Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3169 del 19 dicembre 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 3169/XII - Interpellanza: "Problematiche relative al funzionamento del servizio di emergenza sanitaria territoriale".

Interpellanza

Premesso che la legge regionale 21/1998 ha istituito il Servizio di emergenza sanitaria territoriale e che più volte è stata sottolineata l'importanza del decentramento territoriale dei servizi sanitari, attraverso l'implementazione funzionale e professionale delle strutture di emergenza e specialistiche;

Considerato che la perdurante difficoltà di reperire medici di emergenza territoriale (MET) impedisce una programmazione completa dei turni, in particolare nelle sedi decentrate di Morgex, Châtillon e Donnas, e non consente di assicurare una funzionalità efficace del Servizio;

Rilevato che nel mese corrente, considerati anche i periodi festivi dell'Immacolata e del Natale, la sede di Morgex è presidiata da un solo medico, quella di Donnas da due, mentre la centrale di Aosta è sprovvista del medico di soccorso durante le ore notturne;

Visto che è stato anche organizzato uno specifico corso di formazione per fare fronte alla carenza di MET in Valle d'Aosta;

Ribadito che per evitare, o quanto meno limitare, la forte migrazione di MET verso altre Regioni è stato più volte invocato l'allineamento dei trattamenti economici e contrattuali a quelli offerti da altre aziende sanitarie locali;

tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore delegato per conoscere:

1) quali ragioni impediscono, nella nostra regione, il reclutamento di altri medici di emergenza territoriale per consentire una normale e ordinata copertura del Servizio su tutto il territorio;

2) se il corso di formazione di cui in Premessa ha permesso di reperire nuove figure professionali: in caso affermativo, quante sono e dove sono state collocate;

3) quali sono i suoi intendimenti, oltre all'attesa revisione della legge regionale 21/1998, per migliorare la funzionalità del Servizio di emergenza sanitaria territoriale in Valle d'Aosta.

F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi - Ottoz

Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - L'Assessore Fosson è sicuramente preparato su questa interpellanza, perché il problema lo conosce, anche lui ha qualche "ritorno" dal territorio e, di conseguenza, sa bene che questo sistema di emergenza territoriale funziona con delle difficoltà che quanto prima dovrebbero essere affrontate e risolte. L'interpellanza che proponiamo si inserisce nel solco delle precedenti, ma vuole testimoniare un aggravamento di una situazione rispetto a marzo 2005, quando la questione venne affrontata in quest'aula.

Qualcuno mi ha detto che la "coperta" non è più stretta, ma addirittura non c'è più. Non voglio enfatizzare questa situazione, ma non vogliamo neppure concentrare la nostra attenzione solo sui medici di emergenza territoriale, anche se rappresentano un capitolo importante di tale discorso. Vogliamo concentrarla su tutto il funzionamento del "118", che sarà anche ben gestito, ma è gestito con una situazione di disagio e di sofferenza che deve essere affrontata con una visione di insieme. Il calendario dei turni di dicembre, un mese particolare perché ci sono delle festività importanti, vede una dislocazione dei turni che evidenzia dei "buchi" e, in particolare, la sede di Morgex è presidiata da 1 solo medico, quella di Donnas è garantita da 2, la centrale di Aosta è sprovvista del medico di soccorso durante le ore notturne. È vero, c'è un medico di centrale ma, in caso di emergenza, deve uscire e lasciare scoperta la sede. La sede di Châtillon è coperta ma, in caso di necessità, anche i medici di Châtillon sono costretti a spostarsi presso Donnas o verso Aosta. Diciamo che la situazione non versa nelle migliori condizioni, anzi i medici di emergenza territoriale sono sempre pochi, so che vi sono delle problematiche di carattere nazionale che devono essere risolte anche in sede parlamentare soprattutto a livello di Governo, ma oggi come oggi il grande servizio di soccorso viene svolto dagli autisti soccorritori che comunque ci sono e anche dal volontariato. Con l'interpellanza vogliamo chiedere alcune risposte, in particolare una domanda si ripete da tempo: "quali ragioni impediscono, nella nostra regione, il reclutamento di altri medici di emergenza territoriale per consentire un'ordinata copertura del servizio su tutto il territorio". I turni vacanti di cui facevo cenno ci fanno capire... e poi contando gli acronimi dei nomi qui presenti... che oggi vi sono 16 MET disponibili sul territorio, di cui 7 sul territorio, gli altri sono in centrale, che sono insufficienti per garantire una copertura 24 ore su 24 nelle varie sedi decentrate, tanto che, se lei guarda Morgex e Donnas, trova molti spazi bianchi nell'elaborato dei turni che fanno capire che soprattutto nei periodi di maggior pressione - mi riferisco alle feste vicine - vi sono delle gravi difficoltà. Questa è la prima domanda.

