Oggetto del Consiglio n. 3330 del 20 febbraio 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 3330/XII - Interpellanza: "Rapporto dell'Unioncamere sui risultati dell'intervento pubblico in campo economico".
Interpellanza
Prendendo atto del rapporto pubblicato il 22 gennaio 2008 da Unioncamere, l'Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, intitolato "Mappa del capitalismo pubblico sociale";
Apprendendo che, sulla base dei dati pubblicati, appare un quadro desolante dei risultati dell'intervento pubblico locale nell'economia nel nostro Paese, poiché il 37% delle società controllate dagli Enti Locali (Comuni, Province, Regioni e Comunità montane) ha chiuso l'esercizio 2005 in passivo, con un miglioramento medio marginale (erano il 38% nel 2003);
Considerato che nel Centro-Nord il dato medio è del 35% di società in perdita (erano il 36% nel 2003), e nel Sud del 46%, contro il 45% nel 2003;
Tristemente rilevando che, fatta eccezione per il Molise la Valle d'Aosta è la Regione italiana con i peggiori risultati (68% di società in perdita);
Rilevando altresì che questo pessimo risultato, confrontato con il 2003 (53%) dimostra come l'economia pubblica in Valle d'Aosta stia letteralmente precipitando;
Ricordando che il dato Unioncamere denuncia uno stato pre-comatoso della nostra economia pubblica regionale;
Rammentando che ai sensi dell'art. 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008) la Regione dovrà cedere le partecipazioni vietate ai sensi del comma 27;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere:
1) quali siano i dati del 2007 al netto di rifinanziamenti o aumenti di capitale sottoscritti per coprire perdite in sede di bilancio;
2) quali siano a suo avviso le cause di questo disastro economico;
3) in quali tempi e di quali società la Regione intenda dismettere le proprie partecipazioni ai sensi di legge;
4) se, stante il risultato fallimentare della sua azione in questa legislatura, non ritenga opportuno trarne le debite conseguenze, rimettendo propria delega alle partecipazioni regionali.
F.to: Ottoz - Frassy
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.
Ottoz (CdL) - Siamo francamente preoccupati per la situazione economica della Regione e tanto più preoccupati nel leggere quanto comunicato il 22 gennaio nel rapporto Unioncamere, intitolato "La mappa del capitalismo pubblico italiano".
Già avevamo sottolineato, in un'iniziativa precedente, come ci sia una preoccupante diminuzione della produttività nella nostra Regione, a fronte di modesti, ma positivi aumenti del PIL, il che significa che diminuisce la quantità di lavoro prodotto per persona, ossia aumenta il personale senza che aumenti la produzione.
Avevamo chiesto, tenuto conto che ci sono realtà molto brillanti economicamente e produttivamente come la "CVA", come la "Cogne" ed altre, se l'Assessorato delle attività produttive fosse in condizioni di dirci dove si celasse il problema, nel senso che a fronte di situazioni positive una situazione negativa generale vuol dire che da qualche parte c'è qualcuno che sta ancora peggio.
Il rapporto di Unioncamere si apre denunciando un tasso di crescita dell'occupazione e del costo del lavoro notevole nel capitalismo pubblico, ossia oltre 4000 società partecipate di Comuni, Regioni, Province e Comunità montane, e una bassa produttività: siamo nell'ambito della nostra iniziativa precedente.
Passa ad analizzare il territorio e a dire che erano 4.874 nel 2005 le società partecipate o controllate da questo tipo di enti, che sono aumentate nel triennio 2003-2006 del 12%, mentre sono diminuite del 4,1% le partecipate semplici; quindi aumentano le controllate, quelle che sono totalmente a carico, e aumentano le partecipate al 100%, 202 società in più in 3 anni.
Un altro dato preoccupante è che tutta questa rete di società vale ben 1,1% dell'occupazione e 1,2% del PIL.
Questo universo produce un utile di 1,5 miliardi di euro l'anno, ma questo utile è dovuto unicamente alle società del centro nord, che hanno compensato le perdite di quelle del sud, e comunque questo utile è al netto dei trasferimenti a titolo di contributi erogati dagli enti locali all'UE... perché, se non ci fossero questi contributi, le società controllate avrebbero chiuso non con 1,5 miliardi di utile, ma con 1 miliardo di perdita, quindi sono tutte situazioni ripianate.
