Oggetto del Consiglio n. 3331 del 20 febbraio 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 3331/XII - Interpellanza: "Investimenti per arginare le situazioni di crisi nel settore industriale".
Interpellanza
Richiamate le precedenti Interpellanze presentate dal nostro Gruppo consiliare sullo stato di crisi che attraversa l'industria valdostana;
Constatato che l'Amministrazione regionale è ritornata finalmente in possesso dell'ex stabilimento Tecdis di Châtillon;
Sentite le informazioni dell'Assessore alle Attività Produttive, date in aula nella seduta del Consiglio regionale del 6 febbraio u.s., in risposta all'Interpellanza dei Consiglieri Frassy e Tibaldi;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Assessore alle Attività Produttive per sapere:
1) se ci sono contatti o trattative in corso per insediare nello stabilimento di Châtillon nuove attività;
2) se il governo regionale ha intenzione di recepire in toto o in parte le indicazioni che lo studio Ambrosetti, ha indicato negli indirizzi strategici futuri per le attività economiche nelle nostra Regione, e con quali tempi;
3) quali potrebbero essere i comparti, i settori e le attività produttive individuate;
4) se sono stati quantificati gli investimenti necessari a medio e lungo termine rispetto alle scelte effettuate.
F.to: Bortot
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - L'interpellanza parte dal presupposto di una serie di risposte date dall'Assessore ai colleghi Frassy e Tibaldi nell'ultimo Consiglio regionale, e poi anche da alcune dichiarazioni rilasciate dall'Assessore in IV Commissione, dichiarazioni che riguardano la possibilità che nella nostra Regione si possano insediare degli stabilimenti e delle attività.
Addirittura l'Assessore parlava di una quarantina di richieste; poi credo che bisognerà fare una selezione, capire chi fa cosa, come si inseriscono nel nostro territorio, che tipo di attività produttive sono, eventuali rapporti con le nostre aziende e con le nostre attività produttive e se si inseriscono in quella direzione dello studio "Ambrosetti", di cui per due volte abbiamo preso visione e credo che sia terminato. E la cosa riguarda anche - questo è un appunto polemico - il Presidente e l'Assessore: non credo che si debba fare una foto perché ci consegnano le chiavi di una cosa già nostra, mi riferisco alla "Tecdis"...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... non è proprietà nostra la "Tecdis"? L'abbiamo acquistata?
Caveri (UV) - ... vai avanti che ti spiego, faccio un disegno...
Bortot (Arc-VA) - ... al di là dell'appunto polemico, ci interessa capire se sono allo studio questi nuovi insediamenti, se questi insediamenti si inseriscono nelle strategie che ha definito lo studio "Ambrosetti", se lo studio "Ambrosetti" diventerà uno degli innumerevoli studi ai quali non si darà nessun corso, salvo aver speso i soldi, oppure se il prossimo Consiglio regionale darà attuazione pratica alle indicazioni che ci sono state date e conseguentemente definirà i livelli di investimenti da effettuare.
Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.
La Torre (FA) - Innanzitutto credo che il collega Bortot potrà riconoscere che questo Assessorato e la maggioranza non si sottraggono al dibattito non solo in quest'aula, dove i tempi sono limitati, ma anche nelle Commissioni, dove recentemente abbiamo passato due ore a parlare di questi argomenti.
Questo significa che l'impegno è reale, che si sta portando avanti con convinzione, perché si è identificato che la prima operazione da fare è darsi una vocazione e una strategia. Il "marketing" è solo una conseguenza di quello che è un obiettivo che si è individuato, il "marketing" non è l'obiettivo, ma è la conseguenza delle azioni necessarie per conseguire gli obiettivi.
Ci siamo concentrati proprio, come lei sa perché ne abbiamo discusso a lungo, sull'individuazione della vocazione e degli obiettivi.
Abbiamo individuato le quattro piattaforme di trasferimento tecnologico, gli ambiti in cui la nostra Regione può avere uno sviluppo industriale, abbiamo capito quanto sia importante il collegamento con i centri universitari, e in tal senso abbiamo agito parallelamente per supportare il Politecnico e il suo insediamento a Verrès. Abbiamo capito l'importanza della formazione, tanto che sono destinati più di 80 milioni di euro da impegnare nella formazione al servizio di una strategia, e quindi formazione di persone utili ai progetti di insediamento, ovvero un'individuazione precisa di capacità operative aderenti agli impegni. Conseguentemente ci stiamo preparando a lanciare questo nuovo posizionamento strategico della nostra Regione, creando una serie di leggi e di azioni macro e micro, che vengono identificate nel piano con precisione e che dovranno supportare tale posizionamento strategico.
