Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3294 del 6 febbraio 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 3294/XII - Interrogazione e interpellanza: "Diffusione della brucellosi e tubercolosi in allevamenti di animali e azioni per il risanamento del patrimonio zootecnico".

Interrogazione

Vista la nostra interpellanza n. 239/06 con la quale si chiedevano i dati relativi agli animali colpiti da brucellosi e tubercolosi nell'anno 2004 e le cause sinora accertate dell'incremento degli animali colpiti;

Sentite le risposte dell'Assessore alla Sanità date in aula il 23 gennaio 2008 in merito all'interrogazione relativa all'azienda agricola dei F.lli Colliard di Pontboset;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

gli Assessori competenti per sapere:

1) quanti bovini, caprini e ovini sono stati abbattuti, suddivisi per tipologia, a causa di infezioni da brucellosi e tubercolosi negli anni 2005/2006/2007 e il numero delle aziende agricole coinvolte;

2) negli anni 2005/2006/2007 quante sono state le persone residenti in Valle ammalate o in cura per tubercolosi e brucellosi e le professioni e le attività da loro svolte;

3) quante sono state, nel triennio sopraccitato, i titolati di aziende agricole o i loro familiari colpiti o in cura da brucellosi o tubercolosi;

4) quale la sua valutazione rispetto ai dati di cui sopra.

F.to: Bortot

Interpellanza

Tenuto conto delle ingenti risorse investite dalla Regione in campagne di prevenzione e risanamento del patrimonio zootecnico valdostano da zoonosi quali la tbc bovina e la brucellosi bovina e ovi-caprina;

Prendendo atto del risvegliarsi in varie zone d'Europa e non solo di focolai di tbc nella popolazione, che dimostrano che questa grave patologia è tutt'altro che debellata;

Considerati i rischi di trasmissione di queste patologie dall'animale all'uomo;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore delegato per conoscere:

1) quali sono i dati reali della diffusione di tbc negli allevamenti bovini in Valle d'Aosta, sia in termini assoluti che in percentuale rispetto alla consistenza della popolazione bovina;

2) quali risorse sono state stanziate per la profilassi e la cura delle patologie citate in premessa nell'arco della presente legislatura, indicandole anno per anno e analiticamente per patologia;

3) come valuti la situazione attuale e come consideri il rapporto costo-benefici conseguente alla quantità di risorse impiegate;

4) quale tipo di azioni s'intendano adottare nell'immediato futuro per debellare queste patologie.

F.to: Ottoz - Frassy

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (CdL) - Questa è un'interpellanza più semplice delle precedenti e nasce perché abbiamo ascoltato con una certa preoccupazione la risposta ad un'iniziativa del precedente Consiglio e ad alcune affermazioni dell'Assessore sullo stato di salute delle mandrie degli allevamenti valdostani. Tenuto conto che le risorse spese per il risanamento in campagne di vario genere negli anni - perché questo è un problema che viene da lontano - sono sempre state rilevanti, tenuto conto che, come appariva dall'iniziativa discussa nel Consiglio precedente, vi sono situazioni non molto chiare, focolai di zoonosi di vario tipo e, in particolare, qui parliamo di tbc bovina e brucellosi bovina e ovicaprina, il che dimostra che tali patologie che ogni tanto sembrano essere debellate poi in realtà non lo sono, probabilmente hanno un andamento ciclico, oppure diciamo che il livello di allarme si abbassa nei periodi in cui sembrano debellate... si potrebbe fare un esempio banale come il vaiolo: tolta la vaccinazione antivaiolosa perché non esisteva più alcun focolaio di vaiolo al mondo, adesso in qualche modo questa grave malattia è ripartita. Forse lo stesso si verifica su scala più grande sulle mandrie animali bovine e ovicaprine, quindi queste malattie sono lungi dal poter essere considerate totalmente debellate e sotto controllo.