La seconda domanda si riferisce ad un corso di formazione fatto nel 2003 o nel 2004, che avrebbe dovuto permettere di reperire nuove figure professionali, non ci risulta che queste figure professionali siano rimaste in Valle. Tali figure professionali hanno lasciato la nostra Regione, sono state formate in Valle, poi sono emigrate verso altri lidi sanitari e questo è un altro problema; vorremmo sapere di quelle che sono state formate quante sono rimaste e dove sono state collocate.

L'ultima domanda è l'attesa revisione della legge regionale n. 21/1998, da tempo si parla di una nuova norma, sappiamo che la Giunta ha licenziato la nuova norma di recente che inizierà il suo iter di Commissione dopo le vacanze natalizie. Naturalmente le attese sono molte rispetto alla capacità di questa norma, anche se non è da sola sufficiente a dare risposte più convincenti per il funzionamento del servizio.

Un'ultima cosa: nei giorni scorsi abbiamo sentito un'intervista del dr. Visetti su queste difficoltà che presenta il servizio di emergenza sanitaria sul territorio, un'intervista che è stata realizzata dal TG3, e il dr. Visetti, indubbiamente un uomo di professionalità e di responsabilità, ha dato delle risposte che ci lasciano perplessi. In particolare è nota la difficoltà di Donnas, qui si fa riferimento a Donnas, ma, a fronte di alcune specifiche domande, il dottore dice testualmente: "se i dati ci dovessero evidenziare che la risposta del medico dell'emergenza finora esistito non è quella più adeguata, la risposta potrebbe essere una figura specialistica come quella di un rianimatore o di un medico di emergenza di tipo ospedaliero". In sostanza, se il MET non è la risposta più adeguata, dobbiamo ricorrere ad un medico specialista qui individuato nella figura del rianimatore o del medico di emergenza di tipo ospedaliero. In un secondo passaggio il giornalista gli chiede: "in grado quindi di intervenire in caso di incidenti e di patologie acute?" e il dr. Visetti risponde: "in grado di intervenire con più disinvoltura, perché ricco di un'esperienza ospedaliera che purtroppo in questo momento ai medici territoriali manca". Le dico che non solo in televisione, ma rileggendola questa risposta mi ha lasciato di stucco, perché ciò significa che da parte di chi gestisce il servizio... delle due l'una: o i medici di emergenza non sono considerati all'altezza della situazione, quindi vanno sostituiti e, qualora questa sia l'ipotesi, perché si arriva solo adesso a riconoscere il problema e non lo si è fatto prima? Oppure la considerazione di certe professionalità è minima e vuol dire che il nostro sistema di emergenza è in "braghe di tela". Queste sono dichiarazioni fatte dal Responsabile del "118" in Valle, non abbiamo fatto la domanda specifica, se poi lei, Assessore, vuole la commenterà, però le ripeto... siccome l'intervista è intervenuta nel periodo in cui abbiamo presentato l'interpellanza e oggi si dibatte in Consiglio - l'intervista è del 13 dicembre -, non poteva non avere menzione in tale contesto ed è per questo che gliela proponiamo in calce a tale illustrazione.

Si dà atto che dalle ore 18,51 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - Vicepresidente Tibaldi, se io sono preparato, spero che lei sia così serio da capire che su questo settore siamo in un momento di grande trasformazione, non sono certo io che la pongo in termini politici, ma sono i tecnici, lei ha già citato uno di questi tecnici: il Primario del "118", ma è una cosa condivisa.