Qual è la situazione preoccupante? Che, a fronte di una situazione nel nord in cui nel 2003 il 62% delle società guadagnava, era in utile (la percentuale è salita al 63 dopo 3 anni, ossia c'è stato un seppur lieve miglioramento) nel sud si è rimasti fissi al 51%: metà delle società guadagnano e metà perdono, anzi, nel sud meno di metà perdono perché ce ne sono alcune che pareggiano, e a livello italiano abbiamo lo stesso aumento dell'1%. La tragedia è che la nostra Regione, che aveva nel 2003 il 47% di società che producevano utili e il 53 che producevano perdite, in 3 anni è salita al 68% di società pubbliche che producono perdite. Ora noi abbiamo in Valle (dai dati forniti in Commissione) un centinaio di società: 16 sono quelle partecipate direttamente dalla Regione, 32 quelle dagli enti locali, 52 quelle partecipate indirettamente dalla Regione, ci sono 24 enti strumentali. Un esercito di società che, se teniamo conto del fatto che sono circa 3000 i dirigenti in Italia e 12 le persone che occupano posti in consigli di amministrazione o in collegi sindacali in queste società, questi 12 in media per società fanno un piccolo esercito anche da noi, che supera le 1.000 persone, in realtà 1.000 persone che lavorano in società che costano alla Comunità perché perdono.
Atteso che la "performance" della nostra Regione nel triennio 2003-2006 - e ci stupiamo che ce lo venga a dire Unioncamere e non ce lo dica la nostra "Chambre" - è la peggiore d'Italia, salvo che per il Molise, che però è migliorato di 13 punti in 3 anni, mentre noi siamo peggiorati di 15 punti. In Valle d'Aosta, dal 47% di società che producevano utili, siamo scesi al 32: siamo i peggiori d'Italia. In realtà c'è una Regione che sta peggio, mi pare che sia la Sardegna, ma dove comunque le società che guadagnano sono più che da noi.
Ora è questa la domanda che faccio all'Assessore: cosa è successo dal 2005 al 2007? Qual è la tendenza che si è confermata o che si è invertita? A cosa è dovuto questo preoccupante disastro economico di tutto il comparto delle società pubbliche valdostane? La produttività è calata, e lo abbiamo visto, il PIL quasi non aumenta, e lo abbiamo visto, le società regionali che macinano perdite, siano dirette o indirette, comuni etc., sono il 68%, ossia oggi come oggi su 10 società della Regione 7 perdono dei soldi! Questo sembra a nostro avviso indicare con chiarezza il fallimento della politica valdostana, in cui la Regione "mette il becco" in tutte le attività produttive, il che produce un effetto asfittico sull'iniziativa privata e l'economia non funziona, la gente si lamenta, chi ne risente sull'affitto, chi ne risente per il costo della vita, i poveri secondo le definizioni attuali salgono... a cosa è dovuta questa situazione, chiedo all'Assessore e se non ritiene che sia ora di cambiare strada, oppure questo è il bilancio che ci presenta del quinquennio? Dal 2003 al 2008 ci troviamo con 7 società regionali che perdono; potrei dire, perché poi è un quadro che si verifica anche da noi, che le uniche società che producono utili sono quelle di "utilities", in particolare acqua, gas, rifiuti e, in misura minore, l'elettricità - per altri, ma per noi con l'idroelettrico di più e lo sappiamo - perché sono le uniche che sono cresciute più dell'inflazione, tutte le altre situazioni sono precipitate.
Il grave è che non siamo nel profondo sud o nel terzo mondo, siamo in Valle d'Aosta, siamo all'estremo nord dove le cose dovrebbero funzionare bene; invece la situazione è quella che è.