Considerati i rischi di trasmissione che non sono mai molto chiari per patologia dall'animale all'uomo, dal latte all'uomo, dai prodotti alimentari che si producono con il latte di questi animali all'uomo, facendo riferimento ad una considerazione che ha fatto l'Assessore sull'opportunità che in tale settore importante per noi non si sparga un allarme, che potrebbe avere degli effetti poco simpatici per i nostri agricoltori, volevamo capire dall'Assessore quali sono i dati reali della diffusione. Spero che questi dati siano più semplici, perché non sono complessi come quelli chiesti per l'iniziativa precedente sulla stampa... di diffusione conosciuta negli allevamenti bovini della valle di casi di tbc sia in termini assoluti - il numero dei casi -, sia percentualmente nella popolazione bovina, quali siano le spese fatte per la profilassi ed eventualmente per la cura di tali patologie nell'arco di questa legislatura, ossia quali sono state le risorse impiegate per prevenire tali patologie, quale sia la considerazione finale dell'Assessore sul rapporto costi-benefici, sulla qualità della spesa investita rispetto ai risultati ottenuti e, alla luce di queste considerazioni che l'Assessore fa nel bilancio periodico del controllo e della vigilanza in campo veterinario, quali siano le azioni, se ritiene che il rapporto costi-benefici non sia un rapporto favorevole, che questa lotta sia costosa rispetto al risultato che intende mettere in essere nell'immediato futuro per "correggere il tiro" in tale tipo di lotta a questo tipo di malattie.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - Rispondo volentieri anche per fare il punto della situazione. L'altra interpellanza era sulle capre sicuramente positive che il padrone, anche comprensibilmente, non voleva abbattere; 2 interpellanze sulla diffusione della tubercolosi animale ovina e della brucellosi in Valle d'Aosta. Ringrazio chi ha fatto queste interpellanze perché abbiamo dovuto correre... abbiamo riunito i dati del 2007 che non erano ancora tutti disponibili. Questi dati del 2007 sono precisi al 95%, non dovrebbero variare di molto, comunque non sono completi, anche perché di solito i dati definitivi venivano consegnati alcuni mesi dopo. I bovini abbattuti per tbc - darò pochi numeri, ma significativi -: bovini abbattuti per tbc 2005, intanto testati 5.588, bovini positivi abbattuti 317 con una prevalenza dell'1,15 sul numero degli animali; 2006, bovini testati 53.908, bovini positivi abbattuti 346; dal 2005 al 2006 siamo passati da 317 a 346 con una prevalenza nel 2006 dell'1,33%. Questi erano i dati che avevo nell'ultima interpellanza, da lì sicuramente la situazione di allarme che ha spinto non solo me, ma la Giunta a convocare il veterinario regionale in Giunta per dare ragione di tali numeri e vedere cosa fare. Nel 2006 è scattata la campagna con l'applicazione, oltre della tubercolina, del gamma interferone; tubercolina che rimane sempre l'esame di elezione, che però ha un'esattezza sul 50-60%, poi c'è chi dice - ma la Procura ha indagato, non ci sono dati - che ci siano anche azioni fraudolente su questo, ma c'è chi dice che non sono mai state dimostrate per ora. Il gamma interferone è finanziato solo laddove c'erano alcune indicazioni, adesso non vado nel tecnico, ma soprattutto dove c'erano degli allevamenti con capi positivi alla macellazione... la tubercolina era stata negativa, allora hanno sottoposto questi allevamenti tutti alla prova del gamma interferone. Ritornando al 2006, anno di aumento progressivo dei casi di tubercolosi con conseguenti interventi; 2007, bovini testati 45.000, di cui positivi abbattuti 125. Mi sembra opportuno sottolineare: 317 bovini abbattuti nel 2005, 346 nel 2006, 125 nel 2007, questi dati li ho anch'io da alcuni giorni, con una prevalenza nel 2007 da 0,28%. Vi ricordo che una regione viene dichiarata libera da tubercolosi con un dato dello 0,2%, quindi 0,28% è un dato che si avvicina.

