al turismo che nessuno ha mai visto e nessuno vedrà mai, ma è stato solo uno dei tanti annunci che ci sono stati fatti! Prendiamo atto dell'inaffidabilità delle parole di un Presidente della Regione, caso unico nella storia della Regione!
Noi, invece, difendiamo a spada tratta il progetto di Aosta/Martigny e ci spiace che i colleghi dell'"Arcobaleno" non ne condividano gli obiettivi, perché a loro devo dire una cosa molto chiara: se non vogliono i TIR, i treni, dove vogliono far passare le merci... sugli aerei? Ma gli aerei sono ancora più inquinanti, quindi credo che loro si affidino al "metodo Troisi", che è lì che in "Ricomincio da tre" davanti a un cucchiaino che cercava di spostare con la mente, pensava: "sì, è molto difficile, ma se ci riesco pensate quanti soldi mi farò"! Credo che il teletrasporto sia ormai l'ultima arma rimasta in mano all'"Arcobaleno" per dare una regolata a degli strumenti economici fondamentali. Noi siamo per una forte e coraggiosa scelta, che è quella di portare il traffico delle merci dalla gomma sulla ferrovia, quindi chiediamo che ci sia un progetto che possa essere realizzato nel più breve tempo, che consenta di passare questo ostacolo naturale che è il massiccio del G. S. Bernardo che collega il Monte Bianco al Monte Cervino e al Monte Rosa. Per fare questo ci vuole un traforo, da questo punto di vista credo che l'"Arcobaleno" dovrebbe riflettere sulle sue posizioni e rendersi conto che avere una ferrovia potente in Valle è il più grosso antidoto che abbiamo al passaggio di TIR sotto il Monte Bianco, uno dei temi a loro più cari.
Ribadisco, però - e qui credo che si debba fare un salto di qualità politico, avere una marcia in più dal punto di vista politico rispetto al passato -, la Val d'Aosta si deve rendere conto che su questo tema deve assumersi le sue responsabilità, deve capire che, dato che è una cosa che serve a noi, ne dobbiamo essere noi, i protagonisti, dobbiamo essere noi a reperire le risorse finanziarie e tutto questo ci consentirà di avere poi anche la totalità delle ricadute positive. Pertanto è un grande investimento per la Regione, è un grande investimento che questo piano di cooperazione transfrontaliera rende possibile, se approverete questo ordine del giorno, e soprattutto un piano di investimenti che avrà delle ricadute immediate sullo sviluppo della Regione. Il Canton vallese, dal momento in cui hanno aperto i cantieri del Loetschberg dieci anni fa, ha visto crescere il PIL di 1,5 punti all'anno per l'attività del cantiere. Oggi il PIL sta viaggiando al 2,2 in più rispetto al restante territorio medio svizzero, grazie al fatto che questa opera sta portando enormi vantaggi; andate a vedere i risultati della stagione sciistica degli impianti di risalita dell'Oberland bernese e del Vallese, e vi renderete conto di cosa ha voluto dire questa infrastruttura! Una infrastruttura che rende nel momento in cui la si realizza, che rende nel momento in cui viene realizzata, credo che sia una delle grandi opere che la Regione ha di fronte e su cui si deve mobilitare. Certo, tutto questo deve essere fatto nel rispetto dell'ambiente; abbiamo dato un parere fortemente negativo con le tre ipotesi a più alta velocità che erano state ipotizzate nel 1989-1990 dall'Università di Trieste; riteniamo che gran parte della ferrovia a cielo aperto sul tratto Aosta/Chivasso, che dovrebbe scaricare da questo tunnel, deve essere a minore impatto ambientale possibile e per questo credo si stia già lavorando con l'accordo di programma che abbiamo con RFI e il Piemonte, perché una larga fetta della ferrovia sarà nascosta fra Chambave e Verrès con una galleria a doppio binario.
Sulle restanti parti si dovrà intervenire con intelligenza, sapendo che su tratte ferroviarie di spostamento delle merci di 800-900 km. di media, avere su queste tratte 15-20 km. di binario unico non cambia nulla, né in termini di tempi di percorrenza, né in termini di quantità di merci trasportate, né in termini di eventuali difficoltà di allacciamento fra il traffico delle merci che si svolge principalmente di notte, con il traffico dei passeggeri che si svolge di giorno.
L'invito che faccio ancora, a nome del mio gruppo, a tutta la maggioranza e ai Consiglieri che in buona fede ritengono questo un progetto positivo, è quello di dare un segno a favore del tunnel ferroviario di Aosta/Martigny.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Questo ordine del giorno dimostra ignoranza, disinformazione totale sul progetto dell'Aosta/Martigny; è un ordine del giorno pressappochista che dimostra anche come la politica possa cadere in basso quando da politici ci si trasforma in guitti. Devo dire che ci sono degli errori macroscopici: la messa a punto definitiva del progetto è un termine inesistente dal punto di vista progettuale, studio di fattibilità finanziaria è incompatibile con la messa a punto definitiva del progetto perché dovrebbero essere due cose contestuali, poi c'è questa meravigliosa "chicca" che dice agli Svizzeri: "il traforo lo paghiamo noi, state tranquilli"! Caro Sandri, non siete riusciti a fare la Torino/Lione, e oggi spacciate un interesse per l'Aosta/Martigny! Noi, l'interesse per l'Aosta/Martigny, lo abbiamo dimostrato fin dagli anni '90, quindi noi crediamo nell'Aosta/Martigny, ma questo ordine del giorno scalcagnato non ci convince, per cui ci asterremo.
Presidente - Collega Bortot, lei non può parlare perché l'articolo 64, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio prevede che sugli ordini del giorno, oltre ai proponenti, può intervenire un solo Consigliere per ciascun gruppo consiliare.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Penso che in questo caso il nostro gruppo condivida l'analisi sintetica fatta dal Presidente Caveri, perché questo ordine del giorno è stato scritto probabilmente per poter dare un po' di tempo in più all'aula, ma non per approfondire l'argomento, per prendere tempo. Non è assolutamente pensabile di ipotizzare una impegnativa nei confronti anzitutto di una Giunta regionale che è a scadenza, perciò capisco che il collega Sandri non si renda conto in questa maratona di 7 giorni e 7 notti che siamo a fine legislatura e noi auspichiamo che la Giunta e la maggioranza della prossima legislatura - che è la XIII, dal punto di vista cabalistico un numero interessante - sia un po' diversa rispetto all'attuale; di conseguenza già l'impegnativa nei confronti della Giunta regionale su un'opera così importante in un lasso di tempo così breve penso che sia poco sostenibile.
E poi è veramente incredibile; dicevo, nel mio intervento generale, che non stiamo trattando di cooperazione con Paesi in via di sviluppo, stiamo parlando di cooperazione con la Svizzera e ipotizzare uno studio di fattibilità finanziaria con la Svizzera, il Paese delle banche, per intenderci, dove la Regione Valle d'Aosta dice: "non preoccupatevi, paghiamo noi"! La cosa più bella è che, leggendo questo ordine del giorno, non solo paghiamo noi, ma non importa se non siete d'accordo, perché noi iniziamo a fare il buco, poi ci fermiamo sotto la verticale del confine.
Collega Sandri, capiamo tutto e il contrario di tutto, ma penso che questo sia un documento che debba essere conservato, perché va messo negli annali di come non deve essere fatta la politica, nel senso che si può fare di tutto e il contrario di tutto, ma con un minimo di logica. Un documento di questo tipo, collega Sandri, è vergognoso, perché anche in momenti in cui si vuol sostenere un disegno politico, bisogna che sia un disegno politico non autolesionistico. Se questo documento dovesse essere reso pubblico - mi auguro che qualcuno dalla tribuna stampa lo voglia rendere pubblico - penso che i nostri concittadini avrebbero elementi di valutazione politica significativi per capire come, molte volte, i costi della politica sono anche questi, intendendo sia documenti che non hanno senso, sia fantasie che non saprei come definire, che ipotizzano oneri finanziari in capo a una Regione per fare un buco in una montagna.
Voteremo contro il documento.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per fatto personale.
Sandri (PD) - Sul fatto personale, perché non vorrei lasciare questa impressione di questa "questione vergognosa". Nessuno ha parlato che il buco rimane a metà, ovviamente non è scritto nel testo e nessuno lo ha immaginato. Credo, collega Frassy e Presidente Caveri, che abbiate una visione molto limitata, che non fa capire la differenza fra una spesa e un investimento. La Val d'Aosta ha pagato in questi 25 anni questa vostra incapacità di capire la differenza; questa non è una spesa, è un grande investimento che rende - come ho spiegato nel mio intervento - sia nel momento in cui viene fatto, sia quando sarà realizzato...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... ma state zitti, mi avete dato del guitto! Ho diritto di difendere questa posizione!
Presidente - ... Consigliere Sandri, spieghi il fatto personale...
Sandri (PD) - ... il fatto personale è che è stato attribuito un atteggiamento di vergognoso a una cosa perché sarebbe una spesa inutile: ho spiegato che questo è un investimento e c'è una grossa differenza fra spesa e investimento, quindi la vergogna ce l'ha chi si è permesso, qui, ancora una volta, al posto di fare un confronto politico, di insultare! E questo vale per il guitto che mi sono preso dal Presidente Caveri, di cui chiedo le scuse formali, mentre per la vergogna... quello è un giudizio politico, non chiedo le scuse formali.
non chiedo le scuse formali.
e reso dal presidente Caver, di cui chiedo le scuse formali, e anche per la vergogna, quello è un
Presidente - Pongo in votazione il primo ordine del giorno presentato dal gruppo del "PD".
Consiglieri presenti: 26
Votanti: 15
Favorevoli: 2
Contrari: 13
Astenuti: 11 (Borre, Caveri, Cesal, Charles Teresa, Fey, Fiou, Lanièce, Maquignaz, Praduroux, Vicquéry, Viérin Adriana);
Il Consiglio non approva.
Presidente - Passiamo ora all'ordine del giorno presentato dalla collega Squarzino Secondina.
Ordine del giorno
Visti i dati riguardanti "lo stato delle pari opportunità" nei territori che sono coinvolti dal "PROGRAMMA OPERATIVO DI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA ITALIA-SVIZZERA 2001-2013";
Evidenziato che "le donne faticano molto ad occupare posizioni professionali di tipo direttivo sia nel settore privato che in quello pubblico. Ambiti ostici per l'occupazione femminile risultano essere quelli della ricerca e della politica";
Atteso che solo nell'asse riguardante "La qualità della vita" nel momento in cui si passa alla traduzione di obiettivi in azioni concrete ci sono pochi e marginali interventi previsti;
Ritenuto importante favorire la maggior presenza di donne in ambito politico;
Il Consiglio regionale
Invita
gli attuatori del Programma ad individuare precise azioni che incidano nel periodo previsto dal Programma sulla presenza reale delle donne in ambito politico;
Impegna
il Presidente della Regione a riferire su tali iniziative e sui relativi risultati in Consiglio regionale.