Vi è un richiamo politico e emozionale, ne parleremo e anch'io ho un incontro con i MET, ma bisogna affrontare la cosa in modo serio, nel senso che quella che può sembrare una disorganizzazione e lei è stato molto serio a segnalarla... perché ci sono delle caselle vuote, ma se le caselle, anche se sono piene, non forniscono un certo tipo di servizio... allora quello che ci interessa è dare un servizio efficiente. Vi è un profondo ripensamento globale italiano sulla legge n. 21/1998 che istituiva il Servizio di medicina di emergenza territoriale, questo non per una motivazione economica, non è il problema economico di non reperire i MET: è interrogarsi sul sistema di emergenza più utile ed efficiente. Un ripensamento che non si è ancora tradotto in una forma legislativa nazionale che aspettiamo, il Ministro il 18 gennaio di quest'anno aveva promesso, tant'è vero che la legge sull'emergenza che lei sa avevamo pronta nel cassetto da un anno l'abbiamo mantenuta nel cassetto perché aspettavamo delle indicazioni che ci dessero a livello nazionale... lei sa che non abbiamo una competenza primaria... poi questo non è avvenuto, ma il ripensamento c'è dappertutto. Tanto che mi permetta è significativo, in nessuna Regione italiana si fa un corso di MET, in questo momento sono andato a vedere per tale interpellanza, e la ringrazio, solo a Spoleto si sta facendo un nuovo corso per MET: questo la dice lunga.

Una cosa non è vera... abbiamo ricominciato a parlarne io e lei nel 2003, perché era una cosa che le stava già a cuore, mi ricordo che ero al mare la prima estate quando venne fuori il suo intervento. Io le venni dietro...

(interruzione del Vicepresidente Tibaldi, fuori microfono)

... mi arrabbiai, perché sono affezionato... e si ricorda proprio per quello abbiamo fatto un corso, abbiamo stimolato... adesso non le so dire, l'unica domanda a cui non so rispondere... mi sembra che solo il 20% si sia fermato qui, comunque io ci avevo creduto e ci ho creduto anche dopo, ma ho sempre cercato di riportare il MET in una situazione di rapporto con il centro, perché il territorio va bene nella misura in cui è in rapporto con il centro, i medici di famiglia sono cresciuti in questo tempo perché vi è una sinergia con tutto il sistema. Il concetto mi sembra di averlo già detto, mi sembra di dover richiamare una cosa che sono i MET, ma non è legato alla persona. Il MET è una figura non specialista, viene riservato questo compito di medico di emergenza territoriale ad un medico che non ha la specializzazione. Come sa, a livello ospedaliero non si può essere assunti se non si ha una specializzazione, il MET fa 600 ore di corso. È stata creata legislativamente una figura di uno specialista dell'emergenza, che è il settore più difficile, quello che impone una formazione continua. Il settore più difficile, perché possiamo avere le strutture di pronto soccorso migliori del mondo, ma se le persone arrivano morte, il miglior pronto soccorso non serve!

In un settore della più grande difficoltà sono state messe delle figure, non parlo di persone, perché vi sono delle persone che si aggiornano, sono sempre in Ospedale e fanno la differenza, ma una figura che non ha un legame di dipendenza e di formazione con il centro... quindi ha creato questo e io le dico che da quest'anno vi è stata la contrattazione regionale per le varie figure e la figura del MET è stata trattata in modo particolare. Abbiamo inserito nel contratto dei giorni retribuiti di frequenza del medico di emergenza territoriale in Ospedale: questo è stato vissuto molto male dal medico di emergenza perché per una situazione sua il MET fa 10 giorni qui, 10 da un'altra parte. È un modello quindi che ha dimostrato di non essere un modello efficiente, potrei darle, se vuole - ma sono rapporti molto personali -, dei rapporti che dicono le difficoltà incontrate sul territorio, nei casi più gravi di emergenza. Verso cosa si va? Certo non lasciamo un servizio sguarnito, si va verso 2 modelli in Italia di risoluzione del problema, non ancora normato e questa è la difficoltà. Il primo è un modello che prevede in ogni postazione di medicina di emergenza territoriale uno specialista con un anestesista e un rianimatore, sempre più si cerca di portare l'emergenza territoriale all'interno del "118" affinché siano un tutt'uno. Come sull'elicottero, vede, questo è il modello importante, ci va un medico rianimatore ed è l'intervento appropriato, tant'è che l'elicottero non prende e porta subito il ferito, ma prende e stabilizza il ferito, perché sull'elicottero c'è un medico di rianimazione specializzato. Se va a vedere nel nostro precariato, stiamo in questo momento facendo un concorso, previsto per i primi di gennaio, per 6 anestesisti, ossia allarghiamo l'organico degli anestesisti per intervenire in tali settori, questo è il primo modello applicato in Italia, ossia sostituire le postazioni dei MET con degli specialisti in rianimazione. Il secondo modello è quello di laureati in scienze infermieristiche con una specializzazione in area critica, ossia degli infermieri che facciano 6 mesi di rianimazione e 6 mesi sul territorio. Non solo, qui è la difficoltà legislativa, il Ministro ha annunciato a maggio a Torino in tema di emergenza territoriale una nuova specializzazione, lei sa che ha creato una nuova specializzazione in medicina di urgenza; purtroppo è successo che gli anestesisti hanno fatto uno sciopero, per cui non tutte le università hanno attivato questo corso di medicina di emergenza, che sarà nell'ottica del Ministro quanto sostituisce tale figura.