Caprini e ovini abbattuti sempre per tubercolosi: nel 2005 zero, nel 2006 zero, nel 2007 107 capre abbattute; fra l'altro, da questi dati... dicevo l'altra volta al collega Bortot che di solito i test non vengono fatti sugli allevamenti caprini, ma solo sui bovini e in caso di positività e di convivenza, mentre da quest'anno vengono fatti di "routine" sulle capre. Aziende coinvolte per tbc bovina: nel 2005 1.418 aziende, 27 aziende sospese o revocate; nel 2006 1.399 aziende, sospese e revocate 36; nel 2007 1.348 aziende, sospese o revocate 23; quindi siamo di fronte a dei dati che nel 2007 hanno un'inversione di tendenza e quindi sono estremamente positivi. Aziende coinvolte tbc caprini e ovini: nel 2005 zero, nel 2006 zero e nel 2007 un'azienda.

Bovini abbattuti per brucellosi: nel 2005 15, nel 2006 134 con prevalenza dello 0,45, ossia coinvolta una grossa stalla, nel 2007 nessun focolaio con reazioni seriologiche. Aziende di bovini interessate da brucellosi: nel 2005 12, nel 2006 16, nel 2007 nessun focolaio con reazioni seriologiche. Ovini abbattuti per brucellosi nel 2005 zero, nel 2006 zero, nel 2007 zero.

Ripeto: il collega Ottoz ha detto correttamente, nel senso che la tbc ha un andamento altalenante, ma il fatto di avere un'inversione di tendenza rispetto ai 2 anni precedenti e di avere un miglioramento di questo tipo dimostra che quella azione che a volte non è stata recepita come positiva, ma anzi come una vessazione - azione dei veterinari con l'Assessorato dell'agricoltura, di molti allevatori e della Regione - sembra che stia dando dei risultati positivi, ma può anche essere un andamento altalenante, comunque noi abbiamo questi dati.

Seconda domanda del collega Ottoz, su risorse stanziate: bilanci di previsione per indennizzi degli animali abbattuti per tbc e brucellosi nel 2003 600mila, nel 2004 450mila, nel 2005 300mila, nel 2006 350mila, nel 2007 450mila euro di spesa per le bonifiche. Analiticamente il 20% è stato destinato al rimborso di animali positivi o dubbi, mentre l'80% è stato destinato ad animali positivi per tbc. Oltre a questa cifra, nel 2007 c'è stato un progetto obiettivo della Regione con i vari servizi veterinari di epidemiologia e di prevenzione dell'USL, un piano di studio epidemiologico della tbc bovina e degli eventuali nuovi casi di tbc umana.

Il collega Bortot chiede l'interessamento delle persone e la loro vicinanza alle aziende agricole. Non voglio fare il saputello, ma mi permetto di fare una sottolineatura che è determinante: la tbc è una malattia che ha un andamento cronico, subdolo, non è come la brucellosi, nel senso che uno beve il latte e dopo 30 giorni febbri... la tbc sviluppa prima un complesso primario, che può guarire, ma che poi può dare origine ad una diffusione... si parla di decenni. È giusto chiederla, ma è molto difficile una correlazione diretta fra tbc animale e tbc umana, la vedremo fra tanti anni. Ha detto giustamente il collega Ottoz che la tbc bovina è dovuta al "mycobacterium bovis", che è diverso dal mycobacterium umano. Noi non abbiamo correlazioni sicure epidemiologiche, però il modello è il Maghreb, dove vi è un alto tasso di tbc animale e persistenza di tbc umana. Come si comunica? Probabilmente con il latte. La tbc bovina dà delle manifestazioni addominali, non respiratorie all'uomo; ricordo di aver operato con il dr. Parini un Consigliere regionale, che sta benissimo, che era diventato itterico improvvisamente, non aveva un tumore al pancreas, ma aveva un grosso linfonodo tubercolare che gli comprimeva il coledoco: questo per dire che non ci può essere una correlazione diretta, non è possibile per l'evoluzione della malattia, che è lunga.

Rispondendo al suo quesito, negli anni 2005-2007 abbiamo avuto 22 nuovi casi di tbc umana in Valle, braccianti agricoli solo 1, mentre gli operai sono 5, è più significativo gli 8 pensionati, perché i pensionati magari avevano contratto in tempi precedenti questa malattia.