F.to: Squarzino Secondina
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che nel mio intervento sia stata abbastanza esplicita rispetto a questo ordine del giorno, nel senso che ho spiegato con molta chiarezza, partendo dai dati di questo programma operativo, come a nostro avviso ci sia una sottovalutazione degli interventi per superare una discriminazione che qui è stata individuata.
Vorrei sottolineare il fatto che qui siamo di fronte a un documento che è stato predisposto nel tempo da tutta una serie di persone, di competenze, di istituzioni, sulla base anche di dati precisi forniti dall'ISTAT e da altri studi, altri centri di statistica, e qui viene sottolineato in modo essenziale, senza tanti mezzi termini, che sono due gli ambiti ostici per l'occupazione femminile: la ricerca e la politica. Rispetto alla ricerca il discorso sarebbe molto ampio, ma per quanto riguarda la ricerca, come avevo fatto notare nel mio secondo intervento su questo programma, l'innovazione, il fattore umano sono individuati come gli obiettivi prioritari da perseguire con questi interventi, mentre per quanto riguarda la politica, la presenza delle donne in politica, in questo documento non viene precisato nulla. È vero che tutto deve essere demandato a vari progetti, ma mentre per altre tipologie di interventi - faccio riferimento ad esempio agli interventi che riguardano l'innovazione o anche interventi che riguardano l'immigrazione - sono indicati anche fra gli indicatori di successo del risultato, del conseguimento di quell'obiettivo, un numero di progetti che devono essere realizzati, per quanto riguarda questa tematica non c'è nulla.
Pertanto, visto che la qualità della vita passa anche attraverso una maggiore presenza di donne in politica - e questo, lo ribadisco, non è la sottoscritta che lo afferma, ma appare chiaramente da questo documento, ovvero la presenza delle donne, una maggiore presenza in politica o in altri settori, è inserita fra i fattori che contribuiscono allo sviluppo della qualità della vita -, e visto che non è questo il momento in cui si delineano i progetti e gli interventi - questo è un programma di grandi linee, di obiettivi strategici, di assi di intervento, di settori da valorizzare, di punti da sviluppare -, vorremmo che con questo ordine del giorno il Consiglio regionale invitasse coloro che dovranno attuare il programma ad individuare azioni precise che incidano - nei 7-8 anni previsti dal programma - sulla presenza reale delle donne in ambito politico. Effettivamente, se dopo aver affermato che uno degli obiettivi da raggiungere è proprio il superamento di questo "gap" che esiste, constatassimo nel 2013 che nulla è cambiato rispetto alla presenza delle donne in politica, e se nel 2013 si dovesse di nuovo scrivere un paragrafo sullo stato delle pari opportunità, che continua a permanere come uno degli ambiti ostici per la presenza femminile in politica, potremmo dire che questo programma non ha realizzato uno degli obiettivi posti.
Chiediamo quindi che ci sia un'attenzione particolare; è chiaro che questa attenzione non è che debba essere svolta nel 2008-2009, ma in questo arco di tempo il tempo c'è. Chiediamo poi che il Presidente della Regione o chi per esso, perché può darsi che in una nuova suddivisione delle competenze all'interno della Giunta un Presidente di Giunta conferisca una di queste deleghe a un altro Assessore, per cui non è scontato in eterno che il Presidente della Giunta sia il titolare di questi progetti di cooperazione... ora noi diciamo il Presidente della Regione, facendo un auspicio che continui ad avere questa competenza e lo impegniamo perché riferisca su queste iniziative e sui relativi risultati, con la speranza che ci siano dei risultati e non ci sia solo un'eventualità sia di questi corsi, sia dei risultati. Questo è il senso dell'ordine del giorno: è un ordine del giorno che riprende tale e quale un'affermazione di pagina 21, in cui il documento mette l'accento su questo aspetto.
Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Il mio intervento non è qui finalizzato a rappresentare l'altra metà dell'universo: quello maschile, perché noi ci teniamo a valorizzare e ad apprezzare la femminilità in tutti i suoi aspetti, ma questa iniziativa ha il classico sapore di femminismo un po' "rétro", superato. Lei sa che noi non abbiamo posizioni molto convergenti su questo punto, per fortuna non la pensiamo nella stessa maniera, né è l'unico punto dove fortunatamente siamo distanti.
Credo che tutta la sua bella rappresentazione sulla necessità di sostenere le donne nel loro ruolo sociale, professionale, politico, pubblico o privato che sia, sia un argomento obsoleto, perché i tempi indicano che oggi le donne hanno tutele molto più ampie di quelle riservate al mondo maschile. Lei sa bene che oggi sono talmente tutelate le signore, che sono i maschietti a perdere gli orientamenti... da quello sessuale in avanti! Non vorremmo che questo suo documento, alla fine, fosse una sorta di provocazione, anche perché crediamo - e lo abbiamo visto non solo in Valle d'Aosta, ma in tutta Italia - che le donne possano vantare una sempre maggiore significativa presenza nel mondo della società che voi definite "civile" - anche se dobbiamo ancora capire qual è la società incivile... -, dalle quote rosa in politica alle rappresentanze garantite a livello di Governo nazionale: lo stesso Berlusconi ha detto che 4 Ministri del suo Governo saranno del genere femminile... mi sembra una proposta vantaggiosa, anzi dovrebbe farvi riflettere da che parte collocare il voto...
Arrivare però a chiedere al Presidente che riferisca su tali iniziative, a fine legislatura... vorremmo sapere come il Presidente Caveri possa riferire su queste iniziative a favore della femminilità. È vero che c'è un regime di "prorogatio" che vi permetterà di decidere ancora per qualche settimana, prima che ci sia il rinnovo del Consiglio, salvo "colpi di Stato", però il Presidente ci potrà riferire in merito a quelle che possono essere le iniziative intraprese, non forse su questo argomento, ma sulle donne in generale... pensiamo che questa sia una competenza che lei può sfruttare in maniera efficace.
Tornando all'aspetto più serio di quello che stavo dicendo, la Consulta femminile cosa sta a fare?
Squarzino (fuori microfono) - ... stiamo parlando di un altro ambito...
Tibaldi (PdL) - ... la Consulta femminile è un organismo che è stato istituito anni fa, che ha un suo ricco bilancio che utilizza nelle forme più disparate, dai corsi di sartoria alle pubblicazioni monofoglio, tutte iniziative lodevoli, ma su un argomento come questo, di cooperazione transfrontaliera, in Ufficio di Presidenza non abbiamo mai visto proposte ad hoc! Oggi lei propone che il Consiglio inviti gli attuatori del programma ad individuare precise azioni: che azioni si possono individuare a fine legislatura? Cosa ci sta a fare la Consulta femminile? Una Consigliera di parità, ad esempio, di cui doveva peraltro essere riformata una legge, o una Consulta delle elette... e qua ringraziamo la maggioranza regionale, il Presidente Caveri e la Giunta regionale, che non hanno mandato avanti quella proposta dissennata che era la Consulta delle elette, altrimenti ad organismi inefficienti come la Consulta femminile si sarebbe aggiunta anche la Consulta delle elette, che sarebbe stata un incremento dei costi della politica! Lei pensi, collega Squarzino, visto che è così meticolosa e risparmiosa nell'utilizzo del denaro pubblico per pagare amministratori o sub amministratori in enti o organismi di vario genere, quale sarebbe stato il costo aggiuntivo per creare un organismo del genere!
Allora direi che questo documento non ha nulla di serio, è un documento provocatorio, che si riferisce a presunti impegni che si sa bene non possono essere adottati, men che meno in questo periodo su un argomento come quello di cooperazione transfrontaliera italo-svizzera; fra l'altro, non ci sembra che in questo Paese d'oltralpe le donne abbiano tutte queste facoltà che invece hanno da questa parte dell'arco alpino, quindi forse sarebbe una proposta che potrebbe essere efficacemente avanzata nei Parlamenti cantonali o confederali svizzeri.
Concludo dichiarando l'espressione di voto che, su questo documento, sarà contraria.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Ogni tanto vado in crisi, non capisco se è il Consiglio regionale che gira o la mia testa, perché oggi abbiamo sentito un pistolotto incredibile sulla mancata liberalizzazione delle concessioni per la produzione di energia elettrica dai banchi del "PdL"; adesso sentiamo il collega Tibaldi iperliberista che fa il conservatore per quanto riguarda le donne, che vorrebbe tenere a casa sotto chiave! Non so se ho capito bene, collega Tibaldi, perché la netta impressione è che quando si parla di genere, si minimalizzi la questione, ma oltralpe pochi mesi fa ha concorso alla Presidenza della Repubblica della Francia Ségolène Royal; allora mi immagino la Regione Val d'Aosta per la Presidenza della Giunta o l'Italia per il Primo Ministro quando mai arriverà ad avere una candidata del genere! Dal punto di vista delle opportunità, se non pratichiamo un iperliberismo, alla fine non vedrò assolutamente niente di tutto ciò.
Detto questo, senza fare lo sciovinista a favore delle donne, a casa mia comandano loro, per cui è una pratica acquisita e data per scontata... anche a casa loro...
(interruzione del Vicepresidente Tibaldi, fuori microfono)
... volevo dare un consiglio al "PdL": non guasta che ci sia qualcuno che comanda e tu ubbidisci, è anche un modo per deresponsabilizzarsi...
Vicquéry (fuori microfono) - ... è la conduzione del tuo gruppo, mi sembra...
(ilarità in Assemblea)
Bortot (Arc-VA) - ... ho un'aria sofferta per caso? Vi sembra che abbia un'aria sofferta? Non mi sembra! La "capa", qui vicino, mi dà di gomito... "intervieni!" e... io intervengo, non devo pensarci, non devo stare attento a prenotarmi, ieri sera ho sbagliato tanto così e il Presidente zelante non mi ha permesso di intervenire... cosa c'è di meglio? E io mi prendo altre responsabilità, per esempio quella di arrivare puntuale, è una minima responsabilità rispetto a quella che si prende la mia "capa"! Se noi facciamo una rotazione anche nelle cariche, nelle professioni, scopriremo tante di quelle virtù nel non fare più quello che abbiamo fatto fino adesso, che riusciamo anche a vivere qualche anno in più!
A parte le battute, non è corretto perché la collega Squarzino nel presentare l'emendamento ha parlato di settori dove la presenza femminile è preponderante in altri Paesi: parlo del meccanismo della formazione professionale. Guardate che sulla formazione professionale ci sono donne quanto uomini e donne brave quanto uomini e viceversa, e quando interverrò sul programma operativo transfrontaliero italo-francese aggiungerò alcune cose.