Questo poi dovrà essere supportato da una parallela valutazione finanziaria di quello che vogliamo mettere all'interno del primo.
In questo ambito abbiamo le idee molto chiare, lo abbiamo visto in Commissione, e il passo successivo, quello che diventa definitivo, è la validazione del progetto "Ambrosetti" all'interno del Comitato di pilotaggio.
Il comitato di pilotaggio è un po' l'organo incaricato - composto dall'Assessorato alle finanze, da quello alle attività produttive, dalla Presidenza della Giunta, da "Finaosta", dall'Ufficio degli affari europei - che alla fine dopo aver sentito la Commissione, Ambrosetti, l'Associazione industriali e gli attori della scena, convalida come assenso definitivo, consentendo alla Giunta di prendere atto del piano strategico, che non diventa un piano come tanti messo in un cassetto, ma diventa il vero piano di azione di questa Regione.
Siamo arrivati al punto cruciale, ossia finiti i lavori della Commissione, appurata la validità del progetto, il Comitato di pilotaggio deve prendersene carico.
Il comitato di pilotaggio se ne prenderà carico, secondo l'impegno che mi ero preso, in Commissione, nei prossimi 10-15 giorni e conseguentemente, se il comitato di pilotaggio lo farà, con le osservazioni che riterrò opportuno fare, la Giunta prenderà atto del lavoro finito e presenterà il progetto, così come la Commissione lo ha conosciuto (sintetizzato un poco perché la Commissione lo ha visto in un suo sviluppo che ha occupato 4 ore di riunione in due sedute diverse), all'Associazione industriali, perché riteniamo sia un evento di cui si debba avere contezza nelle sedi opportune e, insieme con il Presidente, alla stampa.
Questa non è l'azione che normalmente si fa per un semplice studio, ma è un'azione precisa che supporta una volontà politica di intraprendere una strada che dia delle risposte ai problemi industriali della nostra Regione.
A latere di questo, siccome lo strutturarci in questo modo dà serietà al posizionamento della Regione, abbiamo collaborato con il Ministero dell'industria a predisporre dei bandi di informazione per quelle che potevano essere le nostre velleità - nel senso che sono nostre intenzioni - e devo dire che a questi bandi pubblici c'è stata una grande risposta di circa 40 aziende, che dovranno essere valutate in funzione di quello che ci propongono e degli impegni finanziari.
La vera sfida non sarà più quella di definire il piano, che in sé è pronto e sarà presentato in via definitiva entro marzo, ma sarà quella di applicarlo, portandovi dei contenuti, e dando all'interno del piano quelle risposte che spesso sono state sollecitate, ossia come rendere più accessibili i nostri immobili, nei costi, nella strutturazione, nei servizi. Quindi all'interno del piano ci saranno quelle risposte di scala che ci vengono richieste.
I comparti li conoscete, non sto qui a fare la specifica dei 4 piani di trasferimento tecnologico.
Se sono quantificati gli investimenti, ripeto, è la fase successiva quella di introdurre gli investimenti che vedranno l'applicazione del piano, per una fase di promozione in termini di conoscenza e di organizzazione nei sei mesi conseguenti, da giugno alla fine dell'anno, e l'applicazione concreta anche con dei fondi specifici, che dovranno essere preventivati in fase di bilancio per il bilancio del 2009, a partire dal 1° gennaio 2009.
Se ci sono contatti o trattative in corso per insediare nello stabilimento di Châtillon nuove attività, a me dispiace, Consigliere Bortot, che lei non abbia capito cosa è successo e la mia non è polemica. Il trasferimento delle chiavi, che lei vede nella foto, non è un gesto simbolico ma reale, perché quello che è successo allo stabilimento "Tecdis" è qualcosa di tragico e lo sappiamo perché ci sono coinvolti 270 lavoratori, oggi 182; è successo un fallimento! L'ing. Morezzi ha portato quello stabilimento all'interno di un fallimento con una profondità temporale di svariati anni; l'operazione che questa Regione è riuscita a fare, con po' di fortuna (oltre che per meriti e abilità dei nostri funzionari, che hanno saputo cogliere di volta in volta i passaggi positivi e utili) e con la fortuna di aver trovato un curatore fallimentare come il dr. Marta, che è una persona sensibile che ha compreso le necessità della nostra Regione è che le circostanze ci hanno permesso di riottenere le chiavi dello stabilimenti, altrimenti noi lo stabilimento ce lo sognavamo per i prossimi 7-8 anni! E la soddisfazione che abbiamo avuto quel giorno è di essere riusciti a recuperare le chiavi dello stabilimento, che non era un gesto simbolico, ma è il fatto che in realtà finalmente possiamo rioccuparci di questo stabilimento, così come ci chiede lei.