Noi, di fronte a questa difficoltà e a questo ripensamento di tutte le emergenze, ci stiamo organizzando nell'ottica di andare verso una maggiore specializzazione con degli specialisti in anestesia e rianimazione che stiano in pronto soccorso, in rianimazione e sul territorio. Non solo, abbiamo pensato di fare noi una legge sull'emergenza, che è la prima - non so se sarà impugnata - a prevedere un ruolo sanitario dell'autista ambulanziere che non è riconosciuto, dell'autista soccorritore che non è riconosciuto nel resto d'Italia e che prevede delle figure innovative in questo senso. Cosa succederà ai MET? È scritto in un passaggio della nostra legge che rientreranno nel sistema ospedaliero, ossia li vogliamo riportare alla dipendenza. È una stabilizzazione del precariato, ossia un riportare il medico territoriale dentro una struttura che gli permetta di acquisire in un settore in continua evoluzione una specializzazione di cui non può fare a meno. Ancora: il discorso dell'utilizzo dell'elicottero, fra un anno potremo avere un riferimento di notte, una sorveglianza, una radiofrequenza, per cui l'elicottero potrà volare di notte e potrà avere sempre, come è adesso, un medico rianimatore con una guida alpina sopra, potremo arrivare anche di notte dove vi sono quegli incidenti. Creda, è un ripensamento generale italiano, le potrei dire non solo il dr. Visetti, ma i responsabili della protezione civile e del "118" sono ormai orientati verso nuove forme di medicina sul territorio, con degli specialisti attrezzati; non esiste ancora una normativa nazionale su questo, ci stiamo pensando, ci stiamo attivando in tale settore. Non è una questione economica, anche per il MET che vuole dedicarsi a tale lavoro ci sarà la possibilità di passare ad una situazione più organica, credo che in questo momento di passaggio si possa segnalare una disorganizzazione, ma è solo un momento, per passare ad una serie di interventi più appropriati, che è quello che vogliamo tutti.

Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Apprezzo la sobrietà e l'onestà con cui lei, Assessore, affronta questo argomento, vorrei però fare alcune considerazioni. "Nulla quaestio" sulla nuova legge "SEUS" che avete licenziato in Giunta, perché dovrebbe dare una risposta normativa innovativa a quella legge n. 21/1998 che è ormai superata sia per un aspetto giuridico, sia per quanto riguarda l'aspetto organizzativo e il miglioramento del servizio sul territorio. Per quanto riguarda il resto... peraltro questa legge lei l'aveva già annunciata nel 2003, un iter che è stato molto lungo e immagino faticoso, finalmente si arriva, ma noto rispetto a 2 anni fa che vi è un netto cambiamento di orientamento per quanto riguarda il problema. Se riprendo alcuni passaggi del suo intervento di 2 anni fa, lei diceva che effettivamente ci aveva creduto, perché vi è stata l'impostazione di un corso a cui avevano partecipato 15 persone, di cui 13 rimaste in Valle d'Aosta, ma oggi mi dice che non sa quante siano rimaste in valle; allora erano rimaste, ma poi sono emigrate altrove.