Quando sento la preponderanza di genere che si fa largo a gomitate, istintivamente mi viene di tenermi attaccato alla sedia, ma il problema è che se le gomitate non ce le date, noi non ci schiodiamo dal nostro posto, per cui per diventare brave devono imparare le cose peggiori degli uomini. Dovremmo evitare di costringere il genere femminile a comportarsi in questa maniera, quindi tornando al discorso dell'emendamento, questo va visto in un contesto, primo... una volta, a tirarsi su i pantaloni... non faccia sempre la figura che dappertutto siamo sempre esclusivamente uomini e diventa di una noia mortale non poter mai fare una battuta, osservare qualcuno che non abbia i baffi o cose del genere, e soprattutto le donne - parlo per esperienza personale - portano un valore aggiunto, una creatività (lì forse siamo un po' gelosi), una capacità e una determinazione che stiamo perdendo. Non parlo in assoluto, perché anche fra le donne...
Pastoret (fuori microfono) - ... Marguerettaz l'ha conservata...
Bortot (Arc-VA) - ... quando gliela lasciano, per esempio qui dentro, siccome il genere è nettamente in minoranza, lui fa lo sbruffone con noi uomini; ci fossero 30 donne, vorrei vedere, oltre che abbassarsi sulla poltrona... rischierebbe di finire sotto il banco, secondo me... vedo che qualche collega annuisce...
Morale della favola: intanto sarebbe ora che si prenda in mano questa questione come uomini e che di genere non debbano sempre e solo parlarne le donne, perché non facciamo una bella figura; e poi soprattutto collocare questo genere emergente in un contesto più generale, vederlo come l'altra parte del cielo e vedere tutte le ricchezze che questo ci porta.
(l'Assemblea regionale al femminile ringrazia il Consigliere Bortot)
Presidente - A nome delle donne grazie.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Questo ordine del giorno lo trovo particolarmente importante, perché si innesta con precisione su una riflessione che nel programma operativo di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013 troviamo a pagina 21; nell'analisi che viene fatta si dice: "ambiti altrettanto ostici per la presenza femminile risultano essere quelli della ricerca e della politica", nota 30. Andando a leggere la nota 30, troviamo: "considerando i dati relativi all'elezione dei Parlamenti cantonali nel 2003, troviamo percentuali di rappresentazione femminile che si attestano attorno al 20% nei Grigioni, dovrebbero esserci 7 Consiglieri regionali, al 13,1 per il Canton Vallese e l'11,1 per il Ticino". Bisogna dire che questo è riferito alle elezioni cantonali del 2003, poi è arrivato il 2007 e nel Canton Vallese abbiamo superato il 22%; quindi noi abbiamo un enorme cammino da fare, ed è un cammino che si può fare da subito, perché il Presidente della Regione è anche un noto esponente politico, abbiamo nelle prossime settimane l'elezione del Consiglio regionale e... cosa meglio che predisporre delle liste in cui le donne siano ampiamente presenti? Perché comunque il primo passo per riuscire a staccare il biglietto per entrare al cinema che c'è qua, è intanto quello di comprarlo per partecipare all'estrazione, altrimenti non c'è alcun tipo di possibilità.
Riteniamo allora, contrariamente al Centro-Destra che questa sera, per l'ennesima volta, ha dimostrato la propria chiusura mentale e di essere fermo ancora non al secolo scorso, il XX, ma al secolo antecedente, il XIX secolo, quando in Francia forse per il piacere del collega Tibaldi c'era una legge che proibiva l'uso dei pantaloni alle donne, era considerato un reato... è vero che molta acqua è passata, ma come giustamente ha voluto evidenziare la collega Squarzino, qui, nel campo della politica, c'è da fare molto! Credo però che come "Partito Democratico" noi condividiamo completamente questo modo di intendere, tant'è vero che siamo orgogliosi di poter dire che nel nostro partito, oltre che nel nostro gruppo consiliare, la metà dei seggi è riservata alla componente femminile: alle primarie, se vi ricordate, qualunque lista che era stata presentata doveva obbligatoriamente avere: un uomo, una donna; un uomo, una donna; un uomo, una donna o - ancora meglio - era quasi sempre una donna, un uomo; una donna, un uomo; una donna, un uomo. È un modo per valutare l'importanza in proprio delle pari opportunità, ma anche quella di ripetere valutazioni che ho fatto...
Presidente - ... un po' di silenzio, grazie...
Sandri (PD) - ... visto che la serata è molto amicale, volevo ricordare un piccolo episodio avvenuto qua 20 anni fa, era il dicembre 1987 o gennaio 1988, insieme a qualche altro amico di Nuova Sinistra della Valle d'Aosta avevamo iniziato la raccolta di firme per un referendum per abrogare la norma che vietava alle donne di entrare in Forestale. Sulla pressione dei banchetti che erano apparsi in piazza, ad Aosta, l'"Union Valdôtaine", "obtorto collo", presentò un progetto di legge che prevedeva questo, ma lo rinviava di un paio di anni dicendo che c'era bisogno di adeguare le strutture... in quella discussione, che divenne famosa per qualche elemento passato poche ore prima, nel senso che nella discussione precedente al Presidente della Regione dell'epoca, per il nervosismo su una questione della Centrale del latte, scappò quella famosa frase: "le nom et le cognom"... ma subito dopo ci fu questa discussione sulle donne in Forestale e io dissi quella volta - parafrasando Marx - che la classe operaia, liberando sé stessa, libera tutti, nella stessa maniera le donne entrando nel mondo del lavoro, in politica, promuovendo loro stesse, liberano tutti...
Credo che bisogna tener conto che l'entrata delle donne in politica è un plus per la società, è un miglioramento della qualità, è un notevole guadagno in efficacia e in efficienza, questa è una cosa di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi e convinti, pronti a batterci perché questo sia possibile, ma attenzione, in questo mi permetto un'integrazione a quanto scritto nell'ordine del giorno, è importante ricordare che questo è strettamente collegato con la presenza delle donne nelle posizioni che contano della società, nelle professioni, nella cultura, nella ricerca, negli organismi di Amministrazione delle società. In questo senso, il Consiglio, grazie all'iniziativa del "Partito Democratico" e dell'"Arcobaleno", avrà la possibilità non solo di dare un voto positivo come adesso, che avete tutti questa faccia serena, lo date anche volentieri, ma un voto positivo che conta.
Quando affronteremo il disegno di legge n. 191, ci saranno 2 emendamenti del sottoscritto e della collega Fontana e del gruppo "Arcobaleno", che chiedono che entrambi i generi siano presenti negli organismi delle società a maggioranza pubblica della Regione o anche degli enti locali della Valle. Vedremo, lì, se avrete il coraggio di essere davvero per le pari opportunità o se è solo una cosa di facciata quando si parla di politica, perché non è roba vostra, non è competenza di questo Consiglio, e credo che faremo una grande battaglia su quei 2 emendamenti proprio perché lì si vedrà da che parte sta. Il gruppo del "PdL" lo ha detto chiaramente: la libertà è solo per i maschi, per gli altri ci sono le riserve, questo lo avevamo capito visto che vanno dietro a un personaggio come Berlusconi, che ha teorizzato la libertà di fare quello che vuole lui e per gli altri... attaccatevi! Va bene, ma a questo punto c'è la restante parte dello schieramento politico che dovrà dimostrare. Spero che voi votiate positivamente per questo ordine del giorno, ma spero anche che vi predisponiate per votare favorevolmente uno almeno dei 2 emendamenti che abbiamo presentato.
Tornando all'ordine del giorno, annunciando che il nostro gruppo lo voterà con convinzione, riteniamo anche ricordare che il programma prevede degli interventi precisi perché questo progetto possa, rispetto alla riduzione dei problemi delle pari opportunità, arrivare a degli atti concreti. Questo è un invito che faccio all'Amministrazione regionale, a tutti gli enti locali della Regione, alle aziende e ai privati, perché questo programma, che mette fra uno dei punti fondamentali quello di dare a tutte le persone, indipendentemente dal genere, dall'età, da fattori sociali e religiosi, la stessa possibilità di sviluppare la propria creatività e la propria iniziativa, possa dar vita a dei progetti che vadano in questa direzione.
È un auspicio che dovrà essere convalidato da atti precisi, sono convinto che la Regione sappia fare da capofila e presentare per prima...
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
Sandri (PD) - ... sono intervenuto come Capogruppo.
Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Squarzino Secondina:
Consiglieri presenti: 26
Votanti: 19
Favorevoli: 4
Contrari: 15
Astenuti: 7 (Borre, Caveri, Charles Teresa, Ferraris, Lanièce, Maquignaz, Viérin Adriana)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Passiamo ora al secondo ordine del giorno presentato dal gruppo del "PD".
Ordine del giorno
Tenuto conto che il gap tecnologico negativo delle aree montane così come ben descritto dal Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013 rischia di essere un freno allo sviluppo della nostra Regione;
Considerato che tale gap si supera sia con il potenziamento delle infrastrutture informatiche (WiFi, banda larga, eccetera) sia con la formazione degli utenti, che passino da una fruizione di base (posta elettronica, web, eccetera) ad una fruizione più evoluta (e-commerce, eccetera);
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Impegna
la Giunta regionale a prevedere la predisposizione di progetti inseriti in tale Programma finalizzati all'annullamento del gap informatico-tecnologico della nostra Regione rispetto ai competitors nazionali ed internazionali.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Questo è un tema importante, che abbiamo già messo in evidenza in discussione generale. Io riprendo una serie di ragionamenti che aveva fatto la collega Squarzino, perché di fronte a un mondo che avanza nel campo delle tecnologie, anzi, come dice questo testo: "il programma operativo di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013", siamo di fronte alle sfide delle "information and communication technologies (ICT)", l'analisi che viene fatta la rileggo per chiarire quali sono i punti importanti.
Dice: "Le caratteristiche orografiche del territorio hanno fortemente influenzato anche le dinamiche di sviluppo infrastrutturale dal punto di vista tecnologico. In questo contesto le information and communication technologies hanno incontrato forti barriere alla loro diffusione, non solo nel tessuto economico e produttivo presso le imprese, ma anche presso i cittadini e la pubblica Amministrazione". Questa è una constatazione che abbiamo in Valle, grazie anche agli scarsi interventi da parte del "DS" valdostano, nelle amministrazioni pubbliche ognuno va per i fatti suoi, con standard differenziati, perfino programmi differenziati, non riescono a comunicare fra di loro, stiamo spendendo una quantità impressionante di soldi solo perché non è stata fatta una programmazione a livello di pubblica Amministrazione perché ci fossero una serie di scelte condivise, e il cittadino, da qualunque parte entrasse nel mondo della pubblica Amministrazione, potesse accedere a tutte le informazioni a livello di Comuni, consorzi, Regione, senza dover cambiare programma oltre a una serie di parametri.