Scusi, Bortot, è per quello che eravamo non innervositi ma dispiaciuti, perché lei ci dovrebbe dire: bravi perché finalmente siete riusciti a prendere le chiavi!, anziché dire: cos'è questa sceneggiata delle chiavi?, ossia dovrebbe essere il contrario! Ci saremmo aspettati un: bravi che avete sbloccato una situazione! E, devo dire, con un po' di fortuna, grazie alla presenza di Marta.
Ci permetta, senza alcuna polemica, di fare qualche volta una foto che forse non è capita, ma è una foto che ci dava soddisfazione, perché finalmente ci hanno permesso di rimettere le mani nello stabilimento! Abbiamo già iniziato una ricognizione, stiamo programmando di ripulirlo, di testare il funzionamento degli impianti e stiamo pensando, all'interno delle proposte che abbiamo detto, come sia possibile rimetterlo in gioco. Credo che per quello che è stato possibile fare, noi abbiamo agito.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - E bravi che siete riusciti ad avere le chiavi! Però pensavo che le chiavi fossero collegate a qualcosa di più concreto, ma non voglio fare dell'ironia! So quali sono i percorsi e determinati fallimenti rimangono bloccati per anni, questo lo capisco. Solo che ho visto questo avvenimento e ho detto: ci siamo ripresi la cosa nostra, probabilmente ci sarà in ballo un insediamento e i processi di riutilizzazione, con una nuova attività nella "Tecdis" si accelereranno. La chiave di lettura era questa. Insomma, per farci dare le chiavi ero capace di andare anch'io... se invece alle chiavi segue un insediamento... mi mancava questo pezzo e anche nella sua risposta non ci ha detto nulla!
Lei ha fatto un percorso che condividiamo, ma, come al solito, il percorso è ad ostacoli, perché abbiamo iniziative di legge per la riduzione dei canoni di affitto delle aziende e ci saranno problemi di compatibilità con le direttive europee.
A seguito della sua segnalazione, mi sono interessato alla Regione Piemonte, che ha approvato una deliberazione sul contratto di insediamento con cui è possibile liberarsi da certi vincoli, cosa che condivido perché ho letto la deliberazione e i documenti allegati e quello che sta facendo la Regione Piemonte rientra nello studio che ci ha fatto Ambrosetti, nel senso che si prendono a riferimento non solo l'insediamento, ma il tipo di insediamento, la ricerca che sviluppa, la formazione professionale conseguente e le convenzioni con i poli universitari, quindi, dal punto di vista del percorso, ci siamo. Dove non ci siamo sono le tempistiche sulla formazione, lì dobbiamo accelerare.
Quando parlo di formazione, penso più che alla formazione professionale ad una formazione culturale, perché dal punto di vista della formazione professionale le attività produttive sono altamente complicate, quindi la formazione professionale avviene con l'insediamento dell'azienda. Ma il presupposto è un livello culturale molto alto, una capacità di percepire l'innovazione, e poi è relativamente facile inserirsi nel concetto di responsabilità nell'avviare o nel gestire o nell'indirizzare uno stabilimento o un macchinario. Da quel lato siamo abbastanza indietro.
Un altro dei filoni che citava lo studio "Ambrosetti", e sul quale abbiamo insistito, era quello del telelavoro. Proprio in questi giorni c'è uno studio relativo alle conseguenze del telelavoro sulla salute di moltissime persone che lo svolgono a casa loro, con conseguenze relative alle relazioni umane perché molta gente si chiude in casa e non ne esce più.