Sull'aspetto economico 2 anni fa esibii alcuni cedolini di stipendi di medici omologhi in Piemonte e c'era qualche differenza più vantaggiosa per coloro che esercitavano in Piemonte rispetto ai Valdostani; oggi non le so dire se l'aggiornamento economico in Valle sia più conveniente o meno, non sono qui per fare opera di tutela sindacale, dico solo che lo svantaggio economico allora c'era. Tornando alle sue risposte, mi pare di capire che il MET sia una soluzione ormai abbandonata. Lei dice che ci sarà un concorso per 6 anestesisti che inizieranno a sostituire i MET, vorrei sapere se, viste le ristrettezze economiche con cui hanno vissuto finora i MET, gli anestesisti lavoreranno agli stessi prezzi o costeranno di più, lei dice che avranno contratti diversi. Naturalmente per i MET tali gratificazioni non ci sono mai state in questi anni, mentre l'avvio di questo nuovo modello prevede una ricchezza in termini di risorse più consistente. Vi è da dire che il sistema imperniato sui MET ha funzionato con molta difficoltà, i MET sono stati considerati i "parenti poveri" del comparto sanitario; lei dice di no, ma l'elisoccorso è coperto 24 ore su 24, costa "l'ira di Dio", lo sappiamo, l'elisoccorso si prende anche i benefici...

Fosson (fuori microfono)... non è 24 ore su 24, non vola di notte l'elicottero...

Tibaldi (CdL) - ... però c'è una copertura complessiva 24 ore su 24, ci sono 6 medici...

Fosson (fuori microfono) - ... ma di giorno, non vola di notte l'elicottero...

Tibaldi (CdL) - ... forse proprio in una risposta che diede il Presidente Caveri ad una nostra interpellanza magnificò anche questa possibilità, comunque la copertura medica c'è anche di notte? No? L'elisoccorso comunque ha sempre avuto un'attenzione primaria, d'altra parte siamo una terra di montagna e non sempre si può raggiungere velocemente... difendiamo l'elisoccorso, ma non ci nasconda che è sempre stato il gioiello di famiglia nell'ambito dell'emergenza territoriale, però il territorio è fatto anche da queste sedi decentrate che faticano quotidianamente, anche quando non vi sono i MET e non vi sono neppure gli infermieri professionali, a dare una copertura di servizio con gli autisti soccorritori. Gli autisti soccorritori sono spesso chiamati ad attività medica o paramedica per la quale non sono pagati e non hanno neppure la tutela giuridica. Riconosciamo che il nostro servizio che dovrebbe essere strutturato, adesso non so nelle altre Regioni come avviene, ma la Toscana e il Piemonte mi pare che abbiano qualche "plus" rispetto a noi. L'equipaggio "standard" prevede 1 medico, 1 infermiere, 2 soccorritori autisti; oggi viaggiano con 3 soggetti a bordo. È auspicabile che la riforma legislativa e la nuova impostazione che lei oggi ha annunciato ci possa portare a questi livelli qualitativi e anche di garanzia per l'incolumità e la salute e la vita di coloro che vengono soccorsi decisamente più elevati. Lei sa che più volte mi sono permesso di disturbarla su qualche piccola disfunzione, ma il mese di dicembre, un mese che vede una crescita di presenze turistiche nella nostra Regione, evidenzia queste carenze che non portano lustro non solo alla Valle, ma anche ad un servizio sociale e sanitario che dovrebbe essere più capillare.

Prendiamo atto di quello che lei ha detto, anche con moderata soddisfazione non solo per l'aspetto giuridico - legge di cui conosciamo l'iter e i contenuti -, ma anche per questa nuova impostazione che auspichiamo vada veramente a risolvere tale situazione. Auspichiamo che questo possa permettere di valutare nelle dovute maniera le professionalità esistenti e torno ancora sui MET che verranno riciclati in qualche modo, lei dice che verranno riassorbiti nel circuito ospedaliero per essere formati e specializzati. Finora il servizio è stato in piedi grazie anche a loro e non possiamo disconoscerne l'operato, vediamo se domani ci saranno rianimatori e anestesisti che siano disponibili a sostituirsi a loro in questo servizio, probabilmente la remunerazione farà la differenza per garantire maggior scurezza e serenità d'animo a tutti i cittadini che risiedono in Valle e a tutti coloro che la frequentano per le motivazioni più diverse.