"Le barriere in questione non sono solamente di natura infrastrutturale, ma si sviluppano anche sul fronte dell'accessibilità delle ICT e dei contenuti trasmessi, infatti nonostante sia innegabile la presenza di una sostanziale debolezza infrastrutturale, il crescente impegno dimostrato negli ultimi anni dalle pubbliche amministrazioni locali in direzione di una forte politica di investimenti e di incentivazioni ad una maggiore infrastrutturazione del territorio e il recente crescente sviluppo delle piattaforme wireless"... qui non sta mica parlando di noi, qui sta parlando di una situazione che è andata avanti da altre parti, perché wireless, in Valle praticamente è assente, non abbiamo avuto alcuna possibilità di una infrastruttura ampliata con il risultato che l'accesso a Internet wireless non c'è. Questo è grave perché "rendono meno costose e più sostenibile la infrastrutturazione dei terreni montani e hanno sminuiti la portata delle problematiche pur prioritarie di dotazione infrastrutturale". Qui dobbiamo ricordare il fallimento dell'Assessore Marguerettaz nella questione WIMAX, con il quale noi avremmo avuto la possibilità come INVA di partecipare per avere la possibilità di una licenza, invece avendo avuto il "niet" politico dall'Assessore Marguerettaz, l'INVA non ha partecipato e questa licenza è andata a un'altra società non valdostana. La possibilità che il pubblico in Valle possa fare questo tipo di attività wireless, ovviamente siamo riusciti a perderla, ma... andiamo avanti: "Fra le barriere più forti accanto a quelle relative alla dotazione di infrastrutture è da individuare quella culturale connessa a un problema molto evidente delle aree montane: quella della scarsa alfabetizzazione informatica e tecnologica dei soggetti che operano sul territorio, siano essi imprese o cittadini o pubbliche amministrazioni".
Qui dobbiamo essere chiari: abbiamo una questione molto rilevante, ovvero il fatto che a livello scolastico non abbiamo una dotazione informatica ancora sufficiente da poter dare già a livello dei ragazzi la possibilità di impratichirsi con la parte informatica, indipendentemente dal fatto che la famiglia sia una famiglia che possiede un computer, che possiede la cultura dell'informatica e quindi di nuovo si forma un "gap" di tipo sociale. Dice: "In questo caso il problema evidente nel momento in cui si vanno ad analizzare le tipologie di applicazione di servizi che gli utenti fanno delle nuove tecnologie del web, si tratta nella maggioranza di utilizzi di base non evoluti, cioè posta elettronica, utilizzo dei siti Web per leggere delle notizie, mentre l'utilizzo di servizi evoluti (e-banking, e-commerce...) interessa quote assolutamente marginali e minoritarie della popolazione e delle imprese".
Abbiamo evidenziato come con questo programma ci sia la possibilità di prevedere la predisposizione di progetti inseriti in questo programma, finanziati dall'UE che portino all'annullamento del "gap" informatico e tecnologico della nostra Regione rispetto ai competitors nazionali e internazionali. Questo è uno di quei temi su cui si giocherà il benessere dei nostri figli e nipoti, ma anche - mi riferisco ai colleghi della Giunta che condividono con me un po' di capelli bianchi - il futuro della nostra terza e speriamo anche quarta età, perché l'informatica messa in rete in modo intelligente a livello di servizi consentirà a tutti noi di fare una vita nell'età più matura più sicura e attiva, perché dove non arriveranno più le forze, il sostegno informatico potrà consentire tutto ciò.
C'è anche un dato interessante che mi viene dal concetto che c'è stato... che abbiamo, grazie al contributo dei nostri Parlamentari, ottenuto un finanziamento, stanno andando in appalto i lavori del 2008, per la galleria di sicurezza del G.S. Bernardo. Parlando di questa galleria, il Deputato, in uno dei comizi a cui ho assistito, ha detto che era fondamentale perché sotto la galleria attuale passa un oleodotto. Vorrei vedere all'interno di quella galleria anche un cavo a fibre ottiche, perché uno dei momenti in cui si può annullare questo "gap" tecnologico è quello di consentire che la Svizzera, più avanti di noi in ambito tecnologico, che ha una rete di televisione via cavo più diffusa, che ha un passaggio attraverso la linea ottica di molte più informazioni che non da noi, sia interfacciata con il nostro sistema, per consentire, come può accadere fra due vasi a differente contenuto liquido in comunicazione fra loro, che il livello si uniformi... quindi noi potremmo avere la stessa capacità tecnologica e di ICT svizzera. Questo del "gap" tecnologico è importante nel settore specifico e con la Svizzera credo che potremmo fare di più; fra l'altro, ricordando chi gestiva molti anni fa il traforo del S. Bernardo, questa idea del cavo collegato con la struttura di sicurezza era stata evidenziata, quindi potrebbe essere realizzabile.
Concludo l'intervento chiedendo - dato che non c'è quasi più nessuno in aula - la verifica del numero legale.
Presidente - C'è il numero legale, non c'è bisogno di contare.
Pongo in votazione il secondo ordine del giorno presentato dal gruppo del "PD":
Consiglieri presenti e votanti: 24
Favorevoli: 4
Contrari: 20
Il Consiglio non approva.
Presidente - Passiamo ora all'esame dell'emendamento presentato dal gruppo del "PD".
Emendamento
Nella parte deliberativa è aggiunto un punto 3:
"3. Di impegnare la Giunta regionale a proseguire in modo ancora più determinato nell'azione politica per la realizzazione del traforo ferroviario tra Aosta e Martigny e del potenziamento, tramite elettrificazione e parziale raddoppio, della direttrice ferroviaria Aosta-Torino, elementi essenziali dello sviluppo transfrontaliero italo-svizzero.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Questo emendamento all'oggetto 29.1, approvazione del programma operativo di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013, all'interno dell'obiettivo cooperazione territoriale europea, Interreg Italia Svizzera, decisione della Commissione C del 20 dicembre 2007, impegna la Giunta regionale a proseguire in modo ancora più determinato nell'azione politica per la realizzazione del traforo ferroviario fra Aosta e Martigny, e del potenziamento tramite elettrificazione e parziale raddoppio della direttrice ferroviaria Aosta/Torino, elementi essenziali, ovviamente a parere del nostro gruppo, dello sviluppo transfrontaliero italo-svizzero. Questo è il quadro su cui noi abbiamo lavorato, perché siamo stati conseguenti all'illustrazione che abbiamo fatto di questo nostro testo, che ha evidenziato all'inizio di questo suo percorso di analisi che uno degli elementi più importanti che diventavano momenti di difficoltà dal punto di vista infrastrutturale era proprio la mancanza nella parte nord-ovest di questa area transfrontaliera, che va dal P.S. Bernardo al confine fra la Provincia di Bolzano e la Provincia di Belluno in Italia, diciamo che sull'asse più occidentale non esiste alcun collegamento e linea ferroviaria.
Dice il testo, come dall'analisi dei punti di forza e dei punti di debolezza abbiamo l'insufficienza dei collegamenti ferroviari, non solo, ma anche lo scarso coordinamento dei servizi di trasporto italiani e svizzeri. Allora l'importanza di citare l'Aosta/Martigny in questo testo è perché nello stesso testo, là dove si definiscono delle opportunità, vengono citate opere molto meno rilevanti e molto meno impattanti, per esempio si dice che si dà via libera al recupero della via navigabile Locarno/Milano, lungo il lago Maggiore e il fiume Ticino e il canale industriale in un'ottica di integrazione paesaggistica turistica e ambientale.
Allora, non era impossibile in questa analisi mettere anche l'Aosta/Martigny, però noi riteniamo con questo emendamento di fare un passo in avanti, cioè quello di dire: attenzione, in questa prospettiva dell'Aosta/Martigny, ribadita prima anche dal Presidente Caveri che diceva: "non condivido perché fatto male l'ordine del giorno presentato dal gruppo del "PD", ma ribadisco che la prospettiva Aosta/Martigny è una prospettiva in cui crediamo", quindi noi siamo contenti di questa prospettiva, ma vogliamo aggiungere un fatto in più che faccia fare un salto di qualità alla politica valdostana. Questo salto di qualità è legato a rendersi conto che il potenziamento dell'Aosta/Torino, che in questo momento è in una fase interessante grazie ai 40 milioni di euro che sono stati recuperati per la prima volta da una ventina d'anni dai nostri Parlamentari e che sono già stati investiti in questo piano di convenzione fra lo Stato e "RFI", e che è stata impegnata all'interno dell'accordo di programma fra "RFI", Valle d'Aosta e Piemonte, non è solo una cosa rilevante per la nostra Regione e per il Piemonte, ma assurge ad avere una rilevanza per quanto riguarda i collegamenti transfrontalieri. Questo non è poco, significa che la prospettiva dell'Aosta/Martigny diventa più logica nel momento in cui il collegamento Aosta/Torino è tutto elettrificato che prevede anche parti di raddoppio.
In questo emendamento, quando abbiamo evidenziato il parziale raddoppio, abbiamo inteso dare un segnale al collega Pastoret, che sta valutando con la Regione Piemonte il progetto di potenziamento dell'Aosta/Torino, perché la galleria Chambave-Verrès sia progettata a doppio binario oltre che elettrificata. Il costo non è molto diverso, perché fare una galleria larga 6 o 9 metri cambia poco, ma la potenzialità del collegamento ferroviario ne ha un enorme beneficio. Ci sono 11 km. che vanno da Chambave a Verrès, a cui si potrebbero sommare circa altri 7 km. Dall'uscita della galleria a Champdepraz dalla parte di Verrès, fino ad arrivare a Hône, quindi ci sarebbero dai 18 ai 19 km. che sarebbero a doppio binario. Questo consentirebbe davvero di poter recepire il traffico che eventualmente verrebbe fuori dall'Aosta/Martigny e da questo punto di vista credo che abbiamo più carte da spendere con il Conseil fédéral suisse di quanto non sia oggi, perché...
(brusio indistinto in aula)
... è evidente che le orecchie del Presidente sono meno sensibili delle mie, ma questo non è un buon motivo per non mantenere un certo ordine nell'aula.
Il Conseil fédéral è l'organo a cui noi, adesso, dobbiamo puntare per avere questo supporto e niente di meglio che questo programma operativo che è a loro conoscenza, per quello che dispiace che nel testo che andiamo ad approvare non ci sia la descrizione dell'Aosta/Martigny, perché questo dimostrerebbe che ci teniamo! Non solo, se mettiamo anche che il pezzo a valle, chiaramente che ci rendiamo molto più credibili, in quanto avremo di fronte questi partner internazionali, diciamo: "noi su questa prospettiva ci stiamo credendo, stiamo facendo dei grossi investimenti, faremo in modo che questo asse che parte da Martigny e che si dirige verso il Piemonte o verso Genova possa avere delle buone prospettive".