Credo di aver finito con i dati, per quanto riguarda le valutazioni, penso che sia questo l'elemento più importante, intanto, di fronte a una patologia altalenante, non bisogna mai gridare vittoria, siamo ancora lontani dalla definizione di Regione esente e libera da tbc. Il discorso del vaiolo è appropriato, perché, se smettessimo di "tenere alta la guardia", avremo una nuova recrudescenza della malattia. Il rischio per l'uomo esiste, anche se non è un effetto diretto tbc animale-tbc della persona, il rischio economico è elevatissimo, perché di fronte a tali costi... in questo momento commercializziamo i nostri prodotti in quanto non la Regione è esente da tbc, ma in quanto gli allevamenti sono liberi da tbc, con una norma specifica della Regione, ma è una norma che certifica che la tbc non è esente dal territorio, ma è esente dal singolo allevamento.

Siamo intervenuti nel 2006, in accordo con l'Assessore Isabellon, in questa campagna di applicazione dell'interferone e del gamma interferone, che è un'indagine sierologica sempre come la tubercolina, ma che viene effettuata su un prelievo ematologico in laboratorio, quindi meno soggetta a questa ipotesi di alterazione. Con l'aiuto degli allevatori - molti lo hanno capito, altri lo hanno capito meno - siamo passati da 2,9% di stalle infette del 2006 all'1,7% del 2007, quindi una tendenza positiva; c'è ancora qualcosa che non funziona, nel senso che abbiamo avuto dei casi di interferone positivo, ma dove alla macellazione non si è reperito il bacillo della tbc nei linfonodi, gli esperti del settore dicono che non è presente, ma che è una fase iniziale della malattia perché c'è l'anticorpo. Certo che l'allevatore che si vede sacrificare un animale e che non ha poi un riscontro anatomo-patologico di tbc ha dei dubbi, forse c'è da affinare ancora qualcosa. Certo "la guardia va tenuta alta", speriamo sempre più di rivolgere l'utilizzo del gamma interferone laddove vi siano delle indagini epidemiologiche fatte in modo molto specifico, dove vi sia un caso di malattia presente e laddove, poiché in alpeggio le bestie stanno insieme, vi siano state delle convivenze fra mandrie e alpeggi. Ringrazio ancora chi ha fatto l'interpellanza, che ci dà la possibilità di dire che la tubercolosi è in fase non di scomparsa, ma di rimessione significativa, mentre per la brucellosi siamo ormai a dei casi isolatissimi, per cui non è più significativa, anche se non si può dire che sia debellata.

Si dà atto che dalle 18,41 presiede il Vicepresidente Tibaldi.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (CdL) - L'Assessore ha dato una serie di informazioni utili, chiare che ci fanno dire che possiamo ritenersi sostanzialmente soddisfatti della risposta con alcune residue preoccupazioni: mi riferisco in particolare a questo picco di brucellosi del 2006 di 134 capi, che, se ho capito bene, era concentrato in una grossa stalla e che dovrebbe, da un lato, imporci - ma sicuramente è stato fatto - un'attenta indagine per capire perché in quel luogo è successa questa cosa e, d'altra parte, stimolarci - come penso faccia regolarmente il servizio veterinario - a "mantenere la guardia molto alta", perché, se tali fenomeni possono verificarsi improvvisamente, sono tali da variare tutto il contenuto numerico di un anno, perché una serie di situazioni non preoccupanti e tutto sommato concordanti, ossia l'andamento 2005-2006-2007... può essere segnato da una malattia all'altra in modo riconoscibile, salvo questo dato assolutamente fuori "standard" che deve mantenere elevato il livello di attenzione e di verifica da parte del servizio. Prendo atto e concordo sul fatto che il rischio economico sia elevatissimo per i motivi detti l'altra volta. Non sapevamo che queste risposte all'interferone... che non trova più riscontro al gamma interferone, che non trova riscontro alla macellazione... non siano in realtà dei falsi positivi, ma siano la prova di una forma latente più insidiosa, non ancora... il che dice che l'analisi è basata su protocolli molto affidabili, ma che si tratta di forme latenti di gravità molto limitata; quindi nel dichiarare che siamo soddisfatti della risposta auspichiamo che il livello di attenzione sia mantenuto elevato. L'Assessore ad una sola cosa non ha risposto ed è se ritiene che le cifre a disposizione e le risorse impiegate siano congrue, mi pare di capire di sì e quindi che le risorse impiegate siano sufficienti e ben spese. Ringraziamo l'Assessore per la risposta.