Tra noi dell'"Arcobaleno" abbiamo aperto un dibattito sul telelavoro, perché secondo me il telelavoro - dico anche un'eresia, ma rispetto allo studio "Ambrosetti" non è un'eresia - va collegato al decentramento dei servizi sul territorio. Il telelavoro può anche non essere interpretato esclusivamente come il lavoro a casa propria, ma può essere interpretato come un decentramento delle attività amministrative della Regione nei comuni, e questo si collega alla polemica che c'è stata stamani con il collega Vicquéry. Nella misura in cui noi colleghiamo il telelavoro al decentramento dei servizi, cogliamo due risultati: uno è decentrare dei servizi nel territorio, quindi evitare che la capitale Aosta diventi il "caput mundi" di tutta la Regione, e due, delocalizzare una serie di servizi sul territorio presso i comuni. In questo senso non è più telelavoro ma è lavoro decentrato, per esempio persone di quel Comune che svolgono una parte di telelavoro in proprio nelle strutture pubbliche del Comune o presenti sul territorio. Faccio un esempio: molte analisi chimiche - mi riferisco all'Assessore Fosson - a Nus non vengono più fatte, e questo va nella direzione opposta... analisi del sangue, mi è stato detto ieri che devono fare una serie di esami preventivi...
(interruzione dell'Assessore Pastoret, fuori microfono)
... no, morire, c'è tempo per morire, anzi mi reputo una persona fortunata, sono arrivato a 65 anni e non ho visto un giorno di ospedale!
Pastoret (fuori microfono) - ... ci hai mandato gli altri...
Bortot (Arc-VA) - ... questa è buona! Meglio non rivangare il passato, sono stato accusato anche di queste cose, ai miei tempi! Sì, uno mi disse: "se non la smetti, Sandro, mi fai venire l'infarto!". Naturalmente non gli è venuto, avrei avuto un bel problema di coscienza se fosse accaduta una cosa del genere!
Tornando al tema, nel decentramento sul territorio dei servizi intendo da una parte i servizi pubblici sanitari e amministrativi, e quella è una bella partita che rientra in quelle direttive dello studio, dall'altra le attività produttive; ma vede come si intrecciano? Il decentramento dei servizi e delle attività produttive fa sì che, quando un'azienda ha bisogno di competenze, autorizzazioni, licenze e cose del genere, il decentramento fa sì che l'azienda non debba recarsi continuamente alla capitale per le autorizzazioni, per i servizi che può trovare sul territorio. Il decentramento vuol dire servizi alle persone e servizi alle aziende.
Se penso alle 14mila partite Iva che abbiamo nella nostra Regione, il rumore che stanno facendo perché a catena il meccanismo degli appalti li costringe a lavoro e attività in ambiti sempre più ristretti dal punto di vista della remunerazione del loro capitale e della qualità degli interventi, anche in questa direzione lo studio "Ambrosetti" parla di sinergie e di iniziative, parla di certificazioni e ricerca per non uscire dal mercato. Ma quello, lei ci ha già provato due anni fa, non è andato molto bene, perché si è messa di traverso un po' della sua maggioranza e un po' dell'opposizione...
(interruzione dell'Assessore La Torre, fuori microfono)
... no, c'era un progetto però la direzione era quella giusta, perché sul risparmio energetico abbiamo delle aziende artigiane che non sono in grado di fornire la certificazione necessaria. Ma se Bortot o Dina Squarzino vuole intervenire sul risparmio energetico della propria abitazione, se non ha la certificazione del prodotto e del lavoro, non può ricorrere alla detrazione fiscale e ai contributi regionali e questo mi sembra giusto. A questo punto però scatta il meccanismo che il lavoro lo devo dare agli artigiani o alle ditte che mi forniscono questa certificazione.
Anche qui abbiamo una duplice filiera: una di aggregare le sinergie che abbiamo già, le professionalità di questi artigiani (e non è un lavoro da poco perché non ne vogliono sapere di lavorare assieme, mentre lavorando assieme, sono in grado di fornire le certificazioni senza appesantire troppo la propria azienda); l'altra, il servizio sul territorio con il telelavoro, e il servizio decentrato migliora i servizi ai quali loro dovrebbero accedere per restare sul mercato.
È un percorso che da una parte è molto semplice, dall'altra è molto complicato, ma il percorso è già stato identificato e non è difficile attuarlo, è difficile superare le resistenze dei singoli lavoratori.
Non so se sono riuscito a farmi capire, siccome ci parliamo fra di noi, siamo d'accordo, quasi quasi potevamo farlo al bar!
Presidente - Vista l'ora, dichiaro conclusi per questa giornata i lavori dell'odierna adunanza del Consiglio regionale. I lavori riprenderanno domattina alle ore 9,00 con la discussione del punto n. 20 all'ordine del giorno.
La seduta è tolta.
---
La seduta termina alle ore 19,57.