Capisco che la provocazione di mettere davanti agli occhi l'impegno economico che si deve fare in un progetto di questo genere possa scioccare dei conservatori retrogradi come sono gli amici del "PdL", perché è evidente che ogni grande passo innovativo ha bisogno anche di coraggio. Cristoforo Colombo fu preso per visionario quando disse che la terra era rotonda, qui siamo più o meno agli stessi livelli. È chiaro che le cose devono essere fatte da chi ha interesse a farle, e al buco nel G.S. Bernardo abbiamo interesse noi, ma se ci convinciamo - come è la realtà - che quel progetto è anzitutto un enorme investimento con un alto tasso di rendimento, ci rendiamo conto che non è un azzardo, ma è il modo migliore per investire i soldi dei Valdostani e per dare alla Regione una prospettiva. Per questo invito tutti i Consiglieri ad approvare questo emendamento, che consente di chiarificare nella parte deliberativa la presenza dell'Aosta/Martigny all'interno del programma operativo di cooperazione transfrontaliera 2007-2013.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - ... aspettavo la gomitata della mia "capa"...
Devo fare un po' di storia... recente, naturalmente... Vent'anni fa circa ero al traforo del Bianco, ovviamente a protestare, c'era la festa per il cinquantesimo anniversario ed era presente il Presidente della Repubblica francese e il Presidente della Repubblica italiana, non sono importanti né i nomi, né la data, ma sono venti anni fa. Dico questo perché in alternativa a quel che veniva proposto, noi proponevamo il traforo Morgex/Le Fayet, perché anche noi eravamo abbastanza entusiasti di questo fatto di far viaggiare le merci su rotaia anziché su gomma. Venti anni fa non sono molti, ma dal punto di vista ecologico non sono venti anni, sono due secoli! Per quello che voglio confrontarmi dialetticamente con il collega Sandri.
Venti anni dal punto di vista delle acquisizioni ambientaliste ecologiste sono diventati 200 anni, nel senso che abbiamo acquisito anche se non pratichiamo, una coscienza dell'insostenibilità del pianeta di un certo tipo di sviluppo, soprattutto se si tratta di sviluppo illimitato, inutile, consumistico, come era quello di praticare l'impossibile. Fino a venti anni fa era dato per scontato da parte di tutti che tutti dovevano viaggiare, che dovevamo consumare sempre di più secondo una formula "usa e getta" che faceva girare l'economia, il liberismo che era imperante doveva arricchirci tutti!
Passano gli anni, scopriamo che i Paesi poveri sono diventati sempre più poveri, abbiamo arraffato loro le materie prime, scopriamo che il modello di sviluppo va in crisi, non perché abbiamo acquisito una coscienza politica, ma perché siamo arrivati a livelli di saturazione nel produrre e nell'inquinare che occorre fare una riflessione. Qui scatta la differenza fra il collega Sandri, che vuole l'Aosta/Martigny, e noi che non la vogliamo, nel senso che la seconda parte del suo emendamento è sostenibilissima, cioè quella di ammodernare potenziando le reti ferroviarie locali. E non è trasferendo le merci inutili, dannose o superflue dalla gomma alla rotaia creando o perforando, che risolviamo il problema, anzi, lo aggraviamo perché in questa maniera partiamo da un presupposto che lasciamo a casa la nostra intelligenza. Tradotta alla "Beppe Grillo": è inutile che facciamo viaggiare le scatole dei biscotti, siamo abbastanza intelligenti, il collega Sandri ha presentato un emendamento parlando di informatica, nulla ci vieta e costa molto meno far viaggiare le ricette dei biscotti e non i biscotti! È vero che diamo del lavoro con l'acqua minerale di Morgex e va tutta in Francia. Uno dice: probabilmente la Francia non ha risorse idriche, scarseggiano, effettivamente questa idea di darle le nostre acque minerali è un po' come la guerra dell'acqua 50 anni fa a Verrayes, nel senso che la buon anima di Filliétroz ha dato l'acqua del comprensorio di Saint-Barthélemy ai cittadini di Verrayes ed è venuta fuori l'ira di Dio! Qui siamo alla stessa maniera: le risorse idriche francesi sono più potenti delle nostre, ma noi continuiamo a far viaggiare l'acqua. È un lusso che ci permettiamo e la domanda è: per quanto tempo ancora?
Sull'emendamento per l'elettrificazione della Torino/Pré-Saint-Didier siamo d'accordissimo, vengo da Nus al mattino, da Nus ad Aosta dalle 7,30 alle 8,30 c'è un automezzo continuo e, compreso il sottoscritto, ogni macchina, una persona; non so fino a quando potremo permetterci questo lusso e qui veniamo al dunque. Non vi sto facendo il pistolotto sulle fonti energetiche che sono in esaurimento - basta leggere i giornali da quindici giorni a questa parte -, non vi faccio il discorso di Kyoto anche se ce ne freghiamo e fra un po' inizieremo a pagare multe salatissime, vi dico solo che in questo Paese le cose le facciamo non con lungimiranza, e qui ci vorrebbe un richiamo alla nostra cultura che stiamo dimenticando. Lungimiranza vuol dire non fermarsi alla punta del proprio naso, ma guardare più lontano, invece in questo Paese facciamo le cose quando siamo obbligati, quindi nel peggior modo! Quando avremo raggiunto un livello di saturazione e i tempi si stanno riducendo velocemente, saremo obbligati a rinunciare ai progetti faraonici, saremo obbligati a consumare i formaggi della latteria vicina, saremo obbligati a frequentare meno supermercati e coltivare qualche orto in più, saremo obbligati a comprare meno "usa e getta"!
Quello che noi politici dovremo valutare è lavorare con lungimiranza, perché le persone che ci hanno votato ci chiedono di lavorare con lungimiranza, quindi nessuna autarchia dal punto di vista dei consumi e dell'acquisizione dei prodotti, ma lungimiranza significa recuperare tutte le risorse a nostra disposizione e nei prossimi giorni parleremo di telelavoro - e speriamo che diventi anche decentramento dei servizi -, quindi non so se ho reso l'idea.
Faccio un appello al Consiglio regionale perché operi con lungimiranza e allora, rispetto a questa idea dell'Aosta/Martigny, che fino a qualche decennio fa aveva un suo significato, oggi dovremo decidere e legiferare con lungimiranza, perché forse portiamo a casa qualche voto in meno, ma io devo contrastare i progetti faraonici vostri e in questo caso anche del collega Sandri, che è quello di fare un'Aosta/Martigny che diventa non solo inutile, ma anche dannosa, perché abbiamo acquisito una coscienza di tipo ambientale ed ecologica che non ci permette più di sostenere questo tipo di progetti senza fare un'autocritica e una riflessione di tipo generale.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Saremo molto brevi, anche se penso che se questa discussione passerà alla storia, non passerà alla storia tanto per i suoi contenuti quanto per i suoi tempi, però considerando che esprimiamo un voto su dei contenuti, è bene chiarire per evitare fraintendimenti il motivo del voto che stiamo per esprimere. Questo emendamento... ritenerlo confuso forse è la definizione più sintetica che mi sovviene, per non impegnare tempi in ulteriori definizioni.
Per quanto riguarda l'Aosta/Torino vorrei ricordare che nel lontano 2000 il disegno di legge cosiddetto "Soverato" in sede di conversione nella legge n. 365/2000, vide l'introduzione di un articolo 4ter, che fu presentato dal nostro gruppo al Senato - su indicazione del nostro gruppo consiliare - che prevedeva elettrificazione, parziale raddoppio, potenziamento dell'Aosta/Torino. Purtroppo sono passati 8 anni e non è accaduto quasi nulla di tutto questo, perciò dal punto di vista del principio saremmo anche d'accordo.
Sull'Aosta/Martigny non ci ripetiamo, perché abbiamo avuto modo di parlarne anche poc'anzi e in tutta la legislatura, il concetto di fondo è che non pensiamo che abbia senso oggi impegnare la Giunta a fare cose che in 8 anni non le ha fatte né questa Giunta, né le due Giunte precedenti di questa legislatura, né la Giunta della precedente legislatura che è stata una legislatura più tranquilla. Di conseguenza questo emendamento non lo voteremo; esprimeremo un voto di astensione perché riteniamo che non sia credibile così come formulato, pur condividendo una parte delle considerazioni sostanziali, ma ritenendo che sia impraticabile.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Non penso che sia formulato bene questo emendamento, nel senso che mette insieme due problemi che sono da tenere separati nettamente.
Non condividiamo le prime due righe, in cui si chiede un impegno più determinato per realizzare il traforo Aosta/Martigny, come ho detto prima, mentre condividiamo il fatto che si vada verso il potenziamento della direttrice ferroviaria Aosta/Torino, e che in prospettiva bisogna assolutamente giungere alla sua elettrificazione e a un parziale raddoppio là dove ci sono dei punti in cui la ferrovia è molto lenta. E qui andrebbe aggiunto anche che l'elettrificazione comporta la revisione di una serie di gallerie.
Pensiamo che - come diremo quando parleremo dell'assestamento di bilancio - trovandoci di fronte a un tesoretto abbastanza consistente, si sarebbe potuto fare una scelta politica interessante e scegliere due grandi opere di cui la Valle ha bisogno e per le quali la Giunta dice che non trova mai i soldi - questa volta soldi ci sarebbero! - e una di queste è la ferrovia, le azioni di ammodernamento sulla ferrovia. È vero che ci sono 40 milioni promessi dal Governo e che sono lì, ma lei sa bene, Presidente, che questa cifra non è sufficiente. Non uso dei gestacci come fa l'Assessore Cerise per esprimere un concetto, preferisco usare le parole e dire che, come Regione, avremmo queste risorse e potremmo effettivamente impegnarle per ammodernare questa tratta ferroviaria. Fra l'altro non capisco le preoccupazioni che ha l'Assessore La Torre per quanto riguarda l'industria, preoccupazioni per quanto riguarda la possibilità di offrire alle industrie nuove che vengono chiamate in Valle delle infrastrutture utili, rapide, che consentano effettivamente a queste industrie di essere collegate con tutti gli altri centri di produzione o di smercio dei prodotti, l'importanza di avere una ferrovia funzionante dovrebbe sollecitare di più l'Assessore La Torre a chiedere alla Giunta un'azione efficace e precisa nei confronti della ferrovia.