Vogliamo sapere dall'Assessore quali siano i dati del 2007 (adesso mi dirà che non li ha, ma sono 100 società, 100 bilanci, al netto di finanziamenti e aumenti di capitale per coprire le perdite) qual è l'analisi che fa l'Assessore delle cause di questo disastro economico e in quali tempi (dato che siamo in presenza di norme che impongono di dismettere le società il cui business non è legato a fini istituzionali) e in quali società intenda dismettere le partecipazioni ai sensi di legge, e se non ritenga che sarebbe ora di trarre le conclusioni di una situazione fallimentare.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Innanzitutto, se in precedenza ho avuto modo di ferire la sensibilità della collega Squarzino chiedo scusa, non c'era nessuna attività che volesse denigrarla. Stavo scherzando con il suo collega Venturella e stavo scambiando, in tutta tranquillità, senza nessuna intenzione di derisione, e dicendo: "avete fatto le larghe intese", però se questo la turba... in verità, nel Regolamento non ho visto nulla che pone dei divieti ai consiglieri, comunque sicuramente non va lesa la sua sensibilità, anche se è un luogo pubblico... comunque le chiedo scusa.
Dopodiché vorrei rispondere al Consigliere Ottoz. Ho seguito con attenzione la questione e, molto probabilmente, con l'analisi predisposta con gli uffici, evitando delle rielaborazioni ma andando sui dati analitici, forse posso tranquillizzare il collega Ottoz, che ha parlato di catastrofe. Quindi proverei a leggere insieme al collega Ottoz i dati.
Già non mi ritrovo sulla sua analisi sul numerato, 7 o 8: noi abbiamo 16 società che sono partecipate direttamente, l'ultimo bilancio approvato è quello del 2006 e le do i dati: 14 su 16 hanno chiuso con un utile e 2 hanno perso, e possiamo puntualizzare che le 2 che hanno perso sono il Casino de la Vallée e "l'AVDA", che si occupa dell'aeroporto.
Per quanto attiene quelle che sono in gestione indiretta (le 31 società che sono in gestione speciale, quindi riconducibili a un azionariato regionale fatto per il tramite di "Finaosta") abbiamo 15 società che hanno chiuso con un utile e 16 società che hanno chiuso con una perdita. Se poi andiamo a vedere le società che hanno chiuso con una perdita, caro Consigliere Ottoz, scoprirà che sono quasi tutte le società di impianti a fune, e così abbiamo spiegato questo ragionamento.
Per le società di impianti a fune conoscete meglio di me qual è la situazione e qual è il peso degli investimenti che gravano sui bilanci, quindi non credo ci sia da turbarsi in modo particolare. C'è sicuramente da fare attenzione, indubbiamente: il momento economico non è che possa essere così differente rispetto al contesto nazionale.
Se poi dobbiamo fare un altro ragionamento, basato sull'ammontare complessivo del risultato economico delle società, scoprirà che quelle in gestione diretta hanno prodotto degli utili cumulativi di 34,597 milioni e quelle in gestione indiretta, sempre cumulativamente, un utile di 52,735 milioni; quindi il sistema delle partecipazioni regionali dirette o in gestione speciale dà nel 2006 una produzione di utile complessivamente di 87,333 milioni (poi le darò i dati).
Non sono così strani questi dati, perché la contribuzione di "CVA" è così importante in quelle indirette che compensa decisamente le perdite del settore degli impianti a fune, perché è il settore degli impianti a fune che perde e quindi non c'è una gestione, come lei ha definito, né fallimentare né altro.
Per i dati di Unioncamere, non ho idea di quali aggregazioni ci siano, ma siccome la Val d'Aosta ci permette di evitare queste statistiche, ma di avere una situazione puntuale, per tante che siano 47 società sono di semplice lettura, quindi se andiamo a fare percentuali e statistiche probabilmente siamo un po' fuori campo, ma quando abbiamo questi dati, ossia che su 16 società di gestione diretta 14 sono in utile, probabilmente tutta questa teoria è stata smontata fin dall'inizio.
Rispetto a questo, prendo atto della sua elaborazione, ma i dati assoluti che può anche rilevare non solo dai miei uffici, ma dalla Camera di commercio ci dicono delle cose diverse. Quindi, se ci sono delle situazioni in perdita, sono riconducibili a un settore che è quello degli impianti a fune.