Presidente - La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Ringrazio anch'io l'Assessore per i dati, se ce li può far avere, e per il tono e, rispetto al tono, chiedo scusa al Consiglio per il tono usato nella sessione del Consiglio passato e per alcune affermazioni dovute ad una piccola provocazione da parte dell'Assessore. Abbiamo fatto questa interrogazione perché di tale problema se ne dovrà occupare in modo approfondito per molto tempo il prossimo Consiglio regionale, perché siamo d'accordo sulla tutela e la prevenzione, ma quello che vogliamo sottolineare è l'accanimento nei confronti di certe aziende, perché è necessario, prendendo a riferimento parametri che possono anche essere giusti, tutelare la salute degli altri animali e degli umani. Noi con il risanamento è da decenni che andiamo avanti, se quest'anno o lo scorso anno non è stato individuato un vero e proprio nesso di trasmissione di tali 2 malattie... ma, risalendo ai dati di questi decenni, il passaggio è insignificante: questo non vuol dire che non dobbiamo intervenire, ma che dobbiamo cambiare metodi. I metodi e le indicazioni non possiamo darcele in autoregolamentazione con le aziende, so che ci sono delle direttive e delle leggi, ma quando, Assessore, noi sosteniamo che nei confronti delle aziende bisogna intervenire con un altro metodo, perché ho già detto l'altra volta che il rischio è che per tutelare la salute delle persone e degli animali non tuteliamo le aziende e chi vi lavora. Questa è una domanda senza alcun intento polemico, è un quesito che dopo decenni di risanamento nella nostra regione... probabilmente dobbiamo interrogarci se i percorsi possono essere ancora questi, o se occorre fare una riflessione nella nostra Regione e più in generale, perché sono convinto che, visti i livelli di ricerca ai quali siamo pervenuti, facendo degli investimenti su questa ricerca, sia possibile curare, lo dico da profano.

L'altra situazione, dove le persone sono molto più irascibili, si verifica quando, a fronte di capi trovati infetti, si vogliono eliminare tutti i capi presenti nella stalla: mi riferisco ai fratelli Colliard. Siamo andati con loro dal giudice di pace a Donnas per fare una chiacchierata, giudice di pace che conosce poco come conosco poco io... c'era un rappresentante dell'USL, un veterinario, il Sindaco di Pontboset, la domanda viene spontanea: se questa azienda è d'accordo che vengano abbattuti i capi infetti, ma chiedono ulteriori analisi e non vogliono abbattere i capi non infetti, per quale motivo non è possibile tenerli sotto controllo, fare delle analisi e continuare il monitoraggio? Il veterinario non si è preso responsabilità, ma io capisco, ho tanti amici veterinari che rispetto e sto attento a quel che dico, però occorre un cambio di mentalità. Abbiamo adesso altri operatori sul territorio che infastiditi o denunciati per omissione di atti d'ufficio rispetto alla loro attività... la prima reazione è stata quella di dire: "va bene, a questo punto faccio fino in fondo il mio dovere, non guardo più in faccia nessuno, non sto attento alle problematiche del territorio, dove c'è da intervenire intervengo". Se ogni categoria di operatori ragiona in questo modo e non c'è il concetto di buon senso, non ne veniamo fuori. Il succo è che la prossima legislatura occorre iniziare un percorso di riflessione sull'intera agricoltura valdostana, legata ai bovini, ai suini e ai caprini, rispetto al concetto di risanamento. Sono passati 50 anni, continuiamo a risanare, forse è opportuno fare una riflessione che potrebbe portare a risultati diversi. Certo che, se ognuno è fermo sulle proprie posizioni, della serie: "così è sempre stato fatto e così sempre si farà", non ne verremo a capo e corriamo il rischio di veder chiudere le aziende e non aver più nessun che gestisce sul territorio. Questa riflessione va allargata anche agli animali selvatici, non solo a quelli domestici.