Ripeto: siamo favorevoli a questa parte dell'emendamento che riguarda il raddoppio della direttrice ferroviaria Aosta/Torino e parziale elettrificazione, ritenendoli elementi essenziali non tanto dello sviluppo transfrontaliero italo svizzero, ma dello sviluppo "tout court" della Regione, mentre tutto il discorso sull'Aosta/Martigny non ci vede d'accordo, ma questo non impedisce ai vari gruppi di continuare a collaborare sui temi importanti su cui si costruisce un progetto di cambiamento per questa Regione.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Per dichiarazione di voto, ovviamente favorevole al nostro emendamento, però volevo approfittare dell'intervento per interloquire con i colleghi che hanno voluto soffermarsi su questo tema.
Credo di poter condividere una cosa che ha detto il collega Bortot: il mondo è cambiato, credo che la sensibilità verde, l'ambientalismo... abbiano fatto degli enormi passi in avanti, ma solo nel momento in cui sono usciti dall'essere una ideologia marginale per essere condivisi da una larga fetta di popolazione.
Lei che è arrivato ad essere identificato come uno dei più grossi leader della estrema Sinistra, credo che le farà impressione vedere che uno dei leader ambientalisti più importanti sulla terra oggi è Al Gore; questo dimostra che l'ambientalismo essendosi diffuso in questa maniera porta a riflessioni diverse. Allora credo che si debba prendere atto che la ferrovia attraverso le Alpi ha cambiato connotazione rispetto a quello che poteva essere 15-20 anni fa, e io le faccio la storia del perché voi siete contro l'Aosta/Martigny, perché non ve lo ricordate, mentre sarebbe bene riflettere su come siete arrivati a quella decisione per capire che era una decisione giusta all'epoca, ma sbagliata oggi. Tutto viene fuori da quel disgraziato progetto del 1990 dell'Università di Trieste, in cui c'era un demenziale progetto ad alta velocità attraverso la Val d'Aosta. Io, una roba più demenziale me la ricordo solo nei miei studi su Noasca, che c'era qualcuno che voleva fare un'autostrada che dalla Valle d'Orco sbucasse nel vallone dell'Urthier, scendeva giù per Cogne... cioè non fare l'autostrada da Pont-Saint-Martin/Verrès/Châtillon, ma andare da Torino al Monte Bianco attraverso il vallone dell'Urthier.
È cambiato il mondo, come oggi le ferrovie svizzere hanno dimostrato e fra l'altro è stata una grande battaglia dei "Verdi" svizzeri quella dell'"Alp Transit", cioè questa idea di bloccare nel 1996 qualunque opera stradale che passasse le Alpi, tassare i TIR e con quei soldi costruire le ferrovie. Ferrovie svizzere, non ferrovie a 300 km/h, ma ferrovie conformi al territorio svizzero, quindi ferrovie come il Loetschberg che per un tratto è stato fatto a un binario solo perché costava troppi soldi e si conformava bene all'ambiente.
Se pensiamo a quel progetto dell'Aosta/Martigny sono contrario anch'io, l'idea è oggi di vedere se è possibile fare un progetto che sia a impatto limitato e che possa raccordarsi con l'attuale sistema ferroviario valdostano, attuale nel senso di come noi lo vorremmo di qua a là, cioè come noi lo stiamo praticando, ma questo disinteresse della maggioranza, che non è neanche intervenuta su questo tema, la dice lunga sulla loro voglia di fare la ferrovia. Questi signori sono preoccupati solo che venga fuori la notizia che ieri la Commissione ha deciso che non ci daranno più i buoni benzina e ha semplicemente accettato un rinvio della notizia al 6 giugno per non disturbare le elezioni...
Caveri (fuori microfono) - ... ma cosa dici!
Sandri (PD) - ... questa è l'unica cosa di cui sono preoccupati! L'altra cosa di cui sono preoccupati è la loro macchina, cioè lo Stato mette 40 milioni, ne mettiamo 40 anche noi! Io dico: "no, Sandri è matto perché lui vuole fare gli investimenti tutti a carico dei Valdostani". Va bene, facciamo metà e metà, ma... dove sono i 40 milioni della Valle d'Aosta per fare questo? Dove sono? Sono qua nell'emendamento, perché se passa questo emendamento siete autorizzati a chiedere i soldi per fare la ferrovia Aosta/Torino con il progetto Interreg. Allora faremmo un investimento più intelligente dell'Interreg precedente. Ricordate il Forte di Bard? Con questi programmi abbiamo fatto il Forte di Bard, un investimento che ci costa 8-9 milioni di euro all'anno e, anche nell'assestamento di bilancio, ci sono altri soldi. Abbiamo fatto - con l'intelligenza tipica di un certo modo di fare politica - degli investimenti che poi ci costano. La ferrovia è un investimento che rende quando lo fai e quando lo hai realizzato, quindi è un'azione doppiamente intelligente!
Sull'Aosta/Martigny cerchiamo di trovare il modo per arrivare a un progetto che sia condiviso, però è evidente che dobbiamo inserire anche l'Aosta/Torino nel progetto Interreg, perché è un collegamento transalpino, perché essendoci adesso una intermodalità fra i vari sistemi, anche per uno Svizzero arrivare ad Aosta e da lì a Torino in un'ora e dieci, questo consente lo sviluppo transfrontaliero, cosa che adesso è impossibile, perché il poveretto che arriva da Martigny ad Aosta, poi deve prendere quella tradotta che ci mette due ore! E viceversa il Torinese che vuole andare da Gianadda, magari prenderebbe anche l'autobus della "SAVDA" per fare Aosta/Martigny se ci fosse un collegamento corretto fra Torino e Aosta e poi fra Aosta e Martigny, ma questo non è possibile con questo sistema.
Credo quindi che abbiamo la necessità di un confronto largo, e di fare vedere che questi temi ci interessano, invece l'"Union Valdôtaine" e i partiti al servizio di questo movimento hanno solo ormai la macchina nella loro testa e su questo ci vedranno sempre contrari, perché vogliamo difendere il mezzo di trasporto pubblico, in particolare la ferrovia che ha conosciuto in tutta Europa un enorme sviluppo. Se vi ricordate le affermazioni degli anni '60 degli Agnelli sembrava che la ferrovia fosse desueta, ci fu anche un ingegnere così intelligente, poi punito dalle Ferrovie dello Stato, che fece smantellare le linee elettriche dell'Aosta/Pré-Saint-Didier, perché sembrava che la ferrovia fosse morta; invece la ferrovia è viva e si sta espandendo in tutto il mondo...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... come l'"Union Valdôtaine"...
Sandri (PD) - ... com'è che siete 16? Eravate 18 all'inizio della legislatura... mi sembra che anche i dati dei sondaggi...
Presidente - ... per cortesia, rimanete in argomento... invito il Consigliere Sandri ad ultimare il suo intervento e gli altri colleghi a lasciarlo parlare...
Sandri (PD) - ... noi abbiamo una grande opportunità con questo emendamento di dare un segnale forte a favore della ferrovia, e credo che sarebbe interessante che il Consiglio regionale, al posto di recarsi in macchina, trovasse il modo di utilizzare i mezzi pubblici. La Presidenza del Consiglio potrebbe anche favorire questo tipo di iniziativa, che rientra nel dare il segno di un Consiglio regionale più vicino ai cittadini.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot, per dichiarazione di voto.
Bortot (Arc-VA) - Il collega Sandri ci aveva quasi convinto, però ci asterremo, e motivo del nostro voto, perché se questa ferrovia avesse detto che serviva per portare i Valdostani e gli Italiani in Svizzera, poteva essere una cosa interessante... invece, ha fatto l'esempio a rovescio: vuole portare gli Svizzeri da noi e se vengono gli Svizzeri da noi diventano come noi, a questo punto non c'è fine al peggio... era in senso metaforico! Questa idea di portare gli Svizzeri da noi, vedo già quando arrivano per conto loro in auto, come si comportano ed effettivamente corriamo il rischio di avere il peggio di loro e il peggio di noi, che fa due peggio, anzi riescono esponenzialmente ad aumentare il peggio che producono singolarmente! Di solito ho l'abitudine di ascoltare quelli che parlano e, se mi convincono, cambio anche idea, è un mio difetto non vado mai bene...
(interruzione del Consigliere Cesal, fuori microfono)
... no, la Dina capisce e mi sostiene quando condivido quello che pensa lei... quando deve lei condividere quello che penso io, giustamente lei è più saggia, brava e capace, mi bastona e 99% delle volte ha ragione, perché ne combino di tutti i colori, e questo è un rapporto dialettico...! Vedo che questo rapporto dialettico è venuto meno nell'"Union"...
Presidente - ... Consigliere Bortot, la invito a restare sull'argomento... collega Cesal, la invito a non disturbare il collega Bortot...
Bortot (Arc-VA) - ... è un classico esempio di un insegnante come ammazza la creatività degli alunni, attenersi al tema...
Presidente - ... Consigliere Bortot, la invito per l'ultima volta ad attenersi all'argomento, altrimenti devo procedere seguendo l'argomento e già una volta le ho tolto la parola, quindi deve ultimare l'intervento per dichiarazione di voto sull'emendamento, per cortesia...
Bortot (Arc-VA) - ... spero che nessuno mi interrompa.
Su questo emendamento ci asteniamo, perché per quanto riguarda le reti ferroviarie di trasporto locale siamo assolutamente d'accordo di acquisire ulteriori finanziamenti oltre quelli del Governo di Centro-Sinistra - derivatici dagli interventi dei nostri Parlamentari - e occorre che ci mettiamo un'altra quota e addirittura non ho consultato la mia "capa", oserei dire che potremmo regionalizzare la rete ferroviaria...
Squarzino (fuori microfono) - ... concordo...
Bortot (Arc-VA) - ... ed intervenire, evidentemente si tratta di scegliere delle strategie. Quando abbiamo una rete locale efficiente che si inserisce nelle tratte nazionali e internazionali verso sud, nulla vieta che possiamo pensare ad altri tipi di soluzioni, ma bisognerebbe capire se nel frattempo il telelavoro, le teleconferenze le mettiamo in rete; collega Sandri, ha finito poco meno di un'ora fa di sostenere le reti telematiche, l'Assessore Marguerettaz spende un sacco di soldi da quel ramo lì, prima o poi ne verrà a capo, e a quel punto quando abbiamo teleconferenze, telelavoro, decentramento dei servizi, produzioni autoctone, facciamo un bilancio e capiamo quali mezzi dobbiamo utilizzare per spostare le merci e le persone che saranno necessarie, ovviamente su rete ferroviaria.