Sulla terza domanda, ho già risposto al suo collega Tibaldi la volta scorsa, nel senso che abbiamo un sistema di partecipazioni che è riconducibile a delle leggi, a dei provvedimenti che il legislatore ha fatto e che hanno permesso alla Regione di acquisire delle partecipazioni. Quindi è la legge stessa che legittima e che dà un interesse pubblico alla partecipazione.
Le leggi possono essere cambiate, ci possono essere delle valutazioni, ma ad oggi non abbiamo nessun processo di dismissione in quanto ci ritroviamo nel disposto legislativo. Con l'ultima domanda, lei fa un'autorevole suggestione, la prenderò in esame, che le devo dire?
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.
Ottoz (CdL) - Forse all'Assessore è sfuggito che io non ho parlato di 50 società, ma di 100 e che il rapporto Unioncamere si riferisce, rileggo quanto scritto...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... certo, pubbliche... pubbliche non c'è solo la Regione in questa valle, nel senso che sono quelle partecipate da Comuni, Province, Regioni e Comunità montane. Lei si è limitato a rispondere sulle regionali, quindi siccome i dati di Unioncamere o sono veri o sono falsi, se sono veri essendo aggregati e avendo noi qui dai documenti che ci avete dato voi, 100 società che sono 16 quelle che lei mi ha detto direttamente...
(nuova interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
Presidente - ... Assessore, lasci parlare il Consigliere Ottoz.
Ottoz (CdL) - ... noi partiamo da un documento ufficiale pubblicato in tutta Italia, ripreso da "Il Sole 24ore" che parla del capitalismo pubblico in Italia e che prende in modo aggregato (a lei piace molto la parola aggregato e disaggregato) oltre 4.000 società partecipate da comuni, province, Regioni e comunità montane divise per Regioni.
Quando le dico che i dati di Unioncamere sono o veri o falsi... se sono falsi, la "Chambre" ci faccia avere quelli veri, se sono veri, il fatto che il 68% delle società sono in perdita non si riferisce alle società unicamente della Regione ma alle società pubbliche in Valle d'Aosta...
(nuova interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
Presidente - ... Assessore, lasci parlare il Consigliere Ottoz e poi lei interviene per precisare.
Ottoz (CdL) - ... intanto prendiamo atto con soddisfazione che "CVA" serve a pagare gli impianti di risalita, abbiamo risolto così il problema turistico della Valle, però poi bisogna sapere cos'altro deve fare la "CVA", nel senso che la "CVA" è quella che a seconda del tema che viene proposto, viene citata: ma c'è la "CVA"! Bene, "CVA Uber alles", nel senso che adesso parliamo di impianti di risalita e la "CVA" ne paga il passivo, perché i 52 milioni di euro delle 31 società indirettamente partecipate servono a controbilanciare le perdite degli impianti di risalita e sono perlopiù prodotti da "CVA". Questo è quello che ho capito che lei ha detto, poi abbiamo la registrazione...
"CVA" quindi è il benefattore della Valle, ci fa piacere: anziché abbassare il costo dell'energia elettrica, abbassa il costo dello stagionale, oppure permette di tenere il costo dello stagionale degli sciatori al prezzo stratosferico a cui è.
Poi lei dice che non bisogna turbarsi perché la situazione, il peso degli investimenti... ma io sono turbato, noi siamo preoccupati perché non è che se sono dirette o sono indirette, se sono dei comuni o sono della Regione, i cittadini valdostani non pagano queste cose! Abbiamo un Comune di Aosta che ha raddoppiato le multe da un anno all'altro, fra poco faremo il "G-pride", la giornata di Grimod: datemi due telecamere e vi trovo l'ICI anch'io, due telecamere in più e aboliamo l'ICI! Stiamo strutturalizzando le multe, andando sui comuni; fra l'altro, ripeto o i dati di Unioncamere sono veri, o sono falsi. Se sono veri, 6,8 società, numero di società e non totale di fatturato, sono in perdita!
Io poi non ho fatto nessuna teoria, non ho elaborato niente; ho preso un documento, l'ho letto con attenzione, illustrato e ho prodotto un'iniziativa, ma non ho fatto una mia elaborazione: sono dati pubblicati sui giornali, non è una mia elaborazione come se prendessi i dati e li forzassi!