Ricordo al collega Sandri che stiamo investendo tanti soldi per potenziare l'Aeroporto, quindi avremo un megaaeroporto, un megatunnel ferroviario per la Svizzera, alla fine il teletrasporto, il decentramento dei servizi, le teleconferenze... evidentemente avremo una sovrabbondanza di livelli di comunicazione... Morale: su questo emendamento ci asteniamo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento presentato dal gruppo del "PD":
Consiglieri presenti: 27
Votanti: 25
Favorevoli: 2
Contrari: 23
Astenuti: 2 (Bortot, Squarzino Secondina)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Si passa alla votazione dell'atto.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Siamo giunti, dopo qualche momento, a terminare la valutazione di questo progetto Interreg. Questo è un momento importante, perché abbiamo di fronte una grande occasione e credo che questo ci debba anzitutto confortare su una scelta che abbiamo fatto molti anni fa: la scelta europeista.
L'Europa non è solo un momento di sintesi ideale, ideologica, di un territorio accomunato da una lunga storia che parte dalla Grecia, passa dalla Romanità, si sviluppa nel Medioevo attraverso il Cristianesimo, ma è anche un momento per rendere la pace a questo continente. Oggi, grazie all'Unione europea e a questi progetti, sta diventando un grande strumento di sviluppo economico, anzi, e qui sono d'accordo con il collega Bortot perché lo sviluppo è sempre visto come un aumento dei prodotti e quindi degli sprechi, sta diventando un progetto di armonizzazione, cioè di mettere in comunicazione tutti i vasi che sono gli Stati europei, in modo che ci sia un benessere che vada a coprire tutte le fasce sociali più disagiate e consenta a tutti di vivere una vita serena, sicura, in cui poter sviluppare le proprie specificità.
Approviamo quindi questo programma operativo di cooperazione transfrontaliera fra Italia e Svizzera 2007-2013, quindi un programma esennale, perché lo riteniamo un grande strumento. Ho apprezzato quando è stata fatta la prima "Festa della Valle d'Aosta", che il Presidente Caveri al Castello di Sarre abbia voluto suonare i 3 inni nostri, l'inno dell'Europa, il "Fratelli d'Italia", "Montagnes valdôtaines": è proprio questo tipo di gerarchia delle fonti che abbiamo presente e che noi condividiamo. Con questo progetto Interreg abbiamo una seconda grande possibilità dopo quella del 2000-2006 per fare delle cose positive.
Questo voto positivo lo esprimiamo però con qualche dubbio, Presidente Caveri. Lei è anche Presidente di quella fantomatica associazione "Forte di Bard", che sta dimostrando come i primi progetti europei noi non abbiamo saputo interpretarli. Abbiamo messo nella ristrutturazione di quel forte decine di milioni di euro, che non hanno portato a nulla dal punto di vista della capacità di produrre reddito; abbiamo prodotto un mostro che produce debiti e li produrrà ancora per molto tempo e non si vede ancora la fine; quindi chiediamo che gli uffici regionali, quando valuteranno i progetti Interreg che verranno presentati sulla base di questo programma, facciano tesoro di quell'analisi.
Devo dire che una parte fondamentale di questo studio che ho apprezzato è quella che va ad analizzare cosa è successo nel 2000-2006, quali sono stati gli errori e le problematiche di quel periodo, ed è proprio una problematica che non è stata solo valdostana, ma anche di altre Regioni, quella di avere frammentato questo tipo di finanziamenti in tanti interventi che non avevano però una visione complessiva. La visione complessiva che lei, in quel mini-intervento all'inizio di questa discussione - non classificato, lo ha detto il collega Frassy, concordo con lui -, ha voluto enfatizzare come una cooperazione territoriale. Abbiamo quindi abolito le frontiere, non c'è più la frontiera con Carema o Noasca, siamo un grande territorio che deve collaborare per migliorare, per dare più qualità della vita ai suoi cittadini, per dare migliori infrastrutture al servizio dell'economia e della società, per favorire lo sviluppo economico, "l'information and communication technology", per fare tutti quei passi che consentono a questa società di crescere non tanto nel PIL come valore quantitativo, ma di crescere come maturità della società. Una società che sviluppa tutte le potenzialità in modo omogeneo, armonico, e soprattutto facendo squadra a livello territoriale: è questo che è molto importante.
Faccio solo degli esempi per cercare di capirci. Voi pensate, noi siamo ancora a dover litigare con questa maggioranza - mi rivolgo solo ai colleghi del gruppo "Arcobaleno", perché gli altri mi sembrano svaporati dall'ora... - per riuscire a mettere insieme le società funiviarie di questa Regione, quando l'obiettivo dovrebbe essere mettere insieme le società funiviarie della Svizzera, della Francia, dell'Italia, per fare qualcosa di competitivo, di efficiente, di moderno, ma soprattutto per garantire le lavoratrici e i lavoratori che lavorano in quel settore, perché l'unica vera garanzia del posto di lavoro non è il contratto a tempo indeterminato, ma che quel posto di lavoro produca reddito, perché se produce reddito, il reddito va anche e soprattutto ai lavoratori. Allora pensate quali straordinarie possibilità ci potranno essere ad esempio nel settore dell'energia: abbiamo la "CVA" che possiede tante centrali idroelettriche, che adesso inizia ad avere una piccola società di distribuzione. Spero che noi riusciremo, se l'Assessore Marguerettaz "caccia" i soldi e se i Parlamentari riescono a fare qualcosa a Roma, ad acquisire il 51% della "DEVAL"; dovete sapere che sul versante svizzero esiste una serie di società di proprietà degli enti locali, che riscatteranno le concessioni che hanno dato alle società private nei prossimi anni, e che potrebbero diventare dei partner eccezionali.
C'è anche la potenzialità di mettere insieme in rete la difesa del territorio, dell'ambiente, dell'aria, perché il problema dell'ozono nelle zone di montagna non si ferma al G.S. Bernardo, c'è in Svizzera; loro, magari, ne sanno di più e ci possono dare una mano, magari noi sappiamo qualcosa di più sulle valanghe, possiamo dare una mano a loro. Qui tutto il problema dei rischi e dei disastri idrogeologici, delle valanghe viene evidenziato con chiarezza, è lì che possiamo - al posto di pensare di andare avanti da soli - metterci in società, fare Interreg e poter ottenere dei grossi risultati. In questi giorni in Francia e in Svizzera sta emergendo una grossa problematica riguardo all'inquinamento da "PCB" nelle acque, hanno trovato livelli inaccettabili di "PCB" nelle acque anche dei laghi alpini; noi siamo indenni da tutto questo? Allora credo che dobbiamo credere molto in questo settore, per sviluppare queste sinergie che consentiranno alla Regione di avere uno sviluppo forte.
Infine, la nostra Valle è una valle che ha fatto della francofonia e della difesa del franco-provenzale e della lingua walser uno dei suoi elementi essenziali: credo che rafforzare attraverso queste collaborazioni transfrontaliere legami con il Vallese, che è una terra francofona e germanofona, sia un modo per ritrovare un vecchio cammino storico che aveva unito i nostri due popoli e che, a causa di quel secolo breve, pieno di guerre nazionalistiche, avevamo perso.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot, per dichiarazione di voto.
Bortot (Arc-VA) - Anche noi voteremo a favore, ma con molto meno ottimismo del collega Sandri, cerco anche di spiegarmi.
Per una volta devo dire che questi progetti europei sono positivi, c'è una disponibilità finanziaria e una disponibilità progettuale a 360 gradi, quindi bisogna distinguere fra il mezzo che abbiamo a disposizione e come usiamo questo mezzo e i risultati che portiamo a casa. Non era quindi niente male, anzi era doveroso che ci fosse una relazione sul periodo precedente, quali progetti abbiamo finanziato, con quali risultati, perché io poi parlerò di un progetto che ho seguito in prima persona, di altri ne conosco pochi... ho l'impressione che diventi come il piano di sviluppo rurale: abbiamo tanti soldi, riusciamo a finanziare tante persone che giustamente hanno diritto di lavorare... il rischio è che non vogliamo o non riusciamo a valutare i risultati! Pertanto, il mezzo va assolutamente bene, l'Europa permette che si decida, che ci si autogestisca e dovrebbe lasciare questo spazio alle popolazioni su una serie di altri settori.
Non sono però così ottimista come il collega Sandri sulla mancata valutazione dei progetti e vengo all'esempio che ho seguito personalmente. Quando ero a "Lo Pan ner", abbiamo messo in piedi con la Comunità montana Grand Combin, che ha un dirigente veramente bravo, un progetto per potenziare la coltivazione della patata nella Coumba Freida, Comune di Etroubles, Saint-Oyen e Saint-Rhémy-en-Bosses, un progetto transfrontaliero finanziato con questi fondi, gruppo operativo, gruppo di lavoro, riunione con i Sindaci, i Sindaci entusiasti; riunione con le popolazioni dopo aver verificato anche per il Piemonte in che modo si sono attivati per valorizzare i prodotti della loro terra, dicevo, riunioni con le popolazioni, si trattava di costituire un consorzio, di mettere a coltura terreni incolti ai margini dell'abitato, si trattava di definire un paio di riordini fondiari... morale: è venuta meno la materia prima (intendo le persone). Vi faccio una sintesi dei risultati delle riunioni fatte con la popolazione in questi tre Comuni. Chi ha partecipato dice: "a me questa cosa non interessa, tutte le patate che produco le vendo al prezzo che voglio, quindi non capisco questo progetto e questa voglia di potenziare con un marchio, con una commercializzazione di tipo diverso la patata della Coumba Freida".
Soprattutto criticabili non erano queste persone che hanno partecipato alla riunione, persone anziani e pensionati, che dicono: "noi non abbiamo bisogno di alcun progetto, noi produciamo, vendiamo, incassiamo, quindi ci va bene, ma quello che è venuto meno è la materia prima dal punto di vista di altri che volessero misurarsi con queste potenzialità. È vero che la patata non colpisce molto l'immaginario, il prosciutto è un'altra cosa, senza voler fare alcun riferimento polemico alla cooperativa che lavora lassù, Assessore, ma il prosciutto, il lardo, la fontina... invece le patate... è il mangiare dei poveri! Ma lasciamo passare ancora un po' di tempo... Morale: questo progetto si è sgonfiato e non è diventato operativo, però l'idea delle persone aveva un senso, era quella di potenziare una produzione che aveva un mercato, che si vendeva e si continua a vendere al prezzo che richiedevano i produttori, e addirittura ancora oggi le persone vanno a ritirarsi le patate sul posto! Vedete che se noi riuscissimo a cogliere meglio le opportunità, non dovremmo correre dietro come per certi prodotti al mercato, ma saremmo noi, a fare il mercato, sono gli utenti, le persone che ci vengono a cercare... questo... per dire cosa?
Torniamo sempre a quello su cui tuono di più da quando sono entrato in Consiglio: il modello culturale che trasmettiamo alle nuove generazioni, apro il giornale l'altro giorno e leggo che 800 giovani concorrono a 5 posti da coadiutore! E non voglio fare polemiche. Evidentemente la responsabilità non è mica di questi giovani che cercano un lavoro a posto fisso nell'amministrazione pubblica; loro hanno in testa il modello che abbiamo trasmesso loro, noi, per questo insisto che dobbiamo fare autocritica, perché vedete come tutte le cose tornano. Quando non difendiamo a sufficienza i piccoli agricoltori e le piccole stalle nei centri storici, facciamo andare avanti un modello di civiltà che rinnega il precedente. Non faccio un raffronto fra il nuovo che avanza e il vecchio... dico solo che se non stiamo attenti a questi segnali, non si capisce più chi debba produrre le cose che mangiamo, la loro qualità, la loro provenienza, la filiera, e saremo tutti impegnati nella pubblica amministrazione a crearci delle vessazioni incredibili fra di noi, perché ognuno metterà in piedi una corporazione che deve difendere le posizioni acquisite e non si capisce sulla pelle di chi; l'altro, a sua volta, si comporterà nello stesso modo e perpetriamo un modello culturale senza volerlo, che è quello della paura di sporcarsi le mani, di fare un lavoro manuale, di non avere il posto fisso, di relazionarsi con degli animali.
Sono partito da molto lontano per fare un discorso di tipo filosofico, ma che filosofico non è per niente. Stiamo attenti, perché lo strumento progetti transfrontalieri è validissimo, dobbiamo fare un bilancio su come lo abbiamo utilizzato, quali progetti abbiamo portato in casa, con quale validità e come utilizziamo i finanziamenti che abbiamo a disposizione.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Noi avremmo gradito essere confortati dalle parole del Presidente Caveri che, con grandi cenni del capo, contestava l'impostazione del ragionamento fatto in discussione generale. Il silenzio del Presidente, dovuto forse alla stanchezza, non riesce a convincerci del fatto che la nostra interpretazione fosse esageratamente centrata rispetto all'analisi di questo documento.
Allora, nel momento in cui dobbiamo andare al voto di questo documento, dobbiamo dire che abbiamo avuto difficoltà a capire quali ricadute possa portare sulla Valle d'Aosta, quali passi avanti possa far avere allo sviluppo di questa Regione nei vari assi, e in particolare in quello del turismo, dove temiamo che un ruolo di endemica debolezza di questa Regione, che la pone in una posizione di "Cenerentola" rispetto ai partner di questa cooperazione transfrontaliera, rischi di avere un "effetto boomerang" nei confronti della Regione. Questa è una preoccupazione che andremo a verificare con la definizione degli obiettivi qui tratteggiati per sommi capi nel programma operativo, perciò penso che il nostro voto di astensione sia un voto di prudenza rispetto a un documento che non viene presentato con il consuntivo della programmazione del sessennio precedente, né viene illustrato con le ricadute concrete sul futuro sviluppo di questa Regione. L'unica nota positiva potrebbe essere che ci costa poco, perché se è vero che sono stanziati più di 91 milioni, di questi manco un centesimo di euro viene messo dalle casse regionali, e questa è una magra consolazione rispetto a quelle che potrebbero essere invece opportunità di sviluppo su una serie di comparti che sono importanti anche per la nostra Regione, comparti come quello del turismo o come quello dei collegamenti e delle vie di comunicazione, sulle quali penso ci sia molto da fare.
Non un voto di astensione per contrarietà a una cooperazione transfrontaliera con la vicina Svizzera, perciò, ma un voto di astensione per la perplessità che questo documento ci suscita. Capisco che arrivando a queste ore e a fine legislatura molte volte si confonde l'intervento di approfondimento e di sostanza con un intervento fine a sé stesso, ma fra tutti gli interventi che sono stati fatti, il Presidente Caveri qualche parola in più sarebbe stato doveroso che l'avesse detta, perché sul concetto di cooperazione transfrontaliera la nostra Regione dovrebbe avere una sensibilità particolare.
La sensazione che abbiamo tratto leggendo questo documento e sentendo il silenzio della maggioranza, è che si sia consegnata a un silenzio consapevole per evitare di allungare un dibattito che diventa difficile sopportare anche da parte di chi sta all'opposizione, trascurando forse quel minimo di illustrazione dei contenuti che era doveroso fare. Ci sono colleghi che stanno nei banchi di maggioranza, nelle fila dell'"Union", che sulla cooperazione transfrontaliera hanno speso più di qualche trasferta, hanno ricoperto più di qualche ruolo importante nell'ambito dei vari organismi di cooperazione transfrontaliera. Noi vorremmo capire se la cooperazione transfrontaliera ha portato a dei risultati utili o se è stato un modo per dire che possiamo uscire dai confini regionali e confrontarci a livello di crescita culturale con altre realtà. Penso che su documenti di questo tipo, anche se giungono a fine legislatura e in ore tarde, forse sarebbe stato opportuno fare degli sviluppi ulteriori.
Non aggiungiamo altro; molte volte si perde parecchio tempo a parlare di progetti per i Paesi in via di sviluppo, si parla di cooperazione per i Paesi in via di sviluppo ed è il ruolo che svolgiamo a favore degli altri. In questo caso la Regione dovrebbe, invece, essere uno dei beneficiari del progetto qui finanziato. Nella cooperazione dei Paesi in via di sviluppo - se non ricordiamo male - vengono investite cifre significative come 250 mila euro annui... qui le cifre sono molto più importanti, ma il silenzio è poco comprensibile.
Noi ci asterremo comunque; non ci dispiacerebbe che in sede di dichiarazione di voto o il Presidente Caveri o qualche collega di maggioranza che ha ricoperto ruoli attivi nella cooperazione transfrontaliera, potesse esprimere con un intervento breve, ma di sostanza, le ricadute positive di questo documento che stiamo votando.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Il collega Bortot ha già spiegato il senso del nostro voto; molte delle perplessità che sono state enunciate dal collega Frassy sono anche le nostre, ma rispetto a questi progetti Interreg abbiamo un atteggiamento di apertura.
Sappiamo che c'è un pericolo serio e reale che questi soldi siano utilizzati soprattutto per consulenti, per analizzare situazioni, per fare documentazioni, per fare convegni e incontri, per fare seminari di approfondimento, di spiegazione, di lettura del contesto. Noi sappiamo che c'è questo pericolo, sappiamo anche che i progetti Interreg, gli strumenti che l'UE ha attivato hanno purtroppo questo grosso limite, un limite di burocratizzare molto i vari passi, di rendere più facile e più facilmente documentabile un'attività che si può misurare con una pubblicazione, con un convegno, piuttosto che con un intervento concreto. C'è questo pericolo; ciò nonostante riteniamo che quando delle persone che appartengono a realtà economiche, sociali, politiche, geografiche diverse, intendono però verificare su un tema, un contesto che è comune a tutti, riteniamo che queste persone comunque riescano a fare un cambiamento culturale.
Se vediamo quali sono i partner transfrontalieri per l'Italia, vediamo che le zone sono la Regione Valle d'Aosta, le Province di Como, Lecco, Sondrio, Varese, Vercelli, Verbania, Biella, Novara, la Provincia di Bolzano, per la Svizzera il Canton Ticino, il Vallese, i Grigioni e, in senso più lato, le Province di Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Alessandria, Torino, cioè un contesto molto ampio. Allora, quando si mettono assieme degli attori, che in questo caso sono gli amministratori o là dove si parla di turismo gli operatori del settore, le realtà locali che lavorano in questo ambito, quando si mettono a discutere degli operatori turistici della nostra Regione insieme a quelli delle Province di Sondrio, di Varese o di Bolzano, del Ticino o dei Grigioni, forse ciascuno di questi può presentare una buona prassi, un'esperienza già attivata che può aiutare l'altro a crescere.
Siamo convinti che su tutto il tema di un turismo sostenibile e dell'integrazione fra lo sviluppo economico e l'attenzione all'ambiente nelle zone di grande fragilità territoriale come è la montagna, la Provincia di Bolzano abbia molto da insegnarci. Tutti i nostri colleghi che sono andati a visitare realtà diverse, ma della Provincia di Bolzano, sono tornati avendo recepito una modalità di approccio ai problemi, di soluzione anche delle criticità diversa dalla nostra e un passo oltre la nostra. Credo quindi che il creare le condizioni perché attori e operatori, amministratori, anche persone che lavorano nel sociale e nel campo della formazione, se si trovano insieme, porti ad un arricchirsi.
Uno degli elementi forti che conosciamo in tutti i settori del cambiamento è un cambiamento culturale; ciascuno di noi ha difficoltà a cambiare il proprio modo di vedere da solo, ma nel confronto con l'altro, verificando che lo stesso problema è stato risolto in modo positivo dall'altro, questo aiuta a capire meglio. Ho presente quale cambiamento culturale è avvenuto nella III Commissione, quando è andata a visitare "Casa Clima". Io non sono andata, ma ho recepito dal ritorno dei colleghi di tutte le forze politiche un di più di conoscenza e di strumenti per intervenire e di volontà politica di farlo. Credo che questo sia utile e importante. Credo che questi progetti agiscano nell'ottica di andare verso la creazione del cittadino europeo, una mentalità europea, che non si costruisce solo sui libri, ma frequentando; fra l'altro non ho visto, Assessore Viérin, degli spunti precisi, ma credo che anche là dove si parla di formazione e di valorizzazione delle culture del proprio territorio, forse vedere se in questi programmi ci siano degli spazi per scambi culturali degli alunni della Valle del Lys con realtà della vicina Svizzera tedesca potrebbe essere interessante.
I soldi a disposizione, qui ringraziamo i dirigenti dell'ufficio che hanno fatto pervenire alla Commissione i dati che avevamo chiesto, per il programma di cooperazione transfrontaliera Italia Svizzera 2007-2013 per la parte della Valle d'Aosta assommano a 10 milioni e mezzo di euro, non è una cifra indifferente. È vero che va "spalmata" su alcuni anni, ma se ben programmata, può servire ad attivare progetti interessanti e soprattutto a sperimentare delle buone prassi che consentano di favorire processi di integrazione a tutti i livelli. Per questi motivi come un atto di fiducia nell'Europa, di fiducia negli strumenti che mette a disposizione, di fiducia nelle istituzioni, di fiducia anche nella volontà e nella capacità della gente di mettersi in gioco quando si confronta con realtà interessanti, voteremo a favore.
Presidente - Pongo in votazione l'atto assieme al programma collegato:
Consiglieri presenti: 29
Votanti e favorevoli: 25
Astenuti: 4 (Frassy, Lattanzi, Ottoz, Tibaldi)
Il Consiglio approva.