Non sono soddisfatto quindi della sua risposta: non posso esserlo, tenuto conto del filo diretto che c'è di gestione di potere - in senso buono - fra Regione e Comuni, la competenza che la Regione ha sugli enti locali, il fatto che gli enti locali vivono della contribuzione di un riparto finanziario, che è un riparto del riparto della compartecipazione all'IRPEF, come tutti sappiamo; il fatto che alla fine la politica è unica, c'è un inestricabile nodo che lega i comuni con la Regione! Prendo atto, e le do merito, del fatto che le società di cui si occupa direttamente lei non vanno così male, però mi deve dire se è vero o non è vero che i dati sono quelli pubblicati dall'Unioncamere, e allora le dico che è la Valle d'Aosta che va male.
Non siamo preoccupati del suo destino o di quello delle società direttamente o indirettamente partecipate in gestione straordinaria da "Finaosta", ma siamo preoccupati della situazione in Valle d'Aosta, perché questi dati di Unioncamere aggregati dimostrano che l'economia è completamente in mano alla Regione e globalmente va male. Che le piaccia o non le piaccia.
Ripeto, la produttività diminuisce, il PIL aumenta quasi di nulla, siamo fra le ultime Regioni italiane come aumento del PIL, siamo fra le prime come diminuzione di produttività, abbiamo il 68% delle società pubbliche che perdono. Vivaddio, ne abbiamo che guadagnano, ma questi utili potrebbero essere spesi più proficuamente nell'interesse dei cittadini se non dovessero servire ad andare a coprire le perdite. Se a lei questo sembra un quadro confortevole che la soddisfa, non è così per noi.
Le faccio una domanda: lei mi ha appena detto che per quanto riguarda la dismissione di società non c'è nulla da dismettere. Non so chi di voi qui utilizzi la Cooperativa "Les Relieurs"... per farsi tagliare l'erba nel prato di casa, ma mi sa spiegare cosa c'entra la Regione con la Cooperativa "Les Relieurs"?
(nuova interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... in quante altre cooperative sociali è socia la Regione? Lei mi spieghi a cosa serve la partecipazione nella Cooperativa "Les Relieurs" che è nata con uno scopo, sicuramente nobilissimo, e che attualmente fa la manutenzione dei giardini dei privati, facendosi pagare un tanto all'ora, via con il tosaerba e porta via le foglie...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... cambiamo la legge...
Ottoz (CdL) - ... come cambiamo la legge? C'è una legge che dice che non potete avere partecipazioni in società che non abbiano finalità istituzionali! Non è così? Prendo atto che lei mi sta dicendo che la legge non lo dice e che falciare l'erba nei giardini dei privati, fare il giardiniere è un "core business" istituzionale della Regione...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... è di dire che le partecipazioni nella legge non ci sono...
Ottoz (CdL) - ... avevo mia nonna che sapeva il piemontese e diceva... "e daila che l'è un preive"...
Vicquéry (fuori microfono) - ... i disabili...
Ottoz (CdL) - ... prima, ma non sono più disabili, quelli che vengono a tagliare l'erba nei giardini di Saint-Christophe, le garantisco che non sono disabili per esperienza diretta!
Ripeto e concludo, la Regione è piccola, e tutte le società pubbliche che siano attaccate alla lenza dell'Assessore con la lenza corta, che siano indirettamente gestite con la gestione straordinaria di "Finaosta", che siano nelle mani dei comuni, sono tutte patrimonio produttivo della Regione e, tutte le volte che perdono dei soldi, sono i Valdostani che pagano e la situazione economica di questa Regione, abbia pazienza... lei avrà un'altra opinione, riteniamo che sia disastrosa, ossia che il progetto politico che sottende alla "longa manus" della Regione in tutti i settori produttivi sia un fatto negativo. Nessuno è per il mercato selvaggio, ma per un mercato libero regolato nel modo giusto, dove i privati possano crescere, dove l'economia possa svilupparsi, dove la ricchezza di tutti possa aumentare, anziché essere spesa nelle perdite delle società pubbliche.